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07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 50 “… lontane, ma distinte come tre obelischi, si ergono le Drei Zinnen (Tre Cime). Il sole splende attraverso una foschia leggera: i raggi orizzontali penetrano una nube trasparente e, come lame luminose, le accendono simili ora a rosei icebergs fluttuanti in un mare di nebbia dorata…” (Amelia B. Edwards, 1872) Tramonto alle Tre Cime di Lavaredo (Ph NicolòdiMiana) Tre Cime Lavaredo disegno di E.T. Compton (arch. CAI) Tre Cime di Lavaredo da Forcella Passaporto del Paterno (Ph Ugo Scortegagna) 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 51 51 Luglio 2012 Gli abitati permanenti 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 52 La casa alpina in legno e la variante con le lobbie dell’alta Valsesia Cadini di Misurina di Misurina (Ph M.S.) 52 La casa alpina per antonomasia è quella in legno, una cassa costituita da tronchi di conifera incrociati all’estremità (modulo a blockbau), sovrastata da un tetto che, a seconda delle zone, può essere in tavolette di legno (scàndole) o in lastre di pietta (lose o piode). Questo edificio si trova in Valle d’Aosta, Ossola, Valtellina, Trentino, Alto Adige, Friuli. In alta Valsesia (prevalentemente nei Comuni di Alagna e Riva Valdobbia) vi è invece un edificio molto particolare perché la sua principale caratteristica è data dalla presenza delle lobbie (loggiati, o balconate delimitate da pertiche orizzontali) che talvolta circondano l’edificio anche su tutti e quattro i lati. All’interno della lobbia si trova invece il cuore dell’edificio, in legno (prevalentemente larice). Negli ultimi trent’anni questo tipo di edificio è stato sempre chiamato “casa walser”, tanto che ormai è entrato come denominazione corrente anche nelle 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 53 agenzie immobiliari, ma il termine è decisamente sbagliato e proverò a spiegarne i motivi. Il popolo walser, che a partire dalla metà del Duecento valicò le Alpi per insediarsi sul versante sud del Monte Rosa e poi in Ossola, nel Canton Ticino e addirittura molto più a est nel canton Grigioni e in Austria, non ha una propria architettura tradizionale definita. In poche parole l’edificio che si trova in alta Valsesia non si trova (salvo che in valle del Lys) nelle altre località; né in Vallese (che ho pure battuto palmo a palmo in anni lontani valle dopo valle) e nemmeno a Macugnaga, che pure è vicinissima in linea d’aria ad Alagna Valsesia, né men che meno nelle località più lontane abitate dai walser. Definire quindi “casa walser” l’edificio con le lobbie dell’alta Valsesia è improprio; molto meglio indicare questa tipologia come la casa valsesiana con le lobbie oppure la casa dei walser della sola Valsesia. Tanto più che edifici molto simili con balconate in legno delimitate da pertiche orizzontali si trovano in altre vallate delle Alpi non abitate dai walser. Penso per esempio all’area di Castelrotto e delle valli Gardena e Badia in Alto Adige, e a diverse località del Cadore e della Carnia. A Sauris, per esempio, ma anche a Sappada e a Forni di sopra. Resta però il fatto, incontrovertibile, che fra tutti gli edifici con le lobbie, quelle “walser” dell’alta Valsesia sono le più belle, non solo esteticamente, per la loro perfezione geometrica e modulare, che sembra ispirata all’uomo di Leonardo da Vinci. Cadini di Misurina di Misurina (Ph M.S.) 53 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 Rifugio Zsigmondy-Comici e Cima Undici (Ph D.B.) 54 17:15 Pagina 54 Come nasce quindi (e perché) la casa con le lobbie così originale e geniale? La spiegazione verrebbe dal clima dell’alta Valsesia, estremamente piovoso e quindi molto diverso da quello del Vallese (non a caso qui ci sono le bisses, i canali d’irrigazione), per esempio, molto asciutto (la teoria non si applica però per la valle di Macugnaga... pure piovosa ma senza case con le lobbie...). Il raccolto, la segale soprattutto, ma anche il fieno, una volta tagliati vanno essiccati all’aria prima di essere riposti nei fienili; e solitamente il contadino tende a lasciare sul campo in covoni di varia forma, anche su picchetti di legno (come in Alto Adige e in Cadore) il proprio raccolto. Ma ciò ha senso se la zona gode di un clima asciutto. Se ci troviamo in una zona piovosa nasce il problema: il raccolto deve essere protetto ed ecco quindi che nasce la soluzione di portarlo in casa, sotto lo stesso tetto dell’edificio che fa contemporaneamente da ricovero per gli animali e per l’uomo (la cosiddetta casa “unitaria”). L’idea geniale poi di portare le pertiche orizzontali sotto un tetto per costituire un loggiato nasce peraltro dal fatto che in alcune aree delle Alpi (nei cantoni Ticino e Grigioni, in Alto Adige, in Tirolo, in Cadore e in Slovenia) erano in uso le rascane (in ticinese) ossia le arpe (o harfe), in Alto Adige, essiccatoi lineari con lunghe pertiche orizzontali posti nei 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 55 55 prati, talvolta sormontati da un piccolo tetto. Evidentemente la cultura materiale dell’uomo alpino (che come ci insegna Otzi, l’uomo dei ghiacci, già cinquemila anni fa si spostava da un versante all’altro della catena) era tale e onnicomprensiva che ha saputo accostare un modulo, quello dell’arpa, alla casa tradizionale di legno a blocco, inventando di fatto la casa con le lobbie. Il granaio L’edificio del granaio, che per la sua funzione non aveva certo la necessità di avere una lobbia, era tradizionalmente costituito da un unico locale in legno con la struttura a blockbau sollevato da terra attraverso alcuni pilastrini in legno sormontati da una larga pietra orizzontale. Questo modulo architettonico, proveniente dal Nordeuropa, ma diffuso con una variante in tutta pietra anche in Portogallo, probabilmente fu portato sulle Alpi dai walser. Popolazione che si continua a definire di stirpe alemanna, originaria della Svevia, poi calata nel Goms e quindi nel Vallese, ma che invece secondo recentissimi studi essenzial- Rifugio Zsigmondy-Comici e Cima Undici (Ph D.B.) 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 56 56 mente linguistici (del prof. Sergio Maria Gilardino) pubblicati in occasione dell’uscita del Dizionario del dialetto walser di Alagna Valsesia sembra sia Sassone, originaria dell’attuale regione compresa fra Brema e Berlino. Ebbene è facile quindi immaginare che questo popolo nordico (che avrà avuto molti contatti con le vicine popolazioni scandinave – il Museo etnografico di Skansen, in Svezia, è ricco di esempi di granai in legno sollevati da terra per mezzo dei cosiddetti funghi e di edifici con le pertiche orizzontali assimilabili alle lobbie valsesiane) abbia portato così a sud la struttura del granaio così fatta, al fine di permettere un’ideale areazione dei cereali conservati all’interno e isolare gli stessi dall’attacco dei roditori. Oggi, mentre questi granai sono ancora relativamente diffusi in Valle d’Aosta (nelle laterali Ayas e Valtournenche) dove sono chiamati rascard e nel Vallese (specie nell’area di Zermatt e di Saas Fee) dove sono chiamati stadel, (stodal ad Alagna Valsesia) sono ormai pressoché estinti in Valsesia, ma i pochi rimasti sono chiamati ancor oggi con il nome medievale di torba. Piero Carlesi (CAI Milano - GISM) 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 57 Gli edifici in pietra, a secco e intonacati 57 Tali costruzioni sono diffuse sia sulle Alpi, sia sugli Appennini e sj trovano prevalentemente nei luoghi dove non vi è presenza di conifere, quindi nelle basse valli delle Alpi, fino a 1000 metri , e sulla catena appenninica. Le tipologie delle case in pietra, a secco nei modelli più spartani, o intonacate negli esempi più eleganti sono le più varie. Generalizzando si può dire che l’edificio in materiali inerti come la pietra è preferibilmente usato in montagna come casa di abitazione mentre l’edificio in legno, molto spesso, è destinato al ricovero degli animali, degli attrezzi e del raccolto. Edifici in pietra sono quindi diffusi ogni dove, dalle cascine a corte dell’alta pianura padana alle baite delle Prealpi e delle Alpi, dalle Marittime alle Giulie e per tutta la dorsale appenninica. Fra le varie tipologie si distinguono per caratteristiche particolari gli edifici in pietra dell’Ossola, assai rustici pur nella loro bellezza lineare e spartana e quelli dell’Engadina e della val Venosta, invece, per l’eleganza dei graffiti colorati. L’uso del legno in questo caso è limitato alle balconate. Il tetto, forme e materiali Trascuriamo tutti i materiali più recenti, dall’uso del cotto in poi e concentriamoci sui materiali tradizionali. I tetti degli edi- Sondrio (Ph ) 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:15 Pagina 58 58 Glorenza (Ph ) fici in montagna sono stati da sempre realizzati con tre materiali: legno, pietra e paglia. I tetti con copertura in legno (costituiti da tavolette di legno di conifera chiamate scàndole) sono diffusi soprattutto in Trentino e in Alto Adige; la maggior paste di questa copertura essendo leggera e quindi soggetta causa colpi di vento a ribaltamenti, necessita di essere trattenuta (effetto fermacarte sulla scrivania) da tronchi sormontati da grosse pietre. I tetti in pietra, i più diffusi sono per lo più costituiti da lastre di roccia scistosa (famosa la pietra di Luserna e dell’Ossola), ma è utilizzato anche il porfido (sui monti Lessini) e l’ardesia (Val Malenco). La forma dei tetti in pietra è varia e si va dal posizionamento orizzontale delle lastre con conseguente ripidità del tetto stesso, caratteristico dell’area orobica (specie in val Taleggio e Brembilla), al posizionamento obliquo nelle due varianti: con il bordo inferiore della lastra parallelo alla falda del tetto (Ossola, valli lombarde, Friuli) o con l’angolo della lastra a valle (area piemontese e valle d’Aosta). Infine la copertura in paglia, sempre più rara, è visibile ancora in Alto Adige, ma fino a pochi decenni fa era diffusa nelle valli cuneesi, nelle valli biellesi e della bassa Valsesia e in Carnia. Gli edifici con questa copertura o con la naturale evoluzione moderna della lamiera si caratterizzano per avere un tetto assai ripido; certamente il più ripido di tutti gli edifici tradizionali della montagna. Ciò perché avendo una struttura relativamente debole la neve doveva subito essere scaricata a valle. Piero Carlesi (CAI Milano - GISM) 07 LUGLIO 2012:Layout 1 6-07-2011 17:16 Pagina 59 LUGLIO 201 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì 쐠 쐟 59 쐞 쐡 6-07-2011 17:16 Pagina 60 LUGLIO 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 60 38. Le civiltà protostoriche (Nuragica, Camuna, di Golasecca, dei Castellieri) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 D L M M G V S D L M M G V S D 6-07-2011 17:16 Pagina 61 LUGLIO 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 1 61 DOMENICA S. Teobaldo e S. Aronne 26 . 183 - 183 4,39 - 19,49 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D L M M G V S D L M 2 6-07-2011 LUNEDÌ S. Ottone e S. Urbano 27 . 184 - 182 4,39 - 19,49 17:16 3 Pagina 62 MARTEDÌ S. Tommaso apostolo 27 . 185 - 181 4,40 - 19,49 4 MERCOLEDÌ S. Elisabetta regina 27 . 186 - 180 4,40 - 19,48 LUGLIO 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 62 39. Gli insediamenti permanenti di fondovalle (abitazioni e rustico) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 D L M M G V S D L M M G V S D 17:16 GIOVEDÌ S. Antonio Maria Zaccaria Pagina 63 VENERDÌ S. Maria Goretti 6 27 . 187 - 179 4,41 - 19,48 27 . 188 - 178 4,42 - 19,48 7 SABATO S. Claudio e S. Edda 8 DOMENICA S. Adriano III 27 . 189 - 177 4,42 - 19,47 LUGLIO 5 6-07-2011 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 63 27 . 190 - 176 4,43 - 19,47 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D L M M G V S D L M 9 6-07-2011 LUNEDÌ S. Fabrizio e S. Veronica Giuliani 28 . 191 - 175 4,44 - 19,47 17:16 10 Pagina 64 MARTEDÌ S. Felicita e S. Vittoria 28 . 192 - 174 4,44 - 19,46 11 MERCOLEDÌ S. Benedetto da Norcia 28 . 193 - 173 4,45 - 19,46 LUGLIO 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 64 40. Gli insediamenti permanenti di versante (abitazione e rustico) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 D L M M G V S D L M M G V S D GIOVEDÌ S. Felice e S. Nabore martiri 17:16 28 . 194 - 172 4,46 - 19,45 Pagina 65 13 VENERDÌ S. Enrico imperatore 28 . 195 - 171 4,47 - 19,45 14 SABATO S. Camillo De Lellis 15 DOMENICA S. Bonaventura 28 . 196 - 170 4,47 - 19,44 LUGLIO 12 6-07-2011 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 65 28 . 197 - 169 4,48 - 19,43 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D L M M G V S D L M 16 6-07-2011 LUNEDÌ Beata Vergine del Carmine 29 . 198 - 168 4,49 - 19,43 17:16 17 Pagina 66 MARTEDÌ S. Alessio confessore 29 . 199 - 167 4,50 - 19,42 18 MERCOLEDÌ S. Federico 29 . 200 - 166 4,51 - 19,41 LUGLIO 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 66 41. I cimiteri e gli affreschi murari doppio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 D L M M G V S D L M M G V S D GIOVEDÌ S. Giusta 17:16 29 . 201 - 165 4,52 - 19,41 Pagina 67 20 VENERDÌ S. Elia profeta e S. Apollinare 29 . 202 - 164 4,53 - 19,40 21 SABATO S. Lorenzo da Brindisi 22 DOMENICA Santa Maria Maddalena 29 . 203 - 163 4,53 - 19,39 LUGLIO 19 6-07-2011 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 29 . 204 - 162 67 4,54 - 19,38 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D L M M G V S D L M 23 6-07-2011 LUNEDÌ S. Brigida 30 . 205 - 161 4,55 - 19,37 17:16 24 Pagina 68 MARTEDÌ S. Cristina 30. 206 - 160 4,56 - 19,36 25 MERCOLEDÌ S. Giacomo apostolo 30 . 207 - 159 4,57 - 19,35 LUGLIO 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 68 42. I Cimiteri e gli affreschi murari In montagna i piccoli insediamenti hanno come fulcri principali il municipio, ove presente, e la chiesa, spesso attorniata da piccoli cimiteri di antica memoria. Un caso singolare si ha proprio nelle Alpi orientali nella zona di lingua germanofona che vede un particolare culti funerario e una ritualità che si perde nella notte dei tempi. I cimiteri presentano delle croci in ferro battuto di fattura assai pregevole e una cura molto accurata delle tombe con la messa a dimora di piante e fiori che vengono cambiati ad ogni stagione. Lungo i muri che cingono il campo santo vi sono conservate le lapidi in marmo o pietra risalenti ai secoli passati. Quando cala la sera questi cimiteri sono ancora di più suggestivi poiché si tingono delle fioche luci di lumini conservati all’interno di lanterne rosse. Le recinzioni, spesso in legno, o ferro o pietra, ma quasi tutte basse fanno compenetrare il paesaggio esterno con quello interno tanto da farli rassomigliare a dei giardini. Non dimentichiamo poi i cimiteri militari, in particolare nei luoghi che hanno visto caduti i soldati della Prima Guerra Mondiale. Le chiese poi presentano affreschi murari a volte imponenti, spesso relativi a santi apotropaici, come il celebratissimo San Cristoforo, soprattutto presente in luoghi nei pressi di corsi d’acqua, per la sua funzione di protezione dagli alluvioni, o di San Martino o San Giorgio. Gli affreschi hanno sempre valore didascalico e permettevano a chi non sapeva leggere di essere istruito riguardo la storia e la tradizione religiosa. Troviamo poi affreschi murari anche su particolari case o in edicole e capitelli, utilizzati come segnavia in punti pericolosi o in prossimità di ponti, spesso definiti del diavolo. Questo tipo di affreschi raffigurano il più delle volte la Madonna con il Bambino, a volte anche mora (la Modaonna di Loreto) di cui vi sono molti santuari proprio nella zona alpina. Maria viene invocata come protettrice e molto frequentemente la troviamo associata a elementi naturali tipici della montagna: le fonti, particolari specie di alberi, le grotte e anche alcuni animali. Marta Villa (CAI SAT Trento) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 D L M M G V S D L M M G V S D GIOVEDÌ S. Anna e S. Gioacchino 17:16 30 . 208 - 158 4,58 - 19,34 Pagina 69 27 VENERDÌ S. Liliana 30 . 209 - 157 4,59 - 19,33 28 SABATO S. Nazario e S. Celso 29 DOMENICA S. Marta 30 . 210 - 156 5,00 - 19,32 LUGLIO 26 6-07-2011 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 69 30 . 211 - 155 5,01 - 19,31 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D L M M G V S D L M 30 6-07-2011 LUNEDÌ S. Pietro Crisologo vescovo 31 . 212 - 154 5,02 - 19,30 17:17 31 Pagina 70 1 MARTEDÌ S. Ignazio di Loyola 31 . 213 - 153 5,03 - 19,29 LUGLIO 2012 07 LUGLIO 2012:Layout 1 70 43. Le meridiane e il tempo: un patrimonio storico e culturale In Italia il termine “meridiana” è sinonimo di “orologio solare” ma il termine corretto per indicare quei curiosi strumenti dipinti sulle facciate delle case per misurare il trascorrere del tempo è “quadrante solare”. In senso stretto, con meridiana si dovrebbe intendere unicamente l’indicatore del passaggio del Sole a mezzogiorno in una determinata località. Nel corso dei millenni l’uomo ha imparato ad osservare il Sole e le sue posizioni nel cielo in modo da regolare le proprie attività, prevalentemente agricole, con metodi empirici ma comunque efficaci. La misura del Tempo si è identificata da sempre con l’osservazione delle ombre create dal Sole, dal loro apparire, dal loro allungarsi ed infine dissolversi. Dall’ombra di un bastone piantato al suolo l’uomo ha imparato perfino a misurare le altezze dei monumenti, come fece Talete con l’altezza di una piramide. La riscoperta delle meridiane è iniziata a partire dagli anni ’80, quando l’uomo ha sentito la necessità di staccarsi dalla frenetica concezione del tempo imposta dalla società moderna e di considerarlo come facevano i nostri nonni, quando il lavoro nei campi o in famiglia si svolgeva dall’alba al tramonto. Contemporaneamente si è risvegliata l’attenzione per l’arte e il gusto del bello: dipingere una meridiana su una parete o inciderla su una pietra orizzontale diventa un atto creativo. Una meridiana, infatti, può essere personalizzata come meglio si crede, general2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 D L M M G V S D L M M G V S D 17:17 mente incidendo un motto che invita a riflettere sul lento trascorrere del tempo, sui valori della vita e sulla piccolezza dell’uomo di fronte al mistero della morte. I quadranti solari verticali sono generalmente più comuni, soprattutto nei paesi montani, ma un tempo le meridiane orizzontali caratterizzavano giardini rinascimentali e parchi inglesi. Per le meridiane orizzontali i calcoli da eseguire variano in funzione della latitudine, mentre per quelle verticali i calcoli variano soprattutto in funzione dell’esposizione al sole della parete. Sui quadranti solari si riscontrano principalmente tre tipi di ore diverse: le ore babilonesi, molto rare, in cui il giorno inizia e finisce con il sorgere del sole ed il numero su cui cade l’ombra indica il numero di ore trascorse dal sorgere del sole; le ore italiche, nelle quali il punto di riferimento è il tramonto del sole, il giorno è suddiviso in 24 ore (in tal caso se una meridiana indica le 21 significa che mancano 3 ore al termine della giornata), e le ore francesi, nelle quali giorno è ancora diviso in 24 ore ma l’inizio e il termine della giornata coincidono con la mezzanotte. Quest’ultimo sistema di misura è quello attualmente in vigore: se Pagina 71 2012 6-07-2011 3 LUGLIO 07 LUGLIO 2012:Layout 1 71 l’ombra dello gnomone segna le 11 significa che sono passate 11 ore dalla mezzanotte. Le linee orarie sono sempre delle linee rette, qualunque sia il modo di misurare il tempo, mentre quelle che segnano le date o i segni zodiacali (linee diurne) sono linee curve, ad eccezione della retta degli equinozi. 4 L’indicatore dell’ora è lo stilo, o gnomone, che viene detto polare quando è parallelo all’asse di rotazione terrestre e l’ora è indicata da tutta l’ombra dello stilo, oppure può essere perpendicolare al muro, in tal caso l’ora è indicata solo dalla punta dell’ombra. Per i francesi del XVII secolo i costruttori di orologi solari si chiamavano “cadraniers” ed il termine “quadrante” riferito al quadrante solare è rimasto inalterato nel lessico francese con l’espressione di “cadran solare”; per gli italiani erano gli gnomonisti. Serena Maccari (CAI Pinasca) 027. Un quadrante solare con ore italiche e ore babilonesi, gnomone perpendicolare al muro e linea equinoziale. Il motto, scritto in occitano, recita “avena corta, raccoglitore per cereali pieno” 028. Un quadrante solare moderno con motto in francese 029. Un quadrante solare con gnomone polare 030. Una meridiana, con la clasica curca ad 8 detta lemniscata 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 L M M G V S D L M M G V S D L M