Metodo Tariffario Idrico 2.0: efficienza, disciplina e

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Metodo Tariffario Idrico 2.0: efficienza, disciplina e
dicembre 2015
Acqua N°52
Metodo Tariffario Idrico 2.0:
efficienza, disciplina e dimensioni
Laboratorio SPL
Collana Acqua
Abstract
In questi giorni si è chiusa l’ultima consultazione pubblica AEEGSI sul nuovo metodo tariffario idrico.
Gli orientamenti comunicati prefigurano una riduzione dei ricavi da tariffa per le gestioni, rispetto agli sviluppi
prevedibili con le vecchie regole. Lavorano in questa direzione numerose leve: il ridimensionamento degli oneri finanziari
e fiscali, la minore inflazione nei costi operativi, la più bassa rivalutazione del patrimonio, i minori costi per la morosità.
Il provvedimento spezza una lancia nei confronti delle aggregazioni, riconoscendo percorsi preferenziali dedicati alle
gestioni che accettano di misurarsi con la sfida dello sviluppo industriale.
Una latente moral suasion dove le parole d’ordine sono efficienza, disciplina e dimensione.
REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it)
Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Utilitalia-Utilitatis, SMAT, IREN, CO.MO.I. Group, Veolia, Acquedotto
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Gli ultimi contributi
n. 51 - Acqua - Remunerazione del capitale: chi ha ragione, i mercati o le imprese?, novembre 2015
n. 50 - Acqua - La legge siciliana sul servizio idrico: un'intera Regione ripiomba nel caos, ottobre 2015
n. 49 - Acqua - Verso il nuovo Codice degli Appalti: come conciliare trasparenza e semplificazione,
ottobre 2015
n. 48 - Acqua - Verso il nuovo periodo regolatorio: Metodo Tariffario 2.0, ottobre 2015
n. 47 - Acqua - Le infrastrutture idriche: un "patrimonio comune", settembre 2015
n. 46 - Acqua - Remunerazione del capitale alla prova degli investimenti, luglio 2015
n. 45 - Acqua - Convenzioni tipo e valore di subentro: due tasselli verso la “bancabilità” del SII,
luglio 2015
n. 44 - Acqua - Responsabilità e solidarietà: AEEGSI avvia la perequazione economico-finanziaria
nel servizio idrico, luglio 2015
n. 43 - Acqua - Inerzie e inadempienze alla prova della Riforma Madia, giugno 2015
n. 42 - Acqua - Razionalizzazione delle partecipate locali: un'altra occasione mancata, giugno 2015
Tutti i contributi sono liberamente scaricabili, previa registrazione, dal sito REF Ricerche
La missione
Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è una iniziativa di analisi e discussione che intende riunire selezionati rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il
dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali.
Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto
delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente.
Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia
per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo
in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese.
Donato Berardi
Direttore
e-mail: [email protected]
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Acqua N°52
Il Metodo Tariffario 2.0:
efficienza, disciplina e dimensioni
Gli orientamenti finali AEEGSI sul nuovo metodo tariffario
Orientamenti finali
di AEEGSI sulle
tariffe 2016-2019
Continuità
in termini di
metodologia, criteri
tariffari e logiche di
aggiornamento
Nuovi schemi
regolatori a
sostegno delle
aggregazioni
Favoriti i processi
di consolidamento
anche oltre il
perimetro locale
Rafforzamento
degli “aggregatori
naturali” e degli
EGA
A fine novembre u.s. AEEGSI ha reso noti gli orientamenti finali in merito ai criteri tariffari
per il nuovo periodo regolatorio 2016-2019.
Il regolatore si è mosso in continuità con le scelte operate nel precedente periodo
regolatorio, sia per quanto attiene la metodologia e i criteri di determinazione delle tariffe
sia per quanto riguarda le logiche che governano il loro aggiornamento.
Vi sono però alcune novità sulle quali merita soffermarsi.
Innanzitutto il riconoscimento, attraverso schemi regolatori dedicati, della necessità di
accompagnare e sostenere la crescita dimensionale delle gestioni e le aggregazioni tra
operatori esistenti. Un percorso coerente con il principio di unicità della gestione sancito
dal Decreto “Sblocca Italia”.
AEEGSI introduce infatti la facoltà di riconoscere in tariffa i costi operativi di pianificazione
(e non di bilancio), così come rivisti degli Enti di governo d’ambito (EGATO), per cogliere
i cambiamenti conseguenti all’integrazione di gestioni ricadenti nel medesimo ambito
territoriale, ovvero operanti in ambiti diversi. Si prospetta dunque un quadro regolatorio
che supporta il processo di consolidamento anche oltre il perimetro locale.
Tramite questo schema la nuova regolazione intende rafforzare, da un lato, il ruolo dei
gestori che dispongono delle capacità industriali e finanziarie per assolvere al ruolo di
aggregatori naturali e, dall’altro, quello degli EGATO chiamati a sostenere il consolidamento.
La ricerca dell’efficienza come spinta al consolidamento gestionale
Meccanismo di
efficientamento
basato sui costi
operativi pro-capite
Due le opzioni
Una seconda novità è l’introduzione di un meccanismo di efficientamento, che lega l’incremento massimo della tariffa (theta) al livello dei costi operativi pro capite, in rapporto alla
media nazionale.
AEEGSI prefigura due alternative:
a) l’utilizzo di un unico costo medio nazionale collocato nell’intervallo 105-115 euro/abitante;
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e dimensioni
b) una matrice di costi medi proefficienza,
capite disciplina
differenziati
per densità abitativa e estensione delle
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rete acquedottistica (vedi Tabella).
Costo operativi pro capite medi nazionali (OPM)
(euro/abitante)
Densità abitativa
(abitanti/kmq)
<184
>184
Lunghezza rete acquedotto (km)
<1960
>1960
106-112
119-125
111-118
100-106
Fonte: AEEGSI
Preferito il costo
medio pro-capite
unico: incentivo
più forte al
consolidamento
Valori della matrice
dei costi medi
pro-capite
fuorvianti
Il regolatore esprime il proprio favore per la prima opzione, ritenuta più efficace per raggiungere una scala produttiva efficiente, rispetto alla seconda che invece spingerebbe più
semplicemente verso una riduzione tout court della dinamica dei costi. In altre parole,
la prima opzione rappresenterebbe un incentivo più forte al consolidamento del settore,
mentre la seconda rischierebbe di frenarlo1.
I numeri esposti in Tabella possono suggerire conclusioni fuorvianti. La dimensione dei
costi operativi pro capite sembrerebbe infatti fotografare una situazione in cui tra le gestioni più efficienti rientrano sia un numero esiguo di gestioni attive in territori ad alta
densità abitativa e elevata estensione della rete, ovvero tipicamente nelle grandi realtà
metropolitane, sia gestioni caratterizzate da ridotta estensione della rete e bassa densità
abitativa, ovvero una moltitudine di gestioni minori.
Un quadrante quello caratterizzato da basse densità e ridotta estensione della rete dove
convivono diverse realtà: un ristretto numero di piccole gestioni di eccellenza e tradizione manageriale; un discreto numero di gestioni che beneficiano di condizioni ambientali
favorevoli (quali bassi costi di energia per i sollevamenti, ampia disponibilità di risorsa
idrica e bassi di costi di potabilizzazione); un buon numero di gestioni che operano in
territori non particolarmente complessi e a basso fabbisogno di investimenti, come le aree
montane gestite in economia.
1
1 Il riferimento ai due concetti di efficienza richiamati da AEEGSI richiede qualche precisazione. L’efficienza produttiva
richiama la necessità di ottimizzare il processo produttivo, minimizzando i costi. Con questo riferimento il regolatore sembra alludere al recupero di efficienza legato alle economie che scaturirebbero dall’aggregazione di più gestioni. L’efficienza
distributiva sembrerebbe invece riferirsi al concetto di efficienza allocativa, ovvero ad un aumento del benessere sociale che
potrebbe derivare da una riduzione delle tariffe favorita dal recupero di efficienza, a parità di perimetro delle gestioni. La
preferenza per la prima opzione suggerisce che AEEGSI si aspetta maggiori benefici (in termini di aumento della produttività) dal consolidamento e dalla crescita dimensionale delle gestioni, piuttosto che da un mero efficientamento dei costi.
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Rischio di
considerare
efficienti gestioni
che non lo sono
Dimensioni
considerate
insufficienti
a spiegare la
variabilità dei costi
Manca una
considerazione
della scala
finanziaria
efficiente
Meccanismo di
efficientamento di
tipo profit sharing:
incentivo blando
Due ragioni per
considerare
l’incentivo blando
Verifiche sugli
scostamenti tra
nuova e vecchia
pianificazione degli
interventi
Se per queste ultime i benefici dell’aggregazione possono ritenersi trascurabili, negli altri
due casi, considerata l’impossibilità di documentare le reali motivazioni alla base dei bassi
costi (informazione nascosta), e dunque lo sforzo realmente profuso per contenere i costi,
si rischia di “certificare” una efficienza produttiva che potrebbe rivelarsi infondata alla
prova dei fatti. Va ricordato, infatti, come la stessa AEEGSI abbia più volte dichiarato che la
forte dispersione delle tariffe che si osserva sul territorio nazionale riflette una altrettanto forte dispersione dei costi pro capite, che certamente non trova adeguato e sufficiente
riconoscimento nelle quantificazioni avanzate per i costi pro capite dei quattro quadranti.
In altre parole, la capacità di cogliere la variabilità dei costi con due sole dimensioni (densità e lunghezza della rete) è altrettanto approssimativa di quella, pur velleitaria, di fare
affidamento al solo costo medio pro capite.
Queste considerazioni prescindono peraltro da un giudizio sulla scala finanziaria efficiente
delle gestioni, che andrebbe considerata in tutti quei contesti in cui le ridotte dimensioni
e la bassa patrimonializzazione sono di ostacolo al reperimento delle risorse finanziarie
necessarie a sostenere i piani di investimento.
Entrando nel merito dei contenuti, il meccanismo di efficientamento proposto si configura
come profit sharing: un limite al tasso di crescita della tariffa che è tanto più basso quanto
più elevati sono i costi operativi pro capite di partenza. Non si tratta dunque di un obiettivo
di contenimento puntuale della crescita dei costi operativi quanto piuttosto di un più blando incentivo ad evitare che le inefficienze presenti siano traslate 1:1 sulla tariffa.
Una scelta quest’ultima che è coerente con la mancanza di informazioni adeguate per centro di costo (in attesa dell’unbundling contabile) e frutto di un compromesso rispetto alla
volontà di avviare comunque un percorso, pur embrionale, di efficientamento.
Il freno alla crescita tariffaria sembra offrire incentivi blandi per almeno due ragioni:
l’incentivo non è stringente in tutti quei casi in cui lo sviluppo tariffario coerente con il
vincolo sui ricavi condurrebbe comunque ad una crescita delle tariffe inferiore al cap;
vi è il rischio che la minore crescita delle tariffe comporti un sacrificio in capo alla spesa
per investimenti.
Non a caso AEEGSI ha ricordato di voler condurre verifiche sugli scostamenti tra la nuova
pianificazione e il Piano degli Interventi (PdI) 2014-2017, comunicato in occasione dell’aggiornamento tariffario per gli anni 2014-2015.
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Una previsione che rafforza anche il ruolo degli EGATO chiamati a definire, in accordo con
il gestore, il piano degli investimenti e a coniugare la tensione all’efficienza con la realizzazione delle opere.
I limiti tariffari e i conguagli pregressi
Maggiore aumento
della tariffa
consentito in caso
di aggregazioni o
maggiore qualità
I precedenti limiti alla crescita della tariffa (6,5% nei casi di ridotto fabbisogno di investimenti, 9% negli altri casi) sono confermati. Nel nuovo periodo regolatorio, tuttavia, i valori
di crescita più elevati saranno riservati alle gestioni coinvolte in processi di aggregazione
o impegnate nel raggiungimento di standard di qualità del servizio superiori ai minimi.
E’ facile intravedere anche in quest’ultimo ambito un ruolo importante degli EGATO, chiamati a individuare il giusto equilibrio tra la richiesta di maggiore qualità e la disponibilità
a pagare degli utenti.
In base ai valori dei parametri proposti da AEEGSI si avrebbe la situazione mostrata nella
Tavola seguente.
Limite alla varazione tariffaria: range minimo-massimo in funzione del valore del fattore di sharing
Nessuna variazione di obiettivi o attività del gestore
Presenza di variazioni negli obiettivi
o nelle attività del gestore
Integrazione del servizio
Miglioramenti qualità
Min
Max
Min
Max
SCHEMA I
SCHEMA II
6,1%
5,5%
5,7%
4,5%
SCHEMA IV
SCHEMA V
8,6%
8,0%
8,2%
7,0%
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati gestori, EGATO
Per le casistiche
ordinarie limiti di
crescita tra il 5,7%
e l’8,6%
Annosa questione
dei conguagli
pregressi che
possono limitare gli
investimenti
SCHEMA III
6,5%
6,5%
SCHEMA VI
9,0%
9,0%
Per quanto riguarda le casistiche ordinarie, nei territori a basso fabbisogno di investimento
il limite tariffario si ferma al 6,15% per i gestori considerati efficienti, mentre scende al
5,7% per quelli chiamati a contenere la dinamica dei costi operativi. Per converso, nei casi
ad elevato fabbisogno, i limiti salgono rispettivamente all’8,6% e all’8,2%.
Sono valori di crescita della tariffa che vanno collocati all’interno di un quadro regolatorio
che è ancora chiamato a fare i conti con l’annosa questione dei conguagli pregressi. In
particolare, il recupero dei costi, a lungo compressi in nome di una gestione politica della
tariffa, unitamente alla diminuzione dell’acqua consumata dalle utenze comportano un
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aumento della tariffa che va ad erodere gli spazi destinabili al sostegno degli investimenti.
Cambiano le “regole di ingaggio”: le implicazioni
Possibile
incoerenza dei
nuovi sviluppi
tariffari con il PdI
2014-2017
Varianti al
riconoscimento di
alcune voci di costo
possono ridurre i
flussi di cassa
Riduzione dei
flussi di cassa
possibile fonte di
contenzioso
Impatti
maggiori sulla
programmazione
post 2018
Rischio di
adeguamento
al ribasso della
pianificazione
Uno degli aspetti più controversi, che ancora attendono una definizione, riguarda il
cambiamento delle “regole di ingaggio”: nel biennio 2016-2017 gli EGATO saranno infatti
chiamati a predisporre una proposta tariffaria che insiste, pur con parametri diversi, su
un periodo temporale che già rientrava nella programmazione degli interventi 20142017 (PdI). Gli sviluppi tariffari su cui sono incardinati gli investimenti potrebbero invero
risultare non più coerenti con il percorso delineato dai nuovi schemi regolatori.
Gli interventi che AEEGSI prospetta sul versante del riconoscimento di alcune voci di costo
tendono a contrarre i flussi di cassa per il biennio 2016-2017 rispetto a quanto prospettato
a suo tempo con il MTI: si tratta della riduzione del tasso reale di riconoscimento degli oneri
finanziari e fiscali, che passerebbe dal 6,06% ad un valore compreso nell’intervallo 4,8%5,3%2, oltre al riconoscimento della minore inflazione sui costi operativi e di un deflatore
degli investimenti più basso per la quantificazione del capitale investito riconosciuto a fini
regolatori (Regulatory asset base, RAB)3.
La riduzione dei flussi assicurati dalla tariffa può essere fonte di contenzioso tra gestioni
e EGATO: le prime potrebbero infatti non essere in grado di assicurare gli investimenti
programmati in ragione di uno sviluppo tariffario rivisto, se questo dovesse a sua volta
ripercuotersi sulle loro possibilità di finanziarsi.
Gli EGATO potrebbero così trovarsi a contemperare le esigenze delle gestioni e a
documentare ad AEEGSI la motivazioni alla base dello scostamento tra le previsioni di
investimento comunicate, per gli anni 2016/2017, nell’ambito del MTI e quelle delineate
nel nuovo PdI.
Se l’impatto sul biennio 2016-2017 potrà essere arginato dalla previsione di penali e
sanzioni per il mancato rispetto degli impegni sottoscritti, le ricadute maggiori potranno
osservarsi sulla programmazione degli interventi per gli anni dal 2018 in avanti.
Ancora una volta vi è il rischio che per assicurare l’equilibrio economico-finanziario
delle gestoni gli EGATO possano essere chiamati a rivedere al ribasso la pianificazione.
Si verrebbe dunque a reiterare una situazione in cui le linee della pianificazione vengono
“adeguate” alle possibilità reali.
2
Inteso sempre in termini reali pre tasse e al netto dell’IRAP riconosciuta nei costi operativi. Per un approfondimento sulle
scelte operate da AEEGSI su oneri finanziari e fiscali si rinvia al Contributo n. 51 - Acqua - Remunerazione del capitale: chi ha
ragione, i mercati o le imprese?, novembre 2015.
3
Come vedremo più avanti, AEEGSI ha adeguato i tassi di inflazione per l’aggiornamento dei costi efficientabili per gli anni
2015 e 2016: per il primo anno il tasso è pari al +0,6% rispetto al precedente +2,2%, mentre per il 2016 la variazione è fissata a -0,1%, di riflesso alla spinte deflazionistiche in cui versa l’economia italiana. L’intera manovra comporta una riduzione
dell’1,7% dei costi operativi efficientabili nel 2016 rispetto al 2015. Una misura di simile intensità si osserva anche sul versante della RAB per effetto dell’adeguamento del deflatore degli investimenti.
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In conclusione
Orientamenti
finali prefigurano
riduzione del flusso
dei ricavi da tariffa
Rafforzato il ruolo
degli EGATO
Percorsi
preferenziali in caso
di aggregazioni
È compito degli
EGATO governare
la qualità e i suoi
miglioramenti
Segnale di difficoltà
di AEEGSI non
esente da rischi
Si poteva fare di più
per investimenti e
miglioramenti di
efficienza
La priorità è
il processo di
consolidamento:
viatico per gli
investimenti
Il nuovo metodo tariffario per il quadriennio 2016-2019 vedrà presto la luce. Gli
orientamenti finali di AEEGSI prefigurano una riduzione dei flussi di ricavo da tariffa,
rispetto a quanto sarebbe stato prevedibile con le vecchie regole del MTI.
Vi sono diverse scelte che agiscono in questo senso: il ridimensionamento della componente
degli oneri finanziari e fiscali4, la minore inflazione riconosciuta nei costi operativi, la
revisione dei deflatori degli investimenti, i minori costi per la morosità, in particolare al
Sud.
Rispetto al precedente metodo tariffario esce rafforzato il ruolo dei regolatori locali, gli
EGATO, che rispecchia il loro rinnovato mandato così come codificato nello Sblocca Italia.
Il provvedimento riconoscendo percorsi preferenziali dedicati alle gestioni che accettano
di misurarsi con la sfida dello sviluppo industriale, promuovendo le aggregazioni. Un
percorso nel quale gli EGATO sono chiamate a tessere una trama, a divenire artefici di un
disegno di sviluppo dei territori e per i territori.
Agli EGATO è devoluto in toto anche il governo della qualità e dei suoi miglioramenti, oltre i
minimi nazionali, nel convincimento che istituzioni più vicine ai territori possano avere una
migliore contezza dei desiderata delle collettività locali, oltre che della loro disponibilità
a pagare.
Un passo indietro di AEEGSI che testimonia la difficoltà a governare, anche solo
amministrativamente, un settore che conta ancora oltre 2000 gestioni. Un percorso non
esente da rischi perché responsabilizza oltremodo regolatori locali che in alcune aree del
Paese non hanno le capacità e il ruolo per gestire questa transizione, che esistono solo
sulla carta e che non hanno dotazione di personale.
Riguardo alla promozione degli investimenti, forse si poteva fare di più, ad esempio
riconoscendo un premio alle gestioni che profondono sforzi maggiori per colmare il ritardo
infrastrutturale. Più determinazione sarebbe servita anche nel perseguire miglioramenti
di efficienza, su cui pure si è un po’ soprasseduto.
Le risorse finanziarie nei prossimi quattro anni andranno impegnate prioritariamente nel
processo di consolidamento: è questo il segnale. A ribadire che senza consolidamento il
salto di qualità sugli investimenti rimarrà lettera morta.
4
Per un approfondimento su questo aspetto di rimanda a “Remunerazione del capitale: chi ha ragione, i mercati o le imprese?”, Contributo n. 51, novembre 2015.
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Allegato: una panoramica delle novità del nuovo metodo
In linea generale gli interventi prospettati da AEEGSI si possono riassumere lungo 3
direttrici principali:
il periodo regolatorio e i criteri di applicazione degli schemi regolatori;
l’aggiornamento delle formule e dei parametri del metodo tariffario;
le misure per la sostenibilità finanziaria.
Accanto a queste il regolatore tocca anche il tema delle articolazioni tariffarie, cioè delle
modifiche che gli EGA potrebbero apportare ai corrispettivi applicati agli utenti (inclusi gli
industriali).
Di seguito, viene proposta una sintesi dei principali interventi prospettati dal regolatore,
con una serie di approfondimenti sulle novità rispetto al MTI.
Il periodo regolatorio e gli schemi
AEEGSI conferma in 4 anni la durata del nuovo periodo regolatorio, con eccezioni
subordinate al verificarsi di particolari condizioni gestionali, e una regolazione asimmetrica
sostanziata da differenti schemi regolatori.
La nuova regolazione poggia su tre diversi schemi:
“ordinari”, definiti in continuità con quelli del precedente biennio per una durata di 4 anni;
“eccezionali”, per le situazioni di squilibrio economico-finanziario ammesse alla
perequazione finanziaria, con una attenzione alla razionalizzazione dei costi e
all’evoluzione delle tariffe applicate all’utenza, per il tempo necessario a ripristinare
l’equilibrio;
“virtuali”, applicabili al caso di aggregazioni tra gestori soggetti a determinazione
d’ufficio della tariffa, per il tempo necessario a reperire le informazioni mancanti e/o a
valorizzare in modo congruo le poste oggetto di stima.
Durante il nuovo periodo regolatorio si prevedono una serie di aggiornamenti, alcuni di
natura ordinaria, altri da effettuarsi al verificarsi di determinate condizioni.
Tra i primi rientra l’aggiornamento biennale della RAB, dei costi esogeni (da considerare ai
fini dei conguagli) e degli adeguamenti tariffari dovuti alla variabilità dei consumi di acqua.
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Un aspetto che chiarisce la frequenza con cui gli EGA saranno chiamati a confrontarsi con
il gestore.
Accanto a questo, AEEGSI prevede:
una revisione biennale dei parametri di riferimento per il calcolo degli oneri finanziari e
fiscali nei casi di scostamento significativo;
la possibilità di revisioni infra-periodo per eventi straordinari che possano
compromettere l’equilibrio economico finanziario delle gestioni;
la durata biennale dell’esclusione dall’aggiornamento tariffario. In altre parole, qualora
si verifichino situazioni tali da giustificare l’esclusione dall’aggiornamento tariffario,
una nuova proposta di adeguamento potrà essere presentata solo una volta trascorsi
due anni (a condizione che siano state rimosse le cause di esclusione).
In sintesi, nel corso del prossimo anno gli EGA saranno chiamati a predisporre le proposte
tariffarie per il periodo 2016-2019, mentre nel corso del 2018 dovranno aggiornare le
componenti a conguaglio e il valore della RAB da considerare ai fini del calcolo del vincolo
dei ricavi e del relativo theta per il biennio 2018-2019.
AEEGSI conferma tutte le cause di esclusione già previste nel MTI, proponendo ulteriori
fattispecie:
gestioni diverse dal gestore d’ambito, cessate ex lege, che esercitano il servizio
senza un adeguato titolo giuridico. In questo caso AEEGSI fissa 30 giorni di tempo per
una ricognizione dello stato degli affidamenti da parte di ciascun EGA. In questi casi
l’esclusione si protrarrà a tempo indeterminato, ovvero fino al subentro del gestore
unico d’ambito;
gestori che non hanno assolto gli obblighi di legge per la verifica della qualità dell’acqua
destinata al consumo umano5.
Le formule e i parametri
AEEGSI è intenzionata a confermare una regolazione asimmetrica, declinando la
matrice degli schemi sulla base di due condizioni: la prima è il rapporto tra investimenti
programmati nel periodo 2016-2019 e RAB esistente, la seconda riguarda la presenza o
meno di modifiche degli obiettivi o del perimetro di attività del gestore.
Le modifiche si sostanziano o in processi di consolidamento tra gestioni o nell’introduzione
di livelli qualitativi del servizio superiori a quelli minimi stabiliti da AEEGSI.
5
Come previsto dagli articoli 7 e 8 del D.Lgs. 31/2001. Si tratta di controlli interni, a carico del gestore, e di controlli esterni,
realizzati dall’Azienda Sanitaria Locale competente.
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Per quanto riguarda il rapporto investimenti/RAB AEEGSI è propensa a confermare una
soglia del 50%, mentre porrà sotto osservazione gli eventuali scostamenti che dovrebbero
verificarsi tra la nuova programmazione per il biennio 2016-2017 con il piano degli
interventi già previsti nell’ambito del MTI.
Nel documento di consultazione vengono proposti i valori dei parametri necessari
all’adeguamento di alcune variabili:
conferma all’1,5% per il tasso di inflazione (rpi) necessario al calcolo del limite del
moltiplicatore tariffario e del risultato ante imposte per il calcolo degli oneri fiscali;
+0,6% per il 2015 e -0,10% per il 2016 per l’adeguamento dei costi operativi
endogeni6.
AEEGSI esplicita anche i parametri utilizzati per la rivalutazione della RAB: il riferimento
è al deflatore degli investimenti, pubblicato dall’Istat, e aggiornato al mese di ottobre
dell’anno precedente a quello di applicazione, così come desumibile dal Conto Economico
delle Risorse e degli Impieghi7.
Si tratta di valori inferiori a quelli adottati per la predisposizione delle tariffe 2014-2015
che dovrebbero comportare una revisione al ribasso dei costi operativi e degli oneri
finanziari riconosciuti (via RAB).
Moltiplicatore tariffario e vincolo dei ricavi
In merito al versante propriamente “algoritmico”, AEEGSI conferma gran parte dei criteri
di calcolo adottati nel MTI, pur introducendo alcune innovazioni/integrazioni.
Tra le conferme troviamo:
struttura del vincolo dei ricavi già adottato per il MTI, che comprende anche i conguagli
totali ai fini del calcolo del limite tariffario;
intervallo di valori (0,4-0,6) del parametro che quantifica il fabbisogno di ulteriori fonti
di finanziamento per realizzare investimenti previsti rispetto al gettito della tariffa;
modalità di calcolo dei costi delle immobilizzazioni, con la possibilità in futuro di
prevedere premi aggiuntivi per interventi ritenuti efficaci nel raggiungere gli obiettivi
prefissati (logica output based);
la struttura del capitale investito netto e del valore delle immobilizzazione con il
relativo meccanismo di aggiornamento del periodo di riferimento per l’imputazione
degli incrementi patrimoniali;
metodologia di calcolo degli ammortamenti e possibilità di ricorso agli ammortamenti
6
7
Indice Istat per le Famiglie di Operai ed Impiegati (FOI senza tabacchi).
La media annua mobile calcolata sino al II trimestre dell’anno precedente a quello di applicazione.
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finanziari nei casi considerati ammissibili nei due bienni precedenti, limitatamente ai
cespiti oggetto di tale misura e nei casi in cui il rapporto nuovi investimenti/RAB esistente
superi la soglia del 50%, con conseguente azzeramento della valorizzazione dei beni di
terzi.
Tra le modifiche si segnalano la revisione della formula del moltiplicatore tariffario e
l’aggiornamento dell’anno base di riferimento per la determinazione dei costi operativi
endogeni.
Con i correttivi alla formula del moltiplicatore AEEGSI vuole tenere conto della copertura
degli eventuali margini afferenti le altre attività idriche (cosiddette Attività B). In questo
senso, il regolatore non discrimina più la formula in base alla presenza o meno di marginalità
positiva sulle altre attività idriche, ma propone un’unica formula in cui il vincolo dei ricavi
(al numeratore della formula) incorpora il 50% degli eventuali margini positivi registrati
su tali attività.
L’aggiornamento al 2014 (dal 2011) dell’anno di riferimento risponde all’esigenza di
rendere il quadro più aderente ai costi effettivamente sostenuti e certificati dall’ultimo
bilancio disponibile prima della predisposizione delle nuove proposte tariffarie.
Costi operativi
Per quanto riguarda il riconoscimento dei costi operativi AEEGSI accantona l’orientamento
di superare la distinzione tra costi endogeni e costi esogeni, e ripropone in linea generale
l’impostazione del MTI.
I costi endogeni, con anno base fissato al 2014, sono aggiornati sulla base delle variazioni
dell’indice Istat per le Famiglie di Operai ed Impiegati (FOI senza tabacchi), mentre i costi
esogeni, come visto, subiranno un aggiornamento a cadenza biennale.
Sul versante dei costi all’ingrosso AEEGSI è intenzionata ad introdurre una meccanismo di
rolling cap, prevedendo che per il biennio 2018-2019 il costo sia pari a quanto riconosciuto
nel 2015. In sintesi, per il primo biennio (2016-2017) il costo è pari alla somma dei
costi di fornitura di acqua all’ingrosso sostenuto 2 anni prima (determinato con criteri
di competenza) e del costo di forniture all’ingrosso diverse dall’approvvigionamento di
acqua. Per il biennio 2018-2019 il costo di acquisto di acqua all’ingrosso rimane fermo a
quello del 2015 mentre per le altre forniture segue l’usuale metodo di aggiornamento.
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efficienza, disciplina e dimensioni
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I costi operativi diventano invece quelli definiti e rivisti nel Piano d’Ambito dall’EGATO
qualora si acceda agli schemi regolatori previsti per cambiamenti degli obiettivi e/o del
perimetro del servizio, ovvero:
1. livelli di qualità del servizio più elevati di quelli minimi stabiliti da AEEGSI;
2. integrazione tra gestioni che coinvolga almeno metà della popolazione del territorio
d’ambito e per le quali si dispone di tutte le informazioni necessarie (atti e dati);
3. integrazione tra gestioni sovra ambito per le quali si dispone di tutta la relativa
informazione (atti e dati).
La richiesta del riconoscimento avviene dietro presentazione di motivata istanza da parte
dell’EGA per la quota di costi non conosciuti e sulla base di un principio di minimizzazione
dei costi, considerando i potenziali benefici di scala che potrebbero derivare dal
consolidamento.
Costi ambientali e della risorsa (ERC)
AEEGSI dà continuità ai criteri individuati nell’ MTI, ma espone l’intenzione di ampliare la
tipologia di oneri da far rientrare nella
componente ERC, attualmente “annegati” nelle altre voci di costo riconosciute in tariffa8.
Tra questi si annoverano:
costi operativi afferenti la depurazione;
costi per la riduzione delle perdite di rete, per quanto concerne in prima battuta le
attività ex ante, ovvero realizzate a scopo di monitoraggio e prevenzione come le attività
di telecontrollo;
costi di potabilizzazione per i gestori in grado di fornire adeguata documentazione
Oltre a queste innovazioni, il regolatore è propenso ad accendere un faro sui criteri di
imputazione dei contributi alle Comunità Montane e dei canoni di derivazione e sottensione
idrica, con riserva di successivi approfondimenti per i contributi di consorzi di bonifica,
per i canoni relativi alla restituzione delle acque ed per gli oneri afferenti la gestione delle
aree di salvaguardia. In particolare, sui canoni alle Comunità Montane, il regolate vuole
verificare l’effettivo grado di riconducibilità al servizio idrico integrato di tali oneri che
la maggior parte degli EGA giustifica come interventi di manutenzione ordinaria per la
tutela della risorsa idrica. Mentre per i canoni di derivazione e sottensione idrica, AEEGSI
è propensa ad assimilare tali oneri ai costi della risorsa, riconducibili alla disponibilità
quantitativa e qualitativa delle risorse idriche.
8
La media annua mobile calcolata sino al II trimestre dell’anno precedente a quello di applicazione.
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Schemi virtuali: una novità a sostegno delle aggregazioni
Il nuovo metodo tariffario pone le condizioni per agevolare un processo di consolidamento tra gli attori del
settore, che porti alla riduzione della frammentazione gestionale. Come noto, in alcune aree del Paese le
gestioni pagano un deficit culturale e manageriale tale da essere prive di dati contabili e di documentazione
ufficiale di supporto alla definizione dei costi del servizio e al patrimonio delle infrastrutture.
Al fine di favorire il coinvolgimento di queste realtà nel processo di aggregazione, AEEGSI affianca agli
ordinari schemi di regolazione uno schema cosiddetto virtuale per i casi di integrazione tra gestioni
laddove:
non si disponga di adeguata informazione (dati e documenti) per gestioni che servono
oltre la metà della popolazione interessata;
non sia stata formulata una richiesta di accesso alla perequazione finanziaria da parte
dell’EGA (ovvero quest’ultimo sia stata respinta da parte di AEEGSI).
Tale schema virtuale agevola l’integrazione tra gestioni (almeno sotto il profilo tariffario), permettendo
la ricostruzione parametrica delle voci di costo da riconoscere in tariffa. Il criterio proposto da AEEGSI è
quello di fare affidamento sui dati delle gestioni limitrofe: i valori che verranno riconosciuti faranno perno
sul dato medio pro capite di gestioni presenti nel territorio dell’ATO (se esistenti) e quindi in loro assenza,
sui dati riferiti alle altre gestioni presenti sul territorio regionale o nazionale.
Per i costi di capitale, AEEGSI è propensa a calcolare una RAB virtuale che derivi dalla quota di ricavi
tariffari eventualmente eccedente la copertura dei costi operativi, subordinata alla comunicazione
completa dei dati e dei volumi suddivisi secondo l’articolazione tariffaria.
In presenza di carenze informative AEEGSI è orientata a riconoscere come quota parte del VRG del gestore
integrato la somma dei costi di capitale derivanti dalla RAB virtuale e dai costi operativi decurtati del
15%.
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Le misure per la sostenibilità finanziaria
I conguagli in VRG
Sul versante dei conguagli, AEEGSI conferma l’impostazione del MTI con alcuni
aggiustamenti.
Con riferimento ai costi di acquisto di acqua all’ingrosso, a partire dal biennio 20182019 il regolatore è intenzionato a non riconoscere alcun conguaglio: i costi riconosciuti
rimarranno “vincolati” a quelli del 2015.
Per quanto riguarda le altre voci, vengono confermate le voci di conguaglio già previste
dal MTI (oneri locali, contributi in conto esercizio, contributo versato ad AEEGSI, costi
forniture ingrosso transfrontaliere), con l’introduzione di ulteriori voci. Oltre alla già citata
componente riconducibile agli eventuali margini positivi delle altre attività idriche (in
misura pari al 50% del differenziale tra ricavi e costi), la proposta AEEGSI prevede anche il
recupero relativo all’eventuale residuo della componente prevista per il rimborso in base a
quanto sancito dalla Sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale (già presente nel MTI,
ma esplicitata a parte), nonché il recupero dei conguagli approvati nel MTI da riportare
alle annualità successive al 2015.
Al di là di questi aspetti marginali, una delle innovazioni più significative sul versante
dei conguagli riguarderebbe la quantificazione a posteriori dei meccanismi di premio e
penalità relativi al perseguimento degli obiettivi di qualità contrattuale del servizio. In
questo senso, sia le penali che i premi dovrebbero trovare copertura all’interno dei costi
totali riconosciuti nel vincolo dei ricavi: le prime come decurtazione, i secondi come voce
incrementale.
I costi della morosità
Sotto il profilo dell’annoso problema relativo alla morosità, AEEGSI intende rafforzare gli
incentivi al recupero dei crediti, evitando una regolazione puntuale e lasciando ai gestori
l’assunzione delle azioni più efficaci.
Sulla base dei dati a disposizione, AEEGI è orientata a rivedere la misura riconosciuta,
ipotizzando un tasso di copertura che arrivi al massimo al 60/70% dei costi di morosità
effettivamente sostenuti.
La Tavola seguente riporta a confronto le percentuali rispetto al fatturato annuo riconosciuto
nel MTI rispetto ai nuovi intervalli posti in consultazione da AEEGSI, lasciando comunque
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la possibilità, dietro motivata istanza, di eccedere tali limiti, laddove la morosità endemica
possa compromettere l’equilibrio economico finanziario della gestione.
MTI 2.0 - Costi della morosità riconosciuti in bolletta
Area
MTI
Nord
Centro
Sud
1,6
3,0
6,5
MTI 2.0
Min
1,5
2,8
5,6
Max
1,8
3,3
6,2
Fonte: AEEGSI
Si osserva un risultato peculiare: al Nord e al Centro, aree caratterizzate da tassi di morosità
più contenuti, si potrebbe registrare una revisione al rialzo della misura riconosciuta,
mentre al Sud, territorio ove il fenomeno assume aspetti di cronicità, si potrebbe verificare
una riduzione dei costi riconosciuti.
Fin da ora comunque, AEEGSI prospetta un processo di convergenza territoriale di tali costi
che prenderà avvio con il prossimo periodo regolatorio, con l’obiettivo di riportare i costi
della morosità nel settore idrico sui livelli coerenti con quelli degli altri servizi regolati.
La disciplina del valore residuo e le altre poste di natura fiscale
Infine, AEEGSI ribadisce le modalità di calcolo presenti nel MTI per la determinazione del
valore residuo (VR) in caso di subentro di un nuovo gestore, con la possibilità di riconoscere
una ulteriore componente di natura fiscale precedentemente esclusa. Secondo l’attuale
disciplina tariffaria, il VR deve essere definito all’interno di un intervallo compreso tra:
un valore minimo dato dalle immobilizzazioni rivalutate al netto del fondo di
ammortamento, corretto per i contributi a fondo perduto rivalutati (al netto del
relativo fondo di ammortamento), e comprensivo dei lavori in corso;
un valore massimo che oltre al minimo includa anche le partite pregresse già
quantificate e approvate dagli EGATO e gli oneri a copertura degli oneri di garanzia
eventualmente richiesti dai finanziatori.
Accanto a questi valori, AEEGSI è intenzionata a riconoscere anche il recupero dell’onere
fiscale sostenuto dal gestore uscente sulla componente FONI, per la parte che non è ancora
stata recuperata con l’ammortamento dei cespiti che sono stati realizzati attingendo al FONI.
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