Colpo di mano in Parlamento La Loi Travail spacca i socialisti
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Colpo di mano in Parlamento La Loi Travail spacca i socialisti
Colpo di mano in Parlamento La Loi Travail spacca i socialisti Il governo bypassa il voto: sindacati infuriati e la minoranza del partito prepara la sfiducia » LUANA DE MICCO È Parigi con la forza che la contestata riforma del Lavoro sta passando in Francia. Senza riuscire a riunire la maggioranza in Parlamento, il premier Manuel Valls ha annunciato il ricorso alla scorciatoia dell’articolo 49.3, una procedura speciale che permette di far adottare il testo in Assemblea senza il voto. Non Premier sotto assedio Valls osteggiato dai repubblicani, dai sindacati (di nuovo in piazza) e dai suoi è la prima volta che Valls forza così la procedura democratica. Aveva già usato lo stesso stratagemma anche in prima lettura, a maggio. Dopodiché il testo ha completato il suo iter in Senato fino a tornare in Assemblea. Erano da poco passate le 15. Valls ha cominciato col dire che il ricorso al 49.3 era necessario per l’“interesse generale” e intanto in aula salivano le voci ostili e gli schiamazzi dei deputati. Perché è un testo di “progresso”, ha continuato Valls, che darà nuove “opportunità ai lavoratori” e più “flessibilità al lavoro”: “Dal primo giorno il governo dialoga con le parti sociali e passo dopo passo abbiamo costruito un compromesso”. Parlava dello stesso testo insomma che da mesi i sindacati, con in testa la Cgt e il suo mediatico leader Philippe Martinez, denunciano invece come la legge del dumping sociale e del precariato. Parigi brucia Una manifestazione sindacale contro la riforma del lavoro e Valls in Parlamento Reuters E CHE LA MAGGIOR PARTE dei francesi continua a non approvare. Il premier ha difeso la riforma che porta il nome della ministra del Lavoro, Myriam El-Kohmri, ma per la quale è lui di fatto a essere in prima linea: “Constato un’alleanza degli immobilismi. Quelli che vogliono mettere in discussione il nostro modello sociale, il progetto della destra, e quelli che considerano che maggiore dialogo sociale in azienda significa meno diritti. È l’alleanza di chi non vuole cambiare”. I deputati dell’opposizione di destra dei Républicains si sono alzati in piedi e hanno lasciato l’aula. I socialisti “frondisti”, dell’ala più a sinistra del Ps, contrari a diversi elementi di fondo della legge, sono rimasti ad ascoltare impietriti. È a loro che si rivolgevano gli ultimi rimproveri di Valls: “Basta giocare con le istituzioni a fini politici”. Solo una mozione di sfiducia presentata nelle 24 ore potrà bloccare l’adozione della legge. La destra ha già detto che non lo farà. Ma è a sinistra che frondisti, ecologisti e comunisti si sono mossi sin dal pomeriggio di ieri per riunire le 58 firme necessarie. Hanno fino alle 15 di oggi. Per loro il 49.3 è un insulto alla democrazia e molti credevano che un compromesso fosse ancora possibile. L’effetto di una mozione a sinistra – la caduta del governo e la frattura insanabile della gauche – sarebbe catastrofico a meno di un anno dalle presidenziali del 2017. Ma anche il ricorso al 49.3, a cui i francesi sono contrari, non apporta nulla di buono alla reputazione del premier e del presidente Hollande sempre più impopolari. Ieri l’ennesima manifestazione dei sindacati si teneva nelle strade di Parigi. Ma il movimento scema a poco a poco. Non c’erano più di 7 mila persone secondo le autorità, anche se erano 45 mila per i sindacati. Martinez ha dato appuntamento a tutti gli “scontenti” dopo l’estate. © RIPRODUZIONE RISERVATA