Il gruppone della gara conclusiva di giovedì con vincitori e
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Il gruppone della gara conclusiva di giovedì con vincitori e
titolo per il Cus Torino, che nella femminile riempie letteralmente il podio: giunge infatti in seconda posizione la vincitrice 2011, Wanda Giordanengo e in terza Erica Magnaldi a poco più di 20” dalla compagna di squadra vincitrice. Serata al BeWhite, dove i Cnu proseguono la loro corsa con il karaoke e la Beatles cover band degli Strawberry Face, e di nuovo spazio alle competizioni: è giovedì e tocca alle gare in tecnica libera. Le distanze si allungano e aumentano i dislivelli, ma si sa, le gare in skating sono più veloci e tutti si aspettano un arrivo in volata. Tocca, come spesso accade, alle donne aprire le danze ed ecco accadere ciò che nemmeno la protagonista di giornata si attendeva: Wanda Giordanengo riesce a controllare Erica Magnaldi lungo quelle salite che, ora che il suo allenamento è calato, la mettono più in difficoltà e giunge nei pressi del traguardo con la giovane compagna di Cus. A questo punto è l’esperienza a farla da padrona ed Erica si vede sfuggire una prima posizione alla sua portata e il titolo, che Wanda Giordanengo riguadagna con orgoglio in quel di Santa Caterina. In palio rimane il terzo gradino del podio, per conquistare 23 il quale ecco ancora un rush finale che premia il Cus Ferrara di Francesca De Bortoli sulla compagna Maria Rosa Moè. È la volta della gara maschile, la 10 km in tecnica libera: da subito il plotone si sfalda in gruppetti in grado di imprimere andature condivise, che solo nelle fasi finali della gara lasciano il posto agli allunghi dei singoli, rivelando comunque una competizione equilibrata. Al termine del secondo giro l’andatura del gruppo di testa cresce esponenzialmente e, infilati lungo il rettilineo d’arrivo, giungono al traguardo nell’ordine Glauco Pizzutto, campione nazionale TL 2012 per il CUS Milano, Andrea Gola e Matteo Pellegrino, portacolori del CUS Torino. Siamo alla fine dei giochi e con i CNU, il loro spirito e la loro magia, termina una tre giorni di neve, sole e gare in cui a distinguersi sono i ragazzi, studenti memori dell’ebbrezza che solo le competizioni sportive sono in grado di regalare. Fra questi un ringraziamento speciale a chi per gareggiare di strada ne ha fatta davvero tanta, come Mario Silletta del CUS Cosenza e i fratelli Valerio e Alessandro d’Andrea del CUS L’Aquila. Arrivederci alla prossima edizione! L’arrivo della gara femmile con la Giordanengo intervistata da Anna Rosa quindi gli... addetti ai lavori: oltre a Claudio Danesi responsabile Cnu del Cus Brescia, Francesca Vigorelli e Gaetana Superbo della segreteria bergamasca, Davide Nizzi, di spalle Tiffany Pesenti della web radio dell’Università di Bergamo Infine un altra cussina bergamasca, Franca Fico. Riccardo D’Elicio col tris vincente del Cus Torino: Erica Magnaldi della Valle Stura, Valentina Ponte della Valle Maira e Wanda Giordanengo d’Entraque Alpi. Il gruppone della gara conclusiva di giovedì con vincitori e vinti, Coiana, D’Elicio, Noris, Nasciuti e Danesi. ANTONIO DIMA ALSERV Tagliato il traguardo dei dieci anni, il segretario generale disponibili tendono a condizionare oltre modo. Stando così le cose, sarebbe oggettivamente impossibile evitare una ricaduta negativa sulla nostra attività. Sia internazionale (in termini di contenimento della partecipazione alle grandi manifestazioni) che interna, nel senso di una contrazione dei servizi erogati alla nostra utenza. Dal Cus al Cusi, da Lecce a Roma. Quanti? Più di dieci anni nella capitale. Come sono stati? Rimpianti, impressioni, risultati. Rimpianti no, credo non abbia molto senso averne. Gli anni passati a Roma sono importanti, perché per me rappresentano una fase di crescita sia sul piano umano che professionale. Probabilmente come persona avrei proseguito il mio percorso anche a Lecce, ma se parliamo di lavoro è innegabile che le questioni su scala nazionale richiedano maggiori capacità di problem solving ed impegno rispetto a quelle presenti nelle realtà locali e dunque rappresentino una sfida con se stessi più difficile da vincere. Mi sembra tuttavia che i risultati conseguiti siano sotto gli occhi di tutti. Il Cusi ha radicalmente cambiato pelle. Da associazione di persone fisiche si è trasformato in federazione di persone giuridiche. Il merito di questo cambiamento va ovviamente diviso tra tutte le sue componenti. Personalmente mi ritengo soddisfatto del mio bilancio professionale. Hai vissuto un periodo di grandi trasformazioni nel Cusi: quali a tuo avviso le più importanti? Le trasformazioni erano necessarie ed al tempo stesso inevitabili. Per un verso la macchina del Cusi andava comunque ammodernata per risultare adeguata ai tempi, per l’altro alcune modifiche sono state accelerate dallo stato di necessità. Com’è noto, negli ultimi anni sono state tagliate le risorse a nostra disposizione, ridotte a meno di un terzo rispetto al periodo precedente. In più c’è da registrare che di questi tempi latitano anche gli sponsor ed i pochi Due città, due capitali diverse nella storia italica: a Lecce hai avuto i preliminari, a Roma la conferma grazie alla quotidianità nel lavoro sempre più impegnativo. Come hai fatto a farti convincere e poi ad ottenere quei risultati che tutti apprezziamo? Lecce è stata la mia palestra di vita, ma la mia sliding door è rappresentata dal Cus, dall’incontro con l’ingegnere Mario Stasi, quando ero un giovane studente dell’Università degli Studi di Lecce (allora si chiamava così) iscritto alla facoltà di matematica. Mario è stato il mio maestro, colui che ha intravisto in me le potenzialità per condurre il Cus dopo di lui. E mi ha voluto accanto a sé, facendomi crescere come dirigente sportivo e come uomo. Molto di quello, che so e che sono lo devo a mio padre, L’ALTRO IERI... 24 ALSERVIZIO DEL CUSI parla dei cambiamenti di sè e del mondo universitario dello sport che è il mio punto di riferimento. E tuttavia non poco mi ha insegnato anche Mario Stasi, il mio secondo padre. Devo a lui, alla sua lungimiranza e tenacia nel voler investire proprio su di me, se non sono diventato un insegnante come mia madre, se la mia carriera ha preso ineluttabilmente la direzione dello sport. La mia storia professionale è partita da Lecce ed è approdata a Roma. Qui mi ci ha voluto fortemente Leonardo Coiana, altra figura di alto profilo che ha inteso puntare su di me, che ha voluto e saputo trasmettermi tanta della sua esperienza, L’ALTRO GIORNO 25 ulteriore pietra miliare della mia vita, ennesimo incontro fortunato della mia esistenza. Così come quello con il mio indimenticabile amico fraterno Vittorio Potì, salentino doc di enorme spessore morale, culturale e politico. Tornando indietro, rifaresti tutto quanto? Credo di si, inevitabilmente. Com’è ovvio, questo non significa che consideri buono e giusto tutto quello che faccio, ma che alla base delle mie decisioni c’è la convinzione derivante dall’onestà Un personaggio importante, essenziale nella storia del Cusi nell’ultimo decennio. Sempre in prima linea nel ricordo del suo indimenticato presidente a Lecce, l’ing. Stasi e con tanti amici in questi anni, il presidente Leonardo Coiana, Artemio Carra, Mauro Nasciuti, Antonio De Introna e Franco Zanda. intellettuale. Purtroppo gli errori appartengono all’agire umano… e chi come me si occupa di tante faccende, non può evitare di sbagliare. L’importante è sforzarsi di limitarne la percentuale e, quando ci si rende conto del lapsus, impegnarsi a rimediare per quanto possibile. Chiedere scusa mi sembra un buon punto di partenza. Come lasciasti la tua Lecce, il tuo Cus, come sono ora? Lecce è sempre un gran bel vedere ed un gran bel vivere. È una città nobile e colta e tuttavia a misura d’uomo, godibilissima. Posso dire che Lecce declina il gusto in tutte le sue possibilità. Dal piacere estetico di una serata a teatro ad una passeggiata negli splendidi quartieri barocchi, dallo shopping negli eleganti negozi del centro ad una succulenta cena all’insegna dei sapori genuini del mare e della campagna. Insomma Lecce vanta una qualità della vita invidiabile. Per me si tratta del posto ideale dove ricreare lo spirito, il buen retiro dopo la conclusione della mia missione romana. Se la mia città d’origine rappresenta per me il luogo degli affetti, figuriamoci il Cus, dal quale provengo. Ha le notevoli difficoltà, che tutte le altre polisportive universitarie italiane incontrano di questi tempi. Legate al drastico taglio dei trasferimenti pubblici ed al conseguente graduale passaggio al mercato. Dovrà imparare a camminare sempre di più con le proprie gambe: un destino comune a tutti gli altri Cus. Per sua fortuna si tratta di una struttura estremamente leggera, che si avvale di un numero esiguo di unità effettive e di molteplici collaboratori. Segue Antonio Dima Che effetto ti fa scoprire Rettori che sono appassionati di sport e che lo hanno praticato? Stiamo andando verso l’università “all’americana”? Mi fa un piacere immenso. Chi ha praticato dello sport, una qualunque disciplina sportiva, sia a livello dilettantistico che agonistico, ha una mentalità molto simile alla mia. Com’è ovvio, per me è molto più facile trovare l’intesa con un Rettore, che parla la mia stessa lingua. Senza considerare che la vicinanza allo sport facilita la comprensione delle problematiche ad esso legate. Per esempio ho un rapporto eccezionale con il Magnifico dell’Università del Salento, il prof. ing. Domenico Laforgia, sia sul piano personale che istituzionale. Sarà un caso, ma il Rettore dell’ateneo salentino è un grande appassionato di sport e del canottaggio in particolare. In gioventù è stato un canottiere di buon livello, cresciuto alla prestigiosa scuola di voga del Cus Bari. Una volta appeso il remo al chiodo, ha presieduto la federazione motociclistica regionale ed è stato ai vertici di quella nazionale. Quale futuro si prospetta per il Cusi? Quali i suoi possibili obiettivi? La società attuale cambia alla velocità della luce. Il Cusi ha la necessità di adeguarsi in tempo reale ai nuovi scenari, adottando dinamiche decisionali e modelli operativi rapidi, snelli, moderni. Uno degli obiettivi potrebbe essere quello di emanciparsi dagli enti di promozione, uscendo finalmente dalla minorità per diventare la federazione dello sport scolastico ed universitario, in un rapporto di collaborazione ancora più stretto con le federazioni e la preparazione olimpica del Coni. g.g. LA GIORNATA DELLO SPORT COL CUS SIENA ALL’ATENEO Con la vittoria della rappresentativa dell’università di Siena su quella nazionale si è conclusa la sfida di fioretto che si è tenuta sulla pedana dell’Aula magna dell’Ateneo senese. Le atlete della squadra femminile dell’università degli Studi di SienaCus-Dsu e della Nazionale Italiana Femminile under 20 di fioretto, arbitrate dal campione paraolimpico di scherma Matteo Betti, hanno dato dimostrazione della loro abilità durante l’Open day dello sport universitario, organizzato dall’Ateneo insieme al Cus Siena e al Dsu Toscana. Per l’intera mattinata l’Aula magna del palazzo del Rettorato si è trasformata in una grande palestra e ha ospitato atleti, allenatori, medici sportivi e istruttori per una giornata di informazione interamente dedicata allo sport. Sono stati presentati gli studenti-atleti vincitori del bando di concorso per studenti meritevoli che raggiungono alti livelli nella pratica sportiva agonistica: Lorenzo Bruttini, studente di matematica; Irene Crecchi, farmacia; Gaia Fratini e Lisa Milanese, economia e commercio; Beatrice Monaco, scienze biologiche; Luca Murana, ingegneria informatica e dell’informazione; Eva Guerrini, scienze statistiche; Alice Volpi, scienze politiche. Nei corner informativi sono state presentate le attività degli sport agonistici del Cus, dal calcio allo judo,dalla pallacanestro alla pallavolo, con il rugby e la scherma, e l’offerta sportiva che le tre istituzioni hanno previsto per l’anno accademico 2011-2012. Gli studenti hanno potuto misurarsi direttamente con alcune discipline, come tirare di fioretto con gli istruttori di scherma del Cus Siena, fare una partita di showdown, il ping pong per ciechi, grazie alla collaborazione tra il Comitato italiano paralimpico di Siena e l’Unione italiana ciechi. La giornata si è conclusa con il Menu dello Sport preparato dalla mensa del Dsu Toscana, in via Sallustio Bandini 27, e caratterizzato da ingredienti particolarmente indicati per il rispetto del benessere. Il quartetto italiano composto da Alice Volpi, Beatrice Monaco (entrambe del CUS Siena, Alice in forza alle Fiamme Oro e Beatrice in forza alle Fiamme Gialle), Camilla Mancini, ed Olga Rachele Calissi, dopo aver monopolizzato il podio della prova individuale, vince il titolo mondiale la prova a squadre del fioretto femminile under 20, superando tutte le avversarie, ultime delle quali le quotate portacolori degli Stati Uniti. Il punteggio della sfida finale, 45-34 in favore delle azzurre, attesta tutta la caratura delle ragazze del Commissario tecnico, Stefano Cerioni. Nel loro percorso di gara hanno vinto per 45-17 la sfida nel tabellone delle 16 contro l’Egitto e, ai quarti, hanno sconfitto la Francia col punteggio di 4527. In semifinale è poi arrivata la vittoria contro la Polonia col punteggio di 45-27. L’oro delle ragazze del fioretto femminile è la nona medaglia della spedizione italiana a Mosca, la settima per ciò che concerne le prove riservate agli Under 20 e la prima giunta da una prova a squadre. Alice Volpi e Beatrice Monaco, specie nella finale con la fortissima compagine statunitense, sono state il motore trainante della squadra. Alice ha chiuso la competizione bloccando gli ultimi tentativi di rimonta della Kiefer (terza ai recenti mondiali assoluti di Catania) mentre Beatrice Monaco, infliggendo un parziale di 9 a 2 alla Dubrovich nel momento topico della gara, ha fatto spiccare il volo verso l’oro al team azzurro. Grandi! 26 PAJNI EIN EVIDENZA TERSIGNI AI MONDIALI DI SCI NAUTICO IN CILE di Mauro Nasciuti I nnanzitutto un Mondiale vero, con tutti i Continenti, tranne l’Africa, ben rappresentati e con un livello tecnico altissimo visti i curriculum di molti concorrenti. L’Italia del Cusi era rappresentata da due atleti, al vertice o quasi dei ranking nazionali e con buona esperienza internazionale, un’altra ragazza sicuramente all’altezza di ben figurare al livello universitario, ed un quarto atleta, ben dotato fisicamente ma un po’ grezzo ed inesperto, che ha iniziato a sciare in età avanzata e quindi presenta dei limiti. I casi sono due: o migliora ancora o diventerà un buon dirigente, e va bene anche così. Non faccio nomi, ma dai risultati si possono identificare tutti. I ragazzi hanno anticipato il viaggio del capo delegazione di una ventina di giorni, allo scopo di effettuare allenamenti, visto che in Italia siamo in stagione “morta”. Sono stati aiutati da un tecnico italiano che in inverno opera là. Hanno così tentato di superare difficoltà derivanti dai problemi di clima. Avvicinate spesso le medaglie, un paio perse di un soffio. I quarti posti sono un po’ una beffa, ma anche un indice sicuro di competitività. Organizzazione ottima come Hotel, campo di gara e banchetto finale, qualche pecca sui trasporti. Chi scrive si recava per la prima volta in America latina, una grande emozione vedere dall’aereo le Ande, essendo partito dall’Appennino… Gran bella città Santiago, bellissimi i dintorni, 27 grande il rammarico di non avere avuto più tempo a disposizione. Ma è sempre così… Open Ladies Slalom: 1-Adriaensen Kate (BEL); 2-Krueger Geena (GER); 11-Pajni Maria Luisa (ITA); 12- Tersigni Livia (ITA) Open Men Slalom: 1-Miranda Felipe (CHI); 2-Pickos Adam (USA); 6 Napolitano Davide (ITA); 20- Riccobono Andrea (ITA) Open Ladies Tricks: 1-Lauretano Alexandra (USA); 2-Adriaensen Kate (BEL); 3-Pajni Maria Luisa (ITA); 6-Tersigni Livia (ITA) Open Men Tricks: 1-Pickos Adan (USA); 2-Miranda Felipe (CHI); 17- Napolitano Davide (ITA) Open Ladies Jump: 1-Morgan Lauren (USA); 2-Lauretano Alexandra (USA); 9- Pajni Maria Luisa (ITA) Open Men Jump: 1-Paradis Alex (CAN); 2-Melnuk Kevin (CAN); 10- Napolitano Davide (ITA) Open Ladies Overall: 1-Lauretano Alexandra (USA); 2-Adrianensen Kate (BEL); 6-Pajni Maria Luisa (ITA) Open Men Overall: 1-Miranda Felipe (CHI); 2-Sedlmajer Adam (CZE); 9- Napolitano Davide (ITA) Davide Napolitano e Livia Tersigni in azione L’ospite di Sport Universitario di Gianni Romeo «Un articolo dedicato a me sulla rivista dello sport universitario? Sono il meno adatto a entrare in quelle pagine, ho fatto soltanto l’avviamento professionale, invidio ancor oggi chi ha potuto andare tanto avanti negli studi. È dura campare in Brasile quando si nasce poveri, sapete? Ho fatto un sacco di mestieri da ragazzo, cominciando in una piccola officina. Ma perlomeno in casa si mangiava, anche se le stesse cose ogni giorno...». Josè Altafini si gode la sua splendida seconda (terza?) giovinezza nella Torino che non lasciò più dopo aver regalato gli ultimi scampoli di classe alla Juventus. Non proprio gli ultimi, poi a quarant’anni suonati ancora il Chiasso, in Svizzera. I piedi che avevano dato al Milan quattro scudetti erano ancora magici, ma la rovesciata aerea e la progressione micidiale (fantastico rush, lo definivano in Brasile) restavano un ricordo. Ma un calciatore diventato campione del mondo al fianco di Pelè quando non ha ancora compiuto vent’anni (Stoccolma ‘58) non ne ha mai abbastanza? FU IL TENNIS A SALVARMI DALL’ALCOL «Ero terrorizzato dall’idea del vuoto che avrei trovato dopo, molti campioni si erano dati all’alcol, anche a me stava venendo quella terribile tentazione. Mi salvò il tennis, provai e mi piacque, mi assorbì totalmente». Anche per questo, Torino. Lo Sporting, sede estiva del Circolo della Stampa, lo adottò. Oggi, trent’anni dopo, ogni giorno quando Josè si affaccia nella hall in tanti aspettano un sorriso e una battuta, il suo ginger inesauribile da brasiliano doc è un contagio dal quale è difficile sottrarsi. A tennis ormai gioca pochino, ma quando gli arriva la palla sul drittaccio fa ancora sfracelli. Brasiliano doc o italiano (quasi) purosangue? «Da sempre ormai la mia vita è qui, non soffro di nostalgia. Semmai un po’ di freddo, ma il clima di Torino è meglio di tanto altro nord. Ci fu anche un legame di altro tipo a farmi sentire torinese. Al Palmeiras, quando cominciai a emergere mi appiccicarono il soprannome di Mazzola, il Grande Torino aveva giocato lì e qualcuno disse che somigliavo al Capitano. Diventai campione del mondo come JOSE’ ALTAFINI Ancora in campo allo Sporting di Torino Campione del mondo 1958 con Pelè, Garrincha, Didì, Zagallo, decisivo con una doppietta nella prima Coppa dei campioni italiana vinta nel 1963 a Wembley dal Milan con Rivera, Maldini, Trapattoni, Mora.Allenatore Rocco, con lui nella foto. Nato il 24 luglio del 1938 a Piracicaba, San Paolo, ha vinto in Italia quattro scudetti (due Milan, due Juventus). Nel ‘63 realizza il primato di marcature nella Coppa dei campioni, 14 reti. Il suo bilancio Palmeiras 32 reti; Milan 120 reti; Napoli 71 reti; Juventus 25 reti più 5 in azzurro. 28 CHE INVIDIA PER CHI HA STUDIATO Mazzola, ma quando arrivai in Italia mi sembrò più onesto rispolverare il nome vero». Oltre che Torino, tanta Italia, anche. Con la maglia azzurra Josè fece i Mondiali del 1962...«E l’anno dopo diventai campione d’Europa. Nessun tradimento, anche se in Brasile in molti lo pensarono. Il fatto è che allora a Rio non convocavano chi era emigrato all’estero, ci furono casi incredibili come quello di Julinho che giocava a Firenze ed era l’ala più forte che io abbia mai visto. Anche lui non venne più chiamato. Io volevo esserci nel calcio internazionale e l’Italia mi offrì questa opportunità...». LA ROMA MI BOCCIÒ PERCHÈ... EPILETTICO Perchè la scelta cadde sul Milan, subito dopo i Mondiali del ‘58? «È una bella storia. La Roma era più avanti nelle trattative, ma un suo osservatore in un rapporto scrisse che ero epilettico. Aveva mal interpretato le scene pazze che avevo fatto dopo un gol in amichevole, rotolandomi per terra con un compagno. La trattativa rallentò, il Milan fece il blitz. Morale, quell’estate arrivai alla Malpensa, 29 io vent’anni, mia moglie diciotto, ad attenderci soltanto un addetto del club con un mazzo di fiori. Ci accompagnò in un alloggio modesto arredato con mobili della Rinascente... Ben diverso da oggi, ma non ho rimpianti. Fu dura all’inizio, dovevo difendermi dalla nostalgia, per telefonare in Brasile c’erano cinque giorni di attesa... Non conoscevo una parola di italiano, la mia scuola fu il cinema, ci andavamo due volte al giorno. LA MIA... MAESTRA? I FUMETTI DI TOPOLINO E la mia maestra fu Topolino. Lo leggevo da cima a fondo perchè era scritto per bambini, in modo semplice. Forse per quello l’italiano non l’ho mai imparato bene, ma quell’accento brasiliano che è rimasto nella mia voce è diventato la mia firma d’autore, quando ho cominciato a commentare le partite alla televisione...». Altafini è il ritratto dell’uomo che ha preso la vita di petto e l’ha percorsa alla grande. «Potevo fare di più? Certo, non ero cattivo in campo, ma sbagliava chi mi chiamava coniglio. Non avevo paura. Certo, quando vincevamo una partita già tre a zero e i difensori rivali mi pregavano di mollare io non infierivo. Perchè avrei dovuto? Ed ero un po’ disordinato nel mangiare...Quando ho letto un libro di due dietologi americani che spiegava il modo corretto di consumare la frutta ho seguito quei consigli e mi sono detto: se l’avessi fatto prima avrei vinto tre o quattro classifiche dei cannonieri. Ma avevo ormai sessant’anni...». E dunque Josè non si è fermato a Topolino...Ride: «La mia passione resta il cinema, se non fossi diventato calciatore avrei tentato di sfondare lì, ma ho anche letto e leggo molto. In modo personale, salto qua e là. Ammiro molto chi studia, io ho studiato come vivere secondo la logica che il cuore mi suggeriva. E non me ne lamento». LETTERA AL PALLONE (scritta da Altafini nel 1980) Caro pallone, anche tu sei cambiato con il tempo. Mi ricordo quando avevi la cucitura e non eri perfetto nella circonferenza. Solo i ricchi ti possedevano, oggi tutti possono averti. Il tuo look è cambiato, persino con il computer ti hanno studiato. Hai dato e dai da vivere a milioni di persone. I più ambiziosi ti vogliono d’oro, dimenticando che per loro sei sempre stato dorato. Molti ti sono grati, ti vogliono bene e ti sono riconoscenti. Ti trattano con i guanti, ti accarezzano, ti baciano. Un giocatore del passato, Di Stefano, ti ha dedicato una scultura nel giardino della sua villa con la dicitura «gracias viejo», grazie vecchio. Ma ci sono anche quelli che ti maltrattano. Hanno i piedi ruvidi, non sanno coccolarti. Ti buttano in tribuna, tirano di punta. Ti fanno piangere. A volte dicono che non vuoi entrare in porta, forse non sanno che è colpa dei loro piedi... Come noi calciatori anche tu diventi vecchio. A volte, quando finisce la partita, ti tengono come ricordo e finisci in bacheca. A volte finisci in campo di allenamento, dopo un giorno di gloria. Ho provato gelosia per te, i portieri ti tenevano stretto fra le braccia. Quando fui costretto a lasciarti provai un’immensa tristezza, ti sono riconoscente e non potrò mai dimenticarti. Lunga vita, caro pallone, non sgonfiarti mai. Con amore e affetto, Josè Altafini. N el 2012, ventinove campionati mondiali in calendario, nel 2013 le Universiadi invernali a Trento e quelle estive, a Kazan: la Fisu è come un fiume in piena”, sorride Mauro Nasciuti che, a 68 anni portati con disinvolta sicurezza, occupa nello sport mondiale universitario quel posto che qualche occhiuto ha finito per negargli sul suolo italiano. Ma, si sa, nessuno è profeta in patria. Almeno, così la pensavano i latini che di solito, sui comportamenti umani, ci vedevano piuttosto chiaro. Nasciuti è il vicepresidente della commissione tecnica che governa l’Universiade estiva, raccogliendo l’eredità di chi per lui è stato pigmalione, Emanuele Scarpiello, a fianco di Primo Nebiolo, grande tracciatore di nuove rotte: lo sport universitario ha scavalcato L’erede del Pigmalione di Giorgio Cimbrico confini, ha esplorato nuove frontiere prima del Cio. “Sufficiente pensare a Mosca ’73, sette anni prima dei Giochi, o a Pechino che con lo stesso anticipo si aprì al mondo con una manifestazione multisport”, osserva Nasciuti, parte di una pattuglia italiana che può contare su Leonardo Coiana, presidente della commissione regolamenti, su Eugenio Meschi (commissione di controllo), su Sergio Anesi (pattinaggio su pista lunga) e sul figlio d’arte Pietro Rettagliata, della MAURO NASCIUTI FA PARTE DELLA PATTUGLIA DEL CUSI NELLA FEDERAZIONE MONDIALE UNIVERSITARIA. IL CAMMINO GLIELO TRACCIÒ EMANUELE SCARPIELLO. ORA OCCUPA QUEL POSTO INTERNAZIONALE CHE GLI È STATO NEGATO SUL SUOLO ITALICO commissione medica: anche lui ha raccolto un’eredità, quella lasciatagli dal padre Filippo, gran rattoppatore di giocatori di rugby. Il tema delle nuove frontiere è persino più interessante di quello legato a un proliferare di attività, di appuntamenti iridati andati a sbarcare nella dimensione del bridge, degli scacchi, dello sci nautico, del floorball e del netball, quello strano basket senza tabellone che in Australia e in Nuova Zelanda le ragazze giocano con una gonna plissettata. Di questi viaggi in paesi nuovi, in economie emergenti e ambizioni crescenti, Nasciuti è un eccellente testimone oculare. Può ricordare, con un certo piacere, un decollo all’alba da Erzurum ad Ankara, in compagnia di magnifiche ballerine che avevano appena finito il loro turno di lavoro. 30 Ma cosa ci faceva a Erzurum, dove passò Corto Maltese sulla strada della Casa Dorata di Samarkanda? “Un’Universiade invernale in quelle montagne turche: anche in questo caso fu un anticipare il flusso della storia sportiva. Ora quelle montagne del Caucaso ospitano prove di Coppa del Mondo”. Bei ricordi e bei raccolti. Alla Fisu guidata da Claude Louis Gallien non navigano, come al Cio o in certe federazioni internazionali, dentro depositi di denaro stile PdP (Paperon de’ Paperoni) ma oggi la struttura è in grado di investire in un’attività globale, soprattutto non ha difficoltà a veder proliferare le candidature per gli eventi messi in palio. Non capita lo stesso a certe discipline, anche molto importanti. “In questo senso l’esperienza di Shenzen – racconta Nasciuti – è stata illuminante. Una città nuova di zecca, non lontana da Hong Kong, che si è mobilitata, ha costruito impianti, ha partecipato con entusiasmogenuino. Sono sicuro che esperienze simili faremo nel 2015 a Gwanju, in Corea, e nel 2017 a Taipei”. Che sotto il profilo politico può essere un momento per finire di abbattere vecchi muri (in questo caso, asciugare il braccio di mare…) tra la Cina nazionalista e la Repubblica Popolare. “E tra poco più di un anno, Kazan, città sportiva, riferimento per la nuova Russia”. E sede di un antico monastero con 31 È davvero un bel gruppo quello del Consiglio federale del Cusi con la presidenza di Leonardo Coiana. D’Elicio, Carra, Franceschetti, tanto per citarne alcuni, assieme agli altri pronti a sfilare come nell’ultima Universiade cinese. una Madonna adoratissima anche al tempo in cui Stalin non gradiva il culto. Ma questa Fisu non pare avere bisogno d’interventi dal cielo: cammina sicura, in grado di offrire opportunità a città e a società che si affacciano sulla scena unendo la classicità del programma a variazioni sul tema, introducendo di volta in volta discipline amate dagli orientali (badminton e arti marziali) e, l’anno prossimo, un tipo di lotta, il sambo, in cui eccellono i russki. Due chiacchiere con un vecchissimo amico, da integrare con un’occhiata alla bella pubblicazione stampata a Bruxelles, University Sports, arrivata al numero 82. Quelle 172 pagine sono una vasta miniera per capire molte cose su quel mondo a cinque stelle con gli stessi colori dei cerchi olimpici. Cogliendo fior da fiore, non sarebbe male prenotarsi per il campionato mondiale di tiro con l’arco del 2016, ospitato da Ulaanbatar, che una volta si chamava Ulan Bator, nella terra degli infallibili arcieri a cavallo di Gengiz Khan. Se non è ricerca della cultura, questa. L’Italia dà una mano. Anzi, ne dà dieci. Lo ha fatto sin dai primi tempi eroici, quando Urss e Cina erano pianeti proibiti da cui Nebiolo riusciva a far sbarcare quelli che parevano alieni ed erano solo campioni (e studenti) con una gran voglia di frequentare l’università del mondo e dello sport. L’INTERVENTO DI COIANA A CUBA SUL TEMA I l presidente del Cusi, Leonardo Coiana, è stato l’invitato d’onore del mondo universitario cubano in occasione dell’8° Congresso di Educazione Superiore svoltosi all’Avana organizzato dal Ministero dell’Istruzione e dall’Università della capitale. Dal 13 al 17 febbraio il Palacio de Convenciones dell’Avana ha ospitato i 400 relatori, fra i quali appunto Coiana, che ha letto il suo testo in un ottimo spagnolo, al termine della quale è stato lungamente applaudito dai tremila fra docenti, universitari ed esponenti del governo e delle istituzioni. Il coordinatore della manifestazione, Josè Balsinde Herrera ha giudicato la relazione di Coiana come la più interessante Un intervento che potete leggere ed approfondire nel testo originale. Una sezione del Congresso è stata dedicata allo sport come veicolo di aggregazione. Con Coiana a Cuba c’erano il segretario generale Antonio Dima, nonché il presidente del Cus Torino, Riccardo D’Elicio e quello dei Laghi, Eugenio Meschi che hanno presenziato a diverse riunioni svoltesi nell’interno del Palacio de Convenciones avendo occasione di intrattenersi con altri rappresentanti della Fisu per validi scambi di informazioni ed esperienze. Una presenza dunque particolarmente importante che ha dato modo al Cusi e ai suoi rappresentanti di entrare a contatto con esponenti universitari di tutto il mondo, come avviene in occasione dell’Universiade, ma in modo più diretto sugli argomenti universitari. Por lo tanto, nos movemos en un terreno que es el objetivo principal de buscar las condiciones para un campo de deportes, un componente esencial para la formación de un individuo completo, mejor y, al mismo tiempo, para acostumbrar a los jóvenes a conocerse. de ellos, desde el momento en que los jóvenes que provienen de la Universidad, en la mayoría, los líderes del futuro en los próximos años, y con ello alcanzar las metas que nos hemos marcado, sin duda contribuirá al crecimiento de un mundo mejor. El deporte universitario en nuestro modelo no siempre para establecerse como uno de la formación básica del alumno, y, por tanto, numerados con el mandato de la Universidad. La dificultad para aplicar los principios legales en la importancia del deporte es sobre todo un origen cultural. En el campo de deportes, de hecho, la institución académica italiana ha acumulado más la zaga de sus contrapartes en las instituciones de otros países desarrollados. Un retraso, por lo tanto, cultural, que abarca y, sobre todo, toda la escuela. La Universidad también es responsable de la educación superior y la formación de los futuros maestros y profesores, deben evolucionar rápidamente. El deporte ya no puede ser visto sólo como un momento de relajación y, por tanto, se coloca en el borde de las otras actividades de aprendizaje como ha ocurrido en las últimas décadas, el deporte tiene un valor educativo y social y la insustituible por lo tanto, cada vez debe integrar la formación cultural y profesional también en el nivel universitario. El propio Parlamento consciente del vacío en esta área, a pesar de los limitados recursos asignados para el crecimiento económico de todo el sistema universitario, de unos treinta años, ha puesto en marcha una serie de intervenciones dirigidas. De hecho, las leyes han sido la construcción... siempre ligado porcentaje especificado para la construcción de instalaciones deportivas, y con otro proyecto de ley el gasto de varios años, los recursos financieros asignados para promover el deporte a nivel local, nacional e internacional. Deporte académica en Italia, sino también en países de mayor desarrollo, se caracteriza en dos capas distintas, pero de igual importancia. El primer nivel es el del deporte como un servicio 32 DEPORTE Y CULTURA EN LA UNIVERSIDAD ITALIANA de calidad, su objetivo es el bienestar psicológico y físico de los profesionales y altamente sociable. Es un servicio que necesita habilidades específicas en la gestión y especialistas de diversas ramas de la disciplina debe utilizar. El segundo nivel es que las carreras, lo que implica la comparación entre los “equipos” y muchos de la misma Universidad. Es necesario mantener este segundo nivel se debe a que representa la culminación natural de cada deporte, y porque es necesario para la formación de líderes, tanto por la actividad agonística es una fuerza impulsora de todas las actividades amateur. Por otra parte, dicho sea de paso, considerar que los intercambios que tienen lugar en la universidad de deportes, tanto a nivel nacional e internacional en un año en 1000 a 1 cociente, en comparación con los intercambios que tienen lugar con todos los demás programas de estudio e investigación promovidos en todo el mundo por las universidades. La Universidad y la CUSI no puede ayudar a promover y apoyar tanto a nivel porque el deporte es necesariamente un motor de la otra, sobre el dolor de la marginación y la exclusión de nacionales y el contexto internacional de los atletas de sus estudiantes. ¿Cómo se logra esto? ¿Qué pasos podemos tomar para ayudar a este proceso? Es la primera tiene que difundir en la importancia de la Universidad consapevolezzadella educativa y social de las VARESE, SBLOCCATI I BANDI Il sogno dell’università dell’Insubria non è più un miraggio. Il collegio universitario, flucro del campus che verrà, è ormai ben visibile nel quartiere di Bizzozero. L’opera è attesa da anni. È stata promessa e annunciata in passato ma più volte ha incontrato intoppi e difficoltà. Ora però lo “scheletro” della struttura è ben visibile così come lo stato di avanzamento dei lavori: «Se tutto andrà come previsto sarà inaugurata ad agosto» spiega Giancarlo De Luca, delegato del rettore per l’edilizia. Il cantiere dove sorgono i nuovi edifici si trova nell’area compresa tra via Dunant e via Monte Generoso dove già sorgono alcune sedi che ospitano aule e laboratori. L’entrata in funzione del collegio dovrebbe dare, secondo i piani dei fondatori dell’università, l’impulso alla creazione di un vero quartiere universitario: ci saranno stanze e aree di ritrovo per gli studenti, spazi attrezzati per lo sport, luoghi per lo studio e per la divulgazione della cultura. Un primo lotto comprendente palestrone , sala pesi, uffici e qualche impianto polifunzionale scoperto sono stati finanziati dal consiglio di amministrazione dell’ Università da oltre cinque anni 33 actividades deportivas. Por lo tanto, organizarse dentro de las distintas universidades, incluyendo las diversas facultades, torneos, criteriums, conferencias y reuniones (los llamados enfrentamientos inter-). Y esta es la realización del primer nivel, con la participación de cerca de 250.000 estudiantes. Al final del año académico, organizamos el Campeonato Colegio Nacional, incluido el representante de las distintas universidades, de las 13 disciplinas, y la participación de cerca de 3000 estudiantes. Al final, los ganadores y los estudiantes las competencias mifliori son seleccionados para representar a Italia y Cusi que, en diversos eventos internacionales (Campeonatos del Mundo y Juegos Mundiales I CAMPUS CRESCONO ma bloccati dal Comune per ragioni burocratiche. Ora sembra si stia sbloccando tutto con un incremento dei costi per l’Università di circa il 50% dovuti alle nuove regole legate alla sicurezza. Il direttore amministrativo ha confermato che finalmente si sono sbloccate le pratiche e che prima dell’estate si partirà con il bando gara. La previsione per la conclusione lavori è di due anni dopo l’assegnazione quindi il termine è previsto per il 2014. Ogni giorno centinaia di studenti si spostano a Bizzozero e se i progetti dell’Insubria andranno in porto, l’area sarà rivoluzionata. Un processo che in un certo senso è già cominciato da anni, con lo spostamento, di alcuni corsi dapprima ospitati in via Ravasi: ad esempio economia, scienze della comunicazione e informatica. «Peccato che la città sembra non essersene accorta. Più volte abbiamo chiesto al comune di potenziare i trasporti pubblici che collegano il centro con il quartiere universitario – ha concluso De Luca –. Ma non abbiamo ancora un servizio efficiente. Inoltre basta guardarsi attorno per vedere che le potenzialità di questo luogo non sono ancora sfruttate”. Universitarios) con la participación de cerca de 400 estudiantes. Y esta es la realización del segundo nivel, a veces reforzada por la participación de los Campeonatos del CONI Federal en diferentes disciplinas. En la investigación, promovemos la Universidad, proyectos de investigación en las disciplinas médicas, biológicas, fisiológicas, psicológicas, legales y reglamentarios en el deporte y su función social. La realización de este proyecto, además de contribuscono individual, incluida la Universidad Estatal y el Comité Olímpico Italiano, con el propósito principal de las cuales es la formación de una clase dominante, profesionalmente capacitado y motivado, el respeto educado civil para la democracia. LA SPEZIA: UNIVERSITA’ IN CENTRO Addio Palazzetto dello Sport. Dopo tre anni di “esilio” nelle stanze dell’impianto di Bragarina, l’università sbarca in centro città nel polo scolastico del “2 giugno”. Particolarmente simbolico il taglio del nastro, arrivato insieme alla firma di una nuova convenzione con l’Università di Genova che rimane unico partner del Polo spezzino dopo che l’ateneo pisano si è defilato negli ultimi mesi. Presenti il presidente di Promostudi Dino Nascetti, il sindaco Massimo Federici, il rettore dell’Università di Genova Giacomo De Ferrari, il prefetto Giuseppe Forlani, gli assessori Paola Sisti e Alessandro Pollio, il presidente di Confindustria Giorgio Bucchioni. “Oggi si inaugura la prima trance dei lavori – ha esordito Dino Nascetti, presidente di Promostudi – che porteranno l’università nel cuore del centro storico, e nel contempo usciamo dall’emergenza che ci ha visti per tre anni ospitati al Palazzetto dello Sport. Pur in un momento difficile in cui la crisi economica e la riforma universitaria costringe a rivedere le nostre prospettive, oggi consegniamo a studenti e professori un luogo più confortevole dove svolgere la propria attività”. “Sono molto legato all’idea di portare l’università nel cuore della città – ha sottolineato il sindaco Massimo Federici – Si tratta di una soluzione logistica importante e un segnale di integrazione del Polo nel tessuto cittadino. Particolarmente significativo è essere proprio nel quartiere Umbertino, che ha bisogno di una rigenerazione del tessuto urbano che proprio la vitalità della vita universitaria può aiutare a portare”. Oltre ai nuovi spazi didattici, la Fondazione Promostudi punta molto anche sulla ricerca e sulle sinergie. A partire da quella con il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale (Cssn) della Marina Militare, con il Distretto ligure delle tecnologia marine e con il Cisita. “Il nostro è un rapporto basato sulla formazione – ha sottolineato il Rettore dell’università genovese Giacomo De Ferrari – ma altrettanto importante è la ricerca per rilanciare la competitività del territorio. Speriamo di migliorare: ora le basi sono solide e in linea con le normative in materia di università”. Andrea Bonatti IL NUOVO GIURIATI DOPO I RECORD DEL PASSATO MILANO – Ormai valicate le otto porte sul confine delle mura spagnole Milano s’allarga, ed è solo il limite dei binari ferroviari battuti dai treni a vapore a separare città e campagna. In quella che oggi è via Pascal non lontano dalla stazione di Lambrate, nasce il 27 ottobre ’29 una pista d’atletica lunga 476 metri recintata da una palizzata in legno. Sul fondo in cenere di pirite battuta (anzi di carbonella, come preferivano dire atleti e allenatori) si allena Mario Lanzi, mezzofondista medaglia d’argento negli 800 al campionato europeo di Torino del ‘34 e all’Olimpiade di Berlino ’36. E ancora prima è Luigi Beccali ad affinare la preparazione sul nuovo anello milanese: vincerà la medaglia d’oro nei 1500 con il record dei Giochi (3’51’’2) a Los Angeles 1932. Dirà l’olimpionico: “La pista era molto polverosa nei giorni asciutti, ma tale da rispondere bene e restituire la spinta”. RECORD DEL MONDO - Il disco di Adolfo Consolini lascia l’area di lancio e tocca l’erba del Giuriati (il 26 ottobre ’41) dopo 53 metri e 34 centimetri: è il nuovo record del mondo. Lo stabilirà altre due volte (una ancora al Giuriati) vincendo l’oro olimpico a Londra 1948 e l’argento a Helsinki 1952. “…Una lunga carriera, lunga e gloriosa quella del Giuriati – scrive il Corriere del 21 marzo ’70 – il cui atto di morte porta la data del 9 settembre 1961, quando il ministero dei lavori pubblici approvò una variante del piano regolatore che sanciva una diversa destinazione come “zona per istituti universitari”. Nei prossimi giorni di aprile comincerà la demolizione. Rimarrà, naturalmente, la lapide che ricorda il sacrificio dei patrioti fucilati dai fascisti il 9 febbraio ‘45… Nel frattempo a poche centinaia di metri in via Valvassori Peroni è stato costruito un nuovo impianto sportivo”. DUE GIURIATI – “Lo sport è un servizio sociale”, “I campi si costruiscono non si distruggono”, “Più sport meno parole”. Il Corriere del 17 luglio ’69 racconta la manifestazione di un centinaio di atleti, in tuta e capitanati da Paola Pigni, primatista mondiale dei 1500 metri, a difesa dello storico Giuriati. Il corteo parte da via Pascal e termina in piazza della Scala sotto le finestre di Palazzo Marino. Una dimostrazione che unita al lavoro istituzionale del consiglio di zona 11 salva il salvabile, blocca le ruspe, spinge alla riapertura dei cancelli ma non agli investimenti per la ristrutturazione. La Gazzetta del 5 dicembre ’73: “Sono ormai anni che l’impianto giace in stato di abbandono . Sarebbe opportuno che si iniziasse un’opera di ammodernamento, affinchè diventi ancora più utile per la vita di molti giovani. Il Giuriati ha il vantaggio di essere ben servito dai mezzi pubblici, metropolitana compresa. Si è cercato di sostituire il vecchio Giuriati ma il nuovo non considera l’atletica.” Nell’autunno ‘82 sulle cronache milanesi trovano spazio le lamentele dei rugbysti : “Per quanto riguarda il nuovo Giuriati l’architetto che ha progettato il Rugby e atletica sono stati sempre d’attualità al Giuriati. Anche con campi impraticabili ed i Cnu con Cannavò, futuro direttore della rosea, nella foto in gara a guidare il gruppo. Il record del mondo di Consolini, con 53,34. terreno da rugby ha messo quattro tombini di cemento in mezzo al campo. Stabilito che non fanno bene alle ossa… sono stati spostati ma il drenaggio è rovinato. Quando piove si potrebbe giocare a pallanuoto… Al Vecchio, il campo è discreto grazie alla Seconda guerra mondiale! Nel ’45 un reggimento di soldati africani di stanza a Milano rifece il fondo per giocare a palla ovale, loro sport nazionale. Al Comune abbiamo scritto per lo stato indecente degli spogliatoi. Ci è stato risposto che avrebbero risolto il problema in tempi brevi. Sono passati due anni! Si parlava di uno stanziamento di 750 milioni. Dove sono?” SCUDETTI – Dopo 66 anni il campo Giuriati ha un nuovo volto. La giunta guidata dal sindaco Formentini chiude decenni di polemiche e riporta l’atletica nella sua storica casa. Il 23 ottobre ’95, mese storico per l’impianto, dopo 154 giorni di lavori, sono inaugurate le nuove strutture e la pista di otto corsie in materiale sintetico che potrà ospitare manifestazioni di alto livello. Si legge sulla Gazzetta: “Renato Tammaro, presidente della Riccardi, ha già prenotato la data dell’8 maggio per organizzare il 50° compleanno della Pasqua dell’Atleta, che aveva vissuto i primi momenti di gloria negli anni Cinquanta in questo stadio”. Nel giugno 2008 è presentata la nuova concessione (durata 35 anni) del Mario Giuriati al Politecnico che lo gestirà attraverso il Cus Milano. L’accordo prevede interventi per quasi 2 milioni di euro sullo stile dei campus universitari europei e americani. La strada da fare per recuperare giri di pista sugli altri paesi è lunga, ripartire da studio e sport è basilare. Marco Pedrazzini (Dal Corriere della Sera) 34 CUS BOLOGNA BASKET L’ADDIO DI FASONE L’ARRIVO DI LOLLI E DI... VILLALTA! di Alessandro Gallo “Dopo dieci anni di fortissime emozioni, di momenti unici, di ricordi fantastici e di tantissimi successi, il Cus Bologna è diventato una famiglia e un esempio per tutti gli sport di squadra. Siamo partiti da zero con un nucleo di ragazzi giovanissimi e sconosciuti, puntando sempre e solo sulla persona, mettendo il secondo piano l’aspetto tecnico, perché il mio credo è sempre stato “il gruppo rende reale i sogni”. Sin dal primo giorno ho cercato di costruire prima una “famiglia” che è diventata la nostra unicità, riconosciuta anche a livello europeo. Da allora sono passati dieci anni e centinaia di partite in cui i miei ragazzi sono scesi in campo, ogni singola gara, con umiltà, furore agonistico, grinta, determinazione e soprattutto entusiasmo. Questo insieme a quella arroganza e ignoranza tipica dei giovani (ma bravi ragazzi) e al rispetto per tutti e timore di nessuno, sono stati alla base dei nostri ideali. Da allora 7 medaglie in 10 anni, 4 campionati Europei con il trionfo di Pozna, abbiamo battuto tutti i record, abbiamo portato la maglia del Cus Bologna in cima all’Europa, siamo il Cus più titolato d’Italia. Ma siamo anche amici di tutti, in Italia e in Europa, dei quali ci siamo guadagnati il rispetto per la nostra sportività, fairplay e soprattutto con 35 la nostra sana simpatia, esuberanza ed entusiasmo contagiosi. In questo lungo viaggio sono stato accompagnato da uomini fantastici, da fratelli che resteranno nel mio cuore per tutta la vita, compagni di cento battaglie e altrettante vittorie. E ogni volto è stato un onore mettere al collo di ognuno di loro una medaglia, così come con altrettanto orgoglio e amore ho incoraggiato i miei fratelli dopo una delusione. Non è venuta meno la fame di vincere, anzi lottare per stare in cima è la motivazione e stimolo più grande per uno sportivo e farlo con la mia famiglia è la cosa più bella. Non è mai venuto meno l’entusiasmo perché sono esperienze uniche, perché il Gruppo è contagioso, perché la voglia di ripetersi è un fuoco dentro di me che brucia sempre più forte. Ma impegni personali mi costringono alla scelta più difficile della mia vita, ovvero passare la mano. Ma lo faccio con la massima serenità perché ho la certezza di aver costruito un gruppo indipendente e autonomo, che non ha assolutamente bisogno di me per continuare a vincere, perché all’interno c’è uno zoccolo duro che saprà meglio di me condurre il Cus Bologna verso altri tantissimi trionfi. E lo faccio con gioia perché vedere adesso camminare con i propri piedi, dritti, forti e onorati, i i miei ragazzi, il mio Cus, è una soddisfazione immensa perché vuol dire che nel mio piccolo ho contribuito a costruire qualcosa di memorabile, di cui se ne parlerà per sempre. Ringrazio di cuore il presidente Franceschetti che mi è sempre stato vicino come un padre, credendo in me sin dal primo giorno. Ringrazio Panieri, un grande uomo, un esempio per tutti noi, che sono felicissimo di aver conosciuto. Ringrazio le decine di ragazzi che mi hanno aiutato e contribuito a costruire questa realtà e vincere tantissime medaglie. E ringrazio infine Politi, Losi, Pulvirenti, Galli, Ranuzzi, Pignatti che sono stati gli artefici primi dei grandi successi, che sono i miei fratelli più cari, i miei condottieri più fedeli, senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile. E a questi consegno con onore, orgoglio e gratificazione le chiavi del Cus Bologna Basket. Il vostro Faso”. Tutti i piedi per il nostro amico Alessio Fasone (del quale vi abbiamo proposto la toccante lettera di commiato, ma resterà il nostro primo tifoso e non è detto che un giorno le nostre strade non possano incontrarsi nuovamente), con il quale abbiamo condiviso, come lui stesso ha scritto, mille avventura. La guida tecnica della squadra è stata affidata a Matteo Lolli che potrà contare, come team manager, sulla figura di Jordan Losi. Ma proprio perché il Cus Bologna e il suo presidente, Francesco Franceschetti, non lasciano mai nulla al caso, ecco un nuovo testimonial, come dice lui, un supervisore tecnico, come spiega Federico Panieri. Si tratta di Renato Villalta, icona e leggenda del basket italiano, al quale Franceschetti ha donato una canotta numero 10. E sarà proprio il numero 10 a occuparsi di mille cose per il Cus Bologna. “Sono felice e orgoglioso per essere stato coinvolto – dice Renato –. Proverò a dare una mano portando un po’ d’esperienza. Conosco Franceschetti da lungo tempo, abbiamo lavorato insieme per il Coni. Sarà un onore per me operare anche per l’Alma Mater Studiorum”. Villalta e Franceschetti. In alto con l’intero staff tecnico del Cus Basket. I Cnu a Messina: il Cus Torino cerca la rivincita sul Cus Milano L’anno scorso, dopo la conclusione dei Campionati universitari disputati a Torino, il computo delle medaglie sembrava dare ragione ai padroni di casa. Poi il controllo ufficiale aveva ribaltato la situazione e... il titolo di Sport Universitario, considerato che il Cus Milano si era imposto per una medaglia. Di bronzo, ma pur sempre una medaglia. C’è aria di rivincita, dunque, fra i due Cus che tradizionalmente si spartiscono il bottino dei campionati universitari e stavolta la sentenza si avrà in campo neutro, appunto Messina dove il locale Cus, con la collaborazione del Comune e dell’Università, negli ultimi tempi ha dovuto fare gli straordinari per mettere gli impianti a norma. Il Cus Messina e l’Università degli studi di Messina, da mesi lavorano in tandem per l’organizzazione della 66° edizione dei Campionati Nazionali Universitari 2012, in programma a Messina dal 18 al 27 maggio. Le bellissime strutture sportive, situate nel polo dell’Annunziata sono distanti poche centinaia di metri una dall’altra e rendono l’Ateneo Peloritano, una tra le più importanti Università del Sud nel campo dell’impiantistica sportiva. Tre palestre, una piscina coperta e una olimpionica, campi da tennis coperti e non, due di calcetto, un campo di rugby in erba sintetica, un campo da rugby, un anfiteatro da mille posti, saranno presto affiancati da un centro di medicina sportiva. La storia dello sport universitario della Città dello Stretto è stata scritta dal Cus Messina, aiutato negli ultimi anni dalla Cittadella Universitaria (UniMeSport), inaugurata nel 2007 a distanza di trentacinque anni dalla sua approvazione (5 ottobre 1972). UniMeSport, ha rilanciato un tesoro che rischiava di andare sprecato. Centotrentacinque mila metri quadrati, a ridosso delle facoltà di Lettere, Veterinaria e Farmacia, con un panorama assolutamente straordinario. Sull’altro versante il Cus, che gestisce in concessione gli impianti dell’Università siti in Conca d’Oro, ha dato lustro a Messina ospitando tre giornate del Campionato del Mondo di Baseball nel 2002 sul proprio diamante di 15.500 mq. con 2.300 posti a sedere. Tra gli altri impianti che il Cus gestisce merita di essere menzionato il palazzetto multifunzionale la cui superficie è di ca. 3.000 mq. con c.a. 1.300 posti a sedere per il pubblico, in cui si praticano diverse discipline sportive, tra le quali basket, calcio a 5, handball, volley, body-building, ecc., questa struttura è stata dedicata a “Primo Nebiolo”. Per dare manforte ai Cnu, l’amministrazione comunale messinese ha messo a disposizione gli stadi del S. Filippo e del Celeste e il campo di Rugby di Sperone. Nel complesso Cappuccini, messo a norma dalla Mondo srl, storica azienda del settore e fornitrice dell’Olimpiade di Londra, si terranno alcune gare di nuoto e dell’atletica, regina delle discipline sportive. L’anteprima dei Campionati Nazionali Universitari, è stata presentata, nell’aula magna dell’Università. «Viviamo nelle istituzioni per dare opportunità agli altri, soprattutto ai giovani – ha esordito il rettore, prof. Franco Tomasello – Un sfida per la città e per i nostri ragazzi. La storia racconta dello spirito d’accoglienza dei messinesi, saremo all’altezza del nostro passato». Una vera scommessa per l’Università, il Cus Messina e UniMeSport. «Al di là del momento che stiamo vivendo siamo certi che faremo bene – ha commentato il commissario straordinario del Cus, dr. Sergio Cama – Ognuno sta facendo la propria parte. Sarà una bellissima avventura, che porterà in città tantissimi giovani e consentirà a Messina di avere un grande ritorno d’immagine». Gli studenti – atleti, provenienti da tutta Italia si cimenteranno in ventotto discipline. E per la prima volta nella storia dei Cnu verrà data la possibilità agli atleti diversamente abili di poter partecipare ai Giochi, nella scherma e nel tennistavolo. Sono stati prediletti gli sport “promozionali”, con preferenza per quelli “minori” che godono di attenzione sul territorio. Tra questi hockey su prato, baseball e rugby a 7 femminile. 36 TORNA A BRILLARE LA LUCE DEL CUS POTENZA I Campionati Nazionali Universitari di Messina sono stati presentati all’apertura dei lavori del convegno “La medicina al servizio dello sport olimpico e paralimpico”, organizzato dal Cus Messina e a cura della Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport della Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università degli Studi di Messina. Da rilevare gli interventi del Rettore, prof. Francesco Tomasello e del presidente nazionale del Cusi, dr. Leonardo Coiana, assieme ai commissari straordinari del Cus Messina, dr Sergio Cama e dr. Sergio Melai. La scelta di organizzare questo congresso, derivava dal fatto 37 che, per la prima volta, ai Cnu saranno presenti due discipline (tennis-tavolo e scherma) rivolte agli atleti/ studenti diversamente abili, che si svolgeranno in contemporanea con le gare dei normodotati, al fine di integrare tutti gli atleti. Cinque gli argomenti medicosportivi che hanno caratterizzato i tre giorni di lavori congressuali. “I traumi cranio – facciali negli sport da contatto”, “Nel cuore degli Sport Olimpici” e “Lo Sport Paralimpico”. In chiusura “Attività Motoria, Sport e Salute” e “La Ricerca applicata alle Scienze motorie e Sportive”. Preparatori atletici e medici dello sport hanno messo a confronto le loro esperienze. Il Magnifico Rettore, professor Fiorentino e il neo presidente Salomone Bevilacqua. Dopo due anni di commissariamento, il 19 marzo si è svolta l’assemblea elettiva del Cus Potenza nella quale sono stati eletti i nuovi Organi. A presiederlo sarà Salomone Bevilacqua – stimato avvocato del Foro potentino – mentre membri del Consiglio Direttivo risultano eletti Tommaso Margiotta (vice presidente), Francesco Angiolillo (segretario tesoriere) e Gennaro Vitacca, oltre al membro di nomina rettorale prof. Rocco Rossano. Membri del Collegio dei revisori dei conti sono il dr.Vito Antonio Maria Romaniello ed il dr. Gaetano Marcello Tutino (entrambi iscritti all’Albo dei Revisori Contabili), nonchè il socio Nicolò Galante. Al termine dell’assemblea, il Consigliere federale del Cusi Nicola Aprile, che è stato Commissario straordinario dal 2010, ha voluto ringraziare tutti i soci ed i collaboratori del Cus Potenza, che gli hanno permesso di svolgere il suo duro compito di riassestamento amministrativo dell’Ente in un clima di estrema serenità: “Lascio un Cus in piena salute e dalle notevoli potenzialità nelle mani di uomini di spessore, certo che essi sapranno portare il Centro ai massimi livelli sportivi e sociali in ambito locale e nazionale. Qui ho trovato stima, considerazione e collaborazione sin dal giorno del mio insediamento: non potrò mai dimenticare i tanti amici che hanno creduto in me (anche quando mi sono trovato costretto ad assumere scelte “impopolari”) a cominciare dal Magnifico rettore dell’Università degli studi della Basilicata, prof. Mauro Fiorentino, al quale rivolgo un ringraziamento particolare. Da oggi vivrò nella gioia di poter vedere un Cus, un’Università ed una città che ho imparato da apprezzare e ad amare, rientrare a pieno diritto nel panorama sportivo-universitario che conta e che a loro giustamente compete”. Anche il neo presidente Bevilacqua ha voluto esprimere il suo pensiero: “Inizio questa nuova esperienza con un’eredità non facile, sia per la situazione delicata che ha dovuto gestire il Commissario sino alla mia nomina, sia per il peso (…e non solo quello fisico) dell’amico Nicola Aprile che, forte della sua esperienza nel Cus, ha provveduto a ridare nuova luce alla struttura di Potenza. Ritengo, in ogni caso, che l’intero gruppo direttivo, nonché gli stessi istruttori, gli atleti, gli studenti ed il personale, che sin dall’inizio mi hanno manifestato la più sincera fiducia, rappresenteranno per me un valido aiuto per la migliore gestione del Cus”. In ultimo, il significativo commento del Magnifico rettore Mauro Fiorentino: “È con grande soddisfazione che constato come la ristrutturazione, che ha interessato sia l’aspetto tecnico che la qualità dell’offerta rivolta all’intero tessuto urbano, consentirà al Cus di porsi come elemento di cerniera tra la Città e il Campus universitario. Vorrei anche sottolineare le elevate qualità umane e professionali con le quali il Commissario straordinario ha saputo traghettare il Cus, portandolo a nuovi traguardi”. In bocca al lupo al CUS Potenza, che la sua luce torni a brillare più di prima. IL CRICKET DELL’EMIGRANTE CHE STUDIA SCIENZE MOTORIE U Anche fra i Masai il cricket è lo sport più popolare come dimostra questa immagine. L o sport è importante per l’integrazione, il cricket consente di educare i più piccoli e superare le barriere”. Ripan Biswas, allenatore part-time è stato uno dei fondatori dell’associazione ‘Piazza Vittorio Cricket Club’. Nato in Bangladesh e arrivato in Italia nel febbraio del 2007 come turista, lavora come aiuto cuoco in un ristorante di Roma, frequenta un master di specializzazione allo Iusm (Istituto Universitario di Scienze Motorie) e, a tempo perso, dirige come arbitro le partite di calcio dei più giovani, “per diffondere la cultura del cricket anche in un paese dove c’è un’overdose di pallone”. Diversi impegni, simbolo di un’integrazione effettiva nella società italiana, che non riescono a distogliere Ripan dalla vera passione: il cricket. Uno degli sport più diffusi nei paesi dell’ex Commonwealth (si pratica in India, Bangladesh, Australia, Stati Uniti, Sri Lanka, Pakistan, Sud Africa, Zimbabwe, Nuova Zelanda), considerato in Italia uno dei veicoli d’integrazione sociale più efficace tra i giovani di provenienza asiatica: “Ho tanti amici in Italia – sottolinea Ripan a Diritto di critica –, mi trovo bene in questo paese. Lo sport è fondamentale per i ragazzi, quando giochiamo a cricket siamo molti uniti, siamo a tutti gli effetti una squadra”. Ripan allena una squadra di cricket under 13, laureatasi nel 2011 Campione d’Italia, insieme a Federico Mento dell’Uisp e a Edoardo Gallo, giocatore della nazionale ed ex tesserato del Gallicano Cricket Club. “Ho ottenuto il permesso di soggiorno nel 2009 – precisa Ripan Biswas –, e vivo la mia vita in Italia come un ulteriore tassello di esperienza, per accrescere la mia competenza in ambito sportivo. Il lavoro di aiuto cuoco non mi soddisfa: sono stato in più di 20 ristoranti e non ho mai avuto un contratto regolare, nonostante da due anni abbia il permesso di soggiorno. Sono sottopagato – precisa Ripan – e lavoro in media 8 ore al giorno, quando ne dovrei fare solamente quattro. L’obiettivo è specializzarmi allo Iusm e poi andare all’estero, in un altro paese europeo. Ho 31 anni e nel 2002 sono stato un giocatore di cricket presso l’Istituto pubblico dello sport’ in Bangladesh (il Bksp, l’equivalente dello Iusm in Italia). Dopo aver conseguito un diploma in ‘Biomeccanica’ – spiega il giovane allenatore bengalese a Diritto di critica –, nel 2003 a Dacca sono diventato insegnante di educazione fisica nella scuola multiculturale, prima di diventare coach di cricket a tutti gli effetti. La mia attività è proseguita fino al 2006, quando frequentai un corso di sei mesi presso la facoltà di Scienze Motorie all’Università di Lipsia, in Germania”. Ma è in Italia che Ripan ha colto le soddisfazioni da allenatore di cricket: la fondazione dell’Associazione Piazza Vittorio, la prima partecipazione al Campionato Italiano di Cricket Under 13 e il quarto posto conquistato, gli allenamenti nelle scuole Federico Di Donato e Carlo Pisacane, i tornei di cricket ‘Fuori le mura’ e ‘Contro il razzismo facciamo squadra’, la proficua collaborazione con l’Uisp, la presenza nei tornei federali Under 13 e Under 15, prima del trionfo nel campionato del 2011. “Abbiamo promosso l’associazione in tutta Italia – spiega Ripan –, in città come Firenze, Bologna, viaggiamo spesso. Nella capitale, abbiamo organizzato diverse attività culturali, a cominciare dal progetto ‘Tutti in piazza’, sostenuto dall’Associazione Mediazione sociale Esquilino”. L’impegno dell’Uisp è a tutto campo, i soldi non sono tanti e le necessità molte: “Cerchiamo di razionalizzare le risorse che abbiamo a disposizione – sottolinea Federico Mento –, anche perché sono gli stessi migranti che non hanno molta disponibilità economica”. L’esigenza di coniugare sport e tempo libero con il lavoro rappresenta una delle preoccupazioni maggiori: “I tempi dei migranti sono ristretti e con una grande flessibilità cerchiamo di conciliare il tutto. Tra i vari problemi – aggiunge Mento –, ci sono anche quelli dei mezzi di locomozione e delle infrastrutture”. (Fonte: Diritto di critica, Giornale on line) n nuovo incarico per Francesco Franceschetti. Il presidente del Cus Bologna è stato eletto all’unanimità nuovo numero uno della Fifd, ovvero della federazione italiana Flying disc, l’ente nazionale che promuove gli sport legati alla pratica del frisbee nel nostro paese. Franceschetti prende il posto di Stefano Carcangiu, costretto a dimettersi dall’incarico per problemi personali. “L’ultimate frisbee – dice Franceschetti a caldo – mescola le migliori performance dei vari sport come il calcio, il basket, il football americano e la pallavolo attraverso un gioco semplice ed elegante”. Sono diversi gli obiettivi che perseguirà Franceschetti durante il suo mandato. “Il presidente uscente – insiste Franceschetti – non riusciva più, per problemi personali, ad avere il tempo necessario per la gestione della federazione e di tutto il movimento. Io sono anni che lavoro per il frisbee e per la sua diffusione. E, forse proprio per questo, sono stato contattato negli ultimi tempi da tutte le realtà italiane che hanno spinto perché, alla fine, accettassi l’idea di ricoprire questo incarico. Ritengo che il frisbee sia uno sport destinato a diventare ancora più popolare e, soprattutto, a incidere nella formazione e nell’educazione dei nostri ragazzi. Sono arrivato, fortunatamente a una certa età e, a questo punto, dopo aver fatto diverse esperienze in ambito sportivo, vorrei mettere a disposizione tutte le mie conoscenze per far crescere il mondo del frisbee”. Tra i primi passi ci sarà quello di portare la disciplina in ambito Coni, come una federazione facente parte del comitato olimpico nazionale. “Sarà un percorso lungo e tortuoso – dice Franceschetti -, ma ci arriveremo perché il frisbee ha dignità come qualsiasi altra disciplina”. In attesa di entrare nell’ambito del Coni, il frisbee e in particolare l’ultimate, vogliono fare breccia nel mondo accademico, magari già ai Campionati Nazionali Universitari. A Bari, qualche anno fa, era previsto come sport dimostrativo: poi il tutto saltò 38 FRANCESCHETTI ANCHE AL CUS BRESCIA Bel lancio, Rettore! PASSIONE FREESBE L’Ultimate Frisbee è arrivato a Brescia nel 2009. A portarlo al campus universitario è stato un gruppo di studenti che oggi sono il perno della squadra: Nicola Possi e Federico Vantadori (allenatorigiocatori) e Federico Leali (giocatore e segretario). In questi tre anni si sono avvicinati allo sport molti altri studenti universitari e liceali o semplici appassionati, che ora formano la squadra per un totale di 28 tesserati. I risultati ora sono buoni e la speranza di raggiungere la Serie A già in questa rassegna è buona. All’inizio però l’avventura non fu semplice. Nelle prime partite era raro che il presidente della Fifd Primo obiettivo il riconoscimento del Coni. Intanto vuole fare breccia nel mondo accademico, a cominciare dai campionati universitari. di Alessandro Gallo per problemi logistici. “È uno sport universitario per eccellenza – insiste Franceschetti –. Nel nostro piccolo, a Bologna, stiamo già facendo cose importanti, non solo tra gli universitari, ma cercando di portare questa disciplina anche negli istituti superiori, con i nostri istruttori, la nostra passione e il nostro entusiasmo”. Ad agosto, nel frattempo, ci saranno i campionati del mondo in Giappone: Franceschetti e i suoi più stretti collaboratori sono già al lavoro per allestire le squadre che dovranno partecipare a questa lunga trasferta. Nella terra del Sol Levante ci sarà il meglio dell’ultimate frisbee mondiale e, per il neo presidente, sarà un ottimo banco di prova.“Siamo impegnati su tutti i fronti – ammette Franceschetti –. E adesso, magari, cercheremo di portare questa disciplina anche in occasione dei campionati nazionali universitari per fare vedere a tutti tanto il lato spettacolare quanto quello educativo di questo sport”. Si parla tanto di educazione, quando si affronta il tema ultimate frisbee, per un motivo molto semplice. E lo ricordiamo a chi, per esempio, non conosce bene questa realtà. Non è prevista la presenza degli arbitri perché sono le squadre, rivali ma leali, a dirimere al loro interno qualsiasi discussione o motivo di attrito. Basta per dire che l’ultimate frisbee – e il Cus Bologna può contare anche sulla “leggenda” Davide Morri – sarà lo sport del futuro? 39 CUS BOLOGNA SUBITO LA COPPA IN TERRA AUSTRIACA Capitan Morri, Quarantotto e Calabrese trascinano i giovani Il campionato italiano di ultimate frisbee (Ciu) ormai è troppo stretto per il Cus Bologna che dà spettacolo e si ricopre di oro anche all’estero. La Vienna Winter League si chiude nel segno dell’Alma Mater Studiorum per la gioia del Magnifico Rettore, Ivano Dionigi, che nei mesi scorsi, nel complesso universitario di via del Terrapieno, ha sperimentato proprio il fascino del frisbee. Il Cus Bologna vince grazie alla presenza di Andrea Gerosa, Luca Gambini, Federico Forte, Davide Quarantotto, Andrea Mastroianni, Davide Morri, Marco Barattini, Leandro Calabrese e Paolo Prandi. Dopo un girone di qualificazione molto duro, la squadra del Cus Bologna supera la Nazionale under 20 austriaca nei quarti di finale vincendo per 11 a 4. Semifinale più tosta con i ragazzi di capitan Morri capaci di vincere 8 a 6. Nella finale contro gli Innsiders austriaci il Cus sembra dominare. È subito 2 a 0 per l’Alma Mater, poi 6 a 3. Basta un attimo di distrazione per trovare il 6 pari. Il Cus però reagisce e chiude bene sul 9 a 7. Difesa straordinaria di Davide Quarantotto e tanti assist per Leandro Calabrese. “Paghiamo ancora un po’ di inesperienza con i giovani giocatori – commenta capitan Morri –. In alcuni casi questo ci ha fatto andare in difficoltà. Ma alla fine siamo riusciti a ottenere un importante primo posto grazie alla preparazione fisica che ci ha resi molto solidi in difesa”. team bresciano (ancora senza nome) riuscisse a vincere. Poi la svolta. La squadra si è data un nome (Bubba) e ha iniziato a conquistare i suoi primi successi. A giugno 2011 le prime partecipazioni a livello nazionale e un tredicesimo posto nella classifica generale, più due qualificazioni alle finali nei tornei di Trento e Aosta. Quest’anno la stagione outdoor è iniziata al meglio. La squadra ha partecipato al Carneval-ultimate a Viareggio e ha conquistato il primo posto battendo squadre che fino a pochi mesi prima non era mai riuscita a superare. Dopo avere partecipato alla tappa dell’Ultimate a Brescia, i cussini parteciperanno il 6 maggio nel centro sportivo Tartaglia-Abba alla terza e ultima fase eliminatoria. Le finali si svolgeranno invece a Parma in data ancora da stabilire. Alberto Armanini Un parco dello sport sempre più attrezzato e funzionale a disposizione degli studenti universitari così come di tutti i cittadini e, insieme, un centro di servizi che risponda alle esigenze non solo sportive delle persone e delle famiglie pisane. Sono queste le linee strategiche di sviluppo del Cus Pisa che il prorettore per l’Edilizia, Sandro Paci, ha illustrato, insieme al presidente del Cus Pisa Pisa, Denny Innamorati, al rettore Massimo Augello e al sindaco Marco Filippeschi, nell’ambito della Giornata dello sport universitario che si è svolta nell’area Cus di Via Chiarugi. Al centro della manifestazione vi sono stati, dunque, il presente e il futuro del Cus, una polisportiva che, con quasi 7.000 iscritti e 50 discipline praticate, è la più grande della Toscana. Il presente è rappresentato dal nuovo Beach Space, inaugurato per l’occasione e dotato di sei campi per il beach volley, il beach tennis e il foot volley realizzati con la sabbia del Nilo, che ha la particolarità di non essere polverosa. Prima struttura realizzata da privati, il Beach Space è destinato a ospitare sia competizioni agonistiche che tornei e attività universitarie. Il presente del Centro è testimoniato anche dai tanti atleti che si stanno distinguendo nelle gare nazionali e internazionali in cui sono impegnati, in un periodo caratterizzato dalle qualificazioni degli sport di squadra ai Cnu 2012, in programma a Messina. Nel corso della Giornata, il prorettore per gli Studenti, Rosalba Tognetti, ha premiato i ragazzi che hanno rappresentato l’Ateneo pisano alle Universiadi cinesi di Shentzen dello scorso agosto – a iniziare da Rachele Bruni, medaglia d’oro nella 10 chilometri di fondo di nuoto – e quelli che hanno vinto la medaglia d’oro per il Cus Pisa ai Cnu di Torino di maggio 2011 nel calcio a cinque, nel canottaggio, nel pugilato e nell’atletica leggera. Il futuro del parco è stato invece delineato con la relazione sul Piano attuativo tenuta dal prorettore Sandro Paci, oltre che con gli interventi introduttivi del rettore, del sindaco e del presidente Innamorati. Un campo bivalente di rugby e calcio a undici in erba sintetica, un campo La 50ª Regata Storica Universitaria Pisa-Pavia il 19 maggio sull’Arno La campionessa pisana Rachele Bruni, oro nel nuoto nell’Universiade cinese quindi l’impianto fotovoltaico situato nell’area del Cus Pisa, che nei prossimi giorni festeggerà l’anno di vita. Venne donato dalla Mitsubishi Electric all’Università di Pisa e realizzato con la collaborazione della ditta Flyby e della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. Al taglio del nastro intervennero il rettore Massimo Augello, il vice sindaco Paolo Ghezzi, l’assessore provinciale allo Sport, Salvatore Sanzo, il presidente del Cus Pisa, Denny Innamorati, il division manager Mitsubishi Electric Fotovoltaico-Filiale italiana, Gualtiero Seva, il general manager della Flyby srl, Emilio Simeone. CUS IN PRIMA LINEA PER LA PISA SPORTIVA DEL FUTURO all’aperto di basket, la copertura di due campi da tennis, un percorso vita di circa tre chilometri attrezzato anche per i disabili e un centro riabilitativo sono tra gli impegni in fase di realizzazione o comunque già definiti. Più avanti nel tempo sono stati programmati interventi di grande portata che non riguardano solo la parte prettamente sportiva, quali per esempio la costruzione di alcune aule studio, la copertura wi fi dell’intera area, le soluzioni energetiche sostenibili e l’estensione del fotovoltaico, l’ipotesi di un asilo nido e di un’area concerti, il tutto nell’ottica di rendere il Cus un centro di aggregazione per studenti e sportivi, ma anche per famiglie, bambini, anziani e più in generale per tutta la cittadinanza pisana. “Il CUS ha avviato da tempo questo Piano, al fine di poter realizzare strutture e servizi che altrimenti sarebbe stato impossibile ottenere – ha commentato il presidente Denny Innamorati – si tratta di opere che contribuiranno a mantenere il nostro ente ai livelli Con l’insediamento del Comitato Organizzatore, è iniziato ufficialmente il count-down alla 50ª edizione della Regata Storica Universitaria Pisa-Pavia, manifestazione in programma per il pomeriggio di sabato 19 maggio, anche se il calendario degli eventi collaterali avrà un ampio respiro, tra presentazioni, conferenze, pubblicazioni a tema, concerti, visite guidate. Sette giorni da vivere tutti d’un fiato, fino alla contesa in Arno ma anche dopo, con la cena di gala e una festa studentesca. Una edizione volutamente ricca, nelle intenzioni del presidente Cus Denny Innamorati e del Consiglio direttivo, dal respiro internazionale per la presenza degli equipaggi di Cambridge e Aquisgrana, e forte della collaborazione di quindici associazioni del territorio, un dato che lega saldamente l’evento sportivo al tessuto sociale e culturale pisano. Ad organizzare il Cus Pisa stesso, in partnership con Università e Comune di Pisa. LA STORIA: la sfida Pisa-Pavia, tra Arno e Ticino, prende vita nel lontano 1929. A Pisa vincono i padroni di casa, sulla distanza dei 2000 metri. L’evento, tra sport e goliardia, intende ricordare la battaglia di Curtatone e Montanara pagina bellica del Risorgimento italiano in cui universitari pisani e pavesi combatterono fianco a fianco per l’Indipendenza. Da allora, nonostante qualche interruzione, la tradizione si è proposta con discreta continuità, e dal 2004 ad oggi la regata ha ripreso vigore, acquisendo sempre maggiore visibilità e importanza. L’ultimo successo di Pisa è datato 2008, in concomitanza con gli indimenticabili Cnu organizzati in città. A partire da quella data, Pavia si è imposta per tre volte di fila, l’ultima il 28 maggio del 2011, nelle acque del Ticino. Pisa ha la fortuna di ospitare l’edizione numero 50 e la determinazione nel voler ritornare al successo si fonde con la volontà di valorizzare l’evento in modo assolutamente inedito e spettacolare. IL COMITATO D’ONORE: il presidente CUS Pisa Denny Innamorati, presiede un ricchissimo Comitato d’Onore, un elenco di personalità tra le quali spiccano il Magnifico Rettore Massimo Mario Augello, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi in rappresentanza di Ateneo e Comune, abituali partner delle iniziative cussine, ed il presidente della Provincia Andrea Pieroni. Il comitato organizzatore è presieduto dal dr. Stefano Gianfaldoni, componente del collegio probiviri sia del Cus che del Cusi. 40 più alti degli standard nazionali, grazie a un’offerta sportiva e ricreativa senza pari. Determinante, come sempre, il prezioso sostegno di Università e Comune di Pisa, che nel Centro sportivo possono trovare un partner sempre disponibile e attento per perseguire quelli che sono i rispettivi obiettivi. Ancora una volta lo sport si conferma terreno di confronto ideale per la nascita di importanti progetti e sinergie”. “Come Università e Cus Pisa – ha sintetizzato il rettore Massimo Augello – stiamo insistendo su un percorso che mira a integrare ancora di più il parco sportivo universitario nella rete pisana, rispondendo così alla sua mission naturale di centro di servizi sportivi per gli studenti universitari e, nello stesso tempo, di punto aggregativo e ricreativo per i bambini, i giovani, gli anziani e le famiglie della nostra città. L’attuale utilizzo degli impianti di Via Chiarugi da parte delle realtà associative e delle scuole pisane, così come il successo di iniziative quali i campi estivi per i ragazzi, dimostrano che la strada che abbiamo intrapreso, insieme al Cus e all’amministrazione comunale, è quanto mai promettente e merita di essere seguita con lo stesso impegno e la stessa determinazione che ha caratterizzato finora la nostra azione in tutte le attività istituzionali”. “Stiamo lavorando, il Comune e l’Università, per completare il parco universitario di Via del Brennero – ha concluso il sindaco Marco Filippeschi – un polmone verde a disposizione degli studenti ma anche dei cittadini pisani. Al termine della realizzazione del progetto avremo, accanto agli impianti sportivi, un’area dotata di spazi a verde, percorsi pedonali attrezzati, un’area destinata al golf e la rete wi-fi che sta ‘invadendo’ Pisa. Mi preme qui sottolineare la fascia a verde prevista lungo Via del Brennero, oggi degradata. L’area Cus sarà anche un luogo deputato allo studio e alla ricerca di attività sportive e di riabilitazione. Insomma stiamo lavorando per un’area di eccellenza dedicata allo sport universitario, in linea con le scelte urbanistiche e con i lavori che già stanno delineando la nuova Pisa”. 41 Testata Adige Alto Adige Tr. Arena Avvenire Centro Corriere Adr. Corriere Mercant. Corriere Sera Corriere Sp.Lun Corriere Sport-St Corriere Umbria Dolomiten Eco Bergamo Fatto Quotidiano Gazzetta del Sud Gazzetta Lunedì Gazzetta Mezzog. Gazzetta Modena Gazzetta Parma Gazzetta Reggio Gazzetta Sp.Lune Gazzetta Sport GazzettaMantova Gazzettino Giornale Giornale Brescia Giornale Sicilia Giornale Umbria Giornale Vicenza Giorno Italia Oggi Libero Libertà Manifesto Mattino Napoli Mattino Padova Messaggero Ve. Nazione Nuova Sardegna Nuova Venezia Nuovo Q.Puglia Piccolo Provincia Crem. Provincia Pavese Provincia Varese Quotidiano Basil. Quotidiano Calab. Quotidiano Sicilia Repubblica Resto Carlino Secolo XIX Sicilia Sole 24 ore Stampa Tempo Tirreno Tribuna Treviso Tuttosport Tuttosport Luned Unione Sarda Unità Vendita 2011 16.197 23.795 38.993 18.996 21.271 16.238 8.175 436.451 209.868 182.991 15.963 9.228 36.784 71.794 41.534 10.844 34.129 9.417 27.462 11.509 310.241 328.169 24.272 75.801 151.974 32.875 57.391 3.964 34.557 54.286 28.193 104.332 23.599 15.142 68.397 26.319 45.467 108.181 53.241 9.768 17.536 32.816 18.440 18.587 31.622 2.001 11.506 2.167 393.508 133.196 70.440 48.391 181.875 237.035 38.578 71.741 15.790 93.260 101.765 58.080 39.217 Vendita 2010 18.295 27.259 40.558 19.491 18.295 23.716 8.443 438.270 224.612 189.356 17.813 10.741 38.515 70.864 43.555 11.713 37.251 9.771 29.831 11.509 347.226 273.092 25.679 74.970 179.520 35.978 61.892 3.948 36.000 54.963 25.707 97.222 25.605 16.162 70.770 29.508 46.261 113.142 56.879 11.532 17.751 33.213 19.132 19.300 33.796 2.222 14.151 2.343 408.857 138.106 76.166 53.999 165.157 240.966 42.528 74.937 18.016 97.533 97.533 62.496 42.457 Differenza - 1.378 - 3.464 - 1.565 495 - 2.245 608 268 - 1.766 - 14.744 - 6.365 - 1.850 813 - 11.731 + 930 - 2.021 869 - 3.122 354 - 2.369 596 - 36.985 - 23.627 - 1.407 + 831 - 27.546 - 3.103 - 4.501 + 16 - 1.443 677 + 3.206 + 7.100 - 2.006 750 - 2.373 3.189 794 - 4.961 - 4.538 - 1.764 215 397 692 713 - 2.174 221 - 2.645 178 - 15.349 - 4.910 - 5.726 - 5.608 - 16.708 - 3.961 - 3.950 - 3.196 - 2.226 - 4.273 - 3.319 - 4.416 - 3.240 disegno di Kopelnitsky, Stati Uniti GIORNALI: CHI SALE E CHI SCENDE Tirature e vendite nell’ambito nazionale Tirature e vendite dei giornali secondo i dati forniti dalla Federstampa seguono l’andamento dei problemi che condizionano il paese. In media le perdite sono contenute anche se a volte le indicazioni sulla diffusione sono assai diverse da quelle che potrebbero lasciare intendere le vendite. Alcuni esempi. Il quotidiano Avvenire ha 60 o 70 mila abbonati tanto è vero che la diffusione viene indicata in 107mila copie mentre le vendite, come da tabella, sono circa ventimila. Idem il quotidiano in lingua tedesca Dolomiten la cui diffusione viaggia sulle 50mila copie (vendite 10mila). Un giornale di provincia come la Gazzetta di Parma ha diverse migliaia di abbonati: 40mila la diffusione, sulle 30mila le vendite. Idem Il Giornale di Brescia (45mila la diffusione, 34mila le vendite) Italia Oggi con quasi 90mila di diffusione e 30mila le vendite. ED ORA PER IL CUS BOLOGNA LA SFIDA DELLO STERLINO... di Alessandro Gallo Un nuovo riconoscimento per il Cus Bologna. Anche perché il braccio sportivo dell’Alma Mater Studiorum, che ha un’esperienza datata 1946, gestisce diversi impianti in città. In principio c’era solo il complesso di via del Terrapieno, con il suo campo da calcio. Poi sarebbero arrivati i campi da tennis in cemento, il PalaCus e il rinnovatissimo Giovanni Minghini, che è uno degli impianti in erba sintetica più moderni in assoluto per la pratica del calcio. Negli anni Francesco Franceschetti, numero uno cussino dal 1985, ha amministrato saggiamente, per conto dell’università, anche il centro universitario Record creando, di fatto, nel comprensorio, una vera e propria cittadella dello sport a Bologna. Bologna che, da tempo immemorabile, ha il problema di una piscina coperta di dimensioni olimpiche. Chiusa ormai da dieci anni quella dello stadio (che da scoperta che era, è stata trasformata in coperta, ma non è mai stata utilizzata per mille problemi e non sarà a regime fino al 2013), restava lo Sterlino. Un complesso di proprietà di Coni servizi gestito da privati. Il problema era che il Coni da tempo premeva per la vendita, il Comune di Bologna non poteva ottemperare all’acquisto e il rischio, a quel punto, era la chiusura. Chiusura a tempo indeterminato di un impianto che, oltre a migliaia di bolognesi, vede gli allenamenti di Martina Grimaldi (campionessa d’Europa sulla distanza dei 10 chilometri e vice campionessa del mondo) e Marco Orsi, ovvero dei due bolognesi che hanno staccato il pass per i Giochi Olimpici di Londra. Con la mediazione del Comune e dell’assessore allo sport Luca Rizzo Nervo, che ha individuato nel Cus Bologna un partner più che affidabile, lo Sterlino (grazie anche al Cusi e al lavoro dell’Università di Bologna) è stato rilevato proprio da Franceschetti. Da luglio il passaggio definitivo, con il Cus che, nel frattempo, ha acceso il mutuo. Anche perché il costo dell’impianto, fissato da Coni servizi, è di 3,3 milioni di euro. Ma altrettanti ne serviranno per rendere più moderna ed efficiente la struttura. E il Cus Bologna, rimboccandosi le maniche, vincerà anche questa nuova sfida: scommettiamo? UNO SCATTO PER LO SPORT Gli universitari del Cus Bologna campioni d’Italia universitari dell’hockey su prato 1955: da sinistra il massaggiatore Bortolini, Mazzoli, Politi, Masetti, Rossi, Melloni, Magagnoli, Minghini; in ginocchio Veraschi, Natali, Benati, Savioli II°. LA SCOMPARSA DI GIANNI POLITI “EROE” DELLO SCUDETTO DELL’HOCKEY Se n’è andato in punta di piedi un galantuomo dello sport delle Due Torri. Così schivo da seguire con entusiasmo e passione le attività dei figli Federico (allenatore di pallacanestro) e Claudia, quasi celando il suo passato. Un passato glorioso perché Gianfranco “Gianni” Politi negli anni Cinquanta è stato uno degli eroi che seppe conquistare uno storico scudetto per Bologna. Era il 1955 quando lo studente Politi era stato coinvolto dagli amici nella squadra universitaria di hockey su prato. E al termine di quella indimenticabile e leggendaria stagione il Cus Bologna seppe conquistare il primo scudetto della sua storia. Gianfranco era detto Gianni e, suo malgrado, fu protagonista anche due anni prima. Gianfranco era il portiere anche della stagione 1953 quella nella quale il Cus di Minghini e Magagnoli si presentò, all’ultima giornata, con un punto di vantaggio sulla seconda e una trasferta a Genova. Ma un tiro mancino, alla fine, piegò la resistenza del Cus Bologna. E Gianfranco, che di quel gruppo era l’indiscusso numero uno, fu protagonista suo malgrado perché un infortunio lo tolse di scena proprio alla vigilia di quel delicato incontro. Alla fine della stagione tutti d’accordo: “Ci fosse stato Gianni in porta quel tiro non sarebbe mai entrato e noi avremmo vinto il primo scudetto con due stagioni d’anticipo”. Aneddoti che rendono ancora più grande la figura di Gianfranco, che ci ha lasciato a ottant’anni. Un grande protagonista di uno sport cavalleresco che forse oggi non c’è più e che, proprio per questo motivo, rimpiangiamo ancora di più. C’è tempo sino al 30 giugno per partecipare al concorso fotografico del Cus Torino. Per gli amanti della fotografia e dello sport, del movimento, dell’attività fisica torna il concorso fotografico “Uno scatto per lo Sport”, giunto alla sua ottava edizione. Il concorso ha preso il via giovedì 12 aprile e sabato 30 giugno sarà il termine ultimo per caricare le proprie immagini sul sito www.nikonclub.it/unoscattoperlosport. Organizzato dal CUS Torino, con il supporto tecnico di Nital S.p.A distributore ufficiale Nikon per l’Italia, dell’Editrice La Stampa e della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; l’iniziativa ha ottenuto l’adesione del Presidente della Repubblica e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il patrocinio del Comune di Torino, della Provincia di Torino, della Regione Piemonte, dell’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino, dell’EDISU Piemonte, del Collegio Einaudi, del CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano) e della Camera di Commercio di Torino. L’edizione 2012 punta l’attenzione sul significato della parola sport e sulle sue origini, che sono molto antiche dal latino “deportare”. Lo sport all’interno di ogni società del mondo contemporaneo ha una forte connotazione sociale, economica e politica. Importante è anche la sua valenza culturale, come mezzo di trasmissione di valori universali e scuola di vita che insegna a lottare per ottenere un buon risultato. Per il 2012 sono nuovamente previste due categorie: “Open” e “Universitari”. Rientrano nella categoria “Open” tutti i professionisti e amatori; rientrano nella categoria “Universitari” esclusivamente i professionisti e amatori regolarmente iscritti nell’anno accademico 2011/12 alle Università legalmente riconosciute dallo stato italiano. Per ciascuna categoria saranno premiate le prime tre immagini. Entrambe concorreranno all’assegnazione del premio “CUS Torino Adaptive” (scatti nell’ambito dello sport diversamente abile), oltre all’assegnazione di un premio “Fondazione Sandretto Re Rebaudengo” (assegnato dal Dipartimento Curatoriale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo all’immagine ritenuta più significativa in ciascuna categoria), un premio Associazione di Volontariato Sportivo Primo Nebiolo (assegnato all’immagine che meglio rappresenta il valore sociale del Volontariato nello Sport) e una medaglia della Presidenza della Repubblica (premio di rappresentanza all’edizione 2012 del Concorso Fotografico “Uno Scatto per lo Sport”). È anche previsto un premio speciale “Telethon – Walk of life” assegnato all’immagine che meglio rappresenta il messaggio “Uno Scatto per la Vita”. Infine esclusivamente la categoria “Universitari” concorre all’assegnazione della targa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di un premio speciale “WEP - World Education Program” (www.wep-italia.org) (assegnato all’immagine ritenuta più significativa rispetto al messaggio di “Sport nel mondo come parte integrante della cultura di una società”). Tra i premi: una settimana in barca a vela, macchine fotografiche Nikon, abbonamenti digitali unici La Stampa per Iphone Ipad e Pc, rimborso tasse universitarie A.A. 2011/12, due settimane di corso di lingua all’estero WEP. 42 CUS LECCE: ieri e oggi N el Salento ed a Lecce in particolare, il baseball è giunto dopo ben 24 anni dalla mitica partita del 27 giugno 1948 quando al campo Giurati il Milano b.c. incontrò la formazione degli Yankees di fatto la prima partita ufficiale giocata tra giocatori italiani. È giunse in modo insolito grazie ad un cineforum che proiettò prima Cameraman dove l’eccezionale Buster Keaton parodiava le migliori inquadrature di questo sport con un inimitabile brano di antologia classica e successivamente il tenebroso Fear Strike out (prigioniero della Paura) con un Anthony Perkins in odore di oscar ma che pochi intuirono e capirono il dramma del protagonista. Infine il 21 dicembre 1972 quando chi scrive tenne presso il Panathlon Club Lecce la conferenza “Baseball, sport del futuro”. Per quei panathleti fu una piacevole sorpresa di realtà sportiva ed il presidente fondatore di quel Club, l’ing. Mario Stasi, mitico uomo di sport di notevole e riconosciuto spessore, altresì presidente e fondatore del Cus Lecce mi invitò a dare seguito divulgativo presso il centro universitario. Fu così che sotto la carismatica ed entusiastica spinta emotiva dell’ing. Mario Stasi, e sotto la mia guida tecnica, si iniziò a novembre del 1973 a svolgere lezioni teoriche e pratiche a gruppi di universitari ed universitarie per poi incominciare a contendersi con decisione i miei due guanti e due mazze che già a quel tempo avevano visto e praticato diversi campionati ed erano in attesa della pensione. Crebbe così anche l’entusiasmo ben motivato da inaspettate coincidenze: la presenza cusale di ben tre quotati giocatori 43 di Michele Dodde di baseball che in quel periodo stavano svolgendo il servizio militare presso la Scuola Truppe Corazzate: il padovano Roberto Bonomo, eclettico lanciatore e grande figura di atleta e serietà, il romano Michele Tabusso, preciso ed armonioso nel suo ruolo di ricevitore ed il friulano Domenico La Forgia, statuario prima base cui nulla sfuggiva. Con il loro aiuto e nuove e complete attrezzature, tra lo stupore dei più, furono assemblati i telai e lo spirito goliardico giusto di due formazioni: quella del baseball e quella del softball, ed all’inizio dei campionati nel maggio del 1974 le due squadre erano pronte. Alla presentazione, con il mitico completo viola tanto caro all’ing. Mario Stasi (in segreto sempre gran tifoso della Fiorentina), berretto nero-arancione, calzettoni bianchi e scarpe nere a formare la divisa, i giornali locali salutarono le due franchigie matricole con “un pizzico di presunzione in più” che mai in realtà abbandonò la qualità di quegli atleti. Il CUS Lecce softball in verità pagò lo scotto di una preparazione allora difficile per le giocatrici a causa di una limitata scelta che caratterizzava l’attività femminile al sud ma la loro ammirevole volontà di proseguire, apprendere e migliorare richiamò più volte l’affetto e la simpatia di Renato Germonio, allora genio e divulgatore della specialità, tanto che la successiva diaspora si concretizzò con le Silver Wings di Galatina, le Pink Panthers di Salve, le Blue Chips e le Bouldozers di Lecce. Diverso e prorompente invece fu il debutto del CUS Lecce baseball che contro tutte le aspettative delle squadre regionali più blasonate incominciò a dare spettacolo e fascino andando Il Cus Lecce Baseball: Zappia, Coluccia, Bonomo, La Forgia, Pini, Guido, Gianfreda, A. Ceciarini. Seduti: Colazzo, Tabusso, M. Ceciarini, Martena, Sozzo, Orlanducci, Pantaleo, Lefons. Tre campioni dell’atletica testimonial a Lecce Il Cusi Puglia in collaborazione con il Cus Lecce ha organizzato presso il Liceo Scientifico “Vanni” di Casarano una manifestazione titolata “L’atletica va a scuola”. Testimonial dell’evento sono stati tre atleti di caratura internazionale: Nicola Vizzoni, medaglia d’argento all’Olimpiadi di Sidney 2000 e agli Europei di Barcellona 2010, nonché medaglia d’oro all’Universiade di Pechino 2001 nella specialità del lancio del martello; Claudia Coslovich, pluricampionessa italiana nel lancio del giavellotto e attuale primatista italiana nella stessa specialità, infine Daniele Greco, campione europeo under 23 Kaunas 2009 nella specialità del salto triplo. Folta la rappresentanza degli studenti convenuti all’Auditorium del liceo Vanni, oltre trecento alunni che hanno riservato ad atleti e dirigenti ripetuti applausi. Presenti alla manifestazione anche il presidente provinciale Fidal, Sergio Perchia e il professor Raimondo Orsini. a vincere subito il loro primo campionato di categoria dominando alla grande contro il b.c. Fulgor Foggia, il Bari, il Potenza ed il b.c. Foggia subendo poi da quest’ultima una sola sconfitta. Subito archiviata la disponibilità di un campo di gioco realizzando all’interno del Velodromo degli Ulivi in Monteroni il necessario diamante, da quell’anno e sino al 1980, il CUS Lecce tenne sempre banco divenendo punto di interesse e di sviluppo e memorabili sono rimaste le visite del presidente Bruno Beneck nel 1977 e poi nel 1979 poiché là dove arrivavano i berretti nero-arancione e le maglie viola si era certi di uno spettacolo di prim’ordine e di una passione sportiva da interessare a lungo i media e le locali nascenti televisioni. Ed era solo alle finali nazionali che gli universitari leccesi in tutti quegli anni vennero superati in quanto la loro tenuta tecnica si rivelava non era corroborata da esperienza. Tuttavia molti gli aneddoti e poi i ricordi: da un’intera notte passata all’addiaccio a causa della rottura del pulman sulla ss 16 ai panini mangiati frettolosamente per pranzo, dal caldo afoso che imperlava la fronte alle levatacce domenicali (le trasferte più vicine sommavano, tra andata e ritorno, a circa 600 km.), dalle meravigliose prese al volo alle micidiali battute fuori campo, dai doppi giochi agli errori più semplici… ricca così appare l’antologia di questa squadra diventata realtà anzitempo. Come non ricordare allora l’eleganza dei lanci di un Roberto Bonomo trasmessa poi al promettente Luigi Sozzo ed all’eclettico e selvaggio Umberto Pini, la calma spettacolare di Domenico La Forgia a difesa della prima base, il coordinamento del gioco vanto del ricevitore “rosso malpelo” Michele Tabusso e del suo erede Carlo La Penna, la temerarietà del “capitano” Benvenuto Coluccia e la grinta di Piero Lefons poi accasatosi quale tecnico, il debutto e la continuità di dirty trick Raffaele Zappia, gli estrosi e costruttivi Francesco Guido e Fernando Gianfreda, le rocambolesche giocate dei fratelli “cecio” Ceciarini: Alex, Max e Adolfo, l’amerikano Carlo Orlanducci e via via i giovanissimi Nereo Pantaleo, Sergio Lorio, Luciano Ancora. E significativo fu anche l’inizio del vivaio che vide il CUS lecce sempre protagonista alle finali regionali dei Giochi della Gioventù. Poi il mondo del lavoro e le forzate emigrazioni dei primi slugger fecero sfumare la vitalità compatta di questa squadra con il definitivo scioglimento. Dalle ceneri sorsero i Choppers di Galatina, i Jumbo Jet e Arci Uisp di Lecce e la Fiamma Maglie che si affiancarono all’emergente Matino. E fu un simbolico quanto convinto passaggio della fiaccola. Ma ancora oggi, durante le trasferte, si intona sempre qualche canto goliardico… BORMIO E S.CATERINA CNU DELLA NEVE 2012 44