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B27
Eleonora Pantò
Corrado Petrucco
Internet per la
didattica
Internai per la didattica
nuove tecnologie a scuola. Attraverso lo stanziamento di fondi per
l'acquisto di stazioni multimediali. Nelle righe successive, alcuni
protagonisti di queste sperimentazioni raccontano la loro storia: la
rassegna non vuole essere esaustiva e ci perdoneranno quanti come
a Ferrara 1 o a Verbanìa 2 e in altre città hanno sviluppato progetti
analoghi.
V
Kidslink a Bologna
La più conosciuta esperienza in Italia di uso della telematica a scuola
è senza dubbio Kidslink; c'è una "s" in più perché siamo a Bologna,
ma è una diretta filiazione della Kidlink internazionale, di cui abbiamo già accennato e che presentiamo nel paragrafo dedicato ai
progetti internazionali. Ecco l'intervista, effettuata via posta elettronica, a Mauro Nanni, astronomo del CNR, che è stato uno dei
promotori del progetto.
• Come è nato Kidslink?
Il progetto Kidslink è iniziato nell'ottobre del 1990, partendo da
isolate esperienze di telematica nella scuola dell'obbligo; è stato
formalizzato in una convenzione tra il Comune di Bologna, l'Istituto di Radioastronomia del CNR e l'Arci Computer Club nel 1992.
Nel corso degli anni il progetto si è sviluppato su più di un centinaio di scuole, dì ogni ordine e grado, nella città di Bologna e nella
regione. Ha permesso l'attività di più di 200 tra insegnanti e operatori tecnici e ha coinvolto alcune migliaia di ragazzi. Kidslink è
oggi una delle esperienze più significative di concreto utilizzo della
tecnologia telematica nella scuola e funge da "infrastnittura trasparente" per la realizzazione di attività e progetti interscolastici con
finalità didattiche.
Lo scambio di posta elettronica tra ragazzi di differenti paesi, il
coordinamento di attività tra varie scuole, la raccolta di programmi
(in gran parte autoprodotti), e oggi l'allestimento di pagine web
fruibili sulla rete Internet sono i risultati più visibili dell'utilizzo
che le scuole hanno fatto della rete telematica. Per rendere possibili queste attività è stato necessario predisporre server di rete, stu-
C
Progetti ed esperienze in Italia e...
diare soluzioni compatibili con le risorse tecniche ed economiche
delle scuole, organizzare corsi di formazione e soprattutto avere un
confronto continuo tra "informatici" e insegnanti.
• Come utilizzate la rete ?
Qualche anno fa parlare di Kidslink significava parlare soprattutto
di scambi di messaggi con ragazzi di altre parti del mondo attraverso la posta elettronica, e l'obiettivo era quello di "favorire l'apprendimento delle tecniche informatiche, il contatto tra ragazzi appartenenti a differenti aree geografiche e culturali e lo studio delle
lingue straniere".
Questi obiettivi, chiari e comprensibili, hanno permesso di coinvolgere insegnanti fecalizzando l'attenzione su precìsi e definiti strumenti
tecnici. È stato svolto un importantissimo lavoro di formazione che
ha portato anche all'allargamento del gruppo iniziale; ciò ha generato nuove richieste e la proposta di esperienze che andavano ben
oltre gli obiettivi iniziali. Molto schematicamente possiamo dire che
le attività svolte nell'ambito del progetto Kidslink sono state:
• scambio di messaggi tra studenti a tema libero o nell'ambito di
progetti coordinati dagli insegnanti (collaborazione tra classi in
paesi diversi e in lingue diverse);
• ricerche e inchieste a livello nazionale e internazionale condotte
attraverso lo scambio di dati e dei programmi di analisi (ad esempio,
come usano il tempo libero i ragazzi in paesi diversi, misure
dell'inquinamento dell'aria e delle acque in diverse città italiane, curiosità gastronomiche, eccetera);
•
giornalini interscuole;
• ipertesti (Gegeo, ipertesto di geografia realizzato in linguaggio
IBM-linkway in 6 scuole coordinando le attività e scambiando Ì
file attraverso la rete);
• giochi: testi a più mani, in collaborazione con scuole di Bologna, Milano e scuole francesi; lipogrammi: gara tra classi di differenti scuole chiamate a riscrivere un brano proposto senza utilizzare
una lettera dell'alfabeto; sogni: pubblicate i vostri sogni notturni o a occhi aperti;
Internet per la didattica
• Fahrenheit 451: il progetto promosso dal Comune di Bologna,
Provveditorato e Libreria Stoppani, consiste nel far recensire i
libri per ragazzi dai ragazzi delle scuole elementari e medie; partito nel 1993 con 800 recensioni nel 1993, 2000 recensioni nel
1995, 3000 nel 1996.
• Come siete entrati in Internet?
Il progetto Kidslink, è nato su una attività ben definita dì scambio
di corrispondenza tra ragazzi di differenti paesi, si è dotato di
strumenti hardware e software conseguenti, ha potuto rapportarsi
con insegnanti che affrontavano per la prima volta esperienze telematiche; grazie a questi incontri ha potuto verificare i problemi
economici, organizzativi, ambientali chela trasposizione dello strumento
rete incontra all'interno della scuola. Kidslink è stato visto come
un insieme coerente che comprendeva un progetto didattico, degli
strumenti tecnici e un sistema di formazione per l'uso di quegli strumenti.
Le "infrastrutture" del progetto Kidslink sono costituite da un server
di rete (un Pentium 100 con sistema operativo Linux) collegato alla
rete GARR, cioè alla rete delle ricerche che è parte di Internet, e da
un paio di modem (28.800 bps) a cui le scuole possono accedere.
Sul server sono registrate le scuole che partecipano al progetto ed è
stato realizzato un software opportuno per facilitare il collegamen
to e il trasferimento dei file e della posta in particolare. Le scuole
che partecipano al progetto si sono dotate di modem e utilizzano i
propri calcolatori (da vecchissimi PC-XT a moderni Pentium) su
cui possa girare almeno un emulatore di terminale (ad esempio Telix).
Tutte le applicazioni sono state sempre pensate nell'ottica di minimizzare i tempi di collegamento che mediamente sono contenuti al
di sotto dei 10 minuti. In questo modo è stato possibile far lavorare
decine di scuole tutti i giorni pur disponendo di risorse limitate.
• Qual è lo strumento più utilizzato all'interno del progetto?
Il progetto Kidslink si è sviluppato facendo uso soprattutto della
posta elettronica, che pare oggi, al neofita della rete, un oggetto
Progetti ed esperienze in Italia e...
banale e scontato. La strategia utilizzata in Kidslink è stata quella
di assegnare una "casella postale" per ogni insegnante che partecipava al progetto e una "casella postale" collettiva per la scuola. Il
software di collegamento è stato scritto prevedendo la scrittura e la
lettura dei messaggi sui calcolatori della scuola "a modem spento".
Poi con un unico collegamento tutti i messaggi vengono inviati alle
varie destinazioni mentre vengono acquisiti i messaggi in arrivo.
Questa filosofia, che troviamo in parte oggi in software quali Eudora,
è stata pensata, oltre che per minimizzare i costi di collegamento,
anche per permettere a decine di ragazzi di lavorare contemporaneamente sulle macchine di un laboratorio senza doversi mettere
in coda sull'unico calcolatore provvisto di modem. I singoli messaggi vengono raggnippati in un unico file e spediti con un unico
collegamento. La posta in arrivo, che giunge tutta nella medesima
casella postale, richiede l'intervento di un "postino" che provveda
alla distribuzione.
• Ci sono stati problemi n e l l ' u t i l i z z a r e la posta elettronica a
scuola?
Per un utilizzo ottimale della posta elettronica sarebbe opportuno
che ogni utente (studente, gruppo, classe a seconda dei casi) potesse disporre di una propria "casella postale", ma una personalizzazione
così spinta richiede che l'assegnazione delle caselle postali non sia
demandata a qualcuno esterno alla scuola, ma che siano gli insegnanti stessi a poter decidere come organizzare le caselle postali
della scuola per quell'anno scolastico.
Questo si presenta oggi come il maggior problema di utilizzo della
rete Internet da parte di una comunità numerosa di utenti come è
una scuola. Il problema non è risolto dai software in commercio,
che sono comunque pensati per utenti individuali, e non è contemplato dai "provider" che hanno strutturato la loro offerta su due
classiche tipologie di utente: il singolo privato che si collega via
modem per un tempo limitato e l'azienda che stabilisce una connessione permanente con una linea dedicata. Il privato ha un'unica
casella postale e andrà a leggere quando si collegherà, L'azienda è
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permanentemente collegata e potrà creare tutte le caselle postali
che desidera sulle proprie macchine che sono in Internet a tutti gli
effetti. Peccato che una connessione permanente costi alcune decine dì milioni all'anno.
Stiamo sperimentando, in più scuole medie e superiori, una soluzione economica a questo problema, soluzione basata su un "antico" protocollo di rete lo "UUCP" e su uno dei software pubblici
che lo implementa: Waffle. Con questo software è possibile creare
"una BBS" su un semplice calcolatore DOS, cioè un sistema su cui
possono essere aperte caselle postali personali. Il calcolatore su cui
gira Waffle può essere integrato in una rete locale della scuola, quindi
più ragazzi possono simultaneamente leggere e scrivere le proprie
mail utilizzando anche interfacce Windows, la BBS può essere chiamata via modem (se si vuole dare accesso da casa) e soprattutto può
chiamare, in modo automatico, un "server Internet" per scambiare
la corrispondenza. L'installazione e la configurazione del prodotto
non sembra rappresentare un problema per insegnanti con una conoscenze di base del DOS.
Purtroppo questa soluzione richiede che il "server Internet" sappia
rispondere al protocollo "UUCP", e ben pochi provider commerciali italiani conoscono e mettono a disposizione questo protocollo
che era invece utilizzato diffusamente nelle università americane nei
primi anni '80.
• II web ha reso popolare la rete?
Le esperienze sul web condotte nell'ambito del progetto Kidslink
hanno riguardato soprattutto la produzione di materiale ìpertestuale.
Insegnanti e ragazzi hanno trovato, nel web, un semplice strumento
per realizzare lavori da fruire localmente su calcolatori della scuola
o da mettere a disposizione sul server di rete. Molte scuole, elementari e medie, hanno compiuto ricerche storiche, scientifiche,
geografiche, artistiche, che sono diventate pagine web e che sono
oggi ospitate sul server Kidslink 1 ; ulteriori attività sono in vìa di
definizione, attività che stanno coinvolgendo un numero sempre maggiore
di insegnanti. Il progetto Kidslink ha trovato nel web una "vetrina"
C Progetti ed esperienze in Italia e...
)
per far conoscere le proprie esperienze, vetrina che, già a poco più
di un anno dal primo allestimento, appare datata e che necessita di
un continuo aggiornamento sia nello stile sia nel contenuto. I visitatori del server hanno prelevato fino a ora più di 800.000 pagine e
il trend di crescita mostra il raddoppio del numero di accessi ogni
quattro mesi.
Il web si presta a un utilizzo interattivo, solitamente prolungato e
personale, trasferisce grandi quantità di dati, richiede quindi linee
veloci. Se per una singola postazione di lavoro un modem da 28,8 K
è sufficiente, per attrezzare un'aula didattica con alcune stazioni
indipendenti è richiesta una rete locale e una connessione ISDN
(64 K) con cui effettuare ore di collegamento. In questa situazione
si può prevedere di spendere alcuni milioni all'anno tra canone di
accesso e scatti telefonici. Uno strumento quindi alla portata di scuole
superiori, ma chiaramente fuori dal budget ordinario di una scuola
elementare o media.
Soprattutto per queste ragioni, nel progetto Kidslink, le scuole hanno
utilizzato il web come uno strumento per produrre materiale e presentare esperienze, raramente lo hanno utilizzato per attività didattiche ìn cui era richiesta "la navigazione globale". Al contrario,
tante esperienze sono state prodotte o documentate, utilizzando le
tecniche del web, su un calcolatore locale, pensando quindi una
"navigazione tra le pareti della scuola".
• L'esperienza Kidslink è replicabile?
Kidslink ha potuto contare su una serie di fortunate coincidenze
che sono state determinanti per la riuscita del progetto. Si è avvalso
delle competenze tecniche di un istituto CNR che utilizzava la rete
da anni e che intendeva studiare e sviluppare "tecnologie povere"
per un accesso diffuso. Ha potuto contare su un Comune che si è
impegnato nel supporto economico e organizzativo della sperimentazione e su una associazione culturale che ha messo a disposizione
un server e dei locali accessibili in modo informale a qualunque ora
del giorno ... e della notte.
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Internet per la didattica
Elemento determinante è stato pure l'impegno, in gran parte volontario, di operatori tecnologici della scuola media e di insegnanti
che hanno proposto iniziative, confrontato esigenze e soluzioni tecniche, si sono fatti carico dei corsi di aggiornamento rivolti a colleghi. In tal modo le attività del progetto si sono sviluppate partendo
dall'interno del mondo scolastico, che ha così acquisito naturalmente
le competenze anche tecniche per proporre autonomamente nuove
iniziative e per sperimentare concretamente nuove attività.
Particolarmente significativa è stata l'esperienza dell'ITIS di Bologna che, avvalendosi delle competenze informatiche di insegnanti e
ragazzi, ha aperto collaborazioni con altre scuole superiori per la
produzione di applicazioni e per la realizzazione di semplici reti
locali nelle scuole medie.
Il progetto "BellNet", dell'ITIS di Bologna, ha acquisito e replicato all'interno dell'Istituto le applicazioni del server Kidslink e si
appresta a essere il server di accesso per le scuole superiori. Il Provveditorato agli studi di Bologna si è fatto promotore di una convenzione con il CNR, l'università, il Comune per assicurare la connettività
e l'assegnazione di personale docente al "BellNet" e per sperimentare l'utilizzo di un proprio server web*.
• Quale potrebbe essere il passo successivo per collegare le scuole
alle reti telematiche?
Molti parlano oggi di "reti telematiche" incontrando un pubblico
interessato e attento, ma differenti soggetti mettono sotto lo stesso
nome oggetti diversi con finalità differenti, con costi che vanno dai
pochi milioni alle centinaia di miliardi. "Mettere in rete le scuole"
può significare dare loro la possibilità dì effettuare collegamenti a
un server in commutata (cioè pagando gli scatti di un normale telefono) oppure dotarle di linee dedicate. Nel primo caso la funzionalità è ridotta ma i costi sono accessibili, nel secondo le scuole sarebbero "in Internet", ma a costi esorbitanti.
Una "rete per la didattica" è un oggetto diverso da una rete amministrativa, in quanto se nella seconda sono prioritari gli aspetti di
efficienza, affidabilità, sicurezza e riservatezza, nella prima va pò-
Progetti ed esperienze in Italia e..
sto l'accento invece sulla facilità d'uso e sulla semplicità d'accesso
all'informazione. Una rete didattica dovrebbe comunicare soprattutto con istituzioni culturali, università, centri di ricerca, biblioteche in Italia e nel mondo.
L'esperienza Kidslink, nata come progetto di ricerca promosso da
un Istituto CNR, ha utilizzato la rete della ricerca italiana, la rete
GARR al pari di decine di altre esperienze nate con il patrocinio di
università o enti di ricerca. Ma la rete GARR non è presente in t u t te le province italiane e soprattutto non è un "provider pubblico" a
cui le singole scuole possono chiedere di collegarsi individualmente. Avrebbe senso invece che fosse raggiunto un accordo tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero della Ricerca per
estendere e potenziare questa struttura e creare un'unica rete della
"scuola e ricerca", che potrebbe diventare anche lo strumento per
stimolare il mondo accademico e della ricerca a impegnarsi maggiormente nella produzione di materiale didattico da mettere a disposizione anche su server dì rete.
Col progetto Kidslink abbiamo dato modo a più del 60 per cento
delle scuole medie e superiori della provincia di Bologna di compiere esperienze concrete di telematica. La strumentazione tecnica
e le competenze che hanno fatto nascere Kidslink sono oggi alla
portata di molti istituti tecnici, o lo saranno tra breve, anche perché la telematica è materia di insegnamento e molti professori dovranno insegnare ai loro ragazzi come si gestisce un sistema Unix e
come si approntano servizi di rete. L'ITIS di Bologna, con BellNet,
sta realizzando un "altro Kidslink" autonomo, gestito da personale
scolastico, e che sarà un punto di accesso per altre scuole.
Se il mondo della scuola darà un supporto finanziario e umano a
esperienze come queste, affidando a istituti tecnici di diverse province il compito di realizzare server di accesso connessi alla rete,
investendo nella formazione di personale interno alla scuola, nel
giro di pochi anni potremmo avere una prima struttura di una "rete
nazionale per la didattica" a cui anche la più lontana scuola di provincia potrebbe collegarsi a prezzi contenuti, e vedremmo anche
studenti di informatica formarsi studiando dal vìvo le evoluzioni di
una vera rete telematica. La scuola cioè investirebbe su se stessa in
Internet per la didattica
attrezzature e personale anziché in "canoni di abbonamento a Internet".
Il progetto Kidslink quindi non solo è replicabile, ma è una delle
poche strade, economicamente praticabili, per realizzare a tempi
brevi una rete nazionale per la didattica. Richiede sostanzialmente
due condizioni: un accordo interministeriale per ampliare le finalità e le strutture dell'attuale rete della ricerca e l'intenzione di investire sulla scuola, partendo da quegli istituti tecnici che possono
diventare il punto di accesso per le altre scuole del distretto geografico. Speriamo che avvenga presto. "Noi di Kidslink" vi attendiamo per inventare assieme nuovi progetti.
NegriLink, un sistema scientifico e telematico
al servizio delle scuole e delle comunità locali
Se si vuole che la ricerca scientifica esca all'esterno del suo mondo
abituale, coinvolgendo direttamente la vita quotidiana della gente,
le normali vie di comunicazione possono non essere sufficienti in
un mondo che sperimenta costantemente grandi modifiche nelle tecnologie
e nelle modalità di interazione umana. Parallelamente bisogna considerare che i centri di ricerca possono incidere in modo significativo nei processi formativi, spingendo verso una crescita culturale e
tecnologica che avvicini la scuola alle nuove realtà. Questi parametri hanno guidato la nascita di NegriLink, un sistema di collegamento telematico tra le scuole superiori e il Consorzio Mario Negri
Sud.
Con NegriLink, il Consorzio Mario Negri Sud ha essenzialmente
proposto un trasferimento di tecnologie dal mondo scientifico e
accademico a quello della scuola.
L'obiettivo è duplice. Prima di tutto c'è il fine dichiarato: comunicare la scienza ai giovani. Qui risiede l'utilità pratica e immediata
di un sistema come NegriLink. Chiunque può usare lo strumento
telematico per ottenere risposte ai suoi quesiti legati al mondo della ricerca. Oppure può usarlo per chiedere informazioni legate alla
medicina, per saperne di più su una malattia, che magari riguarda
da vicino la persona in questione o la sua famiglia.
L'altro aspetto del progetto, il trasferimento tecnologico, non è sicuramente meno importante: una tecnologia fortemente innovativa
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