di Funzionalità Fluviale (IFF) applicato al Torrente

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di Funzionalità Fluviale (IFF) applicato al Torrente
Applicazione dell’Indice di
Funzionalità Fluviale (IFF)
aggiornato
al Torrente Rosandra
RELAZIONE 2007
NORDIO MIANI
NICOLA SKERT
ROBERTO GRAHONJA
ANDREA FURLANI
INDICE
1. Introduzione
3
2. Metodo IFF
2.1 Finalità dell’indice IFF
2.2 Ambito di applicazione
2.3 Modalità di rilevamento
2.4 Livello, giudizio e mappa di funzionalità
3
3
3
4
4
3. Il torrente Rosandra
3.1 Posizione geografica
3.2 Vegetazione
3.3 Fauna
3.4 Macroinvertebrati bentonici
7
7
8
8
8
4. Risultati
4.1 Generalità
4.2 Valori delle singole domande
9
9
15
5. Conclusioni
42
6. BIBLIOGRAFIA
46
2
1. INTRODUZIONE
Nel corso dei primi anni del 1900, anche in Italia, i fiumi erano considerati solo dei fornitori
d’acqua per svariati motivi, da quello irriguo a quello di energia per le centrali elettriche. Solo
con la nascita della legge Merli (Legge 10/5/1976, n.319 G.U. n.141 del 29/5/1976), si è iniziato
a parlare di tutela delle acque, anche se la legge stessa era piena di difetti, come ad esempio
quello di non tener conto delle informazioni ricavate dalle analisi chimiche e batteriologiche
svolte in laboratorio. Attorno agli anni ottanta si sviluppò un nuovo approccio alla valutazione
dei corsi d’acqua, ovvero si osservarono e si studiarono gli organismi presenti nei fiumi. Con la
legge sulla tutela delle acque, D.L.vo 152/99, accanto ai parametri chimici e batteriologici venne
affiancato il metodo IBE, che valutava la qualità ecologica di un fiume attraverso lo studio sia
qualitativo che quantitativo degli macroinvertebrati bentonici. Con il passare del tempo vennero
sviluppate ulteriori metodiche. Uno dei primi tra questi nuovi metodi fu l’ RCE-1 (Riparian
Channel Enviromental Inventory), ideato dal professor R.C.Peterson; il metodo venne pubblicato
nel 1992. Questo indice venne usato in Italia per la prima volta dal professor Siligardi, per
monitorare 480 tratti dei principali corsi d’acqua della regione Trentino (Siligardi e Maiolini,
1993). Così nacque il metodo RCE-2, che era una variante del metodo RCE-1, che però si
adattava meglio alla realtà dei fiumi alpini e prealpini. Di li a poco l’RCE-2 venne usato su tutto
il territorio italiano, sia nelle zone alpine che in quelle di pianura. Nel 1998 l’ANPA (Agenzia
Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) istituì un Gruppo di Lavoro per adattare il metodo.
Alla fine fu prodotto l’Indice di Funzionalità Fluviale (I.F.F.) che è il metodo di valutazione
attuale, sostanzialmente nuovo con un indirizzo sia statistico che gestionale dei fiumi (Chierici e
Dubricich, 2002), (Mancini, 2002), (Minciardi e Rossi, 2002), (Paoli, 2002), (Siligardi, 2002),
(Zanetti, 2002).
Nel novembre del 2000 è stato pubblicato a cura dell’ANPA (Agenzia Nazionale per la
Protezione dell’Ambiente) il manuale ufficiale del metodo (Siligardi et al., 2000). Nel giugno del
2001 è stato organizzato, presso l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente)
di Trento, il primo corso nazionale per la preparazione degli operatori a cui hanno partecipato
anche i rappresentanti dei quattro Dipartimenti Provinciali dell’ARPA del Friuli Venezia Giulia.
.
2. METODO IFF
2.1 Finalità dell’indice IFF
Il principale obiettivo dell’indice IFF è quello di rilevare lo stato complessivo
dell’ambiente fluviale e di valutarne la funzionalità, cioè il risultato dell’integrazione di una serie
di fattori biotici e abiotici presenti nell’ecosistema sia acquatico che terrestre. Riportando su una
rappresentazione cartografica l’IFF, si può osservare in modo molto chiaro e veloce lo stato dei
singoli tratti fluviali; l’IFF, quindi, può essere usato come strumento per la programmazione di
interventi di ripristino ambientali dell’ambiente fluviale e per la conservazione degli ambienti
più integri.
2.2 Ambito di applicazione
L’IFF è stato creato proprio per poter essere usato a riguardo di tutti i fiumi italiani, sia
quelli alpini sia quelli di pianura. Questo indice però non può essere usato in luoghi come stagni
3
e laghi, e neanche in ambienti di transizione come le foci, in quanto la presenza di acqua salata
crea un ambiente diverso da quello dove è presente la sola acqua dolce.
2.3 Modalità di rilevamento
Gli operatori devono percorrere il fiume da valle verso monte. Il fiume va suddiviso nei
“Tratti Omogenei” (TO), che corrispondono a tratti (di fiume) con caratteristiche simili. Una
volta che si è individuato un tratto omogeneo, bisogna rispondere alla “scheda di rilevamento
IFF” (Tab. 1). Tale scheda è composta da 14 domande, ognuna con 4 opzioni di risposta;
bisogna dare una sola risposta per ogni domanda, e quando la domanda lo richiede, bisogna dare
una risposta per la riva destra e una per la riva sinistra.
2.4 Livello, giudizio e mappa di funzionalità
I livelli di IFF vengono tradotti in 5 livelli di funzionalità, rappresentati da numeri romani
che vanno dal valore I, il migliore, al valore V, il peggiore. Ad ogni livello di funzionalità viene
associato il giudizio di funzionalità, che va da ottimo, il migliore, a pessimo, il peggiore.
Affinché il passaggio da un livello all’altro sia graduale, sono stati inseriti anche dei livelli
intermedi. Alla fine, il risultato è dato da 9 livelli di funzionalità, cioè 9 classi della qualità
ecologica del fiume. Ad ogni livello di funzionalità corrisponde un colore; queste barre colorate
possono essere inserite in una rappresentazione cartografica, facilitando la visualizzazione e la
lettura dei risultati dell’indagine (Tab. 2).
sponda
1) Stato del territorio circostante
a) assenza di antropizzazione
b) compresenza di aree naturali e usi antropici del territorio
c) colture stagionali e/o permanenti; urbanizzazione rada
d) aree urbanizzate
2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria
a) compresenza di formazioni riparie complementari funzionali
b) presenza di una sola o di una serie semplificata di formazioni
riparie
c) assenza di formazioni riparie ma presenza di formazioni
comunque funzionali
d) assenza di formazioni a funzionalità significativa
2bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria
a) compresenza di formazioni riparie complementari funzionali
b) presenza di una sola o di una serie semplificata di formazioni
riparie
c) assenza di formazioni riparie ma presenza di formazioni
comunque funzionali
d) assenza di formazioni a funzionalità significativa
dx
sx
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20
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40
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1
1
3) Ampiezza delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale
a) ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali > di 30 m
15
b) ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 30
10
m e 10 m
c) ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 10
5
me2m
d) assenza di formazioni funzionali
1
15
10
5
1
4
4) Continuità delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale
a) sviluppo delle formazioni funzionali senza interruzioni
15
b) sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni
10
c) sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni frequenti o
solo erbacea continua e consolidata o solo arbusteti a dominanza di
5
esotiche e infestanti
d) suolo nudo, popolamenti vegetali radi
1
5) Condizioni idriche
a) regime perenne con portate indisturbate e larghezza dell’alveo
bagnato > 1/3 dell’alveo di morbida
b) fluttuazioni di portata indotte di lungo periodo con ampiezza
dell’alveo bagnato < 1/3 dell’alveo di morbida o variazione del solo
tirante idraulico
c) disturbi di portata frequenti o secche naturali stagionali non
prolungate o portate costanti indotte
d) disturbi di portata intensi, molto frequenti o improvvisi o secche
prolungate indotte per azione antropica
1
10
5
1
25
15
5
1
7) Substrato dell’alveo e strutture di ritenzione degli apporti trofici
a) alveo con massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati (o
presenza di fasce di canneto o idrofite)
b) massi e/o rami presenti con deposito di materia organica (o
canneto o idrofite rade e poco estese)
c) strutture di ritenzione libere e mobili con le piene (o assenze di
canneto e idrofite)
d) alveo di sedimenti sabbiosi o sagomature artificiali lisce a
corrente uniforme
9) Sezione trasversale
a) alveo integro con alta diversità morfologica
b) presenza di lievi interventi artificiali ma con discreta diversità
morfologica
c) presenza di interventi artificiali o con scarsa diversità
morfologica
d) artificiale o diversità morfologica quasi nulla
5
20
6) Efficienza di esondazione
a) tratto non arginato, alveo di piena ordinaria superiore al triplo
dell’alveo di morbida
b) alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l’alveo di morbida
(o, se arginato, superiore al triplo)
c) alveo di piena ordinaria largo tra 1 e 2 volte l’alveo di morbida
(o, se arginato, largo 2-3 volte)
d) tratti di valli a V con forte acclività dei versanti e tratti arginati
con alveo di piena ordinaria < di 2 volte l’alveo di morbida
8) Erosione
a) poco evidente e non rilevante o solamente nelle curve
b) presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale
c) frequente con scavo delle rive e delle radici e/o evidente
incisione verticale
d) molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi
artificiali
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15
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10) Idoneità ittica
a) elevata
b) buona o discreta
c) poco sufficiente
d) assente o scarsa
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20
5
1
11) Idromorfologia
a) elementi idromorfologici ben distinti con successione regolare
b) elementi idromorfologici ben distinti con successione irregolare
c) elementi idromorfologici indistinti o preponderanza di un solo
tipo
d) elementi idromorfologici non distinguibili
12) Componente vegetale in alveo bagnato
a) perifiton sottile e scarsa copertura di macrofite tolleranti
b) film perifitico tridimensionale apprezzabile e scarsa copertura di
macrofite tolleranti
c) perifiton discreto o (se con significativa copertura di macrofite
tolleranti) da assente a discreto
d) perifiton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti
13) Detrito
a) frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi
b) frammenti vegetali fibrosi e polposi
c) frammenti polposi
d) detrito anaerobico
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1
14) Comunità macrobentonica
a) ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale
b) sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto
all’atteso
c) poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti
l’inquinamento
d) assenza di una comunità strutturata, presenza di pochi taxa, tutti
piuttosto tolleranti l’inquinamento
20
10
5
1
Punteggio totale
Livello di funzionalità
Giudizio di funzionalità
Tab 1. Scheda di rilevamento IFF
6
VALORI DI IFF
LIVELLO DI
FUNZIONALITA’
GIUDIZIO DI
FUNZIONALITA’
COLORE
261-300
I
ottimo
blu
251-260
I-II
ottimo-buono
blu-verde
201-250
II
buono
verde
181-200
II-III
buono-mediocre
verde-giallo
121-180
III
mediocre
giallo
101-120
III-IV
mediocre-scadente
giallo-arancio
61-100
IV
scadente
arancio
51-60
IV-V
scadente-pessimo
arancio-rosso
14-50
V
pessimo
rosso
Tab 2. Livelli di funzionalità con i relativi giudizi e colori di riferimento
3. IL TORRENTE ROSANDRA
3.1 Posizione geografica
Il torrente Rosandra nasce in territorio sloveno nei pressi del paese di San Pietro in
Marasso, alla quota di 440 m s.l.m. Dopo 7 km di percorso, sconfina in territorio italiano,
nell’abitato di Bottazzo alla quota di 186 m s.l.m. (Fig. 1). Il torrente prende il definitivo nome
di Rosandra solo dopo aver passato l’abitato di Bottazzo e aver ricevuto le acque del rio Grisa,
provenienti da sorgenti slovene. Da tale punto nasce anche la Val Rosandra. Per la naturalità
mantenuta nei primi 2 km di percorso dopo il confine, la Val Rosandra è stata denominata
Riserva Naturale dal 1996; inoltre la valle è stata inserita sia nell’elenco delle ZPS (Zone di
Protezione Speciale) sia in quello dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria). Il Rosandra scorre
per 6 km lungo la piana alluvionale creata dal torrente stesso. In questa piana diverse sono le
aree industriali e comunque c’è la presenza della città. Andando dalla foce verso monte si
incontrano, nell’abitato di Aquilinia, gli impianti di raffineria di prodotti petroliferi dismessi dal
1985; oggi quel sito è dichiarato inquinato. Successivamente si incontrano i serbatoi
dell’oleodotto transalpino “SIOT”; infine si trova lo stabilimento industriale della ex “Grandi
Motori”, attuale “Wartsila”.
Fig 1. La provincia di Trieste; nel riquadro il torrente Rosandra
7
3.2 Vegetazione
Per quanto riguarda la vegetazione, il territorio che viene attraversato dal torrente
Rosandra può essere diviso in due tratti; un primo tratto che inizia dal mare e giunge fino
all’abitato di Bagnoli, e un secondo che va da Bagnoli fino al confine con la Slovenia. Il primo
tratto risente dell’azione antropica, sia per la presenza della città che per gli insediamenti
industriali. Tale tratto non è quindi molto importante dal punto di vista naturalistico. Raramente
si trova il canneto lungo il corso d’acqua, la componente arborea perifluviale è composta dal
salice bianco (Salix alba), dal pioppo nero (Populus nigra), dagli ontani neri (Alnus glutinosa),
dagli olmi campestri (Ulmus minor), dall’orniello (Fraxinus ornus). Tra le piante arbustive si
trova la sanguinella (Cornus sanguinea), il rovo (Rubus ulmifolius), il prugnolo (Prunus
spinosa). Il secondo tratto comprende il Parco Naturale della Valle Rosandra che, grazie alla
diversità climatica, alla asimmetria dei versanti e ai diversi litotipi presenti (calcare e flysch),
presenta diverse specie vegetali ben definite, come la vegetazione pioniera delle rupi e dei
ghiaioni, la landa carsica in fase di incespugliamento, la boscaglia carsica costituita dal carpino
nero e l’orniello, il bosco a roveri e cerri, la vegetazione ripariale a salici, pioppi e ontani lungo
il torrente. In questo tratto ci sono diverse specie ripariali arboree, tra cui il salice rosso (Salix
purpurea), l’ontano nero (Alnus glutinosa), il pioppo nero (Populus nigra). Per quanto riguarda
la componente arborea e arbustiva, si trovano il carpino nero (Ostrya carpinifolia), l’orniello
(Fraxinus ornus), il ciliegio canino (Prunus mahaleb), il cerro (Quercus cerris), l’emero
(Coronilla emeroides), il sommaco (Cotinus coggygria). Tra le specie erbacee si trovano la
sesleria d’autunno (Sesleria autumnalis), la sesleria termifolia (Sesleria termifolia), il cardo
pavonazzo (Drypis spinosa). Molte sono anche le specie endemiche, come il garofano domestico
(Dianthus sylvestris), la ginestra stellata (Genista holopetala)(Pignatti, 1982).
3.3 Fauna
Anche la fauna è molto ricca. Tra i pesci presenti nel corso d’acqua sono noti la
sanguinarola (Phoxinus phoxinus), l’alborella (Al burnus al burnus alborella), il cavedano
(Leuciscus cephalus), la trota fario (Salmo trutta). Gli anfibi sono rappresentati da 7 specie, quali
la salamandra pezzata (Salamandra salamandra), il rospo comune (Bufo bufo spinosus), la
raganella (Hyla arborea), l’ululone (Bombina variegata), la rana verde minore (Rana esculenta),
la rana verde maggiore (Rana ridibunda), la rana agile (Rana dalmatica).
Anche i rettili sono presenti nel territorio circostante il torrente. Si trova il ramarro (Lacerta
viridis viridis), la lucertola di Melisello (Lacerta melisellensis fiumana), la lucertola campestre
(Lacerta sicula campestris), la lucertola dei muri (Lacerta muralis), l’orbettino (Anguis fragilis
fragilis), la vipera del corno (Vipera ammodytes).
Ci sono anche diverse specie di uccelli, che sono positivamente condizionati dalla variabilità
degli ambienti all’interno del Parco; si possono trovare la ballerina bianca (Motacilla alba), la
garzetta (Egretta garzetta) e l’airone cenerino (Ardea cinerea) lungo il torrente, il passero
solitario (Monticola solitarius) e il picchio muraiolo (Tichodroma muraria) sulle rupi sovrastanti
il corso d’acqua, il picchio rosso nelle zone boscose.
Tra i mammiferi presenti lungo il territorio attraversato dal torrente si trova la volpe (Vulpes
vulpes), il capriolo (Capreolus capreolus), il gatto selvatico (Felis silvestris), la arvicola delle
nevi (Chiononys nivalis) (Mezzena e Dolce, 1977; Dolce, 1981).
3.4 Macroinvertebrati bentonici
I macroinvertebrati bentonici sono stati scelti, nell’indice IBE (Indice Biotico Esteso),
per studiare la qualità ecologica fluviale (Ghetti, 1997). Tali organismi sono molto importanti
nel processo di ciclizzazione della materia organica e nel meccanismo autodepurativo degli
ecosistemi di acque correnti. Facendo uno studio sia qualitativo che quantitativo di questi
8
organismi si può calcolare la qualità ecologica di un fiume. I macroinvertebrati bentonici vivono
stabilmente sul fondo dei corsi d’acqua e ciò rende molto facile il loro campionamento. L’ARPA
FVG, Dipartimento di Trieste, ha individuato 6 stazioni di campionamento lungo il torrente
Rosandra per il campionamento dei macroinvertebrati bentonici.
Nelle stazioni più a monte, quelle denominate “Bottazzo”, “Ponte” e “Uscita Valle”, si sono
trovati organismi propri di un ambiente con una buona funzionalità, in quanto le acque sono
limpide e ben ossigenate. La situazione degrada procedendo verso valle fino all’ultima stazione
denominata “foce”, presso la quale l’acqua si presenta torbida, ricca di materia organica e non
ben ossigenata.
In totale, nelle 6 stazioni di campionamento, sono stati individuati i seguenti taxa di
macroinvertebrati bentonici:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Plecotteri: Brachyptera, Capnia, Isoperla, Leuctra, Nemoura, Perla;
Efemerotteri: Baetis, Caenis, Centroptilum, Cloeon, Ecdyonurus, Electrogena, Epeurus,
Ephemera, Ephemerella, Habrophlebia, Paraleptophlebia, Pseudcentroptilum;
Tricotteri: Beraidae, Brachycentridae, Glossosomatidae, Hydropsychidae, Hidroptilidae,
Leptoceridae, Limnephilidae, Odontoceridae, Philopotamidae, Polycentropodidae,
Psychomydae, Rhyacophilidae, Sericostomatidae;
Coleotteri: Dryopidae, Dytiscidae, Elminthidae, Haliplidae, Helodidae, Helophoridae,
Hydraenidae, Hydrophilidae;
Odonati: Aeschna, Calopterix, Coenagrion, Cordulia, Onychogomphus, Orthetrum,
Platycnemis, Sympetrum;
Ditteri: Anthomydae, Athericidae, Ceratopogonidae, Chironomidae, , Dolychopodidae,
Empididae, Limoniidae, Psychodidae, Simuliidae, Stratiomydae, Tabanidae, Tipulidae;
Eterotteri: Corixidae, Nepididae, Notonectidae;
Crostacei: Asellidae, Asticidae, Crangonyctidae, Gammaridae;
Gasteropodi: Ancylidae, Bithinidae, Emmericiidae, Hydrobioidea, Lymnaeidae,
Neritidae, Physidae, Planorbidae, Valvatidae;
Bivalvi: Pisidiidae;
Tricladi: Dendrocoelum, Dugesia, Polycelis;
Irudinei: Dina, Helobdella,
Oligocheti: Enchytraeidae, Haplotaxidae, Lumbricidae, Lumbriculidae, Naididae,
Tubificidae.
Per il riconoscimento dei macroinvertebrati sono stati usati i testi di Campaioli et al. (1994),
Campaioli et al. (1999), Carchini, (1983), Conci e Nielsen (1956), Sansoni (1998).
4. RISULTATI
4.1 Generalità
Il torrente Rosandra è stato monitorato nella sola parte italiana, dall’abitato di Aquilinia a
quello di Bottazzo. Il tratto che va dall’abitato di Aquilinia fino al mare, lungo circa 500 m, non
può essere preso in considerazione in quanto si tratta di una zona di transizione.
Complessivamente sono stati monitorati 7.841 m di alveo, per un totale di 15.682 m di sponde. Il
torrente Rosandra è stato suddiviso in 90 Tratti Omogenei, di lunghezza compresa tra i 30 e gli
872 m; i Tratti Omogenei sono stati identificati con i numeri dall’1 al 90 (Fig. 2, 3, 4).
In Tab. 3 si riporta lunghezza, punteggi e livelli di funzionalità dei singoli Tratti
Omogenei del torrente Rosandra, relativamente alle singole domande e all’IFF complessivo. In
9
Tab. 4 si riportano le spiegazioni dei codici di cui la Tab.3. Di seguito i risultati verranno esposti
per singola domanda.
Fig 2. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 28
Fig 3. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 29 al Tratto Omogeneo 59
10
Fig 4. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 60 al Tratto Omogeneo 90
Domanda
Abbreviazione
Stato del territorio circostante
Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria
Ampiezza delle formazioni funzionali presenti nella fascia perifluviale
Continuità delle formazioni funzionali presenti nella fascia perifluviale
Condizioni idriche
Efficienza di esondazione
Substrato dell'alveo e strutture di ritenzione degli apporti trofici
Erosione
Sezione trasversale
Idoneità ittica
Idromorfologia
Componente vegetale in alveo bagnato
Detrito
Comunità macrobentonica
ter
veg1
amp
cont
idr
eson
sub
ero
tras
itt
morf
com
det
macro
Tab 4. Abbreviazione delle singole domande della scheda di rilevamento
tratto
1
2
3
4
5
6
tratto
m
sp punti livello ter veg1 amp cont idr eson sub ero tras itt morf com det macro
40
dx
60
IV
V
1
1
5
15
40
sx
60
IV
V
1
1
5
15
84
dx
93
1
10
5
15
84
sx
112
III IV 20
1
5
15
IV
166 dx
89
166 sx
108
IV
56
dx
74
IV
56
sx
126
40
dx
40
5
1
1
5
1
5
5
1
5
5
1
15
5
1
1
5
5
5
1
1
20
20
20
5
5
5
5
5
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5
5
5
5
5
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1
5
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5
5
5
5
5
5
5
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1
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1
5
5
5
20
5
5
5
5
5
1
1
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15
III IV 20
1
5
15
1
1
5
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III
20
10
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15
47
V
1
1
5
10
sx
66
IV
20
1
5
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48
dx
121
III
20
1
5
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106
III IV 20
1
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m
sp punti livello ter veg1 amp cont idr eson sub ero tras itt morf com det macro
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tratto
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m
sp punti livello ter veg1 amp cont idr eson sub ero tras itt morf com det macro
58
dx
141
III
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5
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5
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1
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V
5
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III
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dx
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III
1
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5
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dx
137
III
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1
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sx
136
III
5
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5
5
40
dx
51
IV
V
1
1
5
5
40
sx
51
IV
V
1
1
5
5
56
dx
128
III
1
1
5
15
56
sx
128
III
1
1
5
15
59
dx
132
III
1
1
5
15
59
sx
107
III IV
1
1
5
5
69
dx
175
III
5
25
5
15
69
sx
171
III
1
25
5
15
30
dx
156
III
1
25
10
15
30
sx
146
III
5
25
5
10
61
dx
118
III IV
1
25
5
1
61
sx
112
III IV
5
1
5
15
54
dx
97
IV
1
1
5
5
54
sx
107
III IV
1
1
5
15
64
dx
142
III
1
1
5
15
64
sx
105
III IV
1
1
1
1
IV
1
1
5
15
III IV 20
10
5
15
163 dx
92
163 sx
111
43
dx
61
IV
1
1
5
5
43
sx
61
IV
1
1
5
5
36
dx
113
III IV
1
1
5
5
36
sx
161
III
20
10
15
15
70
dx
107
III IV
1
10
5
15
70
sx
160
III
20
25
15
5
124 dx
156
III
1
25
5
15
124 sx
175
III
20
10
15
5
52
dx
108
III IV
1
1
1
5
52
sx
108
III IV
1
1
1
5
59
59
80
dx
sx
dx
118
118
89
III IV
III IV
IV
1
1
1
1
1
1
5
5
1
5
5
5
80
sx
102
III IV
1
10
5
10
85
dx
97
IV
1
1
5
10
85
sx
97
IV
1
1
5
10
76
dx
51
IV
V
1
1
1
10
76
sx
55
IV
V
1
1
5
10
137 dx
77
IV
1
10
5
10
137 sx
77
IV
1
1
5
10
5
5
15
5
1
5
5
5
15
5
5
15
5
5
25
5
15
25
5
1
1
5
15
15
10
15
15
10
15
15
5
15
15
5
1
15
5
5
5
5
15
15
5
5
5
1
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5
10
15
15
10
15
5
10
15
15
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5
5
10
15
15
10
5
5
10
5
15
5
5
5
5
5
5
15
20
1
1
5
20
5
20
15
5
15
20
1
1
20
20
20
5
20
20
20
15
5
5
20
20
20
1
5
5
20
20
20
20
1
20
5
20
15
15
20
20
1
5
15
15
1
1
5
5
20
5
5
10
10
10
1
1
1
5
10
10
20
5
5
10
10
10
20
5
5
10
10
10
20
5
5
10
10
10
20
5
5
5
10
10
5
5
1
5
10
5
15
1
5
10
10
10
20
5
5
10
5
5
20
5
15
5
10
10
20
5
5
5
5
10
20
5
5
10
10
10
15
5
5
10
5
10
15
20
5
10
5
10
20
5
5
5
5
10
1
1
5
5
5
5
5
20
1
5
5
5
20
5
5
5
5
5
20
20
5
5
5
10
15
20
5
10
10
10
5
20
1
10
5
5
20
20
5
5
5
5
5
5
5
5
5
10
5
1
1
5
5
5
15
5
5
5
5
5
12
tratto
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
m
sp punti livello ter veg1 amp cont idr eson sub ero tras itt morf com det macro
50
dx
75
IV
1
1
1
5
50
sx
88
IV
1
1
5
10
105 dx
117
III
1
1
5
10
105 sx
102
III IV
1
1
5
10
58
dx
122
III
1
1
5
15
58
sx
108
III IV
1
1
5
15
55
dx
75
IV
1
1
5
5
55
sx
85
IV
1
1
5
15
119 dx
136
III
1
25
5
10
119 sx
107
III IV
5
1
5
15
87
dx
121
III
5
1
5
10
87
sx
107
III IV
1
1
5
10
67
dx
60
IV
V
1
1
5
10
67
sx
60
IV
V
1
1
5
10
153 dx
131
III
20
1
5
10
153 sx
112
III IV
1
10
10
15
90
dx
117
III IV
5
1
5
10
90
sx
161
III
1
25
10
15
126 dx
136
III
5
1
5
15
126 sx
156
III
20
10
15
15
57
dx
63
IV
5
1
5
10
57
sx
102
III IV 20
10
15
15
37
dx
116
III IV
5
1
5
15
37
sx
136
III
20
10
15
15
73
dx
56
IV
V
5
1
5
10
73
sx
56
IV
V
5
1
5
10
60
dx
186
II
III 20
25
15
10
60
sx
122
III
5
1
5
10
68
dx
136
III
20
10
15
15
68
sx
135
III
5
25
10
15
115 dx
160
III
20
25
15
15
115 sx
140
III
5
25
10
15
282 dx
27
V
1
1
5
10
282 sx
31
V
5
1
5
10
131 dx
145
III
5
25
10
15
131 sx
92
IV
5
1
5
10
129 dx
80
IV
1
1
5
15
129 sx
84
IV
5
1
5
15
94
dx
109
III IV
1
25
10
15
94
sx
88
IV
5
1
5
15
32
32
86
dx
sx
dx
93
73
85
IV
IV
IV
1
5
1
1
1
1
5
5
5
15
10
15
86
sx
98
IV
5
1
5
10
39
dx
98
IV
1
1
5
15
39
sx
97
IV
5
1
5
10
64
dx
111
III IV
1
10
10
15
64
sx
87
IV
5
1
5
5
83
dx
89
IV
1
1
5
15
83
sx
92
IV
5
1
5
10
5
1
5
10
5
5
10
5
15
10
5
15
5
5
15
10
5
15
10
5
1
10
5
15
10
15
15
10
15
15
5
1
5
10
5
15
5
1
1
10
15
15
10
5
15
10
5
15
1
1
1
5
5
15
5
5
15
5
5
15
5
5
15
5
5
15
5
5
15
5
5
15
5
5
15
1
5
20
5
15
1
1
1
15
1
15
5
1
1
20
1
1
15
15
1
1
1
15
1
1
1
20
20
1
5
5
5
1
1
20
1
1
1
1
5
20
1
1
15
1
1
5
1
1
5
15
20
5
5
5
5
20
5
5
10
10
10
15
5
5
10
10
10
15
1
5
1
5
5
15
5
5
10
10
10
15
5
5
10
10
10
5
5
1
5
5
5
15
5
5
5
5
10
15
5
15
5
5
10
15
5
15
5
5
10
5
5
5
5
5
5
15
5
5
5
5
10
5
1
1
5
5
10
15
5
5
1
10
5
15
5
5
5
5
10
20
5
5
5
5
10
1
1
1
1
1
1
15
5
5
5
5
10
15
1
5
1
5
5
15
1
5
1
5
5
5
5
5
1
5
5
15
1
5
1
5
10
15
5
5
5
10
10
5
5
5
10
10
10
5
1
5
10
10
10
13
tratto
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
m
sp punti livello ter veg1 amp cont idr eson sub ero tras itt morf com det macro
55
dx
141
III
5
1
5
15
55
sx
141
III
5
1
5
15
56
dx
120
III IV
5
10
5
10
56
sx
88
IV
5
1
1
10
56
dx
136
III
5
1
5
15
56
sx
156
III
25
10
15
15
79
dx
117
III IV
79
sx
195
II
37
dx
151
37
sx
191
56
dx
156
56
sx
200
II
IV
5
1
5
10
III 25
25
15
15
III
II
5
1
5
10
III 25
25
15
15
III
5
1
5
10
III 25
10
15
15
172 dx
52
1
1
1
1
172 sx
64
IV
V
5
1
5
5
50
dx
81
IV
1
1
5
15
50
sx
80
IV
5
1
5
10
92
dx
112
III IV
1
1
5
10
92
sx
121
III
5
1
5
15
116 dx
98
IV
1
1
5
10
116 sx
160
III
25
10
15
15
43
dx
117
III IV
5
1
5
10
43
sx
190
II
III 25
25
15
15
30
dx
55
IV
V
5
1
5
10
30
sx
114
III IV 25
25
15
15
112 dx
141
III
5
1
5
5
112 sx
210
II
25
25
15
15
111 dx
161
III
20
1
5
10
111 sx
210
II
25
25
15
15
95
dx
186
III 20
1
5
15
95
sx
206
II
25
25
15
15
72
dx
77
IV
20
1
1
1
72
sx
43
V
5
1
1
1
169 dx
235
II
25
25
15
15
169 sx
190
5
10
5
10
51
dx
215
II
25
25
15
10
51
sx
151
III
5
10
5
5
34
dx
94
IV
25
10
15
10
34
sx
64
IV
5
10
10
5
43
dx
157
25
1
5
10
43
sx
185
III 25
25
5
15
40
dx
71
IV
25
1
5
10
40
sx
90
IV
25
10
15
10
78
dx
200
III 25
25
15
15
78
sx
166
25
1
5
15
164 dx
255
I
II
25
25
15
15
164 sx
255
I
II
25
25
15
15
94
dx
205
II
25
25
15
5
94
sx
205
II
25
25
15
5
91
dx
275
I
25
25
15
15
91
sx
275
I
25
25
15
15
II
II
III
III
II
II
III
5
15
15
5
5
15
10
5
15
10
5
15
10
5
25
10
5
25
5
1
15
5
1
15
5
5
15
10
5
5
10
5
15
5
5
1
10
5
25
10
5
25
10
15
25
5
5
1
10
15
25
10
15
15
5
5
1
10
15
15
5
1
1
10
5
15
10
25
25
10
5
5
20
25
25
20
20
20
1
20
1
1
20
20
1
20
20
1
1
1
1
5
20
1
15
1
15
1
1
15
20
15
20
20
1
20
1
15
20
15
1
1
1
1
5
1
1
15
15
15
15
20
20
15
15
20
5
5
10
10
10
5
5
5
10
10
10
15
5
5
5
10
20
15
5
5
10
10
20
15
5
15
5
10
20
20
5
15
5
10
20
5
1
5
5
5
5
5
1
1
10
10
10
15
5
5
5
10
10
20
5
5
10
10
10
15
5
5
10
10
20
1
5
1
5
5
5
20
5
5
10
10
20
20
5
5
10
10
20
15
5
15
10
10
20
1
5
1
10
5
1
20
5
15
15
15
20
15
5
15
15
15
20
1
5
1
5
5
5
15
5
15
10
10
20
1
5
1
5
5
5
15
5
15
10
10
20
20
20
20
10
10
20
20
20
5
15
15
20
20
20
20
15
15
20
14
tratto
82
83
84
85
86
87
88
89
90
m
sp punti livello ter veg1 amp cont idr eson sub ero tras itt morf com det macro
873 dx
174
873 sx
182
30
dx
245
30
sx
50
III
25
1
1
1
III 25
1
5
5
II
25
25
15
10
245
II
25
25
15
10
dx
245
II
25
25
15
15
50
sx
245
II
25
25
15
15
45
dx
260
25
25
15
15
45
sx
221
25
1
5
10
99
dx
255
I
II
25
25
15
15
99
sx
255
I
II
25
25
15
15
60
dx
250
II
25
25
15
15
60
sx
235
II
25
25
15
10
II
I
II
II
121 dx
235
II
20
25
5
15
121 sx
216
II
20
1
10
15
89
dx
197
III 20
1
5
15
89
sx
236
25
25
15
15
30
dx
255
I
II
25
25
15
15
30
sx
260
I
II
25
25
15
15
II
II
10
1
5
10
5
25
10
15
25
10
15
25
10
25
25
10
15
25
10
5
25
10
1
25
10
15
25
20
20
20
20
5
5
20
20
15
15
15
5
20
20
15
15
15
20
20
20
20
15
15
20
20
20
20
15
15
20
20
20
20
15
15
20
20
20
20
15
15
20
20
20
20
15
15
20
15
20
20
15
15
20
20
20
20
15
15
20
15
20
20
15
15
20
20
20
20
15
15
20
Tab 5. Lunghezza, punteggi e livelli di funzionalità dei singoli Tratti Omogenei del torrente Rosandra, relativamente alle singole domande e
all’IFF complessivo
4.2 Valori delle singole domande
Domanda 1
1) Stato del territorio circostante
a) assenza di antropizzazione
b) compresenza di aree naturali e usi antropici del territorio
c) colture stagionali e/o permanenti; urbanizzazione rada
d) aree urbanizzate
25
20
5
1
25
20
5
1
L’obiettivo di questa domanda è di valutare l’impatto del territorio circostante sulla
funzionalità fluviale. La permeabilità del suolo e la copertura vegetale favoriscono l’infiltrazione
delle acque che cadono dalle precipitazioni, diminuendo i rischi di piene ed alimentando i corsi
d’acqua. Queste caratteristiche sono compromesse se si cambia l’uso del suolo, sia a scopo
agricolo che ancora di più a scopo urbanistico, in quanto ne alterano la permeabilità. La
copertura vegetale è altrettanto importante in quanto offre una fonte di apporti organici e una
copertura dagli apporti inquinanti. Aree non antropizzate ospitano normalmente una ricca fauna;
al contrario un habitat divenuto area urbanizzata o agricola, porta ad una graduale diminuzione
della diversità ambientale e della biodiversità.
Osservando i risultati, si può notare come il torrente Rosandra, nei tratti a valle, costeggi
aree urbanizzate come Aquilinia, oppure zone industriali quali SIOT e Wartsila, fino a quando
non si giunge in prossimità della Val Rosandra; tale tratto ottiene i punteggi migliori dal
momento che rientra nel contesto di un Parco Naturale e quindi con un impatto antropico assai
contenuto.
15
Fig 5. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 6. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 7. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
16
stato del territorio circostante
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
sponda destra
sponda sinistra
1
5
20
25
sponda destra
3676
1194
1020
1951
sponda sinistra
1579
2562
1171
2529
punteggio
Percentuale dei punteggi delle due sponde
stato del territorio circostante
16000
14000
12000
10000
lunghezza 8000
6000
4000
2000
0
sponde totali
sponde totali
1
5
20
25
5255
3756
2191
4480
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 2
2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria
a) compresenza di formazioni riparie complementari funzionali
b) presenza di una sola o di una serie semplificata di formazioni
riparie
c) assenza di formazioni riparie ma presenza di formazioni
comunque funzionali
d) assenza di formazioni a funzionalità significativa
40
40
25
25
10
10
1
1
L’obiettivo di questa domanda è rilevare la presenza, o l’assenza, di formazioni vegetali
capaci di svolgere delle funzioni, quali la costituzione di habitat, filtro nei confronti del corso
d’acqua, contributo all’autodepurazione del corso d’acqua, apporti alimentari. Queste formazioni
vegetali vanno ricercate nella fascia perifluviale, cioè la fascia di territorio immediatamente a
lato del corso d’acqua. La fascia riparia è un ecotono, quindi anche una zona di transizione tra
due sistemi ecologici adiacenti. Queste zone di transizione presentano un’elevata biodiversità.
Nel caso del torrente Rosandra si osserva una situazione omogenea con punteggi, nella
maggior parte dei casi, che rientrano nella condizione peggiore (risposta d). Questo è dovuto al
fatto che, benché sia presente una fascia di vegetazione riparia, questa non è molto ampia e
quindi non può consentire un’adeguata funzionalità.
17
Fig 8. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 9. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 10. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
18
vegetazione in fascia perifluviale primaria
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
sponda destra
1
10
25
sponda sinistra
40
sponda destra
5664
292
1885
0
sponda sinistra
4866
1191
1784
0
punteggio
Percentuale dei punteggi delle due sponde
vegetazione in fascia perifluviale primaria
16000
14000
12000
10000
lunghezza 8000
6000
4000
2000
0
sponde totali
sponde totali
1
10
25
40
10530
1483
3669
0
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 3
3) Ampiezza delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale
a) ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali > di 30 m
15
b) ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 30
10
m e 10 m
c) ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 10
5
me2m
d) assenza di formazioni funzionali
1
15
10
5
1
L’obiettivo di questa domanda è di valutare l’ampiezza cumulativa, ortogonalmente
rispetto il corso d’acqua, delle formazioni vegetali. L’efficienza della vegetazione presente nella
fascia perifluviale, sia primaria che secondaria, è legata sia alla complessità e diversità che alla
sua ampiezza. Si pensa che un’ampiezza di 30 m sia il valore minimo per una buona
funzionalità; comunque un’ampiezza superiore ai 10 m è già sufficiente per una discreta
funzionalità.
Per quanto riguarda il torrente Rosandra, la risposta prevalente è la “b”, cioè una fascia
compresa tra i 30 m e i 10 m. Si trova anche una discreta percentuale nella risposta “a”, cioè una
fascia con un’ampiezza superiore ai 30 m e quindi con notevole ampiezza delle formazioni
funzionali. Il valore massimo è stato trovato per la maggioranza dei casi nella parte a monte del
torrente, in corrispondenza della Val Rosandra.
19
Fig 11. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 12. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 13. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
20
ampiezza delle formazioni
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
sponda destra
1
5
10
sponda sinistra
15
sponda destra
1375
4909
319
1238
sponda sinistra
244
5028
637
1932
punteggio
Percentuale dei punteggi delle due sponde
ampiezza delle formazioni
16000
14000
12000
10000
lunghezza 8000
6000
4000
2000
0
sponde totali
sponde totali
1
5
10
15
1619
9937
956
3170
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 4
4) Continuità delle formazioni funzionali presenti in fascia
perifluviale
a) sviluppo delle formazioni funzionali senza interruzioni
b) sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni
c) sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni frequenti o
solo erbacea continua e consolidata o solo arbusteti a dominanza di
esotiche e infestanti
d) suolo nudo, popolamenti vegetali radi
15
10
15
10
5
5
1
1
La funzionalità della vegetazione dipende anche dalla copertura. Questa garantisce una
connettività tra il torrente e l’ambiente circostante; un’interruzione, naturale o artificiale, può
compromettere diverse funzioni ecologiche.
Nel torrente Rosandra, anche se la vegetazione non è di tipo riparia, si nota comunque un
buon grado di continuità, infatti più della metà delle risposte è ricaduta nel punteggio massimo,
corrispondente alla condizione per cui la copertura vegetale è priva di interruzioni.
21
Fig 14. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 15. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 16. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
22
continuità delle formazioni funzionali
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
sponda destra
1
5
10
sponda sinistra
15
sponda destra
1178
845
2164
3654
sponda sinistra
136
1889
2078
3738
punteggio
Percentuale dei punteggi delle due sponde
continuità delle formazioni funzionali
16000
14000
12000
10000
lunghezza 8000
6000
4000
2000
0
sponde totali
sponde totali
1
5
10
15
1314
2734
4242
7392
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 5
5) Condizioni idriche
a) regime perenne con portate indisturbate e larghezza dell’alveo
bagnato > 1/3 dell’alveo di morbida
b) fluttuazioni di portata indotte di lungo periodo con ampiezza
dell’alveo bagnato < 1/3 dell’alveo di morbida o variazione del solo
tirante idraulico
c) disturbi di portata frequenti o secche naturali stagionali non
prolungate o portate costanti indotte
d) disturbi di portata intensi, molto frequenti o improvvisi o secche
prolungate indotte per azione antropica
20
10
5
1
Un corso d’acqua può avere un regime idrologico costante tutto l’anno grazie alla fusione
glaciale e nivale; in questo caso i regimi idrologici con apporto d’acqua per fusione glaciale e
nivale presentano dei picchi di portata nei mesi estivi. I corsi d’acqua con un’alimentazione
prevalentemente pluviale presentano variazioni di portata legati agli eventi meteorici e quindi
possono presentare portate anche molto basse in periodi non piovosi come estate e inverno.
Corsi d’acqua che invece hanno un’alimentazione mista, cioè sia pluviale sia dovuta alla fusione
di ghiacciai e della neve, presentano significative variazioni nella portata, con un’alternanza di
magre e piene. Le variazioni stagionali legate per lo più alle precipitazioni hanno un effetto
positivo sul corso d’acqua in quanto, con il trasporto di materiale organico e solido, favoriscono
una diversificazione morfologica. Questi fattori che riguardano la variazione del regime idrico
sono però fattori naturali. Ci possono essere anche altri fattori che influenzano la portata di un
corso d’acqua e in particolare quelli antropici. I più significativi possono essere
23
l’impermeabilizzazione del territorio, l’alterazione delle fasce fluviali, la captazione delle acque.
Tutti questi fattori riducono la funzionalità del corso d’acqua e i loro effetti possono essere:
•
•
•
diminuzione della superficie dell’alveo bagnato e del tirante idraulico, con la sottrazione
dello spazio vitale disponibile per gli organismi che vivono nel corso d’acqua;
banalizzazione dell’habitat e perdita di diversità idraulico-morfologica;
minore disponibilità d’acqua, con una riduzione della capacità autodepurante.
Nel caso del torrente Rosandra si può vedere come quasi tutte le risposte siano
concentrate sui due valori centrali. Soprattutto nella parte più a valle del torrente i disturbi sono
frequenti, anche con secche nei periodi di siccità, mentre nella parte più a monte le fluttuazioni
sulla portata non sono tali da determinare delle parziali limitazioni della funzionalità. Fanno
eccezione il Tratto Omogeneo “22” e “48”, dove il fondo è stato impermeabilizzato, con
riduzione della funzionalità di quegli specifici tratti. Solo per il Tratto Omogeneo “81” è stato
assegnato il punteggio massimo; tale tratto comunque si trova nella parte a monte del torrente
dove non si registrano significative fluttuazioni della portata.
Fig 17. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 18. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
24
Fig 19. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
condizioni idriche
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
10
20
325
3121
4304
91
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 6
6) Efficienza di esondazione
a) tratto non arginato, alveo di piena ordinaria superiore al triplo
dell’alveo di morbida
b) alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l’alveo di morbida
(o, se arginato, superiore al triplo)
c) alveo di piena ordinaria largo tra 1 e 2 volte l’alveo di morbida
(o, se arginato, largo 2-3 volte)
d) tratti di valli a V con forte acclività dei versanti e tratti arginati
con alveo di piena ordinaria < di 2 volte l’alveo di morbida
25
15
5
1
Quando ci sono delle piene, siano queste occasionali o eccezionali, il corso d’acqua va ad
occupare una parte dell’alveo che normalmente non viene interessata dallo scorrimento delle
acque. Con le piene c’è un interscambio di materia organica, energia, nutrimenti, organismi,
mettendo ancora di più in connessione il corso d’acqua e l’ambiente immediatamente
circostante. Le piane inondabili sono tipiche delle zone di pianura e fondovalle pedemontano,
mentre tratti privi di piana inondabile, le cosiddette valli a V, sono tipici delle zone montuose.
La presenza di vaste aree inondabili è da considerarsi come un elemento positivo per il
raggiungimento di una buona funzionalità del corso d’acqua. Nei tratti senza piana inondabile,
nel momento dell’arrivo di una piena, aumenta solo la velocità e il tirante idraulico, oltre che la
portata. Nei tratti con piana inondabile solo all’inizio si misura un aumento della velocità e del
tirante idraulico, ma man mano che l’acqua inizia a occupare la piana inondabile si ha un
decremento della velocità del corso d’acqua. In generale, la presenza di una piana inondabile
induce:
25
•
•
•
•
il contenimento dell’aumento della velocità del corso d’acqua, con una riduzione
dell’erosione delle sponde;
la fuoriuscita delle acque non rischia di rovinare quegli habitat che altrimenti verrebbero
rovinati a causa della forte velocità delle acque;
permette alla materia organica di tornare nell’alveo;
fornisce ai pesci ripari zone di svezzamento.
In tutto il torrente Rosandra, la maggior parte delle risposte cade sulla opzione “c”,
ovvero il caso in cui si evidenzia un alveo non arginato ma con una piana inondabile non molto
grande o addirittura parecchio stretta. La maggior parte dei tratti rientrano nelle condizioni di
alveo privo di piana inondabile, oppure, se presente, largo quanto l’alveo. Nella parte a valle, un
pò più sporadicamente nella parte centrale e nella parte a monte, il torrente presenta una piana
inondabile che è larga tra le 2 e le 3 volte l’alveo stesso. Solo nei Tratti Omogenei “79”, “81”,
“86”, il torrente ha una piana inondabile ampia, dove la larghezza dell’alveo di piena ordinaria è
3 volte maggiore l’alveo di morbida.
Fig 20. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 21. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
26
Fig 22. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
efficienza di esondazione
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
2246
3731
15
25
1609
255
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 7
7) Substrato dell’alveo e strutture di ritenzione degli apporti trofici
a) alveo con massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati (o
presenza di fasce di canneto o idrofite)
b) massi e/o rami presenti con deposito di materia organica (o
canneto o idrofite rade e poco estese)
c) strutture di ritenzione libere e mobili con le piene (o assenze di
canneto e idrofite)
d) alveo di sedimenti sabbiosi o sagomature artificiali lisce a
corrente uniforme
25
15
5
1
La produzione primaria è fornita sia dalla comunità a macrofite sia dal fitobentos, che
cresce prevalentemente in presenza di nutrienti associati a substrati stabili. I corsi d’acqua che
presentano un alveo con una struttura diversificata offrono diversi microhabitat in grado di
ospitare comunità più ricche, in quanto strutture diversificate danno una variazione delle velocità
dell’acqua e della profondità. Un alveo monotono, come ad esempio un alveo sabbioso, offre un
ridotto numero di microhabitat, e di conseguenza una comunità più povera sia qualitativamente
che quantitativamente. Poi un fondo uniforme, privo di elementi capaci di trattenere la materia
organica, favorirà l’esportazione della stessa.
Per il torrente Rosandra la risposta “d” è stata assegnata a tutti i tratti con un fondo
cementato, dove cioè c’è stato un intervento antropico. Nelle prime due parti del torrente, le
risposte sono prevalentemente la “c” e la “b”, nel terzo tratto la prevalente è la “a”, benchè ci sia
un singolo Tratto Omogeneo, lungo circa 800 metri, che ricade nella risposta “c”. Questo è
27
dovuto al fatto che il Torrente si è scavato il passaggio nella roccia incidendo una forra a pietra
nuda, dove le strutture di ritenzione sono fortemente limitate dalla sagomatura liscia dell’alveo.
Fig 23. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 24. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 25. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
28
substrato dell'alveo e apporti trofici
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
15
25
718
2298
3332
1493
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 8
8) Erosione
a) poco evidente e non rilevanti o solamente nelle curve
b) presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale
c) frequente con scavo delle rive e delle radici e/o evidente
incisione verticale
d) molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi
artificiali
20
15
20
15
5
5
1
1
L’erosione delle rive da origine alla migrazione dei meandri, e rende il corridoio più
ampio. Con l’erosione si ha il movimento del materiale solido a causa dell’asportazione del
materiale stesso dovuto alla velocità della corrente; in seguito c’è il deposito del materiale nel
momento in cui c’è una diminuzione della velocità. Si viene così a creare un sistema con una
trasformazione rapida, dove c’è la distruzione dei siti di ritenzione, delle zone di rifugio, di aree
ottimali per la ovodeposizione.
Nella prima e nell’ultima parte del torrente Rosandra l’erosione è quasi o del tutto
assente, garantendo alle rive una corretta funzionalità. Nella seconda parte, invece, sono
prevalenti gli interventi artificiali, non garantendo alle rive una giusta e corretta funzionalità. Si
trovano comunque in tutti e 3 i tratti del torrente le risposte intermedie, ovvero dove le rive sono
appena o frequentemente scavate. Comunque, in generale, escludendo i tratti a interventi
artificiali, la situazione delle rive del torrente è piuttosto buona.
Fig 26. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
29
Fig 27. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 28. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
erosione
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
sponda destra
1
5
15
20
sponda destra
2212
980
1810
2839
sponda sinistra
2464
1309
1023
3045
sponda sinistra
punteggio
Percentuale dei punteggi delle due sponde
30
erosione
16000
14000
12000
10000
lunghezza 8000
6000
4000
2000
0
sponde totali
sponde totali
1
5
4676
2289
15
20
2833
5884
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 9
9) Sezione trasversale
a) alveo integro con alta diversità morfologica
b) presenza di lievi interventi artificiali ma con discreta diversità
morfologica
c) presenza di interventi artificiali o con scarsa diversità
morfologica
d) artificiale o diversità morfologica quasi nulla
20
15
5
1
Un alveo naturale, privo di interventi artificiali, ha un’elevata diversità morfologica e
strutturale; inoltre il passaggio da ambiente acquatico ad ambiente terrestre è graduale, non
brusco, garantendo agli animali un optimum e un proprio intervallo di tolleranza alle varie
condizioni ambientali. Tanto maggiore è la eterogeneità ambientale tanto maggiore è il numero
di animali in grado di vivere nell’ecosistema. La diversità ambientale dell’alveo bagnato,
dell’alveo di morbida e dell’alveo di piena determina la diversità biologica, e quindi una
maggiore funzionalità ecologica. L’intervento dell’uomo sulla sezione trasversale di un corso
d’acqua banalizza la sezione del fiume stesso; di conseguenza si arriva ad avere una riduzione
della funzionalità dell’ecosistema fluviale, una riduzione dell’eterogeneità ambientale, e si rende
molto meno graduale il passaggio da ambiente acquatico ad ambiente terrestre.
Per quanto riguarda il torrente Rosandra, si può notare come le sezioni trasversali siano
per lo più naturali, oppure con la presenza di lievi interventi artificiali. Sia nel primo che
nell’ultimo tratto del torrente le sezioni trasversali presentano nella maggior parte dei casi il
massimo del punteggio, mentre nel secondo tratto le sezioni trasversali rientrano soprattutto i
punteggi intermedi. Lungo tutto il torrente Rosandra, indifferentemente dalla zona in cui ci si
trova, si notano comunque dei tratti dove è stato assegnato il punteggio più basso, indice di
interventi umani, che hanno reso la sezione trasversale del tutto artificiale.
31
Fig 29. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 30. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 31. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
32
sezione trasversale
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
15
20
571
1046
2718
3506
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 10
10) Idoneità ittica
a) elevata
b) buona o discreta
c) poco sufficiente
d) assente o scarsa
25
20
5
1
Affinché le varie specie ittiche vivano in un corso d’acqua, in esso ci devono essere
quelle caratteristiche ambientali che permettano ai pesci di poter effettuare il loro ciclo vitale.
Queste caratteristiche ambientali sono diverse, e ognuna ha una determinata funzione:
•
•
•
•
•
le zone di rifugio sono delle aree che permettono ai pesci di rifugiarsi e ripararsi sia dai
predatori che in alcuni casi dall’elevata velocità della corrente. In queste zone i pesci
possono sostare riparandosi dai pericoli della predazione, e compiendo il minimo sforzo
per stare contro corrente. Queste zone di rifugio sono date da grossi massi, vecchi tronchi
etc;
le aree di frega sono le zone dove i pesci possono riprodursi nella stagione riproduttiva;
l’ombraggiatura è un parametro molto importante soprattutto per certe specie ittiche;
Infatti l’ombreggiatura rende più stabile la temperatura dell’acqua, garantendo un buon
mantenimento di ossigeno;
le zone d’ombra sono zone di rifugio per quei pesci che beneficiano della riduzione
dell’intensità luminosa;
gli sbarramenti sono invece una cosa negativa per i pesci, in quanto sono del tutto o in
parte impossibili da oltrepassare. Per sbarramento si intende sia un’opera trasversale fatta
dall’uomo, sia un tronco caduto nel corso d’acqua. Gli sbarramenti sono molto negativi
per i pesci che devono, nel corso dell’anno, migrare soprattutto per esigenze riproduttive.
Quindi se i pesci sono confinati in un tratto del corso d’acqua si formano delle subpopolazioni, meno diversificate anche dal punto di vista genetico. Con la presenza di
sbarramenti si possono osservare estinzioni locali, con l’impossibilità di un
ripopolamento da parte di un’altra sub-popolazione di pesci.
Per rispondere a questa domanda bisogna quindi tener conto di tutte queste caratteristiche
ambientali. Affinché ci sia una idoneità ittica elevata bisogna che vengano trovate queste
caratteristiche, in quanto basta che non ce ne sia una per non permettere ai pesci di effettuare il
loro ciclo vitale.
33
In tutto il torrente Rosandra, facendo eccezione dei Tratti Omogenei dal “81” fino al
confine con la Slovenia, non si sono trovate buone condizioni per lo sviluppo di comunità
ittiche.
Fig 32. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 33. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 34. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
34
idoneità ittica
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
20
25
1395
4235
2211
0
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 11
11) Idromorfologia
a) elementi idromorfologici ben distinti con successione regolare
b) elementi idromorfologici ben distinti con successione irregolare
c) elementi idromorfologici indistinti o preponderanza di un solo
tipo
d) elementi idromorfologici non distinguibili
20
15
5
1
Per elementi idromorfologici di un corso d’acqua si intendono i raschi, le pozze, i
meandri. Se un corso d’acqua presenta questi elementi anche con una certa frequenza, allora si
pensa che sia massimamente funzionale. I raschi favoriscono l’ossigenazione delle acque, e
quindi sono la zona di maggiore produzione di biomassa. Associate ai raschi spesso ci sono le
pozze, anch’esse elementi idromorfologici. Le pozze permettono il deposito, e di conseguenza
l’accumulo, di materia organica. Infine, le zone di transizione tra la pozza e il raschio, offrono
vari habitat alle popolazioni bentoniche.
Il torrente Rosandra, fino al Tratto Omogeneo “79”, è molto lineare, e non sono molto
presenti, oppure non sono distinguibili, gli elementi idromorfologici. Infatti più del 50% delle
risposte cade sulla risposta “c”, cioè quella risposta che prevede che gli elementi idromorfologici
siano indistinguibili. La situazione cambia nettamente dal Tratto Omogeneo “79” fino all’ultimo,
in quanto in tali tratti il torrente Rosandra presenta nette caratteristiche di torrente montano.
Fig 35. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
35
Fig 36. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 37. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
idromorfologia
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
15
20
929
4446
814
1652
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
36
Domanda 12
12) Componente vegetale in alveo bagnato
a) perifiton sottile e scarsa copertura di macrofite tolleranti
b) film perifitico tridimensionale apprezzabile e scarsa copertura di
macrofite tolleranti
c) perifiton discreto o (se con significativa copertura di macrofite
tolleranti) da assente a discreto
d) perifiton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti
15
10
5
1
Lo sviluppo del periphyton in un corso d’acqua è influenzato da diversi fattori, quali la
presenza di nutrienti, la velocità e torbidità dell’acqua, l’ombreggiamento, il tipo di substrato. La
domanda consente sostanzialmente di valutare il grado di eutrofizzazione del corso d’acqua.
Nel torrente Rosandra le macrofite sono generalmente poco rappresentate, il periphyton
che si sviluppa è generalmente discreto, soprattutto nei primi due tratti, mentre diventa sottile
con una scarsa copertura di macrofite tolleranti nell’ultima parte del torrente.
Fig 38. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 39. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
37
Fig 40. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
componente vegetale in alveo bagnato
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
10
15
738
3009
2292
1802
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 13
13) Detrito
a) frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi
b) frammenti vegetali fibrosi e polposi
c) frammenti polposi
d) detrito anaerobico
15
10
5
1
Il detrito vegetale è, per gli organismi macrobentonici, la principale risorsa alimentare.
Alle nostre latitudini la caduta delle foglie è concentrata nel periodo autunnale, ma grazie alle
piogge si ha la caduta delle foglie distribuita un po’ in tutto l’anno. Se il fiume si trova in buone
condizioni, cioè buona ossigenazione, ricca comunità macrobentonica, buona capacità di
ritenzione, la demolizione delle foglie viene effettuata dai macroinvertebrati trituratori, che le
sminuzzano in materia organica particolata (CPOM) e fine (FPOM), rendendo i frammenti
vegetale riconoscibili e fibrosi. Se il fiume si trova in cattive condizioni, cioè inquinamento,
squilibri delle comunità, scarsa ossigenazione, sull’efficienza dei trituratori prevale la
demolizione batterica, che dà luogo ad accumuli di frammenti polposi. Osservando la
composizione del detrito si può capire quale sia l’equilibrio tra apporti trofici e capacità di
demolizione, e quali sono le condizioni in cui questa avviene.
Nei primi due tratti del torrente Rosandra le risposte prevalenti sono quelle intermedie,
dove il detrito è fibroso oppure polposo. La risposta peggiore, quella dove il detrito è anaerobico,
è stata data una sola volta, precisamente nel Tratto Omogeneo “48”, nel quale si è registrato un
forte intervento antropico. Nell’ultimo tratto del torrente, quello a monte, e soprattutto dal Tratto
38
Omogeneo “81”, si riscontrano buone condizioni, ovvero detrito costituito da frammenti vegetali
riconoscibili e fibrosi.
Fig 41. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 42. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 43. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
39
detrito
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
282
3225
10
15
2532
1802
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
Domanda 14
14) Comunità macrobentonica
a) ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale
b) sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto
all’atteso
c) poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti
l’inquinamento
d) assenza di una comunità strutturata, presenza di pochi taxa, tutti
piuttosto tolleranti l’inquinamento
20
10
5
1
Gli organismi macrobentonici rappresentano la struttura essenziale della rete alimentare
di un corso d’acqua. Tali organismi giocano anche un ruolo fondamentale nel processo di
ciclizzazione della materia organica. Se è presente una buona comunità macrobentonica significa
che il corso d’acqua ha una buona funzionalità trofica. Con l’assenza di un’adeguata comunità
macrobentonica ci si allontana dalla condizione di buona funzionalità trofica, e si ha una
riduzione della funzione autodepurativa del corso d’acqua.
Le comunità macrobentoniche del torrente Rosandra sono o sufficientemente
diversificate o ben strutturate. Soprattutto nelle prime due parti del torrente, le risposte date
ricadono nei valori centrali, fatta eccezione per il Tratto Omogeneo “48”, tratto sottoposto a forte
azione antropica. Nell’ultima parte del torrente si trova una comunità macrobentonica ben
strutturata e diversificata.
Fig 44. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
40
Fig 45. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
Fig 46. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
comunità macrobentonica
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
3000
2000
1000
0
alveo
alveo
1
5
354
1854
10
20
2957
2676
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
41
5. CONCLUSIONI
Le figg. 47, 48 e 49 riportano i risultati dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) relativi
al torrente Rosandra. Il lavoro ha messo in luce come la funzionalità complessiva del torrente
Rosandra non possa definirsi molto buona. Osservando l’Indice di Funzionalità Fluviale
complessivo, si nota come le classi maggiormente rappresentate siano quelle intermedie, cioè
quelle con una modesta qualità ecologica. Dalle rappresentazioni cartografiche si può osservare
come il torrente Rosandra possa essere suddiviso in due tratti, un primo che comprende la parte
più a valle del torrente, dal Tratto Omogeneo “1” al Tratto Omogeneo “68” e un secondo che
giunge fino al confine con la Slovenia.
Nel primo tratto, ad incidere pesantemente sulla funzionalità fluviale, è la presenza della
città, degli insediamenti industriali e in generale dell’azione antropica che in questa zona è
piuttosto sostenuta. Oltre all’abitato di Aquilinia, il territorio è occupato dai serbatoi
dell’oleodotto transalpino SIOT, nonché dallo stabilimento industriale ex “Grandi Motori”
(attuale “Wartsila”). L’azione dell’uomo è molto forte, e ciò rende difficile gli interventi utili a
migliorare la situazione attuale, almeno a livello territoriale. Il secondo tratto coincide con la
Riserva Naturale della Val Rosandra, istituita nel 1996; la valle è stata inserita sia nell’elenco
delle ZPS (Zone di Protezione Speciale) che in quello dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria).
In questo tratto la funzionalità complessiva del torrente è molto buona, oscillando per la maggior
parte del suo corso tra il livello di funzionalità II e I. Questi risultati sono dovuti dal fatto che la
Val Rosandra è una Riserva Naturale, dove l’intervento antropico è estremamente contenuto. In
questo tratto il solo problema è relativo al mantenimento e conservazione di tale biotopo.
La provincia Autonoma di Trento è stata la prima ad usufruire in modo completo
dell’Indice di Funzionalità Fluviale, e delega proprio al monitoraggio condotto con questo
metodo il compito di inquadrare il corso d’acqua in tre tipologie:
1. ambito fluviale ecologico con valenza elevata (deve essere protetto e correttamente
gestito);
2. ambito fluviale ecologico con valenza mediocre (l’intervento di ripristino consiste
nell’individuare una fascia adiacente al fiume larga 30 m da rinaturalizzare con
l’impianto di specie arboree ed arbustive primarie);
3. ambito fluviale ecologico con valenza bassa (gli interventi di rinaturalizzazione
riguardano l’esterno dell’alveo, ma interessano anche gli argini e l’alveo stesso; tali
interventi hanno lo scopo di aumentare la morfodiversità e migliorare la ritenzione della
sostanza organica grossolana, con un aumento della biodiversità e del processo
ecofunzionale).
Il torrente Rosandra appartiene a tutte e tre le tipologie. Il primo tratto, quello più a valle
e soggetto a notevole pressione antropica, rientra nella terza tipologia, proseguendo verso monte
la situazione ambientale migliora gradatamente fino al tratto che coincide con la Val Rosandra,
rientrante chiaramente nella prima tipologia.
42
Fig 47. Prima parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 1 al Tratto Omogeneo 29
Fig 48. Seconda parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 30 al Tratto Omogeneo 64
43
Fig 49. Terza parte del torrente Rosandra, dal Tratto Omogeneo 65 al Tratto Omogeneo 90
Indice di Funzionalità Fluviale
8000
7000
6000
5000
lunghezza 4000
sponda destra
3000
sponda sinistra
2000
1000
0
I
I- II
II
II- III
III
III- IV
IV
IV-V
V
punteggio
Percentuale dei punteggi delle due sponde
44
sponda sinistra
I
I
91
II
II
II
III
III
III
IV
IV
IV
V
V
sponda destra
1,20%
I
293
3,70%
807
10,30%
I
1300
16,60%
1751
22,30%
1499
19,10%
1420
18,10%
296
3,80%
384
4,90%
7841 m
100%
II
II
II
III
III
III
IV
IV
IV
V
V
91
1,20%
338
4,30%
575
7,30%
322
4,10%
2947
37,60%
1007
12,80%
1741
22,20%
498
6,30%
322
4,10%
7841 m
100%
Indice di Funzionalità Fluviale
16000
14000
12000
10000
lunghezza
8000
sponde totali
6000
4000
2000
0
I
I-II
II
II-III
III
III-IV
IV
IV-V
V
punteggio
Percentuali complessive dei punteggi
sponde totali
I
I
182
II
II
II
III
III
III
IV
IV
IV
V
V
1,20%
631
4%
1382
8,80%
1622
10,30%
4698
29,90%
2506
16%
3161
20,10%
794
5,10%
706
4,50%
15682
100%
45
6. BIBLIOGRAFIA
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Convegno : Applicazione dell’Indice di
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Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Milano.
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47