dicembre - Associazione Cacciatori Bellunesi

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dicembre - Associazione Cacciatori Bellunesi
Aut. del Trib di Belluno n. 558/08 n.c. POSTE ITALIANE SpA - Spedizione in
Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv.
in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS
BL. - CONTIENE I.P. - Direttore Responsabile:
Pellegrinon Giuseppe - Tipografia: Dolomiti
Stampa s.r.l., via Campo, 18/F Santa Giustina
(BL)
DICEMBRE
2013
foto di: Romeo d’isep
LETTERA
DEL PRESIDENTE
Anche questa stagione venatoria
sta volgendo al termine. Si chiude, purtroppo, con alcuni infortuni di caccia di un certo rilievo.
Nonostante le raccomandazioni
alla prudenza che vengono fatte
ogni anno all’inizio della stagione venatoria c’è sempre l’imponderabile, l’incidente di percorso
imprevedibile. Speriamo che non
succeda più nulla ma… attenzione, ora c’è il rischio “ghiaccio” e
gli ultimi infortuni sono due fratture
causate appunto da una scivolata
maldestra.
za piombo” (atossiche). È il risultato di un approfondito studio fatto
dal B.D.B. tedesca e la lettera che
abbiamo inviato al Commissario
Prefettizio dr. Nicola De Stefano
con delle proposte di modifica al
regolamento provinciale.
Molto interessante ed opportuno da divulgare è il contenuto
dell’editoriale relativo al comunicato del Commissario europeo
Janez. Potocnik che certifica il
rispetto delle norme italiane nei
confronti di quelle europee in merito all’esercizio della caccia.
Con Caccia 2000, sempre attuale con le sue rubriche ed articoli,
Vi arriverà anche il calendario
2014. È sempre difficile, se non
impossibile, soddisfare tutti ma
almeno, questa volta, abbiamo
accontentato i beccacciai. Sfogliatelo con passione sapendo che la
redazione ce la mette proprio tutta
per migliorare e cercare di gratificare il maggior numero di Soci
possibile.
Sfogliando Caccia 2000, oltre
alle consuete rubriche, abbiamo
riportato il numero dei nostri Associati per la stagione 2013 che
sono pari a 1.172: comunicare il
numero dei Soci è una questione
di trasparenza e ciò ci rende, oltre
che orgogliosi per la sostanziosa
rappresentanza, anche forti nelle
nostre proposte.
Tra i vari articoli, ne troverete uno
particolarmente interessante in Colgo l’occasione da queste pagimerito alle “cartucce a palla sen- ne per porgere un ringraziamento
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veramente di cuore a tutti quelli
che collaborano alle rubriche di
Caccia 2000 e per formulare a
loro, a tutti Voi ed alle Vostre famiglie i miei più calorosi auguri di
Buone Feste e Buon Anno.
IL PRESIDENTE
Sandro Pelli
P.S. Sono ancora sconvolto dalla terribile notizia della scomparsa di Loris Vieceli, co-fondatore della nostra Associazione
nonché Presidente per diversi
anni.
In questo doloroso momento,
sono solo in grado di porgere
alla Famiglia ed ai Parenti tutti
le più sentite condoglianze da
parte di tutti i Soci, del Consiglio direttivo e mie personali.
EDITORIALE
FINALMENTE UNA BELLA E CHIARA CONFERMA
La notizia, che non è notizia giacché non scandalizza nessuno e
non è a favore degli ambientalisti,
è apparsa in maniera molto defilata, quasi nascosta, in alcune agenzie di stampa e quotidiani con i
seguenti titoli “L’Europa approva la
caccia italiana con un parere scritto alla commissione ambiente”,
“Agricoltura: caccia, Europa certifica il rispetto delle norme italiane”,
“L’Europa approva la caccia italiana”, “L’Europa approva la caccia
italiana, sostiene il C.N.C.N. (Comitato Nazionale Caccia e Natura)”, ed altri ancora.
Cosa è successo?
L’eurodeputato Andrea Zanoni,
geometra di Treviso, quarantottenne, presidente della Lega per
l’abolizione della caccia in Veneto, eurodeputato dal settembre
2011 (è subentrato a Luigi De Magistris, nel giugno 2011 dopo la
sua elezione a sindaco di Napoli)
eletto da indipendente nelle liste
di Italia dei Valori, ha presentato
un’interrogazione a risposta scritta al commissario europeo Janez
Potocnik, sloveno, con la quale
denunciava “gravi violazioni alla
direttiva 2009/147/CE a causa
dei calendari venatori – stagione
2012/2013 delle regioni italiane e della Legge italiana numero
157/92 sulla caccia” e chiedeva
alla Commissione “quali misure
e procedimenti intende intraprendere nei confronti dell’Italia considerata la palese e reiterata violazione dei principi fondamentali
di tutela degli uccelli stabiliti dalla
direttiva 2009/147/CE”. La risposta della Commissione Europea è
stata chiara e precisa ed è stata
pubblicata il 15 ottobre scorso ed
è tra gli atti ufficiali dell’organo di
gestione dell’ambiente dell’Unione
Europea ed ha avuto, purtroppo,
uno scarso risalto dai mass media
italiani.
Il presidente della Commissione
Europea per l’ambiente, Janez Potocnik, scrive che “la Commissione
non ha ricevuto alcun elemento
che confermi l’incompatibilità con
la direttiva dei carnieri stagionali
e giornalieri stabiliti dalle regioni
italiane per le diversi specie cacciabili” e inoltre “non risulta esserci sovrapposizione tra i periodi di
caccia e i periodi di riproduzione
e di migrazione prenuziale”. In
altri termini, oggigiorno, la caccia in Italia è del tutto regolare, e
non rappresenta un rischio per gli
uccelli selvatici e rispetta le norme
comunitarie. Il chiarimento, rileva il Comitato Nazionale Caccia
e Natura, conferma le interpretazioni dei TAR che hanno respinto i
numerosi ricorsi presentati da associazioni naturalistiche e anticaccia
contro i calendari venatori: ricorsi
improntati sulla strumentalità, rivolta solamente verso la chiusura
della caccia.
Sarebbe molto opportuno che gli
ambientalisti di casa nostra si concentrassero di più sulla distruzione
dell’habitat e operassero concretamente (non solo ed esclusivamente
a parole) su attività dirette al mantenimento dell’ambiente, piuttosto
che spendere il loro tempo contro
l’attività venatoria italiana che:
- in primo luogo, è del tutto regolare, come è stato certificato dalla
Commissione Europea;
- in secondo luogo è perfettamente
in sintonia con i criteri dell’ Europa per la conservazione della
fauna selvatica.
È possibile, come cacciatori accettare pensieri diversi dai nostri, ma
non è possibile accettare continuamente disonestà intellettuali e materiali. Serve chiarezza, pulizia di
idee, correttezza e lealtà da parte
di tutti. La caccia è un’attività sportiva legittima a tutti gli effetti e noi
cacciatori, forti di questa consape-
volezza, dobbiamo abbandonare
l’individualismo e il silenzio che
non sono più sufficienti e non possono essere più una possibile garanzia per continuare ad andare
a caccia.
Dobbiamo fare massa critica ed
essere uniti nei fatti, nei comportamenti e nelle idee, in modo da
opporci a questa “lotta strisciante
degli anticaccia” che hanno l’unico obiettivo di abolire l’attività
sportiva venatoria.
Ciò vale anche per i continui attacchi alla caccia che provengono
localmente dai soliti personaggi
che, tra l’altro, non si capisce perché abbiano sempre una grande
visibilità e spazio sui giornali. Ma
è mai possibile assistere alla creazione di movimenti che vogliono
“boicottare le attività commerciali
dei cacciatori”, oppure che tranquillamente affermano “l’unico
cacciatore buono è un cacciatore
morto”, ovvero ancora “togliete
la doppietta agli anziani”? Sono
provocazioni pesantissime che devono essere, se sono ravvisati gli
estremi, denunciate all’Autorità
Giudiziaria. Certamente l’Associazione Cacciatori Bellunesi fermamente sostiene, anche finanziariamente, queste legittime azioni.
Non solo, in prima persona, recentemente l’Associazione Cacciatori Bellunesi ha già presentato un
esposto alla Procura di Belluno per
alcune affermazioni denigratorie
ed oltraggiose pronunciate da un
naturalista feltrino.
Da parte nostra, noi cacciatori,
oltre a difendere la nostra dignità tramite le vie legali, dobbiamo
contrapporre la nostra serietà,
correttezza e visione della Società
che pone l’uomo come amante della natura, regolatore dell’ambiente ed elemento indispensabile per
l’equilibrio della fauna che insiste
sul territorio.
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Ultime notizie dall’Associazione
L’Europa approva
La caccia italiana
LO SOSTIENE IL C.N.C.N.
Notizia del 21/11/2013
Qui di seguito un comunicato
appena arrivato dall’agenzia
mette in chiaro quanto siano
Adkronos:
pretestuosi i ricorsi degli aniSecondo il Comitato naziona- malisti contro i Calendari vele caccia e natura la risposta natori regionali”.
del Commissario Janez Potocnik all’interrogazione dell’eu- Il presidente della Commisrodeputato Zanoni (Idv) sulle sione Europea per l’Ambiente
“gravi minacce alla conser- Janez Potocnik, infatti, ha divazione degli uccelli selvati- chiarato che “la Commissione
ci” sgombera il campo dalle non ha ricevuto alcun elemen“interpretazioni catastrofiste e to che confermi l’incompatibimette in chiaro quanto siano lità con la direttiva dei carnieri
pretestuosi i ricorsi degli ani- stagionali e giornalieri stabilimalisti contro i Calendari ve- ti dalle regioni italiane per le
diverse specie cacciabili” e
natori regionali”.
“non risulta esserci sovrappoRoma, 7 nov. - (Adnkronos) - sizione tra i periodi di caccia
L’Europa approva la caccia e i periodi di riproduzione e
di migrazione prenuziale”.
italiana.
È quanto sostiene il Cncn (Comitato nazionale caccia e na- Con queste due frasi secondo
tura) secondo cui la risposta il Cncn Potocnik ha messo in
del Commissario Janez Potoc- chiaro definitivamente come
nik all’interrogazione dell’eu- la caccia in Italia oggi è del
rodeputato Zanoni (Idv) sulle tutto regolare, non rappresen“gravi minacce alla conser- ta un rischio per gli uccelli
vazione degli uccelli selvati- selvatici e rispetta pienamente
ci” sgombera il campo dalle le norme comunitarie in mate“interpretazioni catastrofiste e ria”.
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Secondo il Cncn il chiarimento europeo conferma inoltre
“il lavoro dei Tar, che hanno respinto i numerosi ricorsi presentati da associazioni
animaliste contro i Calendari
venatori, i quali si confermano strumenti di gestione della
fauna efficaci e corretti anche
secondo l’Ue”.
Il commissario europeo Potocnik era stato chiamato in causa dall’eurodeputato Andrea
Zanoni con una Interrogazione a risposta scritta.
Ebbene, conclude il Cncn, “la
risposta arrivatasgombera il
campo da ogni dubbio sulla
regolarità della caccia in Italia e sulla correttezza dei Calendari venatori stilati dalle
Regioni”.
(Adnkronos)
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OTTICA
a cura di: dott. Corrà Francesco
Le ottiche per la caccia
alla cerca in montagna
Parliamo di ottiche per la caccia in
montagna “seria”, ovvero quella fatta
di salite tra larici e mughi o al limite
della vegetazione ed oltre, lunghe camminate nei pirsch al capriolo oppure di
avvicinamenti dopo aver avvistato i camosci da lontano.
Non che riteniamo poco “serio” appostarsi su un’altana che abbiamo costruito in mezzo a due abeti sul bordo di un
pascolo a poca distanza dall’auto, per
carità! È pace per l’anima e emozione
dell’attesa. E, se il pascolo è in discesa
e abbattiamo un cervo, la fatica non ce
la risparmia nessuno…
Qui con “serio” vogliamo solo qualificare lo sforzo fisico necessario ad
affrontare il cammino, chiamiamola
impropriamente caccia alla cerca, anche se nel caso del camoscio forse più
spesso si tratta di avvicinamento. Sforzo che, se parliamo di camosci, fa il
paio con osservazioni soprattutto diurne, in cui dal punto di vista ottico la
luminosità spartisce la sua importanza
con il peso dell’attrezzatura. Cervo e
capriolo invece gradiscono l’oscurità, il
primo addirittura la notte almeno fino ai
mesi più freddi.
Cannocchiale da puntamento e lungo
ideali sono gli stessi per entrambe le
esigenze, mentre su binocolo e telemetro la questione non vede ancora una
soluzione universalmente riconosciuta
come superiore ad altre.
Cominciamo dal cannocchiale. Prima
di tutto sgombriamo il campo dai dubbi sul peso. Tolti i “mostri” militari che
qualcuno ritiene comunque di utilizzare
a scopo venatorio, il cannocchiale da
puntamento ideale per ottica, meccani-
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ca e versatilità pesa tra sei etti e mezzo
e otto etti. Ammettendo anche che si
utilizzi una carabina ultralight, il peso
dell’insieme arma-ottica va comunque
oltre i tre chili e mezzo, difficile per la
nostra spalla percepire un etto in più o
in meno.
E allora andiamo a vedere perché esiste la soluzione perfetta sia per chi caccia il camoscio alle dieci del mattino
che per chi cerca un cervo che esca dai
mughi alle ultimissime luci della sera.
La parola d’ordine dei cannocchiali più
avanzati è versatilità: grazie all’estensione del fattore di zoom da 4x e oltre
6x, quello che fino a poco tempo fa
poteva essere al massimo un 3-12x56
oggi arriva fino a 2.4-16x56. Abbiamo detto 56mm di obiettivo perché appesantisce di poco l’arma rispetto a un
50mm, ma garantisce performance ottiche crepuscolari straordinarie, cui non
è il caso di rinunciare se non si caccia
esclusivamente il camoscio.
2.4 contro 3 come ingrandimento minimo significa molto più spazio a disposizione della nostra pupilla per mirare
quando c’è poca luce, la differenza
sembra trascurabile ma basta una calcolatrice per vedere invece che siamo
nell’ordine del 20%. Significa anche
molto più campo visivo, ma questo è un
vantaggio che apprezziamo maggiormente nelle caccie alla cerca in mezzo
al bosco, in cui l’animale si presenta
spesso piuttosto vicino e all’improvviso,
e ogni secondo in più a disposizione
dell’acquisizione e della mira può essere preziosissimo.
Naturalmente parliamo di reticoli col
punto centrale illuminabile, oggi la tecnologia dei migliori produttori permette
di lavorare su livelli di illuminazione
appena percepibili, che mostrano il
centro del reticolo senza abbagliare gli
occhi nemmeno al limite della notte.
La differenza tra 12 e 16 ingrandimenti quando il tiro si presenta un po’
lungo è piuttosto ovvia, non solo per
i maggiori dettagli ma anche per la
migliore capacità che l’ingrandimento
maggiore offre di leggere la reazione
al colpo dell’animale. Volendo si arriva
a cannocchiali fino a 30x e oltre, ma
a prezzo di partire da 5x o 6x come
minimo ingrandimento, con conseguenze negative importanti sulla luminosità
crepuscolare e sul campo visivo. Molto più importante rilevare che sono
ingrandimenti che si apprezzano solo
nei tiri oltre i 500 metri (non ci mettiamo per ragioni di spazio ad aprire una
parentesi sulle sacrosante implicazioni
tecniche e morali di tiri del genere).
Parlavamo di tiro lungo: per garantire
la precisione, i migliori cannocchiali
con oltre 15 ingrandimenti sono dotati di rotella per correggere l’errore di
parallasse e di reticolo balistico e/o
torretta balistica, che servono a mandare in pensione la vecchia pratica
dell’alzo, ovvero di mirare con la croce
pressappoco tanti centimetri sopra il
cuore quanti la tabella (o il telemetro
moderno) dice siano necessari rispetto
alla balistica della nostra palla.
Se il reticolo balistico funziona con varie croci sotto quella centrale, corrispondenti ad altrettante distanze di mira (il
nostro telemetro ci dirà in questo caso
qual è la distanza corretta rispetto ad
angolo di sito, temperatura e altitudine,
in base alla quale sceglieremo la croce corrispondente), la torretta muove il
reticolo all’interno del cannocchiale e,
secondo la traiettoria del proiettile, si
dovrà ruotarla di tanti clic quanti servono a compensare la caduta a una
certa distanza. La prima soluzione non
è altro che l’evoluzione dell’alzo, con
il vantaggio di avere dei riferimenti cui
affidarsi per essere più precisi. Bisogna
adattarsi ad associare ad ogni riferimento la distanza che ci impone il programma balistico, e se cambiamo ingrandimento dobbiamo ricordare che
cambiano anche le distanze associate
alle varie croci (con i moderni reticoli
sul secondo piano focale, zoomando si
ingrandisce l’animale ma non il reticolo, per cui cambiano anche le distanze
tra i riferimenti).
La torretta balistica invece agisce sul
centro del reticolo; permette quindi di
lavorare alla stessa maniera a prescindere dall’ingrandimento. Inoltre consente la massima precisione a qualsiasi
distanza, perché alla distanza dettata
dal telemetro corrispondono esattamente un certo numero di clic. Coi telemetri
migliori oggi addirittura otteniamo il
numero di clic direttamente dallo strumento, senza più bisogno di rifarsi alle
solite tabelle.
Se usiamo la torretta balistica ovviamente dobbiamo avere fiducia totale
nel sistema dei clic del cannocchiale.
Anche se oggi esistono alcuni prodotti
da caccia finalmente infallibili, il prosperare dei compensatori di traiettoria
(quelle barre che si montano tra l’ottica e l’arma e alzano la prima, dotate
di rotella contrassegnata
con le varie distanze, di
cui il noto armaiolo Ermes
Besseghini è il più autorevole costruttore) mostra
che pur usando cannocchiali blasonati molti cacciatori storicamente hanno motivo di fidarsi poco.
Se dal cannocchiale passiamo al lungo, in montaFOTO “TORRETTA CLIC MAGNUS”: un’immagine difgna oggi si usa un leggeficile da osservare, l’intero meccanismo di una torretro 65mm di obiettivo con
ta dei clic smontata. Questo è del Leica Magnus 2.4lenti apocromatiche o ad
16x56 e mostra il cuore in acciaio del cannocchiale.
alta definizione e ingrandimenti variabili: 20-60
oppure, grazie allo straordinario cam- Il più leggero binocolo 8x32 di qualità
po visivo che raggiungono al minimo poco più di mezzo chilo. Per l’8x42
ingrandimento, 25-50. Chiunque usi siamo sugli 8 etti.
un lungo da tempo sa che oltre i 45- Il collo soffre il peso e trasmette la fa50 ingrandimenti si perde in nitidezza tica al resto del corpo molto più delle
molto di più di quanto si guadagni in spalle, per cui qui un etto di differenza
dettaglio. Esistono lunghi con obiettivi conta parecchio.
più grandi, fino a 90mm e oltre, ma Detto che il miglior telemetro e il miglior
il maggiore obiettivo non influenza il binotelemetro offrono le stesse funziocampo visivo e la maggior luminosità ni (salvo una precisione maggiore del
che si ottiene è molto minore della dif- secondo che opera con una scheda
ferenza di peso e ingombro davvero microSD su cui salvare i dati della protroppo importante per portarla con noi pria palla, mentre il primo offre 12 curve balistiche tra cui scegliere quella più
nello zaino.
Se il tradizionale lungo estensibile or- vicina per approssimazione a quella
mai non ha più mercato a causa della della propria palla. Differenza appreznecessità di perder tempo ad estrarlo zabile al lato pratico oltre i 350 metri
e soprattutto dell’impossibilità di garan- di distanza), per chi va a camosci e fa
tire la tenuta stagna alle lenti interne, fatica davvero la soluzione di tenere in
un’innovazione molto recente sui lunghi tasca 180 grammi di telemetro e al colcompatti è sul sistema di messa a fuo- lo un 8x32 HD da 530 grammi sembra
co, dove Leica ha introdotto una dop- essere la più consigliabile. Di giorno
pia ghiera che consente di raggiungere con l’8x32 si può osservare a lungo
il fuoco perfetto e valutare al meglio gli e con risultati qualitativi eccellenti. Saanimali più difficili. Chi caccia camosci rebbe bello scendere ancora a 8x20
o 8x25, ma basta provare per capire
sa cosa intendiamo.
Ed ora il binocolo: qui è necessario che a causa dell’obiettivo troppo picfare delle scelte. Non soltanto quella colo il nostro occhio si affatica troppo
che costituisce il dilemma dell’ottica rapidamente.
degli ultimi anni, ovvero binotelemetro Se si vuol cacciare con lo stesso struoppure binocolo e teleme- mento anche cervi e caprioli, allora
tro separati. Ma anche, la maggior capacità crepuscolare
se si sceglie quest’ultima dell’8x42 fa la differenza e qui il divaopzione, binocolo legge- rio tra binocolo e binotelemetro (ormai
rissimo 8x32 oppure un azzerato quanto a prestazioni ottiche
po’ più pesante ma più nei modelli migliori) diminuisce sensibilperformante al crepuscolo mente anche in termini di peso e ingom8x42. Sicuramente non bro, lasciando nelle mani di ognuno la
serve più andare a cerca- scelta se godersi l’integrazione di ottire il binocolo di una marca ca ed elettronica in un solo strumento,
piuttosto che dell’altra per oppure limitare un po’ il peso e ricorla luminosità, poiché or- rere al telemetro solo quando occorre.
mai le migliori case hanno Per approfondire questi temi legati
raggiunto livelli molto simi- all’ottica di alta qualità, c’è un nuovo
FOTO “MOUNTAIN HUNT”: 8x32 HD da 530
blog www.forestitalia.com/leicablog/
li sotto questo aspetto.
grammi e lungo da 65 mm di obiettivo con dopIl binotelemetro 8x42 pesa
pia ghiera di messa a fuoco fine. La ricetta di LeiWeidmannsheil!
suppergiù un chilo. Il mica per il cacciatore di camosci.
glior telemetro 2 etti scarsi.
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Loris ci ha lasciati
Mentre il giornalino sta andando in stampa ci è giunta
purtroppo una triste notizia. Loris Vieceli, co-fondatore della
nostra Associazione, ci ha lasciati improvvisamente stroncato
da un infarto mentre, con il fratello Ermes, era intento a
cacciare i camosci tra le sue montagne
di S. Gregorio nelle Alpi. Riserva della quale aveva per molti
anni ricoperto il ruolo di Presidente con serietà e competenza.
Della nostra Associazione, oltre che socio fondatore, è stato
anche Presidente per due mandati e per molti anni consigliere
stimato ed apprezzato.
Alla famiglia ed ai parenti vanno le più sentite condoglianze
del Direttivo dell’Associazione e di quanti lo hanno conosciuto.
Nel prossimo numero avremo modo di ricordarlo ancora e
di dedicargli il tempo e lo spazio che sicuramente si merita.
Per il momento vogliamo solo ricordarlo con un semplice ma
sentito:
Nella foto l’abbattimento del primo cervo da
parte di Loris, il 13 novembre c.a. con
carabina Mannlicher cal. 270, in località
Nogarei sopra Alconis.
Il cervo di anni 2 pesava 82 Kg. eviscerato.
La foto ritrae Loris con il figlio Alessandro
ed al centro il nipote Nicola.
Ciao Loris.
CALENDARIO CORSI
SCUOLA FORESTALE LATEMAR
Anche quest’anno pubblichiamo molto volentieri il calendario della Scuola Latemar. Diversi nostri Soci hanno partecipato ai Corsi e sono ritornati entusiasti. Un’esperienza impegnativa ma unica che ci ha coinvolto anche emotivamente il commento più frequente. Sappiamo che nostri Soci si sono già iscritti per il prossimo anno.
Ricordiamo a tutti di ricordarsi, al momento dell’iscrizione, di dire che siete soci dell’A.C.B. perché avrete una riduzione sul prezzo del Corso.
CALENDARIO DEI CORSI 2014
PERIODO
GESTIRE IL CERVO – Cacciatore di ungulati con metodi selettivi specializzato nel prelievo al cervo – integrazione per cacciatori in possesso dell’abilitazione al prelievo seletti
23 gennaio
JA KO “ Il cuoco cacciatore”
(Macellazione, trasformazione e cucina naturale delle carni di selvaggina)
28 – 31 gennaio
03 - 08 febbraio
24 febb.- 1 marzo
GESTIRE GLI UNGULATI - Cacciatore di ungulati con metodi selettivi abilitato al prelievo di cinghiale, capriolo,
17 – 22 marzo
daino, cervo, camoscio e muflone
07 – 12 aprile
17 – 22 novembre
GESTIRE IL CINGHIALE - dalle tecniche di prelievo al controllo
(Cacciatore di cinghiale abilitato alla caccia collettiva, conduttore di cane da limiere, cacciatore di ungulati con 19 – 22 maggio
metodi selettivi specializzato nel prelievo del cinghiale)
GESTIRE IL MUFLONE - Cacciatore di ungulati con metodi selettivi specializzato nel prelievo ed accompagna14 – 16 aprile
mento al muflone
IL RECUPERO – formazione del conduttore di cane da traccia
14 – 16 luglio
IL RECUPERO – approfondimento per conduttori e cani da traccia
17 – 18 luglio
GESTIRE IL CAMOSCIO Cacciatore di ungulati con metodi selettivi specializzato nel prelievo ed accompagna28 – 31 luglio
mento al camoscio
GESTIRE IL CERVO - Cacciatore di ungulati con metodi selettivi specializzato nel prelievo ed accompagnamento
29 sett – 2 ottobre
al cervo
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Per informazioni e/o iscrizioni: Azienda Provinciale Foreste e Demanio, (ref. Giovanna Timpone) via M. Pacher, 13 – 39100 Bolzano - tel. 0471/414872 fax
0471/414889 email: [email protected]. Il calendario dei corsi è consultabile all’indirizzo internet: www.forstschule.it.
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aNgolo delle armi:
senza piombo
e
l
i
b
a
z
z
i
l
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inut
Pubblichiamo una recensione tratta dalla più prestigiosa rivista
venatoria tedesca Wild u.Hund. Come potrete vedere, leggendola, tratta un argomento attualmente molto in discussione non solo nella nostra
Provincia, ma a livello nazionale. Con questa informazione speriamo di
contribuire a fare un po’ di chiarezza in merito all’argomento munizioni atossiche e etica venatoria. Questo studio è stato redatto dall’Associazione nazionale
Cacciatori professionisti tedeschi. (B.D.B.). Caccia 2000 è a disposizione per
pubblicare nel prossimo numero eventuali pareri discordanti.
È risultato molto deludente lo studio dell’Associazione Nazionale Cacciatori Professionisti Tedeschi (BDB) in merito all’uso delle
munizioni senza piombo.
Con una serie di prove controllate, il BDB ha verificato sul
campo, quindi nella realtà quotidiana di ogni cacciatore la funzionalità delle munizioni rigate
con e senza piombo. Il risultato
parla una lingua molto chiara.
La cartuccia è per il cacciatore professionista la stessa cosa
che, per il pittore, è il pennello o
un colore solido che copre.
Deve essere precisa e mortale
all’impatto. Per quanto riguarda
il passaggio dal piombo al senza piombo, precisa Bernd Bahr,
presidente della BDB, la nostra
Associazione è tra le firmatarie
per questo percorso; sempre che
ciò sia a tutela della selvaggina
rispettando quell’etica venatoria
che quotidianamente il cacciatore dovrebbe avere cacciando.
Argomenti di interesse politico e
quant’altro “non ci interessano”.
Alla base della nostra relazione
finale ci sono 602 abbattimenti
di diverse specie di selvaggina.
Voglio, continua sempre Bahr,
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anche precisare che soltanto
il 42,5% dei partecipanti allo
studio l’ha portato a termine. Il
restante 57,5% dei partecipanti
ha motivato questa rinuncia con:
precisione insufficiente e la quasi assenza di mortalità all’impatto delle munizioni usate. Usando
parole loro: mi rifiuto di andare
a caccia con delle munizioni
che non uccidono.
Alla fine di questo studio si è
notato che nella specie cervo il
percorso di fuga dopo lo sparo
con munizioni senza piombo, è
triplicato rispetto alle munizioni con piombo. Nella specie
cinghiale questo è addirittura
quintuplicato. Questo è enormemente negativo visto dall’ottica pratica della caccia e per
quanto ci riguarda è inaccettabile, conclude Bahr. Nonostante
ciò, rimaniamo dell’opinione di
continuare questo percorso del
passaggio dal piombo al senza
piombo. Se poi alla fine il nostro lavoro sarà fatto con un ogiva di legno o di sughero, sarà
uguale, basta che sia efficiente
e funzionante. Alle condizioni
attuali, però, con tutto ciò che
offre il mercato, assolutamente
NO, non funziona.
“Senza piombo” conseguenze per gli animali e l’attività venatoria.
Il risultato del BDB è quanto segue.
1. La dubbiosa certezza dell’uccisione immediata dell’animale porta a quanto segue: i prelievi serali, nella maggior parte dei casi, dovranno essere recuperati il mattino seguente. La maggioranza
dei quali non potrà più essere utilizzata.
2. Riduzione della distanza massima di sparo ad animali di peso superiore ai 50 kg a 120-150 m.
3. L’efficienza di caccie collettive “battuta” subirà drastiche conseguenze, vista la scarsa evidenza
di reazione dell’animale all’impatto e una distanza di fuga dopo l’impatto da 3 fino a 5 volte
superiore al piombo. Porterà “a ogni cacciatore responsabile” un’ulteriore riflessione prima di
sparare.
4. Un controllo all’anschuss con il cane da traccia diventerà una regola costante per tutti vista la
scarsa evidenza di tracce utili.
PERCORSO/DISTANZA DI SPARO DELLE SINGOLE SPECIE E TOTALE
Distanza media percorsa dopo lo sparo
140,00
CAPRIOLO
116,98
120,00
101,32
100,00
Distanza media di sparo
I diagrammi mostrano le distanze medie di sparo e i percorsi
medi di fuga dopo lo sparo delle specie capriolo - cervo - cinghiale. Come si vede, la differenza fra senza piombo e con
piombo, specialmente sul cervo, e ancora di più sul cinghiale,
è evidente nonostante una distanza di sparo inferiore nel senza piombo.
80,00
60,00
140,00
46,71
123,19
120,00
40,00
80,00
senza piombo
99,53
100,00
19,15
20,00
0,00
Metri
SELVAGGINA TOTALE
con piombo
76,27
60,00
40,00
25,74
20,00
180,00
CERVO
157,89
160,00
0,00
Metri
senza piombo
con piombo
140,00
121,59
120,00
100,00
Paragone di percorso di fuga dopo
lo sparo con ogive di costruzione diversa
90,82
80,00
60,00
Sia, con ogiva deformante (Defo), espansione ridotta senza
deformazione (TLZ o D) o espansione completa con deformazione (TLZ m. D). Ogive senza piombo provocano una distanza di fuga dopo lo sparo evidentemente superiore alle ogive
con piombo.
38,02
40,00
20,00
0,00
Metri
senza piombo
con piombo
90,00
85,63
79,51
80,00
70,00
120,00
100,00
60,00
CINGHIALE
46,71
95,51
101,32
50,00
43,00
40,00
80,00
30,00
60,00
20,00
40,00
20,85
20,00
0,00
Metri
65,61
senza piombo
con piombo
22,52
16,55
10,00
0,00
Metri
SENZA
CON
PIOMBO PIOMBO
Defo
SENZA
CON
PIOMBO PIOMBO
TLZoD
SENZA
CON
PIOMBO PIOMBO
TLZmD
11
LETTERA ALLA PROVINCIA
15/10/
15/
15/
201
10/
10/
201
3201
33
85/13
85/
85/
13
13
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def
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CAPANNO: prevedere
e e Novembre.
che il capanno possa
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nizio della stagione
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caccia al capanno anc smantellato
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Confidando che qua
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si porgono cordiali salu
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IL PRESIDENTE
IL PRESIDENTE
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Sandro rag. Pelli
12
FACCIAMOCI VEDERE!
ALCUNE RIFLESSIONI SULLA VISIBILITÀ DEI CACCIATORI
a cura di: dott. Umberto Zamboni
Se dovessimo affrontare un’inchiesta
su come il cittadino pensa il cacciatore, almeno nell’ambito nazionale, l’immagine che per prima apparirebbe –
almeno scorrendo quanto appare sui
quotidiani – è quella di una persona
in procinto di sparare, con cartucciera,
una tenuta mimetica e, se va bene, un
cane che gira attorno. Nelle riviste venatorie invece l’immagine ricorrente è
quella di un cacciatore in posa davanti
a varie prede accatastate, spesso in
modo disordinato o, se ungulati, spesso sanguinolenti da poco eviscerati.
In altre circostanze od occasioni non
venatorie, dove pur i cacciatori sono
presenti o addirittura protagonisti, ben
difficilmente la gente riesce a distinguere chi è cacciatore. Eppure nella
stampa e nei detrattori della caccia è
ricorrente il termine “la potente lobby
dei cacciatori”, un gruppo compatto
che sembra indirizzare e condizionare
le scelte di politica, economica ed ambientale come una specie di massoneria o gruppo di potere. Questo quando
non siamo citati come un gruppo litigioso e spesso in conflitto tra di loro.
Certamente è diversa la realtà e la capacità da parte dei cacciatori di essere
rappresentativi ed incidere nelle varie
realtà sociali nell’ambito alpino dove,
siamo una netta minoranza della popolazione (secondo le ultime statistiche
meno del 2%). In queste piccole comunità la caccia ha goduto di una rilevanza diversa e più vicina a modelli sociali nord-europei, meno contrastata e con
indice di accettazione più elevata da
parte della popolazione. Ma anche in
queste realtà l’immagine non è ne corrispondente ne rappresentativa. È pur
vero però che tra i cacciatori, seppur
appartenenti a diverse categorie sociali, culturali, etniche e frazioni politiche
diverse anche su fronti opposti in eventi
bellici (magnifiche le pagine di Rigoni
Stern), vi è un punto di contatto, una
condivisione, un sentire comune. Una
corrente di simpatia immediata quando si affrontano argomenti di natura e
di caccia tra coloro che si identificano
e si accumunano nell’essere cacciatore, anche tra persone che nemmeno si
conoscono e si comprendono. Nella
rapida evoluzione di questo ultimo secolo, con la nascita nell’ambientalismo
e dell’animalismo e nella battaglia anti-caccia, i cacciatori ridotti di numero
– quasi dimezzati – hanno riscoperto
o, meglio, emulato modelli culturali e
comportamentali più raffinati, almeno
nella cosiddetta caccia di selezione,
ma la strada per una immagine più
consona e accettata del cacciatore anche nel campo delle attività che svolge
è ancora lunga. I passi da compiere
nell’abbigliamento, nell’atteggiamento
con le persone che incontriamo, nel
rispetto e nel trattamento delle prede
abbattute, nella condivisione con altri
delle prede e dei momenti di gioia, nella tolleranza e nella spiegazione per
tutti coloro che ignorano tutto il mondo
della fruizione delle risorse naturali, è
ancora estremamente lungo. Ma mentre questo tema è affrontato in dibattiti
ed è ricorrente nelle riviste venatorie –
peraltro attraverso un percorso difficile
e di scarsi risultati - quello che ancora
oggi è completamente ignorato è la visibilità dei cacciatori nelle attività fuori
caccia: un lavoro impegnativo che occupa un numero di giornate quasi pari
a quelle dedicate all’attività venatoria.
Un esempio significavo è la partecipazione alle esequie funebri di un cacciatore. Al funerale di un cacciatore, non
solo morto in circostanze tragiche ma
anche a completamento naturale del
ciclo vitale, i cacciatori sono sempre
presenti numerosi, indipendentemente
dal legame di amicizia. La loro presenza non è notata, nessuno riconosce il
valore di solidarietà e di vicinanza che
rappresentano; nel mondo tedesco invece oltre che l’abbigliamento tipico la
fronda di abete li contraddistingue e li
palesa. Anche nei censimenti, nei lavori ambientali, nelle molteplici attività
della gestione, ma anche nelle feste,
ecc. i cacciatori sono spesso presenti
numerosi ma non si palesano. Vengono riconosciuti come cacciatori solo da
chi già ne ha conoscenza personale,
gli altri ne ignorano la presenza. Ecco
perché il titolo di questo mio articolo ritengo sia di estrema attualità e va ben
oltre il problema della comunicazione.
Ci sono profonde motivazioni per farci
riconoscere, per farci apprezzare, basta poco. Dobbiamo riscoprire il piacere di un simbolo, di un rituale, di una
divisa che ci identifichi verso l’esterno,
ma che ci dia anche una identità di
gruppo. Diventiamo effettivamente una
“lobby”, ma non per una quanto mai
improbabile influenza o pressione politica - che per i numeri sarebbe improponibile - ma per orgoglio di appartenenza ad una componente viva nelle
nostre comunità che svolge una attività
nata con l’uomo ma che ha saputo e
saprà mantenersi ancora con modelli
e azioni molto più impegnative della
caccia, ma non certo meno gratificanti.
Facciamo si che chi ci vede ritornare
stanchi da censimenti, mentre facciamo sentieri e partecipiamo ad una festa paesana dica: “Ecco, quelli sono i
cacciatori!”.
13
L’angolo del
legale
a cura di: Avv. Barbara Bastianon
Gentili lettori,
in questo numero ci occuperemo di verificare a quali conseguenze va incontro il caccia- la licenza dell’Autorità, quantore che viene sorpreso con il do la licenza è richiesta, porporto d’armi scaduto.
ta un’arma fuori della propria
abitazione o delle appartenenDall’esame della disciplina sul ze di essa, è punito con l’arrepunto, duole constatare che a sto da tre a diciotto mesi”.
detta evenienza si applica la
medesima normativa di cui al In particolare, analizzando la
caso del soggetto totalmente contravvenzione, al fine di mesprovvisto di porto d’armi.
glio comprendere quali comportamenti possano portare
La norma di legge di riferimen- alle conseguenze descrittevi, ci
to è l’art. 699 c.p., intitolato rendiamo conto che è necessa“porto abusivo di armi”.
rio effettuare una descrizione
Questo, al primo comma, di- di alcuni degli elementi riporspone che “Chiunque, senza tati.
All’uopo, il “portare l’arma
fuori dalla propria abitazione
o delle appartenenze di esse”
significa tenere l’arma addosso in modo ed in condizioni da
poterla utilizzare in via immediata, senza la necessità che il
portatore coincida con la persona che ha fatto uscire l’arma
dai luoghi indicati o abbia cooperato a farla uscire.
Il portare l’arma differisce dal
trasporto, perché in quest’ultimo caso l’arma viene presa in
SOCIETÀ COOPERATIVA AGRICOLA
Via dei Martiri, 61 - Lentiai (BL) - Tel. 0437 750584 - Fax 0437 750584
APERTA: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.30-12.30 e 17.00-19.00, martedì e giovedì 8.30-12.30 - DOMENICA CHIUSA
14
considerazione solo come oggetto inerte (e dunque non immediatamente utilizzabile) di
un’operazione di trasferimento
da un luogo all’altro.
Le armi possono, poi, essere
definite come qualsiasi cosa,
materiale o non materiale, che
serve all’uomo per difendersi o
per offendere; vengono prese
in considerazione le armi comuni non da sparo senza licenza, le armi comuni da sparo
con licenza non valida, le armi
comuni da sparo portate in un
luogo privato.
Il criterio distintivo tra porto e
trasporto di arma non è di carattere obiettivo e va ravvisato nella possibilità o meno di
utilizzazione immediata della
stessa.
É, pertanto, configurato il reato
di porto illegale di arma quando questa, pur non essendo addosso al soggetto, si trova tuttavia nella pronta disponibilità
dello stesso per un uso quasi
immediato.
La Corte di Cassazione, intervenuta sul punto, ci precisa che
sussiste, invece, l’ipotesi del
trasporto quando l’arma viene
presa in considerazione solo
come oggetto inerte di una
operazione di trasferimento da
luogo a luogo e non è quindi
suscettibile di pronta utilizzazione.
abitazione, pur consapevoli di
essere privi della licenza richiesta – o di essere in possesso di
licenza scaduta.
Se alcuno dei fatti preveduti
dalle disposizioni precedenti
è commesso in luogo ove sia
concorso o adunanza di persone, o di notte in un luogo abitato, le pene sono aumentate.
In ogni caso, alla contestazione del reato consegue il sequestro dell’arma.
Di non trascurabile importanza
è, poi, il fatto che l’attuale funzionalità dell’arma non è estremo necessario per la configurabilità del reato, una volta che
la stessa possieda anche solo
potenzialmente, le caratteristiche offensive che la qualificano come tale.
Va da ultimo segnalato, per
una maggiore chiarezza della
Dunque, la normativa in que- questione che, nel caso in cui
stione non è applicabile soltan- si porti l’arma da caccia o si
to qualora l’arma è totalmente trasportino armi senza aver pae assolutamente inefficiente, gato la tassa governativa, non
perché solo in quel caso man- si incorre nell’ipotesi di reato
ca la situazione di pericolo per sopra descritta, bensì solo in
l’ordine pubblico e la pubblica una sanzione amministrativa.
incolumità che giustifica la punibilità della condotta illecita.
Spero che il mio breve riassunto della disciplina possa esserVa poi, da ultimo, precisato Vi utile; dal canto mio, sono a
che l’elemento soggettivo ne- Vostra completa disposizione,
cessario alla configurabilità per ogni ulteriore approfondidel reato è il dolo generico, in- mento.
teso come coscienza e volontà
del fatto tipico previsto dalla Approfitto dell’occasione per
norma incriminatrice, ovvero augurarVi un Sereno Natale ed
coscienza e volontà di porta- un Felice Nuovo Anno.
re un’arma fuori dalla propria
Avv. Barbara Bastianon
Loc. Campagna, 2 - 32027 Taibon Agordino (BL)
Tel. 329 1086255 • Fax: 0437 643238 • E-mail: [email protected]
15
RISULTATI
TESSERAMENTO
2013/2014
Anche quest’anno, mancando dei
riscontri con i versamenti postali, i
dati non sono definitivi.
Siamo comunque molto soddisfatti
perché, nonostante i comportamenti
scorretti di alcune persone, il calo
fisiologico dei cacciatori (diversi
abbandonano per l’età, altri per i
regolamenti sempre più restrittivi
ed altri perché deceduti) abbiamo
avuto un ulteriore incremento rispetto
allo scorso anno e ci attestiamo complessivamente su un numero di 1172
iscritti. Il Consiglio direttivo ringrazia
tutti per la fiducia dimostrata e s’impegnerà ancora di più per tutelare e
difendere il nostro sacrosanto diritto
di andare a caccia.
CALENDARIO - PILE - LIBRO
È in distribuzione presso i Delegati periferici il
calendario 2014. L’impostazione tipografica
è sempre la stessa, contenuta
nelle misure, per permettere di
2014
appenderlo anche su pareti
piccole. La redazione ringrazia sentitamente i fotografi
per averci messo a disposizione le loro foto sempre
molto belle e coinvolgenti
che ci accompagneranno il
prossimo anno.
Il Consiglio direttivo dell’A.C.B. visto il periodo
natalizio, dedicato per consuetudine ai regali, ricorda ai propri Soci e Simpatizzanti che
sono ancora disponibili i pile, nelle diverse
taglie, ed il libro Uomini, monti e animali. Sarebbe un ottima occasione, per originalità e qualità, regalarlo ad amici e parenti
e…contribuire ad alleggerire le giacenze.
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Redazione “CACCIA 2000” - c/o Pelli Sandro
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di Caccia 2000.
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L’arte della
tassidermia
a cura di: Elvio Dal Pan
Il Montaggio
Finita la spellatura e preparata adeguatamente la pelle,
potremo iniziare con il montaggio dell’animale. (Parliamo sempre di uccelli e piccoli
mammiferi. Per quanto riguarda gli ungulati ne parleremo
in un capitolo a parte). Prima
di iniziare dovremo avere sottomano i seguenti materiali:
dell’ovatta o cotone, un rotolo di spago e del filo di ferro
della misura adeguata. Pinze,
forbici, aghi per cucire e naturalmente il ramo o la base
dove dovrà essere posto l’animale.
Inizieremo dalla ricostruzione del corpo traendo spunto
dall’originale che abbiamo
appena separato dalla pelle.
I bravi tassidermisti sono in
grado, usando della paglietta
e dello spago, di ricostruire
in pochi minuti dei manichini
pressoché perfetti e dal costo
Fig. 2
18
5aa parte
irrisorio. I principianti, come
già detto in precedenza, potranno ricorrere a manichini
già confezionati, (che hanno
un certo costo) o ricorrere a
materiali più facilmente lavorabili come il poliuretano
espanso o il polistirolo (fig.1).
Sarà utile preparare il manichino un po’ più piccolo del
naturale per facilitare il montaggio. Provvederemo poi in
seguito eventualmente ad aggiungere dell’ovatta se sarà
necessario.
Una volta che il corpo sarà
pronto, cominceremo ad “armare” le ossa con il filo di
ferro che dovrà naturalmente
essere di diametro adeguato alle dimensioni e al peso
dell’animale, e andrà quindi
da pochi decimi di millimetro
per i piccoli uccelli sino a due,
tre millimetri e oltre
per i grossi volatili.
Dovremo poi tenere
presente che se l’uccello dovrà essere
preparato con le ali
aperte, il diametro
del filo che dovrà
sostenerle
dovrà
per forza
essere
maggiore. Useremo
cinque spezzoni di
Fig. 1
filo, due per le ali, due per
le zampe e uno per il collo,
busto e coda (fig.2). Il filo di
ferro delle zampe sarà introdotto attraverso il tallone e fatto passare dietro il tarso tra la
pelle e l’osso e legato ad esso
con dello spago (fig. 3). Le ali
saranno “armate” con filo di
ferro più sottile che sarà introdotto tra l’osso e la pelle fino
a farlo fuoriuscire dalla punta
dell’ala e quindi legato all’osso come per le zampe. Provvederemo poi a ricostruire la
muscolatura usando dell’ovatta legata attorno all’osso con
un filo sottile (fig 4). Il quinto
filo dovrà attraversare tutto
il manichino in lunghezza,
Fig. 3
passare per il collo, entrare
nel cranio, perforarlo, e uscire quindi dalla sommità del
capo. Anche il collo dovrà
poi essere ricostruito usando l’ovatta, che potrà anche
eventualmente essere introdotta attraverso il becco nel caso
dovesse essere necessario.
I fili delle zampe e delle ali
dovranno quindi attraversare
il manichino ed essere fissati
saldamente a esso prima che
questo sia posto all’interno
del corpo.
Prima di questa operazione
dovremo assicurarci che tutta
la pelle abbia ricevuto una abbondante spennellata di pomata conciante e solo allora il
manichino e i fili saranno stati
sistemati al loro posto, usando
del filo sottile, provvederemo
Fig. 5
Fig. 4
alla cucitura del taglio ventrale durante il quale potremo
eventualmente, se necessario,
inserire ancora dell’ovatta
nel corpo ove se ne dovesse
ravvedere la necessità. Una
volta terminata l’operazione
di cucitura, l’animale sarà
pronto per essere posizionato
sul piedestallo utilizzando le
estremità del filo di ferro che
fuoriescono dalle zampe.
È proprio in questo frangente
che il tassidermista dovrà dare
il meglio di sé nel presentare
l’esemplare nella posizione
che meglio gli si addice, mettendo a frutto tutte le sue conoscenze naturalistiche a riguardo di vita e comportamento
del soggetto che ha preparato. Una volta collocato il soggetto nella sua posizione più
naturale, rimane ancora qualche
ritocco da
eseguire.
Sistemare
con
cura
gli
occhi
osservando
che siano
centrati e
paralleli.
Sistemare
il collo e lo sterno inserendo
dell’ovatta attraverso il becco,
con una siringa ipodermica
iniettare il liquido mumificante
nelle parti non raggiunte dalla pomata conciante, quindi,
dotarsi di dovuta pazienza e
sistemare tutte le penne nella
loro naturale posizione, usando una pinzetta e mantenerle
nella posizione voluta usando
dei pezzi di cartoncino, degli
spilli e delle pinzette (fig. 5).
La coda infine dovrà essere
fissata e se necessario tenuta
sollevata usando un pezzo di
filo di ferro piegato ad elle ed
inserito nel manichino attraverso le penne del sottocoda.
Una volta terminata la preparazione, il soggetto sarà posto in un locale caldo ed areato per alcune settimane.
Ad essicazione ultimata provvederemo a rimuovere spilli,
cartoncini, pinzette e filo di
ferro sporgente e a dipingere
con colori a olio becco, zampe ed eventuali parti cornee.
A questo punto il nostro lavoro sarà ultimato e il soggetto potrà essere esposto e, se
avremo fatto un ottimo lavoro,
magari anche ammirato.
Buon lavoro.
19
passeggiando
nel bosco
Tratto da “Guarire con le Erbe” Fratelli Melita Editore
ATTENZIONE!!!
Prima di utilizzare qualsiasi
pianta medicinale, si leggano
attentamente le eventuali avvertenze contenute nella loro trattazione. Un loro cattivo impiego
può causare seri inconvenienti.
Talune piante, o loro parti o
sostanze da esse ricavate, possono essere addirittura tossiche
o velenose. In ogni caso nell’incertezza si ricorra al consiglio
di una persona qualificata.
DESCRIZIONE:
piccolo arbusto sempreverde, dotato di fusto alquanto ramificato, eretto, verde. Le foglie, altro non sono
che dei fillocladi, ovvero dei rametti
coriacei, verdi, appiattiti e pungenti, con l’aspetto e la funzione del
tutto simile alle foglie. I fiori hanno
un colore verdastro. Il frutto è una
bacca rotondeggiante di un bel colore rosso scarlatto, grosse come un
pisello. La pianta può raggiungere
gli 80 cm. di altezza.
HABITAT:
il pungitopo è assai diffuso nella
zona mediterranea, nei boschi, nei
terreni incolti, lungo i pendii sassosi
dove forma piccole colonie. È diffuso dal piano fino all’alta collina.
RACCOLTA:
si utilizzano la radice e il rizoma.
20
PUNGITOPO
Ruscus
Ruscusaculeatus
aculeatus
Liliacee
Liliacee
Il pungitopo si rinviene frequentemente nei boschi di collina dove
forma dei pungenti tappeti.
Il singolare nome lo ha ereditato dal
fatto che un tempo veniva usato per
difendere i baldacchini dei salami
dall’assalto dei topi.
Essi, infatti, davanti alla spinosità
delle piante dovevano desistere dai
loro famelici intenti. Le proprietà
diuretiche del pungitopo lo rendono
utile per combattere le infiammazioni renali e della vescica. A tali fini
si utilizza il macerato preparato ponendo a riposare 20 g. di rizoma
in 1 lt. di vino bianco secco ad alta
gradazione alcolica per una settimana curando di rimestare di tanto
in tanto.
Trascorso questo periodo si filtra
e se ne consumano 2-3 bicchierini
al giorno presi lontano dai pasti. Il
decotto si utilizza anche per combattere la litiasi renale e favorire la
diuresi. Allo scopo si fanno bollire
per 2-3 minuti 30 gr. di rizoma essiccato in 1 lt. d’acqua.
Si lascia riposare per un quarto
d’ora, si filtra e se ne consumano
2 tazze al giorno prese lontano dai
pasti principali. Lo stesso decotto
consumato nelle medesime dosi è
utile anche per eliminare gli acidi
urici risultando di giovamento per
quanti soffrono di gotta.
Il pungitopo, ancora, esercita una
benefica azione tonica sul sistema
venoso.
Come vasocostrittore viene utilizzato sotto forma di decotto per combattere le varici.
Questo si prepara facendo bollire
per 2-3 minuti 40 gr. di rizoma essiccato in 1 lt. d’acqua. Trascorso
questo periodo si lascia riposare
per 10 minuti, si filtra e se ne consumano 2 tazze al giorno.
Il pungitopo può trovare impiego in giardinaggio come pianta
ornamentale per siepi e giardini. In campo estetico può essere
utilizzato come tonico nei casi di
couperose e pelli arrossate. Allo
scopo si prepara un infuso ponendo a riposare per 15 minuti
50 gr. di rizoma in 1 lt. d’acqua
bollente. Trascorso questo periodo si filtra e si applica sul viso
a mo’ di compressa. Un paio
di litri dello stesso infuso versati
nell’acqua della vasca, servono
per preparare un bagno decongestionante.
PREPARAZIONE: 30 minuti
COTTURA: 30 minuti
DIFFICOLTÀ: bassa
ricetta:
di Amedeo Sandri
Tratto dal volume “La selvaggina del Veneto nel piatto”
Terra Ferma Edizioni
CROSTINI DEL
CACCIATORE
Ingredienti per 6 persone
Preparazione
18 fette di pane tipo baguette spesse 1 cm e tagliate trasversalmente
120 g di milza di vitello
2 fegati di fagiano
40 g di burro
30 g di capperi sottaceto
1 filetto d’acciuga sottolio
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di passata di pomodoro
40 g di cipolla tritata
30 g di sedano tritato
30 g di carota tritata
qualche foglia di prezzemolo tritata
poco vino bianco secco
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
Versate in una casseruola il trito di
cipolla, carota e sedano e fatelo appassire dolcemente in due cucchiai
d’olio e metà del burro.
Unite i fegati di fagiano e la milza
di vitello tagliati a pezzetti, lasciateli insaporire e saltateli per far loro
acquistare consistenza.
Dopo qualche minuto bagnate tutto con una generosa spruzzata di
vino bianco, lasciatelo assorbire e
aggiungete la passata di pomodoro
sciolta in mezzo bicchiere d’acqua
calda.
Salate, pepate, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere a
recipiente coperto per circa 30’,
controllando di tanto in tanto che
il composto non si asciughi troppo.
A cottura ultimata, tritate finemente
milza e fegatini assieme ai capperi
e al filetto d’acciuga, rimettete il trito
nella padella di cottura aggiungendo anche il restante burro a pezzetti
e mescolate bene per amalgamare
il tutto.
Fate tostare le fette di pane in forno a 190° per qualche minuto, poi
strofinatele con l’aglio e spalmatele
con il composto preparato.
Vino consigliato
Gambellara Classico
Centro Carni
Gazzi
di Gazzi Fabrizio
Via Pedemontana, 20
SORANZEN di Cesiomaggiore (BL)
Tel. 0439 438161 - Cell. 328 9349009
21
POESIA:
I RONPI
di Ugo Neri
More le piánte, le pite, i ošèi.
More pianét le kuátro staión;
a Santa lúžia ge toka a i poržèi,
pok dopo, a Nadál e in teča al kapón.
More kuéi boni ke va da San Piéro
E kuéi ke ge toka oltár par l inferno,
tira i skarpét al balista e l sinčero.
Morte le fóie le kaska d inverno.
Ma kuéi ke a le olte se stenta a kontarli,
(intende i revèrs ke ronpe i koióni)
no i mor, sakramento, ma ñanka a mažarli!
Gli Alunni e gli Insegnanti
della scuola primaria
di Villa di Villa di Mel
ci mandano questi
originali auguri
di Buon Natale!
22
AUGURI ai soci
Soci A.C.B che nei mesi di settembre, ottobre, novembre, dicembre 2013
hanno compiuto o stanno per compiere gli anni:
RISERVA
Nominativo
NASCITA ETÀ
Domegge di Cadore
Meneghin Mario
14/09/1929
84
Canale d’Agordo
De Ventura Ernesto
30/10/1929
84
Lamon
Guerriero Angelo
21/09/1930
83
Domegge di Cadore
Pinazza Eugenio
26/09/1930
83
Mel
Zuccolotto Antonio
14/12/1930
83
Sovramonte
Dalla Corte Giamberto
14/12/1930
83
Santa Giustina
Schenal Guido
30/12/1931
82
Alano di Piave
Codemo Nilo
01/09/1932
81
Sappada
Quinz Cherubino
14/11/1932
81
Sovramonte
Trento Bortolo
03/12/1932
81
Lamon
Forlin Filippo
20/09/1933
80
Lamon
Gaio Vittore
19/10/1933
80
Puos d’Alpago
Piazza Vittorio
23/10/1933
80
Belluno
Masoch Gianfranco
01/11/1933
80
Lamon
Conte Giuseppe R.
08/11/1933
80
San Gregorio n. Alpi
Cadorin Giovanni
10/12/1933
80
Canale d’Agordo
Fontanive Angelo
25/09/1934
79
Arsiè
Gasperin Francesco
14/10/1934
79
San Gregorio n. Alpi
Centeleghe Annibale
17/10/1934
79
San Tomaso agordino
Rossi Martino
16/09/1935
78
Vas
Solagna Sereno
15/11/1935
78
San Gregorio n. Alpi
Argenta Giorgio
09/09/1936
77
Auronzo di Cadore
Zandegiacomo Mazzon
Giuseppe
10/10/1936
77
Gosaldo
Bellante Gino
26/10/1936
77
Lamon
Facen Gildo
02/09/1937
76
Belluno
Dall’Anese Giuseppe
11/09/1937
76
Limana
Merlin Giorgio
23/09/1937
76
Farra d’Alpago
Brandalise Agostino
07/10/1937
76
Ponte nelle Alpi
Bortoluzzi Lorenzo
30/11/1937
76
Auronzo di Cadore
Vecellio Reane Dino
19/10/1938
75
Arsiè
Cescato Mario
30/10/1938
75
Arsiè
Tonin Valeriano
29/11/1938
75
Lozzo di Cadore
Da Pra Enzo
04/12/1938
75
Lozzo di Cadore
Da Pra Gilberto
04/12/1938
75
Pedavena
Cossalter Silvano
20/12/1938
75
Falcade
Genuin Angelo
21/10/1939
74
Seren del Grappa
Colmanet Tulio
11/11/1939
74
Trichiana
Mazzer Ettore
13/11/1939
74
Lamon
Resenterra Ettore
01/12/1939
74
Auronzo di Cadore
Da Deppo Gino
22/12/1939
74
Sovramonte
Slongo Luigi
16/09/1940
73
Santa Giustina
Bibelia Tiziano
21/09/1940
73
San Tomaso agordino
Mazzuia Giovanni
20/10/1940
73
Arsiè
Brandalise Agostino
15/11/1940
73
Auronzo di Cadore
Corte Corinello Giulio
15/11/1940
73
Sedico
De Nard Renzo
25/11/1940
73
Sedico
Carlin Dino
16/12/1940
73
Lentiai
Geronazzo Marcello
15/09/1941
72
Sappada
Boccingher Albino
25/09/1941
72
Tambre
Saviane Romeo
26/09/1941
72
Sappada
Benedetti Fasil Silvio
08/11/1941
72
Tambre
Azzalini Ubaldo
26/11/1941
72
Canale d’Agordo
De Rocco Saba
16/12/1941
72
Trichiana
Barp Angelo
22/12/1941
72
Lorenzago di Cadore
De Michiel Gian Antonio
30/12/1941
72
Auronzo di Cadore
Zandegiacomo Seidelucio Giuseppe
20/09/1942
71
Canale d’Agordo
Xaiz Aldo
23/09/1942
71
Lentiai
De Candido Livio
26/09/1942
71
Alano di Piave
Gusatto Giorgio
26/10/1942
71
Feltre
Zabot Graziano
12/11/1942
71
Sappada
Solero Giordano
26/11/1942
71
Belluno
Fagherazzi Flavio
28/11/1942
71
Seren del Grappa
Paoli Giorgio
11/12/1942
71
Sappada
Zambon Natale
14/12/1942
71
Lamon
Maccagnan Giovanni
21/12/1942
71
Santo Stefano di Cad.
Costan Sandro
03/09/1943
70
Mel
Vadagnin Sergio
26/09/1943
70
Santa Giustina
Bugana Carlo
27/10/1943
70
Trichiana
Portolan Franco
02/11/1943
70
Farra d’Alpago
Ciprian Franco
03/11/1943
70
Feltre
Gallon Aldo
21/11/1943
70
Cibiana
Zandanel Serafino
27/11/1943
70
Quero
Roman Alcide
28/11/1943
70
Sedico
Dalla Vedova Giuseppe
29/11/1943
70
Belluno
Da Rold Carlo
03/12/1943
70
Vallada Agordina
Maiandi Tiziano Franco
04/12/1943
70
San Gregorio n. Alpi
Centeleghe Gianangelo
25/12/1943
70
Seren del Grappa
Scariot Giovanni
25/12/1943
70
... e i più giovani
San Tomaso agordino
Vallata Giuseppe
10/09/1984
29
Lentiai
Spada Nicola
17/10/1985
28
Sospirolo
Cadore Mirco
30/11/1985
28
Lamon
Forlin Fulvio
16/09/1986
27
Quero
Mazzocco Nicola
08/09/1987
26
Domegge di Cadore
Del Favero Leo
22/09/1987
26
Limana
Vedana Paolo
06/10/1987
26
Feltre
Campigotto Marco
Hubert
07/12/1987
26
Santa Giustina
Brugnera Muraro Alberto
01/04/1988
25
Tambre
Bortoluzzi Erich
20/09/1988
25
Canale d’Agordo
Deola Nicolo’
01/09/1989
24
Belluno
Sandon Elisa
02/10/1989
24
Agordo
Del Din Alessandro
27/12/1989
24
Limana
Castellan Luca
15/10/1990
23
Santa Giustina
Blandino Michael
10/07/1990
23
Belluno
Da Ros Andrea
11/10/1991
22
Trichiana
Brancher Luca
29/10/1992
21
Chies d’Alpago
Cappellari Simone
24/11/1992
21
Lamon
Coldebella Eddy
06/12/1992
21
Farra d’Alpago
Campagnolo Roberto
La Valle Agordina
Farenzena Francesco
Vallada Agordina
Tomaselli Egidio
23
gare cinofile 2013
ll 14 aprile si è svolta, organizzata dall’A.C.B.,
una prova su quaglie cane-cacciatore nel campo
d’addestramento di Collesei nel Comune di Feltre. La prova era valida anche per la classifica
del Campionato provinciale.
La partecipazione dei Soci, quest’anno, è stata
molto numerosa ed anche collaborativa con il
Vice presidente Carlo Curto infaticabile organiz-
zatore della manifestazione. Ricca la dotazione
dei premi com’è nella tradizione e nello stile della
nostra Associazione. Questa la classifica dei Soci
A.C.B.
I° CLASSIFICATO
PONTIN ORLANDO con Titon ST.
II° CLASSIFICATO
DE GIRARDI PAOLO con Red PT.
III° CLASSIFICATO PAULETTI MATTEO con Perla ST.
IV° CLASSIFICATO
COMACCHIO RENATO con Tobi ST.
I o TROFEO ENRICO DE GIRARDI
Il 25 Agosto si è svolta la gara intitolata I° Trofeo E. De Girardi a ricordo di Enrico, cacciatore,
giudice cinofilo e, prima di tutto, uomo sincero e
schietto. Da anni non si vedeva ad una gara cinofila una partecipazione così numerosa di concorrenti. Sicuramente tanti amici di Enrico che, con
la loro presenza, lo hanno voluto ricordare. Questa partecipazione ha indubbiamente procurato
immenso piacere e soddisfazione non solo agli
Organizzatori ma anche a quanti hanno voluto
questa bella manifestazione, in particolar modo
il fratello Paolo ed i Famigliari. Un ringraziamento particolare ai Cacciatori della Riserva di Feltre
e complimenti ai cuochi per l’ottimo pranzo.
Carlo Curto
CLASSIFICHE DELLE DUE BATTERIE E DEL BARRAGE
BATTERIA A
I° CLASSIFICATO: DE PAOLI EMILIO con Dafne PT.
II° CLASSIFICATO: TIRONE GIUSEPPE con Tea ST.
III° CLASSIFICATO: PALUMBO ANGELO con Pato ST.
BATTERIA B
I° CLASSIFICATO: TIRONE GIUSEPPE con Indi ST.
II° CLASSIFICATO: TRES GIUSEPPE con Roki ST.
III° CLASSIFICATO: VOLTOLINI LUCIO con Ledy Breton
BARRAGE
Vince il I° Trofeo DE GIRARDI ENRICO
il dott. Tirone Giuseppe con Judi S.T.
24
CACCIA E CACCIATORI DI UNA VOLTA
Abbiamo voluto intitolarla così
questa nuova rubrica rivolta a tutti
i nostri soci che ci auguriamo apprezzino e ci inviino vecchie foto
da poter pubblicare.
Potrà essere anche l’occasione di
ricordare vecchi amici, persone
che ormai non sono più tra noi ma
che restano scolpite nella nostra
memoria, luoghi che con il tempo
si sono irrimediabilmente trasformati, carnieri al giorno d’oggi impensabili, pezzi del nostro passato rigorosamente in bianco e nero
che ogni tanto ci piace ricordare,
perché se è vero che le foto sono
ricordi, è altrettanto vero che le
vecchie foto sono la storia... La
nostra storia.
Iniziamo con due bei ricordi: Gli
amici di S. Gregorio nelle Alpi
ricorderanno sicuramente queste
due mitiche figure di cacciatori
di un tempo, con un carniere che
anch’esso ricorda tempi passati:
Il Dott. Tiziano Blandino, allora
medico condotto del paese e l’indimenticabile
Gildo Lise
detto “Il solitario”.
Riconosceranno anche
l’allora molto
frequentato
Covol di Cimia, all’interno del
quale hanno trovato
riparo e
alloggio
varie generazioni
di cacciatori e oggi
anch’esso
scomparso
grazie alla “solerte bonifica” dell’Ente Parco al
quale evidentemente andava stretto.
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2 gennaio 2013 - Corriere.it
Colori compositi
25
L’angolo del
veterinario
a cura di: Dott. ssa Patrizia Bragagna
Il pancreas è una ghiandola annessa all’apparato digerente situata nella cavità addominale.
È composta da due porzioni.
La prima, esocrina, con la funzione di produrre e immagazzinare
alcuni enzimi (succo pancreatico)
che vengono rilasciati nel tratto
intestinale per promuovere la digestione di proteine, carboidrati
e grassi.
Inoltre, produce anche altre sostanze che contribuiscono a neutralizzare l’ambiente acido del
tratto gastrointestinale superiore.
La seconda, endocrina, con il
compito di secernere e rilasciare
nel sangue ormoni quali l’insulina, che facilita il normale assorbimento cellulare di glucosio.
Tra le patologie più o meno emergenti che possono colpire i cani
da caccia possiamo annoverare
la pancreatite acuta, un processo
infiammatorio ad insorgenza soli-
26
PANCREATITE NEL CANE
tamente molto rapida a carico di
quest’organo.
Il meccanismo di danno consiste
nell’attivazione degli enzimi digestivi in sedi inappropriate, quali
lo stesso pancreas, con conseguente danno tissutale da autodigestione che si manifesta con
necrosi ed emorragie dell’organo
e dei tessuti circostanti.
Cause della pancreatite
L’eziologia è varia. Può essere di
origine traumatica, tossica, da alterazioni vascolari del pancreas,
di natura infettiva o secondaria
ad altre patologie. Inoltre, è stata
evidenziata una stretta correlazione della patologia con la somministrazione prolungata di diete
ricche di grassi (cane alimentato
con avanzi della tavola, rifilature
di insaccati, ecc.).
Cani più a rischio
Alcune razze sembrano essere
geneticamente predisposte a sviluppare la pancreatite, in particolare Schnauzer Nano, Barbone
Nano, Cocker Spaniel e Springer
Spaniel.
Non vi è una predisposizione
confermata in relazione all’età e
al genere, sebbene molti autori
suggeriscano che i cani anziani e
le femmine ne siano comunemente più colpiti.
I cani che assumono determinati
farmaci o quelli affetti dalla sin-
drome di Cushing (iperadrenocorticismo), diabete mellito, iperlipemia e/o ipotiroidismo, possono
presentare maggiori probabilità
di sviluppare la condizione.
Sembra che anche i cani femmina sterilizzati affetti da obesità e
i cani nutriti con un regime alimentare ricco di grassi, come già
precisato, siano predisposti.
Sintomi
I segni clinici maggiormente evidenziati nei cani affetti da pancreatine sono: vomito, mancanza di appetito (anoressia, rifiuto
del cibo), mancanza del senso
di sete (il cane rifiuta di bere),
perdita di peso, debolezza, abbattimento (prostrazione fisica),
letargia (continua sonnolenza),
diarrea, disidratazione, dolore
addominale (solitamente grave e
improvviso).
Questi sintomi possono manifestarsi in modo susseguente oppure, nelle forme più gravi, contemporaneamente, rendendosi
necessarie cure mediche immediate.
La forma più grave del disturbo,
denominata pancreatite necrotizzante fulminante, può essere fatale nel giro di poche ore.
Diagnosi della pancreatite
Oltre alla sintomatologia, occorre fare alcuni esami per differenziare la pancreatite da altre patologie dell’addome.
Sarà il veterinario a proporvi una
diversa.
serie di esami:
ematici (emocromo e biochimico
completo), esame
delle urine e delle feci, radiografie ed ecografia.
Tali accertamenti diagnostici si
rendono necessari in quanto,
a seconda della
causa sintomatologica, la terapia
potrebbe essere
Prognosi
È generalmente riservata, spesso
infausta.
Terapia
L’approccio terapeutico prevede
quasi sempre la fluidoterapia e
l’esclusione dell’alimentazione
orale per un periodo che sarà
stabilito, di volta in volta, dal
veterinario curante. I cani affetti
da pancreatite acuta, di norma,
vengono ospedalizzati per trattare immediatamente la disidratazione e lo shock. Si procede con
una fluidoterapia aggressiva per
via endovenosa (24 ore su 24)
supportata da un trattamento farmacologico adeguato per tenere
sotto controllo i sintomi collaterali più gravi, quali il vomito e/o
la diarrea e la gestione del dolore (in genere mediante farmaci
analgesici per via endovenosa o intramuscolare).
In alcuni casi, possono
essere necessarie anche
trasfusioni di sangue.
Storicamente, uno dei
protocolli di trattamento
più comuni della pancreatite canina consisteva nel
non somministrare cibo
al cane per alcuni giorni,
presumibilmente per dare
modo al pancreas di riposare.
Questa procedura viene
chiamata “nulla per os” (NPO),
che significa “nulla per bocca”.
Attualmente, si ritiene che la terapia NPO dovrebbe essere impiegata solo quando il vomito è
grave e persistente e monitorata
ambulatoriamente dal veterinario, poiché liquidi, elettroliti e
supporto nutrizionale devono essere garantiti dalla fluidoterapia.
Se il cane non vomita e desidera mangiare, è bene nutrirlo con
una dieta povera di grassi, povera di proteine ma ricca di fibre e
somministrata più volte al giorno
in modiche quantità.
Il proprietario dell’animale quindi, ricopre un ruolo fondamentale
nella fase di recupero, poiché il
cane deve seguire protocolli nutrizionali speciali.
I soggetti, che esitano una pancreatite cronica secondaria, devono seguire una dieta povera di
grassi e ricca di fibre per tutta la
vita.
È suggerita anche la somministrazione di integratori a base di enzimi pancreatici a supporto della
digestione e per contribuire ad
alleviare il dolore addominale.
Prevenzione
Il rischio di insorgenza di pancreatite può essere notevolmente
ridotto garantendo al cane uno
stile di vita sano e un regime alimentare salutare. Una dieta povera di grassi e ricca di fibre rappresenta probabilmente la scelta
ottimale, soprattutto nei periodi di
sedentarietà.
27
Novità sul mercato
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Email:
taFana.ch
iavegato@foresF
talia.com
Hanno Collaborato
A Questo Numero Di Caccia 2000
Bastianon Barbara, Bellus Luca, Bragagna Patrizia, Cadorin Giovanni, Carlin Ivan, Corrà
Francesco, Crosato Alessandra, Curto Carlo, Dal Pan Elvio, D’Isep Romeo, Fuso Alberto,
Grassi Elisabetta, Grassi Renato, Pante Luciano, Pelli Sandro, Pioggia Pasquale, Pol Sandro,
Zamboni Umberto
28
I CERVI
DEL CANSIGLIO
Non passa giorno che sfogliando i giornali locali, (ma anche
Nazionali), non siamo costretti
a sorbirci l’ennesimo articolone
strappalacrime sulla sorte (ma
ancora non si capisce quale
sia) dei poveri cervi dell’altopiano del Cansiglio.
I poveri “bambi” come li chiama il Presidente della Regione,
sono ormai da anni nel mirino
(si fa per dire) dell’opinione
pubblica per l’ormai stranota
diatriba che coinvolge agricoltori da una parte e animalisti
dall’altra.
La Regione sta nel mezzo, meglio sarebbe dire le Regioni visto che l’altopiano in questione
ne coinvolge addirittura tre. A
noi Bellunesi basta e avanza
la nostra: abbiamo Assessori
che dicono di voler dar atto al
piano di controllo e prelievo stilato da insigni studiosi in materia (che nulla hanno a che fare
con i cacciatori) e da altri dello
stesso partito, Presidente della
Regione compreso, che dicono l’esatto contrario parlando
di catture e spostamenti in altri
luoghi, (ma nessuno li vuole) di
sterilizzazione di massa, (ma
come, non si sa) di fantomatici
risarcimenti agli allevatori, (ma
i soldi non si trovano) ecc.
Nel frattempo gli articoli sul
tema si susseguono giornalmente, tutti stranamente a senso
unico e cioè quello che più fa
presa sull’opinione pubblica (in-
fatti, parliamo di “bambi” non
di cervi), rarissimi quelli di senso opposto (ma le associazioni
agricole non sanno scrivere?). I
cacciatori, una volta tanto, ne
stanno fuori. Decidere non spetta a loro, ma alla politica, e a
pensarci, visto come siamo messi in Italia in materia, vien da
mettersi le mani nei capelli. Nel
frattempo, i 2000 - 3000 - 4000
(non si è capito bene quanti
sono) cervi del Cansiglio continuano a crescere anno dopo
anno e naturalmente a nutrirsi
con quello che trovano, in primis con il sottobosco, ormai devastato e poi via via con l’erba
che in teoria dovrebbe essere
destinata al pascolo delle mucche dei contadini delle varie
malghe presenti nell’altopiano
i quali si sono visti costretti a
difendersi con recinti che oltre
ad essere costosissimi, assomigliano più ad un campo di concentramento nazista che ad un
ameno e tranquillo pascolo alpestre.
Come cacciatori vorremmo sicuramente restare fuori da queste
polemiche, (abbiamo già le nostre “gatte da pelare”) e come
già detto non spetta a noi decidere in merito, ma l’argomento è talmente di attualità che
in un certo modo ci sentiamo
per così dire “tirati dentro per
la giacca”, abbiamo così deciso di entrare nel merito della
questione, lasciando da parte
polemiche e diatribe (quelle lasciamole ai politici), solo a titolo informativo, presentando il
piano che VENETO AGRICOLTURA ha redatto dopo accurati
studi e presentato alla Regione sotto il nome di “ PIANO DI
CONTROLLO DEL CERVO NEL
COMPRENSORIO DEL CANSIGLIO”. Gli autori sono Michele
Bottazzo - Veneto Agricoltura,
e Sandro Nicoloso-D.R.E.Am.
Italia. Si tratta di un documento di 60 pagine, estremamente
dettagliato e interessante, che
dopo accurati studi, evidenzia
con estrema accuratezza, quale
realmente sia la situazione del
cervo nell’altipiano del Cansiglio.
Trattandosi di un trattato piuttosto lungo e complesso, saremo
purtroppo obbligati a “diluirlo”
in diverse puntate, estrapolando quelli che secondo noi sono
i temi più espressivi e interessanti di tutto il documento.
Inizieremo dal prossimo numero
con la parte introduttiva:
PREMESSA
EMERGENZA CERVO.
29
NOTIZIE
DAI CIRCOLI
Festeggiare la loro prima licenza di caccia con
un trofeo di cervo è un privilegio riservato a pochi. Ci sono riusciti i nostri due nuovi soci Alberto Brugnera Muraro di S. Giustina, nella foto con
l’amico Luca e Enrico Castellan di Limana, nella
foto con l’amico Daniele, il recuperatore Luca Triches e il cane Demon. Complimenti e avanti così.
circolo di San Nicolò di Comelico
Cinghiale abbattuto in località Airedo il giorno 7
sett 2013, maschio di 2/3 Anni, peso circa 55/60
kg dal Socio De Bolfo Raffaele.
Con Sauer 202 7 R.M. distanza 330 mt.
30
CIRCOLO DI PONTE NELLE ALPI
CIRCOLO DI Quero
Toni (classe 1937) dopo la cerva della passata
stagione, ha fatto l’en plein:
ci ha messo tutti in riga abbattendo un cervo con
10 punte e 135 kg vuoto!!
Sembra impossibile ma con la sua carabina 270
win lo ha fulminato sul posto.
BRAVO TONI e anche un po’ fortunato ...che sia il
berretto dell’ACB che indossa sempre che gli porti
fortuna??? Mah
“Bellissimo camoscio maschio di due anni prelevato
il 28 Settembre 2013 nella r.a. di Quero (Belluno)
dal socio Michelangelo Pisan accompagnato dagli
esperti e amici Thomas M. e Luca B. L’animale é stato abbattuto con una Weatherby Mark V cal. 300
wby magnum.
Una cacciata veramente indimenticabile! Waidmannsheil!“
CIRCOLO DI auronzo
circolo rivamonte e voltago
Zandegiacomo Seidelucio Enrico fa il bis e come nella
passata stagione anche quest’anno ha abbattuto un bellissimo esemplare di cervo. L’abbattimento è avvenuto
in località Federavecchia il giorno 13/10/2013 alle
ore 8:30 con fucile Sauer 202 calibro 7 mm RM con
recupero dell’ Annoveriano Prinz!
L’iniziativa della Riserva Alpina di Caccia “Rivamonte & Voltago”
Dopo cinquanta licenze di caccia Zardus Vicchiare Sergio ha coronato un sogno, l’abbattimento di un bellissimo maschio di capriolo nella zona denominata Saletta,
con una carabina Remington calibro 7 r.m. Una mattinata splendida e con un tiro fatto a circa m. 200, ha abbattuto questo splendido capriolo con trofeo del tutto particolare, che merita di essere osservato. Dieci punte molto
particolari, credo si tratti di un capriolo con un trofeo del
genere molto raro, ed è semplicemente meraviglioso che
sia stato abbattuto in una magnifica riserva di Caccia
come quella di Auronzo di Cadore BL. Congratulazioni, bravo Sergio, gli amici di sempre Giovanni e Marco.
Ricordo di Fausto
Benedetto un cippo da Don Stefano fortemente voluto dai cacciatori, amici e parenti.
Si è svolta Domenica 15 Settembre nel bosco del Poi una
semplice e sentita cerimonia a
ricordo del nostro amico e socio
cacciatore Fausto Paganin ad un
anno dalla morte.
Una sessantina di persone: tra cacciatori, amici, famigliari, con la presenza di Don Stefano Pontil, il sindaco di Voltago Zanvit, il direttivo
della Riserva Alpina di Caccia con il suo presidente Angoletta, rappresentanti della polizia provinciale e polizia locale di Gosaldo e Rivamonte, si sono ritrovati nelle vicinanze della “casera Marol” e hanno voluto
rendere omaggio a Fausto, proprio sul luogo dove aveva perso la vita,
per un tragico incidente di caccia.
I cacciatori di Rivamonte e Voltago hanno costruito e posizionato un
cippo benedetto da don Stefano che, con appropriate parole, ha ricordato Fausto a cui sono seguiti due brevi interventi del Sindaco e del
presidente della Riserva molto toccanti. La cerimonia si e conclusa con
la recita della “preghiera del cacciatore” da parti di tutti i presenti e
i ringraziamenti da parte dei famigliari in particolare della figlia di
Fausto Valentina.
CIRCOLO DI GOSALDO
Foto di una femmina di camoscio di 15 anni, 20
kg, abbattuta nella RAC di Gosaldo il 14 dicembre 2013, località Scalet, alle ore 15:10 da Zasso Fulvio accompagnato da Caffagni Claudio.
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