America`s Cup. Romanzo criminale
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America`s Cup. Romanzo criminale
VelaInternazionale ACCESSORI NAUTICI Valdenassi sulla rotta dei megayacht VALDENASSI, l’azienda specializzata nella fornitura di mobili esterni da yacht e carabbottini in teak, cambia casa e dopo quasi quarant’anni trasferisce la direzione, il magazzino e lo show room da Moncalieri (TO) nella più strategica Arma di Taggia in Liguria. Un trasloco ormai divenuto necessario per il progressivo aumento , soprattutto negli ultimi sei anni, del fatturato e per l’affermazione conseguita a livello internazionale quale fornitrice privilegiata dei cantieri nautici. Ingegnosamente, la nuova sede si trova sulla rotta più frequentata dai mega-yacht, e confina ad ovest con Sanremo- Portosole, a est con San Lorenzo al Mare - Marina degli Aregai, ma per di più dista appena un’ora di auto 10 1 - 15 SETTEMBRE 2007 da Antibes, Cannes, Montecarlo e Varazze. Valdenassi garantisce così una tempestiva assistenza ai propri clienti che nello showroom, accessibile solo su appuntamento, potranno orientare la loro scelta tra una vasta gamma di prodotti declinati nelle tre linee teak, metallo e la nuovissima linea di fibra sintetica, oltre ai carabbotini in teak custom. America’s Cup. Romanzo criminale Carte bollate, giudici, tradimenti, spionaggio... Ma è ancora vela? Non c’è luce nella querelle infinita che vede Larry Ellison come protagonista Roberto Imbastaro L’ ultima notizia, che ultima non sarà di certo, è che l’Arbitration Panel ha dichiarato valida la sfida del Club Náutico Español de Vela, CNEV, come Challenger of Record della 33a America’s Cup. Il Panel ha anche stabilito che la Société Nautique de Genève, SNG, era obbligata ad accettare la sfida dal momento che è stata la prima valida ricevuta. L’Arbitration Panel ha inoltre stabilito che il Protocollo siglato da SNG e dal CNEV il 3 luglio 2007 è conforme a quanto prescritto dal Deed of Gift e «dulcis in fundo», l’Arbitration Panel ha raccomandato che vengano effettuati alcuni emendamenti al Protocollo, relativamente alla gestione stessa dell’Arbitration Panel. Alinghi ha naturalmente espresso la propria soddisfazione per questo provvedimento che, se leggiamo tra le righe di quest’ul- Alinghi apre sul protocollo nel tentativo di stemperare la polemica con Ellison e raggiungere un accordo soddisfacente cipalità di Valencia, alla quale ha promesso, in caso di accoglimento del suo ricorso alla Corte Suprema di New York, di portare comunque la Coppa America a Valencia nel 2009 e ad un costo inferiore a quello concordato con ACM. Nelle aule del Tribunale la guerra continuerà sicuramente, a meno di un accordo che sinceramente - tutti gli sportivi LIBRIDELMARE tima raccomandazione, rappresenta anche un’apertura a Larry Ellison e a Bmw Oracle, perché è un’implicita ammissione che il protocollo è troppo sbilanciato dalla parte del Defender. Ellison ha sempre contestato questo particolare punto: «Pensate - aveva dichiarato che il Defender può in qualsiasi momento escludere un qualsiasi sfidante. Se ad esempio Alinghi non avesse voluto regatare in finale contro New Zealand, avrebbe potuto far disputare la finale a Luna Rossa in termini di regolamento». ACM sottolinea che l’Arbitration Panel è l’autorità competente per la risoluzione di controversie di natura sportiva e che è composto da tre membri con una lunga esperienza nelle questioni legali sportive: il professor Henry Peter, svizzero, che presiede il Panel, Graham McKenzie, neozelandese e Luis María Cazorla Prieto, spagnolo. Sia McKenzie che il professor Peter facevano parte della Giuria della 32a America’s Cup quando BMW ORACLE Racing era Challenger or Record e il prof. Henry Peter è stato anche membro dell’Arbitration Panel della 31a America’s Cup. Ma tutto ciò potrebbe non essere sufficiente ad appianare la contesa con il re del software Larry Ellison, anch’egli alla ricerca di consensi da parte degli altri sfidanti e della stessa Muni- Coppa America: ultim’ora LA SUPREMA CORTE DI NEW YORK, presieduta da Justice Cahn, non ha ammesso la richiesta del Golden Gate Yacht Club (GGYC) volta a ottenere un’ingiunzione nei confronti di Societé Nautique de Geneve, e invece ha ordinato alle parti di presentare le rispettive memorie legali scritte per analizzare e decidere sul caso nel più breve tempo possibile. Il giudice ha fissato al 22 ottobre la data per l’udienza per risolvere l’aspetto centrale della disputa, quello sulla validità della sfida spagnola del Club Náutico Español de Vela (CNEV), accettata da SNG dopo la vittoria di Alinghi della 32a America’s Cup. Il challenger spagnolo, CNEV, ha informato la Corte che interverrà nel caso come parte in causa per rinforzare e riaffermare la sua posizione legale di Challenger of Record per la 33ma America’s Cup. Hamish Ross, Consigliere Generale di Alinghi, spera di poter chiarire il tutto velocemente: «Ora dobbiamo tirare una riga definitiva sull’incertezza provocata dalle azioni del GGYC e concentrarci sul futuro». T.C. auspicano. Come andrà a finire non lo sappiamo, ma la Corte di New York è l’unica depositaria dell’Atto di Donazione, il Dead of Gift, che può essere considerato alla stregua di un testamento a lei affidato. Se deciderà che la sfida dovrà essere fatta entro 10 mesi, la sfida si farà. E con il catamarano, perché la barca la sceglierà Ellison. Ma anche sull’acqua lo scontro è durissimo. Il magnate americano ha infatti ingaggiato Russel Coutts, in quest’ultima edizione tenuto in naftalina da Alinghi. Il neozelandese, tre volte vincitore in Coppa America, guiderà il consorzio di Oracle nella 33a America’s Cup. E intanto la maggior parte degli sfidanti sta a guardare per capire cosa succede. Non è semplice, infatti, decidere di programmare investimenti così cospicui, ne’ attrarre sponsor, in questo clima di totale incertezza. Parteciperanno naturalmente Desafio, il nuovo consorzio inglese Origin, New Zealand, i tedeschi di Internet Germany e MSC Crociere, ovvero il capitano Sarno che ad oggi è l’unico Team con un’anima italiana per il quale possiamo tifare. Ad oggi, in attesa di un chiarimento, nessun team italiano è scritto alla 33ma America’s Cup Di barca in barca... in giro per il mondo A CURA DI INBAR MEYTSAR SINOPSI. Varcata da poco la soglia dei trent’anni, con un solido lavoro nella finanza milanese, Alberto Di Stefano decide di lasciare tutto e di partire per il giro del modo in barca a vela. Sogno di per sé non originale e sempre più frequente che si trasforma però in un vero e proprio nuovo modo di viaggiare. “Quando decisi di partire per un viaggio di un anno in giro per il mondo, non mi era mai frullata per la testa l’idea di sfruttare i passaggi offerti dalle moltissime barche che ogni anno solcano i mari. Non ero a conoscenza di questa possibilità e non pensavo fosse semplice trovare un imbarco senza pagare gli altissimi prezzi che le società di charter applicano per le solite, classiche, crociere in barca a vela. No, l’idea era quella di viaggiare da un continente all’altro in aereo e intanto visitare il ALBERTO DI STEFANO, laureato alla Bocconi, non era mai salito su una barca a vela prima di incontrare una donna per la quale valesse la pena improvvisarsi esperti velisti. Ma la passione che lo stava aspettando non era quella che lui pensava e di lì a poco avrebbe lasciato tutto, ma proprio tutto, per seguirla. Il libro è un resoconto frizzante ed estremamente preciso del suo viaggio intorno al mondo in barca a vela, prendendo passaggi da imbarcazioni che solcano i mari durante tutto l’anno. ALBERTO DI STEFANO IL GIRO DEL MONDO IN BARCASTOP Edizione: Feltrinelli Collana: Traveller Pagine: 384+16 euro16,50 Prima Edizione 2007 Sud America, l’Australia, l’Africa, l’Asia spostandomi con pullman, treni o voli interni. Nessun programma dettagliato, nessun albergo prenotato, la completa libertà di cambiare itinerario in qualunque momento e di aggregarmi a nuove compagnie che, ne ero certo, avrei incontrato lungo la strada.” Tuttavia, come dice il poeta, “è camminando che si fa il cammino” e il libro è il resoconto di un anno di viaggio all’insegna dell’improvvisazione, viaggio che, solo guardando indietro, si presta a essere strutturato in regole. Da una parte narrazione di viaggi e incontri, dall’altra manuale su come fare per costruirsi un’esperienza di barcastop minimizzando i rischi e sfruttando appieno i benefici, Il giro del mondo in barcastop è un libro piacevole e divertente. Si può consultare come un manuale o si può leggere come un piacevole racconto di viaggio. In entrambi i casi, la voce schietta e simpatica dell’autore ci accompagna con l’affabilità di un vecchio amico su rotte tutte da inventare.