7 amplificazione e registrazione - ok
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7 amplificazione e registrazione - ok
AMPLIFICAZIONE E REGISTRAZIONE Spesso non è indispensabile, data la potenza dello strumento, ma a volte si rende necessaria l’amplificazione per l’aumento del volume nei grandi spazi da concerto e quando insieme al pianoforte suonano altri strumenti. L’esempio più valido di amplificazione deriva dalle tecniche applicate negli studi di registrazione professionali (dove avviene la ripresa del suono per la creazione di cd o è prodotta la maggior parte della musica ad alta qualità), anche se, durante le esibizioni, i procedimenti di microfonazione possono leggermente variare. La tecnica più comune è quella di disporre un microfono nella porzione dei bassi e l’altro in quella degli acuti, distanziati di circa 20-30 cm dalle corde. Per la musica classica, risultati ottimali si ottengono ponendo una coppia di microfoni distanziati di circa un metro dalla parte anteriore del pianoforte e a due metri di altezza. Naturalmente più il pianoforte è di grandi dimensioni, più la diffusione sonora sarà ampia e potente. Microfonazione per la musica classica Nella musica jazz, pop o per altri generi moderni, il pianoforte è di norma registrato da una prospettiva spesso più vicina rispetto alla ripresa del suono della musica classica, comunque di base si piazzano due microfoni nella zona dei medio-alti e l’altro in quella dei bassi. I sistemi di ripresa del suono in ogni caso rispecchiano diverse scuole di pensiero. Microfonazione per la musica jazz 1 Per uno strumento verticale, si usa allo stesso modo di mettere due microfoni distanziati, per i bassi a gli acuti, aprendo il coperchio superiore e infilandoli nella cassa. In aggiunta, se ne può trovare uno dietro alla tavola armonica. Microfonazione di un piano verticale (parte anteriore) Microfonazione di un piano verticale (parte anteriore) I microfoni che riescono a catturare una vasta zona di suono si dicono “cardioidi a condensatore” (o comunemente “panoramici”) e sono molto sofisticati e costosi. Alcuni modelli sono impiegati anche per amplificare altri strumenti come chitarre, contrabbassi, violini, sax, trombe, percussioni e anche la voce umana. Tra le marche più importanti di microfoni a condensatore si distinguono: Behringer, Mann, AKG, Shure e Samson. Microfono a condensatore (AKG Perception 220) 2 Quando il pianoforte va registrato insieme ad altri strumenti che anch’essi necessitano di una microfonazione panoramica, come ad esempio la batteria, di solito si “scherma” quest’ultima entro delle barriere oppure in una piccola stanza isolandola. Questo per evitare che il suono dei due strumenti ripreso dai microfoni panoramici rientri l’uno nell’altro. Però, il fatto di suonare nello stesso spazio e senza schermature, per certi generi come il jazz o la musica classica è molto importante e in alcuni studi sono state messe a punto tecniche avanzate di registrazione per ovviare a questo inconveniente. Al Mu.Rec Studio di Milano, specializzato nella ripresa del suono nei generi jazz e musica classica, è stato ideato l’accorgimento di avvolgere i due microfoni del pianoforte dentro un rotolo di gomma piuma e richiudere il coperchio. In questo modo la batteria può trovarsi anche senza schermatura evitando il rientro dei suoni nei propri microfoni ed è possibile una registrazione in tempo reale e più naturale di tutti i componenti del gruppo. Negli ultimi anni si può usufruire di buone tecniche di registrazione digitale a portata di mano tramite registratori tascabili grandi poco più di un microfono. I migliori prodotti sono di marca Sony, Tascam, Roland, Alesis, Korg, Olympus. Un registratore digitale di oggi (Sony Zoom H4n) 3