L`outlet va alla prova dopo la crisi Apre oggi a Cannes il Mapic

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L`outlet va alla prova dopo la crisi Apre oggi a Cannes il Mapic
ItaliaOggi
Numero 274, pag. 43 del 18/11/2009
Autore: di Enrico Sbandi
L'outlet va alla prova dopo la crisi
Apre oggi a Cannes il Mapic, salone internazionale dedicato all'edilizia per il commercio
Affitti in calo e nuove aperture: l'industria retail tenta la ripresa
Crisi e sostenibilità, ripresa e futuro. Apre il Mapic della ripresa. La più importante rassegna
internazionale dedicata agli immobili commerciali, il Mapic a Cannes da oggi a venerdì, è un
momento di confronto particolarmente significativo perchè è il primo salone immobiliare a
svolgersi con la recessione ormai alle spalle. L'appuntamento sarà determinante anche per mettere
a confronto domanda e offerta.
Lo scenario sul quale si confronteranno i grandi operatori dell'immobiliare e della finanza con i
top retailer internazionali presenta differenze non trascurabili rispetto a qualche anno fa.
L'elemento più significativo è diminuita la redditività delle locazioni degli immobili commerciali.
Le stime degli istituti di ricerca indicano una fascia d'oscillazione fra il punto e mezzo e i due
punti percentuali in meno. La minore liquidità disponibile sta determinando un riposizionamento
totale dell'offerta. Le tendenze indicano un rallentamento dei programmi di nuove aperture,
minore centralità delle grandi superfici destinate all'alimentare, verticalizzazione e
specializzazione dei centri, particolare attenzione all'ambiente ed alla sostenibilità, sia nell'offerta
che nella progettazione e nell'esecuzione delle strutture.
Dalle analisi di scenario formulate dalla sigla leader del settore, Jones Lang LaSalle spa (diffuse
nel JLL Italy Research Shopping Centre Report), dopo i record segnati dal 2008 per le aperture di
nuove superfici commerciali in Europa, i circa 23 milioni di metri quadri di Gla (l'acronimo sta
per Gross leasable area, superficie lorda affittabile) previsti come nuove realizzazioni nel biennio
2009-2010 subiranno inevitabili ritardi. Lo scorso anno in Europa furono completati, secondo il
rapporto JLL, oltre 300 centri commerciali, per un totale di 7,9 milioni di metri quadri. Entro fine
2010 gli sviluppi programmati dovrebbero vedere in testa per le nuove realizzazioni Turchia (3,7
milioni di mq), Italia (3,3 milioni di mq) e Russia (2,9 milioni di mq), con altri 6 Paesi, tra cui
Romania, Germania e Polonia, nei quali sono previsti incrementi superiori al milione di mq.
Non tutti questi programmi, tuttavia, a quanto prevede l'istituto, saranno portati a termine nei
modi e nei tempi programmati. In alcuni casi, sempre affrontando il discorso a livello europeo,
l'avvio di nuove gallerie commerciali lascia spazio ad ampliamenti di superfici già esistenti e,
soprattutto in Europa occidentale, al varo di progetti dalle dimensioni più contenute, inseriti in
contesti di riqualificazione urbana.
Più in generale, la parziale riduzione, in termini di superfici commerciali, di nuove realizzazioni
previste, cioè la differenza fra quanto progettato e quanto effettivamente realizzato, dovrebbe farsi
sentire, ma non in maniera particolarmente marcata rispetto a quanto già avvenuto nel recente
passato. Per fare degli esempi, Russia e Turchia, che sembrano oggi meno attraenti per gli
investitori che negli anni scorsi, senz'altro registreranno crescite meno rapide di quanto
programmato. Nell'Europa occidentale, JLL evidenzia il caso del Regno Unito, dove la mancata
realizzazione dei due terzi degli immobili commerciali in programma a tutto il 2009 ha scontato i
ritardi nella riqualificazione di alcuni importanti centri urbani, come Sheffield e Chester.
La spiegazione principale dei ritardi, oltre alla crisi di liquidità venutasi a determinare, viene dalla
recessione che, focalizzando l'analisi sulla zona euro, ha frenato il potenziale di crescita
economica con gli inevitabili riverberi sui consumi indotti dalla disoccupazione e dalla perdita del
potere d'acquisto. Questa spirale è andata a soffocare l'elevato rapporto fra rendimento e rischio
che aveva caratterizzato negli ultimi anni gli investimenti nell'immobiliare commerciale. Il clima
depresso dell'economia dei consumi determinato dalla perdita del potere d'acquisto delle famiglie
ha avuto riflessi, in alcuni casi (vedi Gran Bretagna e Spagna) anche molto bruschi,
sull'andamento delle grandi catene commerciali.
Cosa c'è da attendersi per l'immediato futuro? La parola d'ordine è riallineamento, a partire dal
tema dei canoni d'affitto, elemento nodale per determinare la validità degli investimenti in
immobili commerciali. In altre parole, c'è da attendersi un ribasso generalizzato dei canoni, con
previsioni che per alcune zone d'Europa come la Spagna, dove c'è eccesso d'offerta, non
escludono l'uscita dal mercato degli operatori che non riusciranno ad assorbire il colpo. A livello
europeo, l'Italia, soprattutto nelle sue location commerciali che gli esperti di Jones Lang LaSalle
definiscono «premium», riuscirà a tenere meglio dei diretti competitor.
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