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LA CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
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Chaouqui
Francesca
la calabrese Commissaria del Papa che decide sui Santi
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
robabilmente anche i suoi genitori avevano fatto voto
a San Francesco di Paola, come - a detta sua - si usa
dalle nostre parti, affinchè nascesse maschio. Ma
Francesca Immacolata Chaouqui è nata fimmina. E qui in
Calabria i fimmini 'ndannu u si stannu citti. Così scriveva
sul Corriere della Sera dopo l'omicidio di Fabiana Luzzi
avvenuto a Catanzaro nel maggio 2013 per mano del fidanzatino, dipingendo una Calabria troglodita.
È andata via dal suo paesino di 2000 abitanti, vicino a
Corigliano, dove l'unico bar funge da "severo e insindacabile tribunale di chi vale e chi non vale, di chi conta e chi no",
dove uomini e donne fanno parte di "due mondi paralleli
che non si trovano mai", dove "il piacere e la libertà sono
cose da maschi". È andata via perchè stanca di quelle casette arroccate costruite nel dopoguerra e rimaste tali e quali
da allora, perchè qui da noi solo i carabinieri possono aiutarti e proteggerti - come scriveva in un pezzo su Luigi
Preiti, l'attentatore di Palazzo Chigi originario di Rosarno.
Ha detto addio alla Calabria Francesca Immacolata - dove
"nonostante tutto" c'è un pezzo del suo cuore - perchè
sognava un mondo raffinato per raffinato senza odore di
camini d'inverno, senza il puzzo pungente dell'aglio che ti
assale non appena metti il naso dentro casa. Meglio l'odor
d'incenso. Quello almeno purifica. Citta citta è riuscita a
diventare membro della Commissione dei saggi scelta da
Papa Francesco. "Da cristiana e italiana è per me un grandissimo onore avere l'opportunità di aiutare il Santo Padre"
aveva dichiarato tutta preijata dopo la nomina. Unica
donna su otto membri, unica italiana e la più giovane,
appena 30 anni.
Ma presto i rapporti tra Francesco e Francesca iniziano a
incrinarsi. Nel febbraio 2014 in occasione della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II diede una festa
sulla terrazza della Prefettura degli Affari Economici. C'era
la creme de la creme della Roma bene a quella festa con
vista mozzafiato su Piazza San Pietro, e la Chaouqui, da
brava calabrese ospitale, aveva fatto gli onori di casa. 18
mila euro costò quel buffet mondano mentre, sotto, fedeli
stretti come sardine con le loro storie, le bandiere, la commozione stavano a guardare. Per Papa Francesco quel ricevimento fu uno scandalo, il simbolo di tutto ciò che sin dal
suo "insediamento" aveva cercato di combattere.
La settimana scorsa Francesca Immacolata è stata arrestata insieme a Monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda per sottrazione e diffusione di notizie riservate, reato che la legge
vaticana punisce con una pena fino a 8 anni. Ma lei tiene a
precisare al Corriere della Sera che non è stata arrestata ma
si è presentata spontaneamente. E i gendarmi sono stati dei
gentiluomini, mica come i maschi buzzurri di Calabria!
"Com-ple-ta-men-te estranea ai fatti" si è dichiarata. Nel
frattempo salta fuori una nuova indagine sulla Chaouqui e
sul marito che li vedrebbe coinvolti in un giro di estorsioni
per la gestione delle pratiche su canonizzazioni e beatificazioni. A quanto pare bisogna pagare tangenti anche per
diventare Santi.
"Citta e muta" le dicevano in Calabria ma lei non è riuscita a soffocare la sua indole da comare figurando tra gli
"autori" di una spy story che ha come sfondo il Vaticano.
Oggi, come le hanno insegnato al bar del suo paesino, decide chi conta e chi no. Addirittura tra i Santi.
P
RIVIERA
ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
Il valore indiziante
delle intercettazioni
e considerazioni che seguono
sono tratte dalla sentenza dell’operazione “Bellezza”, e
riguardano il valore indiziante che assumono le intercettazioni in particolare relative a
soggetti – conversanti indagati per reati in materia di sostanze stupefacenti. “Con precipuo riferimento alle
comunicazioni che si ritengono afferenti a
vicende di narcotraffico, che la determinazione dell’oggetto dei traffici è resa certa
sia dal tenore criptico-allusivo delle conversazioni (si pensi al reiterato ricorso a
forme di comunicazione intenzionalmente ellittiche ed involute, finalizzato a disorientare l’ascoltatore occulto ed a precludergli la comprensione del reale oggetto
dei dialoghi, al riferimento a “quelle
cose”, al “motorino”, agli “appartamenti”,
ovvero ai “documenti” che, stanno ad
indicare, secondo l’accusa, il prezzo da
corrispondere e non la sostanza stupefacente, ovvero ancora all’utilizzo di nomi,
non coincidenti con quelli reali dei soggetti cui sono riferiti), dalla loro contestualizzazione nel più vasto panorama investigativo (si pensi alla diffusione del sistema di
trasporto “a staffetta”, che, nella prospettiva dei malviventi, avrebbe dovuto garantire migliori condizioni di sicurezza per la
presenza di un veicolo “pulito” che, precedendo quello a bordo del quale veniva trasportata la droga, era in grado di segnalare in anticipo l’eventuale presenza in zona
delle forze dell’ordine) che dal sequestro
di sostanza stupefacente, nonché, e
soprattutto, dalle più esplicite indicazioni
tratte dalle intercettazioni ambientali.
I dati tratti dall’esperienza giudiziaria
inducono, invero, a ritenere che siffatta
tipologia di cautele costituisce, di regola,
una necessità per i protagonisti delle organizzazioni criminali operanti nel settore
del narcotraffico i quali, avendo necessità
di gestire i propri traffici in modo proficuo
e non potendo fare a meno del ricorso al
rapido ed agile strumento di comunicazione telefonico, sono costretti ad adottare gli opportuni accorgimenti allo scopo di
eludere la fruttuosità di eventuali controlli.
Come sopra anticipato, un primo espediente finalizzato ad impedire l’identificazione degli interlocutori e delle persone
cui gli stessi fanno riferimento consiste nel
fatto che i colloquianti di regola evitano di
chiamarsi per nome, né indicano il nome
dei terzi cui vogliono fare riferimento, ed
usano spesso pseudonimi. Spesso la cautela utilizzata dai conversanti è maggiormente incentrata sull’obiettivo di impedire la comprensione agli estranei del reale
significato dei dialoghi, e passa, pertanto,
attraverso l’uso evidente di un linguaggio
“criptico” ed “allusivo”, giovandosi anche
del frequente ricorso a termini od espressioni del tutto avulsi rispetto al contesto
del discorso, oltre che estranei rispetto
all’attività dei conversanti, e che, comunque, danno contezza della comunanza del
gergo tra soggetti che sono inseriti in un
medesimo contesto criminale.
Il diffuso ricorso ad un linguaggio convenzionale è elemento sintomatico, oltre
che dell’illiceità dei traffici gestiti, dell’esistenza di una sottostante struttura organizzativa, che si regge sul concordato
rispetto di un determinato codice comportamentale, comprensivo anche delle
descritte regole di comunicazione, la cui
decriptazione è stata facilitata dal fatto
che alle intercettazioni telefoniche é stata
affiancata una intelligente attività di captazione ambientale, che ha consentito di
cogliere a pieno ed in maniera inequivoca
il coinvolgimento negli illeciti commerci
degli indagati i quali, evidentemente, ritenevano, parlando di persona, di essere al
riparo da interferenze, per contro, esistenti; la determinazione dell’oggetto dei traffici in sostanza stupefacente, segnatamente del tipo eroina, cocaina e cannabis, è,
quindi, avvenuta grazie alla combinazione
degli elementi di prova complessivamente
acquisiti”.
L
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Siderno-Locri: divisi nel tifo
ma uniti per il nostro territorio
MancaappenaunasettimanaallostoricoderbySiderno-Locri.Grazie all’impegno
del consigliere e tifoso Gianluca Leonardo, l’Amministrazione Comunale si sta attrezzando
per rendere ancora più memorabile una partita che sarà ricordata per decenni.
Durante il
derby
saranno
ricordati
i quattro
angeli di
Siderno
«Non sarà una semplice partita, ma LA
partita!»
Non riesce a trattenere l’entusiasmo il
consigliere
comunale
Gianluca
Leonardo,
presidente
della
Commissione Sport del Comune di
Siderno e figlio dello storico presidente
del Siderno Calcio Enzo Leonardo.
L’avvicinarsi del 15 novembre, data in cui
Siderno e Locri si scontreranno in un
derby storico fa fremere tutti i tifosi dei
due paesi, ancora più eccitati dal fatto
che le due squadre non erano in sfida
diretta da decenni e si contendono, oggi,
il vertice della classifica di campionato
Promozione.
«Non posso non invidiare i giocatori che
disputeranno la partita, che potrebbero
entrare nella storia se segnassero il gol
partita.
«Certo, l’entusiasmo per l’avvicinarsi dell’evento non ci fa dimenticare la sicurezza. Le antiche frizioni tra le due tifoserie
hanno spinto il Comune ad attrezzarsi
per prevenire qualunque problema.
Stiamo predisponendo, con alle forze
dell’ordine, le misure di sicurezza necessarie a far fronte a eventuali quanto non
augurati disordini e abbiamo stabilito
persino di creare una doppia biglietteria,
dedicata ognuna a una tifoseria, onde
evitare che il pubblico si incontri ancora
prima dell’inizio del match.
«Durante questa la settimana verrà alle-
stito un punto di rivendita dei biglietti in
piazza Portosalvo e ci sarà persino la possibilità di acquistare merchandising della
squadra. Siamo certi che tutti i tifosi
saranno contenti e a maggior ragione lo
saranno quei “romantici” del pallone
come Pepè Tavernese, Nino De
Girolamo, Mimmo Cannatello e i fratelli Diano (e lo sarebbe stato anche il compianto Pippo Galeano) non appena il
Comune annuncerà un’importantissima
iniziativa che riguarderà il nostro stadio.
«Non si ferma, infatti, la nostra intenzione di migliorare le strutture sportive presenti nel nostro comune. Manca sempre
meno, all’inizio dei lavori per la copertura delle gradinate e per il campo di Mirto.
«Al campanilismo sportivo, che invitiamo i tifosi a esercitare nell’ambito della
correttezza e a far cessare allo scoccare
del 90esimo minuto anche nel rispetto
dei quattro angeli di Siderno che verranno commemorati prima della partita in
occasione dell’anniversario della loro
prematura scomparsa, fa comunque da
contraltare una grande voglia di collaborazione e compartecipazione da parte
delle amministrazioni di Locri e Siderno,
consapevoli che solo attraverso la comunione di intenti anche con il resto dei
comuni del comprensorio, contribuiremo a far crescere tutto il nostro territorio».
Jacopo Giuca
A Totò Delfino che venerdì scorso avrebbe compito 80 anni
“Mipiaceimmaginartia
cavalcionidiunasino”
A Totò Delfino che visse in
simbiosi con l'Aspromonte
e che oggi avrebbe compiuto ottant'anni, voglio
dedicare queste righe
per ribadirgli ancora una
volta tutta la mia ammirazione e il mio affetto.
Non so perché, forse perché l'ultima volta che c'incontrammo parlammo anche di lui,
o perché nel suo ultimo libro "Il raglio dell'asino"
la dedica per me fu "a Mario Nirta con un raglio
prolungato", mi piace adesso vedere Totò girovagare a cavalcioni di quell'asino che signoreggiava
nel poster del suo studio, tra una nuvola e l'altra
alla ricerca di uno spiraglio per intravedere quel
suo adorato Aspromonte che conosceva palmo a
palmo.
Ricordo con immutato affetto Totò Defino. E lo
leggo e rileggo in continuazione, quasi a sentire
ancora più forte la sensazione che non sia mai
morto. Per questo non ho voluto vederlo nella
bara. Purtroppo, gli ultimi ricordi che ho di lui
vivo sono struggenti ... eravamo nella cucina di
casa sua vicino al caminetto e lui passeggiava parlando di altre sue opere che aveva in cantiere.
Fose sapeva che stava per morire e non voleva
lasciarlo trapelare. Ed anch'io sapevo che se ne
stava andando e fingevo di non saperlo. Poi m'invitò ad andare in salotto perché sulla sedia non ce
la faceva a sedersi: ormai era quasi ridotto pelle
ed ossa. Una volta seduti ricominciò a fare progetti. Tornò brillante com'era sempre e dimenticammo entrambi per un po' di tempo la sua tragedia. Ma evidentemente non eravamo bravi
attori né lui e tanto meno io perchè quando ci
salutammo non riuscì ad accompagnarmi alla
porta - come faceva sempre - ed io riuscii a stento a trattenere un singulto. Tanti episodi ritornano: un pranzo ad Antonimina condito da aneddoti continui e da allegri episodi; la sua contentezza
per un mio pezzo per "La Riviera" sul suo "La
nave della ndrangheta" che dovrebbe essere un
classico obbligatorio nelle nostre scuole insieme
ad "Amo l'Aspromonte"; e le sue visite a casa mia
quando con un aperitivo in una mano e l'altra a
palma aperta indirizzata verso di noi per indurci
a tacere, riusciva a parlare per mezz'ora senza
berne nemmeno una goccia. Sono orgoglioso d'aver goduto della sua amicizia e del suo insegnamento. Ma mi vergogno, come calabrese, nel constatare che nessuno fra i "detentori" della cultura
abbia fatto niente per divulgare la sua opera che
è un vero patrimonio da conservare. C'è tutta la
storia del nostro mondo nei suoi libri e nei suoi
articoli. Ed è anche possibile, pur se non lo credo,
che possano esistere da noi scrittori più bravi di
lui, Ma non si può capire la Calabria nei suoi più
intimi recessi se non si legge Totò Delfino.
Quando Totò se ne andò, scrissi un articolo per
"La Riviera" dicendo che la cultura calabrese per
come l'aveva trattato, non lo meritava. A distanza
di qualche anno non ho motivo di ricredermi,
purtroppo. Ma importa poco perché sin quando
ci sarà ancora su questa terra uno di noi suoi
amici, lui resterà vivo ed accattivante come lo è
sempre stato. E come ad cristallino ruscello
d'Aspromonte continueremo ad abbeverarci alla
sua fonte. "All'ennesima distribuzione, Rocco
arrivò in ritardo ..." E' l'inizio di "Rocco in frac"
una delle novelle più belle della letteratura non
solo nostra, ma mondiale. Ciao Totò, ti voglio
bene.
Mario Nirta
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Gobetti, 80 ci sarbile Festa
un’indimentica
di San Martino
ConSciancaVinil'eccellenza
calabresesbarcaall'Expo
mondo del vino calabrese ha voglia di fare ed è stanco di attendere. Ha tutte
le carte in regola per farlo. Scianca Vini entra a pieno titolo in questo mondo
di eccellenze e a confermarlo è stato il grande successo riscosso all'Expo di
Milano. Nella settimana tra il 19 e il 25 ottobre, all'interno del padiglione
COPAGRI (Confederazione Produttori Agricoli), l'azienda calabrese ha proposto i suoi vini migliori, tutti ricavati dalle uve prodotte sugli altipiani baciati
e avvolti dal cocente sole del Sud. C'era il Rosso e il Rosato Gaglioppo di Cirò insieme
al Bianco Insolia di Sicilia, esposti per un'intera settimana insieme ad altri prodotti tipici della nostra terra, qualo l'olio, i salumi e i formaggi. Nel weekend, invece, i numerosissimi visitatori, accompagnati da esperti, hanno preso parte a una degustazione attraverso il mondo del vitivinicolo della Calabria, in un viaggio che ha una storia millenaria, tra qualità sempre crescente e nuove prospettive di mercato.
La Calabria del vino ha bisogno di proseguire su una strada che negli anni ha saputo
Il
spianarsi puntando sull'innovazione ma senza mai tradire la tradizione: è andata incontro alle tendenze di gusto del consumatore senza rinunciare alla propria identità originaria, un'identità certa, riconducibile ai nostri migliori vigneti. Questa è anche la storia
di Scianca Vini, un posto per veri intenditori grazie alla passione e alla professionalità
di Marco tramandata dal padre. Oggi quella passione e quella professionalità, grazie
alla partecipazione all'Expo, è conosciuta da tutto il mondo.
Rientrato da Milano, Marco è già all'opera per organizzare un'indimenticabile Festa di
San Martino. In Via Piero Gobetti a Marina di Gioiosa, l'11 novembre a partire dalle
20:30 sarà possibile gustare, abbinati ai suoi straordinari vini, bruschette, zeppole, fagiolata, polenta, caldarroste e tanti altri prodotti tipici. Adesso che anche il mondo lo sa
che da Scianca Vini trovi la qualità, non puoi assolutamente mancà!
Marina di Gioiosa Ionica (RC)
Via dei Giardini 72/76
Attualità
Brancaleone
Bova Marina
Statale106
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K
34,4
Staiti
Bova Marina
Se oltre un secolo fa Giustino Fortunato definiva la Calabria “uno
sfasciume pendulo sul mare”, oggi si ritrarrebbe inorridito dovendo
constatare quanto la situazione sia peggiorata rispetto ad allora. Non per
colpa della Natura ma degli uomini.
Passata è
la tempesta
ILARIO AMMENDOLIA
olo il sole splendente che abbiamo avuto negli
ultimi giorni ci predispone alla festa. I danni
sono sotto gli occhi di tutti: la 106 interrotta,
la ferrovia spazzata via, le strade interessate a
frane e smottamenti, il mare che si addentra
sempre più nella terra ferma, abitazioni in pericolo,
acquedotti divelti, torrenti esondati, raccolti compromessi, il pascolo brado provato.
Per puro “miracolo” non ci sono stati i morti come nel
1951, anche se ci siamo andati molto vicino.
Non è stato un’alluvione ma solo una pioggia decisamente sostenuta, eppure ormai basta poco per mettere questa terra in ginocchio.
Se oltre un secolo fa Giustino Fortunato definiva la
Calabria “uno sfasciume pendulo sul mare”, oggi si
ritrarrebbe inorridito dovendo constatare quanto la
situazione sia peggiorata rispetto ad allora. Non per
colpa della Natura ma degli uomini.
Sul banco degli accusati c’è lo Stato centrale e soprattutto la Regione Calabria.
Ci siamo anche noi calabresi per aver scarsamente
vigilato su quanto ci appartiene e per lo scarso amore
verso tutto ciò che ci circonda. Per i nostri ritardi culturali e per le nostre scellerate scelte politiche e amministrative. Per avere “rottamato” con il nostro qualunquismo, con il nostro ripetere “sono tutti uguali” la
Politica, a vantaggio di politicanti senza spessore alcuno.
Nell’alluvione del 1951, v’è stata un’intensa commozione della comunità nazionale per i morti e per le
popolazioni colpite ma le scelte politiche furono
discutibili. Infatti si è dato il via alla irresponsabile
politica dell’abbandono delle colline e delle montagne. Interi centri abitati furono trasferiti al mare causando il duplice danno delle Marine devastate dall’uso irresponsabile del cemento e delle zone interne
completamente abbandonate. Oggi, sono crollate le
antiche opere che i vecchi contadini avevano costruito. Sono scomparsi i muri a secco (armaciere), le vie
di uscita dell’acqua, le piantagioni di acacie sui terreni scivolosi, compromesso ciò che rimaneva del bosco.
Gli incendi causati dall’abbandono delle campagne
hanno completato l’opera… A ciò bisognerebbe
aggiungere che la Provincia non ha alcuna cura dei
torrenti. Si forma così una rovinosa miscela che causa
danni sempre più seri dopo ogni pioggia.
Nel 1973, il territorio flagellato da tre giorni di acqua
a catenelle ha reagito. Le manifestazioni di calabresi
a Reggio, a Catanzaro e soprattutto a Roma restano
una bella pagina di storia. Dopo solo poco tempo si è
dovuto prendere atto che una “Terra - come dicevano
gli striscioni di allora - che non voleva morire” è stata
uccisa dalla malapolitica e dalla malaburocrazia.
Inizialmente sono state strappate alcune conquiste
molto serie, primo fra tutti un ruolo nuovo e “rivoluzionario” che avrebbero dovuto avere gli operai forestali nella gestione del suolo. L’illusione durò poco!
Infatti a distanza di qualche anno, con la complicità
dei governi regionali, dei sindacati e di molte forze
politiche, la forestazione divenne un’immensa mammella clientelare di nessun beneficio al suolo calabrese e alla Calabria ma diretta a mantenere caste politiche e burocratiche e mafie di varia natura ed entità.
Da allora il territorio è sempre più fragile e la pubblica amministrazione sempre più lenta, corrotta e incapace. Si pensi che nel 2000 per riparare il ponte sul
Precariti, sulla statale 106, ci sono voluti circa cinque
anni. I genieri della prima guerra mondiale, cento
anni fa, lo avrebbero realizzato in una qualche notte.
Quanto ce ne vorrà per il ponte sull’Allaro?
Senza un’adeguata mobilitazione e vigilanza popolare i tempi tenderanno a essere gli stessi e per la
Locride sarebbe una rovina!
Non so come si muoverà il governo regionale di oggi,
né come si muoveranno i sindaci dei comprensori e le
forze politiche che rimangono sul territorio.
Di una cosa sono certo: non bisogna andare con il
cappello in mano a chiedere elemosine. Questa logica infame ha barattato l’interesse del territorio con il
finanziamento della piccola opera pubblica di un singolo paese con l’amministrazione comunale politicamente o burocraticamente ammanicata.
Noi non abbiamo bisogno di elemosine ma che ci
venga esposto pubblicamente un PROGETTO strategico trasparente e, su questo, confrontarsi coinvolgendo le popolazioni interessate.
Occorre una vista lunga e una seria programmazione
delle risorse senza cui ogni intervento sarà vano.
Occorre rimettere al centro l’uomo e il suo habitat e
non le esigenze clientelari di qualche ras del momento.
Ne saremo capaci ? “Dio” lo voglia!
S
La tempesta
Ardore
ina
Antonim
Platì
L’INTERVISTA A SALVATORE SIVIGLIA
Siderno
ia
Grotter
“Una piovosità
eccezionale che
non si registrava
da 15 anni”
Bivongi
Caulonia
“
unedì scorso, quando il peggio era ormai passato, abbiamo incontrato l’ingegnere
Salvatore Siviglia, Segretario Generale
dell’Autorità di Bacino della Calabria, per
fare luce con occhio tecnico a quanto accaduto. Ingegnere Siviglia, si è trattato di un evento straordinario o di una semplice raffica di pioggia intensa?
Quella dello scorso weekend è stata una piovosità
L
o
Bruzzan
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
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Caraffa del Bianco
Bruzzano
Unità di crisi
Ferruzzano
E adesso che il peggio è passato ci si accomoda sulle panchine e
si ricollegano a piacere le responsabilità con i legittimi presunti
proprietari. Si piange. Il giorno dopo, la vita continua, e fare
finta di niente è la scorciatoia.
a dei Santi
Ing. Siviglia a Caulonia
Noi, gente dai
facili piagnistei e
dai facili orgasmi
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
Benestare
Samo
È
Bovalino
eccezionale. Si sono registrati picchi di pioggia di
oltre 500 mm, un dato che non si verificava da 15
anni. I bacini idrografici non erano nelle condizioni
di reggere tutta questa acqua e sono andati in crisi.
L’acqua arrivata a valle si è concentrata in tempi rapidi. I bacini idrografici della Locride sono piccoli e il
tempo di corrivazione, ovvero il tempo che la goccia
d’acqua caduta in montagna impiega per raggiungere il mare, è abbastanza esteso (4-5 ore). Si
sono, però, registrate
due ondate di pioggia
eccezionali, pertanto
non c’è stato il tempo
di smaltire l’acqua e
le fiumare si sono
gonfiate. Rispetto a
quanto ci si aspettava
dopo questa notevole
piovosità, i danni
sono minori.
Dove si sono registrate le maggiori
criticità?
Tra i punti di maggiore criticità c’è stato senz’altro il
torrente Bruzzano che ha provocato l’interruzione
della 106 e della linea ferroviaria. Questo perché il
torrente presenta una restrizione a valle, l’acqua non
è riuscita a defluire e ha invaso lateralmente gli argini. Altro danno si è registrato a Caulonia dove una
pila del ponte si è abbassata per effetto dello sgretolamento. Danni anche sul lungomare di Siderno che
ha preso il secondo schiaffo dopo quello dello scorso
anno e che pertanto non aveva le difese immunitarie
per reggere il colpo. Ci sono poi centinaia di piccoli
disagi, come le colate di fango che interrompono i
collegamenti tra paesi, che hanno interessato un po’
tutto il reticolo stradale del territorio, in particolare la
vallata di Platì, Careri, San Luca, Benestare e altri.
Oltre che nella Locride, in questi giorni la situazione
è stata allarmante anche a Gioia Tauro a causa del
torrente Budello, un corso d’acqua che ormai esonda da 10 anni e su cui abbiamo previsto un intervento di messa in sicurezza; purtroppo i tempi di realizzazione sono estremamente lunghi. A dare segni di
pericolo anche lo Sfallassà di Bagnara e le fiumare di
Catona e Gallico che si sono gonfiate in modo vistoso.
Come intende procedere l’Autorità di Bacino?
La Regione ha già strutturato dei piani finanziari per
la messa in sicurezza del territorio. Negli ultimi 5 anni
abbiamo messo in campo un piano finanziario di
quasi 500 milioni di euro (172 milioni di euro nel
2009 e 220 milioni nel 2010). Mentre quest’anno
abbiamo strutturato un nuovo piano per la messa in
sicurezza che prevede proposte progettuali per un
miliardo e 300 milioni che interesseranno anche la
Locride. Per Siderno abbiamo predisposto un progetto, subito dopo la terribile mareggiata, per la sicurezza delle coste, pari a 4 milioni e mezzo, approvato
lo scorso anno e in corso di finanziamento da parte
del ministero. È chiaro che se avessimo avviato gli
interventi previsti in quel progetto, i danni oggi sarebbero stati nettamente inferiori.
Cosa poteva essere evitato?
Ci sono disagi legati al reticolo idrografico minore:
piccoli torrentelli utilizzati a mo’ di strade comunali
o, peggio ancora, intubati e per i quali non si fa
manutenzione ordinaria. Ciò comporta che alle
prime piogge l’acqua provoca i disagi che sono sotto
gli occhi di tutti. A Siderno ci sono torrenti intubati
ma sono abbastanza grandi per questo hanno retto
bene. In generale c’è una cattiva organizzazione dell’assetto urbanistico del territorio perché lì dove fluivano piccoli corsi d’acqua oggi sorgono strade e case
a cui si accede direttamente da quei corsi d’acqua.
Questo ragionamento non vale solo per la Locride e
solo per la Calabria ma per tutta Italia, sebbene il
meridione per quanto riguarda l’abusivismo edilizio
detenga il primato.
Quali le colpe di quello che puntualmente, in queste
occasioni, viene indicato come governo ladro?
A livello nazionale prima del 2000 non c’era una
norma che regolava le costruzioni in alvei e quindi
sono state realizzate nuove costruzioni in maniera
disseminata. Non c’erano leggi secondo cui gli amministratori avrebbero dovuto negare permessi. Nel
2001 entrano poi in vigore le norme PAI. Quello che
era stato realizzato prima di quella data non poteva
essere di certo demolito. Il Tevere esonda mediamente ogni 50 anni, l’Arno è esondato nel ‘54, nel ‘72
e lo scorso anno; sono dati prevedibili ma non per
questo demoliamo tutta Firenze o tutta Roma. Ci si
lecca le ferite quanto si presentano i danni, stesso
ragionamento che facciamo noi.
Maria Giovanna Cogliandro
Statale106
Km
Prefettura
105,6
Monasterace
arrivata spavalda la tempesta
entrando zoppin zoppetta nella
notte di Ognissanti. Con altrettanta
spocchia se ne è andata, rinfoderandosi nella giacca e tirandosi su il
colletto. Insieme ai ponti, alle strade, alla
ferrovia anche la nostra coscienza miserabile si è sbriciolata sotto la furia dell’acqua
mentre, da sotto la melma, risalivano in
superficie gli indici accusatori.
“Echar el muerto al otro” (passare il morto
all’altro), un detto tipico spagnolo che risale al Medioevo: quando all’interno di un
feudo veniva ritrovato un morto, non per
cause naturali, gli abitanti dovevano pagare
una tassa al signore del feudo per aver ucciso uno dei suoi lavoratori. Così, quando
avveniva il triste ritrovamento, ci si metteva
d’accordo per liberarsi del morto: lo si caricava su un mulo e via al feudo più vicino.
Con elementare furbizia si evitava il pagamento del tributo al signore. La stessa elementare furbizia che siamo soliti riproporre
a noi stessi una volta scampata una tragedia, quando la luce del mattino ci investe e
il caffelatte fumante annebbia le immagini
che scorrono in tv e che vogliono farcela
inzuppare insieme ai biscotti, quella tragedia.
È colpa dei politici, del governo ladro, della
natura matrigna, del destino… Chiacchiere
ben lubrificate, da domatori di tarli. Perché
la si sgrava così la coscienza, puntando il
dito sull’altro, sollevandosi dall’obbligo di
dover capire le proprie colpe. Ci si accomoda sulle panchine e si inizia a dissecare il
passato, a ricollegare a piacere le responsabilità con i legittimi presunti proprietari.
Si piange.
Il giorno dopo, la vita continua, e fare finta
di niente è la scorciatoia. Perché quando
trascorre molto tempo tra uno “sparo” e
l’altro, si viene tratti in salvo dalla distrazione, si torna a sonnecchiare fino al prossimo
BANG! cui farà seguito il solito girotondo
di indici storti.
Si ripiange.
Gente dai facili piagnistei che con altrettanta facilità raggiunge l’orgasmo quando,
finalmente, per una volta, si è deciso di
costruire e investire nella propria terra. Lo
sviluppo fa gola, anche quello senza regole,
quindi non vorremo mica fare i puntigliosi!
Gente che raggiunge il piacere quando si
vede premiata con un permesso a costruire
che, finalmente, dà il via alla sua nuova casa
al mare. Ci si sente pervasi da una vaga e
inquietante soddisfazione all’altezza dello
stomaco per il traguardo appena raggiunto.
Il corpo sogghigna fiero per la fetida e
ammorbante delizia dello spirito che va ad
accoccolarsi tra le costole.
E se un giorno dalla terrazza della casa al
mare il “premiato” avvertisse il fischio
sdentato dello scirocco mentre le onde d’argento torbido andranno a bussare al suo
ridicolo portone blindato, magari potrà
consolarsi con quella blanda formula che gli
antichi egizi incidevano sul dorso di uno
scarabeo poi avvolto tra le bende della
mummia: “Oh cuore mio, non alzarti a
testimoniare contro di me!”.
Monasterace
POLITICA
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
08
SICURAMENTE ILTRATTO DI STRADA CHE
COLLEGA BRANCALEONE A
FERRUZZANO, RESTERÀ NELLA MEMORIA FOTOGRAFICA DI QUESTOTRAGICO
EVENTO. RIPROPONIAMO GLI SCATTI DI
DOMENICO SCOPELLITI, SUBITO DOPO E
DOPO 4 GIORNI.
N
Disastro idrogeologico:Forza brutale di
madre natura o incompetenza degli Enti
per la prevenzione e tutela del territorio ?
Cosa augurare a tutti i nostri conterranei che
in queste ore vivono e vedono con terrore la
loro terra calabra martoriata, flagellata e violentata dalle intemperie? Auguriamo prima
di tutto tanta Forza e Coraggio!
Ma oggettivamente cerchiamo di aggiungere delle analisi che vengono da lontano:
“cari cittadini non scandalizzatevi in questi
momenti di sconforto; purtroppo l’inferno che
è in atto sulla costa Jonica, la mia terra, la
vostra terra, più che un dispetto di madre natura è forse un palese suo segno per farvi ben
riflettere che questa terra, purtroppo da tempo,
è amministrata negli enti pubblici a livello
regionale, provinciale, comunale, da gente
spesso incompetente per quanto concerne la
tutela e la salvaguardia del territorio”.
Gente che amaramente il più delle volte è di
sola rappresentanza nelle istituzioni e gli enti
nei quali vi è a capo; che viene adagiata volutamente sui troni del potere territoriale per il
solo e puro meccanismo di una forma evoluta di “clientelismo” dove regna la devozione
e la sudditanza verso una intera “gens” in
cambio di svariati favori; .... e poco importa
dei problemi reali e della tutela del territorio
e dei servizi. Sistema piaga per questa terra
purtroppo.
Il “patronus” pone a proprio piacimento
l’uso del bene pubblico come fosse un oggetto di proprietà. Lo pone a uso soggettivo,
ignorandone funzionalità, benessere e salvaguardia. Ne ignora la sicurezza dei cittadini
stessi, coloro i quali, caduti nel pozzo dell’inganno e del baratto, hanno concordato erroneamente quali fossero i garanti dei loro
diritti e della salvaguardia della loro terra,
delle loro case, delle strade e delle ferrovie e
quanto altro sul territorio. Ad oggi tutto semi
svanito in un baleno in tutta la provincia del
reggino, dopo appena 24h di pioggia ininterrotta. Torrenti e fiumare senza argini né
imbrigliature, senza pulizia dei loro letti che
da anni rimanevano visivamente pieni di
detriti, rifiuti, macerie. Abusi edilizi a go-go
sul suolo pubblico. Opere di sicurezza e muri
di sostegno costruiti con il cemento allo zucchero, (perché è sempre una “dolce” convenienza) ed appena a contatto con forti
mareggiate o flussi alluvionali si sgretolano
come castelli di sabbia, creando l’inferno.
Tutto ciò è solo colpa della ingovernabile
forza di Madre Natura, o quanto ci mette
l’uomo di suo ad ignorarla e non creare le
condizioni adatte per saperla governare?
Faremmo un questionario a tabula rasa a
tutti i protagonisti amministrativi di Comuni,
Enti ed Istituzioni di settore per la tutela del
territorio della costa Jonica chiedendo quanti di essi conoscano il significato di: “Dissesto
idrogeologico, messa in sicurezza, rischio specifico, vulnerabilità, consumo del suolo,
cementificazione, deforestazione”? Quanti di
essi conoscono Art. 3 comma 2 e 3 della legge
n.225 del 1992 ....sulla Previsione e
Prevenzione per la tutela e la difesa del
Territorio ?.... Si, le regole basilari e i concetti
essenziali per tutelare quel territorio oggi flagellato, che i pochi eccelsi eletti amministrano indegnamente, visto gli attuali risultati
fisici e morali.
Quanti di essi si ponevano il problema del
dissesto idrogeologico prima di questo disastro? Cosa hanno fatto per evitarlo? C’è mai
stato una analisi accurata e uno studio scientifico approfondito per analizzare ed attenuare il rischio di tutto ciò che è successo?
NO ciò è evidente!!
Gli allarmi e i segni erano palesi da tempo.
Persino i midia ne parlavano puntualmente;
il giornalista Riccardo Iacona con il programma di inchiesta Presa Diretta fece un
servizio apposito mesi fa sul possibile dissesto idrogeologico in Calabria. Geologi grida-
vano da tempo l’allarme. Ma in ogni grado e
ordine di istituzione han fatto tutti orecchie
da mercante. La risposta è stata solo indifferenza e silenzio. Oggi udiamo solo il rumore
del disintegrarsi di muri, ponti, strade, ferrovie. Uno scenario da terzo mondo.
La risposta è oggi sotto gli occhi di tutti, è
umilmente c’è poco da recriminare, perché il
popolo non si rende conto che il male di
tutto ciò lo ha procurato egli stesso mandando al potere gente non idonea ad amministrare il territorio. Gente interessata a cose
meno importanti che garantire la funzionalità e la sicurezza del territorio e dei cittadini.
Gente disinteressata al benessere e alla tutela della comunità. Gente che non sa dove
mettere le mani dal punto di vista tecnico,
intervenendo a dovere con i mezzi opportuni di tutela oggi all’avanguardia.
Eppure i mezzi e i meccanismi di ogni genere per prevenire il peggio ci stanno, da metodi classici a metodi tecnologici avanzatissimi,
ma quanti ne sono a conoscenza? Quanti
hanno avviato studi e ricerche per evitare il
peggio visto gli allarmi lanciati da anni ?
Il rischio totale relativo al dissesto idrogeologico viene espresso dalla seguente relazione,
secondo D.J. Varnes:
Rt: Rischio totale, cioè il numero aspettato di
danni relativi ad un evento catastrofico in
termini di vite umane, persone ferite, danni
alle proprietà ed alle attività economiche;
E: Elementi a rischio, cioè la popolazione, le
proprietà e le attività economiche potenzialmente in pericolo con riferimento a un dato
fenomeno catastrofico;
Rs: Rischio specifico, che rappresenta il
grado atteso di perdite legato ad un particolare fenomeno, espresso dal prodotto di H
per V;
H: Pericolosità naturale, cioè la probabilità
che un dato evento possa verificarsi in una
data area in un certo periodo;
V: Vulnerabilità, che rappresenta il grado di
danno atteso nei confronti di un elemento o
di un insieme di elementi, espresso con una
scala da 0 (nessun danno) a 1 (distruzione
totale);
Le azioni da attuare in presenza di un dissesto idrogeologico in atto sono:
Descrizione dello stato di natura, che consiste
nella raccolta delle informazioni relative ad
un dato fenomeno catastrofico potenziale,
con riferimento anche alle informazioni storiche;
Valutazione dell’intensità, cioè la valutazione
del grado di distruttività che il fenomeno in
analisi può assumere. In generale si può procedere considerando uno o più parametri
legati all’intensità e valutarli oppure considerando anche gli effetti del fenomeno, quindi
attuando anche un’implicita valutazione del
valore e della vulnerabilità degli oggetti a
rischio;
Valutazione della pericolosità, che consiste
nella valutazione della probabilità che un
dato evento avvenga in un certo periodo; in
questa analisi ci si basa su metodi euristici
(con valutazioni soggettive e qualitative), statistici (basati sullo studio del fenomeno nel
passato) o deterministici (con riferimento a
leggi fisico-matematiche);
Valutazione del rischio inteso come sintesi del
lavoro di individuazione e attribuzione di un
valore degli elementi a rischio e della loro
vulnerabilità;
Gestione del rischio, cioè la serie di interventi
atti a diminuire l’effetto del fenomeno su
ambiente, manufatti e popolazione.
Dopo tutto ciò ci sentiamo di suggerire a
tutti i calabresi alle prossime elezioni
Regionali, Comunali, ed in qual si voglia
altra istituzione o ente di tutela del territorio
- per ricordare tutto ciò portate con voi nelle
urne una foto del disastro ... non le foto di
“parentela” né schemi di alberi genealogici.
Forse ciò potrà in futuro aiutare questa terra
fuoriuscendo dai pessimi meccanismi di mal
potere in cui è ingabbiata.
Domenico Spanò
ATTUALITÀ
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DOMENICA 08 NOVEMBRE 10
La cultura
calabrese fuori
dai confini
regionali.
Quandolaspazzaturavalemilioni...
Unione Europea per far sì che gli Stati membri agiscano in maniera
conforme alle direttive comunitarie alle quali sono vincolati, come procedura d'infrazione per gli Stati inadempienti è solita ricorrere a multe
salate, destinate a rimanere in memoria delle casse statali e regionali pro
tempore. Ne sa qualcosa la regione Calabria, già multata di 80 milioni per sviste varie ed eventuali, nonché per il fatto di non aver impiegato a dovere e nelle
tempistiche previste i finanziamenti elargiti. Sarà per questo che stavolta, per
quanto riguarda il ciclo di rifiuti, già ampiamente discusso ma sulla cui tematica sul piano sostanziale si era deciso ben poco, l'Assessore all'ambiente
Antonella Rizzo e il presidente della Regione Oliverio hanno previsto un piano
d'azione da applicare nel periodo 2014-2020 che vede l'impiego di 220 milioni
stanziati alla Calabria e che verranno impiegati per far fronte a questa emergenza e far uscire la nostra regione da una situazione di degrado e allarmante
sotto questo punto di vista. Il piano consta di tre passaggi fondamentali che
dovrebbero portare l'esito, fra l'altro, per i cittadini, di non pagare la tassa sui
rifiuti, dato il minore conferimento in discarica. Qual è il problema? Si è affermato in conferenza stampa che, dopo la messa in sicurezza di tutti gli impianti
esistenti, a partire da quello anaerobico, il terzo ed ultimo passaggio del proget-
L'
Renzi:
"Il ponte
sullo
Stretto
si farà"
to prevede di operare direttamente sugli impianti, sfruttando le materie prime
a disposizione per conventirle in energia. Tuttavia le gare non sono ancora partite e, come affermato dall'assessore in conferenza stampa, dopo aver attuato
un piano d'emergenza in estate, aver inviato i rifiuti in altre regioni per lo smaltimento, c'è il rischio che tutto ciò non sia abbastanza se non si avranno impianti per il compostaggio, anche "stiamo già guardando a quali possano essere questi impianti di prossimità che consentiranno anche l’utilizzo delle materie prime
che diventeranno energia". Gli ostacoli, quindi, come sempre, non mancheranno ( come ad esempio il rischio di sforare il budget di 30 milioni ) in concorrenza ai buoni propositi del piano già approvato in consiglio, tuttavia si evince una
lungimiranza tutta nuova secondo quanto affermato, un tentativo di previsione dei rischi e l'auspicio, fra poco più di due anni, con l'inserimento e la messa
in funzione di tre impianti al nord, al centro e al sud della Calabria, di arrivare
a quei limiti di differenziata che impone l'UE entro il 2018. Non resta che ben
sperare che tale piano d'azione vada nel modo in cui gli addetti ai lavori ma,
soprattutto, i cittadini si aspettano con tutti i benefici, indubbiamente, ne
potrebbero derivare.
Lidia Caterina Brancia
Lutto nel mondo del
giornalismo: ci ha
lasciato troppo presto
Gianluca Spagnuolo
Con grande sgomento e tristezza martedì mattina è giunta in redazione la notizia della scomparsa prematura e inconcepibile del nostro
collega di Lente Locale Gianluca Spagnuolo.
Anche se non abbiamo avuto mail il piacere di
conoscerlo in maniera approfondita, la redazione di Riviera è rimasta incredibilmente
scossa dalla notizia di questo lutto e, ancora
oggi, ci tiene a esprimere le condoglianze alla
sua famiglia, alla sua fidanzata Francesca
Cusumano e a tutti i suoi colleghi.
Matteo Renzi riapre alla possibilità di
realizzare il ponte sullo Stretto di
Messina: «Certo che si farà». Il premier,
secondo quanto anticipato da La Stampa,
ridà linfa al capitolo infinito nel corso di
un'intervista rilasciata a Bruno Vespa nel
suo nuovo libro, Donne d’Italia. «Prima di
discuterne sistemiamo l’acqua di
Messina, i depuratori e le bonifiche. Poi –
ha spiegato il presidente del Consiglio –
faremo anche il ponte, portando l’alta
velocità finalmente anche in Sicilia e
investendo su Reggio Calabria, che è una
città chiave per il sud. Dall’altra parte
dobbiamo finire la Salerno-Reggio
Calabria. Quando avremo chiuso questi
dossier – prosegue Renzi – sarà evidente
che la storia, la tecnologia, l’ingegneria
andranno nella direzione del ponte, che
diventerà un altro bellissimo simbolo
dell’Italia».
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Caccamo e Anton
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"Mattia Preti: un giovane nella Roma
dopo Caravaggio", è una mostra
finanziata dalla Regione, allestita
nelle prestigiose sale di Palazzo
“Corsini”, sede della Galleria
Nazionale di Arte Antica e della
Biblioteca dell'Accademia dei Lincei,
che va proprio in questa direzione. L'
esposizione comprende 22 opere
della produzione giovanile del
"Cavaliere Calabrese", provenienti da
musei e collezioni italiane e straniere.
La mostra rimarrà aperta fino al 18
gennaio e si svolge, in contemporanea, ad altre esposizioni dedicate a
Mattia Preti a Crotone e Reggio
Calabria. Tutte da non perdere.
Caulonia
senz’acqua
dopo il
nubifragio
Quella di Caulonia Superiore a dire il
vero non è una novità. Lì su 365
giorni l'anno per almeno 100 i cittadini si ritrovano senz'acqua. Questo
accade con più frequenza d'estate ma
non è escluso che l'inconveniente si
presenti d'inverno, per esempio dopo
piogge sostenute come quella dello
scorso weekend. Da domenica i cittadini di contrada Feudo Gagliardi e
Candidati si risvegliano "all'asciutto" e
sono costretti a recarsi a Caulonia
Marina o nei comuni limitrofi armati
di fusti per fare rifornimento d'acqua
da utilizzare per lavarsi, poter
cucinare e magari anche fare il bucato. Ci sarebbe un guasto all'acquedotto, ultimato la scorsa estate perchè
quello precedente è stato dismesso, in
quanto, effettuate le analisi delle
acque, sono state rilevate tracce di
arsenico. Adesso, di giorno in giorno,
i cittadini si vedono rimandare il
ripristino del servizio. "Ci rassicurano
ma intanto anche stamattina (l'articolo è stato redatto venerdì) sono dovuto scendere fino a Caulonia Marina
per potermi lavare il viso" - ci racconta un cittadino.
Europa
Creativa arriva
a Locri, unico
appuntamento
in Calabria
L’11 Novembre 2015 il Creative Europe
Desk Italia - MiBACT sarà al Palazzo della
Cultura di Locri dalle 9:30 alle 13:00 per un
infoday su Europa Creativa. L'evento
locrese, unico nella regione Calabria per il
2015, prevede, dopo i saluti di benvenuto
da parte del sindaco Giovanni Calabrese,
del presidente dell'Associazione dei
Sindaci della Locride Giuseppe Strangio e
del primo cittadino di Gerace Giuseppe
Varacalli, l'introduzione ai lavori di
Alessandra Tuzza dell'Europe Direct
Calabria&Europe di Gioiosa Jonica.
Seguirà, quindi, l'intervento tecnico di
Marzia Santone del Creative Europe Desk
Italia - Ufficio Cultura - MiBACT, che presenterà la struttura, gli obiettivi e le call del
Sotto-programma Cultura di Europa
Creativa, soffermandosi sulla call dei progetti di cooperazione, che verrà pubblicata
nel 2016. Interverrà, infine, Andrea
Coluccia del Creative Europe Desk Italia Ufficio Media Bari, che presenterà i principali bandi del Sotto-programma Media di
Europa Creativa, soffermandosi sulle procedure di registrazione e l’application
form. L’evento è gratuito ed è rivolto a tutti
gli operatori del settore culturale e audiovisivo.
ATTUALITÀ
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
12
Natale a Siderno: solo
il primo degli eventi che
farà risorgere la città
L’incontro avvenuto martedì 4
novembre tra il Comune di
Siderno, la Pro loco, la Consulta
cittadina
e
giovanile,
le
Associazioni cittadine, Unsic
Associazione Commercianti e Ali
Associazione Imprenditori, ha stabilito di avviare progetti innovativi
utili a far crescere la nostra città
grazie a manifestazioni, fiere ed
eventi di vario genere.
Per fare questo, con l’ideazione di
una grande manifestazione in vista
del Nalatale, per la prima volta si è
deciso di adottare il concetto “contenitore”, ovvero la realizzazione di
una struttura i cui contenuti (nello
specifico l’allestimento degli stand
per la vendita di prodotti tipici o a
tema, l’illuminazione, gli addobbi
ecc…) dovranno essere proposti e
realizzati da tutti i collaboratori.
Dopo anni in cui il Natale non è
stato molto sentito nella nostra
città, l’intento è quello di agire con
spirito unitario, avendo come solo
obiettivo la buona riuscita della
manifestazione e di renderla
attraente, con l’allestimento di una
ruota panoramica, di una pista di
pattinaggio e di un “villaggio di
Babbo Natale”, per tutte le fasce
d’età e per i cittadini non solo di
Siderno, ma anche degli altri paesi
e del resto della Regione Calabria.
Per fare questo, lo scorso venerdì si
è svolto, presso la sede della Pro
Loco di Siderno, un ulteriore
incontro nel quale è nato un comitato che coordini tutto il lavoro che
dovrà essere svolto a livello organizzativo.
Michele Macrì
La Giustizia italiana ha il diritto di sbagliare?
No, se poi nessuno paga!
Arrestare qualcuno, portarlo in carcere con
annessi interrogatori interminabili e poi, scoprire che è innocente. Come si può rovinare la
vita a un uomo senza che nessuno paghi per
questo? Quanto vale la vita dei cittadini? Un
risarcimento da parte dello Stato non basta se
poi esci dalle sbarre e hai tutto il mondo contro. Luigi Bisonti (il nome è di fantasia) è un
ragazzo calabrese accusato ingiustamente e
catapultato in una realtà parallela: è passato
da una vita da giovane imprenditore a un incubo, per poi venire assolto per non aver commesso il fatto. Perché tanto silenzio intorno e
perché nessuno si è mai scusato pubblicamente?
Quanti anni avevi quando è successo?
Avevo 32 anni.
Quanto tempo sei stato detenuto?
Due mesi, quanto basta per rovinarti la vita.
Sei stato risarcito?
Chiamiamolo risarcimento… sì. Mi soffermo
a dire solo “sì” perché potremmo dibattere a
lungo. Non esistono scale di misura per stabilire come si possano risarcire o risanare i
danni biologici e morali di una persona.
Cos’hai provato quando ti hanno assolto per
non aver commesso il fatto?
Un’emozione confusa, tanto dispiacere per le
persone innocenti come me che sono ancora
dietro le sbarre, profonda amarezza e dispiacere per la mia stessa nazione, per le leggi che
applica, i tempi processuali, il modus operandi
della magistratura che ha pieno POTERE di
sbagliare sul popolo italiano senza poi, a sua
volta, essere giudicata da una corte superiore.
Cosa ti saresti aspettato che in realtà non hai
ricevuto?
Nulla! Dallo stato italiano non c’è d’aspettarsi
nulla. Sarebbe giusto che il “Bel Paese” prestasse più attenzione alle carceri dando ai
detenuti un’assistenza degna di un essere
umano. Bisognerebbe risolvere il problema
del sovraffollamento delle carceri, realizzare
più spazi ricreativi, servizi igienici adeguati,
garantire assistenza medica, snellire la burocrazia e infine, ma non per ordine d’importanza, vigilare di più su come si esegue e si firma
un mandato di custodia cautelare, perché non
si può e non si deve sbagliare a discapito di
una persona, a discapito di una vita.
Come eri allora e come sei adesso?
Non saprei definirmi, di certo è un’esperienza
che ha segnato il mio percorso di vita.
Qual è il tuo consiglio per i giovani che come
te hanno vissuto questa brutta esperienza?
Non ci sono consigli perché ognuno di noi ha
una storia a sé e solo chi attraversa e subisce
certe ingiustizie può capire. Il consiglio lo
darei piuttosto ai nostri rappresentanti di
Stato, invitandoli a capire che il Sud Italia sta
subendo una forte sottomissione da parte
della stessa giustizia che alla fine non è giustizia.
Katia Candido
GERENZA
Registrata al Tribunale
di Locri (RC) N° 1/14
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di
preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
14
Riceviamo e pubblichiamo
Lettera di
risposta a
un anonimo
Lavoro e
Caporalato
Nella Milano da bere, all’Expo si è lanciata la
sfida del futuro promuovendo il ritorno alla
terra, facendone un punto fermo per la rinascita
del paese. Ma nelle campagne del Mezzogiorno,
da decenni e ancora oggi, si vivono ancora situazioni di sfruttamento, di violenza, e di negazione
dei più elementari diritti umani proprio in nome,
spesso, di quella stessa agricoltura così tanto
reclamizzata. I ritmi sono massacranti e disumani, i lavoratori agricoli si alzano di mattina presto
e alle sei vanno in campagna fino alle dodici. Poi
hanno un’ora di tregua, è il caso di dire, per mangiare e riposare, prima di riprendere, dall’una
fino alle sette di sera, specialmente in estate perché imbrunisce più tardi e c’è più luce, sempre
col fiato dei caporali sul collo. Ma non è finita,
perché in tempo di raccolta bisogna preparare le
cassette per il mercato estero. E allora, alla sera,
dopo i campi, senza interrompere,vanno a preparare tutto nei grandi magazzini. Dalle otto di
sera fino a mezzanotte. In estate è sempre così,
tutti i giorni, domenica inclusa. In tutto sono 15-
16 ore di lavoro, a volte anche 18. Tutto per un
compenso di mille euro, ovviamente in nero.
Però il padrone, così lo chiamano i raccoglitori,
non paga sempre puntuale. Spesso li fa aspettare, chiedendo loro di avere pazienza, già, la
pazienza, ma non si lamentano, perché sanno
bene che al minimo cenno di disappunto saranno licenziati. Però così non è lavoro, è riduzione
in schiavitù. Un’imprenditoria agricola che vorrebbe apparire sana, ma che in sostanza è sinonimo di criminalità organizzata.
Padrone e schiavitù, sono termini che ormai
tutti, o quasi, pensiamo che dovrebbero sparire
dal vocabolario di una civiltà. Un esercito di lavoratori sottopagati, per la maggior parte migranti,
al servizio dei cosiddetti ‘caporali’, a loro volta al
soldo dei potentati terrieri.
E allora, in Puglia nel Lazio e anche in Calabria
come in tutto il sud, diventa importante parlare e
portare all’attenzione di tutti e soprattutto delle
istituzioni il fenomeno del ‘caporalato’ e prendere atto di una triste realtà che esiste da tanto
tempo e che distrugge la dignità e la vita stessa
dell’uomo. Le storie recenti di braccianti uccisi
dalla dura e massacrante fatica mentre raccoglievano l’uva o i pomodori nei campi del meridione,
sono emblematiche, ma non sono le prime, né
saranno le ultime vittime del lavoro criminale.
Dalle stime della Flai-Cgil, ne viene fuori un quadro inquietante: le persone coinvolte nel lavoro
agro-industriale sarebbero addirittura circa 400
mila. Tantissimi di loro vivono in condizioni di
schiavismo. La maggior parte non ha accesso ai
servizi igienici e all’acqua corrente, e più della
metà si ammala durante il ciclo del lavoro stagionale.
E, nonostante i salari bassissimi, gli orari improponibili e le condizioni abitative spesso invivibili,
nessuno, in alto, si assume l’onere e soprattutto
l’onore, di prendere i dovuti provvedimenti, per
restituire un minimo di moralità al lavoro in
genere, ma soprattutto a questo tipo di lavoro, e
soprattutto rispetto e dignità a questi lavoratori.
Pasquale Aiello
Egregio direttore,
le chiedo di essere ospitata per la seconda volta sul
suo giornale, per chiarire e rispondere alle calunnie che un anonimo sidernese ha pubblicato contro la sottoscritta. La stessa tiene a precisare che la
lettera pubblicata sulla Riviera n°43 del 25 ottobre
2015 voleva essere un modo per far conoscere un
po' a tutti, come alcune volte, le persone diversamente abili, oltre al danno subiscono anche la
beffa di ingiustizie da parte di chi dovrebbe dare
loro una mano. Sul n° 44 dell'1 novembre 2015 alla
pagina 14, vi è una risposta di un anonimo personaggio sidernese, che forse sentendosi parte in
causa (e questi sono fatti suoi) scrive sciocchezze e
calunnie che se portassero una firma sarebbero
oggetto di querela e forse è proprio questo il motivo per cui il residente ha omesso la propria firma.
Comunque preciso allo stesso che se mi conosce e
ce l'ha con me per qualche motivo, si rivolga a un
legale poichè non è certo questa la sede per discutere delle sue problematiche da falso personaggio
sidernese.
Ora chiudo e ringrazio il Direttore per la gentile
ospitalità.
Antonella Calderazzo
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Vendesi terreno agricolo di 1,5 ettari
sito in Contrada Sant’Onofrio a
Roccella Jonica.
Il terreno è una coltivazione di ulivi,
vigna e alberi da frutto con annessa
costruzione grezza; la struttura è
fornita di allaccio idrico, elettrico,
pozzo e forno a legna, con vista
panoramica su Roccella e Caulonia.
Vera occasione.
Per info chiamare lo 0964 85323 in
orario pomeridiano.
Il ricordo
Al mio amico
Sergio e alla
famiglia
Bombara per la
perdita della loro
amata mamma
Le sculture dellaVilla
Comunale di Siderno
Un gruppo di cittadini di Siderno, altruisti e intraprendenti, amanti dell’arte, della
cultura e della bellezza materiale ma soprattutto della Bellezza Spirituale, dalla
quale la bellezza materiale proviene, sensibili ai valori del bene comune, hanno
intrapreso una lodevole iniziativa. Hanno donato alla città di Siderno un patrimonio di valore inestimabile. Per la loro umiltà e grandezza d’Animo, hanno espresso
il desiderio di mantenere l’anonimato e noi rispettiamo questo loro desiderio. Il patrimonio dal volere inestimabile, donato a Siderno, sono le sculture che ornano la
villa comunale di Siderno, che la fanno diventare un punto di riferimento per turisti
e non, amanti della cultura, dell’Arte Sacra e pellegrini di tutto il mondo. Sono delle
opere d’arte che rappresentano la Via Crucis del nostro Signore e Salvatore Gesù
Cristo, e una statua dell’Innamorato di Cristom, il Santo Padre Pio di San Giovanni
Rotondo. Questo gruppo di uomini, dopo aver costituito un’associazione, hanno
aperto una sottoscrizione tra i cittadini di Siderno, per raccogliere i fondi necessari,
per la realizzazione di queste opere stupende. Molti cittadini hanno contribuito con
i loro risparmi, donando con amore e secondo le proprie possibilità.
La statua di Padre Pio, di grandezza naturale e le quattordici stazioni del calvario,
assieme alla quindicesima che è quella di Gesù Risorto che è il Trionfo della vita
sulla morte, in bronzo, sono opere dello scultore Carmelo Raco di Gioia Tauro. La
statua di Padre Pio è stata realizzata nell’anno 2000, anno del Giubileo. Le sculture
della Via Crucis, sono state realizzate dallo scultore Carmelo Raco, di Gioia Tauro,
nell’anno 2005, esattamente dieci anni fa. Eravamo già entrati da cinque anni nel
Terzo millennio dell’Era Cristiana. Ora, questo Tesoro di valore inestimabile non
solo deve essere valorizzato, preservato, custodito e protetto, ma soprattutto restaurato.
Noi confidiamo nella sensibilità di quella comunità sidernese sana, onesta e volenterosa, che è stata capace di realizzare questo miracolo. Ora, siamo chiamati tutti
quanti a compiere un ulteriore sforzo affinché l’opera venga completata. Non è giusto abbandonarli così, è una vera follia.
Benito Stinà
Perdita incolmabile. Era il punto di riferimento
per i suoi adorati figli, vicini e lontani.
Il Signore l’ha voluta con sé in cielo. Fra tante stelle, lei è la più luminosa: così Sergio e famiglia,
insieme ai tanti adorati nipoti, potranno vederla e
averla sempre come loro punto di riferimento.
Con affetto ti ricorderanno e sempre rimarrai nei
loro cuori, adorata mamma e nonna Emilia.
Giuseppe Belligerante
Approfondimento
Nove frontiere dell’amministrazione
Francesca Moraci, docente di Pianificazione Territoriale,
si occupa da anni delle variabili utili a rendere più efficace
la Città Metropolitana. Siamo lontani anni luce dalla
piena funzionalità, ma la Moraci assicura che la
grandezza è dietro l’angolo.
Locride: Pratiche di Fe
FRANCESCA MORACI: «VOGLIAMO REALIZZARE LA CITTÀ METRO
L’esempio che dobbiamo
davvero seguire, a questo
punto, è esclusivamente
quello della coesione tra i
diversi amministratori,
una cosa che, purtroppo,
dalle nostre parti non
accade né viene
adeguatamente
percepita a causa di una
sorta di“paura”delle
possibilità di riuscita di un
tale progetto.
a Professoressa Francesca
Moraci,
docente
di
Pianificazione Territoriale
presso
l’Università
Mediterranea di Messina,
studia da anni il “fenomeno”
Città Metropolitana e come,
da semplice ipotesi, esso sia
diventato oggi una realtà
politico sociale praticata in tutto il continente.
Come spesso accade, l’istituzione di questo
organo, che dovrebbe snellire le pratiche
burocratiche e garantire un’amministrazione più efficiente di un’area vasta mettendo
sullo stesso livello più realtà comunali orbitanti attorno a un centro urbano più grande, sta creando non poche difficoltà a livello organizzativo, che nella nostra Nazione
vanno naturalmente ad acuirsi mano
mano che si procede verso il Mezzogiorno.
Proprio su queste problematiche la professoressa Moraci ha imperniato il suo intervento durante un convegno tenutosi a
Siderno lo scorso 31 ottobre, nel quale ha
parlato delle difficoltà di rendere efficiente
l’organo amministrativo metropolitano
L
come il derivato di una sbagliata impostazione culturale.
«Amministrare efficacemente una Città
Metropolitana - ha poi approfondito con
noi la professoressa Moraci - presuppone
una corretta amministrazione dell’ordinarietà e la creazione di una nuova forma di
governance a partire da un sistema virtuoso. Purtroppo l’attuale forma di governo,
soprattutto nel meridione, non è in grado
di garantire il raggiungimento di questo
obiettivo minimo, perché ragiona ancora
secondo un schema obsoleto.
«Per fare un esempio concreto sono ancora troppi gli amministratori convinti che
realizzare la Città Metropolitana significhi
prendere l’attuale Piano Strutturale e
ribattezzarlo “Piano della Città
Metropolitana” senza cambiarne il contenuto. Inutile dire che non è affatto così.
«La Calabria, così come il resto del sud,
non possiede una corretta expertise di
governo territoriale, motivo per il quale
manca non è mai stata gestita correttamente la pianificazione ordinaria che
garantisca il corretto funzionamento della
burocrazia o dei servizi.
«Limitarsi a trasferire l’attuale concetto
dell’esercizio di pianificazione provinciale
non può dare lo slancio adeguato alla Città
Metropolitana, ma rischia anzi di amplificare i problemi di ogni singolo centro urbano su tutto il territorio di competenza,
impedendo di risolvere anche problemi
più basilari e di creare attrattori non solo
per chi vuole trascorrervi le vacanze, ma
anche per i potenziali investitori.
«Mi piace parlare di Città Metropolitana
come di “fenomenologia urbana” più che
di organo istituzionale, perché si tratta di
una razionalizzazione delle funzioni economiche presenti sul territorio e organizzate dal un unico centro urbano. In Italia,
vista innanzitutto la densità demografica
non molto elevata se paragonata a quella
di altri Paesi d’Europa, questo organo non
nasce per necessità, ma per decisione
amministrativa. Considerato che l’idea con
la quale nasce la Città Metropolitana è
quella garantire ai singoli centri urbani di
essere riconosciuti all’estero dando loro la
possibilità di dialogare senza l’intercessione di organi intermedi con l’Europa, far
funzionare correttamente questo organo
“
SONO TROPPI GLI AMMINISTRATORI
CONVINTI CHE REALIZZARE QUESTO
ORGANO SIA PRENDERE L’ATTUALE
PIANO STRUTTURALE E RIBATTEZZARLO
PIANO DELLA CITTÀ METROPOLITANA
“
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
17
SPIANARE ADEGUATAMENTE LA STRADA
ALLA REALIZZAZIONE DELLA CITTÀ
METROPOLITANA SIGNIFICA INNANZITUTTO
PARTIRE DAI PROBLEMI AFFRONTATI
QUOTIDIANAMENTE DAI COMUNI
enomenologia Urbana
OPOLITANA? DOBBIAMO SUPERARE DELLE BARRIERE CULTURALI»
sul nostro territorio significherebbe dare
alla quasi totalità dei cittadini la possibilità
di esplicitare i propri problemi.
Raggiungere questo obiettivo, tuttavia,
non significa cancellare Province e Regioni
distribuendo le loro funzioni ai comuni dei
capoluoghi più importanti, ma costruire
fattori di metropolizzazione che garantiscano a questi centri urbani di rispettare
precisi standard oggi assenti nella maggior
parte delle nostre città.
«Non si tratta solo di “rango” o di grado di
espansione della città sul territorio.
Messina o Reggio Calabria, ad esempio,
devono affrontare dei problemi territoriali
importanti: la mancanza di un certo tipo di
tessuto economico o di un determinato
rango commerciale sono elementi che
devono essere affrontati con urgenza se
vogliamo che i nostri capoluoghi diventino
Città Metropolitane degne di tal nome.
«Affrontare queste criticità significa innanzitutto eliminare una burocrazia farraginosa e velocizzare i tempi strategici (che è poi
lo scopo finale della Città Metropolitana).
«Un problema che, al sud, si acuisce in
maniera drammatica.
«Non si pensi, però, che risolverlo implichi
la stesura di un libro dei sogni. Spianare
adeguatamente la strada alla realizzazione
della Città Metropolitana significa innanzitutto partire dai problemi dei singoli comuni, qualcosa di cui l’amministratore di ogni
centro urbano è consapevole e che affronta quotidianamente. Nel breve periodo ci si
concentri sulle infrastrutture e sulla sicurezza, due cose tanto indispensabili quanto
assenti nella nostra area territoriale. Una
volta trovato il modo di accorciare le
distanze, oggi ancora troppo ampie a differenza di quanto avviene al nord, si potrà
fare rete con i comuni limitrofi e attuare
un’amministrazione efficiente e condivisa
secondo uno schema che dovrebbe già
essere familiare ai nostri comuni.
«Nel frattempo, e forse qui risiede la vera
difficoltà, bisognerà capire quali siano le
aree omogenee e i mandati che gruppi di
comuni possono farsi affidare amministrando in modo corretto, mantenendo
degli equilibri all’interno della struttura
appena creata. In soldoni, bisognerà riconoscere quale centro urbano sia più forte a
livello commerciale e quale a livello turisti-
co, come potranno essere distribuiti i servizi e l’infrastrutturazione per garantire che
ogni centro sia facilmente raggiungibile e
come si possa soddisfare la domanda di
tutta la cittadinanza continuando a mantenere equilibrio tra i centri abitati e senza
per forza annichilirne l’identità. Creare
una rete le cui intersezioni sappiano dialogare fluentemente è alla base della creazione di ogni grande economia, aspetto sul
quale sarà indispensabile investire.
«Solo in questo modo riusciremo a dare un
contenuto alla nostra Città Metropolitana
proprio com’è accaduto a Torino, a Milano
o a Bologna, che hanno però avuto l’indiscutibile vantaggio di partire da una posizione privilegiata rispetto a noi che, forse,
avremmo avuto bisogno di un confronto di
maggiore qualità con gli organi statali e che
non si fosse limitato alla realizzazione di
convegni poco partecipati.
«A tale proposito, si è sentito spesso parlare dell’opportunità che costituisce per il
nostro territorio osservare l’esempio dei
centri urbani che Città Metropolitana già
sono da diversi mesi. Benché questo sia in
parte assolutamente vero, bisogna però
ricordare che il funzionamento di ogni
conurbazione potrebbe essere dipendente
da variabili che non esauriranno assolutamente la casistica. Ogni città presenta
infatti una propria capacità di governarsi e
di affrontare differenti criticità. Le attuali
Città Metropolitane hanno statuti sperimentali che le proiettano più avanti rispetto a dove non siamo noi oggi e rispondono
anche a una differente domanda e offerta
del territorio. L’esempio che dobbiamo
davvero seguire, a questo punto, è esclusivamente quello della coesione tra i diversi
amministratori, una cosa che, purtroppo,
dalle nostre parti non accade né viene adeguatamente percepita a causa di una sorta
di “paura” delle possibilità di riuscita di un
tale progetto.
«Solo superando questa impasse riusciremo a sfruttare adeguatamente le risorse e
le start up che il nostro territorio già possiede e a creare degli investimenti in grado di
cambiare la situazione preoccupante del
nostro PIL creando investimenti e infrastrutture la cui mancanza, oggi, crea un
grave problema gestionale».
Jacopo Giuca
CULTURA E SOCIETA’
“
EVENTO SIDUS CLUB
Il Lions Club di
Roccella Jonica
festeggia la sua
prima Charter
Alla presenza del Governatore Antonio
Fuscaldo, in visita ufficiale, e del suo staff, è stato
celebrato il primo anno di nascita del Lions Club
di Roccella Jonica. La manifestazione si è svolta
al Club Hotel Kennedy, al cospetto di una massiccia partecipazione di autorità lionistiche provenienti dall’intera provincia e oltre, nonostante
l’allerta meteo, che hanno così voluto onorare
un appuntamento tanto atteso, la tradizionale
“Charter Night” che segna per il Club Lions di
Roccella anche l’inizio delle attività per l’anno in
corso.
In un’atmosfera suggestiva e di grande attenzione, durante la serata sono stati presentati, dai
rispettivi padrini, quattro nuovi Soci che, dopo il
loro giuramento di fedeltà ai principi etici,
hanno ricevuto il distintivo e l’attestazione di
appartenenza alla grande famiglia dei Lions.
I nuovi soci sono: Mariaelena Caridi dott.ssa in
Biologia e Nutrizionista, la dott.ssa Mariagrazia
Piccolo e il Dott.Vincenzo Gerasolo ambedue
avvocati e Girolamo Zito detto “Mommo”
esperto di moda e divulgatore della bibita del
momento, il “Bergotto”.
Una serata importante, che corona l'impegno
del club guidato dall'architetto Domenico Futia.
Impegno che si è concretizzato in molte iniziative e progetti posti in essere tra la fine del 2014 e
l'anno in corso. Un 2015 denso di soddisfazioni
per Futia e il suo gruppo.
Un gruppo che conta un qualificato numero di
soci, nella totalità neofiti, eccetto il presidente
che vanta ormai oltre 10 anni di esperienza lionistica che non nasconde l’entusiasmo: «Sono felice di essere alla guida di questo club, che a differenza del calo generale di soci, oltre a dar vita ad
un nuovo sodalizio mantiene al suo attivo un
costante numero di soci, stimati professionisti
del territorio, giovani e meno giovani fieri dell’appartenenza ai Lions”.
Proprio ai giovani si è rivolto il Governatore
Fuscaldo, il quale ha ricordato quanto le giovani
generazioni siano il percorso segnato del futuro.
Un futuro di onestà e forza, capacità e impegno.
La cultura lionistica impone sacrifici, ma un
sacrificio è ben accetto quando è indirizzato alla
solidarietà e all'amore.
Fuscaldo si è appellato al senso di umanità, che
deve essere comune a ogni singolo membro del
movimento lionistico. Un milione e quattrocentomila soci in tutto il mondo fanno dei Lions una
realtà operativa molto forte e incisiva. Incisività
che può e deve arrivare al cuore di chi soffre
situazioni di debolezza e di emarginazione. Non
solo un impegno per la crescita sociale ed economica di ogni realtà territoriale, secondo il principio dell’equità.
Un particolare accenno è stato fatto al rispetto
di chi vive rallentamenti e involuzioni ed è
costretto alle file davanti alla Caritas, seppure in
giacca e cravatta. Sarà opportuno, ha chiarito
Fuscaldo, abbattere ulteriormente i costi delle
conviviali, al fine di dare concreti aiuti a chi ne
ha bisogno.
Il presidente Futia, dal canto suo, dopo avere
elencato le iniziative avviate e concluse e quelle
in corso d'opera, ha ribadito la sua soddisfazione
per il lavoro svolto, coinvolgendo nel giudizio
positivo i suoi più stretti collaboratori, presentando i componenti del nuovo esecutivo del club:
Enzo Romeo (vicepresidente e addetto stampa),
Orazio Violante (segretario), Domenico
Leonardo (cerimoniere), Lorenzo Maesano
(tesoriere), Leonardo Comperatore (censore),
Daniela Futia (consigliere).
A coordinare la serata il giornalista Maurizio
Bonanno, nelle vesti di cerimoniere distrettuale
Lions, coadiuvato da quello del club Domenico
Leonardo. Erano presenti la quasi totalità dei
presidenti di club dell’8^ Circoscrizione con il
suo presidente avv. Nando Iacopino e di zona
Peppino Maisano e altri alti dirigenti Lions
regionali e distrettuali. Tra gli ospiti di riguardo
il sindaco di Siderno, Sen. Pietro Fuda, che ha
presenziato fino alla fine della serata, che si è
conclusa al tradizionale tocco della “Campana”.
Completato il catalogo della
biblioteca privata di Aldo Greco
Un evento
importante
per una città
come Locri,
già sede
di molte
raccolte
private, come
quella di
Candida e di
Scaglione
Un anno di paziente lavoro, eseguito con amore e passione
dalla professoressa Domenica Marra e dal marito, il dottor
Franco Bosurgi. Catalogare l’immenso patrimonio librario
lasciato dall’avvocato Aldo Greco. Una schedatura, libro
per libro, indispensabile alla famiglia per poter avere contezza del numero e dei titoli dei libri e delle riviste, e per
poter offrire ad appassionati, studiosi, universitari, ricercatori, uno strumento di conoscenza e sapere.
Il catalogo, per ora solo in forma digitale, è stato presentato mercoledì 28 presso il Palazzo della Cultura a Locri.
L’evento, organizzato dal Sidus Club, è stato patrocinato dal
Comune di Locri.
L’assessora Sofia ha infatti dichiarato che si tratta di un
evento importante per una città come Locri, già sede di
molte raccolte private, come quella di Candida e di
Scaglione, e che la catalogazione del patrimonio librario di
Aldo Greco porta lustro alla cittadina. “La cultura va promossa gratuitamente, e un evento così accorsato ci dà il
polso del fatto che la gente risponde”. Queste le parole dell’assessora alla Cultura Anna Sofia, latrice anche dei saluti
del sindaco Giovanni Calabrese , impossibilitato a intervenire poiché fuori sede.
Insieme all’assessora, al tavolo dei relatori, oltre Anna
Meduri Greco, consorte dell’avvocato, la presidente del
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Locri, Gabriella
Mollica Luly, la professoressa Domenica Marra e il dottore Franco Bosurgi. Ha moderato la serata la professoressa
Albarosa Dolfin Romeo, presidente del Sidus Club.
Presenti numerose autorità e figure attive nella vita culturale e politica della nostra zona, come il sindaco Pietro Fuda,
il sindaco Vestito, il sindaco Salvatore Fuda, l’assessore alla
Cultura di Siderno, Ercole Macrì, l’onorevole Maria Grazia
Laganà, il presidente dell’ALB Cosimo Pellegrino.
Dopo un ricordo tenero e commovente tracciato da
Mollica Luly, la preside Marra ha dato un resoconto della
natura del lavoro di catalogazione compiuto da lei e dal
marito, e dei risultati ottenuti.
Tra volumi e riviste sono stati conteggiati circa 9.000
“pezzi”, più svariati carteggi. I libri sono stati catalogati
secondo la classificazione decimale Dewey, estremamente
difficile da padroneggiare nelle sue finezze, e dato che la
passione dell’avvocato Greco non si fermava alla cultura e
Siderno: nasce il
nuovo comitato
Piazza dell’Emigrante
Lo scorso 7 ottobre è stato costituito
il
“Comitato
Piazza
dell’Emigrante” con la finalità di
fare conoscere, conservare e diffondere i valori tradizionali, culturali,
artistici, turistici e sociali che i nostri
emigrati hanno apportato nei luoghi dove si sono trasferiti per questioni di lavoro.
L’idea è quella di consolidare le
relazioni di solidarietà con i nostri
migranti residenti all’estero e
migliorare le loro condizioni economiche, sociali e culturali dei
Sidernesi. In tale contesto si avvieranno scambi culturali con altri
comitati ed enti presenti all’estero.
Le principali attività saranno convegni, conferenze, dibattiti, seminari, proiezioni, concerti, attività di
formazione per il reinserimento nel
mondo del lavoro, attività sportive,
scambi culturali con altre etnie e si
organizzerà
l’annuale
festa
dell’Emigrante in programma per il
mese di Agosto.
Nella prima riunione sono stati
nominati il Presidente del
Comitato Rocco Ierinò, il Tesoriere
Antonio Panetta , il Segretario
Domenico Panetta.
Le prime richieste effettuate
all'Amministrazione sono state: la
disinfestazione dei quartieri Donisi,
Grappidaro, Gonia, Fossecalì, San
Filippo, Arona e Abbruschiato e
l’organizzazione della Festa di San
Martino, che si svolgerà l’11
novembre dinanzi all’ufficio postale di Donisi.
Si è cominciato inoltre a organizzare la Festa del Dolce natalizio, il 28
dicembre presso la Piazza
dell’Emigrante.
Il Comitato invita infine i cittadini a
visitare Facebook e prendere parte
al tesseramento del comitato.
L'ufficio Stampa
Piazza dell'emigrante
alla lettura, ma sconfinava nella bibliofilia, sono stati trovati numerosi libri antichi, edizioni del Seicento, del
Settecento e dell’Ottocento, alcune particolarmente belle,
arricchite da illustrazioni e disegni. Emerge non solo una
storia del libro in sé, ma anche - con le parole della preside
Marra - la falsità di un mito di Sud ignorante e incolto, in
quanto una gran parte dei libri sono stati stampati a Napoli
o nei pressi, ai tempi del Regno delle Due Sicilie (ricordiamo volentieri che l’università di Salerno fu la prima e più
importante della storia mediterranea).
Letteratura e arte sono le categorie che contano il maggior
numero di volumi, seguite da filosofia, storia e geografia.
Si evince facilmente come l’avvocato Greco fosse un ricercatore della verità, alle sue fonti, poiché nella sua biblioteca vi sono libri di impostazioni ideologiche assai diverse, che
egli confrontava e da cui traeva il meglio.
Attualmente i libri pregiati sono sotto custodia presso una
libreria antiquaria che ne garantisce l’integrità, gli altri
rimangono nella dimora dell’avvocato.
Ora la domanda si pone spontanea: una volta completato il
catalogo, date le difficoltà obiettive della famiglia a essere
presente e disponibile, pur con tutta la buona volontà della
signora Greco, cosa ne sarà di questo grande patrimonio
librario? Rimarrà un’isola o ci sarà il supporto di qualche
istituzione in grado di metterlo a disposizione di tutti?
Lidia Zitara
Calabria
Forti esti a pioggia
quando n'ta sta terra cadi e
altrettanto forti u suli quandu
nesci ad asciugari.
U calabrisi luntanu
stà terra non po' scordari
e torna sempri
per godere e ricordari
insiemi cu l'amici
quandu figghioli
a palluni si mettivanu a jocari.
Ora sunnu omini randi
e pe campari milli sacrifici
n'deppuru da fari.
Ma quando veni l'estati
non po’ fari a menu di tornari
pe jiri a mari
pecchì stù cielo azzurro
e st'acqua chiara sulu cà a po’ trovari!
Traduzione
Forte è la pioggia
quando in questa terra cade
e altrettanto forte il sole
quando esce a riscaldare.
Il calabrese lontano
questa terra non può scordare
e torna sempre
per godere e ricordare con gli amici
quando ragazzi col pallone si mettevano a giocare.
Ora sono uomini grandi
e per campare
mille sacrifici ebbero da fare.
Ma quando vien l'estate
non può fare a meno di tornare e
andare a mare
perché questo cielo azzurro e
quest'acqua chiara solo qua la può trovare!
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
19
Siderno Superiore rinasce
grazie all’Ottobrata
Sidernese. Grande attesa
per Mimmo Cavallaro
La“Palinuro”solca le acque di Roccella
G
razie all’impegno profuso della
sezione di Roccella Jonica
della Lega Navale Italiana,
nella mattinata di ieri mercoledì 4 novembre la nave a vela
“Palinuro”, nave-scuola della Marina
Militare, ha accostato e sostato per
diverse ore nelle acque antistanti l’abitato di Roccella Jonica, per l’unica sosta
lungo le coste Calabresi. La richiesta
accolta dallo Stato Maggiore della
Marina con favore e piacere, ha fatto si
che questa meravigliosa occasione
potesse essere trascritta sia sul diario
storico della Nave sia come pagina di
storia della cittadina roccellese, da sempre vocata al mare ed alle attività che lo
riguardano. Il vascello, al Comando del
Capitano di Fregata Gabriele Belfiore
ha ricevuto a bordo dapprima la visita
di una delegazione composta dal
Presidente della Sezione LNI di
Roccella, Ing. Ilario Franco, dal
Sindaco della cittadina Roccellese Prof.
Giuseppe Certomà, dai docenti accompagnatori del locale Istituto Nautico
“Maiorana”. Dopo aver dato gli onori
agli ospiti, il Comandante ha concesso
la visita a bordo agli studenti e ai soci
che hanno voluto partecipare alla
manifestazione con le proprie barche,
defilando intorno alla nave e accostandosi successivamente ad essa.
La nave “Palinuro” è attualmente
impegnata in una crociera addestrativa
partita da Venezia il 23 ottobre e che si
concluderà il 12 novembre nel porto di
Salerno organizzata dalla Marina
Militare in collaborazione con la Lega
Navale Italiana. In tale crociera sono
imbarcati un gruppo selezionato di giovani soci della Lega Navale Italiana, tra
cui Luigi Giancotti di Roccella Jonica,
alunno del locale Istituto Nautico, prescelto per meriti scolastici.
Il Comandante, gli ufficiali e l’equipaggio della nave “Palinuro” hanno calorosamente intrattenuto gli ospiti saliti a
bordo con spiegazioni e dimostrazioni,
facendo così loro vivere una giornata
emozionante proprio nel giorno della
Festa Nazionale delle Forze Armate. A
coronamento dell’iniziativa e a ricordo
della giornata trascorsa a Roccella
Jonica, il Sindaco Certomà ha voluto
far dono al Comandante di un prezioso
volume illustrativo della storia e della
vita di Roccella Jonica e lo stesso ha
ricambiato offrendo alla Sezione della
LNI e alla città il crest della nave, come
tradizione marinara vuole in questi casi.
Il crest riporta proprio il motto di Nave
Palinuro “Faventibus Ventis”.
L’iniziativa odierna è solo una delle
tante che la Lega Navale Roccellese ha
intenzione di proporre sia a favore dei
propri soci sia per lo sviluppo della cultura marinaresca del territorio. Di
recente infatti la sezione ha stretto un
sodalizio con il locale Istituto Nautico
tramite la firma di un protocollo di collaborazione tra scuola ed ente, il quale
è stato accolto con grande favore ed
entusiasmo dal Preside, ing. Morfea;
proprio questo connubio sta portando
dei positivi e riscontrabili risultati,
primo tra tutti quello dell’entusiasmo
tra gli studenti che in questa maniera
hanno molte possibilità di vivere esperienze e legate al mare, tramite le iniziative che la LNI nazionale e locale mettono in campo.
I dirigenti della sezione Roccellese
hanno da tempo presentato un progetto presso il Comune di Roccella, per la
realizzazione di una base nautica nelle
vicinanze del Porto delle Grazie che
darà certamente grande impulso a tutte
le attività istituzionali che la Lega
Navale è chiamata a svolgere: corsi di
vela, conferenze e dibattiti sulle tematiche legate al mare e all’ambiente marino e conoscenza dei problemi maritti-
mi, partecipazione dei cittadini allo sviluppo ed al progresso di tutte le forme
di attività nazionali che hanno sul mare
il loro campo ed il loro mezzo di azione. La base sarà dotata anche di spazi
attrezzati per svolgere attività sportiva
anche a terra. L’obiettivo è certamente
quello di avvicinare soprattutto i giovani all’affascinate mondo del mare.
A ciò si unisce anche il contributo che
l’Istituto Nautico sta già dando sul territorio con l’indirizzo di studi “Trasporti
e Logistica – Conduzione del Mezzo
Navale”; sempre più studenti infatti
stanno dimostrando interesse per questa materia la quale permette inoltre
anche ottimi sbocchi professionali per il
futuro post-diploma, soprattutto in
considerazione che l’Italia è bagnata da
8000 km di costa.
La riuscita dell’iniziativa odierna è stata
possibile anche e soprattutto grazie ai
soci della sezione che hanno messo a
disposizione le proprie imbarcazioni
per collegare il porto di Roccella con la
nave, nonché alla Società di servizi per
il turismo e lo sport Megale Hellas di
Marina di Gioiosa che gratuitamente e
con entusiasmo ha trasportato gli alunni del Nautico a bordo del Palinuro.
Nonostante il rinvio a causa del maltempo, è
finalmente ai nastri di partenza l’Ottobrata
Sidernese!
Grazie all’impegno delle associazioni, Siderno
Superiore è pronta e presentare un altro importante evento che si propone di diventare, da qui
a qualche anno, un appuntamento fuori stagione per tutto il comprensorio nonché modello
originale di sviluppo, attivando le migliori energie del volontariato e della partecipazione dei
cittadini e richiamando, quindi, rilevanti flussi
di visitatori provenienti dal territorio comunale,
provinciale e regionale.
Godere delle bellezze di una terra dalle mille
risorse, dei suoi profumi e, soprattutto, dei suoi
sapori è, di fatto, una possibilità che in pochi si
lasciano scappare.
Insieme alla cultura dell’ambiente e dell’integrazione uomo-natura, l’Ottobrata intende promuovere la cultura delle tradizioni, usi e costumi della Calabria; la cultura delle tipicità collegate alla storia e all’identità delle comunità
calabresi; la cultura della micro-imprenditorialità collegata alle potenzialità del territorio; la
cultura dell’accoglienza e del turismo di qualità
fuori stagione.
Non solo cibo, quindi, ma musica, cultura e
arte.
Ad arricchire la manifestazione, infatti, ci
saranno convegni e dibattiti (come quelli organizzati a Palazzo De Mojà a partire dalle 18:30
di sabato 7 novembre), spettacoli e animazioni,
iniziative di solidarietà in compartecipazione
con altri organismi nazionali e internazionali
riconosciuti, visite guidate attraverso i vicoli del
suggestivo Borgo Antico, degustazione di prodotti tipici locali che sarà possibile anche acquistare in un’area riservata. Ma, qualora tutto
questo non vi sembrasse sufficiente, restate con
noi fino alla fine della manifestazione, che chiuderà, l’8 novembre alle 22:00, con il grande concerto di Mimmo Cavallaro.
L’Ottobrata entra a pieno titolo tra le manifestazioni che puntano all’intrattenimento a
basso costo, di cui la nostra realtà ha un disperato bisogno. Il tutto unito alla possibilità di
godere di sapori, profumi, colori, panorami di
una terra che, almeno in questo, non ha niente
da invidiare a nessuno.
Anche la Locride celebra la
Giornata Mondiale del Diabete
14 novembre verrà celebrata in tutto il mondo
la Giornata Mondiale del Diabete, istituita nel
1991 dalla International Diabetes Federation
(IDF) per ricordare la data di nascita di
Frederick Banting, lo scopritore, insieme a Charles
Best, nel 1921, dell’insulina. Nel dicembre 2006
l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) invitava
tutti gli Stati Membri a promuovere politiche per la
prevenzione della malattia e la diffusione di un’adeguata informazione. Il logo internazionale del World
Diabetes Day (WDD) è un “cerchio blu” che rappresenta l’unità di tutta la comunità mondiale.
Quest'anno la campagna di comunicazione di Diabete
Italia " Muovi i fili del diabete " è rivolta principalmente alle persone con diabete e a chi sta loro vicino e
invita al cambiamento, a scuotere i fili e muovere le
leve che possono migliorare la qualità della vita della
persona con diabete, sia direttamente sia sollecitando
una migliore assistenza.
Per il diabete in età pediatrica, la campagna di informazione e sensibilizzazione riguarda l' accoglienza del
bambino con diabete a scuola con il coinvolgimento
diretto di AGDItalia, la federazione che raggruppa la
maggior parte delle associazioni che si occupano di
diabete giovanile. "Diabete: cosa la Scuola può imparare e insegnare" è lo slogan della campagna 2015 che
fa riferimento alle raccomandazioni di un Documento
strategico realizzato da questa Federazione con la collaborazione dei Ministeri della Salute e della Pubblica
Istruzione. La Calabria ha di recente recepito questo
Documento strategico e, sulla spinta dei pediatri diabetologi facenti parte della "Rete diabetologica pediatrica calabre", ha promosso con l' Ufficio scolastico
regionale un Protocollo d'intesa che facilita l'inserimento a scuola in sicurezza del ragazzo con diabete.
Anche quest’anno saranno diversi gli eventi proposti
dal Centro di diabetologia pediatrica dell' Ospedale di
Locri e dall'Associazione Giovani con Diabete della
Locride per celebrare la Giornata Mondiale del
Il
Istituto Pedullà:
Domani un
convegno su
archeologia, arte e
benessere
Diabete 2015. Durante la settimana sono previsti
diversi incontri nelle scuole della Locride che avranno
per tema la corretta alimentazione e la promozione
dell'attività fisica. Sabato 14 Novembre, a partire dalle
ore 9.00, presso la sala del Convento dei Minimi di
Roccella Jonica, si svolgerà un incontro dibattito sul
tema "Alimentazione e Salute ".
A seguire, nella piazza antistante il Convento, si svolgerà una manifestazione ludica con giochi e animazione per i più piccoli con la collaborazione del Centro di
assistenza oncologica della Società nazionale di salvamento di Siderno. Alle ore 18.00, il prof. Fausto
Certomà, in allegria, sarà alla guida di un gruppo di
fitwalking al quale potranno partecipare tutti, grandi e
bambini.
Nelle notti tra il 14 e 16 novembre si potrà notare con
sorpresa che alcuni luoghi e monumenti del nostro
comprensorio si vestiranno di una luce blu così come
sarà fatto in tantissime altre città del nostro Paese e in
tanti altri Paesi del mondo. Un’iniziativa simbolica che
mira a illuminare la vita delle persone che convivono
con il diabete e a far luce tra quanti non lo conoscono
per eliminare pregiudizi che ancora oggi serpeggiano
in vari ambiti sociali.
L’Istituto Comprensivo “Bello - Pedullà Agnana” di Siderno, lunedì 9 novembre, alle
ore 17:00, ospiterà il convegno “Per Bacco…!”,
incentrato su Archeologia - Arte - Benessere.
Introdurrà il dirigente scolastico Vito Pirruccio.
Interverranno la Responsabile Museo
Archeologico Nazionale di Locri Laura Delfino
che parlerà di “Percorsi di storia e archeologia:
l’uva e il vino”, la Vice Presidente Sidus Club
Katia Aiello sulle “Nature morte” e la dentista
Gabriella Barreca su “Uva: proprietà e benefici”.
ATTUALITÀ
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DOMENICA 08 NOVEMBRE
21
Novembre, è ora di dire basta alla voglia di andare in giro come un fiore uscito
dall’orto botanico. Largo ai vestiti color fango-alluvione. E tra questi outfit smorti c’è
anche la roba che potrebbe servirti per “eventi speciali”, come il maiale e le olive.
S.O.Scambiodistagione
o fai due volte l’anno: la prima, a inizio maggio, quando vieni investito da
un’ondata di calore, che hai bramato
l’estate per mesi e mesi e all’improvviso già non la vuoi più; la seconda,
generalmente intorno “ai morti” (primi di
novembre), quando una mattina esci di casa
con 30°, a maniche corte, e torni con la febbre e i piedi congelati. Cambio stagione. Che
mentre lo fai ti chiedi perché papà tarlo e la
sua famiglia non abbia mangiato il tuo intero
guardaroba, tanto può, a tratti, farti schifo.
Ogni anno, puntualmente, ti si ripresentano
davanti quei capi d’abbigliamento, come il
parente al lutto che proprio non vuoi salutare, però ti tocca. La domanda è: perché?
Suddivisa nelle sottocategorie di: 1. Perché
non ho niente da mettermi? 2. Perché ho
comprato questo orrendo golfino? 3. Perché
esiste l’inverno?
D’estate vai in giro che pari un fiore uscito
dall’orto botanico, tanto che Picasso si rivolta nella sua tomba, invidiandoti gli abbinamenti di colore che c’hai addosso. D’inverno
scompare la tavolozza e ti mostri in quattro,
cinque varianti di colore, un po’ come succede nelle gelaterie, che ti lasciano solo il fior
di latte, la nocciola e il cioccolato. Non a
caso, uno dei colori più utilizzati è il fango,
derivato probabilmente dalle alluvioni invernali. E insomma, l’inverno è già triste di per
sé e il tuo guardaroba non ti aiuta proprio.
Puntualmente, poi, ti si ripresenta quel
L
maglioncino del quale vorresti raccontare
che si è infiltrito: la verità è che sei tu che
non ti infiltrisci mai, anzi, ti sdillabri; difatti,
l’unica volta che sei riuscito a metterlo è
stato quando hai dato l’esame di diritto
penale, che non hai mangiato per una settimana e allora ci sei entrato dentro. Fine
della favola. Altri maglioncini, invece, hanno
i colori della cacca; per precisare, di diversi
tipi di cacca (a seconda del tuo transito inte-
stinale, ma questo passaggio lo saltiamo).
Un’altra cosa che mi sono sempre chieste è
se al Nord, come al Sud, si usi mettere da
parte roba che potrebbe servirti per “eventi
speciali”, come il maiale o le olive. Ci si combina uno schifo durante queste giornate, ma
qualcosa dovrai pur indossare! Su questo
non ti batte nessuno: tra la maglia bucata e la
tuta con la macchia di varechina, hai solo
l’imbarazzo della scelta. Il cambio stagione
procede così, tra una montagna di roba che
fa volume e che raccoglie pelo (l’ultima volta
tuo cugino ti ha fatto stendere e rotolare sul
divano sul quale si era coricato il cane, perchè aveva bisogno di pulirlo), un senso di
impotenza e incredulità miste al chiederti il
senso della tua vita. Tra te e te ti dici che ce
la farai: anche questo inverno passerà e comprerai qualcosa che ti renda solare. In realtà
l’inverno è quella stagione che ti rende furbacchione, quando, mentre prepari la tua
ciambella preferita, ti accorgi che il burro è
finito e devi correre al supermercato. Per cui,
quello che fai, è indossare, sopra la maglia
del pigiama, il giubbotto; e metterti un cappello per nascondere i capelli sporchi; e non
toglierti nemmeno le babbucce, infilandoti
gli stivali che con quei termosifoni di lana ai
piedi sono passati dal numero 38 iniziale, al
27 di Lelly Kelly. Non riesci nemmeno a
camminare... Ma come ti sei ridotto?
La giornata dedicata al cambio stagione
invernale è dura: non ti si può parlare. Metti
da parte quello che proprio non indosserai
per dignità, quando arriva tua madre ed
esordisce con “Questo non lo metti più? Lo
regaliamo a tua cugina!”. Ti assale un senso
di calore, le guance diventano rosse e inizi a
sudare. Nessuno ha il diritto di toccare i tuoi
vestiti abominevoli, fossero l’ultima cosa che
ti resta... e con tutta la tua forza urli, “A mia
cugina NO!”.
Sara Jacopetta
StudentiVS locatori:
causa persa in partenza?
Tra i ricordi
dell’università
c’è senz’altro
quello del
proprietario di
casa: che sia
disponibile e
affidabile o
combinaguai e
spesso spilorcio,
segnerà in
maniera
indelebile la vita
di ogni
studente.
esperienza universitaria è un’avventura. In tutto e per tutto. Comincia
nell’istante esatto in cui si varca la
soglia della città che ospita la struttura, e non termina per tutta la vita.
Ci sarà sempre qualche questione ancora
aperta che continuerà a essere parte dell’esistenza di uno studente: un amico/a universitario diventato fidanzato/a, un fidanzato/a
diventato marito/ moglie, un ragazzo/a lasciato/a, un esame andato male, una coinquilina/o troppo simpatica/o, o una/o troppo antipatica/o.
Ma soprattutto il ricordo che ci si porterà dietro per tutta la vita sarà quello di un proprietario di casa disponibile e affidabile o di uno
totalmente inesperto e combinaguai.
L’entrata ufficiale nella vita universitaria dei
fuori sede comincia con la fatidica ricerca
disperata di un alloggio.
Poco male per coloro che si adattano a qualsiasi situazione, malissimo per chi ha grosse
pretese.
Che si prepari psicologicamente a giornate
infernali in cui troverà proprietari furbacchioni a cui il nome “contratto di locazione”
fa rabbrividire, nonché affermare: “Noi
siamo una famiglia! E nelle famiglie non ci
sono
contratti.”
Vano il tentativo di spiegazione secondo cui il
contratto è rivolto a tutelare entrambe le
parti.
Loro ragionano come se fossero una “famiglia”.
Case improponibili a prezzi tutt’altro che
proponibili.
Muffa, acari e polvere. Pavimento inesistente
e, sui muri, graffiti. Sì, di macchie.
Ma tanto “questa è una bella casa, comoda e
tranquilla. Al piano inferiore abita un medico e un avvocato. Gente raccomandabile.”
Sì, come se questi professionisti sul loro stato
civile avessero scritto “brava persona” solo
perché
possiedono
una
laurea.
Generalmente queste sono le tipiche persone
L’
la cui fortuna è stata quella di possedere un
immobile più o meno accettabile in una città
universitaria, da affittare a poveri studenti
malcapitati.
Vi sono, poi, i proprietari che nella vita sono
ricchi costruttori. E per ogni edificio costruito destinano un appartamento a studenti
affittuari.
Poco disponibili perché troppo impegnati, e
fin troppo lascivi. Gli studenti si ritrovano a
dover consegnare mensilità arretrate, perché
il proprietario si dimentica di passare a ritirare l’affitto, tanto mica ha bisogno di soldi.
Ah, dimenticavo.
Non dichiarano l’importo effettivo dell’affitto.
Pagherebbero
troppe
tasse.
Capita a volte (molto raramente) di trovare
l’onesto cittadino. Lavoratore da un’intera
vita, che ha acquistato un appartamento investendo del denaro messo da parte e frutto di
innumerevoli sacrifici.
Preciso ed efficiente. A ogni fine stagione si
trova a ingaggiare una ditta di pulizie per far
trovare l’appartamento sempre impeccabile
e profumato. Arredato con gusto, e studiato
nei
dettagli.
Questo tipo di locatore, dichiara anche il centesimo, fa visita a casa munito di cartellina e
con la situazione economica di bollette e
affitto ben chiara, delineata da un attento studio fatto di grafici e tabelle.
“Sara ha già pagato il canone. Mariella no. Il
2 settembre arriva la bolletta dell’acqua”.
Contratto rigorosamente registrato, e spese
contrattuali a carico del locatore.
Insomma instancabile e preciso, non può che
essere un proprietario di casa “limited edition”.
Sulle varie agenzie che si occupano di locare
appartamenti a studenti conviene non soffermarsi troppo.Due mensilità anticipate e altre
due per il loro guadagno.
Vi è, poi, una categoria di locatore che se
Dante avesse vissuto nei giorni nostri avrebbe collocato nell’ultimo girone dell’inferno.
È quella degli incivili e degli ignoranti.
Ma non perché non hanno studiato, ma per
il semplice motivo di non saper instaurare un
dialogo e affrontare un discorso.
Il povero studente dopo essersi innamorato
follemente della casa, cerca in tutti i modi di
farsi piacere il proprietario.
Ma si fallisce sempre.
Non mantengono orari, le 19 serali accordate due sere prima, divengono le 7:45 del mattino, senza avvertire.
Non hanno intenzione di spendere un euro,
e se dovesse capitare un guasto irreparabile
alla lavatrice millenaria degna di premio
Nobel per l’indistruttibilità, beh “gli elettrodomestici sono a carico dell’affittuario, quelli
in casa erano tutti nuovi.”
E se solo si cercasse di discutere, si può star
certi che loro non hanno nessuna intenzione
di cedere. Non sapendo argomentare, sono
capaci di girare le spalle e andar via nel bel
mezzo della discussione.
Anche un po’ offesi.
Non si capisce bene se dalla discussione o
dalla consapevolezza di essere inappropriati.
Che poi il povero studente entra pure in crisi:
“non capisce lui o non mi so spiegare io?”- si
chiede.
A questo punto il mio consiglio è uno solo:
invece di regalare soldi a proprietari incapaci
per affitti salatissimi, meglio accollarsi un
mutuo. Di sicuro - come dice mia nonna - si
guadagna in salute.
Sara Leone
RIVIERA
Vicini Vicini
Rocco Marzano e
Maria Bizantini du
te la tempesta. Nierannt
di meglio delle giace
che della ProtezioneCivile e del calo
umano per ripararre
si
dal vento.
Una soddisfazione
incompresa
Al comune di Siderno l’opposizione se la ride. Non
sappiamo perché, ma
vedere serenità sui volti di
Michele Cataldo e Pietro
Sgarlato rallegra anche a
noi.
Emergenza finita
La vicesindaco Anna
Romeo assieme alla
dirigente della
Protezione Civile,
davanti al comune
Siderno sono sollevate:
l’abbiamo scampata
anche questa volta!
In the real life…
Roberto Oliveto e Cosimo
Macrì, dopo tanti fotomontaggi, si incontrano dal vivo e
decidono di immortalare il
momento con un selfie più
unico che raro!
Una foto spaziale
Dall’archivio storico:
Pino Bova e Luigi
Guttà avevano posato per questo scatto
durante la manifestazione di CD a Siderno.
Chissà perché ci era
sfuggito…
Siamo nelle tue mani!
Nell’ultimo Consiglio Comunale,
Vincenzo De Leo è stato eletto
nella consulta cittadina. Buon
Lavoro Vincenzo, non fare scelte
di cui potremmo pentirci!
Sprezzanti del
pericolo
Il giorno della tempesta il temerario giornalista di Rai Calabria
si è fermato sul lungomare di Siderno a
intervistare gli altrettanto temerari passanti
“Ciao, bbelli!”
Davide Ruso e il “piccolo” Maio posano
dinanzi al bancone di Mimmo Simonetta
che, in astinenza da tabacco, saluta prima
di usare la porta di servizio…
Chi vuol essere Sommelier?
Durante l’incontro al Residence Zefiro la
Fondazione Italiana Sommelier ha annunciati l’apertura di una nuova sede nella Locride. Più vino
per tutti!
C’è crisi!
Salvatore
Siviglia e Pino
Albanese,
eletti “unità
crisi” al comune di Siderno
durante l’alluvione riordinano le idee
cercando supporto sui loro
smartphone
Come le bestie
Giustissima l’indignazione di Giovanni
Calabrese dinanzi al locrese che, mercoledì, ha ostruito l’accesso a via
Zaleuco per disfarsi di questa frasche
SETTIMANALE
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Ed ec ni di foto
Archi coli i festegmeravigl
attivit nà per i su giamenti iose
spum à! Una ott oi trent’an di Giulio
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DOMENICA08NOVEMBRE 23
Una squ
Sfoggian adra vincente
dei grando un portamento
accolgon i dirigenti d’azien tipico
fessionali o i clienti con una da e
della Vod tà unica: ecco il te proafone di S
a
iderno! m
Ancora tu?!
Torniamo ancora in quel del polifunzionale per incontrare il segretario regionale CD mentre discute
animatamente con Gianni Gerace e
Vincenzo Loiero!
In alta uniforme
Due vigili urbani
posano per noi in
alta uniforme
durante le commemorazioni che la
città di Siderno ha
organizzato per la
Giornata all’unità
Nazionale
Ognuno fa quello che
può
Percorsi alternativi alla
SS106: arrivano i totem
informativi dell’ANAS.
(dalla pagina Facebook
“Lo statale jonico”)
Effetto serra
Molto sentito in Calabria l’allarme OMS in
merito alla pericolosità delle carni rosse. Ma
attenzione: potrebbe non essere l’unico alimento pericoloso…
Siderno Salva l’Alto Adige
Ettore Gliozzi, sidernese, salva
ogni domenica la sua FC
SudTirolo. Entrato sempre alla
fine del 2° tempo, ha avuto il
potere di ribaltare tutti i risultati!
Fidiucioso di non cadere Francesco Oliva,
Il nostro simpatico vescovo, olino tra le nubi per
approfitta del sole che fa cap
farsi un bel giro in bicicletta.
Ciao Adele
Ci ha lasciato
Adele Cambria,
giornalista, scrittrice, compagna
instancabile nelle
lotte femministe.
Amica preziosa
della Casa internazionale delle
Donne.
Il pensiero dei
Bevilacqua
“È un anno che
ci manchi, Rosa.
Sarai sempre nei
nostri cuori. Tuo
marito e i tuoi
figli”
La colpa dell’alluvione
Questo scatto di Martino
Michelizzi non solo testimonia un momento
drammatico dell’alluvione, ma anche che è stata
portata da un “arcegliu
du malaugurio”