La pulce Bigia

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La pulce Bigia
Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola
I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di
un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura
che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno …
Bimed Edizioni
Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un
format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove
generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione,
crescita comune e tanto altro ancora …
LA PULCE BIGIA
Partendo dall’incipit di Gianni Micheli e con il coordinamento dei propri docenti,
hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate:
Istituto Comprensivo “Casalini” San Marzano (SA) Scuola Primaria - classe III D
Direzione Didattica Coppino plesso Falletti Torino - classe III A
Istituto Comprensivo di Madrid – classe II B
Direzione Didattica II Circolo M. S. Severino (SA) plesso San Vincenzo - gruppo
misto classi III B/C
Istituto Comprensivo II “Dati” Boscoreale (NA) plesso “N. De Prisco”- classi III A/B primaria
Istituto Comprensivo di Castellabate – classi I/III A
Scuola Statale di Madrid – classe III B
Istituto Comprensivo “G. Siani” Sant’Angelo a Cupolo (BN) plesso Calvi - classe III B
Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna – classe III C
33° Circolo Didattico di Napoli Scuola primaria “Risorgimento”- classe III D
Editing a cura di: Stefania Schiavi
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Responsabile di redazione e per le
procedure
Alberto Fienga
Coordinamento organizzativo e
didattico
Ermelinda Garofano
Responsabile per l’impianto editoriale
Ermelinda Garofano
Revisione editoriale
Francesco Rossi, Shasa Buonino,
Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino
Gestione esecutiva del Format
Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo
Grafica di Copertina :
Bimed Station
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Piattaforma escriba
UNISA, Dipartimento di Informatica
– Progetto Prof. Vittorio Scarano,
realizzazione Dott. Raffaele Spinelli
Gennaro Coppola, webmaster BIMED
Pubbliche Relazioni
Nicoletta Antoniello
Amministrazione
Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/
Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato
in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come
esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli
Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo:
Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese,
Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco,
Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve
un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione
dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida,
Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno
operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni
e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed
annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e
tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per
la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up
dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e
agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a
Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta.
Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare
la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno.
Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha
insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che
operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza
della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P
del PROT SCA/GN/1047-2
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta
riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di
autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della
tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire
alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso
la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro
di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero
e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2014/2015
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza
l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra
tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale
Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola.
La Staffetta 2014/15 riceve:
l’adesione del
Presidente della Repubblica
e
sua Medaglia di rappresentanza
Patrocini:
Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
PRESENTAZIONE
Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà.
È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle
grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e
dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori.
È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo…
Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo
insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di
qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore.
Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le
nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che
“immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo
al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di
fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo
insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è
assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono
insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo,
che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un
esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo
riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema
Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo
e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si
sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai
dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non
avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole
di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità
della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori
comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei
tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a
questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio
Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia
di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci
gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire
l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e
il futuro del mondo di cui siamo parte.
Andrea Iovino
L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura
È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale
la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini
nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio
Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori
aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per
la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del
contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando
sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano
cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra
cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo
del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione,
danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti
positive dell’innovazione tecnologica.
L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico
dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra
il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda
generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per
poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante
dell’innovazione che utilizziamo giornalmente.
Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale
e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano
nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità
evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità
così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla
cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti
informatici, è di per sé una occasione imperdibile.
Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta
Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare
una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne
tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto,
della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà.
I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che
scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere
grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della
scuola è una dimensione unica e… felice.
Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere,
dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro
collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione
tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante
di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento
tecnologico.
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
Gianni Micheli
Il mercato delle pulci
Essere una pulce non è per niente facile! Le pulci, si sa, non
piacciono a nessuno. Sono piccole ma danno fastidio.
Sono invisibili ma sono egualmente brutte. Bruttissime!
Pizzicano, mordono, succhiano. Anche i cani più docili
e affettuosi, per dirne una, con le pulci preferiscono non
aver niente a che fare. Nei panni di una pulce non ci si
vuol mettere nessuno.
Bigia, invece, nei panni di una pulce c’era nata e non
sapeva come riuscire a far cambiare idea alla gente. Le
avevano detto: «Accontentati! Chi s’accontenta salta
due volte!» ma lei non si voleva accontentare. Voleva
degli amici con cui parlare e non delle unghie da cui
scappare. Voleva vivere e crescere felice mentre ora era
sempre preoccupata per quello che gli altri pensavano di
lei e per tutto ciò che le poteva accadere di brutto.
Cercando soluzioni e alternative, Bigia si trovò un giorno
ad ascoltare una conversazione tra esseri umani. Non
riuscì a comprendere l’intero discorso ma sentì benissimo
che la domenica successiva, nella piazza centrale della
città, ci sarebbe stato un favoloso mercato delle pulci. Un
mercato immenso dove trovare qualsiasi cosa.
A Bigia si drizzarono i peli del corpo! Un mercato delle
pulci dove “trovare qualsiasi cosa”? Ma era proprio
quello che cercava!
“Devo andarci, a ogni costo!” pensò Bigia “Lì troverò
quello che cerco, dimostrando a tutte le pulci che non
sempre ci si deve accontentare”.
«Ricordati: salta poco, succhia tanto e vivrai come in
un guanto!» le urlò dietro una pulce cercando di farla
desistere. Era un vecchio proverbio pulcesco ma Bigia
non l’ascoltò e, in un salto magistrale, pare di oltre sette
metri, raggiunse la tasca di un essere umano in cerca della
piazza del favoloso mercato delle pulci.
Quello che cercava, tuttavia, non sapeva ancora bene
cosa fosse ma sapeva che lo cercava ardentemente!
CAPITOLO PRIMO
Il sogno fantasioso di Bigia
Nascosta nella tasca del vestito di quell’uomo, tra le
pieghe di un fazzoletto, salì sull’autobus che era diretto
al mercato delle pulci, fantasticando su cosa e come
potesse essere.
“Sarà un posto bellissimo, un regno unico e meraviglioso
per noi pulci” pensò Bigia.
Strada facendo immaginò che lì avrebbe incontrato tante
amiche pulci tutte amate e rispettate e magari anche un
cane, un bel pastore tedesco, che subito le avrebbe
chiesto: «Ciao, bella pulce! Non ti ho mai vista da queste
parti… sei arrivata ora? Se non sai dove andare, ti
ospito io!»
«No, vieni da me!» avrebbe invece urlato un grosso gatto
persiano.
«Vi sbagliate, miei cari, Bigia viene solo da me!» avrebbe
esordito un elegante dalmata.
Per Bigia cominciò un insolito ed eccezionale viaggio,
sognando l’inizio di una nuova vita non solo per lei ma
Capitolo primo
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per tutto il mondo pulcesco.
“Sì, doveva essere così” pensava “un mondo adatto alle
pulci, specialmente a una pulce intraprendente e con la
voglia matta di costruire una fitta rete di amicizie come lei”.
«E quando ritornerò a casa racconterò tutto!» disse tra
sé «Nessuno più mi prenderà in giro! Nessuno mi dirà più
“Accontentati!” perché io non mi accontento, non voglio
essere la pulce allontanata e derisa!»
Mentre era lì a sognare ecco che cominciò a sentire un
fastidioso languorino allo stomaco.
«Mamma mia che fame! Avrei bisogno di una piccola
succhiata! E chi potrei succhiare ora?»
Si sa, le pulci non amano pungere l’uomo.
«Il sangue umano è disgustoso per cui non ne vale la pena
e poi… potrebbe essere addirittura velenoso!» si disse
Bigia, ricordando le antiche parole delle pulci più sagge
del suo villaggio che le avevano sempre raccomandato:
«Mai pungere un uomo! Nessuno di noi l’ha mai fatto!»
“Ma io ho tanta fame e qui vicino a me c’è la possibilità
di fare un bel rifornimento! E poi chi lo dice che il sangue
dell’uomo non sia buono? Potrebbe essere un falso
avvertimento, un fatto messo in giro tra noi pulci per il
Il sogno fantasioso di Bigia
semplice fatto che abbiamo paura dell’uomo” pensò Bigia.
Intanto non ci vedeva più per la fame.
«Quasi quasi ci provo! Anche perché devo essere forte
per quando arriverò al mercato delle pulci. Se mi vedranno
debole nessuna mi chiederà di diventare sua amica!»
E fu così che Bigia cominciò, piano piano, a bucherellare
la camicia dell’uomo pronta a succhiare un po’ di sangue
umano. Ma, all’improvviso, si fermò.
«No! Per tutte le sanguisughe, che sto facendo? Lui
potrebbe accorgersene! Mi potrebbe cacciare e io non
potrei più raggiungere il mercato delle pulci! Io, invece,
voglio andarci assolutamente. Voglio avere tanti amici,
non voglio più essere sola!»
La tentazione era forte, ma doveva resistere, la posta in
gioco era troppo alta. Doveva dimostrare con i fatti che
ciò che si diceva sull’antipatia verso le pulci era del tutto
infondata.
“Siamo così piccole e indifese! Sì, è anche vero che siamo
fastidiose perché abbiamo bisogno di pungere e che,
dopo aver punto, succhiamo anche il sangue ma se tutti gli
animali avessero la possibilità di conoscerci capirebbero
che questa è solo la nostra natura, che lo facciamo per
Capitolo primo
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sopravvivere e che, conoscendoci, siamo anche molto
simpatiche! Se ci conoscessero desidererebbero per
sempre la nostra compagnia e, anche se a dire il vero
può essere fastidioso essere punti da noi, soffrirebbero
silenziosamente, sopportando con gioia quel fastidioso
prurito che creiamo quando partiamo all’attacco. Che
bel sogno sarebbe se tutti gli animali fossero amici”.
Mentre Bigia rifletteva su questo pensiero, si girava e
rigirava con quel desiderio irrefrenabile di pungere
quell’uomo, ignaro di tutto.
«Sarebbe una piccolissima puntura, una di quelle di cui
non ci si accorge nemmeno. Se fossi molto veloce, forse,
potrei pungerlo tante volte e raggiungere la mia meta
forte e pimpante come non mai!» si disse, poi continuò:
«No, devo resistere! Non devo cedere alla tentazione,
sarebbe troppo rischioso!»
Mentre pensava a questo, e alle eventuali conseguenze,
successe qualcosa che non avrebbe mai potuto
immaginare e che avrebbe scombussolato completamente
il suo piano. Quell’uomo, forse per un raffreddore o per
un’allergia, starnutì; naturalmente prese il fazzoletto dalla
Il sogno fantasioso di Bigia
tasca e, aprendolo con un movimento brusco del braccio
per coprire la bocca, fece cadere Bigia rovinosamente a
terra in quell’autobus pieno di persone di ogni età.
«Oh, no! Povera me!… Addio sogni di gloria! Addio sogni
di amicizia! Proprio allora doveva starnutire?
«Non raggiungerò più la meta desiderata!» E tutti mi
diranno: «Te l’avevamo detto, il mondo va così, non puoi
cambiarlo! e forse avevano ragione!»
«Ma no, non devo rinunciare! Io sono Bigia, la pulce più
testarda e volitiva del mondo pulcesco. Anche la mamma
lo diceva sempre: «Bigia, tu sei nata pulce, ma non sei
come tutte noi che ci nascondiamo e amiamo vivere alle
spalle degli altri. Tu sei diversa, sei coraggiosa, non ti
accontenti facilmente e sei anche bella e simpatica!…»
e la mia mamma aveva sempre ragione! Eh sì, è proprio
vero! La sua mamma aveva sempre ragione: Bigia aveva
forza e volontà da vendere tanto che si fece coraggio
e provò a fare un altro salto magistrale, uno di quelli che
solo lei sapeva fare!
Capitolo primo
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CAPITOLO SECONDO
Amici di viaggio
Carica di tutta l’energia di cui potesse disporre, Bigia
saltò con tutte le sue forze e...
«Vai! Ce l’ho fatta!» disse fra sé.
«Ma dove mi trovo? Non mi sembra proprio che sia la
tasca in cui ero prima! C’è un odore insopportabile, credo
sia tabacco» continuò infastidita.
«… Oh, no! Questa tasca ha un buco, al primo movimento
mi ritroverò nuovamente in terra! Uffa! Che vita da pulci!
Non fai in tempo a risolvere un problema che subito devi
risolverne un altro!»
Mentre rifletteva sul da farsi, dal buco della tasca Bigia
notò che l’uomo con cui adesso viaggiava aveva un
cane: “Beh… potrebbe essere un soluzione” pensò tra
sé e, senza pensarci la seconda volta, si preparò a un
secondo salto: dalla tasca verso il cane.
“Perché un cane sarà sicuramente un posto più sicuro
su cui viaggiare e, soprattutto, mi assicurerà del sangue
succulento con cui nutrirmi e mantenermi in forza per la
Capitolo secondo
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grande avventura!” pensò Bigia.
All’improvviso l’autobus si fermò. Il cane e il suo padrone
scesero frettolosamente, continuando per una strada
solitaria completamente opposta alla strada che Bigia
avrebbe dovuto prendere per raggiungere il mercato
delle pulci.
“Devo assolutamente fare qualcosa” pensò.
Il cane, intanto, aveva cominciato ad abbaiare a un
gatto che non ne voleva sapere di lasciargli il passo.
Poi, intimidito dalla presenza del padrone, aveva iniziato
ad appiattirsi contro il muro mantenendosi lontano il più
possibile ma non tanto da impedire alla piccola Bigia un
ulteriore atto di coraggio: un nuovo incredibile salto.
Mamma mia, che paura! La poveretta cercò di riprendersi
presto dall’ennesimo sforzo; stavolta la preoccupazione
di non farcela era stata grande.
All’improvviso si rese conto di non essere sola e sgranò
gli occhi: non aveva mai pensato di incontrare una
compagna di viaggio.
«Come ti chiami? E cosa ci fai qui ?» chiese Bigia.
«Mi chiamo Chiara. E tu chi sei?» rispose l’altra, continuando
con gli occhi pieni di lacrime.
Amici di viaggio
«Il mio nome è Bigia ma perché quegli occhi così tristi?
Ti è accaduto forse qualcosa?» chiese Bigia alla
piccola pulce.
«Mi sento tanto triste e sola!» rispose Chiara.
«Se vorrai, da oggi in poi saremo inseparabili: insieme
potremo vivere eccezionali avventure, incontri misteriosi
e…» le disse Bigia.
«Avventura?... Mistero?... Ma io ho paura!» replicò Chiara.
«Fintanto che sarai con me non dovrai mai aver paura
perché io sono Bigia, la pulce più coraggiosa del mondo
pulcesco» rispose spavaldamente.
E, continuando: «Tieniti pronta, mia cara… la nostra prima
destinazione sarà il famosissimo mercato delle pulci… un
posto favoloso dove potremo trovare risposta a tutte le
nostre domande!»
«Le nostre domande? Ehm… quali domande?... io non
ricordo nessuna domanda» disse Chiara e continuò «ma
non potremmo starcene qui, insieme, tranquille, a farci
compagnia da buone amiche?»
«Tranquille?... Beate?... E il mondo?... Non sei curiosa di
conoscere il mondo?» la interruppe Bigia.
«Il mondo? Il mercato delle pulci?... Ma sei sicura di avere
Capitolo secondo
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tutte le zampe al proprio posto? E poi… come ci arriviamo lì?»
replicò perplessa Chiara.
Intanto, mentre le due pulci erano impegnate a definire
i termini della loro nuova amicizia, non si accorsero che
il gatto che le ospitava era giunto in un aeroporto e
stava grattandosi il dorso proprio vicino alla ruota di un
grandissimo aereo.
«Salta Chiara, su dai salta!» urlò Bigia.
«Non ce la faccio! Ho paura! Vai tu… vai senza di me!»
rispose Chiara.
«E io dovrei abbandonarti qui?... Giammai!» continuò a
urlare Bigia «You are my friend!»
«You cosa?» chiese Chiara.
«Afferra la mia Zampa, su dai: you are my friend!... Tu sei
mia amica, non ti lascerò più sola… fidati di me: dammi la
Zampa, chiudi gli occhi, raccogli tutte le tue forze e…
saltaaaa!» urlò Bigia.
Chiara guardò Bigia, le sorrise, strinse forte le Zampe,
chiuse gli occhi e insieme si lanciarono in un magnifico salto.
Una volta sulla ruota si sistemarono sulla valigia a rotelle
di un’anziana signora.
Allo scalo dell’aereo, fuori dall’aeroporto, si ritrovarono
Amici di viaggio
davanti a un cartello con la scritta: Benvenuti in Calabria.
La signora prese subito un taxi per farsi portare in un
albergo che dava proprio sulla spiaggia, lunga e dorata.
Bigia ne fu abbagliata ma anche molto stupita, perché
non aveva mai visto né il mare né la spiaggia.
«E ora che si fa?» chiese la sua amica Chiara.
Bigia si guardò intorno e dalla meraviglia passò alla
delusione.
“Ma dov’era il mercato? E le altre pulci?” pensò.
Il sole picchiava forte e, dopo poco, decisero di cercare
un posto all’ombra; si fermarono sbalordite quando alla
loro vista apparve una macchia azzurra adagiata sulla
sabbia, si avvicinarono incuriosite e… si trattava di un
telo da mare.
Si avvicinarono e… sorpresa! Una pulce se ne stava lì,
distesa a godersi il sole.
La pulce fece loro cenno di raggiungerla e Bigia e Chiara
non se lo fecero ripetere due volte, saltando su quel bel
telo morbido.
Le chiesero subito chi fosse e lei rispose «I don’t speak
Italian, I’m from London. My name is Pink and I’m here on
holydays».
Capitolo secondo
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Per fortuna Bigia aveva studiato l’inglese e non ebbe
alcun problema a capirla.
All’improvviso si alzò il vento: sembrava fossero sulle
montagne russe o su di un aquilone. Le tre pulci furono
sollevate via e, quando atterrarono, iniziarono a ridere a
crepapelle per il vuoto in pancia che provavano.
Intanto Bigia stava guardandosi intorno, pensando:
“Wow! Che bel paesaggio!”
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Amici di viaggio
CAPITOLO TERZO
L’isola magica
Le pulci si guardarono intorno e videro tanti alberi, tante
palme e tanto verde... capirono che quella era una foresta
tropicale.
Bigia continuò, chiedendosi: «Ma dove siamo capitate?»
«Uhhh! Guardate! Pensate che qui vivano tanti animali?»
chiese Chiara. «Potrebbe essere!» rispose Bigia.
«Allora a tavola: si mangiaaaaaa!» esclamò Chiara.
«Io non capire niente...!» disse Pink.
In quel momento passò di lì un bruchetto e gli domandarono
in coro: «Ciao! Come ti chiami?»
«Mais oui! Io sono Blues e sono francese, ma parlo anche
italiano. E voi, chi siete?» chiese il bruchetto.
«Siamo le pulci Pink, Chiara e Bigia: siamo state
catapultate qui dal vento e... non sappiamo nemmeno
dove ci troviamo!» rispose Bigia.
«Ma siamo sull’isola Katatuca, dispersa nel mare di
Puciakito!» affermò Blues.
«Cheeeee? Cosaaaaa? Dove siamoooooo?!» domandò
Capitolo terzo
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stupita Bigia.
«Veramente non so bene dove ci troviamo, perché sono
arrivato da poco anch’io! Mi hanno detto solo il nome
dell’isola... ma se volete possiamo scoprirlo insieme!»
aggiunse Blues.
Cominciarono così la loro avventura, inoltrandosi nella
foresta, quando sentirono degli strani versi: «Qua, qua,
qua... venite qua, qua, qua...!»
Era un grande pappagallo tutto colorato, con le ali
azzurre e con il becco arcobaleno, che li chiamava.
«E tu chi sei?» domandò Blues.
«Sono il pappagallo Scotti e mi piacciono i biscotti! Ah!
Ah! Ah!» disse.
Poi continuando: «Se volete vengo anch’io con voi, così
potrò indicarvi la strada: conosco molto bene l’isola!
Inoltre, potrei raccontarvi tante cose davvero molto
interessanti! Ad esempio, sapevate che qui vicino esiste un
passaggio segreto che porta fino al vulcano che si trova
al centro dell’isola? È un vulcano attivo che, quando si
arrabbia, sputa acqua calda, ma... è anche un vulcano
magico!»
«Un vulcano maaaagicoo? E che cosa fa?» chiese Chiara.
L’isola magica
«Io non capire niente! Ciaooo!» continuava a ripetere Pink.
«È magico,perché dentro non c’è lava, ma solo acqua
calda che serve per riscaldare le uova che si trovano lì »
continuò Scotti.
«E come ci sono finite lì delle uova?» chiese Bigia.
«Visto che il vulcano è magico, in alcuni periodi dell’anno
fa apparire alcune uova vicino all’acqua calda,
così rimangono protette e al caldo fino a quando si
schiuderanno».
«E che uova sono?» aggiunsero tutti incuriositi.
«Sono le uova degli animali che vivono sull’isola» continuò
Scotti «e hanno colore e disegno diverso a seconda
della specie».
«Andiamo a vederle, dai, cosa aspettiamo?!»
proposero Bigia e Chiara che erano molto curiose.
«Io non capire niente! Ciaooo! » continuava a ripetere Pink.
Così tutti insieme entrarono nel passaggio segreto e...
arrivarono dove erano le uova, proprio nel cuore del vulcano!
«But it’s great!» esclamò Pink, sempre nel suo inglese.
«Andiamocene da qui...» propose Scotti «stiamo
disturbando il riposo delle uova e al vulcano questo non
farà molto piacere!»
Capitolo terzo
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Subito Blues aggiunse: «Avete ragione! Sarebbe meglio
uscire in fretta da qui!»
Cominciarono così a tornare indietro ma, proprio in quel
momento, si sentì uno strano rumore...
Era il vulcano che, disturbato, cominciò a borbottare
sempre più forte fino a che esplose, sputando fuori l’acqua
calda insieme ai suoi ospiti.
Il getto fu così violento che arrivò fino alla nave che
passava vicino alla costa dell’isola e i nostri amici finirono
come passeggeri su quella nave che trasportava merci.
Insieme all’equipaggio sulla nave c’erano anche tanti
cani e gatti che dovevano essere consegnati a una
fattoria che si trovava vicino al porto d’arrivo.
Appena le nostre pulci videro tutti quegli animali si
tuffarono a capofitto su di loro con dei grandi salti e...
«Finalmente, si mangia! Buon appetito a tutte!»
esclamarono felici.
Blues e Scotti le guardavano senza parole: sembravano
impazzite.
A un certo punto si sentì Scotti che gridava di gioia:
«Wow! Finalmente anch’io posso mangiare! Guardate
quanti biscotti ci sono qui!»
L’isola magica
Scotti cominciò, così, a sgranocchiare tutto contento
e chiese a Blues se anche lui volesse un po’ di biscotti,
ma Blues gli rispose seccato perché a lui i biscotti non
piacevano affatto: «Mi dispiace, ma io adesso non posso
mangiare... devo stare a dieta».
«Ma perché?»
«Non hai fame dopo tutto quello che abbiamo combinato?»
chiese Scotti.
Blues rispose sconsolato: «Davvero ora non posso
mangiare, perché mi sto trasformando in farfalla!»
«Io non capire niente! Ciao!» continuava a ripetere Pink.
«E bastaaaaaaaa con questo “Io non capire niente,
ciao!” Ma quando imparerai l’italiano?» esclamarono tutti,
stufi di sentir ripetere sempre la stessa cosa.
«Presto.... imparare io italiano!» rispose Pink.
Intanto la nave arrivò nel porto di una grande città:
l’equipaggio caricò le merci e gli animali da consegnare
su un camion che partì per la fattoria.
Su quel camion, ospiti dei cani e dei gatti, c’erano Bigia,
Chiara e Pink tutte allegre, mentre dietro svolazzavano
festosi Scotti e Blues, che nel frattempo era diventato una
bellissima farfalla gialla e blu.
Capitolo terzo
35
CAPITOLO QUARTO
La delusione di Bigia
Bigia, Chiara, Pink, Scotti e Blues arrivarono alla fattoria.
«Che bellissimo posto!» esclamarono in coro.
«Quanti animali a cui poterci attaccare e succhiare
per sempre e che magnifici fiori… da succhiare. Wow!
Quanti biscotti da sgranocchiare… per sempre!» dissero
i quattro amici.
Bigia, intanto, si diresse al fienile e si appoggiò su un
sacco di tela vecchio e rimase in silenzio sognando il
mercato delle pulci da raggiungere e le tante pulci con
cui fare amicizia.
I suoi amici, anche se erano tutti contenti e favorevoli
a stabilirsi in quel posto, quando videro Bigia triste
capirono che lei voleva continuare il viaggio. Tutti insieme
concordarono che alla prima occasione sarebbero partiti.
Dopo qualche giorno Scotti sentì che il fattore François
all’indomani si sarebbe recato a Parigi per vendere
la lana delle pecore che quel giorno aveva tosato.
Il pappagallo chiamò a raccolta tutti gli altri amici e
Capitolo quarto
37
38
propose di nascondersi sul camioncino per raggiungere
la città.
All’alba ecco che il Signor François partì per Parigi.
Dopo diverse ore di viaggio giunsero sotto la Torre
Eiffel che, in occasione del Natale, ospitava un grande
mercato.
Mentre Il Signor François si allontanò dal camioncino
per andare a comprare una bella crêpe au chocolat, i
cinque amici ne approfittarono per scendere e cercare di
raggiungere il mercato delle pulci.
Ma quanto era grande quella città!
«Quante luci!» disse Chiara.
«Quanti colori!» disse Pink.
«Quanti negozi!» disse Scotti.
«Quanta gente!» disse Blues.
«Quante strade!» disse Bigia « Per dove si va?»
Mentre gli amici di viaggio si interrogavano sul da farsi,
ecco che videro nascosto in un angolino di quella strada
un curioso animaletto peloso dagli occhietti vispi.
«Finalmente si succhia» dissero Pink e Chiara insieme:
infatti da qualche tempo era nato del tenero tra loro.
La delusione di Bigia
«Ma no! Lasciate fare a me che sono francese… è il mio
momento!» rispose Blues.
Blues si avvicinò all’animaletto, che era un piccolo
scoiattolo, e disse: «Excuse moi, bon ami, pouvez vous
me donner quelques informations?»
Lo scoiattolino rispose: «Qui êtes-vous? Qu’est-ce
que vous voulez?»
«Parli un po’ di italiano?» replicò Blues.
«Ecco, io mi chiamo Blues e qui accanto a me ci sono le
tre pulci Bigia, Chiara e Pink e il pappagallo Scotti e
tu, chi sei?»
«Je suis... Je suis... Je suis... Loris, uno scoiattolo un po’
sbadato».
Bigia si fece avanti e subito gli chiese se le poteva
indicare la strada per il mercato delle pulci. Loris si offrì
immediatamente di accompagnarli, dopo aver fatto
loro conoscere alcuni dei luoghi più belli della sua
meravigliosa Paris.
I sei compagni così si incamminarono alla scoperta della città.
Dapprima salirono fino in cima alla Tour Eiffel per dare
uno sguardo al quartiere di Montparnasse e il lungofiume
Capitolo quarto
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40
Senna con i suoi famosi Bateau mouches. Poi si diressero
sulle torri della Cattedrale de Notre Dame con pinnacoli
e gocciolatoi dalle forme più strane e mostruose. Ancora
dopo salirono sull’Arc de Triomphe, da dove videro gli
Champs-Élysées pieni di gente frettolosa e negozi con
vetrine dai mille colori.
Ultima tappa, finalmente, il più grande e antico mercato: il
mercato delle pulci di Saint-Ouen.
Bigia, giunta davanti alla porta principale del Marché
aux Puces de Saint-Ouen, iniziò a saltare dalla gioia
cantando: «Tra la la, tra la la finalmente sono qua, tante
pulci troverò e insieme c’abbraccerem, in girotondo
ballerem!»
Bigia e gli altri amici iniziarono a esplorare il mercatino
che era stracolmo di oggetti diversi; dai chiodini ai quadri,
dai mobili ai vestiti, dai libri antichi alla tappezzeria, dagli
specchi alle lampade e all’oggettistica da tavola.
«Ma dove sono le pulci?» chiese Bigia.
Loris spiegò che l’espressione mercato delle pulci deriva
dal fatto che tanti anni fa questi mercati erano tristemente
noti proprio per le pulci che infestavano i tappeti e i capi
La delusione di Bigia
di abbigliamento in vendita. L’uomo, però, con l’utilizzo di
insetticidi e pesticidi ha distrutto molte pulci.
«Che tristezza! Che delusione! E io che volevo incontrare
tante nuove amiche pulci!» replicò Bigia.
Scotti, il più saggio, invitò Bigia e gli altri a tornare
subito indietro al camioncino prima che il Signor François
ripartisse per la fattoria.
Giunti al camioncino, le tre pulci si adagiarono su alcuni
batuffoli di lana che il fattore non aveva ancora venduto
e, insieme a Scotti, Loris e Blues, si addormentarono.
Il camioncino stava quasi ripartendo quand’ecco che si
udì la voce di una signora molto elegante: «Buon uomo,
buon uomo! Si fermi! Vorrei quel mucchietto di lana perché
dovrei realizzare dei maglioncini per alcuni bambini
poveri, visto che è quasi Natale».
Il signor François prese un sacchetto e infilò dentro la lana
rimasta e con essa anche le tre pulci.
La signora si diresse al suo atelier e il signor François
proseguì per la lontana fattoria, soddisfatto della vendita.
Capitolo quarto
41
CAPITOLO QUINTO
Incontri speciali…
Bigia, Chiara e Pink erano comodamente adagiate tra i
fiocchetti di lana morbida chiusi nel sacchetto.
“L’avventura continua...” pensava Bigia “Chissà dove si
troveranno i miei amici Scotti, Blues e Loris!”
Assorta nei suoi pensieri, la pulce fu scossa da uno
strattone: una mano dalle unghie laccate di rosso tirò
fuori dal sacchetto i fiocchi di lana.
La signora era giunta al suo atelier, sistemò la lana in una
grossa cesta dove c’erano già degli altri gomitoli e Bigia,
Chiara e Pink subito fecero salti di gioia nella speranza
di incontrare qualche altra compagna d’avventura;
purtroppo le speranze furono deluse: quel posto era
talmente tirato a lucido che splendeva tutto, nell’aria
c’era un profumo di fiori e… di pulci neanche l’ombra!
«It’s impossible!» sentenziò Pink.
«Come mai tra stoffe, filati e cotoni non si vede un viso
amico?» ribadì Chiara.
Capitolo quinto
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44
«È veramente strano!» concluse Bigia.
Mentre erano lì a pensare, affamate e preoccupate,
notarono uno strano movimento nella piega della tenda.
Con due salti raggiunsero la finestra e scorsero un codino
che fuoriusciva da un buchino.
«Un, dos, tres... el paso... adelante!»
Un topolino cantava e ballava. Tra un saltello e una
piroetta, il topolino si accorse degli occhietti che lo
fissavano: «Hola señoritas, yo soy Felipe!» disse il topo
salutando con un inchino.
Bigia e le altre si avvicinarono e si presentarono e insieme
raccontarono al nuovo amico del come e del perché del
loro viaggio, di come si fossero conosciute e delle loro
mille avventure finite in quel posto.
Felipe ascoltò con attenzione tutti i particolari, mostrandosi molto interessato ma anche impaziente di raccontare
anche lui un po’ della sua vita e dei suoi viaggi ma
soprattutto del perché fosse tanto lontano da casa.
Felipe era nato in Argentina, in una fogna puzzolente, con
topi arroganti e prepotenti; stufo di una vita di soprusi
e angherie aveva deciso di andare via dalla sua terra
Incontri speciali…
natia benché la amasse moltissimo. Il topolino raccontò
dei suoi viaggi e anche di come, nascosto in un baule,
era arrivato nella soffitta dell’atelier: pulito, profumato ed
elegante, un posto dove lui aveva sempre sognato di
abitare, solo che soffriva moltissimo la solitudine… non gli
era mai piaciuto star solo: voleva condividere avventure
e giochi ma lì non c’era nessuno con cui parlare!
«Felipe è dolce e gentile; ama solo le buone maniere!»
concluse sorridente ma con le lacrime agli occhi pieni di
felicità «Felipe è mucho feliz… adesso che ci siete voi!»
«Very nice!» disse Pink, poi, a bassa voce, rivolgendosi a
Chiara: «Felipe è proprio un topino grazioso vero? Vero
Bigia? Bigia, Bigia… mi sembri preoccupata» continuò
bisbigliando «È perché hai capito che qui non troveremo
nulla da mangiare?»
Felipe capì ciò che Pink aveva chiesto all’amica, la
guardò e disse: «Tranquille! Vi aiuterò io! Raggiungeremo
una sala qui vicino: è l’Ecole de Danse de l’Opera de
Paris. Lì c’è una grande cucina: vi farò conoscere il mio
amico Gustavo, che sicuramente saprà aiutarvi. Ed ora su,
vi do un passaggio» disse Felipe abbassandosi.
Capitolo quinto
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46
Le tre pulci con un balzo si aggrapparono alle orecchie
dell’amico che, in un battibaleno, le portò alla scuola di
danza dove c’era Gustavo, un barboncino tutto bianco
e… profumatissimo!
Bigia pensò: “Come potrà aiutarci? E poi, questo profumo
mi fa venire il mal di testa…!”
Felipe raccontò a Gustavo le avventure delle tre amiche,
mentre mangiucchiava un pezzo di formaggio che il
cagnolino gli aveva procurato.
«Non lontano da qui è arrivato un circo. Sicuramente in
quel posto troverete ciò che può servirvi!» disse Gustavo.
«Qui non riuscireste proprio a sopravvivere! Anche perché
io non vi ospito certo tra i miei candidi riccioli!»
«Almeno puoi accompagnarci?» chiesero in coro le tre pulci.
Gustavo ci pensò un po’su poi, mosso a pietà dagli
sguardi dolci e disperati di quei piccoli insetti, disse:
«Mais oui, salite a bordo, vi accompagno io… vous etes
très sympathiques e poi siete amiche di Felipe e se proprio
avete fame, succhiate un po’del mio sangue… ma poco
poco… altrimenti mi viene da grattarmi!»
Le pulci salutarono il loro amico Felipe e, con un balzo,
Incontri speciali…
raggiunsero la schiena di Gustavo... già veniva loro
l’acquolina in bocca per lo spuntino che avrebbero fatto.
Trotterellando, Gustavo raggiunse presto il “boulevard” e
si avviò verso il circo.
Era già sera e le pulci videro avvicinarsi tante luci colorate che rischiaravano il blu del cielo con disegni e scie
brillanti.
A un tratto Bigia, Chiara e Pink videro un grande tendone a
strisce rosse, bianche e blu. Sopra vi erano tante bandiere
arcobaleno e una grande scritta tutta illuminata su cui si
leggeva a caratteri cubitali: CIRCUS. All’ingresso vi era
una fila enorme di bambini, mamme, papà e anche nonni,
tutti richiamati da un grosso signore con una lunga giacca
nera con bottoni rossi e un gran cilindro sulla testa. Ai lati
della fila c’erano buffi signori con le facce colorate che
sparavano in aria coriandoli e stelline multicolori.
Si sentivano suoni e rumori di tutti i tipi: il vocio delle persone, urla, applausi e risate, ma anche il ruggito del leone, il nitrito del cavallo, il barrito dell’elefante, il farfuglio
delle scimmie… e poi, tanta musica allegra, che faceva
venire voglia di marciare e ballare!
Capitolo quinto
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Subito Gustavo, che era pur sempre il cane di una
ballerina, cambiò il suo passo: cominciò a saltellare e
a piroettare così tanto che Bigia, Chiara e Pink fecero
fatica a mantenersi ancora strette ai suoi riccioli.
«Tenetevi forte mademoiselles! Non riesco proprio a
fermarmi!» gridò Gustavo.
Man mano che si avvicinavano al tendone, il nasino delle
pulci cominciò ad attivarsi.
«Uhmm! Sangue di ippopotamo…!» disse Chiara.
«Uhmm! Sangue di “ lion and tiger”!» continuò Pink.
«Uhmm! Sangue di scimmie, scimmie, scimmieeeee!» esultò Bigia.
«Gustavo, presto! Portaci all’ingresso!» gridarono insieme.
Gustavo accelerò il passo e fece scendere le pulci vicino
a un’entrata laterale del tendone, poi le salutò.
«Adieu, mademoiselles… e state attente a non farvi
schiacciare!»
«Addio, amico caro! Thank you very much! Staremo molto,
molto attente!»
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Incontri speciali…
CAPITOLO SESTO
Gli amici del Circus
Le tre amiche entrarono e si trovarono sotto gli spalti, in
mezzo alla polvere e a una serie di rifiuti di ogni genere:
pacchi vuoti di patatine, lattine, sacchetti, cannucce, briciole, bicchieri di carta ecc. all’opposto del profumatissimo e pulitissimo atelier. L’odore che si sentiva in giro era
tutt’altro che gradevole.
«Che buio qui sotto!» disse Chiara
«Who has turned off the light?» urlò Pink.
«Spostiamoci di qui. Laggiù c’è più luce» disse Bigia.
«Sì dai, anche perché qui sotto c’è un sacco di robaccia»
ribatté Chiara.
Con qualche salto e facendo attenzione ai piedi della
gente, le tre amiche raggiunsero il palco cercando di
sistemarsi in un angolino più tranquillo.
«Pssss, pssss… ehi, voi, laggiù!» bisbigliò una voce nel buio.
Bigia, Chiara e Pink si girarono e si guardarono intorno,
ma non videro nessuno.
Capitolo sesto
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«Ehi voi, mi vedete? Sono quaggiù!» continuò insistentemente la voce misteriosa.
Di nuovo le pulci si guardarono intorno: a una prima
occhiata ancora niente poi, in lontananza, si accorsero
di qualcosa che saltellava a più non posso per farsi
vedere. Era una pulce!
«Eccola!» esclamò Chiara.
«Andiamo da lei» disse Bigia.
«Chi siete? Non vi ho mai visto da queste parti…» disse
la sconosciuta.
«Noi siamo tre amiche: io sono Bigia, lei è Chiara e lei è
Pink» rispose subito Bigia che amava da sempre fare le
presentazioni.
«Piacere, io sono Patrick. Cosa ci fate qui?» chiese incuriosito.
Bigia raccontò tutte le avventure vissute fino a quel
momento, spiegò che erano partite alla ricerca di un
mercato delle pulci e disse anche che Gustavo le aveva
accompagnate lì perché trovassero da mangiare.
«Siamo affamatissime!» concluse Bigia
«At what time do you have dinner?» continuò Pink che non
Gli amici del Circus
ci vedeva più dalla fame.
«Seguitemi, vi porterò dove ci sono tutti gli animali del
circo e di sicuro qualcuno si farà punzecchiare e potrete
succhiare un po’ di sangue» continuò Patrick.
Risollevate e affamate più che mai, le tre pulci seguirono
Patrick che le condusse sul retro del circo e le portò alle
gabbie dei suoi amici animali. Insieme alle scimmie, ai leoni,
agli elefanti, c’erano anche animali che venivano dall’Est
Europa. Patrick spiegò che il circo veniva dalla Russia, ma
c’erano anche artisti e animali provenienti dalla Polonia,
dalla Slovacchia, dalla Romania e dall’Ucraina.
«Io stesso sono nato in Romania. Questa è Katrina, viene
dalla Russia. È bravissima a giocare con la palla» continuò Patrick presentando una grossa foca nera del Baijkal.
«Привет девочки, приятно встретиться с вами»
disse la foca con uno strano accento.
Le tre amiche guardarono Patrick con aria perplessa: di
certo non avevano capito una parola!
«Ha detto: “Ciao ragazze, piacere di conoscervi”».
«Ciao Katrina, piacere nostro!» risposero le due pulci in
Capitolo sesto
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coro, come loro solito.
«Nice to meet you» continuò Pink.
Poi Patrick, che voleva continuare a vantarsi d’esser
“pulce di mondo”, le portò da un grosso orso bruno che
veniva dalla Polonia.
«Lui è il mio amico Gabriel: sa andare sul monociclo.
Se glielo chiedete con garbo son sicuro che vi farà
succhiare il suo sangue» disse Patrick.
«Niektóre dziewczyny, można użyć bezpiecznie. Jedz, co
chcesz, jak również» disse l’orso.
«Che cosa ha detto?» chiese Chiara.
«Ha detto: “Certo ragazze, potete servirvi tranquillamente.
Mangiate pure quanto volete”».
«Grazieeeee!» urlarono in coro le tre pulci.
«Ahhhh! Finalmente! Da quanto tempo non facevamo una
bella scorpacciata!» disse soddisfatta Bigia.
«E ora potrò portarvi a conoscere gli altri animali del
circo, andiamo» disse Patrick.
Le pulci si trovarono di fronte a una grossa gabbia
in cui dormiva beata un’enorme tigre bianca. Tutto di
Gli amici del Circus
lei era magnifico e le pulci erano rimaste senza fiato a
guardare quell’animale così bello e grande! La tigre si
stiracchiò allungando le enormi zampe e mostrando gli
artigli. Poi sbadigliò spalancando la bocca e mostrando
la spettacolare dentatura. Intanto le povere pulci
erano svenute dalla paura e Patrick dovette soccorrerle
e rassicurarle.
«Pia... pia... piacere di co... co... conoscerti» dissero
tremando, ancora in preda alla paura.
«Milka è nata in Slovacchia, ma i suoi genitori vivevano
in Siberia, una regione freddissima della Russia. Lei è
bravissima a saltare nel cerchio infuocato» spiegò Patrick.
Milka, che invitò le pulci a fermarsi da lei per la notte, riferì
loro che l’indomani il circo sarebbe ripartito e avrebbero
dovuto scegliere cosa fare.
«Il circo sta per partire, siamo diretti in Spagna. Voi cosa
farete?» chiese Patrick, il mattino seguente.
«A dire il vero non ci abbiamo ancora pensato» disse Bigia.
«Allora perché non vi unite a noi? Io so che a Barcellona e
a Valencia ci sono dei mercati delle pulci anche piuttosto
Capitolo sesto
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grandi. A Madrid c’è el Rastro, un mercato delle pulci che
si svolge ogni domenica. Forse lì potrete trovare altre
amiche e conoscere altre pulci avventuriere come voi!»
«Mi sembra una buona idea; che dite, amiche, andiamo?»
chiese Bigia.
«Sìììì! Si riparte!» risposero tutte entusiaste.
54
Gli amici del Circus
CAPITOLO SETTIMO
Arrivo in Spagna
Il viaggio in nave fu talmente lungo da sembrare interminabile: il mare mosso e un sole caldo e soffocante non
diedero tregua alle tre piccole pulcette che per tutto il
tempo si sentirono sottosopra.
«Quando abbiamo detto di sì a questo viaggio, mai
avremmo pensato di trovarci in simili condizioni!» disse
Bigia rivolgendosi alle amiche.
«A chi lo dici! Mi sento così…» continuò Pink.
«Male…» la interruppe Chiara
«Su, dai, che cosa vuoi che sia per delle pulci avventurose
come voi, qualche onda e un po’ di sole» disse Patrick.
«E tu questo lo chiami un po’ di sole? Io mi sto arrostendo!»
rispose Bigia infastidita, poi, continuando «Fortunatamente
il cibo non ci manca… i tuoi amici sono molto generosi ad
offrirci a turno un po’ del loro sangue!»
«Dai, tra non molto saremo arrivati, vedrete che ne sarà
valsa la pena, la Spagna è bellissima!» disse Patrick.
Capitolo settimo
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Così arrivarono al porto di Barcellona e poi dritti in camion
a Madrid. Il circo fu montato vicino alla Plaza de Toros.
«Come mai montate il circo proprio vicino a un’arena?»
chiese curiosa Pink.
«Ogni domenica l’arena si riempie di gente per assistere
alle corride, e la sera le persone possono continuare a
intrattenersi ad assistere allo spettacolo offerto dal circo,
per cui è una scelta intelligente o no?» rispose Patrick col
fare di uno che la sa lunga sugli affari.
Le quattro pulci erano rimaste completamente affascinate
da Madrid e cercando di saperne di più sul posto,
conobbero un vecchio ragno messicano, di nome Andrés,
che aveva assistito a molte corride.
«Andale, andale… vamos a ver la corrida, muchachitas...»
urlava il ragno.
«Allora, vuoi dire che nelle corride alla fine dello
spettacolo il toro muore?» chiese Bigia ad Andrés che
aveva spiegato alle tre pulcette in che cosa consistesse
una corrida.
«E la gente si diverte a veder morire un toro?» continuò
Arrivo in Spagna
Chiara con aria disgustata.
«C’è molto sangue da succhiare, care amiche pulcette…»
disse Andrés, «dovreste esserne contente!»
«Brrrr, la cosa mi fa venire i brividi, che brutto è il sangue
dei tori uccisi, a noi non piace, non piacciono i tori uccisi,
succhiare un pochino sì…, ma mai uccidere».
«Andrès, abbiamo deciso, dobbiamo provare a salvare
un toro!» disse Bigia, convinta ed eccitata per la nuova
avventura che si stava preparando a vivere.
«E come pensate di fare voi tre piccole pulci?» chiese
Andrés incredulo.
«Semplicissimo, ora ti spiego il nostro piano, ma tu,
ovviamente, dovrai darci una mano!» rispose Bigia.
«Finirete per mettermi nei pasticci… lo so… ma in fondo
neppure a me è mai piaciuto che i tori fossero uccisi solo
per far divertire un pubblico di umani insensibili e crudeli»
rispose Andrés.
«Ascolta come faremo: ci nasconderemo sulla tua schiena
e quatti quatti arriveremo negli spogliatoi dei toreri. Lì, a
turno, ci infileremo tra le vesti dei matadores e quando
Capitolo settimo
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ciascuno di essi sarà nell’arena noi cominceremo a
pungerli» spiegò dettagliatamente Bigia.
«Il matador disperato dal prurito sarà costretto ad
abbandonare l’arena scappando velocemente negli
spogliatoi, prima che il toro lo prenda a cornate» continuò Pink.
«Credo sia un piano eccezionale! Evviva! Il toro sarà
libero grazie a voi quattro coraggiose pulcette» disse
Andrés, tutto contento.
Detto fatto le quattro intrepide, grazie al loro coraggio,
riuscirono a liberare il toro il quale, venuto a conoscenza
dell’atto meraviglioso compiuto dalle pulci, decise di
ringraziare le pulcette offrendo loro tanto buon sangue:
il miglior antidoto al velenoso sangue umano che loro
avevano succhiato per salvarlo.
Mentre felicemente succhiavano, disintossicandosi, il
toro fu riportato nuovamente nel campo, dove lui aveva
felicemente vissuto con le sue amiche vacche. Lungo il
viaggio si raccontarono le loro storie di vita diventando
alla fine grandi amici.
«Mie care, la mia storia finisce qui, finalmente grazie a voi
Arrivo in Spagna
sono nuovamente a casa a godermi i miei pascoli… non
vi dimenticherò mai!» salutò tristemente il toro.
Bigia, Chiara e Pink, rimaste sul camion, ritornarono
indietro nascoste nella tasca dell’autista diretto al Rastro,
il mercato delle pulci di Madrid, come gli aveva spiegato
il loro amico toro.
“Chissà” pensarono “forse lì in quel mercato avrebbero
trovato quello di cui da qualche tempo erano in cerca:
un mondo di pulci rispettate e onorate”.
Appena parcheggiato il camion, l’autista si avviò verso
la prima bancarella; le tre pulci facevano capolino dalla
tasca per guardarsi un po’ intorno: «WOW! Ma é enorme!»
gridarono le tre pulci in coro.
Alla prima bancarella, piena di giacconi, saltarono via
dalla tasca del conducente per entrare in quella di una
giacca in vendita.
All’interno dell’enorme tasca trovano una scatoletta semi
aperta piena di altre amiche pulci.
“Evviva!” pensarono “finalmente delle nuove amiche”.
Non fecero neppure in tempo a finire le presentazioni
Capitolo settimo
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che la giacca in cui erano ospiti iniziò a muoversi: un
vecchio signore l’aveva indossata e acquistata e ora
si dirigeva verso casa. L’uomo, rovistando nella tasca,
trovò la scatoletta nella quale le pulci si erano ben
nascoste; preso dalla curiosità, subito aprì lo strano
cofanetto e, sedendosi alla scrivania con una gran
lente d’ingrandimento, riuscì a vedere chiaramente tutte
le pulci. Mentre le altre erano tutte impaurite Bigia gli
elargì un grosso sorriso che l’uomo ricambiò subito: era
un uomo buono e molto solo, si chiamava Jack, veniva
da New York ed era un detective dei servizi segreti in
missione speciale: stava risolvendo un caso misterioso
d’importanza internazionale… magari le pulci avrebbero
potuto aiutarlo!
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Arrivo in Spagna
CAPITOLO OTTAVO
L’unione fa la forza
Le pulci, rassicurate dagli occhi dolci e dai modi garbati
dell’uomo, schizzarono dalla scatolina, si accomodarono
sul divano vicino a Jack e gli raccontarono le loro avventure e altrettanto fece lui.
«Da New York... a Madrid?» disse Bigia.
«Missione speciale?» continuò Chiara.
«Caso misterioso d’importanza internazionale?» disse Pink
sbalordito.
«Su, su, raccontate! Siamo curiose di ascoltare la vostra
storia!» dissero entusiaste tutte le pulci.
Jack continuò «Sto indagando su un misterioso intrigo
internazionale».
«Su, dai… racconta, non tenerci con la suspense» affermò
Chiara.
«Ebbene, degli uomini malvagi, disposti a tutto per
dominare il mondo, stanno sequestrando uno a uno i capi
dei Paesi più potenti e…» disse Jack.
Capitolo ottavo
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«E… E...» chiesero le pulci, impazienti di scoprire quale
caso stava seguendo il detective.
«E minacciano di sganciare una bomba atomica se non
ottengono le ricchezze dell’intero pianeta. E...».
«E se nessuno li fermerà, sarà la fine!» disse rammaricato il
detective.
«La fine?» chiesero spaventate le pulci.
«Calma, calma! Riflettiamo!» disse Bigia alle amiche per
tranquillizzarle.
«E dove sono questi uomini così crudeli? Se mi capitano a
tiro, io... io...» esplose Pink.
Jack proseguì il suo racconto sconsolato: «Il loro covo è
in una villa isolata e protetta da mura spesse, altissime e
percorse da fili elettrici. È sorvegliata da telecamere e
sentinelle armate fino ai denti. Nessuno si può avvicinare
senza essere visti».
«Nessuno, nessuno?» chiese Chiara
«Nessun uomo! Noi siamo pulci...» rifletté Pink
«Sì e nessuno di noi ha paura di questi malviventi, vero
amici?» affermò Bigia.
L’unione fa la forza
«Beh… proprio nessuno… diciamo quasi nessuno!»
affermò, tremolando dalla paura, Chiara.
L’intrepida Bigia si rivolse alle amiche: «Se non interveniamo
al più presto, anche la nostra specie sarà in pericolo!»
«Siete solo delle piccole pulci!» disse Jack scuotendo la testa.
«Siamo pulci, però siamo tante e tutte insieme potremo
sconfiggere la malvagità» rispose Bigia con coraggio.
«Andiamo, allora! Non c’è tempo da perdere!» disse Jack.
Arrivati a destinazione, il detective indicò la villa dicendo:
«Guardate! È davvero impossibile avvicinarsi, entrare e
liberare gli ostaggi».
«Non per noi!» risposero con entusiasmo le pulci.
«Ce la faremo! Volere è potere!» esclamò con fervore Bigia.
Il detective con ammirazione esclamò: «You are very strong!»
«United we stand divided we fall!» risposero le pulci in coro.
Le pulci ebbero un’idea geniale: avrebbero indossato un
microchip, si sarebbero rimesse nella scatolina così che
Jack avrebbe potuto lanciarle oltre le mura. Una volta
dentro avrebbero raggiunto posti strategici da dove Jack
avrebbe potuto ascoltare le informazioni per chiedere
Capitolo ottavo
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rinforzi ed entrare in azione contro i malviventi. Il lancio riuscì alla perfezione ma, di là dai muri di cinta sbucò all’improvviso un grosso e minaccioso cane nero che ringhiava
mostrando i suoi lunghi denti aguzzi.
Le pulci già si vedevano spiaccicate al suolo dalle possenti zampe del cane.
Bigia, allora, raccolse tutto il suo coraggio e con voce
tremolante si rivolse al cane: «Le nostre intenzioni non
sono cattive. Se siamo qui, è per salvare il mondo. Tutti gli
esseri viventi hanno il diritto di vivere in pace».
Pink e Chiara, nonostante la paura, intervennero dicendo:
«È così! Tu sei solo un povero animale caduto nelle mani
di uomini crudeli e avidi».
A quelle parole il cane inaspettatamente scoppiò a piangere, disse di chiamarsi Furia e raccontò che, dopo essere stato separato dalla mamma, lo avevano maltrattato
per addestrarlo a odiare e ad ammazzare qualsiasi
essere vivente. Il suo sogno, invece, era scorrazzare libero nei prati, incontrare tanti amici ma soprattutto riunirsi
alla sua famiglia!
L’unione fa la forza
«Voi, con i vostri discorsi e soprattutto col vostro coraggio,
mi fate ancora sperare in un mondo migliore e per questo
vi aiuterò!»
«Allora facci salire sul tuo dorso e ti spiegheremo il nostro
piano!» gli disse Bigia.
«Sì, certo!» disse Furia «Fate presto, prima che vi vedano!
Saltate e mimetizzatevi tra il mio pelo nero. Gli uomini odiano
le pulci, le considerano solo dei parassiti disgustosi, esseri
da eliminare… ehm… anzi, da sterminare!»
«Non è colpa nostra se siamo un po’ fastidiose quando
pungiamo per alimentarci» replicò Chiara.
«It‘s true!» continuò Pink «È la natura che ha voluto che
dovessimo nutrirci del sangue di altre creature!»
«Noi, però, non ammazziamo mai» dissero in coro «non
siamo crudeli e non sprechiamo il cibo!»
«Succhiamo dall’animale ospite solo la quantità giusta
per sopravvivere» aggiunse Pink.
«Succhiamo a sazietà ma senza gonfiarci… eppure dobbiamo stare attente alle unghie degli animali che non gradiscono le nostre punturine!» continuò Chiara.
Capitolo ottavo
65
66
«La nostra vita non è bella e facile come sembra!» dissero in coro.
«E pensare che io disprezzavo le pulci!» disse Furia
«Quando qualcuna osava pungermi, subito mi grattavo
per scrollarmela di dosso. I miei padroni spruzzavano lo
spray antipulci e io ero felicissimo di vederle stecchite».
«Oh, che fine orribile!» disse Pink raccapricciata.
«Adesso che conosco il vero mondo pulcesco» ripeté
Furia «vi offro con piacere il mio sangue così potrete
affrontare con maggiore vigore la battaglia».
«Evviva, finalmente qualcuno non odia più la nostra
specie!» esultò Bigia.
«Forza! Non perdiamo tempo» disse Furia «illustratemi il
vostro piano».
«Quando i tuoi padroni ti porteranno a controllare i
presidenti prigionieri» disse Bigia abbassando il tono di
voce quasi come se temesse d’esser spiata «tu ringhia,
avventati contro di loro, mostra i tuoi denti aguzzi».
«Ma i poveretti moriranno di paura!» disse Pink.
«Ma no, la finzione durerà poco: salteremo velocemente
sui presidenti» rispose Bigia con rassicurante prontezza.
L’unione fa la forza
«HI-HI-HI! Che ridere!» disse ridacchiando Pink «Quei
delinquenti dei tuoi padroni saranno anche orgogliosi di
te e saranno molto soddisfatti del terrore che incuti agli
ostaggi».
«Zitte, ferme!» disse Furia improvvisamente «Arrivano i miei
padroni».
Bigia rivolta alle pulci raccomandò a tutte: «Stiamo attente
a non farci beccare! Dobbiamo osservare la posizione di
stanze, corridoi, passaggi segreti, sotterranei, dobbiamo
spiare tutte le mosse di questi malviventi, capire dove
sono i prigionieri e dove custodiscono la micidiale bomba
atomica. I nostri microchip invieranno le informazioni a Jack
che, aiutato dagli altri agenti dei servizi segreti, potrà
sventare il piano di quei criminali».
Chiara, fattasi coraggio, disse «Siamo pronte, vero?»
Le pulci e Furia, in coro: «Insieme ce la faremo!»
Capitolo ottavo
67
CAPITOLO NONO
Mission impossible
Bigia, Chiara e Pink, insieme al loro esercito di amiche
pulci, immobili e ben mimetizzate nel folto e nero pelo
di Furia, erano pronte per la missione più importante,
speciale e pericolosa della loro vita.
Pink sentiva i passi dei padroni di Furia avvicinarsi sempre
di più e il suo cuore batteva all’impazzata per la paura.
«Sta… sta… stanno… arrivando» balbettò Pink.
«Stai tranquillo…!» lo rassicurò Bigia e, mentre gli stringeva
la zampetta per calmarlo, uno dei cinque uomini ordinò:
«Come on, Furia! Let’s go!»
Ogni giorno andavano a prendere Furia per portarlo con
loro quando portavano il pasto ai presidenti. Erano armati,
molto alti e robusti e le loro facce non promettevano
niente di buono: uno di loro aveva capelli lunghi raccolti
in un codino, il viso squadrato pieno di lentiggini e un
grosso neo nero vicino al naso dalle narici allargate.
Furia obbedì all’ordine e li seguì e insieme passarono
Capitolo nono
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70
attraverso una parete mobile.
«Ooohhhh! Cosa… cosa… ma siamo passati attraverso il
muro!» esclamò a voce alta Chiara.
«Zitta! Ci scopriranno!» la rimproverò Bigia.
Arrivarono, così, in un lungo corridoio con le pareti grigie
e tantissime porte dai vetri trasparenti e, fuori a ognuna
di esse, c’era un uomo armato. In fondo al corridoio c’era
una stanza con al centro una teca di cristallo a forma
di piramide appoggiata su una colonna: dentro era
custodita la micidiale bomba atomica.
«Jack, Jack… mi senti? Abbiamo trovato la bomba! È qui!»
sussurrò Bigia a Jack.
«Bravissime! Ora cercate di farmi capire come è protetta»
disse Jack.
«La stanza è protetta da un sofisticato sistema di allarme
laser» spiegò Bigia «e la teca da un altro allarme situato
sotto il soffitto, che crea un cono intorno alla colonna che
sorregge la teca».
«Saltate qui» ordinò Bigia a un gruppo di pulci «e non
perdete d’occhio la bomba! Informateci su tutto ciò che
Mission impossible
succede, ma state attente!»
Le pulci eseguirono gli ordini: saltarono e cercarono di
osservare tutto attentamente, trasmettendo le informazioni
a Jack e a Bigia.
Usciti dal corridoio, Furia e gli uomini scesero in un sotterraneo buio, dove c’erano delle celle.
«They are here! They are here! Presidents! Presidents!»
esultò Pink, dimenticando per un attimo la sua paura.
Furia, allora, per attuare il loro piano, cominciò subito a
ringhiare ferocemente contro di loro, correndo da una
cella all’altra.
«Ora… su… saltate nelle celle… su… forza…» suggeriva,
continuando a ringhiare e saltellare da una cella all’altra.
Le pulci, man mano, si lanciarono nelle celle e saltarono
sui presidenti senza essere notate.
Bigia saltò nella cella numero tre, dove c’era il presidente
degli Stati Uniti d’America.
«Ci sono tante telecamere e un uomo armato fino ai denti»
disse Bigia a Jack.
Chiara saltò nella cella numero cinque, dove c’era il
Capitolo nono
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presidente della Russia. «Qui c’è una quardia e una sola
telecamera» disse a Jack.
Pink saltò nella cella numero dieci, dove c’era il presidente
dell’Italia, Mattarella.
«Qui c’è una cassaforte piena di armi e soldi e c’è anche
un passaggio segreto, ma non riesco a vedere dove
porta» informò Pink tremolante.
Intanto una delle pulci, che stava di guardia alla
bomba, fu incuriosita da tutti i pulsanti e dalle luci che la
circondavano e si allontanò dal gruppo per guardare più
da vicino. Sembravano quelli dei videogame di Alessia,
la padroncina del cane che l’aveva ospitata per lungo
tempo. Un minuto, solo un minuto, e sarebbe ritornata
dalle amiche. Doveva, voleva a tutti i costi vedere da
vicino soprattutto lo strano pulsante che lampeggiava al
centro della piramide.
La pulcetta riuscì a infilarsi nella teca attraverso la
serratura, senza che l’allarme si attivasse. Ce l’aveva fatta,
un ultimo sforzo, un salto magistrale alla Bigia, e sarebbe
arrivata al pulsante. Saltò, ma… OPS… atterrò cadendo
dritta sul pulsante.
Mission impossible
TIC… TIC… TIC… cominciò a sentirsi un ticchettio e,
all’improvviso, si spensero le luci.
La pulcetta, spaventata, tornò dalle amiche che le
chiesero in coro: «Dov’eri finita? Non ti trovavamo più!
Dev’essere successo qualcosa! Tu non hai notato niente
di strano?»
Sentendosi in colpa, la pulcetta scoppiò a piangere e
confessò: «Perdonatemi! Sono stata io! Con tutte quelle
luci e quei pulsanti mi sembrava di essere ritornata a casa.
La mia curiosità mi mette sempre nei guai».
E così, ancora in lacrime, raccontò la sua storia.
«Mi chiamo Lilly e vengo dall’ Italia. Vivevo ospite di una
cagnetta vivace e giocherellona. Quando lei giocava
con la sua padroncina, io curiosavo tra i videogame
di Alessia. Poi siamo venuti a Madrid per le vacanze di
Natale e al Rastro sono saltata su una bancarella per
curiosare un po’. Così mi sono persa e sono finita nella
giacca che ha comprato Jack» concluse Lilly.
«Cosa ho combinato questa volta?» aggiunse singhiozzando.
«Ha attivato la bomba! Ha attivato la booombaaa!» urlò
Furia che era andato a controllare cosa fosse successo.
Capitolo nono
73
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«Questa volta l’hai fatta grossa Lilly, dobbiamo avvisare
subito Bigia: lei saprà sicuramente cosa fare» dissero le pulci.
« Cosaaa? Devo avvisare subito Jack…» disse allarmata
Bigia «potrebbe succedere una catastrofe. Jack? Jack…?
Mi senti...? Sono Bigia».
Bigia non ebbe risposta, allora saltò su Furia e corsero
alla bomba. Mancavano pochi secondi e questa volta la
pulce temeraria e volitiva aveva veramente paura.
«Bigia. Dove sei?» una voce la chiamò.
«Qui Jack! Finalmente… qui… sotto la bomba… ci sono
due fili colorati».
Jack tagliò con grande precisione il filo blu e il ticchettio cessò.
Bigia tirò un sospiro di sollievo e saltò da Jack.
Nel frattempo i malviventi cercarono di fuggire, ma furono
bloccati da Furia e dagli uomini di Jack.
«Bigia, siete state fantastiche. Senza il vostro aiuto non
ce l’avremmo fatta» le ringraziò Jack.
«L’uomo col codino ha confessato. Il loro capo, un uomo
molto ricco e avido di potere, si nasconde nel deserto
del Sahara. Che ne direste di venire con me?» chiese Jack.
«Wow! Ragazzi si riparte!» esultò Bigia.
Mission impossible
CAPITOLO DECIMO
Missione Sahara
«Siete stati straordinari!» disse il presidente Mattarella a
nome di tutti «Se non fosse stato per il vostro coraggio
chissà cosa sarebbe accaduto!»
«Abbiamo a che fare con un vero criminale, Signor
Presidente, ma ora dobbiamo fare in modo che non
scappi: dobbiamo fermarlo!» riprese Jack
«Parteciperemo tutti alla sua cattura per prenderlo vivo»
commentò Bigia.
«Allora superdective: tutti ai vostri posti e pronti a partire
per la missione Sahara!» ordinò il presidente.
«Vi forniremo mezzi ed equipaggiamento e le pulci
avranno la licenza di pungere e succhiare a volontà gli
animali in terra d’Africa. Buon viaggio!»
Bigia e le sue amiche avevano fatto moltissimi viaggi,
ma questa volta era diverso, lo facevano per aiutare il
mondo intero.
«Bisogna partire, ogni minuto è prezioso: la missione
Sahara potrebbe fallire» disse Jack alla squadra pulcesca,
Capitolo decimo
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detta S.P.A.S.S. (Squadra- Pulci- Agenti- Segreti- Speciali).
«Perfetto!» disse Bigia «Prepariamoci immediatamente!»
«Vorrei che anche Furia fosse dei nostri» disse Bigia.
«Certo che Furia è dei nostri! Ci ha salvati tutti!» rispose
Jack sorridendole.
Bigia e le pulci fecero balzi di gioia; insieme a Furia e a Jack,
senza farselo ripetere una seconda volta, raggiunsero
un jet privato pronto a decollare verso il Nord Africa.
Durante tutto il viaggio le pulcette non smisero mai di parlare
e di fare domande a Jack che era seduto accanto al pilota.
«Io non ho la più vaga idea di dove si possa trovare il
deserto del Sahara» esclamò Lilly.
Jack con un atlante sulle ginocchia indicò il continente
africano e il Sahara: il deserto più vasto e il più arido e
soleggiato del mondo con dune sabbiose in movimento,
pianure pietrose, altopiani rocciosi, montagne e oasi.
Il pilota riferì a Jack di essere arrivati e di prepararsi per
un atterraggio d’emergenza, a causa di una pericolosa
tempesta di sabbia.
«Ho una cosa da dirvi…» disse Jack.
«Di che si tratta?» dissero le pulci.
Missione Sahara
«Dobbiamo lanciarci giù subito, atterreremo su un morbido
tappeto di sabbia calda».
«Questa è una follia! Io ho paura, non voglio lanciarmi
dall’aereo. No! Mi rifiuto, non posso farcela!» disse Chiara
con il solito piagnucolio.
«You are very fearful!» disse Pink «We are stronger if we
are together! »
«Smettila!» gridarono tutti.
«Non possiamo perdere tempo con queste sciocchezze»
esclamò Bigia.
Bigia, Chiara, Pink e Lilly, scattanti come molle, si lanciarono
in volo con gli ombrellini da cocktail. Jack e Furia fecero
un salto nel vuoto e aprirono i loro paracadute.
«Atterraggio riuscito per tutti!» disse Bigia.
Chiara, appena mise le sei zampette sulla sabbia, svenne
dalla paura.
«Chiara! Mi senti? Sono Bigia!» urlò Bigia per cercare di
rianimare l’amica.
La pulcetta aprì gli occhi e si alzò; era sbalordita per
la bellezza del paesaggio, incantata dalla sabbia
dorata, stupefatta per il cielo incolore e limpido come un
Capitolo decimo
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cristallo. Il deserto era assolutamente silenzioso, la luce
era abbagliante. Le pulci attente si guardarono attorno
per orientarsi e videro avvicinarsi delle ombre come se
fosse un miraggio.
«Ehi Jack! Vengono verso di noi dei giganteschi animali e
degli uomini con lunghe vesti blu che hanno il capo e il
volto coperto da un lungo velo color indaco».
«Piccole, non abbiate paura! Sono i nomadi del deserto»
rispose Jack.
Subito la curiosona Lilly si avvicinò agli animali chiedendo:
«Chi siete? E perché avete quelle strane sporgenze sul dorso?»
«Ciao, io sono Dario il dromedario, sul dorso ho una sola
gobba e lui è il mio amico Lello il cammello che ha due
gobbe ed è più snello. Nelle gobbe conserviamo cibo
e acqua per sopravvivere senza bere e senza mangiare
per diverse settimane, e grazie alla nostra resistenza ci
siamo guadagnati il titolo di navi del deserto».
Gli amici nomadi invitarono Jack, Furia e la squadra di
pulci a riprendere con loro la marcia. Le pulci, stordite
per la calura, succhiarono voracemente un po’ del fluido
sangue dai dromedari e si ripresero.
Missione Sahara
Al tramonto arrivarono in una meravigliosa oasi con dei
piccoli palmeti che circondavano un laghetto.
«L’aria è più fresca qui, e tutto intorno regna la pace»
disse Jack.
Jack prese il necessario per montare una tenda e ripararsi
dalla fredda notte del deserto. Un anziano nomade,
Feleke, invitò tutti a bere del thè e a sedersi accanto al
fuoco ad ammirare il cielo profondo, ricco di stelle.
Feleke modulò la sua voce al ritmo del tamburo e Bigia
chiese: «Cosa canti alla luna?»
«Chiedo armonia e pace per il mondo intero» rispose Feleke.
Bigia avvertì che qualcosa di speciale stava per
accadere. Infatti, come per magia, comparve un piccolo
fennec, che si fermò davanti a lei e disse.
«Sono Hamed, il folletto del deserto; l’uomo che state
cercando è nascosto nella Valle del Cobra, vi aiuterò a
scovarlo usando il mio udito supersonico!»
«Wow, so the dream is possible!» esclamò Pink.
Il tempo quella notte sembrava che si fosse fermato…
All’alba Hamed riapparve alla squadra di pulci in
compagnia di tanti amici del deserto: serpenti, scorpioni,
Capitolo decimo
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fennec, topolini… e due simpatiche pulcette.
«Bonjour! Je suis Alì et il est Babà, siamo fratelli gemelli
e siamo pronti per questa missione, cattureremo con voi
il cattivone! Nous, les habitans du désert, nous sommes
habitués plus à donner qu’à recevoir».
Le pulci saltarono sulla testa del topolino Trichy
reggendosi alle sue grandi orecchie e, con un balzo da
canguro, sparirono in una buca.
Tutti gli animali, guidati da Hamed e Trichy, attraversarono
velocemente segrete gallerie sotterranee e, in un batter
d’occhio, giunsero al rifugio dove era nascosto l’uomo
più avido e cattivo del mondo. Il bunker era sigillato,
sorvegliato da tantissimi uomini e invisibile ai radar.
L’intrepida Bigia aveva un piano, prese il comando e disse:
«Insieme coglieremo di sorpresa quegli uomini cattivi e li
costringeremo a uscire dal bunker!»
Poi, definì le fasi di azione: «Trichy, tu con un grande
balzo entrerai nell’impianto dell’aria condizionata del
bunker, roderai il sistema di funzionamento e l’aria per un
po’ non arriverà. Nel bunker farà tanto caldo e gli uomini
di guardia saranno costretti ad aprire le porte e noi tutti
Missione Sahara
entreremo e li assalteremo di sorpresa».
Il blitz organizzato da Bigia riuscì alla perfezione.
Il capo e i suoi uomini fuggirono dal bunker per l’invasione
dei numerosi animali velenosi.
Furia e Jack, che avevano seguito l’operazione, avevano
informato le forze speciali internazionali che catturarono
il più grande criminale della storia, senza usare nessuna
bomba, ma solo con la forza della perseveranza.
«Missione compiuta!» urlò Bigia
Tutti iniziarono ad abbracciarsi intonando le strofe di una
canzone:
«Essere insieme
Essere Amici
Essere sempre allegri e felici
Se per la pace le forze noi uniamo
Un mondo migliore noi costruiamo!»
Bigia, felice, si fermò un attimo a riflettere, a ripensare
a tutte le sue avventure; volse uno sguardo al cielo e
disse: «Grazie mamma che hai sempre creduto in me! Avevi
Capitolo decimo
81
ragione… Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti!»
La notizia strepitosa della cattura dell’uomo ricercato si
diffuse rapidamente e il mondo intero manifestò gratitudine
a Bigia e ai suoi amici.
Da quel giorno tutte le pulci del mondo furono trattate
con rispetto, mentre le nostre intrepide erano già pronte
a ripartire per nuove avventure.
82
Missione Sahara
Il sogno fantasioso di Bigia
Amici di viaggio
L’isola magica
La delusione di Bigia
Incontri speciali…
Gli amici del Circus
Arrivo in Spagna
L’unione fa la forza
Mission impossible
Missione Sahara
APPENDICE
1. Il sogno fantasioso di Bigia
Istituto Comprensivo “Casalini” San Marzano (SA) Scuola Primaria - classe III D
Dirigente Scolastico
Maria Teresa Alfonso
Docente referente della Staffetta
Gloria De Padova
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Gloria De Padova
Gli studenti/scrittori della classe III D
Francesco Andrisano, Matteo Caiazzo, Gaia Casale, Rita Cicala, Niccolò
Ciurlo,Francesco Corigliano, Ginevra Cotugno, Aurora De Cataldo, Giuseppe
Demilio, Francesco De Padova, Riccardo Faiano, Giuseppe Felice, Gabriele Forleo,
Riccardo Gallone, Alicia Giorgino, Andrea Lanzo, Francesco Leo, Francesca
Moschella, Reuel Pisano, Ginevra Poli, Vito Rochira, Vito Antonio Sciurti, Alessia
Todaro
II disegno è stato realizzato da Alessia Todaro
Hanno scritto dell’esperienza:
“.. . Abbiamo scritto insieme il primo capitolo e non vediamo l’ora di leggere il
seguito scritto dagli alunni di un’altra scuola”.
“La storia l’abbiamo costruita insieme, passo dopo passo, con l’uso della lavagna interattiva.”
“ Insieme abbiamo scritto il primo capitolo. I pensieri dovevano essere divertenti, in
caso contrario li abbiamo scartati”.
“Anche per il titolo abbiamo usato lo stesso metodo, poi abbiamo scelto il titolo più votato.”
“Secondo noi il capitolo non è noioso”.
APPENDICE
2. Amici di viaggio
Direzione Didattica Coppino plesso Falletti Torino - classe III A
Dirigente Scolastico
Claudia Enrico
Docente referente della Staffetta
Ermelinda Garofano
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Marisa De Lucia, Silvia Piovano
Gli studenti/scrittori della classe III A
Rebecca Alessio, Paolo Amedei, Giulia Casali, Daniele Cheptene, Federico Di
Francia, Davide Fabbo, Andrea Ferro Chiara, Manuela Fontana, Annalisa Furfari,
Francesco Guglielmi, Luca Valentin Maftean, Stella Marku, Cristian Roberto Miano,
Giorgia Pecchio, Bianca Maria Pozzobon, Alberto Rotondaro, Francesco Rubini,
Filippo Sacco, Youness Sakhaoui, Francesco Spirito, Matteo Stra, Emanuele Toye,
Margherita Vaccarino
II disegno è stato realizzato da Giulia Casali
Hanno scritto dell’esperienza:
“.. . È divertente immaginare che i nostri personaggi possano vivere avventure da
favola”.
APPENDICE
3. L’isola magica
Istituto Comprensivo di Madrid – classe II B
Dirigente Scolastico
Cosimo Guarino
Docente referente della Staffetta
Marco Madaro
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Rosaria Re
Gli studenti/scrittori della classe II B
Irene Anton Polanti, Saverio Chippalone, Amalia Diaz-Mauriño Perez, Samuel
Fernandez Folgado, Maria Gabriela Ferulli Otero, Lucia Foschini, Alberto Giancane
Pablos, Alejandra Hernandez Molins, Adriana Lera Campagna, Rodrigo Lopez
Quaia, Amaia Martinez Iasci, Bruno Masi Robledo, Francesca Mora, Martin
Panisello, Martina Perez-Ilzarbe Ortiz, Lorenzo Piccioni Frias, Camilla Rinetti, Chiara
Scotti, Caterina Tombesi Gonzalez, Irene Zangrando
II disegno è stato realizzato da: Lorenzo Piccioni Frias, Bruno Masi Robledo, Irene
Anton Polanti, Alejandra Hernandez Molins, Amaia Martinez Iasci, Francesca Mora,
Chiara Scotti, Camilla Rinetti, Martina Perez-Ilzarbe Ortiz, Amalia Diaz-Mauriño Perez
Hanno scritto dell’esperienza:
“...È stata un’esperienza difficile, però molto interssante, perchè è stata un’attività
nuova e divertente.
Abbiamo trovato insieme le idee per costruire la trama del capitolo cosa che, all’inizio,
sembrava così facile ma che poi, invece, è diventata piuttosto complicata perché,
facilmente, ci perdevamo nei particolari, trascurando la struttura del capitolo.
Abbiamo così capito che, quando si costruisce una storia, prima si deve pensare
a creare le sequenze della vicenda come traccia di lavoro e solo dopo possiamo
aggiungere tutti i particolari e arricchire la storia come vogliamo.
È stato anche importante scrivere insieme perché abbiamo scoperto tanti nuovi
meccanismi della lingua scritta e parlata e, soprattutto, la differenza tra parlare e
scrivere”.
APPENDICE
4. La delusione di Bigia
Direzione Didattica II Circolo M. S. Severino (SA) plesso San Vincenzo - gruppo
misto classi III B/C
Dirigente Scolastico
Laura Teodosio
Docente referente della Staffetta
Stefania Schiavi
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Saverio Memoli
Gli studenti/scrittori del gruppo misto classi III B/C
Alfonso Zampoli, Amodio Carpentieri, Angela Avallone, Antonio Leone, Carlo De
Leo, Francesca Scalero, Francesco Memoli, Francesco Pio Baldi, Giada Coppola,
Giovanni Formisano, Ilaria Perozziello, Lucia Coppola, Ludovica Tortora, Marco
Viviano, Maria Rosaria Sabrina Carratù, Mario Costabile, Miryam De Leo, Noemi
Santoriello, Raffaele Della Corte, Rita Noschese,Saggese Alessio, Simona Salvati,
Sofhie Albano, Stefano Palumbo, Vincenza Cesarano, Vittoria La Manna
I disegni sono stati realizzati da Mario Costabile III C, Sabrina Carratù III B
“...La staffetta mi è piaciuta moltissimo. Ci sono stati scherzi da non dimenticare per
tutta la vita”.
“La staffetta creativa è stata un’esperienza molto bella perché abbiamo
collaborato tutti insieme per la realizzazione del racconto”.
“Mi è piaciuto partecipare alla staffetta perché mi ha messo tanta allegria e poi
perché ho imparato a inventare storie. È Fantastica”.
“Lavorare a questa staffetta è stato meraviglioso perchè tutti abbiamo collaborato
nella realizzazione dell’avventura di Bigia”.
“Sono stato felice nello scrivere questa storia perchè ero spaventato in quanto
timido ma ora mi sento tranquillo”.
“Lavorare a questa storia mi è piaciuto moltissimo. Ho capito cosa significa essere
veri amici” “Mi è piaciuto molto inventare dei twitter brevi. Pulce Bigia”
“Questa esperienza è stata bellissima, ringrazio tutti ”.
APPENDICE
5. Incontri speciali…
Istituto Comprensivo II “Dati” Boscoreale (NA) plesso “Nicola De Prisco”- classi III A/B primaria
Dirigente Scolastico
Pasqualina Del Sorbo
Docente referente della Staffetta
Addolorata Aprea
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Maria Carmela Carillo, Maria Teresa Cirillo, Maria Antonietta D’Avino, Maria
Francesca Izzo
Gli studenti/scrittori della classi III A/B primaria
Antonietta Aiello, Alessandro Aquino, Vincenzo Benefatto, Alessia Bifulco, Santolo
Calvanese, Adriana Casciello, Arianna Casciello, Valentina Pia Cesarano,
Vincenzo Chierchia, Vitale Ciotola, Salvatore Citarella, Antonio Colonna, Annarita
Esposito, Carmen Galasso, Asia Longobardi, Alessandra Matrone, Alessia Mauriello,
Maria Francesca Mihalache, Antonietta Montuori, Roberta Montuori, Mirko Nappa,
Francesco Nastri, Vincenzo Pagano, Francesco Palumbo, Angela Pane, Luigi Perna,
Mariarca Pinto, Salvatore Polise, Anna Raimo, Anna Rosmarino, Antonella Scarfati,
Giusy Sorrentino, Flavia Verde, Daniele Ferdinando Vitiello
II disegno è stato realizzato da tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“...È la prima volta che i nostri alunni partecipano alla Staffetta di Scrittura Creativa e
ne sono stati entusiasti. Dapprima hanno ascoltato la lettura dei capitoli precedenti,
seguendo con interesse le vicissitudini della protagonista, comprendendo il suo
desiderio di amicizia, cogliendone il coraggio, l’intraprendenza e la volontà; hanno
poi elaborato semplici quadri di sintesi dei capitoli, soffermandosi, in particolare,
sui luoghi (Parigi li ha affascinati!) che abbiamo prima immaginato e poi...
approfondito con ricerche; divertiti dall’uso di diverse lingue, hanno voluto dare
anche loro il contributo, inserendo nella storia un personaggio spagnolo. Giacché
il gruppo era abbastanza numeroso, abbiamo deciso di fare una “staffetta nella
staffetta”, per cui un primo gruppo ha iniziato il capitolo ed un secondo lo ha
concluso. Insieme lo hanno rivisto, scelto il titolo e fatto i disegni. «Maestre,
continuiamo!» questo il loro commento finale”.
APPENDICE
6. Gli amici del Circus
Istituto Comprensivo di Castellabate – classi I/III A
Dirigente Scolastico
Luisa Sicignano
Docente referente della Staffetta
Stefania Sarluca
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Stefania Sarluca, Maria Grazia Bernardo
Gli studenti/scrittori della classi I/III A
Mattia Giovanni Franciulli, Noemi Marino, Marco Maurano, Nicoletti Elvira, Romina
Schiavo Francesca Spinelli, Sofia Spinelli, Melissa Trippa, Clara Cardullo, Armando
Carpinelli, Christian Carpinelli, Chiara Franciulli, Veronica Gatto, Emanuele Guida,
Claudio Simon Ionel, Angela Ippolito, Emilia Kristel Materazzi, Romina Nicoletti,
Pasquale Piccirillo, Anna Nicole Russo, Simone Schiavo, Chiara Spinelli
II disegno è stato realizzato dalla classe I A: Chiara Franciulli, Veronica Gatto
Hanno scritto dell’esperienza:
“...La partecipazione alla Staffetta è sempre un’emozione, un arricchimento e, in
particolare quest’anno, un divertimento e un’occasione per fare nuove scoperte. I
bambini della terza si sono prodigati in ricerche di notizie e di immagini relative al
tema dell’incipit e agli spunti offerti dagli scrittori dei capitoli precedenti. Gli alunni
della prima hanno atteso con ansia di sapere <come andava a finire per Bigia> e
il momento per esprimere la loro arte nelle illustrazioni. Il gruppo è stato allargato
dalle mamme di alcuni alunni, provenienti dai Paesi citati nel nostro racconto: sono
state coinvolte nella traduzione di alcune frasi nella loro lingua madre. Ci scusiamo
se la traduzione non è perfetta, soprattutto per il russo: l’alfabeto utilizzato non
è lo stesso in uso da noi e non siamo riusciti a riportarne i caratteri, ma solo la
pronuncia”.
APPENDICE
7. Arrivo in Spagna
Scuola Statale di Madrid – classe III B
Dirigente Scolastico
Cosimo Guarino
Docente referente della Staffetta
Marco Billa
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Maurizio Sestieri
Gli studenti/scrittori della classe III B
Alfonso Paula, Andriani Luna, Anglano Claudia, Ayo Fernando, Beltrame Michele,
Boschi Serena, Cassinelli Azzurra, Chiriatti Daniela, Colagreco Naira, Garcia Juan,
Lopez Ernesto, Marafioti Sofia, Matteu Irene, Olivares Alessandra, Ortega Inés, Rey
Davide, Salerno Marco, Sanchez Nicolás, Sanchez Daniel, Sinatti Diego, Val Bagli
Stefano, Verdasco Leonardo, Villanueva Jaime, Vita Daniel, Yañez Martina
II disegno è stato realizzato da tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“...È stata un’esperienza divertente, già è il nostro terzo anno e siamo felici di
partecipare a questa splendida iniziativa”.
APPENDICE
8. L’unione fa la forza
Istituto Comprensivo “G. Siani” Sant’Angelo a Cupolo (BN) plesso Calvi - classe III B
Dirigente Scolastico
Maria Luisa Fusco
Docente referente della Staffetta
Colomba Piccirillo
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Colomba Piccirillo
Gli studenti/scrittori della classe III B
Benedetta Barbato, Liliana Barbato, Benedetta Colella, Carmine D’Alessandro,
Mario Nikita De Nisco, Nicole Gagliardi, Giuliano Garofano, Maria Giuliano, Sara La
Frazia, Melania Pellino, Andrea Pepe, Mario Sateriale, Jacopo Servodidio, Marco
Tardio, Manuel Ciriaco Zampetti
II disegno è stato realizzato da tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“.. . Ci siamo divertiti molto a leggere le avventure di Bigia, una pulce molto
coraggiosa e desiderosa di fare nuove amicizie. E’ stato bello lavorare tutti insieme
per aiutare Bigia a far capire e a far conoscere il «mondo pulcesco» al feroce
cane Furia. Siamo impazienti di leggere i successivi capitoli per scoprire come gli
altri bambini proseguiranno il nostro lavoro. Vorremmo ripetere questa esperienza
per poterci confrontare con bambini della nostra età”.
APPENDICE
9. Mission impossible
Istituto Comprensivo Statale di Casapesenna – classe III C
Dirigente Scolastico
Angelina Iaiunese
Docente referente della Staffetta
Adriana Reccia
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Adriana Reccia
Gli studenti/scrittori della classe III C
Rosa Amato, Nicola Carmellino, Silvio Caterino, Martina Cavallo, Martina Cecoro,
Antonietta Cirillo, Doris Cirillo, Mario Coppola, Amedeo D’ Ambrosca, Francesca
Diana, Giuseppe Diana, Raffaele Diana, Desy Donciglio, Antonio Garofalo, Antonio
Giovanni Garofalo, Sendy Guerrini, Paolo Napoletano, Mario Nobis, Raffaella
Piccolo, Francesca Serao, Maria Pia Visone, Antonella Zagaria, Giovanni Zagaria.
II disegno è stato realizzato da: Francesca Diana, Francesca Serao
Hanno scritto dell’esperienza:
“. . . Scrivere il nono capitolo di questo libro è stata un’esperienza meravigliosa.
Ci siamo divertiti sia a leggere che a scrivere le avventure di Bigia. Abbiamo
imparato molte cose sulle pulci, sui paesi in cui è andata Bigia, ma soprattutto
abbiamo capito che con la forza di volontà possiamo riuscire a fare tutto ciò che
vogliamo, anche quando pensiamo che sia impossibile.
Grazie a voi e alla scuola per averci dato la possibilità di fare quest’esperienza.”
APPENDICE
10. Missione Sahara
33° Circolo Didattico di Napoli Scuola Primaria “Risorgimento”- classe III D
Dirigente Scolastico
Valeria Limongelli
Docente referente della Staffetta
Anna Russo
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Anna Russo
Gli studenti/scrittori della classe III D
Matteo Barile, Luca De Maio, Francesca Pia Di Gennaro, Matteo Di Lorenzo,
Fabiana Esposito, Alessia Fiorentino, Costantino Forlingieri, Vittoria Franzese,
Chiara Frenda, Antonio Manfredonia, Andrea Mazurkevych, Ylenia Papa, Giuseppe
Pellegrino, Fabrizio Pentagallo, Christian Piccirillo, Fabio Plata, Antonio Schioppa,
Gabriella Staffelli, Rita Vecchiariello, Adriana Velotti
II disegno è stato realizzato da Matteo Di Lorenzo
Hanno scritto dell’esperienza:
“.. . Grande successo per la Staffetta di Scrittura Creativa, i bambini si sono
appassionati alla lettura delle storie scritte dai loro coetanei e hanno atteso con
grande entusiasmo gli appuntamenti per ascoltare e leggere i successivi capitoli
stimolati dalla forte curiosità di conoscere l’evoluzione della storia. I racconti sono
piaciuti moltissimo sia per il tema della “Volontà” e sia per i personaggi inventati
e il loro viaggio alla ricerca di un luogo dove realizzare le loro potenzialità. La
Staffetta è stata un’esperienza istruttiva , ha stimolato in tutti il piacere di leggere,
ma soprattutto il piacere della scrittura. Gli alunni si sono divertiti a scrivere, hanno
espresso sensazioni e stati d’animo attraverso la parola ed immagini e hanno
utilizzato la libera fantasia. Sono contenta di aver partecipato con la mia classe
al progetto della Staffetta per l’esito positivo ottenuto, in tutto il percorso ho visti
gli alunni felici di imparare, motivati ad apprendere e disponibili a collaborare”.
INDICE
Incipit di GIANNI MICHELI .............................................................................. pag 17
Cap. 1 Il sogno fantasioso di Bigia .................................................................» 19
Cap. 2 Amici di viaggio ......................................................................................» 25
Cap. 3 L’isola magica ...........................................................................................» 31
Cap. 4 La delusione di Bigia ..............................................................................» 37
Cap. 5 Incontri speciali ........................................................................................» 43
Cap. 6 Gli amici del Circus .................................................................................» 49
Cap. 7 Arrivo in Spagna ......................................................................................» 55
Cap. 8 L’unione fa la forza ..................................................................................» 61
Cap. 9 Mission Impossible ...................................................................................» 69
Cap. 10 Missione Sahara ...................................................................................» 75
Appendici ..................................................................................................................» 84
Finito di stampare nel mese di aprile 2015
dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy
ISBN 978-88-6908-078-4