Il Finanziere - dicembre 2012 - Consiglio Nazionale Anticontraffazione
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Il Finanziere - dicembre 2012 - Consiglio Nazionale Anticontraffazione
REPORTER INSIEME CONTRO L’INDUSTRIA DEL FALSO IL 19 NOVEMBRE 2012 SI SONO SVOLTI A MILANO I PRIMI STATI GENERALI DELLA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE. PRESENTATO IL PIANO STRATEGICO NAZIONALE DI CONTRASTO AL FENOMENO I n questa giornata – cui hanno partecipato più di 500 rappresentanti delle amministrazioni pubbliche centrali e locali, delle associazioni produttive e dei consumatori, delle forze dell’ordine, nonché imprenditori e consulenti in materia di proprietà intellettuale – il “Sistema Italia” ha condiviso con gli attori del settore gli indirizzi che orienteranno il lavoro futuro nel contrasto al fenomeno. La condivisione rappresenta certamente un elemento essenziale ed imprescindibile per affrontare un fenomeno molto complesso e sfaccettato che: – si concretizza in condotte e comportamenti penalmente rilevanti, sempre 54 più sotto forma di criminalità organizzata, che ne trae rilevanti profitti, e con intime connessioni con tante altre forme di illegalità economicofinanziaria (evasione fiscale, lavoro nero, sicurezza sul lavoro, sfruttamento dell’immigrazione clandestina, abusivismo commerciale, ecc.); – è aumentato in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni, espandendosi dal tradizionale settore dei beni dell’alta moda e del lusso, per invadere ogni settore commerciale, anche quelli dei prodotti di uso più comune; – presenta importantissimi risvolti sotto il profilo della tutela della salute e dei consumatori, perché quasi sem- pre “prodotto contraffatto” fa rima con “prodotto insicuro o pericoloso”; – ha profonde implicazioni di natura sociale e comportamentale dei consumatori, che debbono essere affrontati dalla più ampia visuale dell’educazione alla legalità. Dopo aver dedicato la sezione “In Vetrina” del numero di ottobre al resoconto dell’attività operativa del Corpo nella lotta alla contraffazione, queste pagine offrono ora, all’indomani degli Stati Generali della Lotta alla Contraffazione, una serie di approfondimenti mirati sugli aspetti più significativi del particolare fenomeno sulle misure per affrontarlo nel migliore di modi. ■ i L F I N A N ZI E R E / / d i c e m bre 201 2 UN PIANO NAZIONALE DI LOTTA NECESSARIO FAR CONVERGERE LE RISORSE UMANE, COGNITIVE E FINANZIARIE PER INDEBOLIRE LA FALSIFICAZIONE INDUSTRIALE. LE BEST PRACTICE DELLA GUARDIA DI FINANZA PUNTO DI RIFERIMENTO IN ITALIA E IN EUROPA L a contraffazione è un’emergenza che compromette lo sviluppo del nostro Paese. Per questo ho concepito e fortemente voluto riunire gli Stati Generali Lotta alla Contraffazione, rafforzandone il significato simbolico attraverso lo slogan “Uniti nella lotta alla contraffazione”. Perché solo con una visione unitaria, a cui certamente contribuisce in modo determinante la Guardia di Finanza, possiamo opporre alla contraffazione una forza coerente alla minaccia che rappresenta. Solo mettendo a fuoco i diversi fronti di emergenza del fenomeno – che il Consiglio ha chiamato macro-priorità – e solo facendo convergere su di essi le risorse – umane, cognitive e finanziarie – al di là degli interessi particolari, sarà possibile pensare realisticamente di indebolire il fenomeno. Consideriamo questi fronti di lotta. L’enforcement e il rafforzamento del presidio territoriale, a cui negli Stati Generali è stato dedicato un panel che ha visto la qualificata partecipazione del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. Saverio Capolupo e del Capo del III Reparto Operazioni del Comando Generale, il Gen. Bruno Buratti, sono le vere sfide. È infatti nella capillare applicazione delle leggi che già ci sono (e sono buone, anche se perfettibili) che si combatte la contraffazione, dando un preciso segnale e una chiara evidenza dell’impegno dello Stato su questi fronti, sia alle imprese, che non devono sentirsi sole i L F INA NZIERE//dic e m bre 2 0 12 di DANIELA MAININI Presidente del CNAC a contrastare il fenomeno, sia ai cittadini-consumatori, di cui occorre tutelare salute e sicurezza. Un plauso alla Guardia di Finanza, che fa un notevolissimo lavoro in tal senso, dimostrato anche dalle best practice realizzate dal Corpo, inserite nel Piano Nazionale Anticontraffazione. Sui consumatori e soprattutto sui giovani l’opera di informazione e di educazione deve essere continua, non solo per renderli più accorti e consapevoli dei danni della contraffazione, ma anche per recuperare quella mancanza di conoscenza del significato e del ruolo della proprietà intellettuale, che nei giovani costituisce un vero e proprio vuoto di educazione, anche alimentato da internet e dalla convinzione che nel mondo digitale il rispetto della proprietà intellettuale non debba esistere. La contraffazione via internet è, così, un altro dei fronti, delle macro-priorità, verso cui il Consiglio ha rivolto la propria attenzione e indicato indirizzi di azione, trovando allo stesso tempo un giusto equilibrio tra gli interessi dei fornitori di connettività, i gestori dei contenuti e i titolari dei diritti. Il sostegno alle imprese deve essere costante e concreto. Non solo per rispondere ai bisogni di formazione in merito agli strumenti di tutela della proprietà intellettuale e ai soggetti che forniscono supporto alle imprese per la tutela, ma altresì per far comprendere loro l’importanza strategica della proprietà intellettuale a sostegno delle loro politiche di internazionalizzazione, di innovazione di prodotto o di processo, di incremento del valore economico dell’azienda. Importante questo anche per tutelare il sistema imprenditoriale che rappresenta il Made in Italy, che va difeso da fenomeni di usurpazione all’estero, allo scopo di preservare e valorizzare efficacemente la creatività, la qualità e l’unicità italiane. Di tutto ciò si è parlato agli Stati Generali, non certo in funzione autocelebrativa, ma anche per dire ciò che occorre a livello politico per combattere più efficacemente la contraffazione: una visione più decisa della proprietà intellettuale e risorse più coerenti con la portata delle sfide e degli obiettivi. La crisi non deve certo farci retrocedere su posizioni di retroguardia nella lotta alla contraffazione. è in gioco la competitività del nostro Paese, è in gioco la possibilità di consegnare ai nostri figli un’Italia più forte sul piano civile ed economico a livello europeo e internazionale. Il Piano strategico Nazionale Anticontraffazione presentato agli Stati Generali del 19 novembre, frutto del lavoro svolto da tutti i soggetti coinvolti nel Consiglio Nazionale con grande entusiasmo e impegno, e con una visione che non è appannata dai successi, indica chiaramente qual è la direzione da prendere in questa importante battaglia di legalità. Un sentito ringraziamento all’operato delle Forze dell’Ordine e in particolare alla Guardia di Finanza per il grande supporto fornito al Consiglio Nazionale Anticontraffazione. ■ 55 Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria “O ltre a danneggiare l’industria e le imprese, questo fenomeno ha causato – e continua a causare – la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro in Europa. È una vera piaga per la nostra economia, perché compromette gli sforzi per l’innovazione e per il rilancio della crescita e della competitività. La lotta alla contraffazione riguarda tutti: Unione europea, Stati membri, forze dell’ordine, aziende, lavoratori e consumatori. Oltre a saccheggiare il know-how e il potenziale commerciale dei prodotti autentici e originali, le merci contraffatte comportano anche – di frequente – gravi rischi per la salute e la sicurezza. Contraffazione significa, infatti, scarsa qualità e pericolosità. Ecco perché è essenziale riconoscere un ruolo centrale alla vigilanza di mercato anche a tutela dei consumatori, oltre che delle imprese produttrici. Secondo dati recenti, a livello mondiale sono già in circolazione beni contraffatti per 600 miliardi di dollari. E si stima che questo dato raddoppierà nel 2015. Questo fenomeno è divenuto un problema di natura “sistemica”. Le violazioni della proprietà intellettuale e industriale portano una concreta e seria minaccia alla crescita e alla stabilità economica di tutti gli Stati membri. Il mercato interno europeo – questa grande conquista di cui quest’anno celebriamo il ventennale – continua tuttavia ad esporre troppo il proprio “fianco” ai contraffattori. I falsari approfittano, infatti, delle nostre tutele diseguali – non armonizzate tra un Paese e l’altro – in materia di protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Farò ricorso a una metafora calcistica. Abbiamo 27 portieri (e ogni portiere rappresenta la dogana di ogni singolo Stato membro). Con il sistema attuale: basta prendere GOL in una qualsiasi delle 27 porte… per prendere GOL dappertutto nel mercato interno. È inutile avere 20 campioni in porta come Buffon, se poi gli affianchiamo altri 7 “titolari” di livello dilettantistico. Colgo l’occasione per felicitarmi con la Guardia di Finanza che – anche nel 2011, come ci ha illustrato il Comandante del Gruppo GDF anticontraffazione – ha realizzato oltre il 90% delle confische a livello UE. Oltre all’eccellente lavoro della Guardia di Finanza, l’Italia è all’avanguardia anche negli strumenti normativi, rispetto a gran parte degli altri Paesi membri. Infatti, va sottolineato che la maggior parte delle merci contraffatte vengono immes- se o prodotte nei Paesi meno efficienti nella lotta alla contraffazione e alla pirateria. A maggior ragione occorre, quindi, unire le forze per raggiungere un livello uniforme di controllo. Elevare, ovunque, qualità e quantità dei controlli. Le normative europee ci sono. È dalla fine degli anni ‘90 che la Commissione si occupa di questo problema in maniera approfondita. L’Europa si è dotata nel 2008 di un nuovo quadro legislativo per la sorveglianza del mercato, della cui attuazione sono responsabile ….. L’Italia vanta risultati d’eccellenza ed è un modello per l’Europa nel campo dell’anti-contraffazione. Invito, pertanto, la Guardia di Finanza a condividere le sue buone pratiche, anche attraverso l’organizzazione di appositi seminari e riunioni d’informazione […]. Stiamo proponendo nuovi atti legislativi per rafforzare ulteriormente la vigilanza. Dovremo impegnarci, insieme, per perfezionare e realizzare queste iniziative […]. La Commissione resta in prima linea nella difesa dell’elevata qualità e sicurezza dei prodotti europei. È questo il miglior modo per salvare decine di migliaia di posti di lavoro.” (Dall’intervento agli “Stati Generali”) MODELLO PADOVA A Padova, sotto l’egida della locale Prefettura, le Forze di polizia (nazionali e municipali della Provincia), le Istituzioni pubbliche (nazionali, locali, sanitarie, accademiche, scientifiche, ecc.), le associazioni di categoria del mondo imprenditoriale e del commercio, così come dei consumatori, hanno deciso di unire i loro sforzi e di coordinarsi in modo strutturato e sistematico. Il tutto è stato formalizzato in un Protocollo d’intesa, proficuo contributo nella lotta alla contraffazione e al commercio illegale di prodotti pericolosi: un esempio positivo che ben presto è diventato il c.d. “Modello Padova”. L’idea di base del progetto riposa sull’organizzazione e la velocizzare degli scambi di informazioni fra tutte le componenti dell’anticontraffazione, in modo tale da aumentare l’efficacia e la rapidità dei controlli, oltre che sviluppare in modo siste56 matico e coordinato tutte le altre azioni che completano o accompagnano le funzioni di tipo investigativo-repressive. Alla Guardia di Finanza è stata affidata la “cabina di regia” del progetto, che non è solo una funzione ma anche una vera e propria “unità” che, collocata nell’ambito della sala operativa del Comando Provinciale di Padova, funge da “collettore” delle informazioni e delle segnalazioni, che vengono processate in tempo reale, analizzate e trasformate in “decisioni operative”. Vengono poi gestite le fasi successive agli interventi e ai sequestri di merci contraffatte e/o pericolose, coinvolgendo di volta in volta: – la Camera di Commercio, per l’utilizzo delle strumentazioni e del know-how necessario all’esecuzione, ove possibile, di approfondimenti tecnici sulle merci sequestrate; – le Aziende Sanitarie Locali e l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale, al fine di stabilire, in particolare, se siano pericolosi per la salute umana e valutare l’eventuale opportunità/necessità di allertare le altre Autorità competenti (anche comunitarie) e/o proporre misure più drastiche, quale il ritiro del bene dal mercato su tutto il territorio nazionale; – l’Università e il mondo accademico, non solo per il contributo scientifico e tecnico, ma anche per l’ausilio ai servizi di interpretariato e traduzione degli atti e dei testi, se i soggetti coinvolti siano di nazionalità straniera. Nell’ottica di favorire la prevenzione attraverso comportamenti sociali più virtuosi, sono state organizzate anche campagne di informazione ed educazione alla legalità. Analoghe iniziative sono state avviate anche a Milano, Cagliari e Bari. i L F I N A N ZI E R E / / d i c e m bre 201 2 | Siac, un nuovo sistema informativo anticontraffazione | IL SIAC È CON NOI È UNA PIATTAFORMA TECNOLOGICA CHE PERMETTERÀ IL DIALOGO TRA FORZE DI POLIZIA, ISTITUZIONI, IMPRESE E CONSUMATORI. LA RACCOLTA DATI ASSICURATA DALLA DIREZIONE CENTRALE DI POLIZIA CRIMINALE. UN TEAM DI FINANZIERI IN SALA OPERATIVA S e il motto “uniti nella lotta alla contraffazione” rappresenta il cuore e la sintesi dei messaggi lanciati dagli Stati Generali della lotta alla contraffazione, allora il SIAC ne rappresenta un primo esempio di concreta attuazione. SIAC è l’acronimo di “Sistema Informativo Anti Contraffazione”, un sistema informativo che costituirà un punto di riferimento nel panorama della lotta alla contraffazione, che accumunerà le Forze di Polizia (nazionali e locali), le altre componenti istituzionali a vario titolo impegnate a fronteggiare tale fenomeno illecito, il mondo imprenditoriale interessato a tutelare i propri diritti di proprietà industriale e finanche i consumatori. L’iniziativa, avviata e finanziata nell’ambito del Piano Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo 2007/2013” del Ministero dell’Interno, è in avanzata fase di realizzazione, tanto che i vari applicativi informatici saranno progressivamente resi operativi a partire dal mese di gennaio 2013, per una prima fase di funzionamento sperimentale di qualche mese, prima del definitivo avvio operativo “a regime”. Secondo la sua denominazione ufficiale, il SIAC è una “piattaforma tecnologica integrata e distribuita, concepita per le supportare attività di analisi e controllo in tema di contrasto e lotta alla contraffazione, in ambiente di interoperabilità”, definizione che riunisce tutti gli aspetti fondamentali di questa progettualità: il SIAC, infatti, è costituito da una serie di applicativi informatici concepiti per facilitare il collegamento e lo scambio di informazioni fra tutte le diverse anime dell’anticontraffazione, sfruttando le più moderne opportunità offerte dalla telematica. i L F INA NZIERE//dic e m bre 2 0 12 Il primo di questi applicativi è un sito web che fornirà un quadro della situazione sistematicamente aggiornato sull’azione delle Forze di Polizia e degli altri organismi di controllo nel contrasto dell’“industria del falso”, mettendo a disposizione dell’utenza anche indicazioni e consigli pratici per evitare di acquistare prodotti contraffatti o pericolosi. Attraverso questa funzionalità, inoltre, i titolari delle privative industriali e intellettuali potranno dialogare con le Forze di Polizia e collaborare attivamente alla loro azione di prevenzione e contrasto, mediante l’invio di elementi informativi sui propri prodotti colpiti da condotte di contraffazione (immagini, schede tecniche, perizie, consulenze specialistiche, etc.), tutti elementi che il SIAC renderà di pronta e facile consultazione per gli organi di controllo operanti sul campo. Una specifica piattaforma informatica, gestita dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, sarà invece riservata alla raccolta di dati statistici sui risultati conseguiti da tutte le Forze di Polizia (comprese le Polizie Municipali) in materia id contraffazione e abusivismo commerciale. Le informazioni verranno raccolte telematicamente sulla base di innovative modalità di alimentazione e strutturazione dei dati, in modo tale da garantire omogeneità negli elementi raccolti e dunque, in prospettiva, migliori capacità di analisi del complesso fenomeno della contraffazione e accresciuta qualità dei dati che confluiscono nella banca-dati IPERICO della Direzione Generale “Lotta alla contraffazione” del Ministero dello Sviluppo Economico. Il progetto prevede anche la creazione di un apposito applicativo che consentirà una più mirata azione di contrasto alla contraffazione sulla rete internet, che ormai costituisce a tutti gli effetti la nuova frontiera dell’ “industria del falso”. Il SIAC non sarà però solo uno strumento informatico, e sarebbe assai riduttivo guardare a questo sistema come ad una serie di diaboliche macchine informatiche che macinano e sfornano dato in continuazione. Il SIAC, infatti, sarà prima di tutto un team di finanzieri dedicati a tempo pieno ad attività di analisi e supporto operativo nella lotta alla contraffazione, in linea di continuità con la certosina azione di studio e analisi che da anni viene assicurata dal Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza. Grazie a questo innovativo progetto, tuttavia, questo Nucleo Speciale potrà presto contare anche su una nuovissima e moderna sede in fase di allestimento presso il polo addestrativo della Legione Allievi di Bari: una sorta di “sala operativa” del SIAC, concepita per combinare le potenzialità offerte dalle più moderne tecnologie con un ambiente ottimale per l’assolvimento delle (ancora) insostituibili funzioni umane di “lettura” dei dati, di analisi delle informazioni e di interrelazione con gli altri interlocutori dell’anticontraffazione, nazionali e internazionali. ■ 57 | I prodotti contraffatti venduti maggiormente sul web | IL FALSO VERO NEL MONDO VIRTUALE LA NUOVA FRONTIERA DEI PRODOTTI TAROCCATI È INTERNET, DOVE L’ASSENZA DI CONTATTO DÀ L’ILLUSIONE DI IMPUNITÀ. I REPARTI DELLA GUARDIA DI FINANZA HANNO PORTATO A TERMINE OLTRE SEICENTO OPERAZIONI a sempre più generalizzata diffusione di Internet e delle tecnologie digitali hanno inciso profondamente anche sulle caratteristiche del mercato dei beni e dei servizi, trasformandone in maniera determinante la struttura. La notevole diffusione del commercio elettronico può essere ricondotta principalmente al superamento dell’elemento spaziale fisicamente inteso, avendo come mercato di riferimento il mondo intero, la velocità di scambio e trasferimento di dati e informazioni che caratterizzano il mondo virtuale dell’elettronica. Alla proiezione sulla piattaforma Internet degli scambi commerciali tipici dell’economia legale, tuttavia, si è accompagnato in maniera inevitabile l’interesse della criminalità economica che ha intravisto e prontamente sfruttato le enormi potenzialità di profitto offerte dalla rete. Le evidenze investigative degli ultimi anni permettono di affermare, senza tema di smentita, che il web può essere considerato a buon diritto la nuova frontiera della contraffazione. Il “filtro” del monitor, infatti, facendo venir tanto il contatto diretto tra venditore e cliente quanto quello con la merce, crea un rapporto commerciale virtuale, nel quale entrambe le parti “sfruttano” a loro vantaggio il fatto di essere (o meglio, di credersi) anonimi o comunque irriconoscibili, e così: – il “contraffattore” ha buon gioco a presentare se stesso e i suoi prodotti per quello che non sono, sfruttando a tal fine anche vere e proprie reti di vendita formate da decine e decine di siti che non presentano alcun legame tra loro, forte del fatto che tanto poi chi ti viene a cercare per reclamare o per restituirti il “tarocco”; – l’acquirente si illude di fare il grande affare, trovando con facilità e a basso costo quello stesso prodotto che 58 Waldhaeusl/Ag.sintesi L al negozio sotto casa pagherebbe il doppio o il triplo, con l’ulteriore vantaggio di non doverci mettere la faccia nell’andare ad acquistare dal venditore di strada. Non è da considerarsi un caso, dunque, se molto spesso nella rete dei controlli sono incappate persone “insospettabili”, quali casalinghe, studenti o impiegati che, per “arrotondare”, hanno pensato di sfruttare il web per mettere su veri e propri canali di compravendita di prodotti falsi, sfruttando anche i sempre più diffusi siti d’asta o i vari portali tematici che fungono da negozi virtuali. Sul versante della risposta repressiva, al pari di tutte le altre tipologie di commerci illeciti veicolati via web, non è certamente agevole perseguire la contraffazione on line. Il fatto, più che notorio, di appoggiare la propria attività su server situati all’estero, infatti, non è che il primo degli accorgimenti utilizzati dai “tipici commercianti del falso” per eludere i dispositivi di controllo nazionale, cui vanno sommati ben altri espedienti come le false identità, la creazione di imprese di facciata, l’estrema volatilità di attività che muoiono e rinascono in continuazione, cambiando di volta in volta l’identità, fino ad arrivare alla delocalizzazione delle consegne o all’utilizzo di falsi destinatari delle spedizioni. Ciononostante, negli ultimi anni, i Reparti della Guardia di Finanza hanno portato a termine oltre seicento operazioni a contrasto del commercio elettronico di prodotti contraffatti o insicuri, che sono sfociate nell’adozione di provvedimenti giudiziari per oscurare o comunque per impedire, a partire dal territorio italiano, l’accesso ad un centinaio di siti-web. I prodotti contraffatti maggiormente venduti sul web continuano ad essere quelli dell’alta moda, dell’abbigliamento e dei relativi accessori in senso lato, dalle scarpe agli occhiali, dagli orologi alla pelletteria. E siccome il mercato virtuale “riproduce fedelmente” anche i vizi del mercato vero, pure sulla rete internet si assiste ad un preoccupante aumento nell’offerta di prodotti contraffatti che sono al tempo stesso pericolosi o insicuri per gli acquirenti, fino al punto di poterne mettere a repentaglio la salute e l’incolumità: se in questi casi il pensiero va con immediatezza ai prodotti agro-alimentari o ai farmaci, non meno pericolosi possono risultare gli effetti indotti da cosmetici irritanti, da pennarelli tossici o da ricambi meccanici non adeguatamente performanti. i L F I N A N ZI E R E / / d i c e m bre 201 2 IL RAPPORTO CENSIS Q IL GIRO DI AFFARI DELLA CONTRAFFAZIONE IN ITALIA È DI CIRCA SETTE MILIARDI: ALLE CASSE DELLO STATO SONO SOTTRATTI PIÙ DI QUATTRO MILIARDI E MEZZO ED AL SISTEMA INDUSTRIALE 110 MILA POSTI DI LAVORO ualsiasi politica pubblica tesa al recupero della legalità e al conseguente impulso allo sviluppo dell’economia deve fondarsi su basi conoscitive certe. In tal senso, l’intensa attività di analisi e studio condotta dalla Direzione generale Lotta alla contraffazione – Ufficio italiano brevetti e marchi (DGLC-UIBM) del Ministero dello Sviluppo Economico intende offrire al decisore politico informazioni scientificamente fondate, utili anche per stimolare il dibattito culturale e orientare correttamente le attività di comunicazione al grande pubblico. Tra le varie direttrici di ricerca avviate e realizzate, un’analisi di particolare rilievo e pregio è quella frutto della collaborazione tra la DGLC-UIBM e la Fondazione Censis, sostanziatasi nella recente pubblicazione “Dimensioni, caratteristiche e approfondimenti sulla contraffazione – Rapporto finale”. Lo studio vuole dare un valore in termini di impatto sul sistema Paese alla contraffazione, aggiornando le stime già realizzate nel 2009. Nel dare così continuità alla ricerca, al contempo perfezionandola nell’approccio metodologico, sono stati anche realizzati focus settoriali su importanti settori produttivi del Made in Italy (pelletteria e calzature, cosmetici e design) e un approfondimento sulla propensione all’acquisto di prodotti contraffatti da parte dei consumatori, indagando sulle relative motivazioni personali. Dalle stime realizzate, il fatturato complessivo della contraffazione, corrispondente alla spesa dei nostri consumatori a favore di tale mercato illecito, nel nostro Paese è pari a 6,9 miliardi di euro; qualora il mercato del falso fosse ricondotto completamente nell’ambito della legalità avremmo potuto creare nuove occasioni lavorative per 110.000 persone e avremmo assicurato alle casse dello i L F INA NZIERE//dic e m bre 2 0 12 Stato 4 miliardi e 620 milioni di euro in più, tra imposte dirette e indirette. Alla crescente diversificazione delle merci si accompagna anche una moltiplicazione dei canali di vendita di prodotti contraffatti: oltre alle bancarelle, ai negozi e ai venditori ambulanti continua ad affermarsi anche in Italia la rete Internet, attraverso l’e-commerce e le aste on line. Di qui, sempre più con forza emerge la necessità di riavviare il confronto tra tutti i soggetti interessati, al fine di trovare un necessario punto di equilibrio tra libertà e sviluppo della rete, anche in senso commerciale, e tutela dei diritti. Una sfida quanto mai ambiziosa, fatta a volte di frustranti ma necessari tentativi di revisione dell’apparato normativo esistente, che può ricondurre addirittura a ripensare le categorie stesse del diritto industriale e della proprietà intellettuale, ma che tuttavia non possiamo permetterci di ignorare se vogliamo garantire uno sviluppo sano alla nostra economia. Infine, giova evidenziare un altro aspetto – di portata estremamente “innovativa”, quanto meno rispetto al comune sentire – di una delle risultanze emerse dallo studio, e cioè l’andamento ciclico, anche se meno che proporzionale, del mercato del contraffatto rispetto a quello legale nell’ambito del contesto di recessione economica degli ultimi anni. A questa attività di ricerca la DGLCUIBM si propone per il futuro di dare periodicità biennale, affiancandola così alle analisi sui sequestri della banca dati IPERICO, alle survey sui consumatori e le imprese e alla raccolta di informazioni sul coinvolgimento del crimine organizzato, in sinergia con UNICRI, istituto specializzato delle Nazioni Unite. In tal modo, la Direzione generale costituirà un vero e proprio “Osservatorio Nazionale sulla Contraffazione”, non come attività di ricerca fine a se stessa ma propedeutica all’azione, cioè al contrasto della contraffazione quale fenomeno criminale gravemente invalidante per ogni moderna economia. ■ 59 | Sensibilizzare il mondo scolastico sui temi della contraffazione | LE IDEE NON SI RUBANO IL CONTRASTO ALLA FALSIFICAZIONE NON SI ESAURISCE CON L’INTERVENTO DELLE FORZE DELL’ORDINE. OCCORRE UN RADICALE MUTAMENTO DELLA CULTURA DEI CONSUMATORI. CREATIVITÀ NON FA RIMA CON CRIMINALITÀ. IL DANNO ALL’ECONOMIA LEGALE È INCALCOLABILE I l consumatore potrebbe essere definito vittima ma allo stesso tempo è anche carnefice di se stesso. Il mercato della contraffazione è ovviamente alimentato dalla presenza di una domanda consistente da parte dei consumatori. Acquirenti troppo spesso indifferenti al fatto di compiere un atto illecito, convinti di fare un “affare”, soddisfatti di entrare in possesso dell’oggetto desiderato senza dover pagare prezzi troppo alti. La soddisfazione accomuna i consumatori senza eccezione: per essere riusciti a scovare quello che cercavano, per essersi imbattuti in qualcosa di piacevole, per aver fatto un affare, per aver speso poco. Soprattutto, non si pensa di aver commesso un atto riprovevole. L’avventore non percepisce il danno che si crea all’economia del Paese ed alle aziende produttrici. Manca una visione d’insieme del fenomeno ed una piena conoscenza di quali siano le reali conseguenze del proprio agire. Oggi si falsifica di tutto: dalle viti ai giocattoli, dai cosmetici ai farmaci, ai prodotti alimentari; in molti casi è in gioco la salute, ma il cittadino comune sembra non curarsene. Uno dei pochi argomenti rispetto ai quali i consumatori mostrano di avere una certa sensibilità risulta essere il ruolo della criminalità organizzata su tutta la filiera: per questo motivo, accanto alle insostituibili azioni repressive e sanzionatorie, è opportuno garantire un’adeguata informazione, rivolta soprattutto ai giovani, che metta in luce tale aspetto criminale del fenomeno. i L F INA NZIERE//dic e m bre 2 0 12 RETE UE DI PROTEZIONE DEI MARCHI L’ UAMI – Ufficio per l’Armonizzazione nel mercato interno – è l’Agenzia europea, con sede in Spagna, che si occupa della promozione e gestione dei sistemi di registrazione del marchio comunitario, del disegno industriale e del modello comunitario. In tale ambito, da settembre è stato avviato l’Osservatorio per la lotta alle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, a conferma del ruolo crescente dell’UAMI nel panorama della tutela e promozione della proprietà industriale in sede UE. Si tratta di una iniziativa cui la DGLC-UIBM partecipa attivamente, tenuto conto che la politica di enforcement e di lotta alla contraffazione è prioritaria per il Ministero dello Sviluppo economico. La DGLC-UIBM è coinvolta in ambito UAMI in vari progetti di cooperazione che mirano a creare una rete europea dei marchi e dei disegni tra i 27 Stati mem- Recentemente il Ministro dello Sviluppo Economico – Corrado Passera, e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Francesco Profumo, hanno siglato un protocollo d’intesa, di durata biennale, totalmente finalizzato alla sensibilizzazione del mondo scolastico proprio sui temi della tutela della proprietà industriale e lotta alla contraffazione. Accrescere la consapevolezza del valore della creatività come leva per il progresso e bri. L’Italia nel 2012 si colloca al quarto posto in graduatoria nella classifica dei Paesi Top 25 per i marchi comunitari registrati e al secondo posto tra i Paesi Ue per i depositi di modelli e disegni comunitari. La performance italiana è pertanto tra le migliori, nonostante la difficile situazione economica e finanziaria degli ultimi anni. Il Consiglio di Amministrazione dell’UAMI all’unanimità ha individuato nel Direttore generale dell’UIBM, Avv. Loredana Gulino, il Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione per il triennio 2012-2014 con decorrenza dallo scorso 15 novembre. Tale ruolo offrirà una ulteriore opportunità all’attuale Governo per rafforzare la propria rappresentatività e la sua voce nello scenario europeo, ed altresì attesta il riconoscimento dei risultati fin qui conseguiti dal MSE in materia di proprietà industriale. lo sviluppo, mettere in luce gli effetti negativi delle attività di contraffazione quale ostacolo alla creatività e una fonte di attività criminale, diffonderà tra i ragazzi un approccio più consapevole alla conoscenza scientifica e alla cultura brevettuale. Le generazioni del futuro, le classi dirigenziali del futuro, i consumatori del futuro impareranno che contraffazione significa furto di un’idea ed è alla stessa stregua di un furto di un oggetto. ■ 61