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Cenni storici
Un’antica fotografia della Civica risalente al 24 settembre 1893
Questo testo è il frutto delle ricerche di Quirino Tatti (1925-2002), già presidente
della Civica, ed è stato pubblicato nell'opuscolo commemorativo per i 200 anni della
Civica Filarmonica di Bellinzona (1985).
Esso viene qui ripreso senza adattamenti.
Nel 1964, la Civica Filarmonica di
Bellinzona
festeggiava,
con
solenne
cerimonia, il suo centoventicinquesimo
anno di attività, poiché dai suoi atti
d'archivio risultava che essa era stata
fondata nel 1839. In quell'occasione, mi
venne affidato l'incarico di pronunciare il
discorso ufficiale di commemorazione. E
raccontai allora, sulla scorta dei non molti
documenti
che
mi
era
riuscito
di
racimolare, i fatti salienti che accaddero in
quei centoventicinque anni di vita. Ma nella
mia sia pur concisa cronaca non potei fare
a meno di esprimere i miei dubbi sul fatto
che la data di fondazione della Civica
risalisse soltanto al 1839, perchè già nel
primo verbale di quell'anno si accennava,
quand'anche in modo vago, ad un ente che
già esisteva. Inoltre rilevavo che il mio
principale informatore, il dott. Casimiro
Fratecolla, nella sua allocuzione tenuta il 5
gennaio 1898, per il cinquantesimo
anniversario di fondazione del teatro,
Civica Filarmonica di Bellinzona
accennava a fatti avvenuti prima del 1839,
senza però indicare la fonte delle sue
informazioni.
La lettura di quel discorso è oltremodo
interessante, ma non è il caso di riprodurne
qui anche una minima parte, perchè finirei
per andare oltre i limiti che il presente
esposto mi impone.
Chi desiderasse prenderne conoscenza
potrà consultare l'opuscolo pubblicato dal
rag. Augusto Bonzanigo "Squarci di storia
bellinzonese" 1967, pag. 50 e seguenti,
oppure il testo originale del discorso
pronunciato dal dott. Casimiro Fratecolla e
riprodotto su "Il Dovere" dei giorni 10-1112 e 14 aprile 1919 e custodito
nell'Archivio cantonale a Bellinzona.
Nella mia esposizione del 1964 facevo
una breve cronaca della mia ricerca ed
accennavo
ad
un
foglio
ritrovato
Cenni storici
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nell'archivio della Civica Filarmonica di
Bellinzona (che non è certamente un
archivio ordinato secondo rigorosi criteri
scientifici) sul quale erano elencate le date
più importanti di quella che si può, a giusto
titolo, ritenere la più vecchia associazione
bellinzonese.
L'anonimo compilatore di quel foglio
segna come data di fondazione l'anno
1814; ma se ciò fosse vero, nel 1964
avremmo dovuto celebrare non il 125°
anniversario di fondazione del nostro corpo
musicale, bensì il 150°.
Così potevo asserire, allora, che "unico
documento ineccepibile sul quale mi è stato
possibile di eseguire delle ricerche è il libro
dei verbali dell'accademia filarmonica del
1839 che ho confrontato con un discorso
pronunciato dall'avv. Casimiro Fratecolla in
occasione
del
75°
anniversario
di
fondazione del Teatro sociale".
Nel
1964,
il
libro
dei
verbali
dell'Accademia filarmonica del 1839 era
stato trovato da non molto tempo e non
doveva essere noto all'avv. Fratecolla che,
nel suo discorso, cita soltanto fatti e notizie
frammentarie riguardanti il periodo che va
dal 1839 al 1855, mentre egli cita invece
documenti che non ci era stato possibile
trovare e che molto probabilmente erano
andati persi in un qualche incendio o che,
forse, riposano sonni tranquilli nel solaio di
una casa patrizia.
Il verbale dell'accademia filarmonica del
19 marzo 1839 inizia con questa frase:
"Era da tutti sentita la necessità di avere in
questa nostra Città un corpo di scelti musici che
ravvivassero il genio della musica che parea
estinto ormai fra i bellinzonesi. Appena però si
fa sentire una voce di riunione, un progetto
d'una
nuova
società
filarmonica,
molti
accettarono con entusiasmo la proposta e si
sottoscrissero, parte come esercenti, parte
come contribuenti...".
Civica Filarmonica di Bellinzona
Da ciò si può quindi arguire che in
precedenza esisteva già una società
filarmonica a Bellinzona ed è appunto il
Fratecolla che ce ne dà notizia in quel suo
discorso,
cui
abbiamo
accennato
esordendo. Ma da quel discorso possiamo
inoltre evincere che nel 1785 venne
fondata nella nostra Città un'accademia che
si denominava pomposamente "illustre
accademia filarmonica e filodrammatica" e
che era composta da attori e musicanti.
La citazione di quel discorso, nel quale
si parlava di documenti che ritenevo ormai
scomparsi, trovò un'eco insperata. Infatti a
un anno di distanza la signora Eva
Rezzonico, vedova del Farmacista Ampellio
Rezzonico, mi consegnò un documento di
notevole importanza per la conoscenza
delle vicende modeste, ma non per questo
meno importanti, alle quali il dott.
Fratecolla aveva alluso: si trattava dei
verbali e degli statuti dell'accademia degli
illustri filarmonici e filodrammatici di
Bellinzona. Un documento che conservo nei
miei archivi e che la signora Eva Rezzonico,
ora defunta, mi raccomandò di custodire
personalmente,
perchè
glielo
aveva
consegnato suo nonno, il dottor Casimiro
Fratecolla.
Da quel documento sappiamo però che
la prima società musicale sorta a
Bellinzona, e dalla quale trae origine la
nostra Civica venne fondata, nel lontano
1785, da uno sparuto gruppo di patrizi
bellinzonesi; ma le vicende di quegli anni
tormentati
della
storia
europea,
la
rivoluzione francese, l'indipendenza del
Ticino, tutti quei fatti, divenuti per noi
fondamentali per una perfetta intelligenza
dell'evoluzione del nostro paese, nemmeno
affiorano da quelle cronache.
E ciò potrebbe apparire strano se non si
ponesse
mente
alla
peculiarità
del
documento
e
soprattutto
alla
preoccupazione dei suoi estensori di
mettere nero su bianco i fatti salienti per
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l'accademia, irrilevanti essendo, per essa,
le notizie riguardanti avvenimenti di
risonanza internazionale, perchè esse
erano diffuse nel nostro paese a mesi di
distanza,
cosicchè
perdevano,
quelle
notizie, l'immediatezza che esse avrebbero
potuto avere se fossero state comunicate
per radio o per televisione.
E quando le si conoscevano nemmeno
valeva la pena che le si trascrivessero sul
verbale di una associazione (l'accademia)
che aveva altri interessi cui dedicarsi. Dal
libro dei verbali conosciamo la data esatta
della fondazione dell'illustre accademia: 27
febbraio 1785; e la parte introduttiva del
suo statuto ce ne spiega gli scopi con una
frase che vale la pena di riprodurre
integralmente:
"Desiderosi li Signori Dilettanti di Musica di
sempre più abilitarsi nel virtuoso suo esercizio
per dar onore a Dio, splendore alla Patria, e
lustro a se stessi, sonnosi risolti di unirsi, anzi
vincolarsi insieme con una unione dolce, e
permanente, dalla quale se ne possan sperare
tutti li buoni effetti, corrispondenti a i suoi
desideri. A tal fine hanno istituito fra loro una
Congregazione, col titolo d'illustre Accademia
mercè la quale si eserciteranno con notabile loro
profitto ed invidiabile armonia. Inutili però
sarebbero state le loro premure nel fare questa
unione, se con saggia ed illuminata prudenza
non avessero procurato di prevenire li funesti
effetti, che dallo spirito di discordia ne sogliono
derivare. Spirito, che purtroppo domina ogni
ceto di persone anche le più sagie, e qualificate.
Gelosi adunque di mantenere sempre la buona
pace, ed armonia, e premurosi di mantenere il
buon ordine, hanno ritrovato espediente, anzi
necessario di formare una lege sopra cui
stabilire questa sua unione accademica. Ad
effetto di che hanno colla pluralità de voti eletti
tre Delegati nelle persone de Signori Canonico
Deffendente Molo; Fulgenzio Zezi, e Vincenzo
Molo, acciò questi ne estendessero li Capitoli".
Civica Filarmonica di Bellinzona
L'inizio del documento risalente al
27 febbraio 1785.
l libro degli atti dell'Illustre accademia
ne registra le decisioni essenziali ed ha fine
(perchè sono finite le pagine) nel 1818.
Non abbiamo documenti che ce ne provino
la fine, ma nemmeno possiamo sapere in
qual modo ne continuasse l'attività.
Il dottor Fratecolla, nel suo discorso,
afferma che l'accademia (filarmonica e
filodrammatica) si trasformò in accademia
musicale. La sua attività si limitò quindi alla
musica sotto la direzione dei Benedettini e
"ne nacque così la società della banda che
ne ereditò tutte le benemerenze". Dal 1839
in poi l'Accademia filarmonica registra di
nuovo i suoi atti e la società, perchè tale
ora è considerata (mentre nel 1785 si
definiva "Congregazione") può prosperare
grazie all'interessamento dei Benedettini
che le mettono a disposizione il direttore
artistico, padre Sigismund dell'ordine dei
Benedettini, proveniente da Einsiedeln.
Sempre secondo l'avvocato Fratecolla, i
Benedettini
nel
1852
presero
tutto
l'archivio musicale dell'antica accademia e
lo portarono alla casa madre. Ora, ciò
avvenne non perchè non volessero lasciarlo
alla società accademica, bensì perchè la
società accademica non sapeva che
farsene. E di ciò abbiamo notizia nei verbali
ove possiamo leggere (è il 21 agosto 1839)
che "il sig. Sacchi propone a scanso di
spese, d'interessare il signor Fratecolla (il
nonno dell'avvocato Casimiro) onde presti
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alla società alcune messe e sinfonie
dell'antica
accademia,
ma
il
signor
Benedetto Tatti fa osservare potersi poco di
buono sperare da quell'Archivio in cui non
v'è che musica vecchia, e la mozione
Sacchi è abbandonata".
Evidentemente il signor Fratecolla, cui
allude il verbale, era incaricato di custodire
il vecchio archivio dagli illustri accademici
che i benedettini conservarono a Bellinzona
fino a quando non furono costretti ad
abbandonare la nostra Città, nel 1852. Dal
momento che non abbiamo un elenco di
quella musica è assai difficile poter valutare
l'entità di una simile perdita e non posso
quindi sapere se quel Benedetto Tatti
aveva torto o ragione.
Dai verbali del 1839 sappiamo invece
che la banda vera e propria, formata
sull'esempio dell'effimera banda militare
cantonale portò tanto di uniforme. Era una
banda come se ne poteva formare in un
piccolo borgo che contava poco più di mille
abitanti, ma che aveva il suo bravo
regolamento ed un suo maestro. È vero il
fatto invece che l'orchestra cessò di
esistere nel 1855, mentre la banda crebbe
e prosperò emanazione dell'accademia
filarmonica e continuatrice dello spirito che
ne aveva animato i fondatori.
Gioverà ricordare che i primi illustri
accademici nel 1785 erano i seguenti
signori:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Canonico Deffendente Molo
Prete Giuseppe Filippo Paganini
Fulgenzio Zezi
Fulgenzio Chicherio
Giuseppe Filippo Paganini
Vincenzo Molo
Carlo Taragnole
Tommaso Zezi
Fedele Pedotti
Teodoro Barazzetti
Giovan Pietro Fedele
Giuseppe Antonio Fedele
Civica Filarmonica di Bellinzona
L'esame dei verbali, dal 1839 in avanti,
ci fornisce le solite notizie sulla vita di una
società, ma sulle quali non mi posso
soffermare. Sappiamo, da quei verbali, che
nel 1844 soggiornò a Bellinzona un Maestro
Prziborsky, capobanda di un reggimento
piemontese, capitato chissà per quali
motivi a Bellinzona: egli si incaricò per sei
mesi dell'istruzione musicale dei soci
esercenti e ricevette come compenso un
onorario di lire 5 milanesi al giorno. Dal 15
agosto
1848
la
società
filarmonica
assumeva quale direttore artistico il mo.
Giuseppe Araldi, cui succedettero, nel 1870
il mo. Voda, nel 1877 il mo. Ronzani e nel
1878 il mo. Rossi.
Purtroppo non abbiamo nessuna notizia
circa il periodo che va dal 1855 al 1880. Ma
a partire da quella data abbiamo tutti i
verbali della società che ci raccontano le
alterne vicende di un corpo musicale
organizzato secondo Statuti che - nella loro
essenza - sono ancora validi al giorno
d'oggi: essi furono elaborati dai signori
Antonio Lussi, Ettore Fedele, Cesare
Stoffel, Stefano Bacilieri ed Edoardo Jauch.
Alla direzione artistica del corpo musicale
viene chiamato, nel 1880, il mo. Lodovico
Mattei che tenne la bacchetta direttoriale
fino all'anno della sua morte, avvenuta nel
1918. Questo valente musicista fece di
Bellinzona la sua seconda Patria e diresse
sempre con entusiasmo e sensibilità
artistica il nostro corpo musicale. La
presidenza della società venne tenuta per
un breve periodo da Stefano Bacilieri e poi,
fino al 1910 da Edoardo Jauch, uomo
energico, avveduto e attivissimo e che
diede alla vita della Società un'impronta
personalissima. Basti dire che trovò i mezzi
finanziari per dotare la banda di una nuova
uniforme, nel 1903, raccogliendo quasi Fr.
5'000.- in sottoscrizioni private.
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Venne
l'avvocato
carica.
La Civica alla sesta Festa delle Camelie Locarno, 6 maggio 1928
Coronata così la sua carriera di
Presidente, il Maggiore Edoardo Jauch
cedette
il
seggio
presidenziale
al
Farmacista Ampellio Rezzonico che resse le
sorti della Civica per un solo anno; nel
1911, infatti, l'ing. Gaetano Brenni venne
nominato presidente e tale rimase fino a
quando diede le dimissioni, nel 1951. Di
Gaetano Brenni si potrebbe parlare per
delle ore, solamente raccontando la
cronaca della Civica nei quarant'anni della
sua presidenza, perchè è soprattutto grazie
a Lui che la Civica di Bellinzona ha potuto
diventare quella che è ancora oggi: una fra
le migliori bande del Cantone. Ma se nei
quarant'anni di presidenza di Gaetano
Brenni la Civica ha potuto raggiungere un
elevato livello artistico fu soprattutto grazie
alle magistrali doti di musicista del
compianto mo. Luigi Tosi che ancor oggi
molti ricordano. La memoria di questo
maestro rimane viva soprattutto fra i meno
giovani che ebbero il privilegio di essere
suoi allievi e suoi musicanti. Egli diresse la
Civica fino all'anno che precedette quello
della sua morte avvenuta il 6 gennaio
1957.
A Gaetano Brenni succedette il signor
Dir. Carlo Born appassionato cultore di
musica e che fu sempre vicino alla Civica.
Dopo di lui assunse la presidenza Giacomo
Zanini fino al 1967, proseguì, fino al 1971 il
sempre compianto e dinamicissimo Guido
Sterlini, fino a quel momento cassiere (che
fu pure presidente della FeBaTi fino alla
immatura morte avvenuta nel 1974).
Civica Filarmonica di Bellinzona
poi
nominato
Pietro Pellegrini,
presidente
tuttora in
Nel 1957 la direzione musicale della
Civica venne assunta dal maestro Amilcare
Sali fino al 1970, dal maestro Helmut
Hunger fino al 1979 e in seguito dal
maestro Julio Pezzutto che dirige ancora
oggi la banda.
Negli
ultimi
80
anni
la
Civica
Filarmonica di Bellinzona ebbe la fortuna di
avere, oltre ai dinamici presidenti ed ai
valenti maestri cui abbiamo accennato,
anche degli zelanti e capaci segretari:
Edoardo Jauch, Siro Bernasconi, Giuseppe
Chicherio, Job Ernani, Emilio Marietta (dal
1893 al 1912), Franco Bruni, Giacomo
Bontempi, Guido Borsa (dal 1915 al 1921),
Arturo Speziali, Tito Resmi (dal 1923 al
1946), Aurelio Colombo, Quirino Tatti,
Alberto Imperatori, Franco Ferrari, Luciano
Terzi e attualmente e da alcuni anni la
signora Liliana Cesarini.
È ovvio che non mi è possibile parlare di
tutti e soprattutto che non possiamo
menzionare la vasta schiera di musicanti
che diedero decoro alla nostra musica nei
200 anni di esistenza: commetteremmo un
errore volendo tentare di stabilirne l'elenco,
perchè
certamente
finiremmo
per
dimenticarne una parte, mentre tutti
dovrebbero
essere
menzionati,
dai
bravissimi ai meno dotati, perchè in tutti
loro v'è sempre stata la fiamma d'un ideale
che non si spegne e che non può
spegnersi: l'amore per la musica. In
un'altra
parte
di
questo
opuscolo
riprodurremo l'elenco dei musicanti, attivi
nel 1985 presso la Civica Filarmonica di
Bellinzona,
nonché
dei
membri
del
Comitato.
Al termine di questa mia esposizione,
limitata essenzialmente alle vicende salienti
della nostra associazione, è mio dovere di
rivolgere un pensiero grato all'Autorità
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comunale e a tutti quei soci benemeriti
che, con generoso contributo, permettono
alla Civica Filarmonica di Bellinzona di
poter continuare decorosamente la sua
esistenza,
dimostrando
comprensione
verso una società che tale comprensione
merita in quanto disinteressatamente
assolve un compito ben preciso
complesso organismo sociale.
nel
E la comprensione che soprattutto
l'onorando Municipio ci dimostra oggi l'ha
saputa dimostrare in passato, sempre; e fu
ricco d'aiuti morali e materiali.
Mi auguro che anche negli anni futuri possano continuare quei buoni rapporti fra la
nostra musica e l'autorità preposta alle sorti della nostra Città, affinché si mantenga
integra e vitale un'istituzione che attinge alle più pure e genuine tradizioni del nostro
paese:
E questo credo di averlo dimostrato attraverso la mia breve indagine.
Quirino Tatti (1985)
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