n. 2 - Ottobre 2008

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n. 2 - Ottobre 2008
Marcatura CE
Collaudi e prove
Normativa
Novità
•Cascading
•Porte da interni
•Materie prime: •La casa
•L’isolamento nei serramenti
in legno
• Aggregati
da riciclo
• Contatori di gas
acciaio
•Carico su pali
di fondazione
Passivhaus
termico
ed acustico
dei serramenti
n. 2 - Ottobre 2008
Rivista di innovazione tecnica e scientifica a cura dell’Istituto Giordano - Bellaria (RN)
Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no46) art.1 comma 1 - DCB Rimini”. valida dal 22/03/2005
n. 2
Sommario
ottobre 2008
Rivista quadrimestrale
n. 2/08 - Anno XX
Spedizione in A.P.
45% art. 2 comma 20/B
legge 662/96
filiale di Forlì
Reg. Trib. Rimini
n. 7/88 del 17/03/88
Direttore Responsabile:
Sara Lorenza Giordano
Editore e Redazione:
Istituto Giordano Spa
via Rossini, 2
47814 Bellaria (RN)
tel. 0541 343030
www.giordano.it
Coordinamento editoriale:
Sara Lorenza Giordano
Comitato tecnico:
Andrea Bruschi
Antonietta Serra
Roberto Porta
Roberto Baruffa
Sara Lorenza Giordano
William Giorgetti
Progetto grafico:
Barbara Caselli
Impaginazione:
Supporti Grafici
Stampa:
Pazzini Editore
Via Statale Marecchia, 67
47827 Villa Verucchio (RN)
Tutti i diritti sono riservati
Normativa
Lo standard Passivhaus nei climi caldi europei
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La marcatura CE
Il cascading dei serramenti in legno.
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Aggregati da riciclo.
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Collaudi e prove
Porte da interni per Hotel ed Alberghi. Caratteristiche antincendio ed acustiche.
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Materie prime: acciaio. Il problema dell’approvvigionamento nel settore dei metalli.
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Casa sicura. Il percorso che guida la scelta della porta blindata.
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Prove di carico su pali di fondazione strumentati.
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La taratura dei dispositivi per il sanzionamento dei passaggi con il semaforo rosso.
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Novità
L’isolamento termico ed acustico dei serramenti. 4° Convegno Nazionale CPD.
Prove antiuragano sui componenti dell’involucro edilizio.
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RICHIESTA DI ABBONAMENTO:
per richiedere cartolina-abbonamento scrivere a:
[email protected] o visita il sito www.giordano.it
Sommario
1
TNL
arch. Sara Giordano
Direttore Comunicazione
Mezzo secolo di storia
della certificazione
Cari lettori,
in questo numero vi presentiamo il primo di una serie di eventi volti a
festeggiare i 50 anni di Istituto Giordano.
Ma prima di approfondire le tematiche dell’evento (a pag. 3) vorrei brevemente percorrere la storia di quello che fu un’idea innovativa e rivoluzionaria che in seguito si concretizzò nell’attuale solida e strutturata
realtà, che vanta 15 laboratori multidisciplinari, 42.000 mq di superficie,
12 milioni di fatturato e 150 dipendenti.
C’era una volta… in un locale ricavato nel piccolo soggiorno della pensione Rosalba, il primo embrione quasi monocellulare di ciò che sarebbe
diventato, alcuni decenni più tardi, l’Istituto Giordano.
Il piccolo locale era di proprietà di Angelini Antonio, suocero di Vito L.
Giordano che, con la moglie Rosalba aveva attrezzato in maniera estremamente rudimentale un piccolo studio nella speranza di trovare qualche cliente che avesse la necessità di farsi progettare un impianto di riscaldamento.
Il tavolo da lavoro era costituito da un piano inclinato di circa un metro
quadro con dispositivo a cerniera che permetteva di regolarne l’inclinazione, un divanetto in cinz, due poltroncine con braccioli in legno ed uno
sgabello. L’attrezzatura tecnica era costituita da una riga a T, qualche
squadra e alcuni tiralinee a inchiostro di china; niente riscaldamento,
ovviamente.
Erano gli anni ‘50 e seppur con rudimentali mezzi c’era già la volontà di
approfondire le caratteristiche tecniche del prodotto per permettere ai
progettisti di avere dei dati con cui confrontarsi.
La storia potrebbe continuare, ma ciò che è importante sottolineare sono
i principi con i quali abbiamo attraversato i nostri primi 50 anni; coraggio,
innovazione e qualità.
Tornando all’attualità vi presentiamo brevemente il primo evento del cinquantesimo che abbiamo pensato e progettato per tutti i nostri clienti,
collaboratori e nuovi amici. Tale evento è il 4° Convegno nazionale direttiva prodotti da costruzione che tratterà un argomento di notevole
attualità.
L’isolamento termico ed acustico dei serramenti: una sinergia possibile?
Il Convegno si terrà a Rimini il 5 novembre 2008 ospitato dalla manifestazione Ecomondo / Keyenergy , sarà completamente gratuito (per info:
www.giordano.it) ed è dedicato allo scomparso Vito Lorenzo Giordano
fondatore di Istituto Giordano.
Per seguire le iniziative del 50° vi invitiamo a visitare il nuovo portale
della certificazione di Istituto Giordano, ricco di contenuti nuovi, di news,
di documenti in dowload e di esperienza.
Buona lettura e tanti auguri IG.
TNL
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Editoriale
ISTITUTO GIORDANO S.P.A.
Ente tecnico all’avanguardia nel testing di prodotto, certificazione, ricerca, progettazione e
formazione dal 1959.
Istituto Giordano è un interlocutore unico per
tanti servizi avendo riconoscimenti e autorizzazioni ministeriali che gli consentono di operare
in vari ambiti; tra i riconoscimenti più importanti citiamo le Notifiche Ministeriali per operare
come Organismo tecnico e Laboratorio di prova
in base alle Direttiva Prodotti da Costruzione
(89/106/CEE), l’autorizzazione in base alla legge n. 1086/71 per prove su calcestruzzi, acciai,
laterizi, l’accreditamento SINCERT per la certificazione sistema di gestione ISO 9000, gli accreditamenti SINAL per numerose prove e SIT
per l’attività metrologica.
I nostri numeri:
- 15 laboratori multidisciplinari
- 150 dipendenti
- 12 milioni di fatturato annuo
- 42.000 m² di laboratori di prova e ricerca
- 220.000 certificati emessi
- 40.000 contatti/mese sito giordano.it
- 25.000 lettori Colibrì e-news
- 25.000 lettori La Lente e-zine
- 200.000 lettori /anno TNL.
Convegno
Istituto Giordano
L’ISOLAMENTO TERMICO ED ACUSTICO DEI SERRAMENTI:
UNA SINERGIA POSSIBILE?
IV Convegno Nazionale direttiva prodotti da costruzione.
Rimini 05/11/2008
Sala Neri – Ecomondo / Keyenergy
Presso Rimini Fiera – via Emilia, 155 – 47900 Rimini
PROGRAMMA:
d
14:00 Registrazione partecipanti
d
14:30 Istituto Giordano
ing. Vincenzo Iommi
messaggio di benvenuto
d
d
d
d
16:00 Istituto Giordano
ing. Roberto Baruffa
Le caratteristiche fisiche dei serramenti in ambito
termo-acustico. Analisi delle compatibilità e dei punti
critici.
14:40 dott. Almerico Ribera
Presentazione della giornata
ed introduzione normativa sulla
marcatura CE.
d
16:00 ANCE
ing.. Nicola Massaro
Gli adempimenti previsti per richiedere le agevolazioni
fiscali nella riqualificazione energetica degli edifici.
14:50 Istituto Giordano
dott. Andrea Bruschi / ing. Antonietta
Serra
Le prestazioni acustiche dei
serramenti in relazione alla marcatura
CE ed al DPCM 05/12/97 e la
trasmittanza termica dei serramenti in
relazione al D.lgs 311
d
16:40 Procuratore Legale
avv. Filippo Cafiero
Le implicazioni legali dovute al mancato rispetto dei
requisiti acustici passivi degli edifici.
d
17:00 Dibattito finale
d
17:30 Chiusura lavori
15:40 Coffee break
Moderatore: dott. Almerico Ribera
Dir. Serramenti & Falegnameria
Accredito
La partecipazione è GRATUITA previo accredito presso Istituto Giordano entro il 17 ottobre 2008.
(per scaricare il modulo: www.giordano.it)
Con il partocinio di: CNA, Confindustria Rimini, ENEA, Ministero Sviluppo Economico, Regione Emilia Romagna, UNI.
✂
Con il contributo di: Banca di Credito Cooperativo.
Segreteria organizzativa:
Silvia/Francesca - Tel. +39 0541 322.303/214 - mail: [email protected]
Il cascading nei serramenti in legno.
Considerazioni e punti di vista
di Istituto Giordano.
Redazione tecnica - [email protected]
Premessa.
L’avvicinarsi della scadenza per la marcatura CE dei
serramenti che avverrà il 1° febbraio 2009 ha messo in moto sul mercato una frenetica corsa dei produttori/distributori per arrivare puntuali a tale data.
Il nodo cruciale è l’applicazione del cascading,
procedura notoriamente riconosciuta negli infissi
in alluminio ma di molteplice interpretazione per
quelli in legno.
Istituto Giordano, forte della sua esperienza pluridecennale nelle prove di laboratorio, trovandosi di
fronte all’applicazione della norma sui serramenti
ha riscontrato alcune lacune della norma stessa,
nonché perplessità in merito alla correttezza tecnica di alcuni elementi contenuti.
Uno di questi è rappresentato dalla possibilità di
applicare il Cascading.
TNL
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Marcatura CE
Vediamo di seguito come nella Linea Guida M, documento predisposto per essere utilizzato da chi
redige le norme, viene trattato l’argomento.
Definizione di cascading.
(Guidance Paper M)
Al paragrafo 4.13.2 della Linea Guida M si precisa che per alcuni prodotti da costruzione, ci sono
società (es: system house) che forniscono o garantiscono la fornitura sulla base di un accordo,
di alcuni o di tutti i componenti (ad esempio profili, guarnizioni, paraspifferi per finestre), ad un
assemblatore che poi fabbrica il prodotto finito
(d’ora in avanti chiamato “assemblatore”) nella
sua fabbrica….
…la system house deve sottoporre un “prodotto assemblato”, usando componenti fabbricati da
essa o da altri, alle prove iniziali di tipo e poi consentire l’utilizzo dei risultati delle ITT agli assemblatori cioè dell’effettivo fabbricante del prodotto
immesso sul mercato...
I risultati delle ITT che la system house ha ottenuto riguardo alle prove eseguite presso un Organismo notificato e che sono forniti agli assemblatori, può essere usato ai fini della marcatura CE
senza che l’assemblatore debba coinvolgere di
nuovo un Organismo notificato a condizione che:
- l’assemblatore fabbrichi un prodotto che utilizza la stessa combinazione di componenti
(componenti con le stesse caratteristiche), e
nello stesso modo, di quella per cui la system
house ha ottenuto le ITT.
Se tali risultati si basano su una combinazione
di componenti che non rappresentano il prodotto finale che sarà immesso sul mercato, e/o che
non è assemblata in conformità con le istruzioni
per l’assemblaggio dei componenti della system
house, l’assemblatore deve sottoporre nuovamente il suo prodotto finito alle ITT.
Riferimenti normativi per l’applicazione del cascading.
Dunque, alla luce di quanto contenuto nella Guida M, nella norma di prodotto (UNI EN 14351-1)
sono riportate le condizioni per l’applicabilità del
cascading.
La normativa non esclude la possibilità di ricorrere al cascading per l’assemblatore che produce
serramenti in legno così come non lo esclude per
nessun tipo di serramento, ma nel paragrafo 7.2.1
della norma - Prove iniziali di tipo (ITT) - dove sono
contenute le condizioni che devono essere soddisfatte perché ciò sia possibile, appare chiaro il
dubbio sull’applicabilità ai serramenti in legno.
Paragrafo 7.2.1.
“Può non essere necessario che il fabbricante
sottoponga nuovamente a prova le caratteristiche
per le quali può fornire una evidenza documentale,
purché:
1) tutta la documentazione e le prove eseguite dal
fornitore o da altri siano in conformità alla presente norma europea o ad altre norme europee non in
contraddizione e che il fabbricante abbia un contratto con il proprietario per l’utilizzo dei risultati della
prova e della documentazione di supporto;
2) i provini del fornitore o di un altro su cui sono
basati i resoconti di prova siano rappresentativi di
quelli utilizzati nella gamma di prodotti del fabbricante o in parte di essa (vedere punto 7.2.5.1);
3) i componenti siano assemblati dal fabbricante in
conformità alle specifiche fornite dal proprietario dei
risultati delle prove e della documentazione di supporto, assicurando che non vi sia alcuna riduzione
dei valori prestazionali dichiarati.
Se il fabbricante fa affidamento su risultati delle prove forniti da un fornitore o da altri, non deve essere
esonerato dalle sue responsabilità relative alle prestazioni del prodotto”.
L’“impossibilità oggettiva” la si vuole sottolineare
con un esempio banale tra infissi in alluminio o in
PVC e infissi in legno.
Mentre per i primi esiste un “sistemista” che produce il profilato in PVC, in alluminio o in acciaio e
lo distribuisce, dotandolo di opportuni accessori e
istruzioni di montaggio, ai propri “licenziatari”, per il
99% dei sistemi in legno italiani ciò non avviene,
ovvero normalmente un falegname ha le proprie
specifiche frese, il proprio fornitore di materia prima (legno) e, come per il serramento metallico una
serie di fornitori di accessori che sono ferramenta e
guarnizioni.
Tutto ciò eleva al quadrato la possibilità di variabili
in fase di montaggio che possono influire sulle prestazioni.
Dati di laboratorio sugli infissi in legno.
L’esperienza del laboratorio di Istituto Giordano
sulla reale suddivisione delle varie componenti e
responsabilità nei risultati di prova si può sinteticamente indicare con:
50% chi costruisce realmente il serramento;
25% il fornitore della ferramenta;
20% il fornitore delle guarnizioni;
05% il fornitore dei profili.
Questo però è dovuto al fatto che, nella realtà,
l’incidenza umana nella costruzione di un serramento è molto alta in quanto molto spesso il
piccolo errore, la disattenzione nel montaggio, le
piccole tolleranze costruttive, fanno cambiare in
peggio i risultati dei test.
Conclusioni.
Queste considerazioni non portano ad una soluzione ma appare evidente che nel mondo del serramento in legno, le variabili in gioco sono molte di
più rendendo di fatto quasi impossibile l’applicazione precisa e puntale del cascading.
Inoltre si mette in evidenza la delicatezza dell’argomento per puntualizzare a chi intende applicare il
cascading di tenere accuratamente sotto controllo
tutte le variabili del processo produttivo perché l’errore è dietro l’angolo.
Marcatura CE
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TNL
Aggregati da riciclo.
Giombattista Traina - laboratorio Chimica - [email protected]
Marcatura CE: obbligatoria
da febbraio 2008.
Premessa.
Gli aggregati o inerti rappresentano la base per la
maggior parte delle costruzioni, ed in funzione della provenienza possono essere divisi in:
•Aggregati naturali: prodotti da cave o altre risorse
minerarie;
•Aggregati secondari: by-products di processi industriali (scorie di fonderia e altre ceneri);
•Aggregati da riciclo: prodotti da attività di Costruzione e/o Demolizione (C&D).
Indipendentemente dall’origine, qualunque aggregato necessita di specifiche caratteristiche meccaniche, fisiche e chimiche, per poter essere utiliz-
TNL
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Marcatura CE
zato nelle opere di ingegneria civile, dettate dalla
direttiva 89/106/CEE (CPD), che regola l’utilizzo dei
prodotti da costruzione*.
Normativa.
Con l’entrata in vigore del D. M. 11 aprile 2007 si
è ormai completato l’iter italiano di recepimento
di tale direttiva e da febbraio 2008 anche il periodo di transizione di cui all’art. 3, per il quale
era ancora permessa la libera circolazione degli
aggregati privi di marcatura CE ovvero con marcatura CE non conforme al D.M. suddetto. Dunque,
a partire dal 4 maggio 2007 il sistema di attestazione della conformità degli aggregati è stato così
disciplinato:
•tipo 2+ per aggregati ad uso strutturale;
•tipo 4 per aggregati ad uso non strutturale.
Tipo 2 + (più complesso) per gli inerti impiegati
in uso a basso rischio di sicurezza. In questo caso
è necessario avere un Sistema di Controllo del
Processo (anche non certificato), eseguire tutte le
prove previste dalla norma, rispettare i valori limite
imposti dalla norma stessa.
Tipo 4 (più semplice) per gli inerti impiegati in uso
ad alto rischio di sicurezza. In questo caso è necessario avere un sistema di Controllo del Processo
certificato, eseguire tutte le prove previste dalla
norma, rispettare i valori limite imposti dalla norma
stessa.
Analisi dimensionale dell’aggregato
Norme per la marcatura degli inerti in
funzione della destinazione d’uso:
•EN 12620 aggregati per calcestruzzo
•EN 13043 aggregati per conglomerati
bituminosi
•EN 13055-1 aggregati leggeri per
calcestruzzi e malte
•EN 13055 aggregati leggeri per
conglomerati bituminosi
•EN 13139 aggregati per la produzione
di malte
•EN 13242 aggregati per materiali con
legante idraulico per uso in lavori di
ingegneria civile e costruzione di strade
•EN 13383 aggregati e blocchi per opere
idrauliche
•EN 13450 ballast ferroviario.
Secondo le Normative Tecniche per le Costruzioni
(14/01/2008) è consentito l’uso di aggregati grossi
provenienti da riciclo, secondo i limiti di cui alla Tab.
11.2.III a condizione che la miscela di calcestruzzo
confezionata con aggregati riciclati, venga preliminarmente qualificata e documentata attraverso
idonee prove di laboratorio.
Tabella 11.2.III
origine del
classe del percentuale
materiale da riciclo calcestruzzo di impego
demolizioni di edifici
(macerie)
= C 8/10
fino a 100%
demolizioni di solo
calcestruzzo e c.a.
< = 30/37
<= 30%
riutilizzo di
calcestruzzo interno
negli stabilimenti
di prefabbricazione
qualificati - da
qualsiasi classe
stessa
classe del
calcestruzzo
di origine
fino al 15%
da calcestruzzi
> C 45/55
<= C 45/55
fino al 5%
Per quanto riguarda gli eventuali controlli di accettazione da effettuarsi a cura del Direttore dei Lavori, questi sono finalizzati almeno alla determinazione delle caratteristiche tecniche riportate nella tab.
11.2.IV
Tabella 11.2.IV
controlli di accettazione per aggregati
per calcestruzzo strutturale
Descrizione petrografica
semplificata
Dimensione dell’aggregato
(analisi granulometrica
e contenuto dei fini)
caratteristiche
tecniche
Indice di appiattimento
Dimensione per il filler
Forma dell’aggretato grosso (per
aggregato proveniente da riciclo)
Resistenza alla frammentazione/
frantumazione (per calcestruzzo
Rck > 0 C 50/60)
Marcatura CE
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TNL
Ma la resistenza culturale all’uso degli aggregati da
riciclo e secondari, ha ostacolato negli ultimi anni
lo sviluppo di questo settore, che produce più di
40 Mt/anno, con volumi superiori alla produzione
di Rifiuti Solidi Urbani (33 Mt/anno). Per abbattere
questo gravoso ostacolo, sono stati introdotti altri
strumenti normativi, che nonostante le difficoltà
applicative, aiutano a spingere il mercato degli aggregati da C&D, come per esempio:
• DM 203/2003: “Norme affinché gli uffici pubblici
e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni
con una quota di prodotti ottenuti da materiale
riciclato nella misura non inferiore al 30% del
fabbisogno medesimo”;
• Circolare 15 luglio 2005, n. 5205: “Indicazioni per l’operatività nel settore edile, stradale e
ambientale, ai sensi del decreto ministeriale 8
maggio 2003, n. 203”.
TNL
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Marcatura CE
Conclusioni.
Dunque, la necessità di adeguarsi alla direttiva
CPD e la presa di coscienza di voler affrontare e
superare il problema ambientale generato dalla gestione dei rifiuti da C&D e dalla continua richiesta
di materiale “vergine” da costruzione stanno pian
piano livellando la differenza tra i vari aggregati, da
classificare per “qualità” e non più per provenienza, imponendo però nuovi oneri agli operatori del
settore, che vengono chiamati ad importanti investimenti nel controllo di produzione. Questi ultimi
non devono vivere questo nuovo iter gestionale
come vincolo alla produzione, ma come opportunità di crescita e di qualificazione di un nuovo
mercato che premierà chi avrà saputo investire,
marcando CE il prodotto e certificando ISO 9000 il
proprio processo produttivo.
* Per informazioni relativamente ai test su aggregati è possibile contattare il laboratorio al
seguente indirizzo: [email protected]
Porte da interni
per hotel ed alberghi.
Redazione tecnica Istituto Giordano – [email protected]
Caratteristiche antincendio
ed acustiche.
Caratteristiche antincendio.
Premessa.
Le porte interne di Alberghi ed Hotel, in particolare
quelle di accesso alle camere, ai vani scala o le entrate principali, devono attenersi per quanto riguarda la prevenzione incendi al D.M. 09/04/1994 e sue
successive modifiche.
Oltre alla sicurezza in caso d’incendio nelle strutture
alberghiere è sempre più richiesto un certo comfort
legato alle prestazioni acustiche; le porte tagliafuoco
quindi, devono anche garantire un buon isolamento
acustico.
Per l’isolamento acustico a differenza della resistenza al fuoco, non esiste una prescrizione di legge, ma
la necessità di privacy impone ormai elevati standard acustici.
Come premesso la prevenzione incendi negli alberghi è regolamentata dal D.M. 09/04/94 – “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi
per la costruzione e l’esercizio delle attività ricettive
turistico-alberghiere” e sua successiva modifica e
aggiornamento con DM 06/10/2003 “Approvazione
della regola tecnica recante l’aggiornamento delle
disposizioni di prevenzione incendi per le attività
ricettive turistico-alberghiere esistenti di cui al decreto 9 aprile 1994”.
L’applicazione di queste disposizioni riguarda sia le
nuove costruzioni che gli interventi di adeguamento e prevede per le strutture con più di 25 posti
letto che le porte delle camere abbiano un valore di
resistenza al fuoco pari a REI 30.
Tale classificazione REI garantisce la tenuta alle
fiamme e l’isolamento termico in caso d’incendio
per un tempo minimo di 30 minuti.
Inoltre le porte devono essere dotate di un dispositivo di autochiusura e di serrature antipanico con
sblocco automatico delle mandate della chiave
quando si agisce sulla maniglia interna delle camere.
Un discorso diverso viene fatto nei casi di adeguamento delle attività esistenti, ovvero dove non è
possibile intervenire in modo radicale, è accettato
che le porte anziché REI 30 min. siano REI 15, nel
caso di piccole realtà o dove le porte non possono
essere sostituite, in alternativa si possono prevedere dei sistemi di rivelazione automatica dell’incendio nei corridoi e nelle camere.
Naturalmente questo discorso non vale per gli
accessi ai vani scala protetti ed alle vie di esodo,
che debbono restare compartimentale con porte
tagliafuoco.
Collaudi e prove
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TNL
re inteso come l’isolamento acustico
richiesto tra due camere d’albergo attigue.
Tutto ciò premesso, per le porte d’albergo interne non c’è nessun obbligo
cogente riguardante l’acustica.
Caratteristiche tecniche per il
miglioramento acustico.
Normativa antincendio.
Il DM 21/06/2004 prevede che per la determinazione
della resistenza al fuoco delle porte si possa utilizzare
la UNI 9723 oppure la UNI EN 1634-1; l’utilizzazione
di uno dei due metodi permette l’omologazione della porta da parte del Ministero dell’interno. Nel caso
della norma UNI 9723 le porte sono classificate come
REI, mentre nel caso della UNI EN 1634-1 la classificazione corrispondente al vecchio REI è EI2.
In sintesi ciò che serve per la commercializzazione di
tali prodotti sono i seguenti documenti:
- copia dell’atto di omologazione della porta;
- dichiarazione di conformità alla porta omologata;
- libretto d’installazione, uso e manutenzione.
Caratteristiche acustiche.
Il Decreto attuativo D.P.C.M. del 5/12/1997 che determina i requisiti acustici passivi degli edifici dovrebbe
essere il punto di riferimento per quanto riguarda gli
alberghi.
Tale Decreto prevede 4 categorie associando ad ogni
categoria il valore limite dell’isolamento acustico in
riferimento al rumore trasmesso tra diverse unità immobiliari.
Nel caso della categoria C “Edifici adibiti a residenze,
alberghi, pensioni e attività similari” fissa il livello di
isolamento acustico apparente a 50 dB.
Il concetto di diversa unità immobiliare, nel caso di alberghi, non è di immediata interpretazione ma certamente non può essere applicato per la partizione che
divide la stanza in cui è inserita la porta di accesso dal
corridoio. Questa parete divide uno spazio pubblico (il
corridoio) da uno spazio privato (la stanza) ed inoltre
la necessaria presenza della porta rende l’isolamento
richiesto fisicamente non raggiungibile. Nel caso di
alberghi quindi il valore minimo di 50 dB deve esse-
TNL
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Collaudi e prove
Le prestazioni acustiche delle porte
sono fortemente correlate, oltre che
dal potere fonoisolante del pannello
anta, dalle perdite di tenuta che avvengono tra i bordi della porta con la sua
intelaiatura e sul suo lato inferiore. Se
le fughe lungo i lati della porta non vengono ridotte, l’impiego di ante, anche
molto performanti, non portano ad un
miglioramento significativo nelle prestazioni generali.
La tenuta lungo la parte inferiore della porta può essere realizzata con soglie fisse di battuta fissate sul
pavimento; tale soluzione non sempre è accettabile
poiché la soglia sporge sul piano del pavimento e può
presentare dei rischi all’accesso o impedimenti ai
disabili con carrozzina. Un’alternativa è costituita dal
così detto “parafreddo” o “soglia mobile” che altro
non è che un sistema automatico a “tenuta di caduta”.
Per essere efficace questa guarnizione automatica
deve premere fortemente contro il pavimento, deve
essere attivata in maniera efficace quando la porta si
chiude e deve andare bene in battuta con il bordo inferiore della porta e con le sue tenute laterali. Questa
possibilità non fornisce una tenuta così buona come
la soglia fissa, ma può fornire risultati accettabili se
adottata in modo appropriato e se ben montata.
Per quel che riguarda la scelta del pannello anta,
come nel caso delle pareti, il suo isolamento acustico
è influenzato da molte variabili: il peso per unità di
area in kg/mq (a massa superficiale maggiore corrisponde un maggior fonoisolamento), la presenza di
materiali assorbenti all’interno della porta, la rigidezza
e lo smorzamento delle superfici della porta ed il loro
accoppiamento.
Le modalità di installazione in opera della porta sono
d’importanza fondamentale per raggiungere alti isolamenti.
Bisogna prestare attenzione alle tenute che debbono essere compresse e combaciare bene in battuta
contro le superfici della porta, inoltre l’intelaiatura e la
sua struttura devono essere ben inserite nella muratura ospitante, evitando di creare fessure o cavità che
costituiscono vie di trasmissione del suono; se tutto
ciò non viene tenuto sotto controllo si rischia di non
raggiungere le prestazioni valutate ante operam.
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/FFRI AI TUOI PRODOTTI UN VALORE AGGIUNTO LA TRASPARENZA QUALITÌ NECESSARIA
INUNAFINESTRAEDANCORADIPIáINCHILAPRODUCE0ERCHÒASPETTARE
MATERIE PRIME: ACCIAIO.
Il problema dell’approvvigionamento
nel settore dei metalli.
Paolo Orioli – resp. laboratorio metallurgia – [email protected]
Attraverso due esempi pratici si riportano
le problematiche tipiche riscontrate in laboratorio in seguito
alla qualifica dei fornitori.
Premessa.
In questa sede analizzeremo in particolare il problema dell’approvvigionamento delle materie prime
nel settore dei metalli, con speciale riguardo per
l’acciaio. L’argomento è di grande attualità, grazie al
prepotente apparire sulla scena internazionale del
gigante Cina.
Non si tratta di fare della retorica sulla bassa qualità
delle produzioni a basso costo, provenienti dai paesi
in via di sviluppo, ma di comprendere che, oltre alle
truffe, pur sempre possibili, vi è anche un problema
di comprensione e congruità fra quanto richiesto
e quanto ottenuto: da paese a paese cambiano le
norme, le designazioni degli acciai, le metodologie
impiegate per i trattamenti termici e le lavorazioni
meccaniche, le tolleranze per definire l’accettabilità
di una produzione e così via.
Presenteremo ora due esempi, tratti dalla nostra
attività di laboratorio, su come questi problemi vengano affrontati nel concreto.
TNL
12
Collaudi e prove
Verifica della massa di rivestimento di
zinco.
tro, pulirle accuratamente e poi pesarle. Successivamente le provette vengono immerse in una soluzione di acido cloridrico e esametilene tetrammina,
in grado di sciogliere la zincatura senza intaccare
l’acciaio sottostante.
Le provette così trattate vengono lavate, pulite,
asciugate e nuovamente pesate: la differenza in
peso costituisce la zincatura eliminata e, espressa
in g/m2, la massa di rivestimento cercata.
I risultati ottenuti sono riportati in Tabella 2:
Il primo esempio è un caso di controllo preventivo:
un’azienda italiana, la quale per le sue attività acquista filo di acciaio zincato, ha deciso di valutare un
nuovo fornitore straniero. Allo scopo ha richiesto al
produttore dei campioni di filo di acciaio, diametro
3 e 4 mm, con zincatura di Classe A, secondo la
norma UNI EN 10244-2 (vedere Tabella 1)
Tabella 1 - Massa di rivestimento minima
prevista dalla norma UNI EN 10244-2 per le
diverse classi in funzione del diametro
DIAMETRO
Tabella 2 - Risultati sperimentali
CLASSE
A
AB
[mm]
B
C
D
[g/m²]
2,80 ≤ d ≤ 3,20
255
195
135
100
50
3,80 ≤ d ≤ 4,40
275
220
135
110
60
Campione
Grammatura
Minimo
Classe A
Minimo
Classe B
Filo diametro
3 mm
315
255
135
Filo diametro
4 mm
160
275
135
Mentre il filo di diametro 3 mm rispetta ampiamente i requisiti di norma (in effetti zincature che superino del 20 % i valori minimi richiesti non sono
inusuali), il filo di diametro 4 mm rientra solo nella
classe B.
Le analisi svolte hanno quindi permesso di riconoscere un prodotto scadente, o meglio meno valido
di quanto dichiarato, e di evitare tutti i problemi che
sarebbero potuti conseguire al suo utilizzo (eventuale corrosione in opera, contestazioni legali, necessità di svolgere nuovamente i lavori con nuovo
materiale ecc).
Il requisito di norma per la classe A prevede dunque
una massa di rivestimento (o grammatura) minima
di rispettivamente 255 e 275 g/m2.
I campioni, giunti in nostro possesso, sono stati
sottoposti all’analisi di determinazione gravimetrica
della massa di rivestimento: la tecnica consiste nel
prelevare delle provette di filo, misurarne il diame-
Tabella 3 - Composizione chimica
ELEMENTO
SIMBOLO
CAMPIONE A
CAMPIONE B
C45 (1.0503)
UNI EN 10083-2
[%]
Carbonio
C
0,49
0,47
0,42 √ 0,50
Silicio
Si
0,21
0,23
“ 0,40
Zolfo
S
0,028
0,017
“ 0,045
Fosforo
P
0,014
0,014
“ 0,045
Manganese
Mn
0,55
0,71
0,50 √ 0,80
Nichel
Ni
0,08
0,08
“ 0,40
Cromo
Cr
0,11
0,15
“ 0,40
Molibdeno
Mo
0,008
0,02
“ 0,10
Collaudi e prove
13
TNL
Analisi chimico-metallografica degli acciai.
Nel secondo caso analizzato un’azienda italiana,
che acquista barre in acciaio al carbonio C45 e le
sottopone a lavorazione al tornio, ha riscontrato
problemi in una partita di materiale proveniente da
un nuovo fornitore: durante la tornitura si osservava una notevole difficoltà alla formazione dei trucioli, con conseguente “strappo” e irregolarità della
superficie del metallo.
L’azienda ci ha dunque fornito 2 campioni, uno proveniente dal nuovo fornitore (Campione A) e uno
da quello vecchio (Campione B), per effettuare
un’analisi comparativa e comprendere il diverso
comportamento delle barre sottoposte alla stessa
lavorazione.
In primo luogo si è proceduto a verificare la composizione chimica delle 2 barre mediante spettroscopia ad emissione ottica (OES): entrambi i campioni
erano costituiti da acciaio da bonifica C45, secondo
la norma UNI EN 10083-2 (vedi Tabella 3, pag. precedente)
Proseguendo nell’indagine si è verificata la durezza Rockwell HRB (penetratore a sfera di acciaio e
carico di 100 Kg) delle due barre, sia in superficie
che a cuore.
Tabella 4 - Durezza HRB
Campione
Campione A
Campione B
Durezza HRB A
cuore
76
89
Durezza HRB
Vicino al bordo
83
94
I dati ottenuti, riportati nella tabella 4, mostrano che
il campione difettoso A presenta una durezza inferiore al campione B, sia a cuore che in superficie, il
che potrebbe giustificare la diversa lavorabilità delle
due barre a parità di altri fattori.
Una durezza inferiore può anche significare una
maggior tenacità e plasticità che portano alla formazione di un truciolo molto lungo o irregolare, quindi
ad un’usura anomala del tagliente dell’utensile.
Sono da tenere in considerazione anche alcuni tipi
di microinclusioni come quelle di solfuro di manganese che ritardano l’usura del tagliente favorendo la
frantumazione del truciolo.
La successiva analisi metallografica ha in effetti
dimostrato che i due campioni presentano una diversa struttura cristallina: il campione A presenta
una struttura sorbitica (perlite globulare in matrice
TNL
14
Collaudi e prove
ferritica) a grana molto fine (fotografia n. 1), mentre
il campione B ha struttura ferritica con perlite lamellare (zone scure) (fotografia n. 2).
Risulta evidente che le due barre hanno subito trattamenti termici svolti con diverse modalità, con conseguenti diverse microstrutture, stati inclusionali e
superficiali, e perciò, a parità di condizioni di lavoro,
con differenti gradi di lavorabilità.
Conclusioni.
I due esempi riportati mostrano come per evitare
sorprese nella scelta di un fornitore sia indispensabile seguire due semplici regole fondamentali:
•Chiarezza:
è consigliabile indicare nell’ordine i riferimenti
normativi e i requisiti chimico fisici richiesti al prodotto.
Se il nuovo materiale va a sostituire una precedente fornitura di altra provenienza è consigliabile
caratterizzare completamente il vecchio materiale
(trazione, resilienza, composizione chimica, durezza, struttura metallografica, spessore di zincatura
ecc., in base all’utilizzo e alla tipologia di prodotto)
in modo da poter stabilire un confronto chiaro e
diretto con la nuova fornitura.
•Controllo:
è sempre consigliabile effettuare una verifica preventiva sui nuovi lotti di materiale, per tutelarsi da
eventuali non conformità ed evitare di impiegare
prodotti non idonei.
Campione A. Struttura metallografica:
Sorbite (ferrite e perlite globulare) (200X)
Campione B. Struttura metallografica:
Ferrite e perlite lamellare (200X)
CASA SICURA.
Il percorso che guida la scelta
della porta blindata.
Roberto Porta – resp. laboratorio Security & Safety – [email protected]
TNL
Premessa.
Blindata non corazzata.
I ladri non si arrendono: ogni anno i furti in appartamento sono sul podio delle paure più diffuse
degli italiani ed è un fenomeno che non risparmia
nessuno.
Sembra proprio che la porta, infatti, sia la via prescelta dai ladri per entrare in azione.
Vediamo assieme quali caratteristiche deve avere
in funzione delle singole esigenze.
Una porta blindata è costituta da un’unica struttura,
dotata di un’anima in acciaio costituita, in genere,
da due lamiere ben saldate insieme e quindi rivestite in legno.
Anche il perimetro esterno della porta è rivestito
d’acciaio e si ancora al muro con delle zanche, lunghe circa 10-15 centimetri, che vengono saldate al
bordo del telaio e murate con il cemento alla parete
16
Collaudi e prove
di ancoraggio (più le zanche sono lunghe, maggiore
è la resistenza della porta).
La porta blindata, inoltre, ha da 3 a 7 rostri laterali
che, quando la serratura viene chiusa, si inseriscono nel controtelaio e limitano il rischio di scardinamento.
Fondamentale è la serratura di sicurezza, protetta
generalmente da una piastra in acciaio al manganese antitrapano.
Non bisogna confondere le porte blindate con quelle corazzate, che non sono altro che porte normali
rinforzate con eventuali lamiere, da un artigiano, ma
che possono facilmente essere scardinate.
Controllare la certificazione.
Per essere sicuri di acquistare una porta in grado di
tenere lontano i ladri, è fondamentale controllare la
presenza della certificazione, rilasciata da un ente
terzo rispetto al produttore della porta (in Italia è
l’Istituto Giordano, www.giordano.it ) a testimonianza del superamento di una serie di prove di scasso.
Le norme che regolano la certificazione delle porte
blindate sono le UNI ENV 1627, 1628, 1629 e 1630
e permettono di suddividere le porte in sei differenti
classi di appartenenza, a seconda del grado di resistenza.
I modelli certificati si riconoscono per un’etichetta
posta sull’infisso e devono essere accompagnati da
un documento che ne attesta l’effettiva resistenza
ed appartenenza ad una classe.
Sei classi di resistenza.
Le sei classi di appartenenza delle porte blindate
vengono stabilite dopo la simulazione di tentativi di
effrazione della durata di 3-20 minuti (un tempo superiore a quello dedicato da eventuali ladri) e il grado
di resistenza.
Come vedremo, le prime tre classi vengono assegnate alle porte che resistono ai tentativi di uno
scassinatore principiante, mentre le altre alle aggressioni più “professionali”.
Con l’aumentare della classe aumenta la capacità
di protezione della porta, ma anche il costo: più alto
è il valore dei beni da proteggere, maggiore sarà la
classe da prediligere.
Classe 1
Sono porte che resistono all’azione di cacciaviti,
tenaglie, leve, spinte e spallate. La resistenza non
è prolungata nel tempo (resistono per circa una
mezz’ora), ma sufficiente per proteggere una porta
posta dove eventuali rumori sospetti possono essere sentiti rapidamente. Sono porte, quindi, adatte
agli appartamenti situati in un condominio.
Classe 2
Più resistenti delle precedenti, le porte blindate di
classe 2 resistono anche a seghe, asce, scalpelli,
martelli e attrezzi manuali rumorosi. Particolarmente adatte per uffici in stabili che di notte non sono
abitati.
Classe 3
Queste porte resistono anche all’effrazione con piedi
di porco e sono quindi adatte per le villette isolate.
Classe 4
Sono porte in grado di resistere all’azione di ladri
esperti, che usano attrezzature elettriche di bassa
potenza (per esempio trapani, seghetti). Sono le
porte adatte per le ville isolate, con un discreto valore da proteggere.
Classi 5 e 6
Appartengono a queste classi le porte che resistono ai ladri professionisti, dotate di protezioni da
strumenti elettrici ad alta potenza. Sono le porte
che proteggono le banche, le gioiellerie e altri edifici sensibili.
ATTENZIONE ALL’INSTALLAZIONE
Perché la porta offra un’adeguata protezione,
conta anche la qualità del muro su cui si
appoggia: se è in cemento armato, o con i
mattoni pieni (ormai poco usati) la tenuta è
assicurata.
In caso di struttura con mattoni forati (le più
diffuse oggi), è consigliabile realizzare un
rinforzo con una maglia di rete e una gettata
di cemento lungo il perimetro del vano.
Se l’installazione richiede opere di
manutenzione straordinaria (come
appunto la muratura), rientra nelle spese
di ristrutturazione edilizia per le quali la
Finanziaria ha prorogato la detrazione
del 36%: si dovrà quindi allegare la
documentazione che prova i lavori e le
spese, alla dichiarazione dei redditi.
Collaudi e prove
17
TNL
Prova su cilindri per serrature
La serratura.
Fino a qualche anno fa, la serratura più diffusa era
quella “a doppia mappa”, riconoscibile perché azionata da chiavi a stelo lungo con due rettangoli speculari muniti di denti.
Oggi, però, offre un maggiore grado di protezione,
anche dall’azione dei trapani, la serratura con cilindro europeo che è anche più difficile da duplicare: in
pratica ogni serratura è caratterizzata da un cilindro
in cui inserire la chiave. Il cilindro verifica che la chiave sia quella corretta, altrimenti la rifiuta.
Per una maggior sicurezza si può aggiungere anche
un defender, una specie di corazza esterna in grado
di proteggere il cilindro dai tentativi di scasso.
Anche la serratura deve riportare la certificazione
(secondo la norma UNI EN1303 per le serrature a cilindro e EN12209 per le serrature a doppia mappa).
E’ fondamentale, inoltre, che le chiavi siano consegnate al momento dell’acquisto in una busta presigillata dal fabbricante.
Per maggiore protezione, con costi variabili è possibile sostituire le chiavi con lettori biometrici, cioè
sistemi in grado di leggere parametri del corpo del
TNL
18
Collaudi e prove
proprietario (i più diffusi leggono le impronte digitali,
altri l’iride dell’occhio): in questo caso non si corre il
rischio di smarrimento chiavi (e quello, conseguente, di duplicazione).
Rilevare le vibrazioni
Una protezione più “sofisticata” si può
ottenere abbinando alla porta blindata un
rivelatore di vibrazioni. In pratica è una sorta
di allarme che, quando la porta subisce un
attacco, lancia un segnale acustico.
In molti casi l’allarme è collegato a
un combinatore telefonico: in caso di
allarme avviato, vengono contattati
automaticamente dei numeri di telefono
prescelti.
E’ un sistema che può essere utile per
le abitazioni isolate e poco abitate, che
possono essere collegate direttamente con
una società di vigilanza privata.
Lo standard Passivhaus
nei climi caldi europei.
Redazione tecnica - [email protected]
Linee guida progettuali per le case confortevoli
a basso consumo energetico.
Premessa.
Passivhaus è un Istituto nato per sviluppare ed implementare un approccio alla progettazione edilizia
nei paesi dell’Europa centrale.
Nei climi caldi del Sud Europa il fabbisogno energetico per riscaldamento è generalmente più basso
che in Europa del Nord, ciò non è dovuto solo ai
gradi giorno per quella particolare località, ma anche
alla quantità di radiazione solare.
Entrando nel merito dell’argomento vediamo cos’è
un progetto passivo, mentre sorvoliamo sul perché
esso sia nato essendo noto a tutti che l’era dei com-
bustibili fossili sta per terminare.
La progettazione passiva ha come principio base
quello di massimizzare i benefici termici ed ambientali che possono sorgere mediante l’attenta considerazione delle prestazioni termiche dei componenti dell’edificio in modo da ridurre le perdite di calore
d’inverno e i guadagni termici d’estate.
Ovvero l’interesse è rivolto verso le strategie che ottengono il “riscaldamento passivo” ed il “raffrescamento passivo” tramite lo sfruttamento di sorgenti
di calore ambientali come il sole o con i cosiddetti
pozzi, uno di questo è ad esempio il cielo stellato.
Normativa
19
TNL
Lo standard Passivhaus.
Lo standard consiste fondamentalmente in tre elementi:
•un limite energetico (per riscaldamento e raffrescamento);
La strategia
•un requisito di qualità (comfort termico);
rategia di progettazione
proposta
costituisce
una
variante
•un ambientale
set definito
di sistemi
passivi
preferenziali
che
strategia tedesca Passivhaus, combinando la ventilazione naturale con
permettano di rispettare i requisiti di energia e
a capacità termica interna. D’inverno l’aria di mandata viene
a costi sopportabili.
scaldata attraverso lo qualità
spazio cuscinetto
a sud, che può raggiungere
erature fino a 20°C.In
Laddove
spazio
lo conse
nte, silepossono
questi lo
punti
sono
riassunte
caratteristiche di ciò
lare tubi nel terrenoche
del oggi
giardino
per ilcome
pre-riscaldamento
(o preè noto
standard Passivhaus
tedesco:
ddamento) dell’aria destinata allo spazio cuscinetto. Il carico di
ottimo
isolamento,
ponti
termici
ridotti
e
damento residuo è così basso che lo si potrebbe bilanciare con una finestre
ben una
isolate,
buona
tenuta
e sistema
“carbon neutral” come
caldaia
a cippato,
cheall’aria
potrebbe
fornire di ventie l’acqua calda sanitaria.
In con
estate,
durante di
i giorni
caldi,
spazio
lazione
recupero
calore
ad lo
alta
efficienza.
netto è aperto verso l’esterno per evitare surriscaldamento ed agisce
un’estensione dello spazio vissuto. Nelle notti estive, il controllo
dellaprovvederà
casa Passivhaus.
matico di alto livelloCosti
dei ventilatori
a raffreddare l’edificio e la
I costi
di realizzazione
e di gestione
di una
a termica degli interni.
La sicurezza
è mantenuta
usando alette
di casa Pasazione automatizzate
di alto sono
livello stati
e ventilatori
di basso
livello.conto sia dei
sivhaus
analizzati
tenendo
consumi energetici annuali, in funzione del costo
capacità termica interna può essere raggiunta per mezzo di pannelli in
medio
delle varie
fontiladdove
energetiche
deiuna
singoli paestruzzo prefabbricati
a faccia-vista,
oppure,
è preferita
uzione leggera, persi,
mezzo
di PCM
change ematerials)
sia del
costo(phase
di gestione
manutenzione dei vari
sulati nel cartongesso.
L’altadicapacità
termica interna è importante per
sistemi
climatizzazione.
e il surriscaldamento e la necessità del raffrescamento, che con il
Il bilancio
economico,
punto
di vista del coedire del surriscaldamento
globale
diventerà sia
unadal
priorità
crescente.
struttore
cheevita
da quello
deidiproprietari,
haattivo
individuato
ò la tipica Passivhaus
Britannica
l’utilizzo
raffrecamento
ante ombreggiamento
ventilazione
accoppiati
con quadro
massa tra una
cheeper
l’Italia lanaturale
differenza
a metro
ca esposta.
casa definita Standard ed una casa Passivhaus è del
5%perextra
che si traduce
in circasi60
€ assunti
a metro quaminimizzare le perdite
trasmissione
ed infiltrazione,
sono
2
drovalori
in più.
Tale
media
K eporta
0.15 a calcolare
velli di isolamento con
tipici
di valutazione
U intorno a 0.2
W/m ci
K, rispettivamente un
per tempo
le paretidi
e ilcirca
tetto. 12
Doppi
vetri
emissivi
anni
perbasso
ammortizzare
l’invetripli vetri come nella Passivhaus tedesca) sono proposti per le
stimento
iniziale.
rfici finestrate interne, mentre lo strato esterno dello spazio cuscinetto
enta vetri semplici. Lo strato esterno potrebbe essere a doppio vetro
Dove vedere
una Passivhaus
esso, il che potrebbe migliorare
le prestazioni
in modo sostanziale, ma
e simulazioni si è previsto
che
con
la
vetratura
raggiunge già
Un esempio realizzatodescritta
di casasiPassivhaus
in
ndard richiesto per il riscaldamento.
Si
assumono
valori
tipici
pari
Italia è stato costruito a Cherasco, di
inUprovincia
2
W/m K per le finestre, mentre i tassi di infiltrazione sono pari a 3
di Cuneo nel nord Italia.
bi orari a 50 Pa.
L’esempio italiano di Passivhaus.
La Passivhaus italiana nasce dalla premessa che9 le
soluzioni progettuali comunemente implementate
per le Passivhaus dell’Europa centrale, tipicamente
basate sull’elevato isolamento dell’involucro edilizio,
assenza di ponti termici e ventilazione forzata con re2.2 La strategia
cupero di calore sono riproponibili nelle zone carattestrategia di progettazione ambientale proposta costituisce una variante
da inverni
relativamente
rigidi naturale
come Milano
ed
lla strategia tedescarizzate
Passivhaus,
combinando
la ventilazione
con
in interna.
generale
tutto ill’aria
norddi emandata
possono
essere integrate
’alta capacità termica
D’inverno
viene
eriscaldata attraverso
lo spazio
cuscinetto
a sud,per
che ilpuò
raggiungere
con
soluzioni
aggiuntive
raffrescamento
estivo
mperature fino a 20°C. Laddove lo spazio lo conse nte, si possono
nella
parte
sud
dell’Italia.
stallare tubi nel terreno del giardino per il pre-riscaldamento (o preIn particolare
laspazio
Passivhaus
italiana
adotta
ffreddamento) dell’aria
destinata allo
cuscinetto.
Il carico
di le seguenti
caldamento residuosoluzioni
è così basso
che lo si potrebbe bilanciare con una
addizionali:
nte “carbon neutral” come una caldaia a cippato, che potrebbe fornire
•ombreggiamento delle finestre per mezzo di gronche l’acqua calda sanitaria. In estate, durante i giorni caldi, lo spazio
del’esterno
o persiane
per ridurre
i guadagniedsolari;
scinetto è aperto verso
per evitare
surriscaldamento
agisce
me un’estensione dello
spazio
vissuto. di
Nelle
notti estive, ilnotturna
controllo integrata,
•una
strategia
ventilazione
tomatico di alto livello dei ventilatori provvederà a raffreddare l’edificio e la
nei giorni particolarmente caldi, da raffrescamenassa termica degli interni. La sicurezza è mantenuta usando alette di
to attivo.
ntilazione automatizzate
di alto livello e ventilatori di basso livello.
alta capacità termica interna può essere raggiunta per mezzo di pannelli in
lcestruzzo prefabbricati a faccia-vista, oppure, laddove è preferita una
struzione leggera, per mezzo di PCM (phase change materials)
20 L’alta capacità termica interna è importante per
capsulati nel
cartongesso.
TNL
Normativa
itare il surriscaldamento e la necessità del raffrescamento, che con il
ogredire del surriscaldamento globale diventerà una priorità crescente.
Nello specifico vediamo quali criteri devono essere soddisfatti:
•isolamento: bastano 10 cm. di isolamento sulle
pareti e sulLO
tetto
anzichéPASSIVHAUS
25/35 dellaNEI
Germania.
STANDARD
CLIMI CALDI EUROPEI
•tenuta all’aria: il limite per Milano e per Roma è
pari a 1 h -1 (apice)
In sintesi per il confort invernale la passivhaus
italiana:
•minimizza le perdite di calore invernali grazie ad
un involucro altamente isolato e all’eliminazione
dei ponti termici;
•fornisce ventilazione forzata con recupero di calore dall’aria esausta;
•fornisce riscaldamento attivo utilizzando una pompa di calore geotermica di bassa potenza (1.5 kW);
•permette guadagni solari utilizzando la porzione di
3. 3 –delle
Strategia
di ventilazione
vetrataFig.
(30%)
superfici
rivolte a estiva
sud e riduce
le perdite limitando le superfici vetrate a nord.
Strategie invernali
Fig. 3. 4 – Strategia di ventilazione diurna invernale
Mentre per il comfort estivo:
•minimizza i guadagni solari grazie a un involucro
altamente isolato e all’ombreggiamento delle finestre;
•asporta i guadagni solari diurni e quelli interni accumulati nelle strutture edilizie utilizzando una
strategia notturna di ventilazione ibrida (naturale
e forzata).LO STANDARD PASSIVHAUS NEI CLIMI CALDI EUROPEI
Strategie estive
Fig. 3. 3 – Strategia di ventilazione estiva
Darsena di Rimini.
Prove di carico su pali di fondazione
strumentati.
Simone Nallbati – Dir. Lab. Scienza delle costruzioni – [email protected]
La verifica puntuale delle deformazioni del palo
attraverso l’inserimento nella gabbia di strain-gauge
prima del getto in cls.
Premessa.
La particolarità di questa prova di carico è stata l’innovativo utilizzo degli strumenti di misura annegati
direttamente nel getto del palo di fondazione.
Nello specifico gli estensimetri, applicati sull’armatura in acciaio in precedenza alla fase di getto del
calcestruzzo e successivamente al periodo di maturazione di questo ultimo, hanno iniziato a lavorare
riportando alla centralina di controllo le deformazioni
lungo tutto l’asse del palo.
Campione e carico di prova.
Il campione è rappresentato da un palo di fondazione in calcestruzzo del diametro di 600 mm e di lunghezza effettiva di 19.9 m. A tale campione è stato
applicato il carico limite di 224.000 Kg.
Collaudi e prove
21
TNL
Particolare di un estensimetro applicato sull’armatura longitudinale
Attrezzatura di prova.
La strumentazione utilizzata per la prova è di seguito riportata:
•1 centralina oleodinamica;
•1 manometro digitale di precisione;
•2 martinetti oleodinamici del diametro nominale
di 200 mm da 1500 kN (collegati e controllati in
parallelo dalla centralina oleodinamica);
•2 giunti sferici inseriti fra ciascuno dei martinetti
e la struttura di contrasto;
•12 estensimetri elettrici per rilevare le microdeformazioni lungo quattro sezioni del palo (n. 3
punti per sezione); sistema di acquisizione dati di
prova;
•4 trasduttori di spostamento di tipo potenziometrico per la misura dei cedimenti verticali;
•sistema di acquisizione dati da campo per prove
di carico, integrato con un PC per l’acquisizione,
la visualizzazione e la registrazione in tempo reale
dei cedimenti del palo.
Si ricorda che gli estensimetri sono stati applicati sull’armatura in acciaio precedentemente la
TNL
22
Collaudi e prove
fase del getto di calcestruzzo mentre i trasduttori
sono stati fissati mediante dei portatrasduttori ad
una rigida struttura metallica costituita da tubolari in acciaio appoggiati ad una adeguata distanza
dal palo in prova onde evitare eventuali influenze
di cedimento del terreno in prossimità del palo.
Estensimetri lungo la sezione del palo
rico-scarico in un range che varia da 0 a 224.000 kg;
i diversi livelli di carico sono stati a loro volta mantenuti nel tempo in funzione delle richieste del D.L.
Lettura delle microdeformazioni.
Il sistema di lettura delle microdeformazioni, composto da 12 estensimetri elettrici lungo l’armatura
del palo di fondazione hanno rilevato i dati per realizzare i seguenti diagrammi.
Realizzazione del carico di contrasto e
modalità di prova.
Diagramma carico - cedimento del palo
Microdeformazioni [ε x 10 -6]
Profondità del palo [m]
Il contrasto ai martinetti è stato realizzato con una
struttura rigida costituita da una trave in acciaio
saldamente fissata a due pali adiacenti a quello di
prova disposti ognuno ad una distanza di 3 volte il
diametro del palo di prova.
Sulla superficie del dado in calcestruzzo è stata sistemata una piastra di distribuzione del carico sulla quale poggiano i martinetti con interposti i giunti sferici,
che assicurano, durante la prova, il parallelismo fra
l’asse del palo e quello della forza di compressione.
I quattro trasduttori di spostamento sono disposti
sulla testa del palo a 90° tra di loro per la misura dei
cedimenti del complesso palo terreno.
Successivamente sono stati eseguiti dei cicli di ca-
Cedimenti [mm]
Carico applicato [Ton]
Inserimento del cls della gabbia allestita
con gli strain-gauge
Diagramma dell’andamento delle microdeformazioni [e x 10-6]
con la profondità [m] in funzione del carico applicato Q [ton] )
Collaudi e prove
23
TNL
La taratura dei dispositivi
per il sanzionamento dei passaggi
con il semaforo rosso.
Simone Zoffoli - lab. Ottica - [email protected]
Test di verifica del giallo.
L’impianto denominato T-Red è costituito da una telecamera a colori con una velocità di campionamento
di 50 immagini al secondo, di una unità ottica sensibile agli infrarossi corredata da illuminatori infrarossi
e di un sistema di elaborazioni ed archiviazione delle
immagini e delle informazioni ricavate da esse.
Detto ciò sono state effettuate quattro tipologie di
misure su richiesta del CTU:
•misura dei tempi delle fasi semaforiche sulle lanterne installate negli incroci oggetto della prova;
•misura dello spazio di arresto dell’autovettura della Polizia Municipale;
•misura dei tempi di giallo rilevati dalla videocamera dell’Istituto Giordano nei passaggi dell’autovettura della Polizia Municipale con la fase semaforica rossa come verifica del corretto rilevamento
del tempo di giallo da parte dell’impianto T-Red.
•misura della velocità media dell’autovettura della
Polizia Municipale nei passaggi con la fase semaforica verde come verifica del sistema utilizzato
per le misure.
Per l’effettuazione delle prove sono stati posti quattro coni segnaletici in corrispondenza della linea di
arresto, a 30 m dalla linea d’arresto, a 45 m dalla
linea d’arresto ed in ultimo a 56 metri dalla linea.
Premessa.
Le nuove tecnologie nate per sostituire il controllo
del rispetto delle regole del codice della strada, quali
ad esempio il vigile elettronico o il T-Red, sono fonte,
presso i tribunali, di perenni ricorsi nel tentativo di
vedersi invalidare la tanto odiata multa.
Di grande speranza l’ultima sentenza di un giudice
che ha invalidato la multa ad un automobilista che
era stato sanzionato per il passaggio col rosso, ma
che dopo un’attenta perizia al semaforo incriminato si è riscontrato che il giallo durava troppo poco,
meno dei secondi entro i quali era possibile passare
indenni. Occorre però precisare che i tempi del giallo sono in funzione del limite di velocità applicato
alla strada in questione e vengono solitamente indicati in 3 / 4 s per strade con limite dei 50 Km/h e 5
secondi per strade con limite dei 70 Km/h.
TNL
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Collaudi e prove
La misura dei tempi è stata effettuata contando il
numero di frames (singola immagine campionata
dalla videocamera) tra fotogramma iniziale e fotogramma finale e moltiplicando tale numero per la
durate di un frames, ovvero 0,04 s. Il cronometro, in
alcuni casi presente nelle immagini, è stato utilizzato come strumento di verifica dei tempi rilevati con
la videocamera.
La durata delle fasi semaforiche è stata misurata registrando con una videocamera digitale contemporaneamente la lanterna semaforica ed un cronometro.
Esempio di rilevazione con T-Red
Cos’è un T-Red
T-RED è l’unico dispositivo di rilevazione infrazioni al rosso omologato che non utilizzi spire magnetiche
a terra, pertanto la sua applicabilità è ideale in contesti urbani nei quali l’intervento sul suolo stradale è
sempre molto critico e spesso non attuabile oltre che oneroso e con impatti sulla viabilità.
E’ costituito da una serie di componenti fra loro interconnessi in una architettura gerarchica a tre livelli:
Primo Livello: Unità di Ripresa, installate alle intersezioni su palo con testa dotata di snodi di
orientamento, consistenti in due tipi di telecamere.
Secondo Livello: Unità di Elaborazione delle immagini riprese alle intersezioni, armadi stradali di
contenimento delle Unità di Elaborazione, connessione alle reti dati ed elettrica.
Terzo Livello: Unità Centrale di memorizzazione e gestione infrazioni, costituita da Server e Client
collegati in rete per gestione Sistema.
Norma di riferimento - La norma attualmente in vigore per l’applicazione di dispositivi quali il T-Red è
la UNI 10772:1998 “Telematica per il traffico ed il trasporto su strada - Sistemi per l’elaborazione delle
immagini video atti al riconoscimento delle targhe per applicazioni telematiche ai fini dell’accertamento
di violazioni delle regole del codice della strada e dei criteri di pedaggio”.
La marcatura CE dei dispositivi segnaletici e norme di riferimento.
•Dispositivi luminosi di pericolo e di sicurezza (UNI EN 12352 di giugno 2006) marcatura CE obbligatoria
dal 1° febbraio 2008.
•Lanterne semaforiche ( UNI EN 12368 di giugno 2006) marcatura CE obbligatoria dal 1° febbraio 2008.
•Pannelli a messaggio variabile (UNI EN 12966-1) marcatura CE obbligatoria dal 1° febbraio 2007.
•Segnaletica verticale fissa (UNI EN 12899-1/2/3/4/5) prossimamente anche per questi prodotti diventerà
obbligatoria la marcatura CE (non è ancora definito il periodo di transizione…).
Info su prove e marcatura CE: [email protected]
Collaudi e prove
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TNL
Prove antiuragano sui componenti
dell’involucro edilizio.
I test richiesti secondo le normative americane.
Roberto Porta – resp. Security e Safety – [email protected]
Una nuova strumentazione di prova permette di testare
finestre, porte esterne etc. all’impatto da “grande missile”.
Premessa.
Ai produttori e distributori di serramenti, porte
esterne, finestre da tetto etc. che si approcciano al mercato americano, viene quasi sempre richiesta, oltre alle consuete prove di permeabilità
all’aria, resistenza al vento e tenuta all’acqua con
le specifiche di prova ANSI AAMA e utilizzando le
normative ASTM come le ASTM E233 “Standard
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Novità
Test Method for Determining Rate of Air Leakage
Through Exterior Windows, Curtain Walls, and Doors Under Specified Pressure Differences Across
the Specimen”, ASTM E 331 “Standard Test Method for Water Penetration of Exterior Windows,
Skylights, Doors, and Curtain Walls by Uniform
Static Air Pressure Difference”, ASTM E 547 “Standard Test Method for Water Penetration of Exterior
Windows, Skylights, Doors, and Curtain Walls by
Cyclic Static Air Pressure Difference”, ASTM E 330
“Standard Test Method for Structural Performace
of Exterior Windows, Doors, Skylights and Curtain
Walls by Uniform Static Air Pressure Difference”,
una ulteriore prova che ne attesti la sicurezza in
caso di eventi atmosferici catastrofici quali un tifone o un uragano.
Componente dell’involucro edilizio da testare
ciò incrementa la condensazione.
L’aria che fuoriesce dalla sommità di questo
“camino” ridiscende verso il basso sotto forma di venti potenti.
Strumentazione di prova.
Per l’esecuzione di questa prova è stato necessario
realizzare un sistema per l’impatto che comprende
una specie di cannone, quale lanciatore, funzionante ad aria compressa, di precise dimensioni e caratteristiche tecniche ed un “large missile” che verrà
a sua volta sparato sul campione in prova con le modalità che di seguito elencheremo.
Il cannone, provvisto di compressore, misuratore di
pressione e tubo di lancio è dotato di due sistemi di
fotocellule in grado di misurare la velocità del missile con una precisione del ±2%. Tale velocità viene
rilevata quando il missile è fuoriuscito al 90% dalla
canna e fino a meno di un piede (304 mm) dall’impatto sul campione.
Il “large missile” è una trave rettangolare (102 x 51
mm) realizzata con una particolare essenza di pino
alla base della quale è stato posizionato un diaframma che permette di facilitare il lancio.
Descrizione della prova.
Normativa di riferimento.
Le procedure di prova, normalmente, sono
quelle richieste dalla Florida Building Code
come richiamate dalla Testing Application
Standard (TAS) 201- 94. Tali procedure sono
state redatte appositamente dal governo di
quello che è lo stato storicamente degli USA
più soggetto agli uragani ed ai tifoni, come i
recenti e ripetuti fatti di cronaca ci ricordano.
La prova consiste nello sparare al campione di riferimento, inteso come unità composta da tutte le
sue parti (es. l’infisso è composto da telaio, vetro
ed ancoraggi), una serie di tre colpi e verificare che
non trafiggano il campione passando dall’altra parte
o proiettando dei frammenti dalla faccia interna del
campione.
La prova è molto spettacolare e scenografica ma
anche altamente pericolosa e viene eseguita in un
apposito laboratorio dotato di tutti i più moderni dispositivi di sicurezza.
Cos’è un Uragano.
Uragano è il nome di origine caraibica (hurican
o huracan) usato per indicare un ciclone tropicale, frequente specialmente nei Caraibi e
caratterizzato da vento che raggiunge velocità
pari o superiori a 118 km/h. In meteorologia,
un ciclone tropicale è un tipo di sistema di
bassa pressione che si forma generalmente
nella fascia dei Tropici.
Come si formano.
Gli uragani si formano quando l’energia liberata dalla condensazione del vapore nelle
correnti ascendenti causa un ciclo di autoamplificazione. L’aria si scalda, salendo di più, e
Novità
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TNL
Contributi a cura di:
GENTI NALLBATI
Ingegnere Civile con specializzazione Geotecnica.
Svolge attività di prove e ricerca tecnologica per
la qualificazione dei materiali, dagli acciai ai calcestruzzi, dalle malte ai laterizi, legno, plastica e vetro.
Responsabile Direttore del Laboratorio Ufficiale ai
sensi della Legge n°1086 del 5.11.1971.
Ha maturato una solida esperienza nelle verifiche
di strutture in muratura, struttura in c.a. e collaudi
strutturali in opera.
PAOLO ORIOLI
Laureato e dottore di ricerca in chimica è attualmente responsabile della Sezione di Metallurgia. Autore
di articoli nell’ambito della metallurgia e del controllo di qualità per materiali metallici.
ROBERO PORTA
Diploma di geometra ed abilitazione alla libera professione conseguita ad Alessandria, Libero professionista dal 1974 al 1988, lavora presso Istituto
Giordano per il quale si occupa da circa 20 anni di
prove ambientali sui serramenti e facciate continue
oltre alle prove di resistenza all’effrazione dei serramenti, alle casseforti, bancomat etc. in qualità di
Responsabile della sezione di “Security” e “Safety” dell’Istituto Giordano.
Partecipa attivamente ed è membro di diversi gruppi di lavoro in ambito normativo sia italiano sia europeo in ambito CEN.
GIOMBATTISTA TRAINA
Ingegnere Ambientale, si è specializzato nei settori
rifiuti e bonifiche dopo aver frequentato il Master in
Gestione Rifiuti della Facoltà di Chimica Industriale, Università di Bologna. Svolge attività di ricerca
tecnologica per l’innovazione nei sistemi di bonifica
ambientale, oltre ad attività di consulenza e testing
per la Sezione Chimica Ambientale di Istituto Giordano. Ha maturato una solida esperienza nei sistemi di decontaminazione elettrochimica ed è autore
di diversi articoli scientifici in materia di rifiuti.
SIMONE ZOFFOLI
dottore in Fisica è attualmente responsabile tecnico
di prova della Sezione di Ottica.
Partecipa ad alcuni gruppi di lavoro UNI sulla segnaletica (stradale) verticale.
Si è precedentemente occupato di Microscopia
Elettronica presso il CNR di Bologna, di Energie Rinnovabili presso Laterizi Gambettola e del progetto
SOLE (Sanità On Line) della Regione Emilia-Romagna presso CUP2000.
TNL
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Autori
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