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EDITORIA I «ribelli» riuniti in un sol libro di Moreno Macchi Ribelli! Ci è molto piaciuta l'idea di Cacucci (poco sappiamo di lui, e non è certo la quarta di copertina che ci aiuterà, visto che si limita a citare i numerosissimi titoli già pubblicati dall'autore nato nel 1955) di riunire in un piccolo (180 pagine) ma intenso volume le storie di una quindicina di ribelli di origini, tendenze ed epoche diverse. Dal vero Arsenio Lupin (tale Alexandre-Marius Jacob, un anarchico marsigliese che sfidò i ricchi borghesi e l'autorità e che ispirò l'eroe in frac di Maurice Leblanc ), al condottiero Jacinto Uc detto "Serpente Nero ", che lottò contro le forze d'occupazione spagnole che dissanguavano i territori Maya dello Yucatan, a Mimma (Irma Bandiera) eroina della resistenza italiana, che malgrado le infami e terribili torture inflittele non parlò e non denunciò i compagni partigiani, a Tupac Amaru, l'indio benestante che si oppose alla dittatura dei corregidores spagnoli in Perù, o ancora Nicola & Bart (i celebri Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti immortalati dal cinema nel film di Giuliano Montaldo e dalla ballata di Ennio Morricone interpretata dalla splendida Joan Baez), fino al celeberrimo Jim Morrison, lo scatenato, eccentrico, trasgressivo, marginalissimo e più che spregiudicato cantante dei mitici Doors, che per tutta la sua breve vita lottò gridando la libertà. Proprio tutti Ribelli! quindi; tutti controcorrente in un modo o nell'altro, tutti "contro" qualcosa, ma tutti mossi da una loro profonda verità, che li spinge a lottare per la parola, per la ragione, per la giustizia, per la loro terra, il loro popolo, per un'idea, per una filosofia, per la coerenza, per un'etica, o per qualsiasi altro scopo, con forza, con grande determinazione, con convinzione, e praticamente quasi sempre fino alla tortura e alla stessa morte. Quasi tutti i " ritratti " sono costruiti sullo stesso schema narrativo: breve presentazione del personaggio storico + biografia dettagliata (non la banale biografia da enciclopedia, ma quella che chiameremmo una "biografia critica, ragionata e ben scritta") + una conclusione/interpretazione personale di Cacucci delle gesta del ribelle di turno. Lettura piacevole - malgrado l'aspetto ripetitivo - che (ri)mette a fuoco questi particolari eroi popolari, magari dai più dimenticati e che non dovrebbero esserlo. PINO CACUCCI Ribelli! Universale Economica Feltrinelli È stata una vertigine L'autore non è certo alle prime armi. Il suo esordio è del 1990, ma ci era finora sfuggito. Lui è nato nel '51 ed ha già avuto un buon successo con numerosi romanzi, tra cui il più noto è certo Il coraggio del pettirosso. La storia di «È stata una vertigine» (di cui parliamo oggi) prende il via dalla scena di un film (ricordate Nuovo Cinema Paradiso? O allora Amarcord? Ecco, un cinema un po' così, con tanto di fumo di sigaretta che si perde nel fascio di luce della proiezione, movimenti di entrata e uscita, commenti ad alta voce, lacrime non velate...) e dalla colonna sonora del film in cui un illustre sconosciuto canta: ... è stata una vertigine tenerti stretta al cuor or ti dirò lasciandoti scusami, scusami ancor... Siamo dunque apparentemente negli anni cinquanta; il narratore assiste alla proiezione di detta pellicola (certamente melensa e strappalacrime come solo in quegli anni le sapevano fare...) con le 3 zie e i loro rispettivi corteggiatori e... piange a calde lacrime. Commosso dalla straziante scena d'amore e dal testo (allucinante! ndr) della canzone che non sentirà poi mai più. Nei successivi 12 "quadri" seguiamo le vicissitudini amorose, matrimoniali, divorzistiche, innamoramentali, abbandonistiche, paterne e/o adottive ed altre ancora della voce narrante. Situazioni davvero deliziosamente divertenti (la vecchia, enorme, gatta bianca costretta al celibato e i suoi slanci lussuriosi, la Polacca del piano di sotto che fuma in silenzio sul balcone in pieno inverno col cellulare in mano, la vicina pettegola - esattamente come ce la immaginiamo - coi sui brodini su cui galleggiano accusatrici carotine appuntite ad arte, il " coro " delle vedove scandalizzate dai comportamenti " immorali " del narratore che di scandaloso non hanno proprio nulla, ecc.).Ma anche situazioni a volte molto, molto "tenere". La lingua è spigliata e assai ricca, la costruzione del racconto di lineare proprio non ha niente e obbliga il lettore (ma è per lui un vero piacere !) a ricostruire mentalmente la cronologia degli avvenimenti, e a situare gli spezzoni nel tempo, quasi il racconto fosse una specie di puzzle. I personaggi sono a tutto tondo (deliziosa la scena dell'adulto che è costretto a guardar giocare la bambina immersa nel suo mondo fatato) e perfettamente credibili perché colti sul fatto. Tutti preziosi ingredienti per un romanzo che canta e incanta. Una vertigine! Effettivamente. MAURIZIO MAGGIANI È stata una vertigine Universale Economica Feltrinelli il dialogo 5/07 17