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Per qualsiasi contenuto che volete aggiungere inviatemelo. Io farò una selezione
(democratica) e faro implementazioni varie fra cui anche organizzazioni in capitoli.
Questo per far in modo che I contenuti non si spalmino in 100 post in 2000 3d diversi.
Per le discussioni generali e meno focalizzate ci sono le alter sezioni. Nel caso ci siano
discordanze radicali fra I contenuti di un autore dall’altro, chiedo che non si accendano
diatribe dirette, ma semplicemente che si organizzi I propri contenuti in modo
indipendente, così da poterle proporre come valide alternative equipollenti degli altri
metodi. Questo per evitare noiosissimi flame poco costruttivi e autoreferenziali, mentre si
cercherà di favorire il confronto con altre filosofie in modo indipendente ma articolato e
organizzato. Il resto dovrà essere l’esperienza personale a dire l’ultima e che questa valrà
solo personalmente.
Questa è la sezione orientata più al Tutorial. Ovviamente sono ben accettati anche
campioni audio e video in cui verrà riconosciuto ASSSOLUTAMENTE e ripeto
ASSOLUTAMENTE l’autore di qualsiasi materiale pubblicato on-line.
Sono batterista quindi un po’ di esperienza in tal senso dovrei averla maturata.
In ripresa metto sempre almeno due microfoni sul rulltante di cui uno tre dita sopra il
cerchio e che punta a 45° sulla pelle (quindi più verso il centro) l’altro sempre tre dita
sopra il cerchio ma che guarda di più perpendicolarmente la pelle cogliendo proprio
l’attacco e il rim shot. In genere uso due sm57 anche se ho provato anche il 414 ma devo
dire che siingolramente suona bene nel mix mi ha sempre creato più problemi.Inoltre
metto sempre un microfono al centro sotto la cordiera distante 3 o 4 dita. A proposito del
microfono sulla cordiera Simon Philips dice che lui non lo mette mai in quanto sente che
gli toglie dinamica.Sulla gran cassa metto sempre un microfono dentro al centro e che
guarda leggermente l’esterno, il tutto lo valuto a seconda che il batterista abbia punta nei
colpi di cassa, ossia che se uno spinge poco allora punto il microfono verso il centro della
pelle, mentre se uno pesta allora di punta ne ho e preferisco prendere altre armoniche dal
fusto della cassa direzionando il microfono veros il cerchio. Metto un terzo microfono
esterno alla cassa al centro della pelle a circa 4 o 5 dita dalla pelle dove il “wof” di aria
non raggiunge copiosamente la capsuola del microfono. Un altro microfono per ottenere
il suono di cassa d'ambiente è il piezo da posizionare in un angolo della stanza dove si
annidano le basse frequenze. IN questo modo si otterrà tutto il suono della batteria ma
con una enfasi sulle basse. Invece un'altra soluzione per la cassa è posizionare un cono (in
genere si usa quello delle casse NS10 della Yamaha) davanti alla pelle della gran cassa
però collegato come un microfono. In questo caso si ottengono le sub basse della cassa.
I tom tendo a riprenderli con una inclinazione molto verticale alla pelle quindi che punta
verso il cerchio e non verso il centro, così si ha tanto attacco ma un attacco con poco
corpo, mentre se si punt al centro si ha attacco ma con più body ma anche boominess, a
metà strada è una via di mezzo.
I piatti o li riprendo con due microfoni in configurazione X/Y oppure con due microfoni
separati che sono perpendicolari ai due crash e che puntano alla campana di modo da non
percepira i problemi di fase che produce fisicamente il movimento del piatto picchiaot
violentemente che porta il piatto a essere alternatamente più vicino e subito dopo lontano
dla microfono.Inoltre altri microfoni d'ambiente da provare sono due microfoni dinamici
tipo DPA messi in configurazione ORTF ossia due cardioidi a 90° distanti però dai 17 ai
30 cm fra di loro e posizionati almeno 2 metri dalla batteria.
Un altro microfono si può mettere centrale a una abbondante distanza per avere una
ripresa d’ambiente monofonica.
Due microfoni si possono mettere alle spalle del batterista agli angoli della stanza. Un
ultimo microfono si può mettere sopra il rullante a distanza però di 1,5 metri. Tutti questi
microfoni d’ambiente si possono comprimere pesantemente, si equalizzano tendendo a
rimuovere un po’ di 500 Hz, si possono anche mandare dentro un ampli da chitarra e
mettere al massimo il riverbero a molla (spring riverb).
Le posizioni di questi microfoni sono indicative per testare qual è la configurazione che
trae il miglior suono dalla vostra stanza e dal progetto. Una regola sarebbe quella di
utilizzare il minor numero di microfoni ottenendo però lo scopo desiderato. Ci sono
tecniche in cui si utilizzano tre microfoni e il suono è ottimale. Alcuni trucchi poi sono
mettere uno straccio sul rullante per ottenenre un suono stoppato un po’ Beatlesiano.
Sulla cassa spesso si può mettere una coperta che fa un tunnel fino al microfono della
gran cassa esterno, questo aiuta a isolare e a creare un suono con meno risonanze.
Durante il missaggio tendo a comprimere con attacco relativamente lento e un release
veloce medio. In genere prima del compressore in realtà metto anche un expander per
aumentare lo spazio in db fra il suono di sottofondo e il picco del colpo (questo lo faccio
sopprattutto per cassa e rullante…) il compressore ovviamente ha una soglia che investe
quindi solo il colpo e non il sottofondo (anche perché se no sarebbe inutile mettere un
expander prima). Rullante, cassa e tom poi li mando a un gruppo che comprimo con
attacco molto veloce e per questo utilizzo un compressore esterno in quanto mi sembra
che i compressori vst su materiale complesso e attacco veloce mi tira su un sacco di
noise… mentre il mio compressore opto esterno con attacco veloce in realtà poi così
veloce non è ma comunque agisce sugli attacchi smussandoli e comunque crea
amalgama.
Questo gruppo ha l’out principale in un gruppo master drum. Da questo gruppo
compresso però mando anche una mandata a un canale con compressione velocissima e
con un notevole quantitativo di intervendo. Questa mandata finisce anchessa nel gruppo
master drum. Con questa mandata di fatto gestisco il suono di batteria aumentando o
diminuendo la percezioe d’ambiente che altro non è che il segnale a cui sono stati
mozzati gli attacchi e di cui si sentono sopprattutto le code.Dal gruppo master drum
mando un’altra mandata con cui gestisco il riverbero che poi finisce nel master generale.
A volte invece di questo riverbero ne faccio uno a cui mando singolarmente: rullo, tom e
a volte un filo di piatti.
Sul master drum metto sempre anche un limiter che andrà a contenere solo i picchi
estremi.
Durante il missaggio per creare le varie dinamiche parto in genere dagli OVERHEAD per
aumentare e seguire i colpi di piatti poi seguo anche il master drum per i passaggi dei vari
tom e per aumentare il volume della batteria nei pezzi che lo richiedono. I microfoni
overhead li posiziono a circa un metro dai piatti e il pre che utilizzo in genere è un pre
valvolare per trattare le alte di modo che siano un po’ più vellutate e meno aspre/acide.
Gli overhead li comprimo di poco in genere con attacco variabile a seconda del progetto e
alle volte li comando con un sidechain che viene dalla cassa.
Come preamplificatori in genere per la cassa sopprattutto e a volte anche per il rullante
uso un gain di ingresso abbastanza alto alle volte al limite per dare un carattere “hot” a
questi elementi.
Spesso nonostante tutte le riprese triggero la cassa e aggiungo un campione anche al
rullante.
Autore: Muzak
Info: [email protected]