Schizofrenia e matrimonio

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Schizofrenia e matrimonio
Schizofrenia e matrimonio
DOMANDA
Mi sono sposata in chiesa nel 1990 con un giovane di
condizione molto agiata.
Ciò dopo un fidanzamento lampo, la cui brevità fu determinata
da particolari condizioni della mia famiglia che mi portarono
a celebrare le nozze in gran fretta, senza poter studiare a
fondo e capire il carattere e la personalità del mio futuro
marito. Questi fin dai primi giorni del nostro fidanzamento
subì un forte squilibrio mentale, tanto da dover essere
ricoverato d’urgenza, nella mia città in una clinica per
malattie mentali. I medici nel diagnosticargli uno stato
schizofrenico acuto, dichiararono concordemente che tale
malattia preesisteva alla celebrazione del nostro matrimonio e
che anzi, in quell’epoca essa era in atto.
Aggiungerò inoltre che nessuna cura avrebbe potuto procurare
una guarigione. Ancora oggi egli e’ ricoverato e gli
specialisti confermano che non vi è alcuna speranza. Sono
ancora molto giovane e La prego di rispondermi se posso
chiedere che il mio matrimonio, celebrato in chiesa venga
annullato?
RISPOSTA
Non sono in grado di contrarre matrimonio coloro che risultano
mancanti dell’uso della ragione.
Chi ne è privo, trattandosi di istituto che si fonda sul
consenso delle parti non può certo validamente prestare questo
consenso, che è un atto di volontà ed è allo stesso tempo un
atto umano che presuppone l’esercizio dell’intelletto.
Quindi se l’intelletto e la volontà sono turbati da malattia
mentale, l’atto che ne deriva non può essere considerato come
valido e pertanto risulta inefficace ai fini giuridici.
Restano così esclusi da una valida prestazione del consenso
matrimoniale coloro che non hanno conseguito l’uso della
ragione e coloro che di tale uso non sono più capaci.
Infatti oltre al potere di conoscenza, occorre, nel
contraente, anche un potere logico e critico che gli dia la
possibilità di comprendere e valutare sufficientemente
l’importanza ed il peso del contratto matrimoniale che, più di
qualsiasi altro contratto, può vincolare anche per tutta la
vita.
Lo schizofrenico, anche se la malattia arriva al suo culmine
dopo la celebrazione delle nozze, non può avere prestato un
consenso valido, come viene richiesto dalla Chiesa, in quanto
non è stato in grado, a suo tempo di valutare in pieno l’atto
che stava per compiere.
Credo che lei possa rivolgersi con fiducia alla Magistratura
ecclesiastica: l'”amentia” è un motivo di nullità del
matrimonio.
Nota: Ci sono comunque i casi delle c.d. schizosi ambientali o
pseudoschizofrenie, secondo le teorie del Mayer e del
Sullivan, che non rientrano nella schizofrenia classica
endogena ed originaria, secondo la dottrina tradizionale del
Bleuer e del Krepelin. Ad es. un trauma per la donna, in un
parto particolarmente difficile, uno shock traumatico, da
incidente automobilistico. In questo caso la schizosi potrebbe
essere successiva e non preesistente alla prestazione del
consenso matrimoniale.
Per una consulenza in merito non esitare a contattarci.
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