Ristrutturazione del Debito e Turnaround

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Ristrutturazione del Debito e Turnaround
RISTRUTTURAZIONE DEL
DEBITO E TURNAROUND
OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
OVERVIEW
• Dopo la contrazione del 2008-2009, il PIL italiano era tornato a crescere dell’1,8% nel 2010, per poi rallentare a un +0,4%
1
nel 2011. Nel 2012 è prevista una riduzione dell’1,5% . Il PIL dell’area Euro, cresciuto dell'1,6% nel 2011, è previsto in
2
calo dello 0,5% nel 2012 .
• Nel 2011 l’indice dei prezzi al consumo in Italia è aumentato del 2,8% sul 2010, contro un aumento medio delle
retribuzioni dell’1,8%. La disoccupazione si è attestata all’8,9% a dicembre 2011 (oltre il 30% per gli under 25). La
produzione industriale è rimasta pressoché invariata nel 2011 (ad un primo semestre in crescita è seguito un secondo in
flessione). Per contro gli ordini all’industria sono apparsi in tendenziale aumento.
• Il debito pubblico italiano è continuato ad aumentare nel 2011 sino a 1.900 miliardi di Euro, pari al 120% circa del PIL. La
combinazione di elevato debito pubblico e bassa crescita ha innescato una forte tensione sul tasso di interesse del debito
italiano: il differenziale di rendimento BTP-Bund a 10 anni (spread) è cresciuto dai 185 bp di fine 2010 ai 528 bp di fine
3
2011 . Pertanto nelle prime settimane del 2012 l’agenzia di rating S&P ha effettuato un doppio taglio al merito creditizio
dell’Italia, portandone il rating a BBB, secondo una tendenza già osservata per altre agenzie di rating.
• A ridosso dell’estate 2011 il Governo italiano ha iniziato una serie di manovre correttive, al fine di ridurre il deficit dello
Stato e garantire la piena capacità di rimborsare il debito. Su pressione dell’Unione Europea, della BCE e dell’FMI, l’attività
di correzione è proseguita attraverso molteplici manovre di finanza pubblica, anche per opera del nuovo Governo.
• Le manovre correttive effettuate, nonché il profilo tecnico del nuovo Governo, hanno restituito una maggiore credibilità al
Paese, consentendogli di allontanare lo spettro dell’insolvenza. Gli effetti si sono avuti anche sullo spread, che a fine
marzo 2012 si è riportato intorno ai 330 bp, e sui tassi di interesse delle più recenti emissioni di titoli di Stato. Tali azioni
tuttavia, agendo solamente sul lato di minori spese e maggiori tasse e imposte, comportano un concreto rischio di effetti
recessivi sul sistema economico nazionale già peraltro riflesso nelle stime per il 2012. Anche per tale ragione, uno degli
obiettivi principali dell’agenda governativa sembra essere oggi l’assunzione di decisioni in grado di stimolare, almeno nel
medio/lungo periodo, la crescita del Prodotto Interno Lordo.
Alla contrazione del PIL italiano nel
biennio 2008-2009 è seguito il biennio
2010-2011 di modesta crescita,
trascinata da un rimbalzo di Germania
e USA. L’economia italiana rimane
fortemente depressa, caratterizzata da
crescita limitata e fragilità strutturali.
Italia, dati Macro
Importazioni
La
disoccupazione
ha
subito
un’accelerazione nel 2011, arrivando
all’8,9% a fine anno, per salire ancora
al 9,2%4 a gennaio 2012. Anche
l’inflazione ha conosciuto un deciso
incremento nel 2011, anche per
l’aumento dell’IVA dal 20% al 21%.
Esportazioni
L’indice di produzione industriale in
Italia ha subito una sensibile flessione
a partire dal 2H2008, che si è estesa
per tutto il 2009 con ripercussioni
sull’intera economia. Nel 2010 si è
assistito a un parziale recupero,
neutralizzato però nel 2011.
Gli ordini all’industria hanno avuto un
andamento simile nel periodo, pur
mostrando
nel
2010-2011
una
graduale ripresa.
(Var. % YoY, tranne disoccupazione
e finanza pubblica)
PIL
Deficit / PIL
Debito Pubblico / PIL
2007
2008
2009
2010
2011
1,7
-1,2
-5,5
1,8
0,4
-1,6
-2,7
-5,4
-4,6
-3,9
103,1
105,8
116,1
118,7
120,1
3,8
-4,4
-13,7
10,5
0,4
4,6
-4,3
-18,4
9,1
5,6
Investimenti fissi lordi
1,8
-3,7
-11,7
2,1
-1,9
Consumi delle famiglie
1,1
-1,0
-1,8
1,2
0,2
Tasso disoccupazione ^
6,1
6,7
7,8
8,4
8,9
Prezzi al consumo
2,0
3,5
0,8
1,6
2,8
Fonte: Banca d'Italia, Relazione Annuale sul 2010, mag 2011; ISTAT, Report PIL e
Indebitamento AP, mar 2012
^ Dato perc. annuale. Nel 2011 dato di dicembre
Italia, indicatori macroeconomici 2006-2011
(rilevazione mensile)
15%
140
10%
120
5%
0%
100
-5%
80
-10%
60
-15%
-20%
40
La fiducia degli imprenditori, toccato il
minimo nel 1H2009, appare nel 2011
incerta e in tendenziale flessione.
-25%
-30%
20
gen-06
lug-06
gen-07
lug-07
gen-08
Produzione industriale (scala sin)
lug-08
gen-09
lug-09
gen-10
Business confidence (scala des)
lug-10
gen-11
lug-11
Ordini all'industria (scala des)
Fonte: Elaborazione EnVent su dati Bloomberg
1
Banca d’Italia, febbraio 2012
Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook, January 2012, p.2
Bloomberg
4
ISTAT, marzo 2012
2
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1
RISTRUTTURAZIONE DEL
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OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
La scarsa crescita dell’economia,
affiancata all’ingente volume di debito
pubblico, ha determinato una diffidenza
dei mercati finanziari riguardo la piena
sostenibilità del debito italiano, con una
conseguente crescita del differenziale
tra i titoli di Stato Italiani a 10 anni
(BTP) e quelli tedeschi (Bund). Tale
andamento è risultato probabilmente
rafforzato dalla generale tensione e
preoccupazione osservata sui mercati
finanziari relativamente ai debiti
sovrani dei paesi UE e al pericolo di
“contagi” dalla Grecia ai paesi
maggiormente a rischio/indebitati.
A fine lo Spread BTP/Bund ha
raggiunto i 528 basis point. Dalla
nascita dell’Euro e sino al 2007 il
divario era pressoché inesistente.
La crescita dello spread ha acuito le
tensioni sul debito italiano. Ha avuto
inoltre riflessi sul sistema finanziario e
bancario (anche attraverso gli effetti sul
valore dei titoli di stato detenuti dalle
nostre banche) e sull’economia reale.
Rendimento BTP Italia - Bund Germania 10 anni e Spread
(Gen. 2002 - Mar. 2012)
8%
7%
6%
5%
4%
3%
2%
1%
0%
gen-02
gen-03
gen-04
gen-05
gen-06
gen-07
BTP Italia 10 anni
gen-08
gen-09
gen-10
gen-11
gen-12
Bund Germania 10 anni
Fonte: Elaborazione EnVent su dati Bloomberg
Le manovre correttive di finanza
pubblica attuate a partire dall’estate
2011 e culminate con il decreto “SalvaItalia” dello scorso dicembre, nonché le
operazioni di rifinanziamento effettuate
dalla BCE, hanno determinato nel
primo trimestre 2012 un allentamento
della tensione sui titoli di Stato con un
abbassamento dello spread (intorno ai
330 bp a fine marzo) e dei tassi di
interesse sulle nuove emissioni. Un
ulteriore allentamento della tensione
sui titoli di Stato è inoltre derivato
dall’accordo raggiunto sul parziale
stralcio e swap del debito greco.
Nel quarto trimestre del 2011 la Banca
Centrale Europea ha posto in essere
alcune misure in favore degli istituti
europei, per il sostegno alla liquidità.
Nei mesi di novembre e dicembre 2011
la BCE ha tagliato due volte il tasso di
riferimento, sceso dall’1,5% all’1%.
In seguito sono state effettuate due
operazioni di rifinanziamento (LTRO) a
lungo termine con durata a 36 mesi
(contro i 12 usuali) per gli istituti
europei e aggiudicazione piena degli
importi richiesti, per oltre 1.000
miliardi di Euro complessivamente.
Capitali prelevati dalla BCE
nell'ambito LTRO (Euro mld)
21-dic-11 29-feb-12
Totale prelievo banche UE
490
530
di cui totale banche italiane
116
139
Peso sul totale
23,7%
26,2%
Dettaglio maggiori banche italiane*:
Intesa Sanpaolo
12
24
Unicredit
12,5
5-10
MPS
10
10-15
UBI
n.a.
6
Fonte: Notizie di Stampa Il Corriere della Sera e IlSole24Ore
* Elaborazioni e stime IlSole24Ore, 29 feb e 1 mar 2012
Agli istituti è stato concesso di portare
a garanzia degli importi richiesti i titoli
di stati dei paesi dell’Eurozona, anche
quelli a maggior rischio sistemico.
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LE FONTI DI FINANZIAMENTO PER LE AZIENDE
• Il Valore Aggiunto delle imprese industriali e dei servizi italiane si è notevolmente contratto nel 2008-2009, biennio a cui
successivamente non è seguito un pieno recupero. Le imprese non riescono a trovare nella propria capacità reddituale
un’adeguata forma di autofinanziamento.
• Il sistema bancario italiano ha continuato a sostenere il tessuto produttivo del Paese, con prestiti verso le imprese non
finanziarie cresciuti del 3,1% nel 2011 e prestiti alle famiglie produttrici aumentati dell’1,9%. Tuttavia, nel mese di dicembre
2011 si è registrata una decisa stretta creditizia, che ha acuito le tensioni finanziarie delle imprese. D’altro canto, anche a
causa di crescenti tassi d’interesse passivi, si osserva una diminuzione della domanda di finanziamenti bancari da parte
delle imprese, peraltro sempre più destinati alla gestione del circolante o alla ristrutturazione del debito già esistente.
• Nel 2011 il ricorso al mercato obbligazionario è stato uno strumento fortemente utilizzato dal sistema bancario (oltre 100
miliardi di Euro di emissioni nette), mentre per le imprese e società non finanziarie è stato un anno di rimborsi netti.
• Gli effetti della crisi si sono protratti nel 2011 anche sul mercato azionario sia primario che secondario. Il numero di
quotazioni in Italia si è attestato su 6 operazioni (contro le 8 del 2010), per circa 550 milioni di Euro di controvalore
complessivo. 23 sono stati gli aumenti di capitale del 2011, per un controvalore complessivo di 12,7 miliardi di Euro (+80%
sul 2010), per il 92% effettuato da istituti di credito (soprattutto a causa delle esigenze di ricapitalizzazione indotte dalla
normativa di vigilanza o dalle decisioni dell’European Bank Authority - EBA) e da società di assicurazione.
• Gli investimenti dei fondi di Private Equity nel 2011, pari a circa 3,5 miliardi di Euro, sono cresciuti del 45% sul 2010.
Scarsi gli investimenti in Turnaround.
• Nei primi mesi del 2012 sono state siglate due moratorie dei debiti in favore di famiglie e imprese, al fine di allentarne la
tensione finanziaria. Nel corso del 2012 è previsto un provvedimento governativo ad hoc per la regolarizzazione (almeno
parziale) dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese fornitrici. Nel marzo 2012 ABI e CDP hanno siglato
una convenzione che mette a disposizione delle banche un plafond da 10 miliardi di Euro per sostenere gli investimenti e
la gestione del circolante delle PMI italiane e per aiutare lo sblocco dei crediti verso la Pubblica Amministrazione.
• Il sistema produttivo italiano sembra dunque essere rientrato in “crisi di ossigeno” a fine 2011. La capacità di
autofinanziamento rimane insufficiente e tutte le possibili vie di accesso al credito e a fonti di finanziamento alternative
sembrano carenti nei primi mesi del 2012 per il fabbisogno complessivo.
Il Valore Aggiunto (VA) dell’economia
italiana è aumentato nel complesso
dell’1,7% nel 2010: nell’industria il VA
della metallurgia è cresciuto del 9,7%,
seguito da meccanica (+7,1%) ed
elettromeccanica (+6,0%); tra i servizi
in particolare il commercio (+4,2%)5.
Nel corso del 2011 la ripresa è andata
rallentando. Le aziende industriali e dei
servizi italiane sono ancora in deficit di
produttività rispetto al periodo pre-crisi.
Pur con maggiore difficoltà le banche
italiane hanno continuato a sostenere il
tessuto economico del Paese durante
la crisi, almeno sino al terzo trimestre
2011: a fine anno i prestiti a società
non finanziarie sono cresciuti del 3,1%
sul 2010, mentre i prestiti alle famiglie
produttrici e consumatrici dell’1,9% e
del 4,8% rispettivamente.
Tuttavia all’avvio brillante del 2011 è
subentrata una fase di incertezza,
culminata con una contrazione secca
dei prestiti del 2,3% nel mese di
dicembre 2011, pari a 20 miliardi di
Euro di minori finanziamenti erogati sul
mese precedente.
Italia, Valore Aggiunto
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Industria (escl. Costruzioni)
3,1
1,9
-3,0
-14,6
5,2
1,2
Servizi
1,8
1,7
-0,5
-2,5
1,3
0,8
Totale Economia
2,0
1,6
-1,1
-5,3
1,7
0,6
(variazione % yoy)
Fonte: Banca d'Italia, Bollettino Economico gen. 2012, Relazione Annuale sul 2010 e precedenti; ISTAT
Italia, prestiti bancari
(Euro mln)
Società non finanziarie
2006
2007
2008
2009
2010
2011
719.760
814.484
869.431
849.025
867.018
893.971
-
13,2%
6,7%
-2,3%
2,1%
3,1%
85.373
89.372
89.118
90.910
99.318
101.184
Var. %
Famiglie produttrici
-
4,7%
-0,3%
2,0%
9,2%
1,9%
337.663
366.898
371.387
397.218
483.813
506.860
-
8,7%
1,2%
7,0%
21,8%
4,8%
Var. %
Famiglie consumatrici
Var. %
Fonte: Suppl. al Bollettino Statistico - Moneta e Banche, feb. 2012; Relazione Annuale sul 2010 e precedenti
3%
Variazione mese su mese dei prestiti alle società non finanziarie 2011
2,7%
2%
1%
1,4%
1,0%
0,4%
0%
-1%
1,0%
0,6%
0,0%
-0,3%
-0,7%
-0,4%
-0,3%
-2%
-2,3%
-3%
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Fonte: Suppl. al Bollettino Statistico - Moneta e Banche, feb. 2012
5
Set
Ott
Nov
Dic
Banca d’Italia, Relazione Annuale sul 2010, maggio 2011, p.108
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OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
Uno studio eseguito dalla Banca
d’Italia per conto della BCE mostra la
percezione delle imprese riguardo
l’accessibilità al credito bancario: in
una scala in cui 1 indica il valore di
maggior criticità, le imprese italiane –
soprattutto le grandi – hanno avvertito
nel 2011 un severo irrigidimento, che
avvia il 2012 su premesse di
accresciuta tensione finanziaria.
Contestualmente, a fronte di un costo
del denaro BCE dell’1% per gli istituti
bancari, i prestiti alle imprese a fine
2011 erano gravati mediamente da
tassi passivi compresi tra il 3,8% e il
5% con forte aggravio per le PMI.
Alla crescita del costo del debito si
associa
un
rallentamento
della
domanda di finanziamenti bancari da
parte delle imprese, orientati sempre
più alla ristrutturazione del debito o al
finanziamento del circolante e sempre
meno all’attività di investimento e alla
crescita.
Indice di accessibilità al credito bancario
Strumenti per il parziale rientro dello
scaduto fornitori della PA (circa 60 mld
Euro) sono attualmente allo studio del
Governo.
Gli istituti bancari italiani e le società
finanziarie hanno fatto massiccio
ricorso alle emissioni obbligazionarie
nei primi tre trimestri del 2011, dopo la
flessione osservata nel 2010 per
maggiori rimborsi.
I dati preliminari sul 2011 evidenziano
un’ulteriore
accelerazione
delle
emissioni nette da parte degli istituti di
credito, giunte a fine anno a oltre 100
miliardi di Euro.
Tassi di interesse bancari sui prestiti alle società non finanziarie
0,6
4,98%
5,0%
0,5
3,26% 3,32% 3,38%
0,3
4,15%
3,99%
4,0%
0,4
3,57%
4,16%
4,42%
4,62%
3,80%
3,65% 3,71%
3,37% 3,44%
3,05%
2,91% 2,98% 3,00%
3,0%
2,59% 2,69% 2,59%
2,35% 2,49%
0,2
0,1
2,0%
0,0
1,00% 1,00% 1,00%
1,0%
1,50% 1,50% 1,50% 1,50%
1,25% 1,25% 1,25%
1,25%
1,00%
-0,1
0,0%
-0,2
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Piccole e Medie Imprese
2009
2010
2011
Gen
2012
Grandi imprese
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Prestiti > 1 mln
Set
Ott
Nov
Dic
Tasso di riferimento BCE
Fonte: Banca d’Italia, Sup. Bol. Stat., moneta e banche, feb.2012
Indice della domanda di finanziamento
0,4
Feb
Prestiti < 1mln
Fonte: Banca d’Italia, Indagine sul credito bancario, gen.2012
100
Importanza relativa dei fattori per la domanda di prestiti da parte
delle imprese
0,3
75
80
62,5
0,2
60
0,1
40
50
25 25
20
0,0
0
0
-0,1
-20
-40
-0,2
-60
-0,3
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Piccole e Medie Imprese
2009
2010
2011
2012
-12,5
-25 -25
-25
-50
Investimenti fissi
2009
Fonte: Banca d’Italia, Indagine sul credito bancario, gen.2012
-50
Operazioni
straordinarie
Scorte e capitale
circolante
Grandi imprese
2010
Ristrutturazione del
debito
2011
Fonte: ABI, Monthly Outlook, feb. 2012
Giorni di pagamento medi delle PA in Europa
Alle criticità evidenziate si aggiunge il
problema del ritardo dei pagamenti
della Pubblica Amministrazione italiana
verso le imprese fornitrici di prodotti e
servizi.
In media (con differenze anche notevoli
tra Nord e Sud) la PA italiana paga a 6
mesi, con 90 giorni di ritardo rispetto
alle scadenze previste, dato peggiore
dell’Eurozona.
6,0%
0,7
Termine contrattuale
90
Ritardo rispetto al termine
108
66
82
20
18
20
25
29
Finlandia
Germania
Regno Unito
90
87
60
57
10
4
27
14
35
Irlanda
44
45
Francia
Belgio
Portogallo
Spagna
Grecia
Italia
Fonte: Il Corriere della Sera 5 gennaio 2012
Italia, Emissioni nette
Bond (Euro mln)
2007
2008
2009
2010
3T2011
Istituti bancari
63.928
122.368
79.081
-11.799
53.231
Altre società finanziarie
12.569
70.320
44.349
-36.459
-28.153
Società non finanziarie
10.700
67
14.553
12.384
-2.303
Totale
87.197
192.755
137.983
-35.874
22.775
Fonte: Banca d'Italia, Bollettino Economico gen. 2012, Relazione Annuale sul 2010 e precedenti
Nota: Emissioni nette = valore nominale titoli collocati - rimborsati
Le società non finanziarie hanno
complessivamente
rimborsato
più
obbligazioni di quante ne abbiano
emesse, invertendo un trend ormai
consolidato.
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ANALISI E STUDI
Aprile 2012
Nel 2011 sono state effettuate 6 IPO
per 554 milioni di Euro di raccolta,
contro le 8 del 2010.
Solo una delle quotazioni del 2011,
Salvatore Ferragamo, è stata effettuata
sul mercato principale MTA.
Italia, IPO 2010
First Capital
VITA Società Editoriale
Enel Green Power
Methiorios Capital
Tesmec
Fintel Energia Group
Poligrafici Printing
Pms
Totale
Mercato Semestre Valore
AIM
AIM
MTA
AIM
STAR
AIM
AIM
AIM
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
14,1
2,5
2.260,0
7,9
37,3
5,6
5,0
1,5
2.334
Mercato Semestre Valore
Italia, IPO 2011
(Euro mln)
(Euro mln)
Ambromobiliare
Ternigreen
Salvatore Ferragamo
Made in Italy 1
Italy1 Investment
Unione Alberghi Italiani
Totale
AIM
AIM
MTA
AIM
MIV
AIM
2H 2011
2H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1,5
4,1
345,0
50,0
150,0
3,0
554
Fonte: Elaborazione EnVent su dati Bloomberg, Borsa Italiana e Prospetti informativi
Secondo analisi EnVent, nel 2011 sono
stati effettuati in Italia aumenti di
capitale da parte delle società quotate
per circa 12,7 miliardi di Euro, di cui il
92% da parte di banche e
assicurazioni.
E’ stato dunque il sistema finanziario
ad assorbire la quasi totalità della
nuova finanza raccolta attraverso il
mercato secondario nel corso del
2011, con le banche impegnate (anche
a causa delle svalutazioni di asset in
portafoglio, BTP in primis) a reperire i
mezzi finanziari per ripristinare i ratio
patrimoniali previsti dalla normativa di
vigilanza e garantire i livelli di copertura
degli impieghi richiesti da Basilea 3 ed
EBA.
Il 2012 si è inoltre aperto con il maxi
aumento di Unicredit da 7,5 miliardi di
Euro.
Italia, AuCap 2010
Semestre Valore
Banche, assicurazioni e
società finanziarie
Unipol
Assicurazioni Generali
Unicredit
Totale
(Euro mln)
Banche, assicurazioni e
società finanziarie
2H 2010
1H 2010
1H 2010
400
796
4.000
5.196
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
2H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
1H 2010
72
21
11
8
37
23
50
58
10
22
89
232
975
15
4
12
45
210
1.894
Società non finanziarie
Amplifon
TAS
TerniEnergia
Ceramiche Ricchetti
Meridiana Fly
KME Group
Stefanel
Molmed
Ergycapital
Premuda
Beni Stabili
Prysmian
Cogeme Set
Prima Industrie
Ratti
Richard Ginori
Safilo Group
Telecom Italia Media
Totale
Semestre Valore
Italia, AuCap 2011
(Euro mln)
BPM
Fondiaria-SAI
Milano Assicurazioni
Intesa Sanpaolo
Banco Popolare
MPS
UBI Banca
Totale
2H 2011
2H 2011
2H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
799
449
350
5.000
1.984
2.152
923
11.657
2H 2011
2H 2011
2H 2011
2H 2011
2H 2011
2H 2011
2H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
1H 2011
120
17
58
39
9
2
1
426
37
4
7
10
130
25
150
15
1.051
Società non finanziarie
Juventus FC*
Cobra Automotive
Emak
KR Energy
Bioera
Kinexia
Pierrel
Prysmian
IMA
Poltrona Frau
Itway
Giovanni Crespi
Falck Renewables
Gabetti Property Solutions
Risanamento
Zucchi
Totale
* Termine negoziazione/esercizio diritti nel Gennaio 2012
Fonte: Elaborazione EnVent su dati Bloomberg, Borsa Italiana e Prospetti informativi
Un’ulteriore fonte di finanziamento per Italia, Private Equity
(Euro mln)
le imprese è rappresentata dagli
Start up
investimenti diretti di fondi di Private
Expansion
Equity.
Replacement
Dopo l’apice del 2008 gli ammontari
Buyout
investiti da fondi PE si sono fortemente
Turnaround
contratti. Nel 2011 tuttavia sono Valore totale investimenti
aumentati del 45% rispetto al 2010,
Variazione % yoy
totalizzando 3,5 miliardi di Euro di Fonte: AIFI
investimenti in 326 operazioni.
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
23
30
28
66
116
98
89
82
426
385
1.013
641
796
371
583
674
83
221
165
50
1.636
42
91
559
916
2.401
2.444
3.295
2.869
1.688
1.647
2.261
31
28
81
145
41
416
51
7
1.479
3.065
3.731
4.197
5.458
2.615
2.461
3.583
-
107,2%
21,7%
12,5%
30,0%
-52,1%
-5,9%
45,6%
In valore assoluto i capitali investiti in
operazioni di Buyout restano quelli di
maggior rilievo. Notevole la crescita
degli investimenti di Replacement sul
2010: +500% circa.
Si
osserva
infine
un’ulteriore
contrazione dei capitali investiti in
operazioni di Turnaround.
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5
RISTRUTTURAZIONE DEL
DEBITO E TURNAROUND
OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
GLI IMPATTI DELLA CRISI SULLE IMPRESE ITALIANE
• La crescente difficoltà a reperire mezzi finanziari ha avuto forti ripercussioni sulla continuità aziendale di molte imprese
italiane, con maggiori effetti sulle imprese di servizi.
• Le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni hanno complessivamente superato i 950 milioni, in flessione del 21%
6
rispetto agli 1,2 miliardi del 2010, per il 36% riferite al solo settore della meccanica . Rilevante appare comunque il
confronto con il 2007, quando le ore di CIG erano state pari a circa 150 milioni.
• Le nuove procedure di Fallimento aperte nel 2011 sono state oltre 12.000, in crescita di circa il 7% circa sul 2010, mentre
le nuove richieste di ammissione a Concordato Preventivo hanno sfiorato le 1.000 unità, in flessione del 6% circa sul
7
2010 .
• Il nuovo peggioramento della congiuntura economica – con la prevista fase recessiva nel 2012 – e le difficoltà evidenziate
nell’accessibilità al credito avranno presumibilmente un impatto anche sulla già precaria solvibilità delle imprese italiane,
mantenendo il numero di procedure concorsuali su livelli ancora elevati.
• A fine febbraio 2012 è stata firmata la proroga dell’accordo di moratoria dei debiti delle PMI sino a fine 2012 (raggiunto tra
ABI e Confindustria la prima volta nell’agosto 2009), in forza del quale a fine 2011 erano stati dilazionati debiti per 69
miliardi di Euro a 220 mila aziende in difficoltà. L’accordo potrebbe portare alla ristrutturazione di debiti delle imprese
italiane per ulteriori 65 miliardi di Euro.
• Dal 23 dicembre 2011 è entrato in vigore il nuovo istituto della composizione delle crisi da sovraindebitamento, che –
rivolto a soggetti che sino ad oggi non avevano i requisiti dimensionali per accedere alle procedure concorsuali –
consentirà a un numero ancora maggiore di debitori di riscadenzare e/o ristrutturare i propri debiti, previo consenso dei
creditori che rappresentino almeno il 60% dei crediti e con omologazione da parte del Tribunale.
L’indice Insolvency Ratio (numero di
fallimenti su 10.000 imprese operative)
elaborato da Cerved Group evidenzia
nel 2011 una riduzione dei fallimenti tra
le aziende industriali rispetto al 2010 (6,3%), contro un aumento dei fallimenti
tra le aziende di servizi (+10%).
Nell’industria si è ridotto notevolmente
il tasso di fallimento delle aziende
meccaniche e metallurgiche (circa 60
fallimenti
ogni
10.000
imprese
operative nel 2011, contro 70 nel 2010)
e del settore chimico e farmaceutico e
del sistema moda. Da contro sono
aumentate le tensioni delle aziende del
sistema casa e dei mezzi di trasporto.
A livello geografico i fallimenti del 2011
sono lievemente ridotti nel Nord-Est del
Paese (-0,2%), contro l’incremento
dell’8,4% nel Nord Ovest, del 9,5% al
Centro e dell’11,2% nel Sud e Isole.
Industria: Insolvency Ratio per settore
80
70
68,967,6
70,6
60,3
60
59,9
54,7
50
59,1
53,1
45,2
54,5
46,3
51,2
46,1
40,1
40
29,630,1
30
22,923,6
20
11,312,1
10
0
Prodotti
intermedi
Meccanica Sistema casa
Mezzi di
trasporto
Chimica e
farmaceutica
Sistema
moda
2010
Hi-Tech
Altri beni di
consumo
2011
33,5 34,5
30
27,3 27,2
25
19,7 20,8
20
19,3 18,7
15,3
17,9
15
12,2
13,7
8,3
10
10,3
5
0
Largo
consumo
Servizi: Insolvency Ratio per settore
40
35
Metalli
1,0 1,1
Logistica e
trasporti
Informazione,
Distribuzione
comunicazione e
intrattenimento
Carburanti,
energia e utility
2010
Immobiliari
Non finanziari
Finanziari e
generali
Agricole e prima
trasformazione
2011
Fonte: Cerved Group, Osservatorio trimestrale sulla crisi d'impresa - quarto trimestre 2011, gennaio 2012
6
7
CGIL
Cerved Group, Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa, gennaio 2012
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6
RISTRUTTURAZIONE DEL
DEBITO E TURNAROUND
OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
Il numero di nuove procedure di
Fallimento aperte nei tribunali
italiani è salito del 7,4%, dalle circa
11.000 del 2010 alle circa 12.000 del
2011, portando a quindici i trimestri
consecutivi in cui si rileva un aumento
delle procedure rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. La crisi
ha prodotto tra il 2009 e il 2011
complessivamente 33.000 fallimenti8.
Nuove procedure di Fallimento
aperte
2006
Tasso di crescita nuove procedure
aperte
2007
2008
2009
2010
2011
-16,1% -41,0% 22,1% 25,3% 19,8%
7,4%
Fonte: Cerved Group, Osservatorio trimestrale sulla crisi d'impresa - quarto trimestre 2011, gennaio 2012
Nuove richieste di ammissione a
Concordato Preventivo
2006
Tasso di crescita nuove richieste di
2007
2008
2009
2010
2011
22,5% 11,3% 33,7% 68,4%
7,4%
-6,0%
Le richieste di ammissione al ammissione
Concordato Preventivo sono invece Fonte: Cerved Group, Osservatorio trimestrale sulla crisi d'impresa - quarto trimestre 2011, gennaio 2012
diminuite del 6%, dalle circa 1.025 Nota: richieste non necessariamente accolte e omologate
del 2010 alle 965 del 20119.
Il Tribunale di Milano può essere
ragionevolmente preso a riferimento 1.200
riguardo l’evoluzione degli istituti ex
1.000
legge fallimentare a livello nazionale.
Tra il 2007 e il 2011 le procedure di
Fallimento aperte sono cresciute
mediamente del 53% l’anno, fino a
superare le 1.000 lo scorso anno. Le
procedure di Concordato Preventivo
(CP) aperte sono cresciute in media
del 60% l’anno circa, pur restando
tuttavia decisamente inferiori alle
procedure di Fallimento in valore
assoluto.
Nel triennio 2009-2011 sono stati 48 gli
Accordi di Ristrutturazione ex art 182bis omologati presso il Tribunale di
Milano.
Tribunale Milano, evoluzione Fallimenti aperti vs Concordati Preventivi aperti
1.020
600
520
400
200
780
CAGR +53,4%
800
333
184
CAGR +59,7%
28
19
6
39
20
0
2007
2008
Fallimenti aperti
2009
2010
2011
Concordati Preventivi aperti
Fonte: sito Internet Tribunale di Milano, 28 marzo 2012
Tribunale di Milano, Accordi di
Ristrutturazione ex 182-bis l.f. (unità)
2009
2010
2011
Accordi di ristrutturazione debiti
27
23
21
- Omologati
26
17
5
Fonte: “Il Mondo”, 30 marzo 2012, pag. 88
8
9
Cerved Group, Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa, gennaio 2012
Cerved Group, Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa, gennaio 2012
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7
RISTRUTTURAZIONE DEL
DEBITO E TURNAROUND
OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
IL MERCATO DEI NON PERFORMING LOANS (NPL)
• Le sofferenze del sistema bancario europeo sono cresciute notevolmente tra il 2008 e il 2010 e ulteriormente incrementate
nel 2011. In Italia le sofferenze su prestiti bancari sono aumentate da circa 40 miliardi di Euro di fine 2008 a circa 100
miliardi di Euro a settembre 2011, passando da un’incidenza del 2,4% a un’incidenza del 5,1% sul totale finanziamenti. A
queste si aggiungono le sofferenze su crediti erogati da società finanziarie, pari a 48 miliardi di Euro a settembre 2011.
• Nel corso del 2012 l’ammontare di NPL nel sistema finanziario è previsto in crescita, oltre che per le cause soprariportate,
anche per via del sopravvenuto obbligo di segnalazione in Centrale Rischi dello scaduto su crediti (past due) superiore a
90 giorni, anziché ai 180 giorni previsti sino al 2011, con adeguamento dell’Italia a quanto già previsto in ambito UE.
• Relativamente ai crediti non performing delle banche italiane va considerato, anche in prospettiva futura, l’impatto degli
accordi di moratoria con le PMI, siglati a livello di associazioni di categoria e di cui si è precedentemente detto; come pure
l’impatto della proroga, sino al 31 luglio 2012, dell’accordo tra l’ABI e 13 associazioni dei consumatori – originariamente
siglato nel gennaio 2011 – per la moratoria sui mutui delle famiglie, per effetto della quale a fine novembre 2011 erano già
stati sospesi gli originari piani di ammortamento di oltre 55.000 mutui per circa Euro 7 miliardi di debito residuo.
• Il 66% delle sofferenze su prestiti bancari sono imputabili a società non finanziarie e per circa il 50% emergono su prestiti
inferiori a 1 milione di Euro. La media italiana delle sofferenze su prestiti alle imprese è pari al 7,4%, con il Trentino Alto
Adige (4,1%) e la Basilicata (17,7%) come valori minimo e massimo.
• Il perdurare della crisi economica globale e la maggior difficoltà di accesso al credito e ai mercati da parte delle imprese,
con le ripercussioni osservate in termini di incremento delle procedure concorsuali, continueranno presumibilmente ad
avere effetto in termini di maggiori sofferenze del sistema bancario. Ciò, unitamente alle novità di cui sopra e al carattere
“tardivo” e quasi “anticiclico” del mercato NPL, comporterà presumibilmente un deciso aumento delle transazioni su
pacchetti di NPL di banche e società finanziarie già a partire dal 2012.
Ammontare di NPL nel sistema bancario dei principali Paesi europei
2008
2009
2010
225
210
Nel triennio 2008-2010 l’ammontare
complessivo di NPL nel sistema
bancario dei principali Paesi europei
(Francia
assente
dall’analisi)
è
aumentato in media del 70%, sino al
+600% e oltre dell’Irlanda.
175
155
142
107
93
109
103
L’incremento degli NPL nel sistema
bancario italiano sino al 2010 (+81%) è
risultato
maggiore
della
media
europea.
88
76
75
59
42
24
12 20
15
Germania
Regno Unito
Spagna
Italia
Irlanda
Grecia
Fonte: Pwc, European Outlook for Non Core and Non Performing Loan portfolios, aprile 2011
Sensibile il deterioramento degli attivi
bancari: se nel 2008 il 95% circa dei
crediti era in bonis e il 5% circa
deteriorati (il 2,4% in sofferenza), al
terzo Trimestre 2011 i crediti in bonis
erano scesi al 90% del totale, contro
attività deteriorate salite al 10% circa
del totale (con oltre il 5% di
sofferenze).
Le nuove norme di segnalazione del
past due causeranno probabilmente un
ulteriore
aumento
delle
attività
deteriorate nel 2012.
Includendo le sofferenze detenute da
società finanziarie, il complesso di NPL
nel sistema finanziario nazionale è
passato tra il 2007 e il 2011 da 90 a
150 miliardi di Euro, +60% circa.
Da notare che gli NPL in capo a
società finanziarie sono diminuiti del
18% nei nove mesi del 2011 rispetto al
2010, contro un incremento del 30%
degli NPL in capo al sistema bancario
nazionale.
Banche italiane, qualità
del credito (Euro mln)
2008
Finanziamenti netti a clientela 1.692.850
Finanziamenti deteriorati:
%
%
2009
95,1% 1.696.706
%
2010
92,7% 1.766.862
3T 2011
%
91,8% 1.819.034 90,5%
87.072
4,9%
132.839
7,3%
157.534
8,2%
190.043
9,5%
Scadute/sconfinanti
9.290
0,5%
15.759
0,9%
12.464
0,6%
14.998
0,7%
Ristrutturate
1.705
0,1%
7.697
0,4%
13.488
0,7%
15.123
0,8%
Incagli
33.286
1,9%
49.141
2,7%
52.946
2,8%
56.969
2,8%
Sofferenze
42.791
2,4%
60.242
3,3%
78.636
4,1%
102.953
5,1%
Totale finanziamenti
1.779.922 100,0% 1.829.545 100,0% 1.924.395
100,0% 2.009.078 100,0%
Fonte: Banca d'Italia, Base Informativa Pubblica, febbraio 2012, tabelle TDB30261
120.000
Sofferenze su prestiti di banche e intermediari finanziari ex art.106/107 TUB
102.953
100.000
78.636
80.000
58.194
60.000
45.54843.706
47.47245.852
47.29944.528
2005
2006
2007
60.24258.517
58.839
47.825
42.791
40.000
20.000
0
Banche
2008
2009
2010
3T2011
Art. 106/107
Fonte: Banca d'Italia, Base Informativa Pubblica, febbraio 2012, tabelle TDB30230, TDB30231 e TDB30261
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8
RISTRUTTURAZIONE DEL
DEBITO E TURNAROUND
OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
Al terzo trimestre 2011 la maggioranza
delle
sofferenze
bancarie
era
imputabile a crediti verso società non
finanziarie (66%), seguite da famiglie
consumatrici (21%) e produttrici (10%).
Da notare che quasi il 50% delle
sofferenze bancarie sono imputabili a
prestiti sino a 1 milione di Euro, oltre il
20% a prestiti tra 1 e 5 milioni di Euro e
quasi il 30% a prestiti superiori a 5
milioni di Euro.
Sofferenze prestiti bancari per classi di grandezza, 30.9.2011
Sofferenze prestiti bancari per tipologia di affidati, 30.9.2011
da 5.000.000 a
25.000.000
18%
Famiglie
produttrici
10%
Famiglie
consumatrici
21%
Società non
finanziarie
66%
oltre 25.000.000
11%
da 250 a 30.000
6%
da 2.500.000 a
5.000.000
10%
da 30.000 a
75.000
6%
da 75.000 a
125.000
6%
da 1.000.000 a
2.500.000
13%
Società
finanziarie
1%
PA e altri
2%
da 125.000 a
250.000
12%
da 500.000 a
1.000.000
9%
da 250.000 a
500.000
9%
Fonte: Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica, tavola TSC20500; Bollettino statistico, gennaio 2012
In Italia mediamente entra in
sofferenza il 7,4% dei prestiti bancari
erogati alle imprese. Il Trentino Alto
Adige risulta la Regione con le imprese
più virtuose mentre in Basilicata quasi
il 18% dei prestiti entrano in
sofferenza.
Nell’industria le imprese del sistema
moda e del largo consumo che
effettuano i pagamenti con grave
ritardo (scaduti da oltre 60 giorni) sono
oltre il 6% del totale mentre quelle della
meccanica e Hi-Tech in grave ritardo
sono circa il 4% del totale.
Nei servizi, il settore della distribuzione
appare quello in maggior difficoltà, con
ben l’8,7% di imprese che regolano i
propri debiti dopo oltre 2 mesi dalla
scadenza contrattuale. Le società
finanziarie e assicurative risultano aver
minori difficoltà.
Sofferenze su prestiti bancari
%
alle imprese per Regione
2011
Trentino Alto Adige
Lombardia
Liguria
Valle d'Aosta
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Veneto
ITALIA
Piemonte
Toscana
Lazio
Umbria
Marche
Abruzzo
Sicilia
Puglia
Campania
Sardegna
Calabria
Molise
Basilicata
4,1
5,2
5,4
6,1
6,3
6,6
6,9
7,4
7,5
8,1
8,6
8,8
9,6
9,8
11,0
11,2
11,2
13,3
14,5
17,3
17,7
Industria: Pagamenti in grave ritardo per settore - IV Trim. 2011
6,4%
6,2%
5,7%
5,0%
4,9%
4,5%
4,3%
Sistema
Largo
Mezzi di Sistema Prodotti Chimica Altri beni
moda consumo trasporto
casa intermedi
consumo
4,1%
4,0%
Metalli Meccanica Hi-Tech
Servizi: Pagamenti in grave ritardo per settore - IV Trim. 2011
8,7%
7,8%
7,8%
5,9%
4,8%
3,0%
Distribuzione
Logistica e
trasporti
Servizi non
finanz.
Immobiliari
ICT e
Servizi finanz. e
intrattenimento
assic.
Fonte tabella: Il Sole 24 Ore, 13 febbraio 2012, da elaborazione Centro Studi Sintesi
Fonte grafici: Cerved Group, Osservatorio sui prestiti e i pagamenti delle imprese, febbraio 2012 – numero 6
GBV
Anno
Cedente
2012
Intesa Sanpaolo
2012
Banca Marche
2010
Non Performing Loans SpA
2010
Cross Factor
4 Crediti al consumo
2009
Cross Factor
7 Crediti al consumo
Ciò si giustifica con l’andamento
anticiclico del mercato NPL rispetto ai
cicli macroeconomici: gli effetti di una
crisi
congiunturale
si
esplicano
totalmente solo dopo 3-4 anni
dall’inizio della stessa. E’ infatti lungo il
tempo
che
intercorre
tra
il
deterioramento di un prestito e la
cessione a terzi dello stesso.
2008
Banca Popolare Cento
2007
Antonveneta
2007
Credito Valtellinese
2007
BNL
1.500 Garantito
Pirelli RE
2006
Unicredit
2.300 Garantito
Pirelli RE
2006
Antonveneta
955 Misto garantito e non
2006
B.P. Vicenza e Novara
195 Garantito
2006
Unicredit
2006
BPI
925 Misto garantito e non
2006
Banca Pop. Etruria
132 Misto garantito e non
Deutsche Bank
2005
MPS
190 Misto garantito e non
Lehman Fund
Nei primi mesi del 2012 il mercato NPL
si è riattivato con alcune importanti
operazioni concluse.
2005
Centrobanca
107 Garantito
Tersicore Finance, WestLB
2005
Popolare Intra
120 n.a.
n.a.
2005
San Paolo
270 Garantito
ABN Amro
2005
BNL
290 Garantito
Goldman Sachs
2005
BNL e FIM
400 Misto garantito e non
Cairoli Finance
2005
2005
Banca Intesa
BNL
Negli anni 2005-2007 sono state
effettuate svariate transazioni su
pacchetti di NPL mentre tra il 2008 e il
2010 tale attività è risultata pressoché
inesistente.
3,8%
(Mln€)
Tipo
1.640 n.a.
305 n.a.
39 Garantito
101 Misto garantito e non
2.610 Misto garantito e non
140 n.a.
1.700 Misto garantito e non
9.067 Misto garantito e non
900 Misto garantito e non
Acquirente
n.a.
FBS Group
Sagittaria Finance
Agathos Finance
Agathos Finance
NPLs SpA
Pirelli RE e GE
Finanziaria San Giacomo
GE ed ABN Amro
Pirelli RE
GE, ABN Amro, Tecnocasa
Maya Fin e Teseo Fin
Merrill Lynch, Fortress
Pirelli RE, Morgan Stanley
Fonte PWC, The Italian NPL market, aprile 2011; integrazioni EnVent su notizie pubbliche
Nota: Informazioni 2011 non pienamente disponibili
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RISTRUTTURAZIONE DEL
DEBITO E TURNAROUND
OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
GLOSSARIO
PIL
Prodotto Interno Lordo
VA
Valore Aggiunto
BCE
Banca Centrale Europea
LTRO
Long Term Refinancing Operation: operazione di rifinanziamento a 36 mesi al tasso dell’1%, offerta dalla
Banca Centrale Europea agli istituti europei a dicembre 2011 e a febbraio 2012
BTP
Buoni del Tesoro Poliennali: titoli di debito emessi dallo Stato Italiano con scadenze diverse
Bund
Titoli di stato tedeschi, corrispettivi ai BTP italiani
Basis Point (bp)
Punto base: equivalente a una percentuale dello 0,01%
IPO
Initial Public Offer: quotazione su mercati regolamentati di una quota di azioni ordinarie di una società.
Dette anche operazioni sul mercato primario
AuCap
Aumento di Capitale: operazione di aumento del capitale di società quotate su mercati regolamentati. Dette
anche operazioni sul mercato secondario
Fondi di Private Equity
(PE)
Fondi chiusi di investimento che tipicamente acquisiscono il controllo di imprese private al fine di
accrescerne il valore e successivamente cedere la partecipazione detenuta in un arco temporale di 3-5 anni
Turnaround
Attività di gestione (spesso associata all’immissione di nuovo capitale) di un’azienda in crisi economicofinanziaria, finalizzata al recupero dei margini e della competitività sul mercato di riferimento
Legge Fallimentare
R.D. 16 marzo 1942, n. 267 e successive modifiche
NPL
Non Performing Loans: crediti/prestiti finanziari deteriorati o in sofferenza con basse probabilità di esigibilità
Sofferenze
Crediti la cui riscossione non è certa (per le banche e gli intermediari finanziari che hanno erogato il
finanziamento) poiché i soggetti debitori si trovano in stato d’insolvenza (anche non accertato
giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili (Banca d’Italia)
Past due
Esposizione scaduta/sconfinata
Insolvency Ratio
Numero di fallimenti su 10.000 imprese operative (Elaborato da Cerved Group)
GBV
Gross Book Value: Valore di libro al lordo del fondo svalutazione
DISCLAIMER
Il presente report è stato predisposto dall’ufficio Analisi e Studi di EnVent con il solo scopo di fornire ai propri clienti e al network di
professionisti con cui collabora informazioni selezionate circa l’attuale andamento dell’economia italiana in ottica di “Special Situations”.
Non è intenzione di EnVent fornire con il presente documento alcuna indicazione circa il futuro andamento dell’economia né dei mercati
dei capitali, ma solo una lettura asettica e statica di quanto avvenuto sui mercati nel corso del periodo di tempo preso in analisi.
Questo documento è stato redatto sulla base delle informazioni pubblicamente disponibili (sito internet Banca d’Italia, altri siti internet,
articoli di stampa), su cui EnVent non ha eseguito verifiche indipendenti. Pertanto EnVent non esprime alcuna opinione o garanzia,
espressa o implicita, sulla veridicità, accuratezza, correttezza e completezza delle informazioni incluse, ovvero sui dati, documenti,
informazioni, aspettative, commenti o elaborazioni ivi contenuti.
Il presente documento non deve essere assunto a base di decisioni di investimento da parte di soggetti che, prima di effettuare qualunque
scelta/offerta, dovranno condurre autonome indagini ed analisi.
L’accesso ad altre fonti di informazione o un’elaborazione diversa dei dati raccolti potrebbero portare a conclusioni anche
significativamente diverse da quelle riportate nel presente documento.
Le informazioni ivi contenute non costituiscono, né sono parte di, un’offerta al pubblico ai sensi dell’art. 1336 del Codice Civile, né invito
all’acquisto di azioni e obbligazioni, né offerta al pubblico di prodotti finanziari ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. t), del Decreto Legislativo
n. 58/98, come successivamente modificato e integrato; tali informazioni non consistono altresì espressione di volontà negoziale.
EnVent S.p.A. – Contatti
Franco Gaudenti,
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Tommaso Cucchiarelli,
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Marco Bottini,
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RISTRUTTURAZIONE DEL
DEBITO E TURNAROUND
OUTLOOK SULL’ITALIA
ANALISI E STUDI
Aprile 2012
ALCUNE DELLE OPERAZIONI SEGUITE DAL TEAM DEBT RESTRUCTURING/SPECIAL SITUATIONS DI
ENVENT
FRATELLI FERRARI
IMMOBILIARE S.r.l.
Ristrutturazione
stragiudiziale del debito
verso la
€ 7,000,000
Predisposizione del piano
industriale e finanziario per
la ristrutturazione del debito
Negoziazione della
ristrutturazione del prestito
obbligazionario emesso da
Agria Finance S.A.
€ 137,000,000
Luglio 2011
Maggio 2011
Novembre 2011
Financial Advisor
Advisor degli Obbligazionisti
Predisposizione del piano
industriale e finanziario per la
successiva ristrutturazione del
debito finanziario ex art. 67 della
Legge Fallimentare
Predisposizione del piano
industriale e finanziario per la
rinegoziazione del debito con gli
istituti di credito
€ 28,000,000
€ 110,000,000
Giugno 2010
Giugno 2010
Financial Advisor
Financial Advisor
Financial Advisor
Cessione a Manitex
International tramite
Concordato Preventivo
Review del piano industriale
in funzione del processo di
ristrutturazione del debito ex
art. 182 bis della Legge
Fallimentare
Financial Advisor
Ristrutturazione del debito
finanziario
€ 55,000,000
Ottobre 2010
Acquisizione di
€ 40,000,000
Giugno 2010
tramite procedura di
Concordato Preventivo
€ 49,000,000
€ 70,000,000
Dicembre 2009
Dicembre 2008
Financial Advisor
Financial Advisor dell’Acquirente
Gestione del
Gestione del
Programma di Cessione
Programma di Cessione
delle attività imprenditoriali del
Ristrutturazione del debito e
Gruppo CIT in
cessione della partecipazione
Amministrazione Straordinaria
delle attività imprenditoriali del
Gruppo Cirio Del Monte in
Amministrazione Straordinaria
€ 120,000,000
€ 515,000,000
2006 / 2007
Gennaio 2006
Advisor della Procedura di A.S.
Financial Advisor dell’Azionista
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2004 / 2005
Advisor della Procedura di A.S.
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