Piano di Governo del Territorio Primi indirizzi alla pianificazione

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Piano di Governo del Territorio Primi indirizzi alla pianificazione
Comune di Ranica
Piano di Governo del Territorio
Primi indirizzi alla pianificazione
Arch. Marco Cassin,
Assessore alla pianificazione e
sviluppo territoriale
Arch. Silvano Armellini, Progettista coordinatore
Ing. Dario Vanetti,
Febbraio 2010
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Coprogettista esterno
OBIETTIVI DI PIANO E SCELTE STRATEGICHE
Il nuovo piano di governo del territorio, in continuità con il vigente P.R.G., dovrà rappresentare un passo
decisivo che la comunità ranichese per consolidare definitivamente, anche nel suo progetto urbanistico,
il modello di sviluppo orientato alla qualità della vita deicittadini ranichesi e orientato alla sostenibilità
ambientale.
Ranica nel corso degli anni, pur con un sensibile incremento della popolazione residente, ha
consolidato una percepibile identità, in virtù principalmente di una crescita edificatoria abbastanza
equilibrata, estranea al principio dello sfruttamento intensivo delle aree tipico delle perifierie delle città
medio grandi. La salvaguardia dei grandi serbatoi di naturalità - dal Parco dei Colli alla piana agricola
del fiume Serio - e lo sviluppo di infrastrutture di servizio commisurato alle esigenze della collettività,
hanno costituito ulteriori elementi d’implementazione della qualità della vita della nostra comunità.
Il PGT dovrà essere principalmente in grado di risolvere alcune questioni strategiche: dalla viabilità
interna e di connessione con gli assi viari di attraversamento, alla riconversione delle aree dismesse (e
di prossima eventuale dismissione), alla qualificazione di alcune componenti del territorio caratterizzate
da equilibri instabili, come il centro storico e la via Marconi, contemperando politiche di intervento sia
per la residenza che per le attività produttive e assicurando, attraverso previsioni specifiche, la
salvaguardia dell’ambiente.
Sulla base del quadro conoscitivo e orientativo e dell’interpretazione della realtà territoriale ranichese
sarà possibile definire lo scenario strategico di Piano. In esso dovranno trovare adeguato riscontro, in
termini di scelte pianificatorie, i temi, le politiche e gli obiettivi contenuti nelle linee programmatiche
espresse dall’Amministrazione Comunale.
La nuova legge regionale per il governo del territorio (LR 12/05) definisce alcune precise linee di azione
per la politica territoriale da intraprendere per l’individuazione degli obiettivi di sviluppo a valenza
strategica.In primo luogo,esse devono riguardare la coerenza con le previsioni di carattere
sovracomunale e la verifica della sostenibilità ambientale.
Lo scenario strategico costituisce il riferimento per le fasi successive di elaborazione del Documento di
Piano, da sviluppare durante il processo di pianificazione. In particolare nel Documento di Piano
dovranno essere definite:
•
la componente quantitativa di sviluppo del territorio;
•
le politiche di intervento per i diversi sistemi funzionali;
•
la compatibilità delle politiche di intervento individuate con le risorse economiche attivabili
dall’Amministrazione Comunale;
•
l’individuazione degli ambiti di trasformazione strategica;
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•
le modalità di recepimento delle eventuali previsioni prevalenti contenute nei piani di livello
sovracomunale;
•
i criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione.
La scelta di porre lo sviluppo sostenibile come condizione e finalità della pianificazione territoriale ed
urbana dovrà permeare tutti gli obiettivi del nuovo piano di Ranica, nel senso che li caratterizzerà nella
direzione del perseguimento della crescita in qualità, piuttosto che in quantità, dei servizi, delle attività e
delle produzioni.
Per un corretto approccio metodologico appare necessario introdurre nei processi pianificatori il
concetto di “governance” generale. Il tema della governance nasce nelle scienze economiche ed è
riferito agli aspetti di gestione di società di capitali complesse. Il processo di governance è un processo
caratterizzato dalla mobilitazione di una molteplicità di soggetti in posizioni molto diverse per livello
gerarchico (sovrastatale, statale, regionale, locale), per statuto istituzionale (pubblico, pubblico-privato,
privato) e per metodologie di lavoro e connotato dal carattere negoziale e dalla presenza di azioni di
partecipazione (finalizzata alla responsabilizzazione giuridica dei soggetti pubblici), comunicazione
(finalizzata alla formazione e all’orientamento del consenso, rispetto al complesso delle problematiche
affrontate) e valutazione (finalizzata a sostenere, con dati, scenari ed elaborazioni, i decisori
nell’esercizio delle proprie funzioni).
Il PGT di Ranica si fonderà su una lettura critica del territorio di riferimento. Tale lettura si avvarrà dei
principali studi e documenti a corredo del PRG approvato nel 2005, ovviamente opportunamente
aggiornati, e dell’ascolto dei principali portatori di interessi diffusi e rilevanti, i cosiddetti stakeholder.
Si ritiene indispensabile e prioritario attivare un processo, non solamente di comunicazione, ma di
coinvolgimento e consultazione della cittadinanza e di tutti i soggetti coinvolti dalla nella redazione del
PGT a partire dalle fasi di avvio del procedimento, al fine di recepire proposte, spunti e suggerimenti,
così come indicato dalla Delibera della Giunta Regionale del 29 dicembre 2005 – Modalità per la
pianificazione comunale, Capitolo 2 articolo 2.2.
Il presente documento, in questa parte, declina nella dimensione locale, gli obiettivi strategici definiti
dalla lr 12/2005 e dalla pianificazione di livello sovracomunale in coerenza con i temi, le politiche e gli
obiettivi contenuti nelle linee programmatiche espresse dall’Amministrazione Comunale.
Quella che segue è una formulazione di obiettivi strategici generali che non devono essere intesi come
proposta strutturata immodificabile. Gli obiettivi strategici generali verranno infatti individuati
compiutamente nel Documento di Piano (art. 8, comma 2, lettera a) lr 12/2005), al termine dell’intero
processo di redazione del Piano, avvalendosi di un percorso di concertazione e condivisione, del
contributo offerto dal Quadro conoscitivo e orientativo, del processo integrato PGT-VAS previsto dallo
strumento della Valutazione Ambientale Strategica.
Gli obiettivi strategici generali sono così riassumibili:
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•
il coordinamento con le più generali politiche di sviluppo di scala regionale, nazionale ed
europea;
•
la promozione di un ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del sistema economicoproduttivo in un quadro di sostenibilità ambientale e di compatibilità con l’identità culturale del
territorio;
•
la promozione della città compatta, sviluppando le aree vuote all'interno dell’area urbana,
mediante schemi progettuali che traggano origine proprio dagli stessi vuoti urbani,
essenzialmente per connetterli tra loro e con il tessuto urbano in una rete ecologica capace di
dialogare con il territorio esterno;
•
la tutela (conservazione, gestione, recupero) e valorizzazione delle risorse paesaggistiche,
naturalistiche-ambientali e degli aspetti storico culturali, architettonici ed identitari;
•
la elevazione della qualità della vita, in particolare attraverso la riduzione dell’inquinamento
ambientale, la riduzione dei fenomeni da congestione di trasporto, la preservazione delle
risorse, la riqualificazione urbanistica del tessuto esistente ed in progetto;
•
la difesa del suolo, dell’assetto idrogeologico e gestione dei rischi legati ai caratteri del territorio.
Da questo primo elenco di macro finalità dovranno derivare una serie di scelte che di fatto riguardano
tutti i principali elementi della struttura urbana. E’ evidente, per la politica urbanistica ranichese la
necessità di costruire un quadro di coerenze per le principali politiche di settore misurato non solo sui
fatti della dinamica comunale, ma anche sulle principali relazioni con la media Valle Seriana e la
“Grande Bergamo”.
Il nuovo piano dovrà interpretare e assimilare nella sua struttura i temi di interesse extraurbano (es.
infrastrutture di trasporto e viabilità) rivolgendo altresì una particolare attenzione alle modalità di
esplicitazione ed interpretazione dei problemi a scala urbana connessi con la qualità dell’ambiente,
l’identità dei luoghi e la memoria collettiva: ciò vale a dire un paese fatto meglio, che funzioni in tutte le
sue parti.
Definiti gli obiettivi strategici generali, più concretamente si descrivono di seguito alcuni obiettivi che
costituiscono una sorta di insieme di precetti fondamentali costitutivi il quadro di indirizzo entro cui
lavorare alla stesura degli atti fondamentali del PGT ed entro cui definire puntualmente gli obiettivi
operativi, le linee di azione, gli obiettivi tematici intesi come specifiche aree di lavoro.
E’ senz’altro auspicabile integrare le politiche e strategie generali con un insieme di “obiettivi tematici”
che, partendo dal quadro di indirizzo, tendono a prefigurare alcuni caratteri significativi che si intendono
attribuire al territorio di Ranica. Per la loro importanza, gli obiettivi tematici si configurano come obiettivi
intersecanti politiche, luoghi, sistemi e azioni capaci di incidere in modo significativo sull’immagine del
nostro paese. Temi-obiettivi collettivi il cui raggiungimento può essere garantito mediante il
coinvolgimento diretto a livello decisionale non solo dell’Amministrazione comunale bensì di tutti i
portatori di interessi.
Come per l’individuazione degli obiettivi strategici generali, la lista degli obiettivi di indirizzo non è
esclusiva, ma si tratta di una prima individuazione che appare rilevante nel contesto del PGT. Essi
sono:
•
Obiettivi di sostenibilità per lo sviluppo;
•
Obiettivi di sostenibilità per la città da trasformare;
•
Obiettivi di sostenibilità per la città da riqualificare;
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•
Obiettivi di sostenibilità per la città dei servizi;
•
Obiettivi di sostenibilità per il sistema infrastrutturale;
•
Obiettivi di sostenibilità per il sistema ambientale, paesaggistico e culturale;
•
Obiettivi per la questione abitativa.
Obiettivi di sostenibilità per lo sviluppo
Una strategia di sviluppo sostenibile per Ranica è un obiettivo irrinunciabile alla luce dei nuovi scenari
sempre più competitivi, in conseguenza del graduale ed effettivo affermarsi ed estendersi del mercato
unico europeo. Negli ultimi anni ha preso l’avvio una radicale trasformazione dell’economia industriale
bergamasca, sia sotto il profilo localizzativo che organizzativo. Come in altre realtà produttive, si è del
tutto annullata la spinta verso uno sviluppo quantitativo e manifatturiero ad alto impiego di mano
d’opera. In tal senso l’esigenza di collocare le nuove fasi di sviluppo della città entro riferimenti diversi,
più flessibili in un quadro mirato comunque prioritariamente alla sostenibilità, e alla progressiva
(ri)qualificazione del tessuto produttivo locale.
Lo sviluppo delle attività produttive è connesso a nuove e stimolanti condizioni di concorrenzialità, a
vantaggi che i sistemi della “Grande Bergamo” e della Valle Seriana, di cui Ranica rappresenta l’anello
di unione, possono offrire in termini di disponibilità di aree, di accessibilità, di dotazioni pubbliche, di
qualità dei servizi e, più in generale, di qualità della vita, per attrarre nuovi investimenti e creare così
nuove occasioni di sviluppo. Contestualmente lo sviluppo locale va inteso come sviluppo delle
condizioni per valorizzare i fattori socio-economici-culturali della bassa Valle Seriana: Ranica deve
investire sulla sua collocazione geografica per difendere e sostenere il suo sistema produttivo
qualificato e sviluppare terziario e attività di servizio.
Queste modalità operative si potranno realizzare principalmente mediante la valorizzazione delle attività
esistenti in campo culturale, scientifico e industriale. Nella situazione attuale, Ranica presenta requisiti
indiscussi per giocare un ruolo di ponte tra la risorsa produttiva seriana e gli assi principali della mobilità,
incentivando la propria competitività, modernità ed efficienza, resistendo al rischio della stagnazione
senza prospettive future.
La storia produttiva Ranichese (Zopfi in primis) dimostra come, nel rapporto con il territorio, l’impresa è
sentita sia come entità economica che come entità sociale e culturale. In questo senso, anche in
relazione alla crisi economica ed industriale in atto, va promossa l’attivazione di risorse territoriali a
sostegno del mantenimento delle imprese presenti in Ranica.
A tale fine dovranno essere individuati adeguati strumenti per facilitare l’insediamento di attività
produttive qualificate e per disincentivare l’insediamento di attività con un elevato consumo di suoli e
ridotta occupazione (come gli insediamenti logistici e di puro magazzinaggio).
Le scelte di PGT, per quanto di sua competenza, dovranno garantire che i processi di trasformazione e
sviluppo siano compatibili con la rete della mobilità locale, con la sicurezza dai rischi naturali e
tecnologici, nonché con la salubrità e l’igiene degli insediamenti umani, attraverso una stretta
integrazione con il percorso di Valutazione Ambientale Strategica.
Obiettivi di sostenibilità per la città da trasformare
Per affrontare i maggiori problemi delle aree dismesse e/o funzionalmente riconvertibili sono necessarie
visioni e operazioni con una forte caratterizzazione strategica e programmatica. In questo quadro, il
governo della complessità si traduce in capacità di creare le condizioni per agevolare gli interventi nel
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senso di garantire operatività alle scelte di Piano, in termini di “certezza” (temporale, procedurale,
economica, ecc.).
La città da trasformare dovrà riguardare esclusivamente aree che ricadono all’interno del territorio
urbanizzato o al suo stretto margine (le aree dismesse, di riorganizzazione funzionale, ecc. da
riconvertire verso altri usi urbani), cioè aree la cui trasformazione è ritenuta di particolare rilevanza per
l'intero contesto urbano. Si tratta di trasformazioni urbanistiche finalizzate sia a rispondere alla domanda
presente (di insediamenti, di servizi, di aree per usi pubblici), sia a garantire i presupposti di una ripresa
dello sviluppo economico, qualitativo e quantitativo, la cui iniziativa viene rimessa, principalmente e
condizionatamente, all’azione dei soggetti che sono in grado di veicolare le necessarie risorse
economico-finanziarie.
A titolo di esempio, il PGT dovrà attivare un progetto integrato di recupero e riqualificazione del sistema
urbanizzato lineare lungo la via Marconi, cresciuto senza una precisa strategia territoriale e con le
potenzialità per divenire un asse commerciale qualificato di servizio alla bassa Valle Seriana. Alcune
disomogenee trasformazioni di questi decenni rendono necessaria la formazione di un nuovo progetto
finalizzato alla ricomposizione urbana e funzionale di quest’asse di attraversamento. Questo progetto, di
ampio respiro e di lungo periodo, deve prendere il via dalla riqualificazione delle strutture esistenti con
operazioni di trasformazione e consolidamento dei fabbricati, oggi in alcuni casi in condizioni di
degrado. Il rafforzamento delle testate terminali di tale sistema dovrà essere perseguito con progetti di
elevata qualità architettonica che segnalino anche verso l’esterno il processo di riqualificazione
intrapreso. Dovrà essere posta attenzione alla ridefinizione del tracciato stradale, ciclabile e del
trasporto pubblico possibilmente mediante il coinvolgimento dei comuni confinanti (Torre Boldone e
Alzano Lombardo). I progetti di trasformazione, oltre alla qualità architettonica, dovranno adottare
modelli di funzionamento improntati alla massima sostenibilità agendo sulla riduzione dei consumi
energetici, sulla produzione di energia rinnovabile, sul riciclo delle risorse e sull’utilizzo di materiali
ecocompatibili.
Obiettivi di sostenibilità per la città da riqualificare
Il centro storico di Ranica è una risorsa importante in relazione alla buona qualità complessiva del
tessuto, al ruolo nodale rispetto alle principali relazioni urbane (la mobilità locale, gli assi dei servizi, il
commercio di prossimità), arricchita nell’intorno dalla presenza di importanti e vitali complessi
architettonici (villa Camozzi su tutti) che si è conservato discretamente e che è stato oggetto di recenti
interventi di di valorizzazione da parte di privati e dell’Amministrazione comunale (il recente rifacimento
della pavimentazione stradale, la realizzazione del Centro culturale, la ristrutturazione di Villa Gritti
Morlacchi).
Le qualità del centro storico hanno potuto consolidarsi anche per le condizioni territoriali e socioeconomiche del Comune di Ranica, che fino agli anni ottanta hanno risentito solo marginalmente dei
grandi processi di trasformazione urbana che hanno coinvolto il centro di Bergamo e le periferie.
Una sfida fondamentale per il governo del territorio dei prossimi anni sarà lo sviuppo della vitalità del
centro storico, senza riduzione delle sue qualità, operando per la sua valorizzazione attraverso azioni
che consentano il riconoscimento delle sua identità.
Il PGT dovrà puntare ad incentivare la permanenza dei residenti nel centro storico. Dovrà essetre
consolidato il sistema di servizi di supporto al centro, dovranno essere resi più efficaci gli interventi di
recupero degli edifici esistenti, accompagnando le scelte da attente valutazioni in merito alla
sostenibilità, anche mediante la definizione di “criteri per la progettazione”, relativi ad aspetti quali: i limiti
quantitativi massimi, le vocazioni funzionali da privilegiare, l’impostazione generale di progetto dal punto
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di vista morfo-tipologico, le eventuali specifiche esigenze di dotazioni infrastrutturali e di servizi, da
assumersi all’interno del processo di definizione degli interventi.
La qualità degli spazi pubblici ha un ruolo importante nel determinare le condizioni di vita della
popolazione urbana. Dovrà essere intensificata l’attenzione al progetto degli spazi aperti, creando spazi
attrattivi e orientati ai bisogni dei fruitori, puntando ad elevati standard in termini di cultura della
costruzione. Questo processo si dovrà fondare su una maggiore interazione tra il “fare” architettura e le
fasi della pianificazione infrastrutturale e urbanistica.
Tuttavia, la cultura della costruzione è un bisogno per Ranica che non può limitarsi agli spazi pubblici.
Perciò è anche necessario prendere in considerazione la salvaguardia del patrimonio culturale
preservando e valorizzando gli edifici storici dal punto di vista architettonico e urbano. La più generale
valorizzazione dei vecchi nuclei si pone su un piano sociale che supera il livello urbanistico, laddove si
pone obbiettivi quali l’aumento della popolazione residente e delle attività economiche, il riordine
compositivo delle facciate e la conservazione e valorizzazione dei valori identitari del tessuto urbano.
Un altro tema di grande importanza è costituito dall’efficienza energetica degli edifici, sia esistenti, sia
nuovi. Un uso equilibrato delle risorse naturali e l’efficienza economica durante il funzionamento sono
prerequisiti chiave per le nostre città che devono anche essere in grado di adattarsi alla minaccia posta
dal cambiamento climatico globale. Uno sviluppo urbano ben progettato e pianificato può fornire una
crescita controllata, puntando al miglioramento della qualità ambientale e a ridurre le emissioni.
Obiettivi di sostenibilità per i servizi
Definire una nuova strategia dei servizi per la collettività intesa quale armatura pubblica dovrà essere
un caposaldo del nuovo strumento urbanistico.
E’ ormai diffusa l’esigenza di una più elevata qualità, e di un più adeguato rendimento, oltre che di un
più marcato orientamento alla effettiva domanda sociale, sia del sistema dei servizi che del sistema
residenziale.
Le disposizioni contenute nella lr 12/2005 relative alla formazione obbligatoria del “Piano dei servizi”
costituiscono un importante strumento per valutare e supportare le scelte urbanistiche del PGT,
fornendo, se necessario, anche le indicazioni per l’individuazione delle aree che maggiormente
necessitano dell’insediamento di nuove attrezzature e di spazi collettivi. I PRG hanno consentito di
acquisire le attrezzature di base; oggi appare necessario puntare ad una maggiore qualità della vita,
attraverso servizi più efficienti, ma anche con miglioramenti dell’ambiente urbano.
Aspetto fondamentale che dovrà essere affrontato dal PGT riguarda l’opportunità di “mettere a sistema”
i servizi presenti sul territorio e favorirne l’accessibilità. Tale obiettivo si traduce nella necessità di
costituire una trama di servizi e di spazi aperti continua ed integrata, in grado di facilitare le relazioni tra i
principali servizi e gli spazi aperti di Ranica, tenendo presente che il sistema dei servizi riguarda sia le
attrezzature urbane, sia gli ambiti di fruizione delle aree ricomprese nel Parco dei Colli e agricole
adiacenti al fiume Serio.
All’interno di questo schema a rete, il mantenimento dell’impianto del sistema degli spazi aperti, che
dagli spazi esterni penetra il tessuto urbano sino al centro storico, è un requisito fondamentale della
qualità urbanistica di Ranica che deve essere rafforzato, anche in occasione delle trasformazioni
urbanistiche promosse dal piano.
Al miglioramento delle prestazioni complessive dovranno contribuire la valorizzazione del patrimonio
esistente e la creazione di un sistema di piste ciclabili che garantisca un contributo importante alla
qualità della vita dei cittadini. Nella fase di elaborazione del PGT, l’aggiornamento dell’analisi dei servizi
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esistenti, già sviluppata nel PRG, dovrà costituire un punto fermo dal quale partire per poter
raggiungere l’obiettivo prioritario di garantire a tutta la città una rete di servizi rispondente alle reali
esigenze con un continuo miglioramento della qualità urbana.
Obiettivi di sostenibilità per il sistema infrastrutturale
E’ indispensabile promuovere una verifica complessiva del sistema di mobilità mediante l’analisi critica
e l’eventuale revisione delle relazioni funzionali all’interno del territorio di Ranica e tra questa e gli
insediamenti dell’area vasta.
Per affrontare questo problema, la pianificazione dei trasporti e la gestione del traffico devono sempre
più mirare a ridurre gli impatti negativi del sistema mobilità sull’ambiente e sulla qualità sdella vita del
cittadino. In altre parole, va verificata la sostenibilità ambientale e sociale del sistema delle mobilità.
Uno degli obiettivi fondamentali del Piano di Governo del Territorio è il rafforzamento e la vitalizzazione
degli ambiti territoriali ove è più elevata l’accessibilità, soprattutto con il mezzo collettivo. Questi luoghi
privilegiati per le potenzialità di accesso si vengono a configurare come nodi ove collocare servizi e
strutture, oltre ad adeguate offerte di parcheggio per l’interscambio, al fine di sfruttare al massimo le
potenzialità di connessione. È evidente che tale principio dovrà trovare prima applicazione nell’ambito
della stazione della TEB. Essa rappresenta infatti sotto il profilo urbanistico una polarità che costituirà,
con le trasformazioni già in atto al suo intorno e quelle potenzialmente attivabili, uno dei più significativi
ambiti di trasformazione del territorio di Ranica.
Occorre il confronto e la coerenza tra le visioni strategiche degli Enti territoriali interessati (comuni,
provincia, regione) e una programmazione integrata come base per una pianificazione che non sia
legata esclusivamente alla specificità territoriale comunale e pertanto priva dell’apporto costruttivo dei
dati, delle conoscenze, delle politiche strategiche degli Enti limitrofi e sovracomunali che rendono
concrete, fattibili e “vincenti” le politiche e le misure intraprese dagli strumenti del PGT.
Obiettivi di sostenibilità per il sistema ambientale, paesaggistico e culturale
Il patrimonio naturale - con le sue emergenze ed eccellenze naturali (Parco dei Colli, Fiume Serio e il
PLIS)- abbisogna oggi non tanto e non solo di una generica tutela, ma politiche e programmi più
caratterizzati, mirati e praticabili, oltre che aperti al contributo di una pluralità di soggetti sociali
interessati. In tal senso è necessario attuare un’azione di tutela e valorizzazione ambientale finalizzata
al miglioramento delle condizioni di vivibilità della città (riduzione dei fattori inquinanti, mitigazione
dell’inquinamento da traffico), alla realizzazione di un nuovo sistema del verde pubblico e privato, alla
costruzione della “rete ecologica” che colleghi tra di loro le aree con valore ambientale esistenti e di
progetto e queste con gli ambiti di valore naturalistico e ambientale presenti nel territorio. Non va
dimenticato che le reti ecologiche rappresentano il luogo della riqualificazione dello spazio naturale nei
contesti antropizzati, pertanto, nell’ambito della pianificazione urbanistica locale, hanno direttamente a
che fare con problemi quali il consumo di suolo, la frammentazione territoriale, la sostenibilità dello
sviluppo insediativo.
Per le aree ricomprese nella fascia del Parco dei Colli è necessario rendere coerenti politiche volte a
salvaguardare il valore naturale, ambientale e paesaggistico con politiche mirate a garantire il
mantenimento e lo sviluppo delle poche attività produttive di tipo agricolo. L’attività produttiva dell’uomo,
nello spazio rurale, può diventare elemento di convergenza di valori ambientali, sociali, economici, ma
anche urbanistici, architettonici, storico culturali. Occorre considerare che l’agricoltura è destinata a
modificare ancora il proprio ruolo e ad affrontare nuove fasi di ristrutturazione.
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Circa il sistema ambientale alcuni principali obiettivi possono essere:
•
la salvaguardia degli elementi naturalistici di pregio del territorio;
•
la valorizzazione del sistema dei corsi d’acqua;
•
la definizione di progetti di rigenerazione ambientale;
•
la definizione di sistemi di mitigazione dell’impatto delle infrastrutture e degli interventi di
trasformazione;
•
l’identificazione del sistema del verde urbano (parchi urbani, alberature dei viali, verde privato)
di primaria grandezza;
•
la deimpermeabilizzazione generalizzata del suolo urbano.
La risorsa paesaggio dovrà essere indagata, tenendo conto sia della componente agraria che della
componente urbana:
•
Per la componente agraria si dovrà principalmente individuare gli ambiti di paesaggio agrario
già tutelate nel PLIS, di interesse storico culturale e gli elementi significativi di interesse storico
garantendo la salvaguardia delle attività produttive ambientalmente sostenibili e dei valori,
storici e architettonici, presenti sul territorio pedemontano, nonchè la conservazione o la
ricostituzione del paesaggio agrario.
•
Per quanto riguarda invece il paesaggio urbano, l’obiettivo fondamentale è quello di
aumentarne la qualità generale della percezione individuandone e valorizzandone specificità e
caratteristiche. Si tratta di individuare quegli elementi che contribuiscono a definire qualità
generale del paesaggio e nello specifico degli elementi storici, corsi d’acqua, elementi
vegetazionali emergenti anche isolati, grandi giardini e parchi privati, le ville storiche, ecc.
classificandoli in relazione all’entità, al ruolo storico, alle caratteristiche strutturali e insediative,
individuando perimetrazioni, peculiarità e potenzialità di qualificazione e sviluppo nonché
eventuali fattori di abbandono, degrado sociale, ambientale e edilizio, e successivamente di
individuare anche una disciplina generale diretta ad integrare le politiche di salvaguardia e
riqualificazione con le esigenze di rivitalizzazione.
Obiettivi per la questione abitativa
La questione della casa può essere tradotta nella garanzia di un’abitazione decente e a prezzo
ragionevole per ogni famiglia. Essa pertanto rappresenta un tema rilevante per la società e l’economia
italiana, e relativamente a ciò Ranica non fa eccezione.
Questo, per almeno quattro ragioni:
•
l’esplosione del mercato immobiliare verificatasi nell’ultimo decennio e fino allo scorso anno,
con l’eccezionale crescita del numero delle compravendite e al tempo stesso dei prezzi;
•
il ritorno dell’emergenza abitativa: un numero sempre maggiore di famiglie riesce con fatica a
trovare risorse finanziarie stabili per l’acquisto della casa;
•
salvo una debole ripresa nel corso dell’ultimo anno, conseguente allo stallo delle
compravendite, il mercato dell’affitto non riesce a dare risposte ad una domanda che chiede
prezzi moderati;
•
a partire dalla seconda metà degli anni ’80, il pubblico ha smesso di occuparsi di casa e di
abitazioni sociali. Manca quasi totalmente una politica abitativa vera e propria.
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In questi ultimi anni la domanda abitativa ha assunto forme diversificate che a titolo esemplificativo
riguardano le famiglie di nuova formazione, i single, gli immigrati, la domanda temporanea.
Negli ultimi anni la domanda di casa, anche in Ranica, si è notevolmente modificata: è diventata più
articolata e complessa, ha visto la crescita di forme di disagio, la comparsa di nuove figure di portatori di
bisogno abitativo, oltre all’estensione del “rischio abitativo” presso segmenti di popolazione in
precedenza non toccati da questo problema. In particolare vi è una fascia sempre più ampia che si
trova in serie difficoltà di fronte a canoni di affitto che assorbono quote sempre più alte del reddito.
Dietro queste variazioni stanno trasformazioni demografiche, delle strutture familiari, dei sistemi di
solidarietà, la crescita di processi di precarizzazione e l’aumento della vulnerabilità sociale di parte della
società.
La questione abitativa può essere declinata attraverso quattro temi forti:
•
l’emergenza della fascia più debole della popolazione residente, acuita con la crisi economica e
con il boom immobiliare;
•
l’emergenza di una fascia di domanda che vede e vedrà aumentare il peso dell’affitto sul
proprio reddito;
•
una domanda di non proprietari, che si scontra con i picchi troppo alti dei prezzi che l’attuale
fase di mercato sta vivendo, nonostante il forte rallentamento delle vendite degli ultimi mesi;
•
la domanda abitativa degli extracomunitari.
Esiste quindi una domanda abitativa che non può essere misurata con i vecchi parametri del
fabbisogno, ma che è in larga misura costituita da fattori sia endogeni che esogeni del tutto indipendenti
dallo stesso trend demografico.
Il permanere di una domanda di edilizia sociale dovrà trovare adeguata risposta sia nell’edilizia pubblica
che in quella privata convenzionata, nel rispetto delle specifiche vigenti disposizioni a carattere
sovracomunale, magari proprio in quegli ambiti di trasformazione territoriale dove è possibile
condizionare maggiormente l’iniziativa privata.
Perequazione e compensazione urbanistica
La lr 12/2005 prevede che la scelta di avvalersi della compensazione e perequazione è rimessa alla
determinazione dell’Ente Locale ed è pertanto un’opzione facoltativa e non obbligatoria.
In ambito urbanistico il tema della perequazione è particolarmente sentito poiché i modelli perequativi:
•
tendono a trattare secondo equità i proprietari delle aree soggette a trasformazione;
•
collegano alla realizzazione di nuove edificazioni private un proporzionale beneficio per la
collettività in termini di cessione, senza corrispettivo monetario, delle aree da destinare ad
attrezzature e infrastrutture di uso pubblico o collettivo e a verde pubblico, e/o di realizzazioni
onerose;
•
superano l’acquisizione di aree pubbliche mediante procedimenti espropriativi;
•
tendono a superare la durata temporale dei vincoli urbanistici e la necessità di reiterarli.
In continuità con un percorso metodologico in parte già avviato con il Piano vigente, il PGT dovrà
verificare in relazione agli obiettivi generali e alle strategie operative di optare tra diverse ipotesi:
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•
perequazione urbanistica generalizzata, quale strumento principale di regolazione dei suoli cioè
quella che interviene in tutto il territorio, ad esclusione delle limitazioni previste dalla vigente
normativa;
•
perequazione urbanistica parziale applicata solo ad una quota parte di aree destinate alla
trasformazione urbanistica (compresi eventuali lotti liberi), e ad essa viene attribuito un ruolo
attuativo di gestione del progetto di rinnovamento previsto dal Piano. Evidentemente in questo
secondo modello sarà necessario verificare con attenzione la compresenza nell’ambito del
Piano di due regimi tra loro differenti: il regime perequativo applicato solo ad una parte dei suoli
e il regime ereditato dal DM 1444/68 (per zone omogenee) e di apposizione di eventuali vincoli.
•
Compensazione di aree da destinare alla realizzazione di servizi pubblici con l’attribuzione di
diritti edificatori trasferibili in ambiti appositamente individuati dal PGT.
Processo partecipativo e coinvolgimento della popolazione
In linea le recenti disposizioni normative sempre più orientate a riconoscere il valore positivo portato dal
coinvolgimento della cittadinanza attiva e delle parti sociali nella materia urbanistica, formalmente
riconosciuto attraverso l’individuazione dei nuovi momenti di confronto ed informazione codificati
all’interno del processo di approvazione e di valutazione ambientale dei piani; la proposta avanzata per
Ranica vuole porsi come modello evoluto rispetto agli adempimenti minimi previsti dalla normativa
vigente.
Nello specifico ai momenti già codificati come l’avvio dei procedimenti di redazione del PGT e di VAS, la
ricezione dei suggerimenti e delle proposte, le conferenze di valutazione legate al processo VAS e, più
avanti, il confronto ed il perfezionamento possibile attraverso le osservazioni, il percorso di elaborazione
del PGT di Ranica vuole estendere il della popolazione attiva, delle parti sociali, delle strutture
intermedie e dei principali portatori di interesse attraverso un processo di confronto articolato in due
principali blocchi di attività:
•
ascolto - rivolto alle realtà strutturate già operanti nel territorio quali associazioni, forum,
commissioni, enti, ecc.;
•
confronto - rivolto alla popolazione nelle sue principali articolazioni (giovani, anziani, stranieri, ecc)
Tutte le fasi dovranno essere supportate da una terza attività legata agli aspetti comunicativi e rivolta a
tutta la popolazione per mezzo di incontri, informazione sui mass media e sul sito web, volantinaggi e
manifesti, pannelli informativi, ecc.).
Il successo del processo partecipativo, in termini di livello di condivisione e di qualità dei contributi forniti,
potrebbe accrescere notevolmente con i maggiori investimenti che si riterrà corretto individuare al fine di
potenziare i metodi e i contenuti del processo quali, ad esempio, l’uso di appositi linguaggi comunicativi,
di specifiche strumentazioni tecniche e metodiche volte a facilitare la partecipazione dei soggetti,
l’introduzione di principi e campi di azione della sostenibilità utili alla ricostruzione delle problematiche.
Le parti più strettamente operative potranno assumere la seguente articolazione:
•
raccolta e inquadramento delle istanze individuali (questa potenziabile anche attraverso l’utilizzo di
sistemi interattivi innovativi offerti dal web, come ad esempio il “Geo Tagging”);
•
mappatura degli attori locali quali comunità, associazioni di categoria, rappresentanti del mondo
economico e produttivo, istituzioni, enti di presidio e gestione del territorio, ecc.;
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•
costruzione di una agenda di piano volta incontrare gli attori locali per registrare i loro programmi,
le eventuali criticità ed istanze;
•
individuazione e sistematizzazione delle criticità locali e verifica degli interessi diffusi;
•
costruzione di un primo quadro delle criticità, degli interessi diffusi e loro relazione con le forme
territoriali da inserire nelle analisi e/o documenti preliminari;
•
attivare un rapporto con le nuove generazioni visto che i bambini (si propone di coinvolgere un
campione delle scuole elementari con modalità da concordare) costituiscono un punto di vista
particolare e promettente, in quanto più capaci di esprimere un atteggiamento non ancora, o
ancora poco, condizionato da posizioni e interessi di gruppo;
•
conferenze di valutazione e incontri pubblici di presentazione;
Strumenti
Numerose sono le esperienze sviluppate dal gruppo di lavoro per attivare processi partecipativi alle
diverse scale e che nel caso in specie si intende orientare sul tema dei servizi e loro qualità attraverso
le modalità operative sopra descritte.
La disponibilità di maggiori investimenti potrebbe determinare l’introduzione di nuovi strumenti per
facilitare l’interazione con i cittadini basati sul web, come forum informatici, blog e geotagging (una
modalità innovativa con la quale i cittadini interagiscono in rete collocando indicazioni, istanze,
problematiche e proposte, direttamente sul supporto cartografico on line).
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