Una nuova geografia

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Una nuova geografia
I
NOTIZIE
R EDAZION E: LOP PIANO
DALLA
- 50064 INCISA VALDARNO
MARIA'POLI
PERMANENTE
(Fi) - ANNO l - N. 2 - MAGGIO 1978
- TRIMESTRA L E
�'Una nuova geografia ...
"
Eccoci al numero 2 di
"Loppiano Notizie".
Sul nostro tavolo
moltissime lettere sono la
risposta piena di
entusiasmo al nostro
primo numero, ed anche la
testimonianza meravigliosa
di un impegno cristiano
quotidiano che non poche
volte ha avuto in una visita
a Loppiano il suo punto di
partenza.
Con l'arrivo di queste .
lettere ci sembrava quasi di
comporre una nuova
geografia. E con la
sorpresa, anche la gioia di
un'alternativa di pace si diffonda nella
scoprire nei luoghi pi� diversi
società.
tanti "fuochi accesi", tanti
Noi crediamo che questo è possibile.
. 'punti vivi". persone,
Chi si è lanciato nella divina avventura di
gruppi, famiglie che dal di
seguire Gesù, chi ha fatto l'esperienza,del
dentro del tessuto sociale
suo amore fra gli uomini, chi ha conosciuto
tendono a costruire con l'amore un mondo
la gioia e la pace che nascono dalla sua
diverso, un mondo di pace.
presenza non può non credere.
Spinti proprio da questo, abbiamo voluto
Ne è una testimonianza in questi giorni
aggiungere un'altra pagina al nostro
l'incontro a Loppiano di gruppi di irlandèsi
giornaletto: la Parola di Vita, il commento di
di Belfast, di numerosi giovani tedeschi,
ci proponiamo di vivere particolarmente nel
gruppi di italiani, tutti impegnati nella
Chiara Lubich ad una frase del Vangelo che
mese di maggio.
Arriverà così anche a tutti voi questa
francesi, olandesi, austriaci e dei sempre folti
costruzione della pace.
, Una pace che è azione, comunione, vittoria
proposta evangelica nella quale si impegnano
sull'individualismo, una pace che ha tutto il
tutti quelli che condividono lo spirito del
sapore di una promessa confortante:
Movimento dei Focolari, affinchè
"lo sarò con voi fino alla fine... "
NON ABBIAMO POTUTO DIRE DI NO
Agnese e Tino Piazza, con i loro 7 figli, sono la prima delle 17 famiglie ve­
nute a stabilirsi nella cittadella di Loppiano, La storia di questa scelta, che
segnò una svolta decisiva nella loro vita familiare, viene qui brevemente rie­
vocata da Tino a dieci anni di distanza.
�
!
j
.
INCONTRO ECUMENICO
Nella foto: Agnese e Tino Piazza assieme ai 7 figli nella loro abitazione a Loppiano.
Anche l'impostazione dell'economia familiare e la comunione dei beni con altre famiglie, è pro­
fondamente radicata nella logica "nuova" del Vangelo.
"Qualche anno fa - racconta Anna Maria, 20 anni, primogenita della famiglia - i miei fratelli ed io
abbiamo sentito che la responsabilità economica non doveva essere solo sulle spalle di papà e
mamma, perchè tutti dobbiamo esserne partecipi. Ed insieme si è deciso che io lavorassi, e che du­
rante l'estate facessero altrettanto i miei"fratelli". Da allora i loro guadagni vengono gestiti insieme
da genitori e figli. "All'inizio dell'inverno - continua Anna Maria - c'erano tante spese da fare per
il vestiario di ciascuno, ma ci siamo resi conto che non potevamo comprare tutto. lo e la mia sorel­
lina più piccola avevamo bisogno di un cappotto, ma potevamo comprarne uno solo; dal canto mio
pensavo che era più giusto che lo prendesse lei, ma lei ha insistito che lo comprassi io. Eravamo
comunqulI sicure dell'amorll di Dio, Poco tempo dopo abbiamo ricevuto da altre famig lie amiche
dei doni inaspettati tra cui_ . dUII cappotti per la mia sorellina che prima vi a ve va rinu nc iato .
_
Abito a Loppiano da 13anni. Vi sono arri­
vato nel '65 quando la cittadella era pro­
prio agli inizi.Volevo aiutare-sono costrut­
tore edile - il piccolo gruppo di "pionieri"
impegnati nell'edificazione di questa che
ora è ch i amata la Mariapoli permanente,
Nell'estate del '67 la famiglia mi ha rag­
giunto per passare insieme a me le vacanze
e t,utti si sono trovati bene a Loppiano.In
quel periodo Agnese ed io ci domandavamo
spesso come fosse possibile dare Dio ai figli
senza imporlo, in modo che fosse una sco­
perta da parte loro.E proprio durante quel­
l'estate abbiamo avuto la risposta.
Abitavamo in una casa colonica sémiabban­
donata (per le vacanze va bene tutto!) pro­
prio attigua ad una cappellina in cui il par­
rç>co aveva lasciato il Santissimo.Un giorno
mi incuriosì un fatto: vedevo che i miei ra­
gazzi andavano spesso in cappellina. Allora
dissi ad Agnese: "Andiamo a vedere cosa
succede ai ragazzi", e scoprimmo che anda­
vano a pregare per molte persone che ehie­
devano loro di farlo. E c'era un rapporto
diretto con Gesù Eucaristia, personale direi,
quasi un tu per tu che ci colp ì molto.
Finite le vacanze era tempo di tornare a ca­
sa, ma i ragazzi non volevano lasciare più
Loppiano. Anzi abbiamo saputo poi che
stavano. pregando ogni giorno per _noi "che
"
ci convertissimo" a fermarci a Loppiano!
Ma come si faceva a rimanere? Le difficoltà
erano tante! D'altra parte come dire di no
ai bambini? Allora abbiamo pensato di far
dirEi a loro stessi il "no": mettendoli di
fronte all'evidenza dei fatti. La casa manca­
va di luce, acqua, servizi, era in pratica ina­
bitabile. .. Spiegammo loro che sarebbe
stato molto faticoso per la mamma dover
portare su ogni volta l'acqua dal pozzo; ma
essi ci promisero che avrebbero provveduto
a non far mai mancare l'acqua in casa. Fa­
Sabato 2 aprile un gruppo di-140 angli­
cani dell'Inghilterra, accompagnati da 4
loro vescovi, sono venuti a Loppiano do­
po l'incontro ecumenico tenutosi al
Centro Mariapoli di RocCa di Papa.
Dopo aver visitato i diversi lavori ed atti­
vità della cittadella, si sono riuniti nel
salone per una presentazione di tutti gli
abitanti di Loppiano ed uno spettacolo
di canzoni organizzato dal Gen Rosso.
Era presente Mons. Ablondi, vescovo di
Livorno ed incaricato della CEI per l'ecu­
menismo, venuto appositamente, il qua­
le nel rivolgere loro un saluto ha fatto
una breve riflessione sul significato ecu­
menico della Risurrezione ed ha conclu­
so: "Oggi nel nostro incontro abbiamo
vissuto, con l'aiuto dei focolarini, un pas­
so in questo cammino di comunione'�
1/ vescovo angelicano, Rt. Rwd. Wood, a
nome di tutto il gruppo ha espresso com­
mosso il desiderio di raggiungere al più
presto la piena unità tra le due Chiese.
"Vorrei ringraziare - ha dettlJ infine tutti voi e dirvi quanto sono contento
di essere venuto qui durante la settima­
na di Pasqua, quando si celebra la Risur­
.
rezione di Nostro Signore. Se CI fosse
stato qualcuno di noi che aveva dei dub­
bi sulla Risurrezione di Nostro Signore,
ora tutti questi dubbi si sarebbero sciol­
ti. Tutti noi abbiamo sentito la presen­
za, la forza, la gioia del Nostro Signore
Risorto".
pronti ad andare a piedi. Abbiamo conti·,
nuato· a tirarne fuori tante: il freddo, gli
amici lontani, ecc. Ma a loro non importava
niente.
Ed allora si decise di non partire più.Così
iniziò la nostra avventura a Loppiano: una
storia meravigliosa che, nonostante le diffi­
coltà (anzi, tante volte proprio attraverso
queste) ha portato la nostra famiglia ad una
vita di comunione profonda tra noi e con
tanti altri.
Tino Piazza
Loppiano è formata da un insieme di persone stabili e da altre che vi rimangono tem­
poraneamente. Senza la parte stabile Loppiano non sarebbe lei.
la parte stabile - i focolari permanenti, le famiglie, i volontari, le unità GEN 2, GEN
3, le suore,del monastero' sono le "strutture" di Loppiano.
Esse sorreggono Loppiano' e concorrono con tutti gli altri a generare Gesù in mezzo
ed a permettere quindi che svolga qui il suo grande ruolo di maestro. Come? Attuan·
do anch'essi la parola di Dio che li fa tutti casa sulla roccia.
Vengano pure allora tutti i terremoti spirituali.
Loppiano rimarrà.
(Dal discorso di Chiara Lubich a Loppiano il
"Tutti i ragazzi e le ragazze dai dodici anni
in giù sono invitati ad avvicinarsi al palco".
Così incomincia ogni domenica l'incontro
per i più piccai i nel salone che accoglie i vi­
sitatori di Loppiano.
Un attimo di silenzio, di incertezza e subito
dopo il brusio prende tutta la sala.Tra l'in�
teresse generale i bambini accorrono a for­
mare un festoso gruppo accanto al com­
plesso musicale che prepara per loro una
scenetta sulla vita degli animali nella fore­
sta.
Poi di corsa, tra i corridoi della sala, tutti
sopra nel locale appositamente preparato.
Inizia così "un giorno bello e diverso dagli'
altri" (Filippo, 9 anni), "un giorno di spi­
ritualità e di divertimento" ( Massimo , 12
anni). "un'esperienza meravigliosa" (Re·
nata, 9 anni). "un giorno impressionante"
cemmo poi notare che la scuola più vicina
era a 4 chilometri e non c'erano mezzi di
comunicazione; ma essi si dichiararono
DAI
12 ANNI
IN
GIU' ...
17/2/1971)
(Sergio, 10 anni). "emozionante" (Luciana,
8 anni). "un'esperienza di vita bellissima"
(Luca, . 12 anni), "un'esperienza nuova"
(Paola, 11 anni),
Ci si conosce attraverso indovinelli, canzo­
ni, mimi, giochi, scenette sul Vangelo.. scam­
bio di esperienze della giornata, rappresen­
tazioni e altre cose a cui partecipano sem­
pre tutti. E poi la presentazione di Loppia­
no e dei "gen"; nel pomeriggio, illustrata
da una serie di diapositive, la stupenda espe­
rienza di Claudia, una bambina svizzera di
7 anni partita da questa terra l'anno scorso.
Claudia era una "gen 3" che, colp'ita da una
malattia mortale, con il suo amore ha sapu­
to suscitare tanta vita attorno a lei.
Un patto fatto al mattino lega ed impegna
DOPO DUE ANNI
Abbiamo domandato a Maguy (Brasile)
e, Virginio (Padova) cosa è stata per loro
l'esperienza dei due anni trascorsi qui
nella Mariapoli.
Ecco quanto ci hanno detto:
MAGUY
Più che preoccuparmi di verificare una teoria così poteva apparirmi l'idea di una società che
vive il Vangelo - posso dire di aver sperimenta­
to una realtà. Ricordo, per esempio, l'espe­
rienza fatta con una compagna di lavoro nel
settore delle ceramiche. Si era creata una frat­
tura fra noi due, perchè volevamo impostare
in modo diverso un certo lavoro. A quel pun­
to ho sentito che non aveva più senso conti­
nuare a lavorare: mi sono chiesta che cosa
avesse più valore, se la produzi one o l'amore
reciproco. Dopo aver chiesto scusa alla mia
compagna e aver ristabilito con lei il rapporto
di amore scambievole, abbiamo trovato una
soluzione insieme per cui il lavoro scorreva
più I iscio li veloce. Questa non è stata che la
prima di .una lunga serie di esperienze che in
due anni si sono susseguite in tutti i campi: la­
voro, studio, vita di gruppo. . .
per tutta la giornata: "Amare tutti, anche
se difficile, sempre, subito, con gioia" è
scritto su un cartellone. Alla prima propo­
sta di vivere insieme questa frase si sente
qualche timido "Si", ma alla seconda ri­
sponde un forte coro di "Si". E sU questa
base si può fare tutto! Giocare, cantare,
parlare, ascoltare, amare ..
.
Ma cosa è che spinge tutti a scrivere sui fa·
glietti delle impressioni, prima di partire, le
VIRGINIO
Sono arrivato a Loppiano con tante esigenze,
frutto di quanto avevo maturato nelle espe­
rienze precedenti: partecipazione, autogestio­
ne, ecc. In me c'erano tante idee politiche, so­
ciali, professionali. Tante convinzioni: sull'u­
nità, sulla Chiesa, sul lavoro ...
Ora, dopo due anni, tutto den tro di me è cam­
biato'.
genze, idee, convinzioni sono unificate in una
prospettiva nuova: "Dove due o tre sono uniti
nel mio nome, lì sono lo in mezzo a loro".
Questa'frase di Gesù ha orientato tutto il mio
modo di pensare e di agire. Ricordo, per esem­
pio, quando mi trovai con un compegno di la­
voro venuto da un paese orientale che conce­
piva il lavoro molto d iverla ment e da come lo
concepivo io. Il suo ritmo lento costringeva a
r all entare il montaggio in serill ed era un in ­
ciampo nel nostro gruppo. Per alcuni giorni
dovetti lavorare di più e non dissi nie nte, fin­
chè fu lui stesso ad accorgersene. Parlai con
lui serenamente, ce rc ando di spostare il mio
punto di vista "occidentale" per poterlo capi­
re. Da quel momento nacque tra noi un rap­
porto di vera amicizia, una collaborazione in
cui io mi resi conto dell'utilità di una maggior
precisione e lui dell'esigenza di un lavoro orga­
nizzato. Si stabil ì tra noi una "unità" piena,
per cui entrambi eravamo contenti di lavorare
insieme. Che gioia per tutti fu poi il constata­
re che anche la produzione ne aveva guada­
gnato.
f�asl riportate prima? Lasciamo ai ragazzi
stessi la risposta: "Mi è piaciuto come ognu­
nò rispetti l'altro e ognuno ami l'altro"
(Antonio, 10 anni), "Ho imparato molte
cose utili che ci possono servire nella nostra
vita quotidiana .per amare di più gli altri"
IMaria, 11 anni). "Ho capito largamente
che bisogna amarci come Dio ci ha amati e
ci ama" ( Filippo, 12 anni), "Ho imparato
ad amare tutti, ' Dio, bambini, adulti e an­
che persone anziane" (Marco, 9 anni), "Mi
sono fatto tanti amici e mi sono divertito
molto" (Paolo, 8 anni), "Ho sentito nel
mio cuore tanta felicità" (Gianluca, 10 an­
ni), "Mi è piaciuto, tra noi non c'era odio e'
la cosa più bella è l'amore fra noi" (LUCia
no, 11 anni), "Oggi no imparato molfe cose
importanti: amare il prossimo, offrire e di­
videre il dolore e la gioia con i miei fratelli.
Devo mettere in pratica questi principi e
cos ì facendo attuerò una rivoluzione pacifi­
ca basata sull'amore" (Paolo, 12 anni), "A
me Loppiano è sembrato come un secondo
paradiso, dove gli uomini di ogni razza vi­
vono uniti" (Luigi, 10 anni), "Se nel mon­
do sorgessero tanti centri come questo si vi­
vrebbe in un mondo di amore e di pace"
(R-ossella,
A L CUNI C ENTRI D E L MOVIMENTO
DEI FOCOLARI IN ITALIA
ANCONA
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Dal diario di Dirk:
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"SONO TORNATO A lOPPIANO"
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Francoforte, dicembre '67
"Voglio andare a Loppiano, veramente' non
desidero altro". E' mio fratello che telefo­
na da Berlino.
"Ma i tuoi studi, come farai senza averli
finiti?", gli chiedono stupefatti i miei geni­
tori.
"Per ora non mi importa. Voglio fare que­
sta esperienza".
I miei genitori si guardano.E' la quarta vol­
ta che mio fratello telefona nel giro di po­
chi mesi per chiedere la stessa cosa. "E tu,
Dirk, che ne pensi?" mi domandano. lo
non conosco Loppiano, credo che sia una
specie di scuola per quella gente che un
giorno ho incontrato ad un raouno, un po'
noioso per me, a cui ho accompagnato i
miei genitori.
"Lasciatelo andare, quel matto! Se lui è fe·
lice così.. .".La mia secca risposta, detta
però senza pensarci troppo, era la goccia
Via G. Cavalcanti 41,tf. (055) 577621
che mancava per far decidere i miei: mio
fratello può partire.
Via S. Zita 1/11, tf. (010) 586378-
Pasqua '68
Arrivo a loppiano per incontrare mio fra­
te llo, che è partito ormai da qualche mese.
Nella cittadella c'è un'aria solenne e serena.
Poco dopo vengo a sapere il perchè: uno di
loro, Aurelio, è morto in un incidente stra­
dale. Fin qui niente di eccezionale: brava
gente che è in lutto per la morte di un ami­
co.Ma è piuttosto quella atmosfera di festa
che non riesco a spiegarmi. Avevo già assi­
stito a dei funerali, ma non avevo mai visto
quello che succede qui: centinaia di perso­
ne, giovani, bambini, padri e madri, anzia­
ni, con le lacrime agli occhi ma con facce
felici. E quell'aria di festa...Più le cose
và nno avanti e più ho l'impressione di conoscere questo Aurelio come si conosce un
caro amico. Poi, tutto ad un tratto, mi sem­
bra che I ui stesso sia presente fra noi e ci
avvolga. Cerco di spiegarmi tutto questo,
ma non ci riesco.
Nei giorni successivi vivo con alcuni in una
casetta ed aiuto quelli che lavorano in cuci­
na. Forse come reazione inconscia non fac­
cio che prenderli in giro dalla mattina alla
sera: non posso credere, o non voglio cre­
dere, che questo stile di vita sia una cosa
seria. Mi sembra proprio che siano idealisti
che mai realizzeranno su questa terra quel­
lo che sognano. E il cielo non mi interessa.
Ma'più li metto in ridièolo e più mi danno
prova di volermi bene: mi aiutano nel lavo­
ro, mi ascoltano e rispondono a tutte le
mie domande. Non voglio cedere ancora.
La.loro pazienza a volte mi irrita. A poco a
poco al rigetto subentra in me l'incertezza,
e questa cresce...: devo ammettere che qui
c'è un amore che va al di là di tutto, che
coinvolge tutti. E, quasi senza accorgermi,
senza potermi spiegare troppo il perchè, mi
scopro "dentro" anch'io.
Loppiano, ottobre '77
Sono passati quasi dieci anni. Ho visto cam­
Nella foto: Aurelio Lagorio, uno dei pionieri di
Loppiano, che ora riposa nel c amposanto della' biare con il Vangelo tante persone e tante
Mariapoli permanente.
situazioni fra i miei compagni di scuola, tra
Diede inizio ad una delle prime attività di Loppia­
studenti borghesi e di ultra sinistra all'Uni­
no: "gli stracci", ora divenuta il Centro Azur.
versità, fra giovani cattolici, protestanti e
A 10 anni dalla sua partenza, il 28.3.68, Aurelio
"è e resterà il vero frutto di Loppiano". Una sua
frase detta in giorni di faticoso l avoro resta tutto­
ra, nella sua ,semplicità, l'orientamento del "come
lavorare" nella Mariapoli: "Alla fine della giorna­
ta non contano i chili di stracci, ma quanto ci sia­
mo saputi amare".
Via Vitt. Em. Il,247,tf. (055) 499684-
atei, fra drogati, criminali e malati nel com­
plesso ambiente di Berlino, fra colleghi
onesti e meno.
E ora...sono tornato a Loppiano, ma que­
sta volta per esserne un cittadino.
-
F.F.
F.M.
GENOVA
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GROTTAFERRATA
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Casa Emmaus,tf. (055) 8335641·
Via di Tracolle, tL (055) 8335053
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MARINO
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