Il gruppone della gara conclusiva di giovedì con vincitori e

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Il gruppone della gara conclusiva di giovedì con vincitori e
titolo per il Cus Torino, che nella femminile
riempie letteralmente il podio: giunge
infatti in seconda posizione la vincitrice
2011, Wanda Giordanengo e in terza
Erica Magnaldi a poco più di 20” dalla
compagna di squadra vincitrice.
Serata al BeWhite, dove i Cnu proseguono
la loro corsa con il karaoke e la Beatles
cover band degli Strawberry Face, e di
nuovo spazio alle competizioni: è giovedì
e tocca alle gare in tecnica libera. Le
distanze si allungano e aumentano i
dislivelli, ma si sa, le gare in skating sono
più veloci e tutti si aspettano un arrivo in
volata. Tocca, come spesso accade, alle
donne aprire le danze ed ecco accadere ciò
che nemmeno la protagonista di giornata
si attendeva: Wanda Giordanengo riesce
a controllare Erica Magnaldi lungo quelle
salite che, ora che il suo allenamento è
calato, la mettono più in difficoltà e giunge
nei pressi del traguardo con la giovane
compagna di Cus. A questo punto è
l’esperienza a farla da padrona ed Erica
si vede sfuggire una prima posizione
alla sua portata e il titolo, che Wanda
Giordanengo riguadagna con orgoglio in
quel di Santa Caterina. In palio rimane il
terzo gradino del podio, per conquistare
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il quale ecco ancora un rush finale che
premia il Cus Ferrara di Francesca De
Bortoli sulla compagna Maria Rosa Moè.
È la volta della gara maschile, la 10 km
in tecnica libera: da subito il plotone si
sfalda in gruppetti in grado di imprimere
andature condivise, che solo nelle fasi
finali della gara lasciano il posto agli
allunghi dei singoli, rivelando comunque
una competizione equilibrata. Al termine
del secondo giro l’andatura del gruppo di
testa cresce esponenzialmente e, infilati
lungo il rettilineo d’arrivo, giungono al
traguardo nell’ordine Glauco Pizzutto,
campione nazionale TL 2012 per il CUS
Milano, Andrea Gola e Matteo Pellegrino,
portacolori del CUS Torino.
Siamo alla fine dei giochi e con i CNU,
il loro spirito e la loro magia, termina
una tre giorni di neve, sole e gare in cui
a distinguersi sono i ragazzi, studenti
memori dell’ebbrezza che solo le
competizioni sportive sono in grado di
regalare. Fra questi un ringraziamento
speciale a chi per gareggiare di strada
ne ha fatta davvero tanta, come Mario
Silletta del CUS Cosenza e i fratelli Valerio
e Alessandro d’Andrea del CUS L’Aquila.
Arrivederci alla prossima edizione!
L’arrivo della gara
femmile con
la Giordanengo
intervistata
da Anna Rosa
quindi gli...
addetti ai lavori:
oltre a
Claudio Danesi
responsabile Cnu
del Cus Brescia,
Francesca
Vigorelli e
Gaetana Superbo
della segreteria
bergamasca,
Davide Nizzi,
di spalle Tiffany Pesenti della web radio dell’Università di Bergamo Infine un
altra cussina bergamasca, Franca Fico. Riccardo D’Elicio col tris vincente del
Cus Torino: Erica Magnaldi della Valle Stura, Valentina Ponte della Valle Maira
e Wanda Giordanengo d’Entraque Alpi.
Il gruppone della gara conclusiva di giovedì con vincitori e vinti, Coiana,
D’Elicio, Noris, Nasciuti e Danesi.
ANTONIO DIMA ALSERV
Tagliato il traguardo dei dieci anni, il segretario generale
disponibili tendono a condizionare oltre
modo. Stando così le cose, sarebbe
oggettivamente impossibile evitare
una ricaduta negativa sulla nostra
attività. Sia internazionale (in termini
di contenimento della partecipazione
alle grandi manifestazioni) che interna,
nel senso di una contrazione dei servizi
erogati alla nostra utenza.
Dal Cus al Cusi, da Lecce a Roma.
Quanti? Più di dieci anni nella
capitale. Come sono stati? Rimpianti,
impressioni, risultati.
Rimpianti no, credo non abbia molto
senso averne. Gli anni passati a Roma
sono importanti, perché per me
rappresentano una fase di crescita sia
sul piano umano che professionale.
Probabilmente come persona avrei
proseguito il mio percorso anche a
Lecce, ma se parliamo di lavoro è
innegabile che le questioni su scala
nazionale richiedano maggiori capacità
di problem solving ed impegno rispetto
a quelle presenti nelle realtà locali
e dunque rappresentino una sfida
con se stessi più difficile da vincere.
Mi sembra tuttavia che i risultati
conseguiti siano sotto gli occhi di tutti.
Il Cusi ha radicalmente cambiato pelle.
Da associazione di persone fisiche
si è trasformato in federazione di
persone giuridiche. Il merito di questo
cambiamento va ovviamente diviso tra
tutte le sue componenti. Personalmente
mi ritengo soddisfatto del mio bilancio
professionale.
Hai vissuto un periodo di grandi
trasformazioni nel Cusi: quali a tuo
avviso le più importanti?
Le trasformazioni erano necessarie ed
al tempo stesso inevitabili. Per un verso
la macchina del Cusi andava comunque
ammodernata per risultare adeguata
ai tempi, per l’altro alcune modifiche
sono state accelerate dallo stato di
necessità. Com’è noto, negli ultimi anni
sono state tagliate le risorse a nostra
disposizione, ridotte a meno di un terzo
rispetto al periodo precedente. In più
c’è da registrare che di questi tempi
latitano anche gli sponsor ed i pochi
Due città, due capitali diverse nella
storia italica: a Lecce hai avuto i
preliminari, a Roma la conferma grazie
alla quotidianità nel lavoro sempre
più impegnativo. Come hai fatto a
farti convincere e poi ad ottenere quei
risultati che tutti apprezziamo?
Lecce è stata la mia palestra di vita,
ma la mia sliding door è rappresentata
dal Cus, dall’incontro con l’ingegnere
Mario Stasi, quando ero un giovane
studente dell’Università degli Studi di
Lecce (allora si chiamava così) iscritto
alla facoltà di matematica. Mario è stato
il mio maestro, colui che ha intravisto
in me le potenzialità per condurre il Cus
dopo di lui. E mi ha voluto accanto a
sé, facendomi crescere come dirigente
sportivo e come uomo. Molto di quello,
che so e che sono lo devo a mio padre,
L’ALTRO IERI...
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ALSERVIZIO DEL CUSI
parla dei cambiamenti di sè e del mondo universitario dello sport
che è il mio punto di riferimento.
E tuttavia non poco mi ha insegnato
anche Mario Stasi, il mio secondo
padre. Devo a lui, alla sua lungimiranza
e tenacia nel voler investire proprio su di
me, se non sono diventato un insegnante
come mia madre, se la mia carriera ha
preso ineluttabilmente la direzione dello
sport.
La mia storia professionale è partita da
Lecce ed è approdata a Roma. Qui mi ci
ha voluto fortemente Leonardo Coiana,
altra figura di alto profilo che ha inteso
puntare su di me, che ha voluto e saputo
trasmettermi tanta della sua esperienza,
L’ALTRO GIORNO
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ulteriore pietra miliare della mia vita,
ennesimo incontro fortunato della mia
esistenza.
Così come quello con il mio
indimenticabile amico fraterno Vittorio
Potì, salentino doc di enorme spessore
morale, culturale e politico.
Tornando indietro, rifaresti tutto
quanto?
Credo di si, inevitabilmente. Com’è
ovvio, questo non significa che consideri
buono e giusto tutto quello che faccio,
ma che alla base delle mie decisioni
c’è la convinzione derivante dall’onestà
Un personaggio
importante, essenziale
nella storia del Cusi
nell’ultimo decennio.
Sempre in prima
linea nel ricordo del
suo indimenticato
presidente a Lecce,
l’ing. Stasi e con tanti
amici in questi anni, il
presidente Leonardo
Coiana, Artemio
Carra, Mauro Nasciuti,
Antonio De Introna e
Franco Zanda.
intellettuale.
Purtroppo gli errori appartengono
all’agire umano… e chi come me si
occupa di tante faccende, non può
evitare di sbagliare.
L’importante è sforzarsi di limitarne la
percentuale e, quando ci si rende conto
del lapsus, impegnarsi a rimediare per
quanto possibile. Chiedere scusa mi
sembra un buon punto di partenza.
Come lasciasti la tua Lecce, il tuo Cus,
come sono ora?
Lecce è sempre un gran bel vedere ed
un gran bel vivere. È una città nobile
e colta e tuttavia a misura d’uomo,
godibilissima. Posso dire che Lecce
declina il gusto in tutte le sue possibilità.
Dal piacere estetico di una serata a
teatro ad una passeggiata negli splendidi
quartieri barocchi, dallo shopping
negli eleganti negozi del centro ad una
succulenta cena all’insegna dei sapori
genuini del mare e della campagna.
Insomma Lecce vanta una qualità della
vita invidiabile. Per me si tratta del posto
ideale dove ricreare lo spirito, il buen
retiro dopo la conclusione della mia
missione romana.
Se la mia città d’origine rappresenta per
me il luogo degli affetti, figuriamoci il
Cus, dal quale provengo. Ha le notevoli
difficoltà, che tutte le altre polisportive
universitarie italiane incontrano di questi
tempi. Legate al drastico taglio dei
trasferimenti pubblici ed al conseguente
graduale passaggio al mercato.
Dovrà imparare a camminare sempre
di più con le proprie gambe: un destino
comune a tutti gli altri Cus.
Per sua fortuna si tratta di una struttura
estremamente leggera, che si avvale di
un numero esiguo di unità effettive e di
molteplici collaboratori.
Segue Antonio Dima
Che effetto
ti fa scoprire
Rettori che sono
appassionati di
sport e che lo
hanno praticato?
Stiamo andando
verso l’università
“all’americana”?
Mi fa un piacere
immenso. Chi ha
praticato dello sport, una qualunque disciplina sportiva,
sia a livello dilettantistico che agonistico, ha una mentalità
molto simile alla mia. Com’è ovvio, per me è molto più
facile trovare l’intesa con un Rettore, che parla la mia
stessa lingua.
Senza considerare che la vicinanza allo sport facilita la
comprensione delle problematiche ad esso legate.
Per esempio ho un rapporto eccezionale con il Magnifico
dell’Università del Salento, il prof. ing. Domenico Laforgia,
sia sul piano personale che istituzionale.
Sarà un caso, ma il Rettore dell’ateneo salentino è
un grande appassionato di sport e del canottaggio in
particolare. In gioventù è stato un canottiere di buon livello,
cresciuto alla prestigiosa scuola di voga del Cus Bari.
Una volta appeso il remo al chiodo, ha presieduto la
federazione motociclistica regionale ed è stato ai vertici di
quella nazionale.
Quale futuro si prospetta per il Cusi? Quali i suoi
possibili obiettivi?
La società attuale cambia alla velocità della luce. Il Cusi ha
la necessità di adeguarsi in tempo reale ai nuovi scenari,
adottando dinamiche decisionali e modelli operativi
rapidi, snelli, moderni. Uno degli obiettivi potrebbe essere
quello di emanciparsi dagli enti di promozione, uscendo
finalmente dalla minorità per diventare la federazione
dello sport scolastico ed universitario, in un rapporto di
collaborazione ancora più stretto con le federazioni e la
preparazione olimpica del Coni.
g.g.
LA GIORNATA DELLO SPORT
COL CUS SIENA ALL’ATENEO
Con la vittoria della rappresentativa
dell’università di Siena su quella
nazionale si è conclusa la sfida di
fioretto che si è tenuta sulla pedana
dell’Aula magna dell’Ateneo senese.
Le atlete della squadra femminile
dell’università degli Studi di SienaCus-Dsu e della Nazionale Italiana
Femminile under 20 di fioretto,
arbitrate dal campione paraolimpico
di scherma Matteo Betti, hanno dato
dimostrazione della loro abilità durante
l’Open day dello sport universitario,
organizzato dall’Ateneo insieme al Cus
Siena e al Dsu Toscana.
Per l’intera mattinata l’Aula magna
del palazzo del Rettorato si è
trasformata in una grande palestra e
ha ospitato atleti, allenatori, medici
sportivi e istruttori per una giornata
di informazione interamente dedicata
allo sport. Sono stati presentati gli
studenti-atleti vincitori del bando di
concorso per studenti meritevoli che
raggiungono alti livelli nella pratica
sportiva agonistica: Lorenzo Bruttini,
studente di matematica; Irene Crecchi,
farmacia; Gaia Fratini e Lisa Milanese,
economia e commercio; Beatrice
Monaco, scienze biologiche; Luca
Murana, ingegneria informatica
e dell’informazione; Eva Guerrini,
scienze statistiche; Alice Volpi,
scienze politiche.
Nei corner informativi sono state
presentate le attività degli sport
agonistici del Cus, dal calcio allo
judo,dalla pallacanestro alla pallavolo,
con il rugby e la scherma, e l’offerta
sportiva che le tre istituzioni hanno
previsto per l’anno accademico
2011-2012. Gli studenti hanno
potuto misurarsi direttamente con
alcune discipline, come tirare di
fioretto con gli istruttori di scherma
del Cus Siena, fare una partita di
showdown, il ping pong per ciechi,
grazie alla collaborazione tra il
Comitato italiano paralimpico di
Siena e l’Unione italiana ciechi. La
giornata si è conclusa con il Menu
dello Sport preparato dalla mensa del
Dsu Toscana, in via Sallustio Bandini
27, e caratterizzato da ingredienti
particolarmente indicati per il rispetto
del benessere.
Il quartetto italiano composto da Alice Volpi,
Beatrice Monaco (entrambe del CUS Siena,
Alice in forza alle Fiamme Oro e Beatrice in forza
alle Fiamme Gialle), Camilla Mancini, ed Olga
Rachele Calissi, dopo aver monopolizzato il podio
della prova individuale, vince il titolo mondiale
la prova a squadre del fioretto femminile under
20, superando tutte le avversarie, ultime delle
quali le quotate portacolori degli Stati Uniti. Il
punteggio della sfida finale, 45-34 in favore delle
azzurre, attesta tutta la caratura delle ragazze del
Commissario tecnico, Stefano Cerioni. Nel loro
percorso di gara hanno vinto per 45-17 la sfida
nel tabellone delle 16 contro l’Egitto e, ai quarti,
hanno sconfitto la Francia col punteggio di 4527. In semifinale è poi arrivata la vittoria contro
la Polonia col punteggio di 45-27. L’oro delle
ragazze del fioretto femminile è la nona medaglia
della spedizione italiana a Mosca, la settima per
ciò che concerne le prove riservate agli Under 20
e la prima giunta da una prova a squadre. Alice
Volpi e Beatrice Monaco, specie nella finale con
la fortissima compagine statunitense, sono state
il motore trainante della squadra. Alice ha chiuso
la competizione bloccando gli ultimi tentativi di
rimonta della Kiefer (terza ai recenti mondiali
assoluti di Catania) mentre Beatrice Monaco,
infliggendo un parziale di 9 a 2 alla Dubrovich nel
momento topico della gara, ha fatto spiccare il
volo verso l’oro al team azzurro. Grandi!
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PAJNI
EIN EVIDENZA
TERSIGNI
AI MONDIALI
DI SCI NAUTICO IN CILE
di Mauro Nasciuti
I
nnanzitutto un Mondiale vero, con
tutti i Continenti, tranne l’Africa, ben
rappresentati e con un livello tecnico
altissimo visti i curriculum di molti
concorrenti. L’Italia del Cusi era rappresentata da
due atleti, al vertice o quasi dei ranking nazionali
e con buona esperienza internazionale, un’altra
ragazza sicuramente all’altezza di ben figurare
al livello universitario, ed un quarto atleta,
ben dotato fisicamente ma un po’ grezzo ed
inesperto, che ha iniziato a sciare in età avanzata
e quindi presenta dei limiti. I casi sono due: o
migliora ancora o diventerà un buon dirigente,
e va bene anche così. Non faccio nomi, ma dai
risultati si possono identificare tutti. I ragazzi
hanno anticipato il viaggio del capo delegazione
di una ventina di giorni, allo scopo di effettuare
allenamenti, visto che in Italia siamo in stagione
“morta”. Sono stati aiutati da un tecnico italiano
che in inverno opera là. Hanno così tentato
di superare difficoltà derivanti dai problemi
di clima. Avvicinate spesso le medaglie, un
paio perse di un soffio. I quarti posti sono un
po’ una beffa, ma anche un indice sicuro di
competitività. Organizzazione ottima come Hotel,
campo di gara e banchetto finale, qualche pecca
sui trasporti. Chi scrive si recava per la prima
volta in America latina, una grande emozione
vedere dall’aereo le Ande, essendo partito
dall’Appennino…
Gran bella città Santiago, bellissimi i dintorni,
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grande il rammarico di non avere avuto più
tempo a disposizione. Ma è sempre così…
Open Ladies Slalom: 1-Adriaensen Kate (BEL);
2-Krueger Geena (GER); 11-Pajni Maria Luisa
(ITA); 12- Tersigni Livia (ITA)
Open Men Slalom: 1-Miranda Felipe (CHI);
2-Pickos Adam (USA); 6 Napolitano Davide
(ITA); 20- Riccobono Andrea (ITA)
Open Ladies Tricks: 1-Lauretano Alexandra
(USA); 2-Adriaensen Kate (BEL); 3-Pajni Maria
Luisa (ITA); 6-Tersigni Livia (ITA)
Open Men Tricks: 1-Pickos Adan (USA);
2-Miranda Felipe (CHI); 17- Napolitano Davide
(ITA)
Open Ladies Jump: 1-Morgan Lauren (USA);
2-Lauretano Alexandra (USA); 9- Pajni Maria
Luisa (ITA)
Open Men Jump: 1-Paradis Alex (CAN);
2-Melnuk Kevin (CAN); 10- Napolitano Davide
(ITA)
Open Ladies Overall: 1-Lauretano Alexandra
(USA); 2-Adrianensen Kate (BEL); 6-Pajni Maria
Luisa (ITA)
Open Men Overall: 1-Miranda Felipe (CHI);
2-Sedlmajer Adam (CZE); 9- Napolitano Davide
(ITA)
Davide Napolitano e
Livia Tersigni in azione
L’ospite di Sport Universitario
di Gianni Romeo
«Un articolo dedicato a me sulla
rivista dello sport universitario?
Sono il meno adatto a entrare in
quelle pagine, ho fatto soltanto
l’avviamento professionale, invidio
ancor oggi chi ha potuto andare
tanto avanti negli studi. È dura
campare in Brasile quando si nasce
poveri, sapete? Ho fatto un sacco di
mestieri da ragazzo, cominciando in
una piccola officina. Ma perlomeno
in casa si mangiava, anche se le
stesse cose ogni giorno...».
Josè Altafini si gode la sua splendida
seconda (terza?) giovinezza nella
Torino che non lasciò più dopo
aver regalato gli ultimi scampoli di
classe alla Juventus. Non proprio
gli ultimi, poi a quarant’anni suonati
ancora il Chiasso, in Svizzera. I piedi
che avevano dato al Milan quattro
scudetti erano ancora magici, ma la
rovesciata aerea e la progressione
micidiale (fantastico rush, lo
definivano in Brasile) restavano un
ricordo. Ma un calciatore diventato
campione del mondo al fianco
di Pelè quando non ha ancora
compiuto vent’anni (Stoccolma ‘58)
non ne ha mai abbastanza?
FU IL TENNIS A SALVARMI
DALL’ALCOL
«Ero terrorizzato dall’idea del
vuoto che avrei trovato dopo, molti
campioni si erano dati all’alcol,
anche a me stava venendo quella
terribile tentazione. Mi salvò il
tennis, provai e mi piacque, mi
assorbì totalmente».
Anche per questo, Torino. Lo
Sporting, sede estiva del Circolo
della Stampa, lo adottò. Oggi,
trent’anni dopo, ogni giorno
quando Josè si affaccia nella hall
in tanti aspettano un sorriso e una
battuta, il suo ginger inesauribile
da brasiliano doc è un contagio dal
quale è difficile sottrarsi. A tennis
ormai gioca pochino, ma quando
gli arriva la palla sul drittaccio fa
ancora sfracelli. Brasiliano doc o
italiano (quasi) purosangue? «Da
sempre ormai la mia vita è qui,
non soffro di nostalgia. Semmai
un po’ di freddo, ma il clima di
Torino è meglio di tanto altro
nord. Ci fu anche un legame di
altro tipo a farmi sentire torinese.
Al Palmeiras, quando cominciai
a emergere mi appiccicarono il
soprannome di Mazzola, il Grande
Torino aveva giocato lì e qualcuno
disse che somigliavo al Capitano.
Diventai campione del mondo come
JOSE’ ALTAFINI
Ancora in campo allo Sporting di Torino
Campione del mondo
1958 con Pelè,
Garrincha, Didì,
Zagallo, decisivo con
una doppietta nella
prima Coppa dei
campioni italiana vinta
nel 1963 a Wembley
dal Milan con Rivera,
Maldini, Trapattoni,
Mora.Allenatore
Rocco, con lui nella
foto.
Nato il 24 luglio del
1938 a Piracicaba,
San Paolo, ha vinto
in Italia quattro
scudetti (due Milan,
due Juventus). Nel
‘63 realizza il primato
di marcature nella
Coppa dei campioni,
14 reti. Il suo bilancio
Palmeiras 32 reti;
Milan 120 reti; Napoli
71 reti; Juventus 25
reti più 5 in azzurro.
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CHE INVIDIA PER CHI HA STUDIATO
Mazzola, ma quando arrivai in Italia
mi sembrò più onesto rispolverare
il nome vero».
Oltre che Torino, tanta Italia, anche.
Con la maglia azzurra Josè fece i
Mondiali del 1962...«E l’anno dopo
diventai campione d’Europa. Nessun
tradimento, anche se in Brasile in
molti lo pensarono. Il fatto è che
allora a Rio non convocavano chi
era emigrato all’estero, ci furono
casi incredibili come quello di
Julinho che giocava a Firenze ed
era l’ala più forte che io abbia mai
visto. Anche lui non venne più
chiamato. Io volevo esserci nel
calcio internazionale e l’Italia mi offrì
questa opportunità...».
LA ROMA MI BOCCIÒ PERCHÈ...
EPILETTICO
Perchè la scelta cadde sul Milan,
subito dopo i Mondiali del ‘58?
«È una bella storia. La Roma era
più avanti nelle trattative, ma un
suo osservatore in un rapporto
scrisse che ero epilettico. Aveva
mal interpretato le scene pazze
che avevo fatto dopo un gol in
amichevole, rotolandomi per terra
con un compagno. La trattativa
rallentò, il Milan fece il blitz. Morale,
quell’estate arrivai alla Malpensa,
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io vent’anni, mia moglie diciotto,
ad attenderci soltanto un addetto
del club con un mazzo di fiori.
Ci accompagnò in un alloggio
modesto arredato con mobili della
Rinascente... Ben diverso da oggi,
ma non ho rimpianti. Fu dura
all’inizio, dovevo difendermi dalla
nostalgia, per telefonare in Brasile
c’erano cinque giorni di attesa...
Non conoscevo una parola di
italiano, la mia scuola fu il cinema,
ci andavamo due volte al giorno.
LA MIA... MAESTRA?
I FUMETTI DI TOPOLINO
E la mia maestra fu Topolino. Lo
leggevo da cima a fondo perchè
era scritto per bambini, in modo
semplice. Forse per quello l’italiano
non l’ho mai imparato bene, ma
quell’accento brasiliano che è
rimasto nella mia voce è diventato
la mia firma d’autore, quando ho
cominciato a commentare le partite
alla televisione...».
Altafini è il ritratto dell’uomo che ha
preso la vita di petto e l’ha percorsa
alla grande. «Potevo fare di più?
Certo, non ero cattivo in campo, ma
sbagliava chi mi chiamava coniglio.
Non avevo paura. Certo, quando
vincevamo una partita già tre a zero
e i difensori rivali mi pregavano di
mollare io non infierivo. Perchè avrei
dovuto? Ed ero un po’ disordinato
nel mangiare...Quando ho letto un
libro di due dietologi americani
che spiegava il modo corretto di
consumare la frutta ho seguito quei
consigli e mi sono detto: se l’avessi
fatto prima avrei vinto tre o quattro
classifiche dei cannonieri. Ma avevo
ormai sessant’anni...».
E dunque Josè non si è fermato a
Topolino...Ride: «La mia passione
resta il cinema, se non fossi
diventato calciatore avrei tentato
di sfondare lì, ma ho anche letto e
leggo molto. In modo personale,
salto qua e là. Ammiro molto chi
studia, io ho studiato come vivere
secondo la logica che il cuore mi
suggeriva. E non me ne lamento».
LETTERA AL PALLONE
(scritta da Altafini nel 1980)
Caro pallone, anche tu sei cambiato
con il tempo. Mi ricordo quando
avevi la cucitura e non eri perfetto
nella circonferenza. Solo i ricchi ti
possedevano, oggi tutti possono
averti. Il tuo look è cambiato,
persino con il computer ti hanno
studiato. Hai dato e dai da vivere a
milioni di persone.
I più ambiziosi ti vogliono d’oro,
dimenticando che per loro sei
sempre stato dorato. Molti ti sono
grati, ti vogliono bene e ti sono
riconoscenti. Ti trattano con i
guanti, ti accarezzano, ti baciano.
Un giocatore del passato, Di
Stefano, ti ha dedicato una scultura
nel giardino della sua villa con la
dicitura «gracias viejo», grazie
vecchio.
Ma ci sono anche quelli che ti
maltrattano. Hanno i piedi ruvidi,
non sanno coccolarti. Ti buttano
in tribuna, tirano di punta. Ti fanno
piangere. A volte dicono che non
vuoi entrare in porta, forse non
sanno che è colpa dei loro piedi...
Come noi calciatori anche tu diventi
vecchio. A volte, quando finisce la
partita, ti tengono come ricordo e
finisci in bacheca. A volte finisci
in campo di allenamento, dopo un
giorno di gloria.
Ho provato gelosia per te, i portieri
ti tenevano stretto fra le braccia.
Quando fui costretto a lasciarti
provai un’immensa tristezza, ti
sono riconoscente e non potrò mai
dimenticarti.
Lunga vita, caro pallone, non
sgonfiarti mai.
Con amore e affetto, Josè Altafini.
N
el 2012, ventinove
campionati mondiali in
calendario, nel 2013 le
Universiadi invernali a
Trento e quelle estive, a Kazan: la Fisu
è come un fiume in piena”, sorride
Mauro Nasciuti che, a 68 anni portati
con disinvolta sicurezza, occupa nello
sport mondiale universitario quel
posto che qualche occhiuto ha finito
per negargli sul suolo italiano. Ma,
si sa, nessuno è profeta in patria.
Almeno, così la pensavano i latini che
di solito, sui comportamenti umani,
ci vedevano piuttosto chiaro. Nasciuti
è il vicepresidente della commissione
tecnica che governa l’Universiade
estiva, raccogliendo l’eredità di chi
per lui è stato pigmalione, Emanuele
Scarpiello, a fianco di Primo Nebiolo,
grande tracciatore di nuove rotte:
lo sport universitario ha scavalcato
L’erede del Pigmalione
di Giorgio Cimbrico
confini, ha esplorato nuove frontiere
prima del Cio. “Sufficiente pensare
a Mosca ’73, sette anni prima dei
Giochi, o a Pechino che con lo
stesso anticipo si aprì al mondo con
una manifestazione multisport”,
osserva Nasciuti, parte di una
pattuglia italiana che può contare
su Leonardo Coiana, presidente
della commissione regolamenti,
su Eugenio Meschi (commissione
di controllo), su Sergio Anesi
(pattinaggio su pista lunga) e sul
figlio d’arte Pietro Rettagliata, della
MAURO NASCIUTI FA PARTE DELLA PATTUGLIA
DEL CUSI NELLA FEDERAZIONE MONDIALE
UNIVERSITARIA.
IL CAMMINO GLIELO TRACCIÒ EMANUELE
SCARPIELLO. ORA OCCUPA QUEL POSTO
INTERNAZIONALE CHE GLI È STATO NEGATO SUL
SUOLO ITALICO
commissione medica: anche lui ha
raccolto un’eredità, quella lasciatagli
dal padre Filippo, gran rattoppatore
di giocatori di rugby. Il tema delle
nuove frontiere è persino più
interessante di quello legato a un
proliferare di attività, di appuntamenti
iridati andati a sbarcare nella
dimensione del bridge, degli scacchi,
dello sci nautico, del floorball e
del netball, quello strano basket
senza tabellone che in Australia e in
Nuova Zelanda le ragazze giocano
con una gonna plissettata. Di questi
viaggi in paesi nuovi, in economie
emergenti e ambizioni crescenti,
Nasciuti è un eccellente testimone
oculare. Può ricordare, con un
certo piacere, un decollo all’alba da
Erzurum ad Ankara, in compagnia
di magnifiche ballerine che avevano
appena finito il loro turno di lavoro.
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Ma cosa ci faceva a Erzurum, dove
passò Corto Maltese sulla strada
della Casa Dorata di Samarkanda?
“Un’Universiade invernale in quelle
montagne turche: anche in questo
caso fu un anticipare il flusso della
storia sportiva. Ora quelle montagne
del Caucaso ospitano prove di
Coppa del Mondo”. Bei ricordi e
bei raccolti. Alla Fisu guidata da
Claude Louis Gallien non navigano,
come al Cio o in certe federazioni
internazionali, dentro depositi di
denaro stile PdP (Paperon de’
Paperoni) ma oggi la struttura è
in grado di investire in un’attività
globale, soprattutto non ha difficoltà
a veder proliferare le candidature per
gli eventi messi in palio. Non capita
lo stesso a certe discipline, anche
molto importanti. “In questo senso
l’esperienza di Shenzen – racconta
Nasciuti – è stata illuminante. Una
città nuova di zecca, non lontana da
Hong Kong, che si è mobilitata, ha
costruito impianti, ha partecipato
con entusiasmogenuino. Sono
sicuro che esperienze simili faremo
nel 2015 a Gwanju, in Corea, e nel
2017 a Taipei”. Che sotto il profilo
politico può essere un momento per
finire di abbattere vecchi muri (in
questo caso, asciugare il braccio di
mare…) tra la Cina nazionalista e
la Repubblica Popolare. “E tra poco
più di un anno, Kazan, città sportiva,
riferimento per la nuova Russia”.
E sede di un antico monastero con
31
È davvero un bel
gruppo quello
del Consiglio
federale del Cusi
con la presidenza
di Leonardo
Coiana.
D’Elicio, Carra,
Franceschetti,
tanto per citarne
alcuni, assieme
agli altri pronti
a sfilare come
nell’ultima
Universiade
cinese.
una Madonna adoratissima anche
al tempo in cui Stalin non gradiva
il culto. Ma questa Fisu non pare
avere bisogno d’interventi dal cielo:
cammina sicura, in grado di offrire
opportunità a città e a società che
si affacciano sulla scena unendo
la classicità del programma a
variazioni sul tema, introducendo
di volta in volta discipline amate
dagli orientali (badminton e arti
marziali) e, l’anno prossimo, un tipo
di lotta, il sambo, in cui eccellono
i russki. Due chiacchiere con un
vecchissimo amico, da integrare con
un’occhiata alla bella pubblicazione
stampata a Bruxelles, University
Sports, arrivata al numero 82.
Quelle 172 pagine sono una vasta
miniera per capire molte cose su
quel mondo a cinque stelle con gli
stessi colori dei cerchi olimpici.
Cogliendo fior da fiore, non sarebbe
male prenotarsi per il campionato
mondiale di tiro con l’arco del 2016,
ospitato da Ulaanbatar, che una volta
si chamava Ulan Bator, nella terra
degli infallibili arcieri a cavallo di
Gengiz Khan. Se non è ricerca della
cultura, questa. L’Italia dà una mano.
Anzi, ne dà dieci. Lo ha fatto sin dai
primi tempi eroici, quando Urss e
Cina erano pianeti proibiti da cui
Nebiolo riusciva a far sbarcare quelli
che parevano alieni ed erano solo
campioni (e studenti) con una gran
voglia di frequentare l’università del
mondo e dello sport.
L’INTERVENTO DI COIANA A CUBA SUL TEMA
I
l presidente del Cusi, Leonardo Coiana,
è stato l’invitato d’onore del mondo
universitario cubano in occasione dell’8°
Congresso di Educazione Superiore svoltosi
all’Avana organizzato dal Ministero dell’Istruzione e
dall’Università della capitale. Dal 13 al 17 febbraio
il Palacio de Convenciones dell’Avana ha ospitato i
400 relatori, fra i quali appunto Coiana, che ha letto
il suo testo in un ottimo spagnolo, al termine della
quale è stato lungamente applaudito dai tremila fra
docenti, universitari ed esponenti del governo e delle
istituzioni. Il coordinatore della manifestazione,
Josè Balsinde Herrera ha giudicato la relazione di
Coiana come la più interessante Un intervento che
potete leggere ed approfondire nel testo originale.
Una sezione del Congresso è stata dedicata allo sport
come veicolo di aggregazione. Con Coiana a Cuba
c’erano il segretario generale Antonio Dima, nonché il
presidente del Cus Torino, Riccardo D’Elicio e quello
dei Laghi, Eugenio Meschi che hanno presenziato a
diverse riunioni svoltesi nell’interno del Palacio de
Convenciones avendo occasione di intrattenersi con
altri rappresentanti della Fisu per validi scambi di
informazioni ed esperienze. Una presenza dunque
particolarmente importante che ha dato modo al Cusi
e ai suoi rappresentanti di entrare a contatto con
esponenti universitari di tutto il mondo, come avviene
in occasione dell’Universiade, ma in modo più diretto
sugli argomenti universitari.
Por lo tanto, nos movemos en un terreno que es el
objetivo principal de buscar las condiciones para un
campo de deportes, un componente esencial para la
formación de un individuo completo, mejor y, al mismo tiempo,
para acostumbrar a los jóvenes a conocerse. de ellos, desde el
momento en que los jóvenes que provienen de la Universidad,
en la mayoría, los líderes del futuro en los próximos años, y
con ello alcanzar las metas que nos hemos marcado, sin duda
contribuirá al crecimiento de un mundo mejor. El deporte
universitario en nuestro modelo no siempre para establecerse
como uno de la formación básica del alumno, y, por tanto,
numerados con el mandato de la Universidad. La dificultad para
aplicar los principios legales en la importancia del deporte es
sobre todo un origen cultural.
En el campo de deportes, de hecho, la institución académica
italiana ha acumulado más la zaga de sus contrapartes en las
instituciones de otros países desarrollados. Un retraso, por lo
tanto, cultural, que abarca y, sobre todo, toda la escuela. La
Universidad también es responsable de la educación superior
y la formación de los futuros maestros y profesores, deben
evolucionar rápidamente. El deporte ya no puede ser visto
sólo como un momento de relajación y, por tanto, se coloca
en el borde de las otras actividades de aprendizaje como ha
ocurrido en las últimas décadas, el deporte tiene un valor
educativo y social y la insustituible por lo tanto, cada vez debe
integrar la formación cultural y profesional también en el nivel
universitario. El propio Parlamento consciente del vacío en
esta área, a pesar de los limitados recursos asignados para
el crecimiento económico de todo el sistema universitario,
de unos treinta años, ha puesto en marcha una serie de
intervenciones dirigidas. De hecho, las leyes han sido la
construcción... siempre ligado porcentaje especificado para la
construcción de instalaciones deportivas, y con otro proyecto
de ley el gasto de varios años, los recursos financieros
asignados para promover el deporte a nivel local, nacional e
internacional.
Deporte académica en Italia, sino también en países de mayor
desarrollo, se caracteriza en dos capas distintas, pero de igual
importancia. El primer nivel es el del deporte como un servicio
32
DEPORTE Y CULTURA EN LA UNIVERSIDAD ITALIANA
de calidad, su objetivo es el bienestar psicológico
y físico de los profesionales y altamente sociable.
Es un servicio que necesita habilidades específicas
en la gestión y especialistas de diversas ramas de
la disciplina debe utilizar. El segundo nivel es que
las carreras, lo que implica la comparación entre
los “equipos” y muchos de la misma Universidad.
Es necesario mantener este segundo nivel se debe
a que representa la culminación natural de cada
deporte, y porque es necesario para la formación
de líderes, tanto por la actividad agonística es una
fuerza impulsora de todas las actividades amateur.
Por otra parte, dicho sea de paso, considerar que los
intercambios que tienen lugar en la universidad de
deportes, tanto a nivel nacional e internacional en un
año en 1000 a 1 cociente, en comparación con los
intercambios que tienen lugar con todos los demás
programas de estudio e investigación promovidos en
todo el mundo por las universidades. La Universidad
y la CUSI no puede ayudar a promover y apoyar
tanto a nivel porque el deporte es necesariamente un
motor de la otra, sobre el dolor de la marginación y la
exclusión de nacionales y el contexto internacional de
los atletas de sus estudiantes.
¿Cómo se logra esto? ¿Qué pasos podemos tomar
para ayudar a este proceso? Es la primera tiene
que difundir en la importancia de la Universidad
consapevolezzadella educativa y social de las
VARESE, SBLOCCATI I BANDI
Il sogno dell’università dell’Insubria non è più un
miraggio. Il collegio universitario, flucro del campus
che verrà, è ormai ben visibile nel quartiere di Bizzozero.
L’opera è attesa da anni. È stata promessa e annunciata
in passato ma più volte ha incontrato intoppi e difficoltà.
Ora però lo “scheletro” della struttura è ben visibile
così come lo stato di avanzamento dei lavori: «Se tutto
andrà come previsto sarà inaugurata ad agosto» spiega
Giancarlo De Luca, delegato del rettore per l’edilizia. Il
cantiere dove sorgono i nuovi edifici si trova nell’area
compresa tra via Dunant e via Monte Generoso dove
già sorgono alcune sedi che ospitano aule e laboratori.
L’entrata in funzione del collegio dovrebbe dare,
secondo i piani dei fondatori dell’università, l’impulso
alla creazione di un vero quartiere universitario: ci
saranno stanze e aree di ritrovo per gli studenti, spazi
attrezzati per lo sport, luoghi per lo studio e per la
divulgazione della cultura. Un primo lotto comprendente
palestrone , sala pesi, uffici e qualche impianto
polifunzionale scoperto sono stati finanziati dal consiglio
di amministrazione dell’ Università da oltre cinque anni
33
actividades deportivas. Por lo tanto, organizarse
dentro de las distintas universidades, incluyendo las
diversas facultades, torneos, criteriums, conferencias
y reuniones (los llamados enfrentamientos inter-).
Y esta es la realización del primer nivel, con la
participación de cerca de 250.000 estudiantes. Al
final del año académico, organizamos el Campeonato
Colegio Nacional, incluido el representante de las
distintas universidades, de las 13 disciplinas, y la
participación de cerca de 3000 estudiantes. Al final,
los ganadores y los estudiantes las competencias
mifliori son seleccionados para representar a Italia
y Cusi que, en diversos eventos internacionales
(Campeonatos del Mundo y Juegos Mundiales
I CAMPUS CRESCONO
ma bloccati dal Comune per ragioni burocratiche. Ora
sembra si stia sbloccando tutto con un incremento dei
costi per l’Università di circa il 50% dovuti alle nuove
regole legate alla sicurezza. Il direttore amministrativo ha
confermato che finalmente si sono sbloccate le pratiche
e che prima dell’estate si partirà con il bando gara. La
previsione per la conclusione lavori è di due anni dopo
l’assegnazione quindi il termine è previsto per il 2014.
Ogni giorno centinaia di studenti si spostano a Bizzozero
e se i progetti dell’Insubria andranno in porto, l’area sarà
rivoluzionata. Un processo che in un certo senso è già
cominciato da anni, con lo spostamento, di alcuni corsi
dapprima ospitati in via Ravasi: ad esempio economia,
scienze della comunicazione e informatica. «Peccato che
la città sembra non essersene accorta. Più volte abbiamo
chiesto al comune di potenziare i trasporti pubblici che
collegano il centro con il quartiere universitario – ha
concluso De Luca –. Ma non abbiamo ancora un servizio
efficiente. Inoltre basta guardarsi attorno per vedere
che le potenzialità di questo luogo non sono ancora
sfruttate”.
Universitarios) con la participación de cerca de 400
estudiantes. Y esta es la realización del segundo
nivel, a veces reforzada por la participación de
los Campeonatos del CONI Federal en diferentes
disciplinas. En la investigación, promovemos
la Universidad, proyectos de investigación en
las disciplinas médicas, biológicas, fisiológicas,
psicológicas, legales y reglamentarios en el deporte
y su función social. La realización de este proyecto,
además de contribuscono individual, incluida la
Universidad Estatal y el Comité Olímpico Italiano, con
el propósito principal de las cuales es la formación de
una clase dominante, profesionalmente capacitado y
motivado, el respeto educado civil para la democracia.
LA SPEZIA: UNIVERSITA’ IN CENTRO
Addio Palazzetto dello Sport. Dopo tre anni di “esilio”
nelle stanze dell’impianto di Bragarina, l’università
sbarca in centro città nel polo scolastico del “2 giugno”.
Particolarmente simbolico il taglio del nastro, arrivato
insieme alla firma di una nuova convenzione con
l’Università di Genova che rimane unico partner del
Polo spezzino dopo che l’ateneo pisano si è defilato
negli ultimi mesi. Presenti il presidente di Promostudi
Dino Nascetti, il sindaco Massimo Federici, il rettore
dell’Università di Genova Giacomo De Ferrari, il prefetto
Giuseppe Forlani, gli assessori Paola Sisti e Alessandro
Pollio, il presidente di Confindustria Giorgio Bucchioni.
“Oggi si inaugura la prima trance dei lavori – ha
esordito Dino Nascetti, presidente di Promostudi – che
porteranno l’università nel cuore del centro storico, e
nel contempo usciamo dall’emergenza che ci ha visti
per tre anni ospitati al Palazzetto dello Sport. Pur in un
momento difficile in cui la crisi economica e la riforma
universitaria costringe a rivedere le nostre prospettive,
oggi consegniamo a studenti e professori un luogo più
confortevole dove svolgere la propria attività”.
“Sono molto legato all’idea di portare l’università nel
cuore della città – ha sottolineato il sindaco Massimo
Federici – Si tratta di una soluzione logistica importante
e un segnale di integrazione del Polo nel tessuto
cittadino. Particolarmente significativo è essere
proprio nel quartiere Umbertino, che ha bisogno di una
rigenerazione del tessuto urbano che proprio la vitalità
della vita universitaria può aiutare a portare”.
Oltre ai nuovi spazi didattici, la Fondazione Promostudi
punta molto anche sulla ricerca e sulle sinergie.
A partire da quella con il Centro di Supporto e
Sperimentazione Navale (Cssn) della Marina Militare,
con il Distretto ligure delle tecnologia marine e con il
Cisita. “Il nostro è un rapporto basato sulla formazione
– ha sottolineato il Rettore dell’università genovese
Giacomo De Ferrari – ma altrettanto importante è la
ricerca per rilanciare la competitività del territorio.
Speriamo di migliorare: ora le basi sono solide e in linea
con le normative in materia di università”.
Andrea Bonatti
IL NUOVO GIURIATI
DOPO I RECORD DEL PASSATO
MILANO – Ormai valicate le otto porte sul
confine delle mura spagnole Milano s’allarga,
ed è solo il limite dei binari ferroviari battuti dai
treni a vapore a separare città e campagna. In
quella che oggi è via Pascal non lontano dalla
stazione di Lambrate, nasce il 27 ottobre ’29
una pista d’atletica lunga 476 metri recintata
da una palizzata in legno. Sul fondo in cenere
di pirite battuta (anzi di carbonella, come
preferivano dire atleti e allenatori) si allena Mario
Lanzi, mezzofondista medaglia d’argento negli
800 al campionato europeo di Torino del ‘34
e all’Olimpiade di Berlino ’36. E ancora prima
è Luigi Beccali ad affinare la preparazione sul
nuovo anello milanese: vincerà la medaglia d’oro
nei 1500 con il record dei Giochi (3’51’’2) a Los
Angeles 1932. Dirà l’olimpionico: “La pista era
molto polverosa nei giorni asciutti, ma tale da
rispondere bene e restituire la spinta”.
RECORD DEL MONDO - Il disco di Adolfo
Consolini lascia l’area di lancio e tocca l’erba
del Giuriati (il 26 ottobre ’41) dopo 53 metri
e 34 centimetri: è il nuovo record del mondo.
Lo stabilirà altre due volte (una ancora al
Giuriati) vincendo l’oro olimpico a Londra
1948 e l’argento a Helsinki 1952. “…Una
lunga carriera, lunga e gloriosa quella del
Giuriati – scrive il Corriere del 21 marzo ’70 – il
cui atto di morte porta la data del 9 settembre
1961, quando il ministero dei lavori pubblici
approvò una variante del piano regolatore che
sanciva una diversa destinazione come “zona
per istituti universitari”. Nei prossimi giorni
di aprile comincerà la demolizione. Rimarrà,
naturalmente, la lapide che ricorda il sacrificio
dei patrioti fucilati dai fascisti il 9 febbraio ‘45…
Nel frattempo a poche centinaia di metri in via
Valvassori Peroni è stato costruito un nuovo
impianto sportivo”.
DUE GIURIATI – “Lo sport è un servizio sociale”,
“I campi si costruiscono non si distruggono”,
“Più sport meno parole”. Il Corriere del 17 luglio
’69 racconta la manifestazione di un centinaio
di atleti, in tuta e capitanati da Paola Pigni,
primatista mondiale dei 1500 metri, a difesa
dello storico Giuriati. Il corteo parte da via Pascal
e termina in piazza della Scala sotto le finestre di
Palazzo Marino. Una dimostrazione che unita al
lavoro istituzionale del consiglio di zona 11 salva
il salvabile, blocca le ruspe, spinge alla riapertura
dei cancelli ma non agli investimenti per la
ristrutturazione. La Gazzetta del 5 dicembre ’73:
“Sono ormai anni che l’impianto giace in stato di
abbandono . Sarebbe opportuno che si iniziasse
un’opera di ammodernamento, affinchè diventi
ancora più utile per la vita di molti giovani. Il
Giuriati ha il vantaggio di essere ben servito
dai mezzi pubblici, metropolitana compresa.
Si è cercato di sostituire il vecchio Giuriati ma
il nuovo non considera l’atletica.” Nell’autunno
‘82 sulle cronache milanesi trovano spazio le
lamentele dei rugbysti : “Per quanto riguarda il
nuovo Giuriati l’architetto che ha progettato il
Rugby e atletica sono stati sempre d’attualità al
Giuriati. Anche con campi impraticabili ed i Cnu con
Cannavò, futuro direttore della rosea, nella foto in gara
a guidare il gruppo. Il record del mondo di Consolini,
con 53,34.
terreno da rugby ha messo quattro tombini di
cemento in mezzo al campo. Stabilito che non
fanno bene alle ossa… sono stati spostati ma il
drenaggio è rovinato. Quando piove si potrebbe
giocare a pallanuoto… Al Vecchio, il campo è
discreto grazie alla Seconda guerra mondiale!
Nel ’45 un reggimento di soldati africani di
stanza a Milano rifece il fondo per giocare a palla
ovale, loro sport nazionale. Al Comune abbiamo
scritto per lo stato indecente degli spogliatoi.
Ci è stato risposto che avrebbero risolto il
problema in tempi brevi. Sono passati due anni!
Si parlava di uno stanziamento di 750 milioni.
Dove sono?”
SCUDETTI – Dopo 66 anni il campo Giuriati ha
un nuovo volto. La giunta guidata dal sindaco
Formentini chiude decenni di polemiche e
riporta l’atletica nella sua storica casa. Il 23
ottobre ’95, mese storico per l’impianto, dopo
154 giorni di lavori, sono inaugurate le nuove
strutture e la pista di otto corsie in materiale
sintetico che potrà ospitare manifestazioni di
alto livello. Si legge sulla Gazzetta: “Renato
Tammaro, presidente della Riccardi, ha già
prenotato la data dell’8 maggio per organizzare
il 50° compleanno della Pasqua dell’Atleta, che
aveva vissuto i primi momenti di gloria negli
anni Cinquanta in questo stadio”. Nel giugno
2008 è presentata la nuova concessione (durata
35 anni) del Mario Giuriati al Politecnico che
lo gestirà attraverso il Cus Milano. L’accordo
prevede interventi per quasi 2 milioni di euro
sullo stile dei campus universitari europei e
americani. La strada da fare per recuperare
giri di pista sugli altri paesi è lunga, ripartire da
studio e sport è basilare.
Marco Pedrazzini (Dal Corriere della Sera)
34
CUS BOLOGNA BASKET
L’ADDIO DI FASONE
L’ARRIVO DI LOLLI
E DI... VILLALTA!
di Alessandro Gallo
“Dopo dieci anni di fortissime emozioni, di
momenti unici, di ricordi fantastici e di tantissimi
successi, il Cus Bologna è diventato una famiglia
e un esempio per tutti gli sport di squadra. Siamo
partiti da zero con un nucleo di ragazzi giovanissimi
e sconosciuti, puntando sempre e solo sulla
persona, mettendo il secondo piano l’aspetto
tecnico, perché il mio credo è sempre stato “il
gruppo rende reale i sogni”. Sin dal primo giorno
ho cercato di costruire prima una “famiglia” che
è diventata la nostra unicità, riconosciuta anche a
livello europeo. Da allora sono passati dieci anni e
centinaia di partite in cui i miei ragazzi sono scesi
in campo, ogni singola gara, con umiltà, furore
agonistico, grinta, determinazione e soprattutto
entusiasmo. Questo insieme a quella arroganza e
ignoranza tipica dei giovani (ma bravi ragazzi) e al
rispetto per tutti e timore di nessuno, sono stati alla
base dei nostri ideali.
Da allora 7 medaglie in 10 anni, 4 campionati
Europei con il trionfo di Pozna, abbiamo battuto
tutti i record, abbiamo portato la maglia del Cus
Bologna in cima all’Europa, siamo il Cus più titolato
d’Italia. Ma siamo anche amici di tutti, in Italia e
in Europa, dei quali ci siamo guadagnati il rispetto
per la nostra sportività, fairplay e soprattutto con
35
la nostra sana simpatia, esuberanza ed entusiasmo
contagiosi. In questo lungo viaggio sono stato
accompagnato da uomini fantastici, da fratelli che
resteranno nel mio cuore per tutta la vita, compagni
di cento battaglie e altrettante vittorie. E ogni volto
è stato un onore mettere al collo di ognuno di loro
una medaglia, così come con altrettanto orgoglio
e amore ho incoraggiato i miei fratelli dopo una
delusione.
Non è venuta meno la fame di vincere, anzi lottare
per stare in cima è la motivazione e stimolo
più grande per uno sportivo e farlo con la mia
famiglia è la cosa più bella. Non è mai venuto
meno l’entusiasmo perché sono esperienze
uniche, perché il Gruppo è contagioso, perché
la voglia di ripetersi è un fuoco dentro di me che
brucia sempre più forte. Ma impegni personali
mi costringono alla scelta più difficile della mia
vita, ovvero passare la mano. Ma lo faccio con la
massima serenità perché ho la certezza di aver
costruito un gruppo indipendente e autonomo,
che non ha assolutamente bisogno di me per
continuare a vincere, perché all’interno c’è uno
zoccolo duro che saprà meglio di me condurre il
Cus Bologna verso altri tantissimi trionfi. E lo faccio
con gioia perché vedere adesso camminare con i
propri piedi, dritti, forti e onorati, i i miei ragazzi, il
mio Cus, è una soddisfazione immensa perché vuol
dire che nel mio piccolo ho contribuito a costruire
qualcosa di memorabile, di cui se ne parlerà per
sempre.
Ringrazio di cuore il presidente Franceschetti che
mi è sempre stato vicino come un padre, credendo
in me sin dal primo giorno. Ringrazio Panieri, un
grande uomo, un esempio per tutti noi, che sono
felicissimo di aver conosciuto.
Ringrazio le decine di ragazzi che mi hanno aiutato
e contribuito a costruire questa realtà e vincere
tantissime medaglie. E ringrazio infine Politi, Losi,
Pulvirenti, Galli, Ranuzzi, Pignatti che sono stati gli
artefici primi dei grandi successi, che sono i miei
fratelli più cari, i miei condottieri più fedeli, senza
i quali tutto questo non sarebbe stato possibile.
E a questi consegno con onore, orgoglio e
gratificazione le chiavi del Cus Bologna Basket.
Il vostro Faso”.
Tutti i piedi per il nostro amico Alessio Fasone (del
quale vi abbiamo proposto la toccante lettera di
commiato, ma resterà il nostro primo tifoso e non
è detto che un giorno le nostre strade non possano
incontrarsi nuovamente), con il quale abbiamo
condiviso, come lui stesso ha scritto, mille
avventura. La guida tecnica della squadra è stata
affidata a Matteo Lolli che potrà contare, come
team manager, sulla figura di Jordan Losi. Ma
proprio perché il Cus Bologna e il suo presidente,
Francesco Franceschetti, non lasciano mai nulla al
caso, ecco un nuovo testimonial, come dice lui, un
supervisore tecnico, come spiega Federico Panieri.
Si tratta di Renato Villalta, icona e leggenda del
basket italiano, al quale Franceschetti ha donato
una canotta numero 10. E sarà proprio il numero
10 a occuparsi di mille cose per il Cus Bologna.
“Sono felice e orgoglioso per essere stato
coinvolto – dice Renato –. Proverò a dare una
mano portando un po’ d’esperienza. Conosco
Franceschetti da lungo tempo, abbiamo lavorato
insieme per il Coni. Sarà un onore per me operare
anche per l’Alma Mater Studiorum”.
Villalta e Franceschetti. In alto con l’intero staff
tecnico del Cus Basket.
I Cnu a Messina: il Cus Torino
cerca la rivincita sul Cus Milano
L’anno scorso, dopo la conclusione dei Campionati universitari disputati a Torino, il
computo delle medaglie sembrava dare ragione ai padroni di casa. Poi il controllo
ufficiale aveva ribaltato la situazione e... il titolo di Sport Universitario, considerato che il
Cus Milano si era imposto per una medaglia. Di bronzo, ma pur sempre una medaglia.
C’è aria di rivincita, dunque, fra i due Cus che tradizionalmente si spartiscono il bottino
dei campionati universitari e stavolta la sentenza si avrà in campo neutro, appunto
Messina dove il locale Cus, con la collaborazione del Comune e dell’Università, negli
ultimi tempi ha dovuto fare gli straordinari per mettere gli impianti a norma.
Il Cus Messina e l’Università degli studi di Messina,
da mesi lavorano in tandem per l’organizzazione
della 66° edizione dei Campionati Nazionali
Universitari 2012, in programma a Messina dal
18 al 27 maggio. Le bellissime strutture sportive,
situate nel polo dell’Annunziata sono distanti
poche centinaia di metri una dall’altra e rendono
l’Ateneo Peloritano, una tra le più importanti
Università del Sud nel campo dell’impiantistica
sportiva. Tre palestre, una piscina coperta e una
olimpionica, campi da tennis coperti e non, due
di calcetto, un campo di rugby in erba sintetica,
un campo da rugby, un anfiteatro da mille posti,
saranno presto affiancati da un centro di medicina
sportiva. La storia dello sport universitario della
Città dello Stretto è stata scritta dal Cus Messina,
aiutato negli ultimi anni dalla Cittadella Universitaria
(UniMeSport), inaugurata nel 2007 a distanza di
trentacinque anni dalla sua approvazione (5 ottobre
1972). UniMeSport, ha rilanciato un tesoro che
rischiava di andare sprecato. Centotrentacinque
mila metri quadrati, a ridosso delle facoltà di
Lettere, Veterinaria e Farmacia, con un panorama
assolutamente straordinario. Sull’altro versante
il Cus, che gestisce in concessione gli impianti
dell’Università siti in Conca d’Oro, ha dato lustro a
Messina ospitando tre giornate del Campionato del
Mondo di Baseball nel 2002 sul proprio diamante di
15.500 mq. con 2.300 posti a sedere.
Tra gli altri impianti che il Cus gestisce merita di
essere menzionato il palazzetto multifunzionale
la cui superficie è di ca. 3.000 mq. con c.a. 1.300
posti a sedere per il pubblico, in cui si praticano
diverse discipline sportive, tra le quali basket, calcio
a 5, handball, volley, body-building, ecc., questa
struttura è stata dedicata a “Primo Nebiolo”. Per
dare manforte ai Cnu, l’amministrazione comunale
messinese ha messo a disposizione gli stadi del S.
Filippo e del Celeste e il campo di Rugby di Sperone.
Nel complesso Cappuccini, messo a norma dalla
Mondo srl, storica azienda del settore e fornitrice
dell’Olimpiade di Londra, si terranno alcune gare di
nuoto e dell’atletica, regina delle discipline sportive.
L’anteprima dei Campionati Nazionali Universitari,
è stata presentata, nell’aula magna dell’Università.
«Viviamo nelle istituzioni per dare opportunità agli
altri, soprattutto ai giovani – ha esordito il rettore,
prof. Franco Tomasello – Un sfida per la città e
per i nostri ragazzi. La storia racconta dello spirito
d’accoglienza dei messinesi, saremo all’altezza
del nostro passato». Una vera scommessa per
l’Università, il Cus Messina e UniMeSport.
«Al di là del momento che stiamo vivendo
siamo certi che faremo bene – ha commentato
il commissario straordinario del Cus, dr. Sergio
Cama – Ognuno sta facendo la propria parte.
Sarà una bellissima avventura, che porterà in città
tantissimi giovani e consentirà a Messina di avere
un grande ritorno d’immagine». Gli studenti –
atleti, provenienti da tutta Italia si cimenteranno
in ventotto discipline. E per la prima volta nella
storia dei Cnu verrà data la possibilità agli atleti
diversamente abili di poter partecipare ai Giochi,
nella scherma e nel tennistavolo. Sono stati
prediletti gli sport “promozionali”, con preferenza
per quelli “minori” che godono di attenzione sul
territorio. Tra questi hockey su prato, baseball e
rugby a 7 femminile.
36
TORNA A BRILLARE
LA LUCE DEL CUS POTENZA
I Campionati Nazionali Universitari di Messina sono
stati presentati all’apertura dei lavori del convegno
“La medicina al servizio dello sport olimpico e
paralimpico”, organizzato dal Cus Messina e a
cura della Scuola di Specializzazione in Medicina
dello Sport della Facoltà di Medicina e Chirurgia
- Università degli Studi di Messina. Da rilevare gli
interventi del Rettore, prof. Francesco Tomasello
e del presidente nazionale del Cusi, dr. Leonardo
Coiana, assieme ai commissari straordinari del Cus
Messina, dr Sergio Cama e dr. Sergio Melai. La scelta
di organizzare questo congresso, derivava dal fatto
37
che, per la prima volta, ai Cnu saranno presenti due
discipline (tennis-tavolo e scherma) rivolte agli atleti/
studenti diversamente abili, che si svolgeranno in
contemporanea con le gare dei normodotati, al fine di
integrare tutti gli atleti. Cinque gli argomenti medicosportivi che hanno caratterizzato i tre giorni di lavori
congressuali. “I traumi cranio – facciali negli sport da
contatto”, “Nel cuore degli Sport Olimpici” e “Lo Sport
Paralimpico”. In chiusura “Attività Motoria, Sport e
Salute” e “La Ricerca applicata alle Scienze motorie
e Sportive”. Preparatori atletici e medici dello sport
hanno messo a confronto le loro esperienze.
Il Magnifico Rettore, professor Fiorentino e il neo
presidente Salomone Bevilacqua.
Dopo due anni di commissariamento, il 19 marzo
si è svolta l’assemblea elettiva del Cus Potenza
nella quale sono stati eletti i nuovi Organi. A
presiederlo sarà Salomone Bevilacqua – stimato
avvocato del Foro potentino – mentre membri
del Consiglio Direttivo risultano eletti Tommaso
Margiotta (vice presidente), Francesco Angiolillo
(segretario tesoriere) e Gennaro Vitacca, oltre al
membro di nomina rettorale prof. Rocco Rossano.
Membri del Collegio dei revisori dei conti sono il
dr.Vito Antonio Maria Romaniello ed il dr. Gaetano
Marcello Tutino (entrambi iscritti all’Albo dei
Revisori Contabili), nonchè il socio Nicolò Galante.
Al termine dell’assemblea, il Consigliere federale
del Cusi Nicola Aprile, che è stato Commissario
straordinario dal 2010, ha voluto ringraziare tutti
i soci ed i collaboratori del Cus Potenza, che gli
hanno permesso di svolgere il suo duro compito di
riassestamento amministrativo dell’Ente in un clima
di estrema serenità: “Lascio un Cus in piena salute
e dalle notevoli potenzialità nelle mani di uomini di
spessore, certo che essi sapranno portare il Centro
ai massimi livelli sportivi e sociali in ambito locale
e nazionale. Qui ho trovato stima, considerazione e
collaborazione sin dal giorno del mio insediamento:
non potrò mai dimenticare i tanti amici che hanno
creduto in me (anche quando mi sono trovato
costretto ad assumere scelte “impopolari”) a
cominciare dal Magnifico rettore dell’Università
degli studi della Basilicata, prof. Mauro Fiorentino,
al quale rivolgo un ringraziamento particolare.
Da oggi vivrò nella gioia di poter vedere un Cus,
un’Università ed una città che ho imparato da
apprezzare e ad amare, rientrare a pieno diritto nel
panorama sportivo-universitario che conta e che a
loro giustamente compete”.
Anche il neo presidente Bevilacqua ha voluto
esprimere il suo pensiero: “Inizio questa nuova
esperienza con un’eredità non facile, sia per
la situazione delicata che ha dovuto gestire il
Commissario sino alla mia nomina, sia per il peso
(…e non solo quello fisico) dell’amico Nicola
Aprile che, forte della sua esperienza nel Cus,
ha provveduto a ridare nuova luce alla struttura
di Potenza. Ritengo, in ogni caso, che l’intero
gruppo direttivo, nonché gli stessi istruttori, gli
atleti, gli studenti ed il personale, che sin dall’inizio
mi hanno manifestato la più sincera fiducia,
rappresenteranno per me un valido aiuto per la
migliore gestione del Cus”.
In ultimo, il significativo commento del Magnifico
rettore Mauro Fiorentino: “È con grande
soddisfazione che constato come la ristrutturazione,
che ha interessato sia l’aspetto tecnico che la
qualità dell’offerta rivolta all’intero tessuto urbano,
consentirà al Cus di porsi come elemento di cerniera
tra la Città e il Campus universitario. Vorrei anche
sottolineare le elevate qualità umane e professionali
con le quali il Commissario straordinario ha saputo
traghettare il Cus, portandolo a nuovi traguardi”.
In bocca al lupo al CUS Potenza, che la sua luce torni
a brillare più di prima.
IL CRICKET DELL’EMIGRANTE
CHE STUDIA SCIENZE MOTORIE U
Anche fra i Masai il cricket è lo sport più
popolare come dimostra questa immagine.
L
o sport è importante per l’integrazione, il
cricket consente di educare i più piccoli
e superare le barriere”. Ripan Biswas,
allenatore part-time è stato uno dei
fondatori dell’associazione ‘Piazza Vittorio Cricket
Club’. Nato in Bangladesh e arrivato in Italia nel
febbraio del 2007 come turista, lavora come
aiuto cuoco in un ristorante di Roma, frequenta
un master di specializzazione allo Iusm (Istituto
Universitario di Scienze Motorie) e, a tempo perso,
dirige come arbitro le partite di calcio dei più
giovani, “per diffondere la cultura del cricket anche
in un paese dove c’è un’overdose di pallone”.
Diversi impegni, simbolo di un’integrazione effettiva
nella società italiana, che non riescono a distogliere
Ripan dalla vera passione: il cricket. Uno degli
sport più diffusi nei paesi dell’ex Commonwealth
(si pratica in India, Bangladesh, Australia, Stati
Uniti, Sri Lanka, Pakistan, Sud Africa, Zimbabwe,
Nuova Zelanda), considerato in Italia uno dei veicoli
d’integrazione sociale più efficace tra i giovani di
provenienza asiatica: “Ho tanti amici in Italia –
sottolinea Ripan a Diritto di critica –, mi trovo bene
in questo paese. Lo sport è fondamentale per i
ragazzi, quando giochiamo a cricket siamo molti
uniti, siamo a tutti gli effetti una squadra”. Ripan
allena una squadra di cricket under 13, laureatasi
nel 2011 Campione d’Italia, insieme a Federico
Mento dell’Uisp e a Edoardo Gallo, giocatore della
nazionale ed ex tesserato del Gallicano Cricket
Club. “Ho ottenuto il permesso di soggiorno nel
2009 – precisa Ripan Biswas –, e vivo la mia vita in
Italia come un ulteriore tassello di esperienza, per
accrescere la mia competenza in ambito sportivo. Il
lavoro di aiuto cuoco non mi soddisfa: sono stato in
più di 20 ristoranti e non ho mai avuto un contratto
regolare, nonostante da due anni abbia il permesso
di soggiorno. Sono sottopagato – precisa Ripan – e
lavoro in media 8 ore al giorno, quando ne dovrei
fare solamente quattro. L’obiettivo è specializzarmi
allo Iusm e poi andare all’estero, in un altro paese
europeo. Ho 31 anni e nel 2002 sono stato un
giocatore di cricket presso l’Istituto pubblico dello
sport’ in Bangladesh (il Bksp, l’equivalente dello
Iusm in Italia). Dopo aver conseguito un diploma
in ‘Biomeccanica’ – spiega il giovane allenatore
bengalese a Diritto di critica –, nel 2003 a Dacca
sono diventato insegnante di educazione fisica nella
scuola multiculturale, prima di diventare coach di
cricket a tutti gli effetti. La mia attività è proseguita
fino al 2006, quando frequentai un corso di sei mesi
presso la facoltà di Scienze Motorie all’Università
di Lipsia, in Germania”. Ma è in Italia che Ripan
ha colto le soddisfazioni da allenatore di cricket:
la fondazione dell’Associazione Piazza Vittorio,
la prima partecipazione al Campionato Italiano di
Cricket Under 13 e il quarto posto conquistato,
gli allenamenti nelle scuole Federico Di Donato e
Carlo Pisacane, i tornei di cricket ‘Fuori le mura’ e
‘Contro il razzismo facciamo squadra’, la proficua
collaborazione con l’Uisp, la presenza nei tornei
federali Under 13 e Under 15, prima del trionfo
nel campionato del 2011. “Abbiamo promosso
l’associazione in tutta Italia – spiega Ripan –, in
città come Firenze, Bologna, viaggiamo spesso.
Nella capitale, abbiamo organizzato diverse
attività culturali, a cominciare dal progetto ‘Tutti in
piazza’, sostenuto dall’Associazione Mediazione
sociale Esquilino”. L’impegno dell’Uisp è a tutto
campo, i soldi non sono tanti e le necessità molte:
“Cerchiamo di razionalizzare le risorse che abbiamo
a disposizione – sottolinea Federico Mento –,
anche perché sono gli stessi migranti che non
hanno molta disponibilità economica”. L’esigenza
di coniugare sport e tempo libero con il lavoro
rappresenta una delle preoccupazioni maggiori: “I
tempi dei migranti sono ristretti e con una grande
flessibilità cerchiamo di conciliare il tutto. Tra i vari
problemi – aggiunge Mento –, ci sono anche quelli
dei mezzi di locomozione e delle infrastrutture”.
(Fonte: Diritto di critica, Giornale on line)
n nuovo incarico per Francesco
Franceschetti. Il presidente del Cus
Bologna è stato eletto all’unanimità
nuovo numero uno della Fifd, ovvero
della federazione italiana Flying disc, l’ente
nazionale che promuove gli sport legati alla
pratica del frisbee nel nostro paese. Franceschetti
prende il posto di Stefano Carcangiu, costretto a
dimettersi dall’incarico per problemi personali.
“L’ultimate frisbee – dice Franceschetti a caldo
– mescola le migliori performance dei vari sport
come il calcio, il basket, il football americano
e la pallavolo attraverso un gioco semplice
ed elegante”. Sono diversi gli obiettivi che
perseguirà Franceschetti durante il suo mandato.
“Il presidente uscente – insiste Franceschetti
– non riusciva più, per problemi personali, ad
avere il tempo necessario per la gestione della
federazione e di tutto il movimento. Io sono anni
che lavoro per il frisbee e per la sua diffusione. E,
forse proprio per questo, sono stato contattato
negli ultimi tempi da tutte le realtà italiane che
hanno spinto perché, alla fine, accettassi l’idea di
ricoprire questo incarico. Ritengo che il frisbee
sia uno sport destinato a diventare ancora
più popolare e, soprattutto, a incidere nella
formazione e nell’educazione dei nostri ragazzi.
Sono arrivato, fortunatamente a una certa età e, a
questo punto, dopo aver fatto diverse esperienze
in ambito sportivo, vorrei mettere a disposizione
tutte le mie conoscenze per far crescere il mondo
del frisbee”.
Tra i primi passi ci sarà quello di portare la
disciplina in ambito Coni, come una federazione
facente parte del comitato olimpico nazionale.
“Sarà un percorso lungo e tortuoso – dice
Franceschetti -, ma ci arriveremo perché il frisbee
ha dignità come qualsiasi altra disciplina”.
In attesa di entrare nell’ambito del Coni, il frisbee
e in particolare l’ultimate, vogliono fare breccia
nel mondo accademico, magari già ai Campionati
Nazionali Universitari. A Bari, qualche anno fa, era
previsto come sport dimostrativo: poi il tutto saltò
38
FRANCESCHETTI
ANCHE AL CUS BRESCIA
Bel lancio, Rettore!
PASSIONE FREESBE
L’Ultimate Frisbee è arrivato a Brescia nel 2009. A
portarlo al campus universitario è stato un gruppo
di studenti che oggi sono il perno della squadra:
Nicola Possi e Federico Vantadori (allenatorigiocatori) e Federico Leali (giocatore e segretario).
In questi tre anni si sono avvicinati allo sport
molti altri studenti universitari e liceali o semplici
appassionati, che ora formano la squadra per un
totale di 28 tesserati. I risultati ora sono buoni e
la speranza di raggiungere la Serie A già in questa
rassegna è buona. All’inizio però l’avventura non
fu semplice. Nelle prime partite era raro che il
presidente della Fifd
Primo obiettivo il riconoscimento del Coni.
Intanto vuole fare breccia nel mondo accademico,
a cominciare dai campionati universitari.
di Alessandro Gallo
per problemi logistici. “È uno sport universitario
per eccellenza – insiste Franceschetti –. Nel
nostro piccolo, a Bologna, stiamo già facendo
cose importanti, non solo tra gli universitari, ma
cercando di portare questa disciplina anche negli
istituti superiori, con i nostri istruttori, la nostra
passione e il nostro entusiasmo”.
Ad agosto, nel frattempo, ci saranno i campionati
del mondo in Giappone: Franceschetti e i suoi più
stretti collaboratori sono già al lavoro per allestire
le squadre che dovranno partecipare a questa
lunga trasferta. Nella terra del Sol Levante ci sarà il
meglio dell’ultimate frisbee mondiale e, per il neo
presidente, sarà un ottimo banco di prova.“Siamo
impegnati su tutti i fronti – ammette Franceschetti
–. E adesso, magari, cercheremo di portare questa
disciplina anche in occasione dei campionati
nazionali universitari per fare vedere a tutti tanto
il lato spettacolare quanto quello educativo di
questo sport”. Si parla tanto di educazione,
quando si affronta il tema ultimate frisbee, per un
motivo molto semplice. E lo ricordiamo a chi, per
esempio, non conosce bene questa realtà. Non è
prevista la presenza degli arbitri perché sono le
squadre, rivali ma leali, a dirimere al loro interno
qualsiasi discussione o motivo di attrito. Basta per
dire che l’ultimate frisbee – e il Cus Bologna può
contare anche sulla “leggenda” Davide Morri –
sarà lo sport del futuro?
39
CUS BOLOGNA
SUBITO
LA COPPA
IN TERRA
AUSTRIACA
Capitan Morri,
Quarantotto
e Calabrese
trascinano i giovani
Il campionato italiano di ultimate frisbee (Ciu) ormai è troppo stretto per il Cus Bologna che dà
spettacolo e si ricopre di oro anche all’estero. La Vienna Winter League si chiude nel segno dell’Alma
Mater Studiorum per la gioia del Magnifico Rettore, Ivano Dionigi, che nei mesi scorsi, nel complesso
universitario di via del Terrapieno, ha sperimentato proprio il fascino del frisbee. Il Cus Bologna vince
grazie alla presenza di Andrea Gerosa, Luca Gambini, Federico Forte, Davide Quarantotto, Andrea
Mastroianni, Davide Morri, Marco Barattini, Leandro Calabrese e Paolo Prandi. Dopo un girone di
qualificazione molto duro, la squadra del Cus Bologna supera la Nazionale under 20 austriaca nei
quarti di finale vincendo per 11 a 4. Semifinale più tosta con i ragazzi di capitan Morri capaci di
vincere 8 a 6. Nella finale contro gli Innsiders austriaci il Cus sembra dominare. È subito 2 a 0 per
l’Alma Mater, poi 6 a 3. Basta un attimo di distrazione per trovare il 6 pari. Il Cus però reagisce e
chiude bene sul 9 a 7. Difesa straordinaria di Davide Quarantotto e tanti assist per Leandro Calabrese.
“Paghiamo ancora un po’ di inesperienza con i giovani giocatori – commenta capitan Morri –.
In alcuni casi questo ci ha fatto andare in difficoltà. Ma alla fine siamo riusciti a ottenere
un importante primo posto grazie alla preparazione fisica che ci ha resi molto solidi in difesa”.
team bresciano (ancora senza nome) riuscisse a
vincere. Poi la svolta. La squadra si è data un nome
(Bubba) e ha iniziato a conquistare i suoi primi
successi. A giugno 2011 le prime partecipazioni
a livello nazionale e un tredicesimo posto nella
classifica generale, più due qualificazioni alle
finali nei tornei di Trento e Aosta. Quest’anno la
stagione outdoor è iniziata al meglio. La squadra
ha partecipato al Carneval-ultimate a Viareggio e
ha conquistato il primo posto battendo squadre
che fino a pochi mesi prima non era mai riuscita a
superare.
Dopo avere partecipato alla tappa dell’Ultimate a
Brescia, i cussini parteciperanno il 6 maggio nel
centro sportivo Tartaglia-Abba alla terza e ultima
fase eliminatoria. Le finali si svolgeranno invece a
Parma in data ancora da stabilire.
Alberto Armanini
Un parco dello sport sempre più attrezzato e
funzionale a disposizione degli studenti universitari
così come di tutti i cittadini e, insieme, un centro di
servizi che risponda alle esigenze non solo sportive
delle persone e delle famiglie pisane. Sono queste
le linee strategiche di sviluppo del Cus Pisa che il
prorettore per l’Edilizia, Sandro Paci, ha illustrato,
insieme al presidente del Cus Pisa Pisa, Denny
Innamorati, al rettore Massimo Augello e al sindaco
Marco Filippeschi, nell’ambito della Giornata dello
sport universitario che si è svolta nell’area Cus
di Via Chiarugi. Al centro della manifestazione
vi sono stati, dunque, il presente e il futuro del
Cus, una polisportiva che, con quasi 7.000 iscritti
e 50 discipline praticate, è la più grande della
Toscana. Il presente è rappresentato dal nuovo
Beach Space, inaugurato per l’occasione e dotato
di sei campi per il beach volley, il beach tennis e
il foot volley realizzati con la sabbia del Nilo, che
ha la particolarità di non essere polverosa. Prima
struttura realizzata da privati, il Beach Space è
destinato a ospitare sia competizioni agonistiche
che tornei e attività universitarie. Il presente del
Centro è testimoniato anche dai tanti atleti che
si stanno distinguendo nelle gare nazionali e
internazionali in cui sono impegnati, in un periodo
caratterizzato dalle qualificazioni degli sport di
squadra ai Cnu 2012, in programma a Messina. Nel
corso della Giornata, il prorettore per gli Studenti,
Rosalba Tognetti, ha premiato i ragazzi che hanno
rappresentato l’Ateneo pisano alle Universiadi cinesi
di Shentzen dello scorso agosto – a iniziare da
Rachele Bruni, medaglia d’oro nella 10 chilometri
di fondo di nuoto – e quelli che hanno vinto la
medaglia d’oro per il Cus Pisa ai Cnu di Torino di
maggio 2011 nel calcio a cinque, nel canottaggio,
nel pugilato e nell’atletica leggera. Il futuro del parco
è stato invece delineato con la relazione sul Piano
attuativo tenuta dal prorettore Sandro Paci, oltre che
con gli interventi introduttivi del rettore, del sindaco
e del presidente Innamorati. Un campo bivalente di
rugby e calcio a undici in erba sintetica, un campo
La 50ª Regata Storica Universitaria
Pisa-Pavia il 19 maggio sull’Arno
La campionessa pisana Rachele Bruni, oro
nel nuoto nell’Universiade cinese quindi
l’impianto fotovoltaico situato nell’area del
Cus Pisa, che nei prossimi giorni festeggerà
l’anno di vita. Venne donato dalla Mitsubishi
Electric all’Università di Pisa e realizzato con
la collaborazione della ditta Flyby e della
Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
Al taglio del nastro intervennero il rettore
Massimo Augello, il vice sindaco Paolo Ghezzi,
l’assessore provinciale allo Sport, Salvatore
Sanzo, il presidente del Cus Pisa, Denny
Innamorati, il division manager Mitsubishi
Electric Fotovoltaico-Filiale italiana, Gualtiero
Seva, il general manager della Flyby srl, Emilio
Simeone.
CUS IN PRIMA LINEA PER
LA PISA SPORTIVA DEL FUTURO
all’aperto di basket, la copertura di due campi
da tennis, un percorso vita di circa tre chilometri
attrezzato anche per i disabili e un centro riabilitativo
sono tra gli impegni in fase di realizzazione o
comunque già definiti. Più avanti nel tempo sono
stati programmati interventi di grande portata
che non riguardano solo la parte prettamente
sportiva, quali per esempio la costruzione di alcune
aule studio, la copertura wi fi dell’intera area, le
soluzioni energetiche sostenibili e l’estensione del
fotovoltaico, l’ipotesi di un asilo nido e di un’area
concerti, il tutto nell’ottica di rendere il Cus un
centro di aggregazione per studenti e sportivi,
ma anche per famiglie, bambini, anziani e più in
generale per tutta la cittadinanza pisana. “Il CUS
ha avviato da tempo questo Piano, al fine di poter
realizzare strutture e servizi che altrimenti sarebbe
stato impossibile ottenere – ha commentato il
presidente Denny Innamorati – si tratta di opere che
contribuiranno a mantenere il nostro ente ai livelli
Con l’insediamento del Comitato Organizzatore, è
iniziato ufficialmente il count-down alla 50ª edizione
della Regata Storica Universitaria Pisa-Pavia,
manifestazione in programma per il pomeriggio di
sabato 19 maggio, anche se il calendario degli eventi
collaterali avrà un ampio respiro, tra presentazioni,
conferenze, pubblicazioni a tema, concerti, visite
guidate. Sette giorni da vivere tutti d’un fiato, fino alla
contesa in Arno ma anche dopo, con la cena di gala e
una festa studentesca. Una edizione volutamente ricca,
nelle intenzioni del presidente Cus Denny Innamorati e
del Consiglio direttivo, dal respiro internazionale per la
presenza degli equipaggi di Cambridge e Aquisgrana,
e forte della collaborazione di quindici associazioni del
territorio, un dato che lega saldamente l’evento sportivo
al tessuto sociale e culturale pisano. Ad organizzare
il Cus Pisa stesso, in partnership con Università e
Comune di Pisa. LA STORIA: la sfida Pisa-Pavia, tra
Arno e Ticino, prende vita nel lontano 1929. A Pisa
vincono i padroni di casa, sulla distanza dei 2000
metri. L’evento, tra sport e goliardia, intende ricordare
la battaglia di Curtatone e Montanara pagina bellica del
Risorgimento italiano in cui universitari pisani e pavesi
combatterono fianco a fianco per l’Indipendenza. Da
allora, nonostante qualche interruzione, la tradizione si
è proposta con discreta continuità, e dal 2004 ad oggi la
regata ha ripreso vigore, acquisendo sempre maggiore
visibilità e importanza. L’ultimo successo di Pisa è
datato 2008, in concomitanza con gli indimenticabili
Cnu organizzati in città. A partire da quella data, Pavia
si è imposta per tre volte di fila, l’ultima il 28 maggio
del 2011, nelle acque del Ticino. Pisa ha la fortuna di
ospitare l’edizione numero 50 e la determinazione nel
voler ritornare al successo si fonde con la volontà di
valorizzare l’evento in modo assolutamente inedito e
spettacolare. IL COMITATO D’ONORE: il presidente
CUS Pisa Denny Innamorati, presiede un ricchissimo
Comitato d’Onore, un elenco di personalità tra le quali
spiccano il Magnifico Rettore Massimo Mario Augello,
il sindaco di Pisa Marco Filippeschi in rappresentanza
di Ateneo e Comune, abituali partner delle iniziative
cussine, ed il presidente della Provincia Andrea Pieroni.
Il comitato organizzatore è presieduto dal dr. Stefano
Gianfaldoni, componente del collegio probiviri sia del
Cus che del Cusi.
40
più alti degli standard nazionali, grazie a un’offerta
sportiva e ricreativa senza pari. Determinante, come
sempre, il prezioso sostegno di Università e Comune
di Pisa, che nel Centro sportivo possono trovare un
partner sempre disponibile e attento per perseguire
quelli che sono i rispettivi obiettivi. Ancora una volta
lo sport si conferma terreno di confronto ideale
per la nascita di importanti progetti e sinergie”.
“Come Università e Cus Pisa – ha sintetizzato il
rettore Massimo Augello – stiamo insistendo su
un percorso che mira a integrare ancora di più
il parco sportivo universitario nella rete pisana,
rispondendo così alla sua mission naturale di centro
di servizi sportivi per gli studenti universitari e, nello
stesso tempo, di punto aggregativo e ricreativo per
i bambini, i giovani, gli anziani e le famiglie della
nostra città. L’attuale utilizzo degli impianti di Via
Chiarugi da parte delle realtà associative e delle
scuole pisane, così come il successo di iniziative
quali i campi estivi per i ragazzi, dimostrano che
la strada che abbiamo intrapreso, insieme al Cus
e all’amministrazione comunale, è quanto mai
promettente e merita di essere seguita con lo
stesso impegno e la stessa determinazione che
ha caratterizzato finora la nostra azione in tutte le
attività istituzionali”. “Stiamo lavorando, il Comune
e l’Università, per completare il parco universitario
di Via del Brennero – ha concluso il sindaco Marco
Filippeschi – un polmone verde a disposizione degli
studenti ma anche dei cittadini pisani. Al termine
della realizzazione del progetto avremo, accanto agli
impianti sportivi, un’area dotata di spazi a verde,
percorsi pedonali attrezzati, un’area destinata al golf
e la rete wi-fi che sta ‘invadendo’ Pisa. Mi preme
qui sottolineare la fascia a verde prevista lungo
Via del Brennero, oggi degradata. L’area Cus sarà
anche un luogo deputato allo studio e alla ricerca di
attività sportive e di riabilitazione. Insomma stiamo
lavorando per un’area di eccellenza dedicata allo
sport universitario, in linea con le scelte urbanistiche
e con i lavori che già stanno delineando la nuova
Pisa”.
41
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Unità
Vendita 2011
16.197
23.795
38.993
18.996
21.271
16.238
8.175
436.451
209.868
182.991
15.963
9.228
36.784
71.794
41.534
10.844
34.129
9.417
27.462
11.509
310.241
328.169
24.272
75.801
151.974
32.875
57.391
3.964
34.557
54.286
28.193
104.332
23.599
15.142
68.397
26.319
45.467
108.181
53.241
9.768
17.536
32.816
18.440
18.587
31.622
2.001
11.506
2.167
393.508
133.196
70.440
48.391
181.875
237.035
38.578
71.741
15.790
93.260
101.765
58.080
39.217
Vendita 2010
18.295
27.259
40.558
19.491
18.295
23.716
8.443
438.270
224.612
189.356
17.813
10.741
38.515
70.864
43.555
11.713
37.251
9.771
29.831
11.509
347.226
273.092
25.679
74.970
179.520
35.978
61.892
3.948
36.000
54.963
25.707
97.222
25.605
16.162
70.770
29.508
46.261
113.142
56.879
11.532
17.751
33.213
19.132
19.300
33.796
2.222
14.151
2.343
408.857
138.106
76.166
53.999
165.157
240.966
42.528
74.937
18.016
97.533
97.533
62.496
42.457
Differenza
- 1.378
- 3.464
- 1.565
495
- 2.245
608
268
- 1.766
- 14.744
- 6.365
- 1.850
813
- 11.731
+ 930
- 2.021
869
- 3.122
354
- 2.369
596
- 36.985
- 23.627
- 1.407
+ 831
- 27.546
- 3.103
- 4.501
+
16
- 1.443
677
+ 3.206
+ 7.100
- 2.006
750
- 2.373
3.189
794
- 4.961
- 4.538
- 1.764
215
397
692
713
- 2.174
221
- 2.645
178
- 15.349
- 4.910
- 5.726
- 5.608
- 16.708
- 3.961
- 3.950
- 3.196
- 2.226
- 4.273
- 3.319
- 4.416
- 3.240
disegno di Kopelnitsky, Stati Uniti
GIORNALI: CHI SALE
E CHI SCENDE
Tirature e vendite
nell’ambito nazionale
Tirature e vendite dei giornali secondo i
dati forniti dalla Federstampa seguono
l’andamento dei problemi che condizionano
il paese.
In media le perdite sono contenute anche
se a volte le indicazioni sulla diffusione
sono assai diverse da quelle che potrebbero
lasciare intendere le vendite. Alcuni esempi. Il
quotidiano Avvenire ha 60 o 70 mila abbonati
tanto è vero che la diffusione viene indicata
in 107mila copie mentre le vendite, come da
tabella, sono circa ventimila.
Idem il quotidiano in lingua tedesca
Dolomiten la cui diffusione viaggia sulle
50mila copie (vendite 10mila).
Un giornale di provincia come la Gazzetta di
Parma ha diverse migliaia di abbonati: 40mila
la diffusione, sulle 30mila le vendite. Idem
Il Giornale di Brescia (45mila la diffusione,
34mila le vendite) Italia Oggi con quasi
90mila di diffusione e 30mila le vendite.
ED ORA PER IL CUS BOLOGNA
LA SFIDA DELLO STERLINO...
di Alessandro Gallo
Un nuovo riconoscimento per il Cus Bologna. Anche perché il
braccio sportivo dell’Alma Mater Studiorum, che ha un’esperienza
datata 1946, gestisce diversi impianti in città. In principio c’era
solo il complesso di via del Terrapieno, con il suo campo da
calcio. Poi sarebbero arrivati i campi da tennis in cemento, il
PalaCus e il rinnovatissimo Giovanni Minghini, che è uno degli
impianti in erba sintetica più moderni in assoluto per la pratica del
calcio. Negli anni Francesco Franceschetti, numero uno cussino
dal 1985, ha amministrato saggiamente, per conto dell’università,
anche il centro universitario Record creando, di fatto, nel
comprensorio, una vera e propria cittadella dello sport a Bologna.
Bologna che, da tempo immemorabile, ha il problema di una
piscina coperta di dimensioni olimpiche. Chiusa ormai da
dieci anni quella dello stadio (che da scoperta che era, è stata
trasformata in coperta, ma non è mai stata utilizzata per mille
problemi e non sarà a regime fino al 2013), restava lo Sterlino.
Un complesso di proprietà di Coni servizi gestito da privati.
Il problema era che il Coni da tempo premeva per la vendita,
il Comune di Bologna non poteva ottemperare all’acquisto
e il rischio, a quel punto, era la chiusura. Chiusura a tempo
indeterminato di un impianto che, oltre a migliaia di bolognesi,
vede gli allenamenti di Martina Grimaldi (campionessa d’Europa
sulla distanza dei 10 chilometri e vice campionessa del mondo) e
Marco Orsi, ovvero dei due bolognesi che hanno staccato il pass
per i Giochi Olimpici di Londra. Con la mediazione del Comune
e dell’assessore allo sport Luca Rizzo Nervo, che ha individuato
nel Cus Bologna un partner più che affidabile, lo Sterlino (grazie
anche al Cusi e al lavoro dell’Università di Bologna) è stato
rilevato proprio da Franceschetti. Da luglio il passaggio definitivo,
con il Cus che, nel frattempo, ha acceso il mutuo. Anche perché
il costo dell’impianto, fissato da Coni servizi, è di 3,3 milioni di
euro. Ma altrettanti ne serviranno per rendere più moderna ed
efficiente la struttura.
E il Cus Bologna, rimboccandosi le maniche, vincerà anche
questa nuova sfida: scommettiamo?
UNO SCATTO
PER LO SPORT
Gli universitari del Cus Bologna campioni d’Italia universitari dell’hockey su prato
1955: da sinistra il massaggiatore Bortolini, Mazzoli, Politi, Masetti, Rossi, Melloni,
Magagnoli, Minghini; in ginocchio Veraschi, Natali, Benati, Savioli II°.
LA SCOMPARSA DI GIANNI POLITI
“EROE” DELLO SCUDETTO DELL’HOCKEY
Se n’è andato in punta di piedi un galantuomo dello sport delle Due Torri.
Così schivo da seguire con entusiasmo e passione le attività dei figli Federico
(allenatore di pallacanestro) e Claudia, quasi celando il suo passato. Un passato
glorioso perché Gianfranco “Gianni” Politi negli anni Cinquanta è stato uno degli
eroi che seppe conquistare uno storico scudetto per Bologna. Era il 1955 quando
lo studente Politi era stato coinvolto dagli amici nella squadra universitaria di
hockey su prato. E al termine di quella indimenticabile e leggendaria stagione il
Cus Bologna seppe conquistare il primo scudetto della sua storia. Gianfranco
era detto Gianni e, suo malgrado, fu protagonista anche due anni prima.
Gianfranco era il portiere anche della stagione 1953 quella nella quale il Cus di
Minghini e Magagnoli si presentò, all’ultima giornata, con un punto di vantaggio
sulla seconda e una trasferta a Genova. Ma un tiro mancino, alla fine, piegò la
resistenza del Cus Bologna. E Gianfranco, che di quel gruppo era l’indiscusso
numero uno, fu protagonista suo malgrado perché un infortunio lo tolse di
scena proprio alla vigilia di quel delicato incontro. Alla fine della stagione tutti
d’accordo: “Ci fosse stato Gianni in porta quel tiro non sarebbe mai entrato e
noi avremmo vinto il primo scudetto con due stagioni d’anticipo”. Aneddoti
che rendono ancora più grande la figura di Gianfranco, che ci ha lasciato a
ottant’anni. Un grande protagonista di uno sport cavalleresco che forse oggi non
c’è più e che, proprio per questo motivo, rimpiangiamo ancora di più.
C’è tempo sino al 30 giugno per partecipare al
concorso fotografico del Cus Torino.
Per gli amanti della fotografia e dello sport, del movimento, dell’attività fisica torna
il concorso fotografico “Uno scatto per lo Sport”, giunto alla sua ottava edizione. Il
concorso ha preso il via giovedì 12 aprile e sabato 30 giugno sarà il termine ultimo
per caricare le proprie immagini sul sito www.nikonclub.it/unoscattoperlosport.
Organizzato dal CUS Torino, con il supporto tecnico di Nital S.p.A distributore
ufficiale Nikon per l’Italia, dell’Editrice La Stampa e della Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo; l’iniziativa ha ottenuto l’adesione del Presidente della Repubblica
e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il patrocinio
del Comune di Torino, della Provincia di Torino, della Regione Piemonte,
dell’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino, dell’EDISU
Piemonte, del Collegio Einaudi, del CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano)
e della Camera di Commercio di Torino. L’edizione 2012 punta l’attenzione sul
significato della parola sport e sulle sue origini, che sono molto antiche dal latino
“deportare”. Lo sport all’interno di ogni società del mondo contemporaneo
ha una forte connotazione sociale, economica e politica. Importante è anche
la sua valenza culturale, come mezzo di trasmissione di valori universali e
scuola di vita che insegna a lottare per ottenere un buon risultato. Per il 2012
sono nuovamente previste due categorie: “Open” e “Universitari”. Rientrano
nella categoria “Open” tutti i professionisti e amatori; rientrano nella categoria
“Universitari” esclusivamente i professionisti e amatori regolarmente iscritti
nell’anno accademico 2011/12 alle Università legalmente riconosciute dallo stato
italiano. Per ciascuna categoria saranno premiate le prime tre immagini. Entrambe
concorreranno all’assegnazione del premio “CUS Torino Adaptive” (scatti
nell’ambito dello sport diversamente abile), oltre all’assegnazione di un premio
“Fondazione Sandretto Re Rebaudengo” (assegnato dal Dipartimento Curatoriale
della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo all’immagine ritenuta più significativa
in ciascuna categoria), un premio Associazione di Volontariato Sportivo Primo
Nebiolo (assegnato all’immagine che meglio rappresenta il valore sociale del
Volontariato nello Sport) e una medaglia della Presidenza della Repubblica
(premio di rappresentanza all’edizione 2012 del Concorso Fotografico “Uno Scatto
per lo Sport”). È anche previsto un premio speciale “Telethon – Walk of life”
assegnato all’immagine che meglio rappresenta il messaggio “Uno Scatto per la
Vita”. Infine esclusivamente la categoria “Universitari” concorre all’assegnazione
della targa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di
un premio speciale “WEP - World Education Program” (www.wep-italia.org)
(assegnato all’immagine ritenuta più significativa rispetto al messaggio di “Sport
nel mondo come parte integrante della cultura di una società”). Tra i premi: una
settimana in barca a vela, macchine fotografiche Nikon, abbonamenti digitali unici
La Stampa per Iphone Ipad e Pc, rimborso tasse universitarie A.A. 2011/12, due
settimane di corso di lingua all’estero WEP.
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CUS LECCE: ieri e oggi
N
el Salento ed a Lecce in particolare, il
baseball è giunto dopo ben 24 anni dalla
mitica partita del 27 giugno 1948 quando
al campo Giurati il Milano b.c. incontrò la
formazione degli Yankees di fatto la prima partita ufficiale
giocata tra giocatori italiani. È giunse in modo insolito
grazie ad un cineforum che proiettò prima Cameraman
dove l’eccezionale Buster Keaton parodiava le migliori
inquadrature di questo sport con un inimitabile brano
di antologia classica e successivamente il tenebroso
Fear Strike out (prigioniero della Paura) con un Anthony
Perkins in odore di oscar ma che pochi intuirono e
capirono il dramma del protagonista. Infine il 21 dicembre
1972 quando chi scrive tenne presso il Panathlon Club
Lecce la conferenza “Baseball, sport del futuro”. Per quei
panathleti fu una piacevole sorpresa di realtà sportiva ed il
presidente fondatore di quel Club, l’ing. Mario Stasi, mitico
uomo di sport di notevole e riconosciuto spessore, altresì
presidente e fondatore del Cus Lecce mi invitò a dare
seguito divulgativo presso il centro universitario. Fu così
che sotto la carismatica ed entusiastica spinta emotiva
dell’ing. Mario Stasi, e sotto la mia guida tecnica, si iniziò a
novembre del 1973 a svolgere lezioni teoriche e pratiche a
gruppi di universitari ed universitarie per poi incominciare
a contendersi con decisione i miei due guanti e due mazze
che già a quel tempo avevano visto e praticato diversi
campionati ed erano in attesa della pensione. Crebbe
così anche l’entusiasmo ben motivato da inaspettate
coincidenze: la presenza cusale di ben tre quotati giocatori
43
di Michele Dodde
di baseball che in quel periodo stavano svolgendo il
servizio militare presso la Scuola Truppe Corazzate: il
padovano Roberto Bonomo, eclettico lanciatore e grande
figura di atleta e serietà, il romano Michele Tabusso,
preciso ed armonioso nel suo ruolo di ricevitore ed il
friulano Domenico La Forgia, statuario prima base cui
nulla sfuggiva. Con il loro aiuto e nuove e complete
attrezzature, tra lo stupore dei più, furono assemblati i telai
e lo spirito goliardico giusto di due formazioni: quella del
baseball e quella del softball, ed all’inizio dei campionati
nel maggio del 1974 le due squadre erano pronte. Alla
presentazione, con il mitico completo viola tanto caro
all’ing. Mario Stasi (in segreto sempre gran tifoso della
Fiorentina), berretto nero-arancione, calzettoni bianchi e
scarpe nere a formare la divisa, i giornali locali salutarono
le due franchigie matricole con “un pizzico di presunzione
in più” che mai in realtà abbandonò la qualità di quegli
atleti. Il CUS Lecce softball in verità pagò lo scotto di una
preparazione allora difficile per le giocatrici a causa di una
limitata scelta che caratterizzava l’attività femminile al sud
ma la loro ammirevole volontà di proseguire, apprendere
e migliorare richiamò più volte l’affetto e la simpatia
di Renato Germonio, allora genio e divulgatore della
specialità, tanto che la successiva diaspora si concretizzò
con le Silver Wings di Galatina, le Pink Panthers di
Salve, le Blue Chips e le Bouldozers di Lecce. Diverso e
prorompente invece fu il debutto del CUS Lecce baseball
che contro tutte le aspettative delle squadre regionali più
blasonate incominciò a dare spettacolo e fascino andando
Il Cus Lecce
Baseball: Zappia,
Coluccia, Bonomo,
La Forgia, Pini,
Guido, Gianfreda,
A. Ceciarini. Seduti:
Colazzo, Tabusso,
M. Ceciarini, Martena,
Sozzo, Orlanducci,
Pantaleo, Lefons.
Tre campioni dell’atletica testimonial a Lecce
Il Cusi Puglia in collaborazione con il Cus Lecce ha organizzato presso il Liceo Scientifico “Vanni” di Casarano una
manifestazione titolata “L’atletica va a scuola”. Testimonial dell’evento sono stati tre atleti di caratura internazionale:
Nicola Vizzoni, medaglia d’argento all’Olimpiadi di Sidney 2000 e agli Europei di Barcellona 2010, nonché medaglia d’oro
all’Universiade di Pechino 2001 nella specialità del lancio del martello; Claudia Coslovich, pluricampionessa italiana nel
lancio del giavellotto e attuale primatista italiana nella stessa specialità, infine Daniele Greco, campione europeo under
23 Kaunas 2009 nella specialità del salto triplo. Folta la rappresentanza degli studenti convenuti all’Auditorium del liceo
Vanni, oltre trecento alunni che hanno riservato ad atleti e dirigenti ripetuti applausi. Presenti alla manifestazione anche il
presidente provinciale Fidal, Sergio Perchia e il professor Raimondo Orsini.
a vincere subito il loro primo campionato di categoria
dominando alla grande contro il b.c. Fulgor Foggia, il Bari,
il Potenza ed il b.c. Foggia subendo poi da quest’ultima
una sola sconfitta. Subito archiviata la disponibilità di un
campo di gioco realizzando all’interno del Velodromo degli
Ulivi in Monteroni il necessario diamante, da quell’anno e
sino al 1980, il CUS Lecce tenne sempre banco divenendo
punto di interesse e di sviluppo e memorabili sono rimaste
le visite del presidente Bruno Beneck nel 1977 e poi nel
1979 poiché là dove arrivavano i berretti nero-arancione e
le maglie viola si era certi di uno spettacolo di prim’ordine
e di una passione sportiva da interessare a lungo i media e
le locali nascenti televisioni. Ed era solo alle finali nazionali
che gli universitari leccesi in tutti quegli anni vennero
superati in quanto la loro tenuta tecnica si rivelava non
era corroborata da esperienza. Tuttavia molti gli aneddoti
e poi i ricordi: da un’intera notte passata all’addiaccio
a causa della rottura del pulman sulla ss 16 ai panini
mangiati frettolosamente per pranzo, dal caldo afoso che
imperlava la fronte alle levatacce domenicali (le trasferte
più vicine sommavano, tra andata e ritorno, a circa 600
km.), dalle meravigliose prese al volo alle micidiali battute
fuori campo, dai doppi giochi agli errori più semplici…
ricca così appare l’antologia di questa squadra diventata
realtà anzitempo. Come non ricordare allora l’eleganza dei
lanci di un Roberto Bonomo trasmessa poi al promettente
Luigi Sozzo ed all’eclettico e selvaggio Umberto Pini, la
calma spettacolare di Domenico La Forgia a difesa della
prima base, il coordinamento del gioco vanto del ricevitore
“rosso malpelo” Michele Tabusso e del suo erede Carlo La
Penna, la temerarietà del “capitano” Benvenuto Coluccia
e la grinta di Piero Lefons poi accasatosi quale tecnico,
il debutto e la continuità di dirty trick Raffaele Zappia,
gli estrosi e costruttivi Francesco Guido e Fernando
Gianfreda, le rocambolesche giocate dei fratelli “cecio”
Ceciarini: Alex, Max e Adolfo, l’amerikano Carlo Orlanducci
e via via i giovanissimi Nereo Pantaleo, Sergio Lorio,
Luciano Ancora. E significativo fu anche l’inizio del vivaio
che vide il CUS lecce sempre protagonista alle finali
regionali dei Giochi della Gioventù. Poi il mondo del lavoro
e le forzate emigrazioni dei primi slugger fecero sfumare
la vitalità compatta di questa squadra con il definitivo
scioglimento. Dalle ceneri sorsero i Choppers di Galatina,
i Jumbo Jet e Arci Uisp di Lecce e la Fiamma Maglie che
si affiancarono all’emergente Matino. E fu un simbolico
quanto convinto passaggio della fiaccola. Ma ancora
oggi, durante le trasferte, si intona sempre qualche canto
goliardico…
BORMIO E S.CATERINA CNU DELLA NEVE 2012
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