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DIFTERITE
Introduzione sulla patologia
La difterite è una malattia infettiva acuta provocata dal batterio Corynebacterium diphtheriae. Di questo
agente patogeno ne sono conosciute 4 varietà (var): mitis, intermedius, gravis ed infine belfanti, cui corrispondono almeno 57 sierotipi ed almeno 19 tipi fagici. Solo i cosiddetti ceppi tossigeni sono patogeni per
l’uomo, mentre gli altri possono essere ospiti abituali della gola. Attenzione però perché il batteriofago di
un qualsiasi ceppo tossigeno può passare ad altri ceppi batterici inizialmente non tossigenici normalmente
presenti nell'apparato respiratorio, che diverrebbero così tossinogenici e possibili fonti di contagio.
Tale batterio quindi affinché divenga infettante, deve interagire con uno specifico virus batteriofago responsabile della trasformazione lisogenica, in questo modo riesce a produrre la tossina, che è la causa delle
complicazioni.
Gli organi coinvolti variano a seconda del tipo di batterio: il più diffuso colpisce la gola (laringite difterica,
detta vero croup), il naso (rinite difterica), le tonsille (faringite difterica), mentre un altro tipo, la difterite
cutanea, presente soprattutto nelle zone tropicali, provoca ulcere della pelle. Più raramente, l’infezione
coinvolge la vagina o la congiuntiva. La tossina prodotta si diffonde attraverso il flusso ematico ed i suoi effetti avvengono sia localmente (interessando le prime vie respiratorie, formandovi placche e membrane
che riducendo lo spazio per il passaggio dell’aria rendono difficoltosa la respirazione), sia a distanza dalla
zona di infezione (soprattutto a livello cardiaco e sul sistema nervoso). La diagnosi differenziale va effettuata con le seguenti patologie: faringiti batteriche e virali, mononucleosi infettiva, sifilide orale, candidosi,
angina di Vincent. La diagnosi viene confermata dall’esame batteriologico delle lesioni.
Quando e se la vaccinazione conferisce immunità, vedesi i non-responder al vaccino, essa protegge dai soli
effetti della tossina lasciando in realtà circolante il batterio, che nei vaccinati può sia portare ad una forma
blanda di infezione che rimanere latente, attivo e contagioso verso i non vaccinati e gli immunocompromessi!
Quando in un soggetto vaccinato viene rinvenuto il batterio viene somministrato l'antibiotico al fine di uccidere l'agente patogeno ed evitare che possa così esser trasmesso ad altri
Tale patologia riguarda
• essenzialmente bambini non vaccinati sino all'anno (1) d'età
• gli adulti non vaccinati
• i viaggiatori non vaccinati che stanno per recarsi in zone endemiche
Nei Paesi con clima temperato si diffonde durante i mesi invernali, trasmettendosi per contatto diretto con
una persona infetta o, più raramente, con oggetti contaminati da secrezioni delle lesioni di un paziente
Tutto ciò è doveroso per riuscire a capire ciò che segue nella traduzione di tale articolo. In esso ritroviamo
la storia del vaccino della difterite, la cui storia è alquanto controversa, inclusi i dati degli andamenti della
malattia prima e post introduzione del vaccino.
In merito ai rischi vaccinazione ed effetti collaterali, vi troviamo anche la prefazione a “On peut tuer ton
enfant”. Nella conclusione si parla di alcuni trattamenti alla difterite, compreso anche quello da effettuare
con soluzione di cloruro di magnesio.
Fonti:
http://www.epicentro.iss.it/p
Http://www.salute.gov.it/
Traduzione e riflessioni
Da un mese a questa parte ha avuto luogo nei social e nei media un tamtam impressionante in merito ad
un caso di difterite avvenuto in Spagna a fine maggio. Pau, è il nome che è stato assegnato al bambino di 6
anni non vaccinato colpito dalla difterite, residente a Olot, una località della provincia di Girona. Tutto
ebbe inizio il 23 di maggio, quando il bambino venne visitato dal medico, presentando mal di testa, febbre
e tonsille infiammate. Gli viene diagnosticata una tonsillite, dato che i medici ormai, come è stato
ampliamente ammesso, non sanno più riconoscere la difterite. Il 28 di maggio i genitori portano il bambino
nell’ospedale di Olot a causa di un aggravamento delle sue condizioni. Lì viene fatto un tampone
orofaringeo che viene inviato al laboratorio soltanto il giorno successivo. Si dovrà aspettare il 30 di maggio
per ottenere l’effettiva diagnosi di difterite dal Centro Nazionale di Microbiologia e per ottenere il
trasferimento del bambino all’ospedale Vall d’Hebron di Barcellona.
Intanto inizia la ricerca dell’antitossina (DAT) da somministrare al bambino, peccato che tutti i paesi
europei ne fossero sprovvisti o in possesso di dosi scadute (esempio la Germania). Ovviamente comincia
anche la ricerca dell’untore, che non si trova, si trovano solo 9 bambini ed 1 adulto risultati positivi al
batterio, ma che essendo vaccinati non hanno sviluppato la malattia. Tutto questo mentre personaggi privi
di scrupolo dichiarano pubblicamente “ve la siete cercata, ecco i risultati di chi non vaccina”, ecco la
dichiarazione di Moreno, Segretario Generale alla Sanità Pubblica Spagnola.
Finalmente il 1 di giugno nel pomeriggio arriva il siero, messo a disposizione dalla Russia, per curare il
bambino. Peccato che già dal 2 di giugno le sue funzioni cardiache e respiratorie fossero compromesse,
come anche i reni. Aspettavano per riuscire ad effettuare il trapianto di cuore, ma necessitavano di
condizioni stabili e di una ripresa dell’attività respiratoria e renale. Purtroppo questa ripresa non si ebbe
mai ed il 27 di giugno si dovette registrare il decesso.
Non esprimo il mio parere in merito alla questione perché non voglio sembrare né pro né contro, desidero
solo che prendiate nota non solo della mancata vaccinazione del bambino ma anche di tutte quelle
mancanze che vi sono nella sanità pubblica, dalla mancata diagnosi iniziale, alle lunghe tempistiche
nell’analisi del tampone fino al ritardo nella somministrazione dell’antitossina. Ritengo però molto
interessante questo articolo, motivo per cui mi ci sono cimentata ultimamente per tradurlo. Spero sia
abbastanza comprensibile. Buona lettura e buona riflessione!
Fonti:
http://www.elmundo.es/salud/2015/06/02/556dbc3d268e3e16598b4589.html
http://www.elperiodico.com/es/noticias/sociedad/corazon-los-rinones-del-nino-enfermo-difteriafuncionan-con-maquinas-4258174
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=29112
http://www.elperiodico.com/es/noticias/sanidad/muere-nino-seis-anos-olot-infectado-difteria-4309635
Caso di difterite in Spagna: quello che bisognerebbe sapere e
che la stampa non vi dirà mai
Traduzione dell’articolo da:
http://www.initiativecitoyenne.be/2015/06/cas-de-diphterie-en-espagne-ce-qu-il-faut-savoir-et-que-lapresse-ne-vous-dira-jamais.html
Traduzione a cura di Ana Diana Demian
Da alcuni giorni in rete vi è un vero e proprio dibattito sul caso di Pau, il bambino spagnolo che ha
contratto la difterite, mentre la stampa come al solito ha pubblicato articoli privi di oggettività.
Un bambino di 6 anni, residente a Olot, località vicina alla città catalana di Girona, ha contratto la difterite
e sarebbe ricoverato in uno "stato critico" all'ospedale Vall d'Hebron di Barcellona secondo la stampa
spagnola. Il bambino, che non sarebbe stato vaccinato, secondo la stessa stampa, sarebbe il primo caso di
difterite in più di 30 anni, che è già una bella e grossa bugia considerando che il vaccino non ha come
obiettivo di eliminare il batterio (quindi non ne impedisce la circolazione), ma di inibire la produzione di
tossina da parte di tale batterio, che è molto diverso.
Il bacillo della difterite
Questo caso arriva quindi giusto a pennello per le autorità di molti paesi che devono fronteggiare critiche
da tutte le parti e ravvivate a causa della petizione sul vaccino DTP di Joyeux, che già di suo aveva
scatenato moltissimi dibattiti su tutti i media.
(Nella parentesi che trovate a questa altezza vi si invita a leggere articoli in merito alla petizione del dottor
Joyeaux sul fatto che in Francia, nonostante sia obbligatorio solo il DTP, il sistema ne è sprovvisto e obbliga
alla somministrazione dell'esavalente!)
Il discorso semplicistico dei medici alla Diafoirus (un dottore dell'opera <Il malato immaginario> di
Moliere, medico pedante che usa sempre parole molto altosonanti, che però non sa il vero stato di salute
dei suoi pazienti) consiste inevitabilmente nell'affermare "ve la siete voluta, il bambino non era vaccinato,
questa è la prova che i vaccini sono indispensabili, questo è per colpa degli antivaccinisti". I genitori stessi
hanno finito per essere influenzati, cominciando a credere di essere stati ingannati da una informazione
più critica ed obiettiva sulle vaccinazioni, laddove il discorso ufficiale non affronta altro oltre il "piccolo
dolore o rossore nel punto di iniezione", che però viola i diritti di genitori o dei tutori ad un consenso
realmente informato e libero. E fidatevi che se il bambino fosse morto o rimasto con handicap a causa del
vaccino, state ben certi che questa stessa stampa non sarebbe stata pressata per scrivere un articolo in cui
i genitori avrebbero potuto dichiarare di essere stati ingannati dalle pubbliche autorità, che dovrebbero
provvedere invece alla loro salute e al loro benessere. Eppure di questi genitori ce ne sono a migliaia, e non
sono nemmeno tanto difficili da trovare.
Ma quello che dovreste veramente sapere per non essere ingannati dai risvolti di questo complicato
discorso, che cerca vanamente di mettere gli uni contro gli altri, è questo:
1. L'inefficacia della vaccinazione antidifterica è stata più e più volte provata:
Il dottor Jean Méric segnala nel suo libro « Vaccinations, je ne serai plus complice » le seguenti prove:
In Russia, l'85% dei casi di difterite ha avuto luogo in persone vaccinate. In Francia, negli ultimi 4 casi che vi
furono, per due di essi, si ebbero in persone perfettamente vaccinate, ovvero vaccinate da meno di 10
anni. È quindi inesatto dire che la difterite ha luogo solo nelle persone non vaccinate.
(source : Maurice, J., « Diphtérie : l’épidémie se lève à l’est », J.Int.Med. T343, 1995, p.1213.)
La malattia ha iniziato a regredire in tutti i paesi europei, dopo il 1950, in modo costante,
indifferentemente se vaccinati o meno.
(source : Rendu, R., « Résultats comparés de la vaccination et de la non vaccination dans la lutte contre la
diphtérie », Journal de la Médecine de Lyon, n°819, 1954.)
La Francia, campionessa nella vaccinazione, dopo 18 anni di vaccini inefficaci, passa da 45.000 casi nel 1945
a qualche caso nel 1960.
René Bickel, Vaccinazioni, la grande illusione
In Scozia, senza alcuna vaccinazione, i casi di difterite sono diminuiti in egual misura (10.000 casi nel 1945 a
100 casi nel 1960).
(source : Delarue, F., L’Intoxication vaccinale. Rapport du département de la santé, Ecosse, le Seuil, p.16.)
In Germania, gli studi si rivelano particolarmente interessanti e istruttivi. Prima della fine della Seconda
Guerra Mondiale, questo paese effettuava vaccinazioni di massa. Durante il periodo in cui le vaccinazioni
erano obbligatorie, il numero dei malati passò da 30.000 casi nel 1926 a 153.000 casi nel 1945. Dopo la
guerra, costatando la mancanza di risultati e anche per motivi economici, la Germania non ha più
vaccinato. Oh! Miracolo! Fu allora che si passò da 153.000 casi del 1945 a 20.952 fino ad arrivare a pochi
casi nel 1960.
(source : Delarue, F., L’Intoxication vaccinale, le Seuil, p.20-21.)
In Svizzera possiamo notare la stessa diminuzione dei casi in tutti i cantoni. Alcuni cantoni vaccinavano
molto, come il cantone di Ginevra, degli altri offrivano la vaccinazione come facoltativa, in altri ancora non
veniva proprio effettuata.
In Francia, come si può attribuire la vittoria sulla difterite alla vaccinazione se aa mortalità a causa di
questa malattia andava diminuendo nello stesso identico modo nella fascia 1 - 14 anni, quindi vaccinati, e
anche tra i nuovi nati che non erano vaccinati.
(source : Delarue, F., « Expériences comparatives réalisées pendant la seconde guerre mondiale et depuis
», in L’Intoxication vaccinale. Le Seuil, p.19.)
La vaccinazione non veniva infatti eseguita che da un anno in su. Non possiamo attribuire la diminuzione
della mortalità tra i nuovi nati per la mancanza di contatto grazie ai vaccinati, poiché i vaccinati contaminati
dal bacillo della difterite sono contagiosi per il loro entourage. La vaccinazione non può impedire la
difterite, la può solo rendere asintomatica. Essa non può neutralizzare che la tossina, ma non il bacillo. Il
vaccino non ha quindi nessun effetto sul contagio. I nuovi nati sarebbero dovuti essere altrettanto
numerosi come prima della introduzione del vaccino.
Statisticamente è impossibile attribuire la diminuzione dei casi di difterite alla vaccinazione, causa
quest’ultima invece di un aumento dei casi ovunque sia avvenuta la relativa somministrazione.
È interessante conoscere le basi epidemiologiche che hanno permesso alla medicina di imporre la
vaccinazione. Nel 1925, la difterite dilagava nelle file dell'esercito del Reno, quale migliore occasione quindi
per l'Istituto Pasteur di testare il nuovo vaccino di Ramon in mezzo ad una epidemia.
(source : Rendu, R., « Fréquence comparée de la diphtérie chez les vaccinés et les non vaccinés », Acta
Medica Scandinavia.T126, p.528-540, 1947.)
Questo studio venne affidato al medico militare Zoeller che precedentemente aveva studiato il vaccino
antitetanico. L'appello tra i coscritti era che fossero brave cavie, docili e pro-soluto. I vaccini sono stati
testati su di essi. Oggi proveremmo nuovi vaccini in Africa, per le stesse ragioni. Furono vaccinati 305
soldati con antitossina difterica (con due dosi a tre settimane di distanza). Il resto del reggimento, 700
reclute che servivano come testimoni e gruppo di controllo, sfuggì alla vaccinazione. Dopo la prima
iniezione, undici casi di difterite si attivò nei vaccinati e solo uno nel gruppo di controllo, quindi 22 volte di
più casi tra i vaccinati. Il signor Zoeller ha detto che non poteva tenere conto che questi casi di difterite
sarebbero apparsi tra i vaccinati nei giorni successivi alla vaccinazione, perché non avevano avuto il tempo
di sviluppare l'immunità. Ha messo questi dodici casi tra i non vaccinati ed ecco, e siamo passati da 0 casi di
vaccinati per 12 casi di non vaccinati (N.d.A. praticamente questi 12 casi insorti in seguito alla vaccinazione
sono stati registrati come casi presenti in non vaccinati, negando che la vaccinazione possa scatenarla)
Pertanto, il vaccino ha dimostrato la sua meravigliosa efficienza. Il minimo che possiamo fare quando
vogliamo fare gli scienziati e vediamo un fatto che non si spinge a soddisfare un presupposto sarebbe
quello di prendere il campo di studio e vedere se succede di nuovo (per essere scientificamente approvato
uno studio deve essere ripetibile, quindi seguire una regola). Ma no, abbiamo subito detto che la
vaccinazione era utile. Eppure, molti medici hanno trovato lo stesso effetto in persone vaccinate. Dei casi
gravi di difterite erano apparsi tra le 24 e le 48 ore dopo la vaccinazione, ma naturalmente non si mette in
discussione la parte di chi decide. È stato necessario intervenire con la vaccinazione.
L’OMS ha ammesso per esempio nel 1962 che “è vero, nonostante tutto, che la frequenza dei nuovi casi di
difterite possono aumentare oppure diminuire, indipendentemente dalla vaccinazione”.
(source: "Le rôle de l'immunisation dans la lutte contre les maladies transmissibles", Cahiers de santé
publique O.M.S, n°8, p.64; 1962)
In un altro document dell’OMS (del 1975) intitolato "Quelques problèmes non résolus dans la diphtérie",
possiamo leggere che “Il grado di protezione conferito dalla vaccinazione con antitossina è spesso
insoddisfacente. Circa il 7 – 10% dei casi di difterite riportati negli Stati Uniti si verificano tra soggetti
pienamente immunizzati secondo la loro cartella, questo secondo il rapporto annuale di sorveglianza della
difterite degli USA redatto dal CDC”. In secondo luogo, questo rapporto indica anche che, come era stato
chiaramente dimostrato da Frost nel 1928, l’immunità antidifterica è frequente nel corso della prima
infanzia a seguito di infezioni cutanee che implicano il C. Diphteriae (difterite cutanea) e dove i segnali
clinici sono alquanto contenuti se non addirittura assenti. Risulta quindi impossibile sapere in quale
proporzione l’immunità sia influenzata da anticorpi acquisiti o altrimenti”.
2. Non esistono test di controllo (rigorosi) sull’efficacia di questo vaccino
Nella stessa fonte dell’OMS del 1962, menzionata nei paragrafi precedenti, si possono trovare altre
ammissioni sulla mancanza di una rigorosa valutazione scientifica in merito alla immunizzazione contro la
difterite:
Michel Georget, L'apport des vaccinations à la santé publique, la réalité derrière le mythe (Dangles)
3. Il vaccino stesso presenta dei rischi che non sono da niente
Ricordate che quando i bambini muoiono o subiscono gravi danni in seguito alla vaccinazione, vengono
regolarmente classificati come “coincidenze” e i media non andranno mai a sollevare l’attenzione sul
numero allarmante di questi casi, quindi del loro aspetto quantitativo (i casi, sotto forma di diversi
fenomeni, sono spesso ripresi dai media come dei soli episodi, in modo che sembrino delle mere eccezioni,
continuando quindi a confermare la regola spietata del tabù). Il caso più eclatante è il caso del bambino
tedesco morto per il morbillo (nel sito dice “rougeole”, rosolia, errore dell’autore o pubblicizzato in modo
diverso negli altri paesi?), di cui si discuteva senza avere a disposizione dati certi in merito al suo stato di
salute generale, sfruttato però per intavolare un dibattito sulla libertà di vaccinazione in questo paese,
laddove migliaia di bambini danneggiati a causa delle vaccinazioni non ricevono tutt’oggi nemmeno un
centesimo dell’effetto mediatico da esso scatenato.
Quali sono i rischi della vaccinazione antidifterica? Qual è la loro natura?
Il Dr Méric ha scritto, nel suo studio precedentemente nominato: “L’uso diffuso dei vaccini in una
popolazione poco nutrita e con alcolisti, all’epoca, ha provocato aspre critiche in seguito alle gravi reazioni
ed effetti collaterali che ha causato (focolai di orticaria, lesioni ai reni, reumatismi ma soprattutto diabete).
Abbiamo persino dovuto creare un nuovo farmaco anti-diabete, il cocarboxilase. (Vaccination, je ne serai
plus complice, p.64).
Altre complicazioni individuate nella letteratura medica sono: disturbi al sistema nervoso, encefalite,
disturbi mentali e ritardi mentali. La reazione di Arthus è una reazione di ipersensibilità grave e può essere
molto dolorosa , e corrisponde ad una vasculite acuta in cui si sperimenta una reazione relativa ai
"complessi immuni " (gli anticorpi prima si legano agli antigeni dopo di che si vanno a depositare nei vasi
sanguigni, nelle membrane, ecc.). E ovviamente il rischio di decesso a causa dei vaccini.
DIFTERITE: prefazione a “On peut tuer ton enfant” (“può uccidere il tuo
bambino”) del Dottor Paul Chavanon
" Comment j'ai tué mon enfant"
Prefazione a cura del Dottor Pierre Coignet
Mia figlia, Anne-Marie Cognet, all’età di 3 anni, l’unica malattia che aveva avuto è stata una semplice otite,
curata in pochi giorni, all’età di 2 anni. Era forte, vigorosa, briosa e con un buon appetito. A seguito di una
epidemia di difterite tra i miei pazienti, decisi di vaccinarla, poiché già quattro anni prima lo feci alla sorella
senza che ci fossero incidenti. Le diedi, domenica 7 novembre, alle ore 10, un’iniezione di antitossina
Ramon (sull’etichetta c’era scritto: “Allonge 1160-1162 –Durée du vaccin: décembre 1940” – diluizione e
data di scadenza).
Quella sera alle 17 la bambina divenne molto scontrosa e rifiutò qualsiasi distrazione (intesa come gioco). Il
giorno dopo, la mattina aveva 39.5° di febbre, la notte invece 39°; e così fu per otto giorni; rifiutava
qualsiasi cibo (brodi vegetali o tisane). In seguito alla scomparsa della temperatura tra lunedì e giovedì, ci
fu l’apparizione martedì e venerdì di forti nausee ripetute. Giovedì vomitava a qualsiasi tentativo di
ingestione di alimenti. L’analisi effettuata mostra una forte diminuzione della minzione. Cerchiamo allora
di applicare tutti i soliti trattamenti anti-vomito, insieme ad un famoso e ben rinomato medico, il quale
attribuisce questi fenomeni ad uno “stordimento del fegato” a causa della iniezione di antitossina.
Abbiamo tentato l’uso di estratto perhépatique (non trovando nulla in merito presumo sia qualcosa per
riattivare le funzioni del fegato), citrosodina, bicitrol ecc. nessun risultato.
Il vomito dura per 8 giorni, fino all’apparizione di uno stato di semi-coma nella giornata di sabato. Martedì
erano anche comparse anche le convulsioni. Gli somministrammo un’iniezione endovenosa di bicarbonato
sierico. Mercoledì mattina le abbiamo fatto gli esami (cloro totale – 1,13; cloro nel plasma – 2,48; il loro
rapporto – 0,45; CO2 nel plasma – 66%). Alternammo iniezioni di bicarbonato sierico con soluzione
fisiologica e glucosio. Giovedì nuovi esami del sangue (cloro totale – 1,77; cloro nel plasma – 5,19; il loro
rapporto – 0.55; CO2 nel plasma – 53%), insieme a forti crisi convulsive ripetute, minzione estremamente
rara, albuminuria e presenza di zuccheri in quantità impossibile da dosare. Sabato sera, entrata in coma
totale con conseguente decesso (soli otto giorni dopo lo stato di semi coma). Quindi, l’evoluzione avvenne
in tre settimane. Prendo atto che, dopo una settimana di bassa temperatura di 36,4°, 36,6°, 5 giorni prima
della fine ha iniziato ad avere 39,2° martedì sera, 38,4° la mattina seguente, 39,7° la sera seguente e la
mattina dopo ancora 38,9° poi 39,1° poi 37,7° ed in seguito la morte. Il giorno prima della morte, gli esami
delle urine hanno evidenziato una quantità di 13,50 gr di zucchero.
E’ doloroso per un padre medico costatare che queste osservazioni sono simili a quelle di molti altri autori
e che sono state inviate al collega e dottore Paul Chavanon, che purtroppo ho conosciuto troppo tardi. Se
avessi saputo degli incidenti verificatisi in seguito alla somministrazione dell’antitossina, da lui pubblicati,
se avessi saputo di quelle osservazioni e di quegli studi di cui lui è in possesso, dove ci sono gli stessi
incidenti di tossinfezione (cambiamenti nella temperatura identici, vomito, anche il tempo totale prima del
decesso), non avrei fatto questa puntura a mia figlia, e lei adesso sarebbe ancora viva. Nelle pagine che
seguono, il Dottor Chavanon vi illustrerà tanto, tra gli altri esempi che può citarvi ahimè, vi è una lunga
osservazione, dove mi sembra di rileggere in gran parte, quella di mia figlia. Lui ha esitato, a causa della sua
lunghezza, ma in seguito alla mia richiesta e preghiera ha acconsentito alla pubblicazione, poiché voglio
che tutti i confratelli (inteso più come medici della categoria), leggano questo libro e si rifiutino di accettare
l’idea che si possa rendere obbligatorio un vaccino che potrebbe uccidere i nostri piccoli, come è successo
con mia figlia.
Dottor P. Coignet, da Cagnes-sur-Mer (A.M.)
4. Le buone domande che la stampa non chiederà mai:
Il bambino era realmente non-vaccinato? Dove sono le prove formali?
Poi, cosa si sa dello stato di salute globale di questo bambino, e nei dettagli, della sua alimentazione?
Perché va ricordato che gravi forme di difterite sono strettamente legate alla presenza di ferro libero nel
sangue (ora, un numero significativo di bambini va notato che sono anemici). Ecco cosa c’è da sapere sul
meccanismo esatto della malattia.
Il Dottor Jean Méric spiega: “La difterite è una malattia causata dalla tossinfezione grave causata
dall’azione della tossina prodotta dal batterio c. diphteriae. Questo batterio, chiamato ancora batterio di
Kleb-Loffler, è a bassa patogenicità per l’uomo. Nella maggior parte dei casi, la malattia non è evidente,
assomiglia molto spesso ad una malattia lieve benigna (angina, faringite). Nel periodo pandemico, gli studi
dimostrano che il 90% dei francesi andavano incontro ad una malattia asintomatica e quindi avevano
anticorpi contro la tossina nel loro corpo. Soltanto un francese su 2000 faceva un caso di difterite vera e
propria.
Non vi è uno sviluppo della malattia se il bacillo non viene invaso per un fago Beta. Questo fago è una sorta
di virus batterico. E’ il responsabile della produzione della tossina. Se non ci fosse questo gene, il batterio
non sarebbe patogeno per l’essere umano. Per ammalarsi di difterite c’è bisogno che tutti i pazienti siano
infetti dal bacillo infettato dal fago Beta. In tutti i libri di batteriologia leggiamo frasi di questo tipo: <A
volte, raramente, questo bacillo viene infettato a sua volta da un fago Beta il quale, entrando nel batterio,
porta con sé il gene responsabile della produzione di tossina difterica>. Come si può dire <a volte> e
<raramente>? Questo a volte o raramente evidenziato dai nostri esperti, non è così raro come dicono dato
che il 90% dei francesi era provvisto di anticorpi contro la tossina? Per avere degli anticorpi contro la
tossina nel sangue è necessario che vi sia stato un contatto ed essere stati infettati dal batterio e dal fago
Beta. Come fanno questi 90% ad essere immunizzati in un periodo endemico con anticorpi contro la
tossina, se non sono stati infettati dal fago Beta?
La tossina, durante il corso della malattia difterica, è alla base di problemi cardiaci, neurologici, del fegato e
dei reni. E’ lei la responsabile dei disturbi e della gravità della malattia. Per comprendere la malattia è
necessario richiamare il punto cruciale: il gene della tossina, causata dal bacillo, normalmente viene inibita
da un repressore cromosomico. Questo è il motivo per cui il 90% dei francesi non ha avuto nessun disagio
tipico della malattia ma ha gli anticorpi per la tossina. Questo repressore cromosomico non ha espressione,
non può impedire uno sviluppo della malattia, a meno che non sia associato ad un metallo, il ferro. E’
assolutamente necessario che il ferro si trovi in forma libera nel sangue. La sola presenza di ferro libero nel
sangue è in grado di impedire la produzione di tossina a causa del fago Beta. La co-presenza di ferro libero
nel sangue e del gene cromosomale, è in grado di impedire la malattia. Il gene della tossina viene in questo
modo soppresso. La presenza di ferro libero nel sangue porta quindi ad uno sviluppo asintomatico della
malattia. Senza adeguati livelli di ferro (100 mcg), si ha una malattia difterica.”
Quindi, sappiamo per caso la quantità di ferro libero nel sangue del bambino spagnolo? Cosa ne sapeva
dunque la stampa? E’ giusto attaccare coloro che criticano i vaccini o dovremmo piuttosto prendercela con
medici che sono ignoranti in materia di nutriterapia e biochimica? Se quel bambino avesse ricevuto un
supplemento di ferro, forse non sarebbe arrivato a quel punto. Ma che non si osi insinuare questo tipo di
assunzione nei confronti della stampa, che sarebbe chiedere troppo naturalmente. Quello che la stampa
mantiene più che mai, è la mancanza di investigazione, pari a zero, un copia e incolla tra le varie agenzie di
stampa, con ricorso ad esperti stipendiati ufficiali con una trascrizione imparata a memoria e scritta
acriticamente!
Inoltre, non ci si può basare su una stampa per discutere trattamenti alternativi che, se fossero stati meglio
noti al pubblico e alla professione medica, si sarebbero potuti somministrare a questo bambino per evitare
che arrivasse fino alla terapia intensiva. Come vedremo in seguito, il silenzio e la codardia dei media
condannano inutilmente bambini e adulti alla malattia e alla morte, mentre il loro concatenamento al
dogma alienante dei vaccini, occulta tutte le altre soluzioni preventive e terapeutiche che potrebbero
essere offerti. Ma ignorare le seguenti informazioni sono da parte di qualsiasi giornalista, una violazione
della sua etica e del dovere elementare di obiettività, almeno questo va detto.
(Estratto estremamente rivelatore del libro di Michel Georget, "Vaccinations, les vérités indésirables", 1ère
édition, Dangles, 2000, pp. 202-203)
Come trattare la difterite?
Per lungo tempo la difterite è stata trattata con la sieroterapia, vale a dire mediante iniezione di siero di
cavallo precedentemente immunizzato mediante iniezione di tossina difterica. Questo processo, scoperto
da Roux, un collaboratore di Pasteur, non fu così efficace come sperato [27] e soprattutto, è stata la fonte
di molti shock anafilattici. (Fonte/ riferimento: Madsen , Madsen & T., S. , " Difterite in Danimarca "
bollettino medico danese , T.3 [ 4 ] , p 112-121 , 1956. ) .
Nel 1932 un umile medico di campagna, il dottor Neveu, che praticava in Charente – Magné, vicino a
Rochefort, ha scoperto che l’assorbimento di una soluzione di cloruro di magnesio avrebbe rapidamente
guarito dalla difterite. Neveu era stato allievo del professor Delbet che durante la guerra del 1914 – 1918,
aveva osservato che questa soluzione tamponata sulle ferite permetteva una guarigione più veloce. Ha
chiamato questo metodo “trattamento cytophylactique”.
Ricordando la scoperta del suo maestro, Neveu ha avuto l’idea di somministrarlo ad una ragazza che
soffriva di un angina sospetto, nell’attesa che arrivassero i risultati dei campioni raccolti. Quale fu la sua
sorpresa nel vedere il giorno dopo la guarigione della bambina, mentre il risultato del test era positivo per
la difterite. Dopo aver ottenuto gli stessi risultati su altri pazienti, Neveu rende partecipi molti suoi colleghi
della scoperta ed informa Delbet del successo ottenuto. Quando nel 1943 i casi raggiunsero vette di oltre
45.000 casi e il siero divenne scarseggiante, Neveu pubblicò alcune linee guida a “Le Concour Médical”:
<Essendo le quantità di siero antidifterico ormai insufficienti, lo ritengo un dovere farvi conoscere una
medicazione (20 grammi di cloruro di magnesio per litro), farmaco che mi ha dato i migliori risultati, senza
la sieroterapia.>
(Fonte: Neveu, A., « Traitement de la diphtérie par le chlorure de magnésium », Concours Médical,
1er janvier 1944, p.13)
Nel frattempo Delbet presenta i risultati del suo allievo presso l’Accademia di Medicina di cui faceva parte.
Dopo molte difficoltà, ottiene il consenso per discuterne, e il 20 giugno 1944 può leggere il suo comunicato
in merito al trattamento della difterite attraverso il “metodo cytophylactique” ma l’Accademia rifiuta di
pubblicarne il contenuto nel Bollettino dell’Accademia Nazionale di Medicina.
Questa triste storia è stata scritta dettagliatamente in “Les nouveaux Parias” (Delarue, F. 1971, épuisé), un
libro in cui vengono riportati gli scambi di posta tra Neveu e Delbet, tramite una riproduzione in stile facsimile agli originali. Quando ho letto questo libro, la storia sembrava così improbabile che ho voluto
verificare di persona. Infatti non viene menzionato nulla in merito alla riunione del 20 giugno 1944 (fonte:
Bollettino della Accademia Nazionale di Medicina (t.128 [23 e 24], p.29, 1944), poiché risulta nel resoconto
della settimana successiva (27 giugno) e si legge, nella sintesi, alla voce “comunicazioni”: <Pr Delbet –
Traitement de la diphtérie par la méthode cytophytolactque (comunicato fatto nella seduta nel 20
giugno)> Non risultano atri commenti o inserzioni in merito al comunicato. In questo modo, con il suo
silenzio colpevole, l’Accademia ha letteralmente condannato a morte migliaia di bambini che avrebbero
potuto essere salvati grazie a questo trattamento. Perché? Si fatica a credere, ma la risposta la ritroviamo
in una lettera di Delbet: <Il Consiglio dell’Accademia ha trovato dopo 6 mesi di riflessione la seguente
argomentazione: attraverso la promozione di un nuovo trattamento per la difterite, le vaccinazioni, e
l’interesse generale è di generalizzare le vaccinazioni> (ovvero si è preferito seguire la strada della
vaccinazione antidifterica con una procedura di vaccinazione di massa). Non vi è alcun dubbio che non era
auspicabile che nel Paese di Pasteur, Roux, Ramon, la scoperta di un umile medico di campagna potesse
rovinare il prestigio delle due scoperte francesi: la terapia del siero e la vaccinazione antidifterica.>
Come promemoria, l’Accademia Nazionale Francese di Medicina non ritiene che gli OGM comportino gravi
rischi per la salute, minimizza, per non dire che tace totalmente, i rischi dell’inquinamento
elettromagnetico (onde tramite le antenne, wi-fi, ecc) e ancora supportava l’amianto 6 mesi prima del suo
divieto finale - mentre le prove della tossicità di questa sostanza erano disponibili e conosciute più di 90
anni fa – quindi al quesito di sapere se questo organo abbia ancora credibilità o legittimità ai vostri occhi,
bisogna anche considerare i suoi “grafici di lucidità” globale. [in questo punto nell’articolo originale vi sono
dei link ad altri articoli in merito all’Accademia]
N.B. In Belgio, a partire dal 2003, i “buoni esperti” hanno deciso che ogni persona che riceve una dose di
richiamo per il tetano deve ricevere anche la dose della difterite (una pura assurdità in quanto le situazioni
a rischio tetano non sono le stesse del rischio di difterite). Poche persone conoscono il nome del vaccino,
perché il “Tedivax” suggerisce solo il nome del tetano ma poche persone sanno che ha valenza anche per la
difterite (specialmente quando vengono vaccinati in caso di emergenza, quando non vedono nemmeno il
nome del vaccino e nessuno parla con loro della valenza del vaccino anche per la difterite “per il loro
bene!”). La parte antidifterica ha una elevata reattività negli adulti e spesso porta a molte complicazioni
inutili. Il Belgio dichiara che bisogna effettuare richiamo contro tetano e difterite ogni 10 anni, mentre la
Francia ha modificato la sua raccomandazione portandola a 20 anni. La Francia aveva inizialmente
sostenuto la somministrazione di 4 dosi del vaccino “6 in 1” (Infanrix Hexa) contenente anche l’antidifterica
riportandola in un secondo momento a 3, mentre in Belgio tutt’ora vige la raccomandazione a 4 dosi
somministrate, bisogna però essere a conoscenza che la parte antidifterica nei bambini (30 U.I), è di ben 15
volte maggiore rispetto a quella adulta (2 U.I), e che i bambini non hanno a disposizione un sistema
immunitario pienamente maturo.
Tutto ciò dimostra pertanto che ciò che è ritenuto “assolutamente necessario” e di vitale importanza in un
paese, tale non è in un altro. Il fatto che dopo anni che è stato immesso sul mercato, venga comunicato
che 3 dosi sarebbero state abbastanza invece che 4, dimostra che la valutazione del vaccino prima di
essere immesso sul mercato è parziale e del tutto inadeguata. E per quanto riguarda i bambini che
diventano disabili dopo la 4 dose che si sarebbero per esempio salvati se fossero scappati nel paese vicino?
Il buonsenso conduce alla inevitabile conclusione che la “vaccinologia” è una scienza falsa dalla A alla Z e si
basa solo sul vento, motivo per cui vedrete tante incoerenze da un paese all’altro (solo perché non è
scientifico).
Nota: Nel frattempo altri nove bambini spagnoli ed un adulto (vaccinati) sono stati rilevati come portatori
del bacillo della difterite.