La pulce Bigia
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La pulce Bigia
Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno … Bimed Edizioni Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione, crescita comune e tanto altro ancora … LA PULCE BIGIA Partendo dall’incipit di Gianni Micheli e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: Istituto Comprensivo “Casalini” San Marzano (SA) Scuola Primaria - classe III D Direzione Didattica Coppino plesso Falletti Torino - classe III A Istituto Comprensivo di Madrid – classe II B Direzione Didattica II Circolo M. S. Severino (SA) plesso San Vincenzo - gruppo misto classi III B/C Istituto Comprensivo II “Dati” Boscoreale (NA) plesso “N. De Prisco”- classi III A/B primaria Istituto Comprensivo di Castellabate – classi I/III A Scuola Statale di Madrid – classe III B Istituto Comprensivo “G. Siani” Sant’Angelo a Cupolo (BN) plesso Calvi - classe III B Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna – classe III C 33° Circolo Didattico di Napoli Scuola primaria “Risorgimento”- classe III D Editing a cura di: Stefania Schiavi Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Responsabile di redazione e per le procedure Alberto Fienga Coordinamento organizzativo e didattico Ermelinda Garofano Responsabile per l’impianto editoriale Ermelinda Garofano Revisione editoriale Francesco Rossi, Shasa Buonino, Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino Gestione esecutiva del Format Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Grafica di Copertina : Bimed Station Impaginazione Tullio Rinaldi Piattaforma escriba UNISA, Dipartimento di Informatica – Progetto Prof. Vittorio Scarano, realizzazione Dott. Raffaele Spinelli Gennaro Coppola, webmaster BIMED Pubbliche Relazioni Nicoletta Antoniello Amministrazione Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo: Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese, Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco, Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida, Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta. Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P del PROT SCA/GN/1047-2 By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2014/2015 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. La Staffetta 2014/15 riceve: l’adesione del Presidente della Repubblica e sua Medaglia di rappresentanza Patrocini: Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. PRESENTAZIONE Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà. È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori. È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo… Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore. Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che “immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo, che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e il futuro del mondo di cui siamo parte. Andrea Iovino L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti positive dell’innovazione tecnologica. L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante dell’innovazione che utilizziamo giornalmente. Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto, della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà. I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della scuola è una dimensione unica e… felice. Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT Gianni Micheli Il mercato delle pulci Essere una pulce non è per niente facile! Le pulci, si sa, non piacciono a nessuno. Sono piccole ma danno fastidio. Sono invisibili ma sono egualmente brutte. Bruttissime! Pizzicano, mordono, succhiano. Anche i cani più docili e affettuosi, per dirne una, con le pulci preferiscono non aver niente a che fare. Nei panni di una pulce non ci si vuol mettere nessuno. Bigia, invece, nei panni di una pulce c’era nata e non sapeva come riuscire a far cambiare idea alla gente. Le avevano detto: «Accontentati! Chi s’accontenta salta due volte!» ma lei non si voleva accontentare. Voleva degli amici con cui parlare e non delle unghie da cui scappare. Voleva vivere e crescere felice mentre ora era sempre preoccupata per quello che gli altri pensavano di lei e per tutto ciò che le poteva accadere di brutto. Cercando soluzioni e alternative, Bigia si trovò un giorno ad ascoltare una conversazione tra esseri umani. Non riuscì a comprendere l’intero discorso ma sentì benissimo che la domenica successiva, nella piazza centrale della città, ci sarebbe stato un favoloso mercato delle pulci. Un mercato immenso dove trovare qualsiasi cosa. A Bigia si drizzarono i peli del corpo! Un mercato delle pulci dove “trovare qualsiasi cosa”? Ma era proprio quello che cercava! “Devo andarci, a ogni costo!” pensò Bigia “Lì troverò quello che cerco, dimostrando a tutte le pulci che non sempre ci si deve accontentare”. «Ricordati: salta poco, succhia tanto e vivrai come in un guanto!» le urlò dietro una pulce cercando di farla desistere. Era un vecchio proverbio pulcesco ma Bigia non l’ascoltò e, in un salto magistrale, pare di oltre sette metri, raggiunse la tasca di un essere umano in cerca della piazza del favoloso mercato delle pulci. Quello che cercava, tuttavia, non sapeva ancora bene cosa fosse ma sapeva che lo cercava ardentemente! CAPITOLO PRIMO Il sogno fantasioso di Bigia Nascosta nella tasca del vestito di quell’uomo, tra le pieghe di un fazzoletto, salì sull’autobus che era diretto al mercato delle pulci, fantasticando su cosa e come potesse essere. “Sarà un posto bellissimo, un regno unico e meraviglioso per noi pulci” pensò Bigia. Strada facendo immaginò che lì avrebbe incontrato tante amiche pulci tutte amate e rispettate e magari anche un cane, un bel pastore tedesco, che subito le avrebbe chiesto: «Ciao, bella pulce! Non ti ho mai vista da queste parti… sei arrivata ora? Se non sai dove andare, ti ospito io!» «No, vieni da me!» avrebbe invece urlato un grosso gatto persiano. «Vi sbagliate, miei cari, Bigia viene solo da me!» avrebbe esordito un elegante dalmata. Per Bigia cominciò un insolito ed eccezionale viaggio, sognando l’inizio di una nuova vita non solo per lei ma Capitolo primo 19 20 per tutto il mondo pulcesco. “Sì, doveva essere così” pensava “un mondo adatto alle pulci, specialmente a una pulce intraprendente e con la voglia matta di costruire una fitta rete di amicizie come lei”. «E quando ritornerò a casa racconterò tutto!» disse tra sé «Nessuno più mi prenderà in giro! Nessuno mi dirà più “Accontentati!” perché io non mi accontento, non voglio essere la pulce allontanata e derisa!» Mentre era lì a sognare ecco che cominciò a sentire un fastidioso languorino allo stomaco. «Mamma mia che fame! Avrei bisogno di una piccola succhiata! E chi potrei succhiare ora?» Si sa, le pulci non amano pungere l’uomo. «Il sangue umano è disgustoso per cui non ne vale la pena e poi… potrebbe essere addirittura velenoso!» si disse Bigia, ricordando le antiche parole delle pulci più sagge del suo villaggio che le avevano sempre raccomandato: «Mai pungere un uomo! Nessuno di noi l’ha mai fatto!» “Ma io ho tanta fame e qui vicino a me c’è la possibilità di fare un bel rifornimento! E poi chi lo dice che il sangue dell’uomo non sia buono? Potrebbe essere un falso avvertimento, un fatto messo in giro tra noi pulci per il Il sogno fantasioso di Bigia semplice fatto che abbiamo paura dell’uomo” pensò Bigia. Intanto non ci vedeva più per la fame. «Quasi quasi ci provo! Anche perché devo essere forte per quando arriverò al mercato delle pulci. Se mi vedranno debole nessuna mi chiederà di diventare sua amica!» E fu così che Bigia cominciò, piano piano, a bucherellare la camicia dell’uomo pronta a succhiare un po’ di sangue umano. Ma, all’improvviso, si fermò. «No! Per tutte le sanguisughe, che sto facendo? Lui potrebbe accorgersene! Mi potrebbe cacciare e io non potrei più raggiungere il mercato delle pulci! Io, invece, voglio andarci assolutamente. Voglio avere tanti amici, non voglio più essere sola!» La tentazione era forte, ma doveva resistere, la posta in gioco era troppo alta. Doveva dimostrare con i fatti che ciò che si diceva sull’antipatia verso le pulci era del tutto infondata. “Siamo così piccole e indifese! Sì, è anche vero che siamo fastidiose perché abbiamo bisogno di pungere e che, dopo aver punto, succhiamo anche il sangue ma se tutti gli animali avessero la possibilità di conoscerci capirebbero che questa è solo la nostra natura, che lo facciamo per Capitolo primo 21 22 sopravvivere e che, conoscendoci, siamo anche molto simpatiche! Se ci conoscessero desidererebbero per sempre la nostra compagnia e, anche se a dire il vero può essere fastidioso essere punti da noi, soffrirebbero silenziosamente, sopportando con gioia quel fastidioso prurito che creiamo quando partiamo all’attacco. Che bel sogno sarebbe se tutti gli animali fossero amici”. Mentre Bigia rifletteva su questo pensiero, si girava e rigirava con quel desiderio irrefrenabile di pungere quell’uomo, ignaro di tutto. «Sarebbe una piccolissima puntura, una di quelle di cui non ci si accorge nemmeno. Se fossi molto veloce, forse, potrei pungerlo tante volte e raggiungere la mia meta forte e pimpante come non mai!» si disse, poi continuò: «No, devo resistere! Non devo cedere alla tentazione, sarebbe troppo rischioso!» Mentre pensava a questo, e alle eventuali conseguenze, successe qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare e che avrebbe scombussolato completamente il suo piano. Quell’uomo, forse per un raffreddore o per un’allergia, starnutì; naturalmente prese il fazzoletto dalla Il sogno fantasioso di Bigia tasca e, aprendolo con un movimento brusco del braccio per coprire la bocca, fece cadere Bigia rovinosamente a terra in quell’autobus pieno di persone di ogni età. «Oh, no! Povera me!… Addio sogni di gloria! Addio sogni di amicizia! Proprio allora doveva starnutire? «Non raggiungerò più la meta desiderata!» E tutti mi diranno: «Te l’avevamo detto, il mondo va così, non puoi cambiarlo! e forse avevano ragione!» «Ma no, non devo rinunciare! Io sono Bigia, la pulce più testarda e volitiva del mondo pulcesco. Anche la mamma lo diceva sempre: «Bigia, tu sei nata pulce, ma non sei come tutte noi che ci nascondiamo e amiamo vivere alle spalle degli altri. Tu sei diversa, sei coraggiosa, non ti accontenti facilmente e sei anche bella e simpatica!…» e la mia mamma aveva sempre ragione! Eh sì, è proprio vero! La sua mamma aveva sempre ragione: Bigia aveva forza e volontà da vendere tanto che si fece coraggio e provò a fare un altro salto magistrale, uno di quelli che solo lei sapeva fare! Capitolo primo 23 CAPITOLO SECONDO Amici di viaggio Carica di tutta l’energia di cui potesse disporre, Bigia saltò con tutte le sue forze e... «Vai! Ce l’ho fatta!» disse fra sé. «Ma dove mi trovo? Non mi sembra proprio che sia la tasca in cui ero prima! C’è un odore insopportabile, credo sia tabacco» continuò infastidita. «… Oh, no! Questa tasca ha un buco, al primo movimento mi ritroverò nuovamente in terra! Uffa! Che vita da pulci! Non fai in tempo a risolvere un problema che subito devi risolverne un altro!» Mentre rifletteva sul da farsi, dal buco della tasca Bigia notò che l’uomo con cui adesso viaggiava aveva un cane: “Beh… potrebbe essere un soluzione” pensò tra sé e, senza pensarci la seconda volta, si preparò a un secondo salto: dalla tasca verso il cane. “Perché un cane sarà sicuramente un posto più sicuro su cui viaggiare e, soprattutto, mi assicurerà del sangue succulento con cui nutrirmi e mantenermi in forza per la Capitolo secondo 25 26 grande avventura!” pensò Bigia. All’improvviso l’autobus si fermò. Il cane e il suo padrone scesero frettolosamente, continuando per una strada solitaria completamente opposta alla strada che Bigia avrebbe dovuto prendere per raggiungere il mercato delle pulci. “Devo assolutamente fare qualcosa” pensò. Il cane, intanto, aveva cominciato ad abbaiare a un gatto che non ne voleva sapere di lasciargli il passo. Poi, intimidito dalla presenza del padrone, aveva iniziato ad appiattirsi contro il muro mantenendosi lontano il più possibile ma non tanto da impedire alla piccola Bigia un ulteriore atto di coraggio: un nuovo incredibile salto. Mamma mia, che paura! La poveretta cercò di riprendersi presto dall’ennesimo sforzo; stavolta la preoccupazione di non farcela era stata grande. All’improvviso si rese conto di non essere sola e sgranò gli occhi: non aveva mai pensato di incontrare una compagna di viaggio. «Come ti chiami? E cosa ci fai qui ?» chiese Bigia. «Mi chiamo Chiara. E tu chi sei?» rispose l’altra, continuando con gli occhi pieni di lacrime. Amici di viaggio «Il mio nome è Bigia ma perché quegli occhi così tristi? Ti è accaduto forse qualcosa?» chiese Bigia alla piccola pulce. «Mi sento tanto triste e sola!» rispose Chiara. «Se vorrai, da oggi in poi saremo inseparabili: insieme potremo vivere eccezionali avventure, incontri misteriosi e…» le disse Bigia. «Avventura?... Mistero?... Ma io ho paura!» replicò Chiara. «Fintanto che sarai con me non dovrai mai aver paura perché io sono Bigia, la pulce più coraggiosa del mondo pulcesco» rispose spavaldamente. E, continuando: «Tieniti pronta, mia cara… la nostra prima destinazione sarà il famosissimo mercato delle pulci… un posto favoloso dove potremo trovare risposta a tutte le nostre domande!» «Le nostre domande? Ehm… quali domande?... io non ricordo nessuna domanda» disse Chiara e continuò «ma non potremmo starcene qui, insieme, tranquille, a farci compagnia da buone amiche?» «Tranquille?... Beate?... E il mondo?... Non sei curiosa di conoscere il mondo?» la interruppe Bigia. «Il mondo? Il mercato delle pulci?... Ma sei sicura di avere Capitolo secondo 27 28 tutte le zampe al proprio posto? E poi… come ci arriviamo lì?» replicò perplessa Chiara. Intanto, mentre le due pulci erano impegnate a definire i termini della loro nuova amicizia, non si accorsero che il gatto che le ospitava era giunto in un aeroporto e stava grattandosi il dorso proprio vicino alla ruota di un grandissimo aereo. «Salta Chiara, su dai salta!» urlò Bigia. «Non ce la faccio! Ho paura! Vai tu… vai senza di me!» rispose Chiara. «E io dovrei abbandonarti qui?... Giammai!» continuò a urlare Bigia «You are my friend!» «You cosa?» chiese Chiara. «Afferra la mia Zampa, su dai: you are my friend!... Tu sei mia amica, non ti lascerò più sola… fidati di me: dammi la Zampa, chiudi gli occhi, raccogli tutte le tue forze e… saltaaaa!» urlò Bigia. Chiara guardò Bigia, le sorrise, strinse forte le Zampe, chiuse gli occhi e insieme si lanciarono in un magnifico salto. Una volta sulla ruota si sistemarono sulla valigia a rotelle di un’anziana signora. Allo scalo dell’aereo, fuori dall’aeroporto, si ritrovarono Amici di viaggio davanti a un cartello con la scritta: Benvenuti in Calabria. La signora prese subito un taxi per farsi portare in un albergo che dava proprio sulla spiaggia, lunga e dorata. Bigia ne fu abbagliata ma anche molto stupita, perché non aveva mai visto né il mare né la spiaggia. «E ora che si fa?» chiese la sua amica Chiara. Bigia si guardò intorno e dalla meraviglia passò alla delusione. “Ma dov’era il mercato? E le altre pulci?” pensò. Il sole picchiava forte e, dopo poco, decisero di cercare un posto all’ombra; si fermarono sbalordite quando alla loro vista apparve una macchia azzurra adagiata sulla sabbia, si avvicinarono incuriosite e… si trattava di un telo da mare. Si avvicinarono e… sorpresa! Una pulce se ne stava lì, distesa a godersi il sole. La pulce fece loro cenno di raggiungerla e Bigia e Chiara non se lo fecero ripetere due volte, saltando su quel bel telo morbido. Le chiesero subito chi fosse e lei rispose «I don’t speak Italian, I’m from London. My name is Pink and I’m here on holydays». Capitolo secondo 29 Per fortuna Bigia aveva studiato l’inglese e non ebbe alcun problema a capirla. All’improvviso si alzò il vento: sembrava fossero sulle montagne russe o su di un aquilone. Le tre pulci furono sollevate via e, quando atterrarono, iniziarono a ridere a crepapelle per il vuoto in pancia che provavano. Intanto Bigia stava guardandosi intorno, pensando: “Wow! Che bel paesaggio!” 30 Amici di viaggio CAPITOLO TERZO L’isola magica Le pulci si guardarono intorno e videro tanti alberi, tante palme e tanto verde... capirono che quella era una foresta tropicale. Bigia continuò, chiedendosi: «Ma dove siamo capitate?» «Uhhh! Guardate! Pensate che qui vivano tanti animali?» chiese Chiara. «Potrebbe essere!» rispose Bigia. «Allora a tavola: si mangiaaaaaa!» esclamò Chiara. «Io non capire niente...!» disse Pink. In quel momento passò di lì un bruchetto e gli domandarono in coro: «Ciao! Come ti chiami?» «Mais oui! Io sono Blues e sono francese, ma parlo anche italiano. E voi, chi siete?» chiese il bruchetto. «Siamo le pulci Pink, Chiara e Bigia: siamo state catapultate qui dal vento e... non sappiamo nemmeno dove ci troviamo!» rispose Bigia. «Ma siamo sull’isola Katatuca, dispersa nel mare di Puciakito!» affermò Blues. «Cheeeee? Cosaaaaa? Dove siamoooooo?!» domandò Capitolo terzo 31 32 stupita Bigia. «Veramente non so bene dove ci troviamo, perché sono arrivato da poco anch’io! Mi hanno detto solo il nome dell’isola... ma se volete possiamo scoprirlo insieme!» aggiunse Blues. Cominciarono così la loro avventura, inoltrandosi nella foresta, quando sentirono degli strani versi: «Qua, qua, qua... venite qua, qua, qua...!» Era un grande pappagallo tutto colorato, con le ali azzurre e con il becco arcobaleno, che li chiamava. «E tu chi sei?» domandò Blues. «Sono il pappagallo Scotti e mi piacciono i biscotti! Ah! Ah! Ah!» disse. Poi continuando: «Se volete vengo anch’io con voi, così potrò indicarvi la strada: conosco molto bene l’isola! Inoltre, potrei raccontarvi tante cose davvero molto interessanti! Ad esempio, sapevate che qui vicino esiste un passaggio segreto che porta fino al vulcano che si trova al centro dell’isola? È un vulcano attivo che, quando si arrabbia, sputa acqua calda, ma... è anche un vulcano magico!» «Un vulcano maaaagicoo? E che cosa fa?» chiese Chiara. L’isola magica «Io non capire niente! Ciaooo!» continuava a ripetere Pink. «È magico,perché dentro non c’è lava, ma solo acqua calda che serve per riscaldare le uova che si trovano lì » continuò Scotti. «E come ci sono finite lì delle uova?» chiese Bigia. «Visto che il vulcano è magico, in alcuni periodi dell’anno fa apparire alcune uova vicino all’acqua calda, così rimangono protette e al caldo fino a quando si schiuderanno». «E che uova sono?» aggiunsero tutti incuriositi. «Sono le uova degli animali che vivono sull’isola» continuò Scotti «e hanno colore e disegno diverso a seconda della specie». «Andiamo a vederle, dai, cosa aspettiamo?!» proposero Bigia e Chiara che erano molto curiose. «Io non capire niente! Ciaooo! » continuava a ripetere Pink. Così tutti insieme entrarono nel passaggio segreto e... arrivarono dove erano le uova, proprio nel cuore del vulcano! «But it’s great!» esclamò Pink, sempre nel suo inglese. «Andiamocene da qui...» propose Scotti «stiamo disturbando il riposo delle uova e al vulcano questo non farà molto piacere!» Capitolo terzo 33 34 Subito Blues aggiunse: «Avete ragione! Sarebbe meglio uscire in fretta da qui!» Cominciarono così a tornare indietro ma, proprio in quel momento, si sentì uno strano rumore... Era il vulcano che, disturbato, cominciò a borbottare sempre più forte fino a che esplose, sputando fuori l’acqua calda insieme ai suoi ospiti. Il getto fu così violento che arrivò fino alla nave che passava vicino alla costa dell’isola e i nostri amici finirono come passeggeri su quella nave che trasportava merci. Insieme all’equipaggio sulla nave c’erano anche tanti cani e gatti che dovevano essere consegnati a una fattoria che si trovava vicino al porto d’arrivo. Appena le nostre pulci videro tutti quegli animali si tuffarono a capofitto su di loro con dei grandi salti e... «Finalmente, si mangia! Buon appetito a tutte!» esclamarono felici. Blues e Scotti le guardavano senza parole: sembravano impazzite. A un certo punto si sentì Scotti che gridava di gioia: «Wow! Finalmente anch’io posso mangiare! Guardate quanti biscotti ci sono qui!» L’isola magica Scotti cominciò, così, a sgranocchiare tutto contento e chiese a Blues se anche lui volesse un po’ di biscotti, ma Blues gli rispose seccato perché a lui i biscotti non piacevano affatto: «Mi dispiace, ma io adesso non posso mangiare... devo stare a dieta». «Ma perché?» «Non hai fame dopo tutto quello che abbiamo combinato?» chiese Scotti. Blues rispose sconsolato: «Davvero ora non posso mangiare, perché mi sto trasformando in farfalla!» «Io non capire niente! Ciao!» continuava a ripetere Pink. «E bastaaaaaaaa con questo “Io non capire niente, ciao!” Ma quando imparerai l’italiano?» esclamarono tutti, stufi di sentir ripetere sempre la stessa cosa. «Presto.... imparare io italiano!» rispose Pink. Intanto la nave arrivò nel porto di una grande città: l’equipaggio caricò le merci e gli animali da consegnare su un camion che partì per la fattoria. Su quel camion, ospiti dei cani e dei gatti, c’erano Bigia, Chiara e Pink tutte allegre, mentre dietro svolazzavano festosi Scotti e Blues, che nel frattempo era diventato una bellissima farfalla gialla e blu. Capitolo terzo 35 CAPITOLO QUARTO La delusione di Bigia Bigia, Chiara, Pink, Scotti e Blues arrivarono alla fattoria. «Che bellissimo posto!» esclamarono in coro. «Quanti animali a cui poterci attaccare e succhiare per sempre e che magnifici fiori… da succhiare. Wow! Quanti biscotti da sgranocchiare… per sempre!» dissero i quattro amici. Bigia, intanto, si diresse al fienile e si appoggiò su un sacco di tela vecchio e rimase in silenzio sognando il mercato delle pulci da raggiungere e le tante pulci con cui fare amicizia. I suoi amici, anche se erano tutti contenti e favorevoli a stabilirsi in quel posto, quando videro Bigia triste capirono che lei voleva continuare il viaggio. Tutti insieme concordarono che alla prima occasione sarebbero partiti. Dopo qualche giorno Scotti sentì che il fattore François all’indomani si sarebbe recato a Parigi per vendere la lana delle pecore che quel giorno aveva tosato. Il pappagallo chiamò a raccolta tutti gli altri amici e Capitolo quarto 37 38 propose di nascondersi sul camioncino per raggiungere la città. All’alba ecco che il Signor François partì per Parigi. Dopo diverse ore di viaggio giunsero sotto la Torre Eiffel che, in occasione del Natale, ospitava un grande mercato. Mentre Il Signor François si allontanò dal camioncino per andare a comprare una bella crêpe au chocolat, i cinque amici ne approfittarono per scendere e cercare di raggiungere il mercato delle pulci. Ma quanto era grande quella città! «Quante luci!» disse Chiara. «Quanti colori!» disse Pink. «Quanti negozi!» disse Scotti. «Quanta gente!» disse Blues. «Quante strade!» disse Bigia « Per dove si va?» Mentre gli amici di viaggio si interrogavano sul da farsi, ecco che videro nascosto in un angolino di quella strada un curioso animaletto peloso dagli occhietti vispi. «Finalmente si succhia» dissero Pink e Chiara insieme: infatti da qualche tempo era nato del tenero tra loro. La delusione di Bigia «Ma no! Lasciate fare a me che sono francese… è il mio momento!» rispose Blues. Blues si avvicinò all’animaletto, che era un piccolo scoiattolo, e disse: «Excuse moi, bon ami, pouvez vous me donner quelques informations?» Lo scoiattolino rispose: «Qui êtes-vous? Qu’est-ce que vous voulez?» «Parli un po’ di italiano?» replicò Blues. «Ecco, io mi chiamo Blues e qui accanto a me ci sono le tre pulci Bigia, Chiara e Pink e il pappagallo Scotti e tu, chi sei?» «Je suis... Je suis... Je suis... Loris, uno scoiattolo un po’ sbadato». Bigia si fece avanti e subito gli chiese se le poteva indicare la strada per il mercato delle pulci. Loris si offrì immediatamente di accompagnarli, dopo aver fatto loro conoscere alcuni dei luoghi più belli della sua meravigliosa Paris. I sei compagni così si incamminarono alla scoperta della città. Dapprima salirono fino in cima alla Tour Eiffel per dare uno sguardo al quartiere di Montparnasse e il lungofiume Capitolo quarto 39 40 Senna con i suoi famosi Bateau mouches. Poi si diressero sulle torri della Cattedrale de Notre Dame con pinnacoli e gocciolatoi dalle forme più strane e mostruose. Ancora dopo salirono sull’Arc de Triomphe, da dove videro gli Champs-Élysées pieni di gente frettolosa e negozi con vetrine dai mille colori. Ultima tappa, finalmente, il più grande e antico mercato: il mercato delle pulci di Saint-Ouen. Bigia, giunta davanti alla porta principale del Marché aux Puces de Saint-Ouen, iniziò a saltare dalla gioia cantando: «Tra la la, tra la la finalmente sono qua, tante pulci troverò e insieme c’abbraccerem, in girotondo ballerem!» Bigia e gli altri amici iniziarono a esplorare il mercatino che era stracolmo di oggetti diversi; dai chiodini ai quadri, dai mobili ai vestiti, dai libri antichi alla tappezzeria, dagli specchi alle lampade e all’oggettistica da tavola. «Ma dove sono le pulci?» chiese Bigia. Loris spiegò che l’espressione mercato delle pulci deriva dal fatto che tanti anni fa questi mercati erano tristemente noti proprio per le pulci che infestavano i tappeti e i capi La delusione di Bigia di abbigliamento in vendita. L’uomo, però, con l’utilizzo di insetticidi e pesticidi ha distrutto molte pulci. «Che tristezza! Che delusione! E io che volevo incontrare tante nuove amiche pulci!» replicò Bigia. Scotti, il più saggio, invitò Bigia e gli altri a tornare subito indietro al camioncino prima che il Signor François ripartisse per la fattoria. Giunti al camioncino, le tre pulci si adagiarono su alcuni batuffoli di lana che il fattore non aveva ancora venduto e, insieme a Scotti, Loris e Blues, si addormentarono. Il camioncino stava quasi ripartendo quand’ecco che si udì la voce di una signora molto elegante: «Buon uomo, buon uomo! Si fermi! Vorrei quel mucchietto di lana perché dovrei realizzare dei maglioncini per alcuni bambini poveri, visto che è quasi Natale». Il signor François prese un sacchetto e infilò dentro la lana rimasta e con essa anche le tre pulci. La signora si diresse al suo atelier e il signor François proseguì per la lontana fattoria, soddisfatto della vendita. Capitolo quarto 41 CAPITOLO QUINTO Incontri speciali… Bigia, Chiara e Pink erano comodamente adagiate tra i fiocchetti di lana morbida chiusi nel sacchetto. “L’avventura continua...” pensava Bigia “Chissà dove si troveranno i miei amici Scotti, Blues e Loris!” Assorta nei suoi pensieri, la pulce fu scossa da uno strattone: una mano dalle unghie laccate di rosso tirò fuori dal sacchetto i fiocchi di lana. La signora era giunta al suo atelier, sistemò la lana in una grossa cesta dove c’erano già degli altri gomitoli e Bigia, Chiara e Pink subito fecero salti di gioia nella speranza di incontrare qualche altra compagna d’avventura; purtroppo le speranze furono deluse: quel posto era talmente tirato a lucido che splendeva tutto, nell’aria c’era un profumo di fiori e… di pulci neanche l’ombra! «It’s impossible!» sentenziò Pink. «Come mai tra stoffe, filati e cotoni non si vede un viso amico?» ribadì Chiara. Capitolo quinto 43 44 «È veramente strano!» concluse Bigia. Mentre erano lì a pensare, affamate e preoccupate, notarono uno strano movimento nella piega della tenda. Con due salti raggiunsero la finestra e scorsero un codino che fuoriusciva da un buchino. «Un, dos, tres... el paso... adelante!» Un topolino cantava e ballava. Tra un saltello e una piroetta, il topolino si accorse degli occhietti che lo fissavano: «Hola señoritas, yo soy Felipe!» disse il topo salutando con un inchino. Bigia e le altre si avvicinarono e si presentarono e insieme raccontarono al nuovo amico del come e del perché del loro viaggio, di come si fossero conosciute e delle loro mille avventure finite in quel posto. Felipe ascoltò con attenzione tutti i particolari, mostrandosi molto interessato ma anche impaziente di raccontare anche lui un po’ della sua vita e dei suoi viaggi ma soprattutto del perché fosse tanto lontano da casa. Felipe era nato in Argentina, in una fogna puzzolente, con topi arroganti e prepotenti; stufo di una vita di soprusi e angherie aveva deciso di andare via dalla sua terra Incontri speciali… natia benché la amasse moltissimo. Il topolino raccontò dei suoi viaggi e anche di come, nascosto in un baule, era arrivato nella soffitta dell’atelier: pulito, profumato ed elegante, un posto dove lui aveva sempre sognato di abitare, solo che soffriva moltissimo la solitudine… non gli era mai piaciuto star solo: voleva condividere avventure e giochi ma lì non c’era nessuno con cui parlare! «Felipe è dolce e gentile; ama solo le buone maniere!» concluse sorridente ma con le lacrime agli occhi pieni di felicità «Felipe è mucho feliz… adesso che ci siete voi!» «Very nice!» disse Pink, poi, a bassa voce, rivolgendosi a Chiara: «Felipe è proprio un topino grazioso vero? Vero Bigia? Bigia, Bigia… mi sembri preoccupata» continuò bisbigliando «È perché hai capito che qui non troveremo nulla da mangiare?» Felipe capì ciò che Pink aveva chiesto all’amica, la guardò e disse: «Tranquille! Vi aiuterò io! Raggiungeremo una sala qui vicino: è l’Ecole de Danse de l’Opera de Paris. Lì c’è una grande cucina: vi farò conoscere il mio amico Gustavo, che sicuramente saprà aiutarvi. Ed ora su, vi do un passaggio» disse Felipe abbassandosi. Capitolo quinto 45 46 Le tre pulci con un balzo si aggrapparono alle orecchie dell’amico che, in un battibaleno, le portò alla scuola di danza dove c’era Gustavo, un barboncino tutto bianco e… profumatissimo! Bigia pensò: “Come potrà aiutarci? E poi, questo profumo mi fa venire il mal di testa…!” Felipe raccontò a Gustavo le avventure delle tre amiche, mentre mangiucchiava un pezzo di formaggio che il cagnolino gli aveva procurato. «Non lontano da qui è arrivato un circo. Sicuramente in quel posto troverete ciò che può servirvi!» disse Gustavo. «Qui non riuscireste proprio a sopravvivere! Anche perché io non vi ospito certo tra i miei candidi riccioli!» «Almeno puoi accompagnarci?» chiesero in coro le tre pulci. Gustavo ci pensò un po’su poi, mosso a pietà dagli sguardi dolci e disperati di quei piccoli insetti, disse: «Mais oui, salite a bordo, vi accompagno io… vous etes très sympathiques e poi siete amiche di Felipe e se proprio avete fame, succhiate un po’del mio sangue… ma poco poco… altrimenti mi viene da grattarmi!» Le pulci salutarono il loro amico Felipe e, con un balzo, Incontri speciali… raggiunsero la schiena di Gustavo... già veniva loro l’acquolina in bocca per lo spuntino che avrebbero fatto. Trotterellando, Gustavo raggiunse presto il “boulevard” e si avviò verso il circo. Era già sera e le pulci videro avvicinarsi tante luci colorate che rischiaravano il blu del cielo con disegni e scie brillanti. A un tratto Bigia, Chiara e Pink videro un grande tendone a strisce rosse, bianche e blu. Sopra vi erano tante bandiere arcobaleno e una grande scritta tutta illuminata su cui si leggeva a caratteri cubitali: CIRCUS. All’ingresso vi era una fila enorme di bambini, mamme, papà e anche nonni, tutti richiamati da un grosso signore con una lunga giacca nera con bottoni rossi e un gran cilindro sulla testa. Ai lati della fila c’erano buffi signori con le facce colorate che sparavano in aria coriandoli e stelline multicolori. Si sentivano suoni e rumori di tutti i tipi: il vocio delle persone, urla, applausi e risate, ma anche il ruggito del leone, il nitrito del cavallo, il barrito dell’elefante, il farfuglio delle scimmie… e poi, tanta musica allegra, che faceva venire voglia di marciare e ballare! Capitolo quinto 47 Subito Gustavo, che era pur sempre il cane di una ballerina, cambiò il suo passo: cominciò a saltellare e a piroettare così tanto che Bigia, Chiara e Pink fecero fatica a mantenersi ancora strette ai suoi riccioli. «Tenetevi forte mademoiselles! Non riesco proprio a fermarmi!» gridò Gustavo. Man mano che si avvicinavano al tendone, il nasino delle pulci cominciò ad attivarsi. «Uhmm! Sangue di ippopotamo…!» disse Chiara. «Uhmm! Sangue di “ lion and tiger”!» continuò Pink. «Uhmm! Sangue di scimmie, scimmie, scimmieeeee!» esultò Bigia. «Gustavo, presto! Portaci all’ingresso!» gridarono insieme. Gustavo accelerò il passo e fece scendere le pulci vicino a un’entrata laterale del tendone, poi le salutò. «Adieu, mademoiselles… e state attente a non farvi schiacciare!» «Addio, amico caro! Thank you very much! Staremo molto, molto attente!» 48 Incontri speciali… CAPITOLO SESTO Gli amici del Circus Le tre amiche entrarono e si trovarono sotto gli spalti, in mezzo alla polvere e a una serie di rifiuti di ogni genere: pacchi vuoti di patatine, lattine, sacchetti, cannucce, briciole, bicchieri di carta ecc. all’opposto del profumatissimo e pulitissimo atelier. L’odore che si sentiva in giro era tutt’altro che gradevole. «Che buio qui sotto!» disse Chiara «Who has turned off the light?» urlò Pink. «Spostiamoci di qui. Laggiù c’è più luce» disse Bigia. «Sì dai, anche perché qui sotto c’è un sacco di robaccia» ribatté Chiara. Con qualche salto e facendo attenzione ai piedi della gente, le tre amiche raggiunsero il palco cercando di sistemarsi in un angolino più tranquillo. «Pssss, pssss… ehi, voi, laggiù!» bisbigliò una voce nel buio. Bigia, Chiara e Pink si girarono e si guardarono intorno, ma non videro nessuno. Capitolo sesto 49 50 «Ehi voi, mi vedete? Sono quaggiù!» continuò insistentemente la voce misteriosa. Di nuovo le pulci si guardarono intorno: a una prima occhiata ancora niente poi, in lontananza, si accorsero di qualcosa che saltellava a più non posso per farsi vedere. Era una pulce! «Eccola!» esclamò Chiara. «Andiamo da lei» disse Bigia. «Chi siete? Non vi ho mai visto da queste parti…» disse la sconosciuta. «Noi siamo tre amiche: io sono Bigia, lei è Chiara e lei è Pink» rispose subito Bigia che amava da sempre fare le presentazioni. «Piacere, io sono Patrick. Cosa ci fate qui?» chiese incuriosito. Bigia raccontò tutte le avventure vissute fino a quel momento, spiegò che erano partite alla ricerca di un mercato delle pulci e disse anche che Gustavo le aveva accompagnate lì perché trovassero da mangiare. «Siamo affamatissime!» concluse Bigia «At what time do you have dinner?» continuò Pink che non Gli amici del Circus ci vedeva più dalla fame. «Seguitemi, vi porterò dove ci sono tutti gli animali del circo e di sicuro qualcuno si farà punzecchiare e potrete succhiare un po’ di sangue» continuò Patrick. Risollevate e affamate più che mai, le tre pulci seguirono Patrick che le condusse sul retro del circo e le portò alle gabbie dei suoi amici animali. Insieme alle scimmie, ai leoni, agli elefanti, c’erano anche animali che venivano dall’Est Europa. Patrick spiegò che il circo veniva dalla Russia, ma c’erano anche artisti e animali provenienti dalla Polonia, dalla Slovacchia, dalla Romania e dall’Ucraina. «Io stesso sono nato in Romania. Questa è Katrina, viene dalla Russia. È bravissima a giocare con la palla» continuò Patrick presentando una grossa foca nera del Baijkal. «Привет девочки, приятно встретиться с вами» disse la foca con uno strano accento. Le tre amiche guardarono Patrick con aria perplessa: di certo non avevano capito una parola! «Ha detto: “Ciao ragazze, piacere di conoscervi”». «Ciao Katrina, piacere nostro!» risposero le due pulci in Capitolo sesto 51 52 coro, come loro solito. «Nice to meet you» continuò Pink. Poi Patrick, che voleva continuare a vantarsi d’esser “pulce di mondo”, le portò da un grosso orso bruno che veniva dalla Polonia. «Lui è il mio amico Gabriel: sa andare sul monociclo. Se glielo chiedete con garbo son sicuro che vi farà succhiare il suo sangue» disse Patrick. «Niektóre dziewczyny, można użyć bezpiecznie. Jedz, co chcesz, jak również» disse l’orso. «Che cosa ha detto?» chiese Chiara. «Ha detto: “Certo ragazze, potete servirvi tranquillamente. Mangiate pure quanto volete”». «Grazieeeee!» urlarono in coro le tre pulci. «Ahhhh! Finalmente! Da quanto tempo non facevamo una bella scorpacciata!» disse soddisfatta Bigia. «E ora potrò portarvi a conoscere gli altri animali del circo, andiamo» disse Patrick. Le pulci si trovarono di fronte a una grossa gabbia in cui dormiva beata un’enorme tigre bianca. Tutto di Gli amici del Circus lei era magnifico e le pulci erano rimaste senza fiato a guardare quell’animale così bello e grande! La tigre si stiracchiò allungando le enormi zampe e mostrando gli artigli. Poi sbadigliò spalancando la bocca e mostrando la spettacolare dentatura. Intanto le povere pulci erano svenute dalla paura e Patrick dovette soccorrerle e rassicurarle. «Pia... pia... piacere di co... co... conoscerti» dissero tremando, ancora in preda alla paura. «Milka è nata in Slovacchia, ma i suoi genitori vivevano in Siberia, una regione freddissima della Russia. Lei è bravissima a saltare nel cerchio infuocato» spiegò Patrick. Milka, che invitò le pulci a fermarsi da lei per la notte, riferì loro che l’indomani il circo sarebbe ripartito e avrebbero dovuto scegliere cosa fare. «Il circo sta per partire, siamo diretti in Spagna. Voi cosa farete?» chiese Patrick, il mattino seguente. «A dire il vero non ci abbiamo ancora pensato» disse Bigia. «Allora perché non vi unite a noi? Io so che a Barcellona e a Valencia ci sono dei mercati delle pulci anche piuttosto Capitolo sesto 53 grandi. A Madrid c’è el Rastro, un mercato delle pulci che si svolge ogni domenica. Forse lì potrete trovare altre amiche e conoscere altre pulci avventuriere come voi!» «Mi sembra una buona idea; che dite, amiche, andiamo?» chiese Bigia. «Sìììì! Si riparte!» risposero tutte entusiaste. 54 Gli amici del Circus CAPITOLO SETTIMO Arrivo in Spagna Il viaggio in nave fu talmente lungo da sembrare interminabile: il mare mosso e un sole caldo e soffocante non diedero tregua alle tre piccole pulcette che per tutto il tempo si sentirono sottosopra. «Quando abbiamo detto di sì a questo viaggio, mai avremmo pensato di trovarci in simili condizioni!» disse Bigia rivolgendosi alle amiche. «A chi lo dici! Mi sento così…» continuò Pink. «Male…» la interruppe Chiara «Su, dai, che cosa vuoi che sia per delle pulci avventurose come voi, qualche onda e un po’ di sole» disse Patrick. «E tu questo lo chiami un po’ di sole? Io mi sto arrostendo!» rispose Bigia infastidita, poi, continuando «Fortunatamente il cibo non ci manca… i tuoi amici sono molto generosi ad offrirci a turno un po’ del loro sangue!» «Dai, tra non molto saremo arrivati, vedrete che ne sarà valsa la pena, la Spagna è bellissima!» disse Patrick. Capitolo settimo 55 56 Così arrivarono al porto di Barcellona e poi dritti in camion a Madrid. Il circo fu montato vicino alla Plaza de Toros. «Come mai montate il circo proprio vicino a un’arena?» chiese curiosa Pink. «Ogni domenica l’arena si riempie di gente per assistere alle corride, e la sera le persone possono continuare a intrattenersi ad assistere allo spettacolo offerto dal circo, per cui è una scelta intelligente o no?» rispose Patrick col fare di uno che la sa lunga sugli affari. Le quattro pulci erano rimaste completamente affascinate da Madrid e cercando di saperne di più sul posto, conobbero un vecchio ragno messicano, di nome Andrés, che aveva assistito a molte corride. «Andale, andale… vamos a ver la corrida, muchachitas...» urlava il ragno. «Allora, vuoi dire che nelle corride alla fine dello spettacolo il toro muore?» chiese Bigia ad Andrés che aveva spiegato alle tre pulcette in che cosa consistesse una corrida. «E la gente si diverte a veder morire un toro?» continuò Arrivo in Spagna Chiara con aria disgustata. «C’è molto sangue da succhiare, care amiche pulcette…» disse Andrés, «dovreste esserne contente!» «Brrrr, la cosa mi fa venire i brividi, che brutto è il sangue dei tori uccisi, a noi non piace, non piacciono i tori uccisi, succhiare un pochino sì…, ma mai uccidere». «Andrès, abbiamo deciso, dobbiamo provare a salvare un toro!» disse Bigia, convinta ed eccitata per la nuova avventura che si stava preparando a vivere. «E come pensate di fare voi tre piccole pulci?» chiese Andrés incredulo. «Semplicissimo, ora ti spiego il nostro piano, ma tu, ovviamente, dovrai darci una mano!» rispose Bigia. «Finirete per mettermi nei pasticci… lo so… ma in fondo neppure a me è mai piaciuto che i tori fossero uccisi solo per far divertire un pubblico di umani insensibili e crudeli» rispose Andrés. «Ascolta come faremo: ci nasconderemo sulla tua schiena e quatti quatti arriveremo negli spogliatoi dei toreri. Lì, a turno, ci infileremo tra le vesti dei matadores e quando Capitolo settimo 57 58 ciascuno di essi sarà nell’arena noi cominceremo a pungerli» spiegò dettagliatamente Bigia. «Il matador disperato dal prurito sarà costretto ad abbandonare l’arena scappando velocemente negli spogliatoi, prima che il toro lo prenda a cornate» continuò Pink. «Credo sia un piano eccezionale! Evviva! Il toro sarà libero grazie a voi quattro coraggiose pulcette» disse Andrés, tutto contento. Detto fatto le quattro intrepide, grazie al loro coraggio, riuscirono a liberare il toro il quale, venuto a conoscenza dell’atto meraviglioso compiuto dalle pulci, decise di ringraziare le pulcette offrendo loro tanto buon sangue: il miglior antidoto al velenoso sangue umano che loro avevano succhiato per salvarlo. Mentre felicemente succhiavano, disintossicandosi, il toro fu riportato nuovamente nel campo, dove lui aveva felicemente vissuto con le sue amiche vacche. Lungo il viaggio si raccontarono le loro storie di vita diventando alla fine grandi amici. «Mie care, la mia storia finisce qui, finalmente grazie a voi Arrivo in Spagna sono nuovamente a casa a godermi i miei pascoli… non vi dimenticherò mai!» salutò tristemente il toro. Bigia, Chiara e Pink, rimaste sul camion, ritornarono indietro nascoste nella tasca dell’autista diretto al Rastro, il mercato delle pulci di Madrid, come gli aveva spiegato il loro amico toro. “Chissà” pensarono “forse lì in quel mercato avrebbero trovato quello di cui da qualche tempo erano in cerca: un mondo di pulci rispettate e onorate”. Appena parcheggiato il camion, l’autista si avviò verso la prima bancarella; le tre pulci facevano capolino dalla tasca per guardarsi un po’ intorno: «WOW! Ma é enorme!» gridarono le tre pulci in coro. Alla prima bancarella, piena di giacconi, saltarono via dalla tasca del conducente per entrare in quella di una giacca in vendita. All’interno dell’enorme tasca trovano una scatoletta semi aperta piena di altre amiche pulci. “Evviva!” pensarono “finalmente delle nuove amiche”. Non fecero neppure in tempo a finire le presentazioni Capitolo settimo 59 che la giacca in cui erano ospiti iniziò a muoversi: un vecchio signore l’aveva indossata e acquistata e ora si dirigeva verso casa. L’uomo, rovistando nella tasca, trovò la scatoletta nella quale le pulci si erano ben nascoste; preso dalla curiosità, subito aprì lo strano cofanetto e, sedendosi alla scrivania con una gran lente d’ingrandimento, riuscì a vedere chiaramente tutte le pulci. Mentre le altre erano tutte impaurite Bigia gli elargì un grosso sorriso che l’uomo ricambiò subito: era un uomo buono e molto solo, si chiamava Jack, veniva da New York ed era un detective dei servizi segreti in missione speciale: stava risolvendo un caso misterioso d’importanza internazionale… magari le pulci avrebbero potuto aiutarlo! 60 Arrivo in Spagna CAPITOLO OTTAVO L’unione fa la forza Le pulci, rassicurate dagli occhi dolci e dai modi garbati dell’uomo, schizzarono dalla scatolina, si accomodarono sul divano vicino a Jack e gli raccontarono le loro avventure e altrettanto fece lui. «Da New York... a Madrid?» disse Bigia. «Missione speciale?» continuò Chiara. «Caso misterioso d’importanza internazionale?» disse Pink sbalordito. «Su, su, raccontate! Siamo curiose di ascoltare la vostra storia!» dissero entusiaste tutte le pulci. Jack continuò «Sto indagando su un misterioso intrigo internazionale». «Su, dai… racconta, non tenerci con la suspense» affermò Chiara. «Ebbene, degli uomini malvagi, disposti a tutto per dominare il mondo, stanno sequestrando uno a uno i capi dei Paesi più potenti e…» disse Jack. Capitolo ottavo 61 62 «E… E...» chiesero le pulci, impazienti di scoprire quale caso stava seguendo il detective. «E minacciano di sganciare una bomba atomica se non ottengono le ricchezze dell’intero pianeta. E...». «E se nessuno li fermerà, sarà la fine!» disse rammaricato il detective. «La fine?» chiesero spaventate le pulci. «Calma, calma! Riflettiamo!» disse Bigia alle amiche per tranquillizzarle. «E dove sono questi uomini così crudeli? Se mi capitano a tiro, io... io...» esplose Pink. Jack proseguì il suo racconto sconsolato: «Il loro covo è in una villa isolata e protetta da mura spesse, altissime e percorse da fili elettrici. È sorvegliata da telecamere e sentinelle armate fino ai denti. Nessuno si può avvicinare senza essere visti». «Nessuno, nessuno?» chiese Chiara «Nessun uomo! Noi siamo pulci...» rifletté Pink «Sì e nessuno di noi ha paura di questi malviventi, vero amici?» affermò Bigia. L’unione fa la forza «Beh… proprio nessuno… diciamo quasi nessuno!» affermò, tremolando dalla paura, Chiara. L’intrepida Bigia si rivolse alle amiche: «Se non interveniamo al più presto, anche la nostra specie sarà in pericolo!» «Siete solo delle piccole pulci!» disse Jack scuotendo la testa. «Siamo pulci, però siamo tante e tutte insieme potremo sconfiggere la malvagità» rispose Bigia con coraggio. «Andiamo, allora! Non c’è tempo da perdere!» disse Jack. Arrivati a destinazione, il detective indicò la villa dicendo: «Guardate! È davvero impossibile avvicinarsi, entrare e liberare gli ostaggi». «Non per noi!» risposero con entusiasmo le pulci. «Ce la faremo! Volere è potere!» esclamò con fervore Bigia. Il detective con ammirazione esclamò: «You are very strong!» «United we stand divided we fall!» risposero le pulci in coro. Le pulci ebbero un’idea geniale: avrebbero indossato un microchip, si sarebbero rimesse nella scatolina così che Jack avrebbe potuto lanciarle oltre le mura. Una volta dentro avrebbero raggiunto posti strategici da dove Jack avrebbe potuto ascoltare le informazioni per chiedere Capitolo ottavo 63 64 rinforzi ed entrare in azione contro i malviventi. Il lancio riuscì alla perfezione ma, di là dai muri di cinta sbucò all’improvviso un grosso e minaccioso cane nero che ringhiava mostrando i suoi lunghi denti aguzzi. Le pulci già si vedevano spiaccicate al suolo dalle possenti zampe del cane. Bigia, allora, raccolse tutto il suo coraggio e con voce tremolante si rivolse al cane: «Le nostre intenzioni non sono cattive. Se siamo qui, è per salvare il mondo. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto di vivere in pace». Pink e Chiara, nonostante la paura, intervennero dicendo: «È così! Tu sei solo un povero animale caduto nelle mani di uomini crudeli e avidi». A quelle parole il cane inaspettatamente scoppiò a piangere, disse di chiamarsi Furia e raccontò che, dopo essere stato separato dalla mamma, lo avevano maltrattato per addestrarlo a odiare e ad ammazzare qualsiasi essere vivente. Il suo sogno, invece, era scorrazzare libero nei prati, incontrare tanti amici ma soprattutto riunirsi alla sua famiglia! L’unione fa la forza «Voi, con i vostri discorsi e soprattutto col vostro coraggio, mi fate ancora sperare in un mondo migliore e per questo vi aiuterò!» «Allora facci salire sul tuo dorso e ti spiegheremo il nostro piano!» gli disse Bigia. «Sì, certo!» disse Furia «Fate presto, prima che vi vedano! Saltate e mimetizzatevi tra il mio pelo nero. Gli uomini odiano le pulci, le considerano solo dei parassiti disgustosi, esseri da eliminare… ehm… anzi, da sterminare!» «Non è colpa nostra se siamo un po’ fastidiose quando pungiamo per alimentarci» replicò Chiara. «It‘s true!» continuò Pink «È la natura che ha voluto che dovessimo nutrirci del sangue di altre creature!» «Noi, però, non ammazziamo mai» dissero in coro «non siamo crudeli e non sprechiamo il cibo!» «Succhiamo dall’animale ospite solo la quantità giusta per sopravvivere» aggiunse Pink. «Succhiamo a sazietà ma senza gonfiarci… eppure dobbiamo stare attente alle unghie degli animali che non gradiscono le nostre punturine!» continuò Chiara. Capitolo ottavo 65 66 «La nostra vita non è bella e facile come sembra!» dissero in coro. «E pensare che io disprezzavo le pulci!» disse Furia «Quando qualcuna osava pungermi, subito mi grattavo per scrollarmela di dosso. I miei padroni spruzzavano lo spray antipulci e io ero felicissimo di vederle stecchite». «Oh, che fine orribile!» disse Pink raccapricciata. «Adesso che conosco il vero mondo pulcesco» ripeté Furia «vi offro con piacere il mio sangue così potrete affrontare con maggiore vigore la battaglia». «Evviva, finalmente qualcuno non odia più la nostra specie!» esultò Bigia. «Forza! Non perdiamo tempo» disse Furia «illustratemi il vostro piano». «Quando i tuoi padroni ti porteranno a controllare i presidenti prigionieri» disse Bigia abbassando il tono di voce quasi come se temesse d’esser spiata «tu ringhia, avventati contro di loro, mostra i tuoi denti aguzzi». «Ma i poveretti moriranno di paura!» disse Pink. «Ma no, la finzione durerà poco: salteremo velocemente sui presidenti» rispose Bigia con rassicurante prontezza. L’unione fa la forza «HI-HI-HI! Che ridere!» disse ridacchiando Pink «Quei delinquenti dei tuoi padroni saranno anche orgogliosi di te e saranno molto soddisfatti del terrore che incuti agli ostaggi». «Zitte, ferme!» disse Furia improvvisamente «Arrivano i miei padroni». Bigia rivolta alle pulci raccomandò a tutte: «Stiamo attente a non farci beccare! Dobbiamo osservare la posizione di stanze, corridoi, passaggi segreti, sotterranei, dobbiamo spiare tutte le mosse di questi malviventi, capire dove sono i prigionieri e dove custodiscono la micidiale bomba atomica. I nostri microchip invieranno le informazioni a Jack che, aiutato dagli altri agenti dei servizi segreti, potrà sventare il piano di quei criminali». Chiara, fattasi coraggio, disse «Siamo pronte, vero?» Le pulci e Furia, in coro: «Insieme ce la faremo!» Capitolo ottavo 67 CAPITOLO NONO Mission impossible Bigia, Chiara e Pink, insieme al loro esercito di amiche pulci, immobili e ben mimetizzate nel folto e nero pelo di Furia, erano pronte per la missione più importante, speciale e pericolosa della loro vita. Pink sentiva i passi dei padroni di Furia avvicinarsi sempre di più e il suo cuore batteva all’impazzata per la paura. «Sta… sta… stanno… arrivando» balbettò Pink. «Stai tranquillo…!» lo rassicurò Bigia e, mentre gli stringeva la zampetta per calmarlo, uno dei cinque uomini ordinò: «Come on, Furia! Let’s go!» Ogni giorno andavano a prendere Furia per portarlo con loro quando portavano il pasto ai presidenti. Erano armati, molto alti e robusti e le loro facce non promettevano niente di buono: uno di loro aveva capelli lunghi raccolti in un codino, il viso squadrato pieno di lentiggini e un grosso neo nero vicino al naso dalle narici allargate. Furia obbedì all’ordine e li seguì e insieme passarono Capitolo nono 69 70 attraverso una parete mobile. «Ooohhhh! Cosa… cosa… ma siamo passati attraverso il muro!» esclamò a voce alta Chiara. «Zitta! Ci scopriranno!» la rimproverò Bigia. Arrivarono, così, in un lungo corridoio con le pareti grigie e tantissime porte dai vetri trasparenti e, fuori a ognuna di esse, c’era un uomo armato. In fondo al corridoio c’era una stanza con al centro una teca di cristallo a forma di piramide appoggiata su una colonna: dentro era custodita la micidiale bomba atomica. «Jack, Jack… mi senti? Abbiamo trovato la bomba! È qui!» sussurrò Bigia a Jack. «Bravissime! Ora cercate di farmi capire come è protetta» disse Jack. «La stanza è protetta da un sofisticato sistema di allarme laser» spiegò Bigia «e la teca da un altro allarme situato sotto il soffitto, che crea un cono intorno alla colonna che sorregge la teca». «Saltate qui» ordinò Bigia a un gruppo di pulci «e non perdete d’occhio la bomba! Informateci su tutto ciò che Mission impossible succede, ma state attente!» Le pulci eseguirono gli ordini: saltarono e cercarono di osservare tutto attentamente, trasmettendo le informazioni a Jack e a Bigia. Usciti dal corridoio, Furia e gli uomini scesero in un sotterraneo buio, dove c’erano delle celle. «They are here! They are here! Presidents! Presidents!» esultò Pink, dimenticando per un attimo la sua paura. Furia, allora, per attuare il loro piano, cominciò subito a ringhiare ferocemente contro di loro, correndo da una cella all’altra. «Ora… su… saltate nelle celle… su… forza…» suggeriva, continuando a ringhiare e saltellare da una cella all’altra. Le pulci, man mano, si lanciarono nelle celle e saltarono sui presidenti senza essere notate. Bigia saltò nella cella numero tre, dove c’era il presidente degli Stati Uniti d’America. «Ci sono tante telecamere e un uomo armato fino ai denti» disse Bigia a Jack. Chiara saltò nella cella numero cinque, dove c’era il Capitolo nono 71 72 presidente della Russia. «Qui c’è una quardia e una sola telecamera» disse a Jack. Pink saltò nella cella numero dieci, dove c’era il presidente dell’Italia, Mattarella. «Qui c’è una cassaforte piena di armi e soldi e c’è anche un passaggio segreto, ma non riesco a vedere dove porta» informò Pink tremolante. Intanto una delle pulci, che stava di guardia alla bomba, fu incuriosita da tutti i pulsanti e dalle luci che la circondavano e si allontanò dal gruppo per guardare più da vicino. Sembravano quelli dei videogame di Alessia, la padroncina del cane che l’aveva ospitata per lungo tempo. Un minuto, solo un minuto, e sarebbe ritornata dalle amiche. Doveva, voleva a tutti i costi vedere da vicino soprattutto lo strano pulsante che lampeggiava al centro della piramide. La pulcetta riuscì a infilarsi nella teca attraverso la serratura, senza che l’allarme si attivasse. Ce l’aveva fatta, un ultimo sforzo, un salto magistrale alla Bigia, e sarebbe arrivata al pulsante. Saltò, ma… OPS… atterrò cadendo dritta sul pulsante. Mission impossible TIC… TIC… TIC… cominciò a sentirsi un ticchettio e, all’improvviso, si spensero le luci. La pulcetta, spaventata, tornò dalle amiche che le chiesero in coro: «Dov’eri finita? Non ti trovavamo più! Dev’essere successo qualcosa! Tu non hai notato niente di strano?» Sentendosi in colpa, la pulcetta scoppiò a piangere e confessò: «Perdonatemi! Sono stata io! Con tutte quelle luci e quei pulsanti mi sembrava di essere ritornata a casa. La mia curiosità mi mette sempre nei guai». E così, ancora in lacrime, raccontò la sua storia. «Mi chiamo Lilly e vengo dall’ Italia. Vivevo ospite di una cagnetta vivace e giocherellona. Quando lei giocava con la sua padroncina, io curiosavo tra i videogame di Alessia. Poi siamo venuti a Madrid per le vacanze di Natale e al Rastro sono saltata su una bancarella per curiosare un po’. Così mi sono persa e sono finita nella giacca che ha comprato Jack» concluse Lilly. «Cosa ho combinato questa volta?» aggiunse singhiozzando. «Ha attivato la bomba! Ha attivato la booombaaa!» urlò Furia che era andato a controllare cosa fosse successo. Capitolo nono 73 74 «Questa volta l’hai fatta grossa Lilly, dobbiamo avvisare subito Bigia: lei saprà sicuramente cosa fare» dissero le pulci. « Cosaaa? Devo avvisare subito Jack…» disse allarmata Bigia «potrebbe succedere una catastrofe. Jack? Jack…? Mi senti...? Sono Bigia». Bigia non ebbe risposta, allora saltò su Furia e corsero alla bomba. Mancavano pochi secondi e questa volta la pulce temeraria e volitiva aveva veramente paura. «Bigia. Dove sei?» una voce la chiamò. «Qui Jack! Finalmente… qui… sotto la bomba… ci sono due fili colorati». Jack tagliò con grande precisione il filo blu e il ticchettio cessò. Bigia tirò un sospiro di sollievo e saltò da Jack. Nel frattempo i malviventi cercarono di fuggire, ma furono bloccati da Furia e dagli uomini di Jack. «Bigia, siete state fantastiche. Senza il vostro aiuto non ce l’avremmo fatta» le ringraziò Jack. «L’uomo col codino ha confessato. Il loro capo, un uomo molto ricco e avido di potere, si nasconde nel deserto del Sahara. Che ne direste di venire con me?» chiese Jack. «Wow! Ragazzi si riparte!» esultò Bigia. Mission impossible CAPITOLO DECIMO Missione Sahara «Siete stati straordinari!» disse il presidente Mattarella a nome di tutti «Se non fosse stato per il vostro coraggio chissà cosa sarebbe accaduto!» «Abbiamo a che fare con un vero criminale, Signor Presidente, ma ora dobbiamo fare in modo che non scappi: dobbiamo fermarlo!» riprese Jack «Parteciperemo tutti alla sua cattura per prenderlo vivo» commentò Bigia. «Allora superdective: tutti ai vostri posti e pronti a partire per la missione Sahara!» ordinò il presidente. «Vi forniremo mezzi ed equipaggiamento e le pulci avranno la licenza di pungere e succhiare a volontà gli animali in terra d’Africa. Buon viaggio!» Bigia e le sue amiche avevano fatto moltissimi viaggi, ma questa volta era diverso, lo facevano per aiutare il mondo intero. «Bisogna partire, ogni minuto è prezioso: la missione Sahara potrebbe fallire» disse Jack alla squadra pulcesca, Capitolo decimo 75 76 detta S.P.A.S.S. (Squadra- Pulci- Agenti- Segreti- Speciali). «Perfetto!» disse Bigia «Prepariamoci immediatamente!» «Vorrei che anche Furia fosse dei nostri» disse Bigia. «Certo che Furia è dei nostri! Ci ha salvati tutti!» rispose Jack sorridendole. Bigia e le pulci fecero balzi di gioia; insieme a Furia e a Jack, senza farselo ripetere una seconda volta, raggiunsero un jet privato pronto a decollare verso il Nord Africa. Durante tutto il viaggio le pulcette non smisero mai di parlare e di fare domande a Jack che era seduto accanto al pilota. «Io non ho la più vaga idea di dove si possa trovare il deserto del Sahara» esclamò Lilly. Jack con un atlante sulle ginocchia indicò il continente africano e il Sahara: il deserto più vasto e il più arido e soleggiato del mondo con dune sabbiose in movimento, pianure pietrose, altopiani rocciosi, montagne e oasi. Il pilota riferì a Jack di essere arrivati e di prepararsi per un atterraggio d’emergenza, a causa di una pericolosa tempesta di sabbia. «Ho una cosa da dirvi…» disse Jack. «Di che si tratta?» dissero le pulci. Missione Sahara «Dobbiamo lanciarci giù subito, atterreremo su un morbido tappeto di sabbia calda». «Questa è una follia! Io ho paura, non voglio lanciarmi dall’aereo. No! Mi rifiuto, non posso farcela!» disse Chiara con il solito piagnucolio. «You are very fearful!» disse Pink «We are stronger if we are together! » «Smettila!» gridarono tutti. «Non possiamo perdere tempo con queste sciocchezze» esclamò Bigia. Bigia, Chiara, Pink e Lilly, scattanti come molle, si lanciarono in volo con gli ombrellini da cocktail. Jack e Furia fecero un salto nel vuoto e aprirono i loro paracadute. «Atterraggio riuscito per tutti!» disse Bigia. Chiara, appena mise le sei zampette sulla sabbia, svenne dalla paura. «Chiara! Mi senti? Sono Bigia!» urlò Bigia per cercare di rianimare l’amica. La pulcetta aprì gli occhi e si alzò; era sbalordita per la bellezza del paesaggio, incantata dalla sabbia dorata, stupefatta per il cielo incolore e limpido come un Capitolo decimo 77 78 cristallo. Il deserto era assolutamente silenzioso, la luce era abbagliante. Le pulci attente si guardarono attorno per orientarsi e videro avvicinarsi delle ombre come se fosse un miraggio. «Ehi Jack! Vengono verso di noi dei giganteschi animali e degli uomini con lunghe vesti blu che hanno il capo e il volto coperto da un lungo velo color indaco». «Piccole, non abbiate paura! Sono i nomadi del deserto» rispose Jack. Subito la curiosona Lilly si avvicinò agli animali chiedendo: «Chi siete? E perché avete quelle strane sporgenze sul dorso?» «Ciao, io sono Dario il dromedario, sul dorso ho una sola gobba e lui è il mio amico Lello il cammello che ha due gobbe ed è più snello. Nelle gobbe conserviamo cibo e acqua per sopravvivere senza bere e senza mangiare per diverse settimane, e grazie alla nostra resistenza ci siamo guadagnati il titolo di navi del deserto». Gli amici nomadi invitarono Jack, Furia e la squadra di pulci a riprendere con loro la marcia. Le pulci, stordite per la calura, succhiarono voracemente un po’ del fluido sangue dai dromedari e si ripresero. Missione Sahara Al tramonto arrivarono in una meravigliosa oasi con dei piccoli palmeti che circondavano un laghetto. «L’aria è più fresca qui, e tutto intorno regna la pace» disse Jack. Jack prese il necessario per montare una tenda e ripararsi dalla fredda notte del deserto. Un anziano nomade, Feleke, invitò tutti a bere del thè e a sedersi accanto al fuoco ad ammirare il cielo profondo, ricco di stelle. Feleke modulò la sua voce al ritmo del tamburo e Bigia chiese: «Cosa canti alla luna?» «Chiedo armonia e pace per il mondo intero» rispose Feleke. Bigia avvertì che qualcosa di speciale stava per accadere. Infatti, come per magia, comparve un piccolo fennec, che si fermò davanti a lei e disse. «Sono Hamed, il folletto del deserto; l’uomo che state cercando è nascosto nella Valle del Cobra, vi aiuterò a scovarlo usando il mio udito supersonico!» «Wow, so the dream is possible!» esclamò Pink. Il tempo quella notte sembrava che si fosse fermato… All’alba Hamed riapparve alla squadra di pulci in compagnia di tanti amici del deserto: serpenti, scorpioni, Capitolo decimo 79 80 fennec, topolini… e due simpatiche pulcette. «Bonjour! Je suis Alì et il est Babà, siamo fratelli gemelli e siamo pronti per questa missione, cattureremo con voi il cattivone! Nous, les habitans du désert, nous sommes habitués plus à donner qu’à recevoir». Le pulci saltarono sulla testa del topolino Trichy reggendosi alle sue grandi orecchie e, con un balzo da canguro, sparirono in una buca. Tutti gli animali, guidati da Hamed e Trichy, attraversarono velocemente segrete gallerie sotterranee e, in un batter d’occhio, giunsero al rifugio dove era nascosto l’uomo più avido e cattivo del mondo. Il bunker era sigillato, sorvegliato da tantissimi uomini e invisibile ai radar. L’intrepida Bigia aveva un piano, prese il comando e disse: «Insieme coglieremo di sorpresa quegli uomini cattivi e li costringeremo a uscire dal bunker!» Poi, definì le fasi di azione: «Trichy, tu con un grande balzo entrerai nell’impianto dell’aria condizionata del bunker, roderai il sistema di funzionamento e l’aria per un po’ non arriverà. Nel bunker farà tanto caldo e gli uomini di guardia saranno costretti ad aprire le porte e noi tutti Missione Sahara entreremo e li assalteremo di sorpresa». Il blitz organizzato da Bigia riuscì alla perfezione. Il capo e i suoi uomini fuggirono dal bunker per l’invasione dei numerosi animali velenosi. Furia e Jack, che avevano seguito l’operazione, avevano informato le forze speciali internazionali che catturarono il più grande criminale della storia, senza usare nessuna bomba, ma solo con la forza della perseveranza. «Missione compiuta!» urlò Bigia Tutti iniziarono ad abbracciarsi intonando le strofe di una canzone: «Essere insieme Essere Amici Essere sempre allegri e felici Se per la pace le forze noi uniamo Un mondo migliore noi costruiamo!» Bigia, felice, si fermò un attimo a riflettere, a ripensare a tutte le sue avventure; volse uno sguardo al cielo e disse: «Grazie mamma che hai sempre creduto in me! Avevi Capitolo decimo 81 ragione… Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti!» La notizia strepitosa della cattura dell’uomo ricercato si diffuse rapidamente e il mondo intero manifestò gratitudine a Bigia e ai suoi amici. Da quel giorno tutte le pulci del mondo furono trattate con rispetto, mentre le nostre intrepide erano già pronte a ripartire per nuove avventure. 82 Missione Sahara Il sogno fantasioso di Bigia Amici di viaggio L’isola magica La delusione di Bigia Incontri speciali… Gli amici del Circus Arrivo in Spagna L’unione fa la forza Mission impossible Missione Sahara APPENDICE 1. Il sogno fantasioso di Bigia Istituto Comprensivo “Casalini” San Marzano (SA) Scuola Primaria - classe III D Dirigente Scolastico Maria Teresa Alfonso Docente referente della Staffetta Gloria De Padova Docente responsabile dell’Azione Formativa Gloria De Padova Gli studenti/scrittori della classe III D Francesco Andrisano, Matteo Caiazzo, Gaia Casale, Rita Cicala, Niccolò Ciurlo,Francesco Corigliano, Ginevra Cotugno, Aurora De Cataldo, Giuseppe Demilio, Francesco De Padova, Riccardo Faiano, Giuseppe Felice, Gabriele Forleo, Riccardo Gallone, Alicia Giorgino, Andrea Lanzo, Francesco Leo, Francesca Moschella, Reuel Pisano, Ginevra Poli, Vito Rochira, Vito Antonio Sciurti, Alessia Todaro II disegno è stato realizzato da Alessia Todaro Hanno scritto dell’esperienza: “.. . Abbiamo scritto insieme il primo capitolo e non vediamo l’ora di leggere il seguito scritto dagli alunni di un’altra scuola”. “La storia l’abbiamo costruita insieme, passo dopo passo, con l’uso della lavagna interattiva.” “ Insieme abbiamo scritto il primo capitolo. I pensieri dovevano essere divertenti, in caso contrario li abbiamo scartati”. “Anche per il titolo abbiamo usato lo stesso metodo, poi abbiamo scelto il titolo più votato.” “Secondo noi il capitolo non è noioso”. APPENDICE 2. Amici di viaggio Direzione Didattica Coppino plesso Falletti Torino - classe III A Dirigente Scolastico Claudia Enrico Docente referente della Staffetta Ermelinda Garofano Docenti responsabili dell’Azione Formativa Marisa De Lucia, Silvia Piovano Gli studenti/scrittori della classe III A Rebecca Alessio, Paolo Amedei, Giulia Casali, Daniele Cheptene, Federico Di Francia, Davide Fabbo, Andrea Ferro Chiara, Manuela Fontana, Annalisa Furfari, Francesco Guglielmi, Luca Valentin Maftean, Stella Marku, Cristian Roberto Miano, Giorgia Pecchio, Bianca Maria Pozzobon, Alberto Rotondaro, Francesco Rubini, Filippo Sacco, Youness Sakhaoui, Francesco Spirito, Matteo Stra, Emanuele Toye, Margherita Vaccarino II disegno è stato realizzato da Giulia Casali Hanno scritto dell’esperienza: “.. . È divertente immaginare che i nostri personaggi possano vivere avventure da favola”. APPENDICE 3. L’isola magica Istituto Comprensivo di Madrid – classe II B Dirigente Scolastico Cosimo Guarino Docente referente della Staffetta Marco Madaro Docente responsabile dell’Azione Formativa Rosaria Re Gli studenti/scrittori della classe II B Irene Anton Polanti, Saverio Chippalone, Amalia Diaz-Mauriño Perez, Samuel Fernandez Folgado, Maria Gabriela Ferulli Otero, Lucia Foschini, Alberto Giancane Pablos, Alejandra Hernandez Molins, Adriana Lera Campagna, Rodrigo Lopez Quaia, Amaia Martinez Iasci, Bruno Masi Robledo, Francesca Mora, Martin Panisello, Martina Perez-Ilzarbe Ortiz, Lorenzo Piccioni Frias, Camilla Rinetti, Chiara Scotti, Caterina Tombesi Gonzalez, Irene Zangrando II disegno è stato realizzato da: Lorenzo Piccioni Frias, Bruno Masi Robledo, Irene Anton Polanti, Alejandra Hernandez Molins, Amaia Martinez Iasci, Francesca Mora, Chiara Scotti, Camilla Rinetti, Martina Perez-Ilzarbe Ortiz, Amalia Diaz-Mauriño Perez Hanno scritto dell’esperienza: “...È stata un’esperienza difficile, però molto interssante, perchè è stata un’attività nuova e divertente. Abbiamo trovato insieme le idee per costruire la trama del capitolo cosa che, all’inizio, sembrava così facile ma che poi, invece, è diventata piuttosto complicata perché, facilmente, ci perdevamo nei particolari, trascurando la struttura del capitolo. Abbiamo così capito che, quando si costruisce una storia, prima si deve pensare a creare le sequenze della vicenda come traccia di lavoro e solo dopo possiamo aggiungere tutti i particolari e arricchire la storia come vogliamo. È stato anche importante scrivere insieme perché abbiamo scoperto tanti nuovi meccanismi della lingua scritta e parlata e, soprattutto, la differenza tra parlare e scrivere”. APPENDICE 4. La delusione di Bigia Direzione Didattica II Circolo M. S. Severino (SA) plesso San Vincenzo - gruppo misto classi III B/C Dirigente Scolastico Laura Teodosio Docente referente della Staffetta Stefania Schiavi Docente responsabile dell’Azione Formativa Saverio Memoli Gli studenti/scrittori del gruppo misto classi III B/C Alfonso Zampoli, Amodio Carpentieri, Angela Avallone, Antonio Leone, Carlo De Leo, Francesca Scalero, Francesco Memoli, Francesco Pio Baldi, Giada Coppola, Giovanni Formisano, Ilaria Perozziello, Lucia Coppola, Ludovica Tortora, Marco Viviano, Maria Rosaria Sabrina Carratù, Mario Costabile, Miryam De Leo, Noemi Santoriello, Raffaele Della Corte, Rita Noschese,Saggese Alessio, Simona Salvati, Sofhie Albano, Stefano Palumbo, Vincenza Cesarano, Vittoria La Manna I disegni sono stati realizzati da Mario Costabile III C, Sabrina Carratù III B “...La staffetta mi è piaciuta moltissimo. Ci sono stati scherzi da non dimenticare per tutta la vita”. “La staffetta creativa è stata un’esperienza molto bella perché abbiamo collaborato tutti insieme per la realizzazione del racconto”. “Mi è piaciuto partecipare alla staffetta perché mi ha messo tanta allegria e poi perché ho imparato a inventare storie. È Fantastica”. “Lavorare a questa staffetta è stato meraviglioso perchè tutti abbiamo collaborato nella realizzazione dell’avventura di Bigia”. “Sono stato felice nello scrivere questa storia perchè ero spaventato in quanto timido ma ora mi sento tranquillo”. “Lavorare a questa storia mi è piaciuto moltissimo. Ho capito cosa significa essere veri amici” “Mi è piaciuto molto inventare dei twitter brevi. Pulce Bigia” “Questa esperienza è stata bellissima, ringrazio tutti ”. APPENDICE 5. Incontri speciali… Istituto Comprensivo II “Dati” Boscoreale (NA) plesso “Nicola De Prisco”- classi III A/B primaria Dirigente Scolastico Pasqualina Del Sorbo Docente referente della Staffetta Addolorata Aprea Docenti responsabili dell’Azione Formativa Maria Carmela Carillo, Maria Teresa Cirillo, Maria Antonietta D’Avino, Maria Francesca Izzo Gli studenti/scrittori della classi III A/B primaria Antonietta Aiello, Alessandro Aquino, Vincenzo Benefatto, Alessia Bifulco, Santolo Calvanese, Adriana Casciello, Arianna Casciello, Valentina Pia Cesarano, Vincenzo Chierchia, Vitale Ciotola, Salvatore Citarella, Antonio Colonna, Annarita Esposito, Carmen Galasso, Asia Longobardi, Alessandra Matrone, Alessia Mauriello, Maria Francesca Mihalache, Antonietta Montuori, Roberta Montuori, Mirko Nappa, Francesco Nastri, Vincenzo Pagano, Francesco Palumbo, Angela Pane, Luigi Perna, Mariarca Pinto, Salvatore Polise, Anna Raimo, Anna Rosmarino, Antonella Scarfati, Giusy Sorrentino, Flavia Verde, Daniele Ferdinando Vitiello II disegno è stato realizzato da tutta la classe Hanno scritto dell’esperienza: “...È la prima volta che i nostri alunni partecipano alla Staffetta di Scrittura Creativa e ne sono stati entusiasti. Dapprima hanno ascoltato la lettura dei capitoli precedenti, seguendo con interesse le vicissitudini della protagonista, comprendendo il suo desiderio di amicizia, cogliendone il coraggio, l’intraprendenza e la volontà; hanno poi elaborato semplici quadri di sintesi dei capitoli, soffermandosi, in particolare, sui luoghi (Parigi li ha affascinati!) che abbiamo prima immaginato e poi... approfondito con ricerche; divertiti dall’uso di diverse lingue, hanno voluto dare anche loro il contributo, inserendo nella storia un personaggio spagnolo. Giacché il gruppo era abbastanza numeroso, abbiamo deciso di fare una “staffetta nella staffetta”, per cui un primo gruppo ha iniziato il capitolo ed un secondo lo ha concluso. Insieme lo hanno rivisto, scelto il titolo e fatto i disegni. «Maestre, continuiamo!» questo il loro commento finale”. APPENDICE 6. Gli amici del Circus Istituto Comprensivo di Castellabate – classi I/III A Dirigente Scolastico Luisa Sicignano Docente referente della Staffetta Stefania Sarluca Docenti responsabili dell’Azione Formativa Stefania Sarluca, Maria Grazia Bernardo Gli studenti/scrittori della classi I/III A Mattia Giovanni Franciulli, Noemi Marino, Marco Maurano, Nicoletti Elvira, Romina Schiavo Francesca Spinelli, Sofia Spinelli, Melissa Trippa, Clara Cardullo, Armando Carpinelli, Christian Carpinelli, Chiara Franciulli, Veronica Gatto, Emanuele Guida, Claudio Simon Ionel, Angela Ippolito, Emilia Kristel Materazzi, Romina Nicoletti, Pasquale Piccirillo, Anna Nicole Russo, Simone Schiavo, Chiara Spinelli II disegno è stato realizzato dalla classe I A: Chiara Franciulli, Veronica Gatto Hanno scritto dell’esperienza: “...La partecipazione alla Staffetta è sempre un’emozione, un arricchimento e, in particolare quest’anno, un divertimento e un’occasione per fare nuove scoperte. I bambini della terza si sono prodigati in ricerche di notizie e di immagini relative al tema dell’incipit e agli spunti offerti dagli scrittori dei capitoli precedenti. Gli alunni della prima hanno atteso con ansia di sapere <come andava a finire per Bigia> e il momento per esprimere la loro arte nelle illustrazioni. Il gruppo è stato allargato dalle mamme di alcuni alunni, provenienti dai Paesi citati nel nostro racconto: sono state coinvolte nella traduzione di alcune frasi nella loro lingua madre. Ci scusiamo se la traduzione non è perfetta, soprattutto per il russo: l’alfabeto utilizzato non è lo stesso in uso da noi e non siamo riusciti a riportarne i caratteri, ma solo la pronuncia”. APPENDICE 7. Arrivo in Spagna Scuola Statale di Madrid – classe III B Dirigente Scolastico Cosimo Guarino Docente referente della Staffetta Marco Billa Docente responsabile dell’Azione Formativa Maurizio Sestieri Gli studenti/scrittori della classe III B Alfonso Paula, Andriani Luna, Anglano Claudia, Ayo Fernando, Beltrame Michele, Boschi Serena, Cassinelli Azzurra, Chiriatti Daniela, Colagreco Naira, Garcia Juan, Lopez Ernesto, Marafioti Sofia, Matteu Irene, Olivares Alessandra, Ortega Inés, Rey Davide, Salerno Marco, Sanchez Nicolás, Sanchez Daniel, Sinatti Diego, Val Bagli Stefano, Verdasco Leonardo, Villanueva Jaime, Vita Daniel, Yañez Martina II disegno è stato realizzato da tutta la classe Hanno scritto dell’esperienza: “...È stata un’esperienza divertente, già è il nostro terzo anno e siamo felici di partecipare a questa splendida iniziativa”. APPENDICE 8. L’unione fa la forza Istituto Comprensivo “G. Siani” Sant’Angelo a Cupolo (BN) plesso Calvi - classe III B Dirigente Scolastico Maria Luisa Fusco Docente referente della Staffetta Colomba Piccirillo Docente responsabile dell’Azione Formativa Colomba Piccirillo Gli studenti/scrittori della classe III B Benedetta Barbato, Liliana Barbato, Benedetta Colella, Carmine D’Alessandro, Mario Nikita De Nisco, Nicole Gagliardi, Giuliano Garofano, Maria Giuliano, Sara La Frazia, Melania Pellino, Andrea Pepe, Mario Sateriale, Jacopo Servodidio, Marco Tardio, Manuel Ciriaco Zampetti II disegno è stato realizzato da tutta la classe Hanno scritto dell’esperienza: “.. . Ci siamo divertiti molto a leggere le avventure di Bigia, una pulce molto coraggiosa e desiderosa di fare nuove amicizie. E’ stato bello lavorare tutti insieme per aiutare Bigia a far capire e a far conoscere il «mondo pulcesco» al feroce cane Furia. Siamo impazienti di leggere i successivi capitoli per scoprire come gli altri bambini proseguiranno il nostro lavoro. Vorremmo ripetere questa esperienza per poterci confrontare con bambini della nostra età”. APPENDICE 9. Mission impossible Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna – classe III C Dirigente Scolastico Angelina Iaiunese Docente referente della Staffetta Adriana Reccia Docente responsabile dell’Azione Formativa Adriana Reccia Gli studenti/scrittori della classe III C Rosa Amato, Nicola Carmellino, Silvio Caterino, Martina Cavallo, Martina Cecoro, Antonietta Cirillo, Doris Cirillo, Mario Coppola, Amedeo D’ Ambrosca, Francesca Diana, Giuseppe Diana, Raffaele Diana, Desy Donciglio, Antonio Garofalo, Antonio Giovanni Garofalo, Sendy Guerrini, Paolo Napoletano, Mario Nobis, Raffaella Piccolo, Francesca Serao, Maria Pia Visone, Antonella Zagaria, Giovanni Zagaria. II disegno è stato realizzato da: Francesca Diana, Francesca Serao Hanno scritto dell’esperienza: “. . . Scrivere il nono capitolo di questo libro è stata un’esperienza meravigliosa. Ci siamo divertiti sia a leggere che a scrivere le avventure di Bigia. Abbiamo imparato molte cose sulle pulci, sui paesi in cui è andata Bigia, ma soprattutto abbiamo capito che con la forza di volontà possiamo riuscire a fare tutto ciò che vogliamo, anche quando pensiamo che sia impossibile. Grazie a voi e alla scuola per averci dato la possibilità di fare quest’esperienza.” APPENDICE 10. Missione Sahara 33° Circolo Didattico di Napoli Scuola Primaria “Risorgimento”- classe III D Dirigente Scolastico Valeria Limongelli Docente referente della Staffetta Anna Russo Docente responsabile dell’Azione Formativa Anna Russo Gli studenti/scrittori della classe III D Matteo Barile, Luca De Maio, Francesca Pia Di Gennaro, Matteo Di Lorenzo, Fabiana Esposito, Alessia Fiorentino, Costantino Forlingieri, Vittoria Franzese, Chiara Frenda, Antonio Manfredonia, Andrea Mazurkevych, Ylenia Papa, Giuseppe Pellegrino, Fabrizio Pentagallo, Christian Piccirillo, Fabio Plata, Antonio Schioppa, Gabriella Staffelli, Rita Vecchiariello, Adriana Velotti II disegno è stato realizzato da Matteo Di Lorenzo Hanno scritto dell’esperienza: “.. . Grande successo per la Staffetta di Scrittura Creativa, i bambini si sono appassionati alla lettura delle storie scritte dai loro coetanei e hanno atteso con grande entusiasmo gli appuntamenti per ascoltare e leggere i successivi capitoli stimolati dalla forte curiosità di conoscere l’evoluzione della storia. I racconti sono piaciuti moltissimo sia per il tema della “Volontà” e sia per i personaggi inventati e il loro viaggio alla ricerca di un luogo dove realizzare le loro potenzialità. La Staffetta è stata un’esperienza istruttiva , ha stimolato in tutti il piacere di leggere, ma soprattutto il piacere della scrittura. Gli alunni si sono divertiti a scrivere, hanno espresso sensazioni e stati d’animo attraverso la parola ed immagini e hanno utilizzato la libera fantasia. Sono contenta di aver partecipato con la mia classe al progetto della Staffetta per l’esito positivo ottenuto, in tutto il percorso ho visti gli alunni felici di imparare, motivati ad apprendere e disponibili a collaborare”. INDICE Incipit di GIANNI MICHELI .............................................................................. pag 17 Cap. 1 Il sogno fantasioso di Bigia .................................................................» 19 Cap. 2 Amici di viaggio ......................................................................................» 25 Cap. 3 L’isola magica ...........................................................................................» 31 Cap. 4 La delusione di Bigia ..............................................................................» 37 Cap. 5 Incontri speciali ........................................................................................» 43 Cap. 6 Gli amici del Circus .................................................................................» 49 Cap. 7 Arrivo in Spagna ......................................................................................» 55 Cap. 8 L’unione fa la forza ..................................................................................» 61 Cap. 9 Mission Impossible ...................................................................................» 69 Cap. 10 Missione Sahara ...................................................................................» 75 Appendici ..................................................................................................................» 84 Finito di stampare nel mese di aprile 2015 dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy ISBN 978-88-6908-078-4