Il Finanziere - dicembre 2012 - Consiglio Nazionale Anticontraffazione

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Il Finanziere - dicembre 2012 - Consiglio Nazionale Anticontraffazione
REPORTER
INSIEME CONTRO
L’INDUSTRIA DEL FALSO
IL 19 NOVEMBRE 2012 SI SONO SVOLTI A MILANO I PRIMI STATI GENERALI
DELLA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE. PRESENTATO IL PIANO STRATEGICO NAZIONALE
DI CONTRASTO AL FENOMENO
I
n questa giornata – cui
hanno partecipato più di
500 rappresentanti delle
amministrazioni pubbliche
centrali e locali, delle associazioni produttive e dei consumatori, delle forze
dell’ordine, nonché imprenditori e consulenti in materia di proprietà intellettuale – il “Sistema Italia” ha condiviso
con gli attori del settore gli indirizzi che
orienteranno il lavoro futuro nel contrasto al fenomeno.
La condivisione rappresenta certamente un elemento essenziale ed imprescindibile per affrontare un fenomeno
molto complesso e sfaccettato che:
– si concretizza in condotte e comportamenti penalmente rilevanti, sempre
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più sotto forma di criminalità organizzata, che ne trae rilevanti profitti,
e con intime connessioni con tante
altre forme di illegalità economicofinanziaria (evasione fiscale, lavoro
nero, sicurezza sul lavoro, sfruttamento dell’immigrazione clandestina, abusivismo commerciale, ecc.);
– è aumentato in modo esponenziale
nel corso degli ultimi anni, espandendosi dal tradizionale settore dei
beni dell’alta moda e del lusso, per
invadere ogni settore commerciale,
anche quelli dei prodotti di uso più
comune;
– presenta importantissimi risvolti sotto il profilo della tutela della salute e
dei consumatori, perché quasi sem-
pre “prodotto contraffatto” fa rima
con “prodotto insicuro o pericoloso”;
– ha profonde implicazioni di natura sociale e comportamentale dei
consumatori, che debbono essere
affrontati dalla più ampia visuale
dell’educazione alla legalità.
Dopo aver dedicato la sezione “In
Vetrina” del numero di ottobre al resoconto dell’attività operativa del Corpo
nella lotta alla contraffazione, queste
pagine offrono ora, all’indomani degli
Stati Generali della Lotta alla Contraffazione, una serie di approfondimenti
mirati sugli aspetti più significativi del
particolare fenomeno sulle misure per
affrontarlo nel migliore di modi. ■
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UN PIANO
NAZIONALE DI LOTTA
NECESSARIO FAR CONVERGERE LE RISORSE UMANE, COGNITIVE E FINANZIARIE
PER INDEBOLIRE LA FALSIFICAZIONE INDUSTRIALE.
LE BEST PRACTICE DELLA GUARDIA DI FINANZA PUNTO DI RIFERIMENTO IN ITALIA E IN EUROPA
L
a contraffazione è
un’emergenza che
compromette lo
sviluppo del nostro Paese. Per questo ho concepito
e fortemente voluto riunire gli Stati
Generali Lotta alla Contraffazione,
rafforzandone il significato simbolico
attraverso lo slogan “Uniti nella lotta
alla contraffazione”. Perché solo con
una visione unitaria, a cui certamente
contribuisce in modo determinante la
Guardia di Finanza, possiamo opporre
alla contraffazione una forza coerente alla minaccia che rappresenta. Solo
mettendo a fuoco i diversi fronti di
emergenza del fenomeno – che il Consiglio ha chiamato macro-priorità – e
solo facendo convergere su di essi le
risorse – umane, cognitive e finanziarie – al di là degli interessi particolari,
sarà possibile pensare realisticamente
di indebolire il fenomeno.
Consideriamo questi fronti di lotta.
L’enforcement e il rafforzamento del
presidio territoriale, a cui negli Stati
Generali è stato dedicato un panel che
ha visto la qualificata partecipazione
del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. Saverio Capolupo
e del Capo del III Reparto Operazioni
del Comando Generale, il Gen. Bruno
Buratti, sono le vere sfide. È infatti
nella capillare applicazione delle leggi
che già ci sono (e sono buone, anche
se perfettibili) che si combatte la contraffazione, dando un preciso segnale
e una chiara evidenza dell’impegno
dello Stato su questi fronti, sia alle
imprese, che non devono sentirsi sole
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di DANIELA MAININI
Presidente del CNAC
a contrastare il fenomeno, sia ai cittadini-consumatori, di cui occorre tutelare salute e sicurezza. Un plauso alla
Guardia di Finanza, che fa un notevolissimo lavoro in tal senso, dimostrato
anche dalle best practice realizzate dal
Corpo, inserite nel Piano Nazionale
Anticontraffazione.
Sui consumatori e soprattutto sui
giovani l’opera di informazione e di
educazione deve essere continua, non
solo per renderli più accorti e consapevoli dei danni della contraffazione, ma
anche per recuperare quella mancanza
di conoscenza del significato e del ruolo della proprietà intellettuale, che nei
giovani costituisce un vero e proprio
vuoto di educazione, anche alimentato
da internet e dalla convinzione che nel
mondo digitale il rispetto della proprietà intellettuale non debba esistere.
La contraffazione via internet è, così,
un altro dei fronti, delle macro-priorità, verso cui il Consiglio ha rivolto la
propria attenzione e indicato indirizzi
di azione, trovando allo stesso tempo
un giusto equilibrio tra gli interessi dei
fornitori di connettività, i gestori dei
contenuti e i titolari dei diritti.
Il sostegno alle imprese deve essere costante e concreto. Non solo per
rispondere ai bisogni di formazione
in merito agli strumenti di tutela della proprietà intellettuale e ai soggetti
che forniscono supporto alle imprese
per la tutela, ma altresì per far comprendere loro l’importanza strategica
della proprietà intellettuale a sostegno
delle loro politiche di internazionalizzazione, di innovazione di prodotto o
di processo, di incremento del valore
economico dell’azienda. Importante
questo anche per tutelare il sistema imprenditoriale che rappresenta il Made
in Italy, che va difeso da fenomeni di
usurpazione all’estero, allo scopo di
preservare e valorizzare efficacemente
la creatività, la qualità e l’unicità italiane.
Di tutto ciò si è parlato agli Stati
Generali, non certo in funzione autocelebrativa, ma anche per dire ciò che
occorre a livello politico per combattere più efficacemente la contraffazione:
una visione più decisa della proprietà
intellettuale e risorse più coerenti con
la portata delle sfide e degli obiettivi.
La crisi non deve certo farci retrocedere su posizioni di retroguardia nella lotta alla contraffazione. è in gioco
la competitività del nostro Paese, è in
gioco la possibilità di consegnare ai
nostri figli un’Italia più forte sul piano
civile ed economico a livello europeo e
internazionale.
Il Piano strategico Nazionale Anticontraffazione presentato agli Stati
Generali del 19 novembre, frutto del
lavoro svolto da tutti i soggetti coinvolti nel Consiglio Nazionale con
grande entusiasmo e impegno, e con
una visione che non è appannata dai
successi, indica chiaramente qual è la
direzione da prendere in questa importante battaglia di legalità.
Un sentito ringraziamento all’operato delle Forze dell’Ordine e in particolare alla Guardia di Finanza per il
grande supporto fornito al Consiglio
Nazionale Anticontraffazione. ■
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Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea,
responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria
“O
ltre a danneggiare l’industria e
le imprese, questo fenomeno ha
causato – e continua a causare – la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro
in Europa. È una vera piaga per la nostra
economia, perché compromette gli sforzi per l’innovazione e per il rilancio della
crescita e della competitività.
La lotta alla contraffazione riguarda tutti: Unione europea, Stati membri, forze
dell’ordine, aziende, lavoratori e consumatori. Oltre a saccheggiare il know-how
e il potenziale commerciale dei prodotti
autentici e originali, le merci contraffatte
comportano anche – di frequente – gravi
rischi per la salute e la sicurezza. Contraffazione significa, infatti, scarsa qualità e
pericolosità. Ecco perché è essenziale riconoscere un ruolo centrale alla vigilanza
di mercato anche a tutela dei consumatori, oltre che delle imprese produttrici.
Secondo dati recenti, a livello mondiale
sono già in circolazione beni contraffatti
per 600 miliardi di dollari. E si stima che
questo dato raddoppierà nel 2015.
Questo fenomeno è divenuto un problema di natura “sistemica”. Le violazioni
della proprietà intellettuale e industriale
portano una concreta e seria minaccia
alla crescita e alla stabilità economica di
tutti gli Stati membri. Il mercato interno
europeo – questa grande conquista di
cui quest’anno celebriamo il ventennale
– continua tuttavia ad esporre troppo il
proprio “fianco” ai contraffattori. I falsari
approfittano, infatti, delle nostre tutele
diseguali – non armonizzate tra un Paese
e l’altro – in materia di protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Farò ricorso a una metafora calcistica. Abbiamo 27
portieri (e ogni portiere rappresenta la
dogana di ogni singolo Stato membro).
Con il sistema attuale: basta prendere
GOL in una qualsiasi delle 27 porte… per
prendere GOL dappertutto nel mercato
interno. È inutile avere 20 campioni in
porta come Buffon, se poi gli affianchiamo altri 7 “titolari” di livello dilettantistico.
Colgo l’occasione per felicitarmi con la
Guardia di Finanza che – anche nel 2011,
come ci ha illustrato il Comandante del
Gruppo GDF anticontraffazione – ha realizzato oltre il 90% delle confische a livello
UE. Oltre all’eccellente lavoro della Guardia di Finanza, l’Italia è all’avanguardia
anche negli strumenti normativi, rispetto
a gran parte degli altri Paesi membri. Infatti, va sottolineato che la maggior parte
delle merci contraffatte vengono immes-
se o prodotte nei Paesi meno efficienti
nella lotta alla contraffazione e alla pirateria. A maggior ragione occorre, quindi,
unire le forze per raggiungere un livello
uniforme di controllo. Elevare, ovunque,
qualità e quantità dei controlli. Le normative europee ci sono. È dalla fine degli
anni ‘90 che la Commissione si occupa
di questo problema in maniera approfondita. L’Europa si è dotata nel 2008 di
un nuovo quadro legislativo per la sorveglianza del mercato, della cui attuazione
sono responsabile …..
L’Italia vanta risultati d’eccellenza ed è un
modello per l’Europa nel campo dell’anti-contraffazione.
Invito, pertanto, la Guardia di Finanza a
condividere le sue buone pratiche, anche
attraverso l’organizzazione di appositi
seminari e riunioni d’informazione […].
Stiamo proponendo nuovi atti legislativi
per rafforzare ulteriormente la vigilanza.
Dovremo impegnarci, insieme, per perfezionare e realizzare queste iniziative […].
La Commissione resta in prima linea nella
difesa dell’elevata qualità e sicurezza dei
prodotti europei. È questo il miglior modo per salvare decine di migliaia di posti
di lavoro.”
(Dall’intervento agli “Stati Generali”)
MODELLO PADOVA
A
Padova, sotto l’egida della locale
Prefettura, le Forze di polizia (nazionali e municipali della Provincia), le Istituzioni pubbliche (nazionali, locali, sanitarie,
accademiche, scientifiche, ecc.), le associazioni di categoria del mondo imprenditoriale e del commercio, così come dei
consumatori, hanno deciso di unire i loro
sforzi e di coordinarsi in modo strutturato
e sistematico.
Il tutto è stato formalizzato in un Protocollo d’intesa, proficuo contributo nella
lotta alla contraffazione e al commercio
illegale di prodotti pericolosi: un esempio positivo che ben presto è diventato il
c.d. “Modello Padova”.
L’idea di base del progetto riposa sull’organizzazione e la velocizzare degli scambi
di informazioni fra tutte le componenti
dell’anticontraffazione, in modo tale da
aumentare l’efficacia e la rapidità dei controlli, oltre che sviluppare in modo siste56
matico e coordinato tutte le altre azioni
che completano o accompagnano le funzioni di tipo investigativo-repressive.
Alla Guardia di Finanza è stata affidata la
“cabina di regia” del progetto, che non
è solo una funzione ma anche una vera e
propria “unità” che, collocata nell’ambito
della sala operativa del Comando Provinciale di Padova, funge da “collettore”
delle informazioni e delle segnalazioni,
che vengono processate in tempo reale,
analizzate e trasformate in “decisioni operative”.
Vengono poi gestite le fasi successive agli
interventi e ai sequestri di merci contraffatte e/o pericolose, coinvolgendo di volta
in volta:
– la Camera di Commercio, per l’utilizzo
delle strumentazioni e del know-how
necessario all’esecuzione, ove possibile, di approfondimenti tecnici sulle
merci sequestrate;
– le Aziende Sanitarie Locali e l’Agenzia
Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale, al fine di stabilire, in
particolare, se siano pericolosi per la
salute umana e valutare l’eventuale opportunità/necessità di allertare le altre
Autorità competenti (anche comunitarie) e/o proporre misure più drastiche,
quale il ritiro del bene dal mercato su
tutto il territorio nazionale;
– l’Università e il mondo accademico,
non solo per il contributo scientifico e
tecnico, ma anche per l’ausilio ai servizi
di interpretariato e traduzione degli atti
e dei testi, se i soggetti coinvolti siano
di nazionalità straniera.
Nell’ottica di favorire la prevenzione attraverso comportamenti sociali più virtuosi,
sono state organizzate anche campagne
di informazione ed educazione alla legalità. Analoghe iniziative sono state avviate
anche a Milano, Cagliari e Bari.
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| Siac, un nuovo sistema informativo anticontraffazione |
IL SIAC È CON NOI
È UNA PIATTAFORMA TECNOLOGICA CHE PERMETTERÀ IL DIALOGO TRA FORZE DI POLIZIA,
ISTITUZIONI, IMPRESE E CONSUMATORI. LA RACCOLTA DATI ASSICURATA
DALLA DIREZIONE CENTRALE DI POLIZIA CRIMINALE.
UN TEAM DI FINANZIERI IN SALA OPERATIVA
S
e il motto “uniti nella
lotta alla contraffazione”
rappresenta il cuore e la
sintesi dei messaggi lanciati dagli Stati Generali della lotta alla
contraffazione, allora il SIAC ne rappresenta un primo esempio di concreta
attuazione.
SIAC è l’acronimo di “Sistema Informativo Anti Contraffazione”, un sistema informativo che costituirà un punto
di riferimento nel panorama della lotta
alla contraffazione, che accumunerà le
Forze di Polizia (nazionali e locali), le
altre componenti istituzionali a vario titolo impegnate a fronteggiare tale fenomeno illecito, il mondo imprenditoriale
interessato a tutelare i propri diritti di
proprietà industriale e finanche i consumatori.
L’iniziativa, avviata e finanziata
nell’ambito del Piano Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo
2007/2013” del Ministero dell’Interno, è in avanzata fase di realizzazione,
tanto che i vari applicativi informatici
saranno progressivamente resi operativi
a partire dal mese di gennaio 2013,
per una prima fase di funzionamento
sperimentale di qualche mese, prima del
definitivo avvio operativo “a regime”.
Secondo la sua denominazione ufficiale, il SIAC è una “piattaforma tecnologica integrata e distribuita, concepita
per le supportare attività di analisi e
controllo in tema di contrasto e lotta alla contraffazione, in ambiente di interoperabilità”, definizione che riunisce tutti
gli aspetti fondamentali di questa progettualità: il SIAC, infatti, è costituito
da una serie di applicativi informatici
concepiti per facilitare il collegamento e
lo scambio di informazioni fra tutte le
diverse anime dell’anticontraffazione,
sfruttando le più moderne opportunità
offerte dalla telematica.
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Il primo di questi applicativi è un
sito web che fornirà un quadro della
situazione sistematicamente aggiornato
sull’azione delle Forze di Polizia e degli
altri organismi di controllo nel contrasto
dell’“industria del falso”, mettendo a disposizione dell’utenza anche indicazioni
e consigli pratici per evitare di acquistare prodotti contraffatti o pericolosi.
Attraverso questa funzionalità, inoltre, i
titolari delle privative industriali e intellettuali potranno dialogare con le Forze
di Polizia e collaborare attivamente alla
loro azione di prevenzione e contrasto,
mediante l’invio di elementi informativi
sui propri prodotti colpiti da condotte
di contraffazione (immagini, schede tecniche, perizie, consulenze specialistiche,
etc.), tutti elementi che il SIAC renderà
di pronta e facile consultazione per gli
organi di controllo operanti sul campo.
Una specifica piattaforma informatica, gestita dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della
Polizia Criminale, sarà invece riservata
alla raccolta di dati statistici sui risultati conseguiti da tutte le Forze di Polizia (comprese le Polizie Municipali) in
materia id contraffazione e abusivismo
commerciale. Le informazioni verranno
raccolte telematicamente sulla base di
innovative modalità di alimentazione e
strutturazione dei dati, in modo tale da
garantire omogeneità negli elementi raccolti e dunque, in prospettiva, migliori
capacità di analisi del complesso fenomeno della contraffazione e accresciuta
qualità dei dati che confluiscono nella
banca-dati IPERICO della Direzione
Generale “Lotta alla contraffazione” del
Ministero dello Sviluppo Economico.
Il progetto prevede anche la creazione di un apposito applicativo che
consentirà una più mirata azione di
contrasto alla contraffazione sulla rete
internet, che ormai costituisce a tutti gli
effetti la nuova frontiera dell’ “industria
del falso”. Il SIAC non sarà però solo
uno strumento informatico, e sarebbe
assai riduttivo guardare a questo sistema come ad una serie di diaboliche
macchine informatiche che macinano e
sfornano dato in continuazione. Il SIAC,
infatti, sarà prima di tutto un team di
finanzieri dedicati a tempo pieno ad
attività di analisi e supporto operativo
nella lotta alla contraffazione, in linea
di continuità con la certosina azione di
studio e analisi che da anni viene assicurata dal Nucleo Speciale Tutela Mercati
della Guardia di Finanza.
Grazie a questo innovativo progetto,
tuttavia, questo Nucleo Speciale potrà
presto contare anche su una nuovissima
e moderna sede in fase di allestimento
presso il polo addestrativo della Legione
Allievi di Bari: una sorta di “sala operativa” del SIAC, concepita per combinare
le potenzialità offerte dalle più moderne tecnologie con un ambiente ottimale
per l’assolvimento delle (ancora) insostituibili funzioni umane di “lettura” dei
dati, di analisi delle informazioni e di
interrelazione con gli altri interlocutori
dell’anticontraffazione, nazionali e internazionali. ■
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| I prodotti contraffatti venduti maggiormente sul web |
IL FALSO VERO
NEL MONDO VIRTUALE
LA NUOVA FRONTIERA DEI PRODOTTI TAROCCATI È INTERNET, DOVE L’ASSENZA
DI CONTATTO DÀ L’ILLUSIONE DI IMPUNITÀ. I REPARTI DELLA GUARDIA DI FINANZA
HANNO PORTATO A TERMINE OLTRE SEICENTO OPERAZIONI
a sempre più generalizzata diffusione
di Internet e delle tecnologie digitali
hanno inciso profondamente anche sulle
caratteristiche del mercato dei beni e dei
servizi, trasformandone in maniera determinante la struttura.
La notevole diffusione del commercio
elettronico può essere ricondotta principalmente al superamento dell’elemento
spaziale fisicamente inteso, avendo come
mercato di riferimento il mondo intero, la
velocità di scambio e trasferimento di dati
e informazioni che caratterizzano il mondo virtuale dell’elettronica.
Alla proiezione sulla piattaforma Internet
degli scambi commerciali tipici dell’economia legale, tuttavia, si è accompagnato in maniera inevitabile l’interesse della
criminalità economica che ha intravisto e
prontamente sfruttato le enormi potenzialità di profitto offerte dalla rete.
Le evidenze investigative degli ultimi anni
permettono di affermare, senza tema di
smentita, che il web può essere considerato a buon diritto la nuova frontiera della
contraffazione.
Il “filtro” del monitor, infatti, facendo venir tanto il contatto diretto tra venditore e cliente quanto quello con la merce,
crea un rapporto commerciale virtuale,
nel quale entrambe le parti “sfruttano” a
loro vantaggio il fatto di essere (o meglio,
di credersi) anonimi o comunque irriconoscibili, e così:
– il “contraffattore” ha buon gioco a
presentare se stesso e i suoi prodotti
per quello che non sono, sfruttando
a tal fine anche vere e proprie reti di
vendita formate da decine e decine di
siti che non presentano alcun legame
tra loro, forte del fatto che tanto poi
chi ti viene a cercare per reclamare o
per restituirti il “tarocco”;
– l’acquirente si illude di fare il grande
affare, trovando con facilità e a basso costo quello stesso prodotto che
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Waldhaeusl/Ag.sintesi
L
al negozio sotto casa pagherebbe il
doppio o il triplo, con l’ulteriore vantaggio di non doverci mettere la faccia
nell’andare ad acquistare dal venditore di strada.
Non è da considerarsi un caso, dunque,
se molto spesso nella rete dei controlli
sono incappate persone “insospettabili”, quali casalinghe, studenti o impiegati
che, per “arrotondare”, hanno pensato
di sfruttare il web per mettere su veri e
propri canali di compravendita di prodotti falsi, sfruttando anche i sempre più diffusi siti d’asta o i vari portali tematici che
fungono da negozi virtuali.
Sul versante della risposta repressiva, al
pari di tutte le altre tipologie di commerci
illeciti veicolati via web, non è certamente
agevole perseguire la contraffazione on
line.
Il fatto, più che notorio, di appoggiare la
propria attività su server situati all’estero,
infatti, non è che il primo degli accorgimenti utilizzati dai “tipici commercianti
del falso” per eludere i dispositivi di controllo nazionale, cui vanno sommati ben
altri espedienti come le false identità, la
creazione di imprese di facciata, l’estrema volatilità di attività che muoiono e rinascono in continuazione, cambiando di
volta in volta l’identità, fino ad arrivare
alla delocalizzazione delle consegne o
all’utilizzo di falsi destinatari delle spedizioni.
Ciononostante, negli ultimi anni, i Reparti della Guardia di Finanza hanno portato a termine oltre seicento operazioni a
contrasto del commercio elettronico di
prodotti contraffatti o insicuri, che sono
sfociate nell’adozione di provvedimenti
giudiziari per oscurare o comunque per
impedire, a partire dal territorio italiano,
l’accesso ad un centinaio di siti-web.
I prodotti contraffatti maggiormente venduti sul web continuano ad essere quelli
dell’alta moda, dell’abbigliamento e dei
relativi accessori in senso lato, dalle scarpe agli occhiali, dagli orologi alla pelletteria.
E siccome il mercato virtuale “riproduce
fedelmente” anche i vizi del mercato vero, pure sulla rete internet si assiste ad
un preoccupante aumento nell’offerta di
prodotti contraffatti che sono al tempo
stesso pericolosi o insicuri per gli acquirenti, fino al punto di poterne mettere a
repentaglio la salute e l’incolumità: se in
questi casi il pensiero va con immediatezza ai prodotti agro-alimentari o ai farmaci, non meno pericolosi possono risultare
gli effetti indotti da cosmetici irritanti, da
pennarelli tossici o da ricambi meccanici
non adeguatamente performanti.
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IL RAPPORTO CENSIS
Q
IL GIRO DI AFFARI DELLA CONTRAFFAZIONE IN ITALIA È DI CIRCA SETTE MILIARDI:
ALLE CASSE DELLO STATO SONO SOTTRATTI PIÙ DI QUATTRO MILIARDI
E MEZZO ED AL SISTEMA INDUSTRIALE 110 MILA POSTI DI LAVORO
ualsiasi politica pubblica tesa al recupero
della legalità e al conseguente impulso allo sviluppo dell’economia deve fondarsi
su basi conoscitive certe. In tal senso,
l’intensa attività di analisi e studio condotta dalla Direzione generale Lotta alla
contraffazione – Ufficio italiano brevetti
e marchi (DGLC-UIBM) del Ministero
dello Sviluppo Economico intende offrire al decisore politico informazioni
scientificamente fondate, utili anche per
stimolare il dibattito culturale e orientare correttamente le attività di comunicazione al grande pubblico. Tra le varie
direttrici di ricerca avviate e realizzate,
un’analisi di particolare rilievo e pregio
è quella frutto della collaborazione tra
la DGLC-UIBM e la Fondazione Censis, sostanziatasi nella recente pubblicazione “Dimensioni, caratteristiche e
approfondimenti sulla contraffazione –
Rapporto finale”. Lo studio vuole dare
un valore in termini di impatto sul sistema Paese alla contraffazione, aggiornando le stime già realizzate nel 2009.
Nel dare così continuità alla ricerca,
al contempo perfezionandola nell’approccio metodologico, sono stati anche
realizzati focus settoriali su importanti
settori produttivi del Made in Italy (pelletteria e calzature, cosmetici e design) e
un approfondimento sulla propensione
all’acquisto di prodotti contraffatti da
parte dei consumatori, indagando sulle relative motivazioni personali. Dalle
stime realizzate, il fatturato complessivo
della contraffazione, corrispondente alla spesa dei nostri consumatori a favore
di tale mercato illecito, nel nostro Paese
è pari a 6,9 miliardi di euro; qualora
il mercato del falso fosse ricondotto
completamente nell’ambito della legalità avremmo potuto creare nuove occasioni lavorative per 110.000 persone
e avremmo assicurato alle casse dello
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Stato 4 miliardi e 620 milioni di euro in
più, tra imposte dirette e indirette. Alla
crescente diversificazione delle merci si
accompagna anche una moltiplicazione
dei canali di vendita di prodotti contraffatti: oltre alle bancarelle, ai negozi e ai
venditori ambulanti continua ad affermarsi anche in Italia la rete Internet, attraverso l’e-commerce e le aste on line.
Di qui, sempre più con forza emerge la
necessità di riavviare il confronto tra
tutti i soggetti interessati, al fine di trovare un necessario punto di equilibrio
tra libertà e sviluppo della rete, anche
in senso commerciale, e tutela dei diritti.
Una sfida quanto mai ambiziosa, fatta a
volte di frustranti ma necessari tentativi di revisione dell’apparato normativo
esistente, che può ricondurre addirittura a ripensare le categorie stesse del
diritto industriale e della proprietà intellettuale, ma che tuttavia non possiamo permetterci di ignorare se vogliamo
garantire uno sviluppo sano alla nostra
economia. Infine, giova evidenziare un
altro aspetto – di portata estremamente
“innovativa”, quanto meno rispetto al
comune sentire – di una delle risultanze
emerse dallo studio, e cioè l’andamento
ciclico, anche se meno che proporzionale, del mercato del contraffatto rispetto
a quello legale nell’ambito del contesto
di recessione economica degli ultimi anni. A questa attività di ricerca la DGLCUIBM si propone per il futuro di dare
periodicità biennale, affiancandola così
alle analisi sui sequestri della banca dati
IPERICO, alle survey sui consumatori
e le imprese e alla raccolta di informazioni sul coinvolgimento del crimine
organizzato, in sinergia con UNICRI,
istituto specializzato delle Nazioni Unite. In tal modo, la Direzione generale
costituirà un vero e proprio “Osservatorio Nazionale sulla Contraffazione”,
non come attività di ricerca fine a se
stessa ma propedeutica all’azione, cioè
al contrasto della contraffazione quale
fenomeno criminale gravemente invalidante per ogni moderna economia. ■
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| Sensibilizzare il mondo scolastico sui temi della contraffazione |
LE IDEE
NON SI RUBANO
IL CONTRASTO ALLA FALSIFICAZIONE NON SI ESAURISCE CON L’INTERVENTO DELLE FORZE
DELL’ORDINE. OCCORRE UN RADICALE MUTAMENTO DELLA CULTURA DEI CONSUMATORI.
CREATIVITÀ NON FA RIMA CON CRIMINALITÀ.
IL DANNO ALL’ECONOMIA LEGALE È INCALCOLABILE
I
l consumatore potrebbe
essere definito vittima ma
allo stesso tempo è anche
carnefice di se stesso. Il
mercato della contraffazione è ovviamente alimentato dalla presenza
di una domanda consistente da parte
dei consumatori. Acquirenti troppo
spesso indifferenti al fatto di compiere un atto illecito, convinti di fare
un “affare”, soddisfatti di entrare in
possesso dell’oggetto desiderato senza dover pagare prezzi troppo alti. La
soddisfazione accomuna i consumatori senza eccezione: per essere riusciti
a scovare quello che cercavano, per
essersi imbattuti in qualcosa di piacevole, per aver fatto un affare, per aver
speso poco. Soprattutto, non si pensa
di aver commesso un atto riprovevole.
L’avventore non percepisce il danno
che si crea all’economia del Paese ed
alle aziende produttrici. Manca una
visione d’insieme del fenomeno ed
una piena conoscenza di quali siano
le reali conseguenze del proprio agire.
Oggi si falsifica di tutto: dalle viti ai
giocattoli, dai cosmetici ai farmaci,
ai prodotti alimentari; in molti casi
è in gioco la salute, ma il cittadino
comune sembra non curarsene. Uno
dei pochi argomenti rispetto ai quali
i consumatori mostrano di avere una
certa sensibilità risulta essere il ruolo
della criminalità organizzata su tutta
la filiera: per questo motivo, accanto
alle insostituibili azioni repressive e
sanzionatorie, è opportuno garantire
un’adeguata informazione, rivolta soprattutto ai giovani, che metta in luce
tale aspetto criminale del fenomeno.
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RETE UE DI PROTEZIONE
DEI MARCHI
L’
UAMI – Ufficio per l’Armonizzazione nel mercato interno – è l’Agenzia europea, con sede in Spagna, che
si occupa della promozione e gestione
dei sistemi di registrazione del marchio
comunitario, del disegno industriale e
del modello comunitario. In tale ambito, da settembre è stato avviato l’Osservatorio per la lotta alle violazioni dei
diritti di proprietà intellettuale, a conferma del ruolo crescente dell’UAMI nel
panorama della tutela e promozione
della proprietà industriale in sede UE. Si
tratta di una iniziativa cui la DGLC-UIBM
partecipa attivamente, tenuto conto
che la politica di enforcement e di lotta alla contraffazione è prioritaria per il
Ministero dello Sviluppo economico. La
DGLC-UIBM è coinvolta in ambito UAMI in vari progetti di cooperazione che
mirano a creare una rete europea dei
marchi e dei disegni tra i 27 Stati mem-
Recentemente il Ministro dello Sviluppo Economico – Corrado Passera,
e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Francesco
Profumo, hanno siglato un protocollo d’intesa, di durata biennale, totalmente finalizzato alla sensibilizzazione
del mondo scolastico proprio sui temi
della tutela della proprietà industriale
e lotta alla contraffazione. Accrescere la consapevolezza del valore della
creatività come leva per il progresso e
bri. L’Italia nel 2012 si colloca al quarto
posto in graduatoria nella classifica dei
Paesi Top 25 per i marchi comunitari registrati e al secondo posto tra i Paesi
Ue per i depositi di modelli e disegni
comunitari. La performance italiana è
pertanto tra le migliori, nonostante la
difficile situazione economica e finanziaria degli ultimi anni. Il Consiglio di
Amministrazione dell’UAMI all’unanimità ha individuato nel Direttore generale
dell’UIBM, Avv. Loredana Gulino, il Vice
Presidente del Consiglio di Amministrazione per il triennio 2012-2014 con
decorrenza dallo scorso 15 novembre.
Tale ruolo offrirà una ulteriore opportunità all’attuale Governo per rafforzare la propria rappresentatività e la sua
voce nello scenario europeo, ed altresì
attesta il riconoscimento dei risultati fin
qui conseguiti dal MSE in materia di
proprietà industriale.
lo sviluppo, mettere in luce gli effetti
negativi delle attività di contraffazione quale ostacolo alla creatività e una
fonte di attività criminale, diffonderà
tra i ragazzi un approccio più consapevole alla conoscenza scientifica e alla
cultura brevettuale. Le generazioni del
futuro, le classi dirigenziali del futuro,
i consumatori del futuro impareranno
che contraffazione significa furto di
un’idea ed è alla stessa stregua di un
furto di un oggetto. ■
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