BOLLETTINO N.15 marzo 2004.PUB - Comune di Russi
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BOLLETTINO N.15 marzo 2004.PUB - Comune di Russi
Supplemento a Ross zétar d’Rumagna - N.72 - Anno 37° - n.1 - Marzo 2004 Registr. Trib. Ravenna n.524 del 15-7-69 - Non contiene pubblicità. Direttore Responsabile: Avv. Emilio Duranti - Redattore: Girolamo Fabbri Spedizione in A.P. - Tabella D - Filiale di Ravenna. Il Museo della vita contadina avrà una nuova sede Il Museo della vita contadina di San Pancrazio rappresenta una risorsa culturale del territorio del nostro Comune, un ricco patrimonio in gran parte donato dai cittadini, che ha piena dignità di essere valorizzato. Con questa convinzione e con tanta determinazione si è mossa l’Amministrazione Comunale di Russi per trovare una sistemazione adeguata per le attività museali. Sono stati presentati all’Ente Locale contemporaneamente due problemi: l’esigenza di spazi per le attività didattiche e per l’esposizione del materiale del Museo e la richiesta della Scuola Elementare di San Pancrazio di avere più aule. Il nostro obiettivo prioritario è stato quello di definire una strategia comune per Museo e Scuola, senza far prevalere alcun primato. Promuovere opportunità, favorire la partecipazione, creare occasioni di incontro e di condivisione delle esperienze sono i principi che hanno guidato le nostre azioni. Con questi valori abbiamo avviato fin dal gennaio 2003 un confronto che ha coinvolto il Decentramento, la Scuola, i rappresentanti dei genitori, “ gli Amici della Scuola”, l’ Associazione Culturale La Grama . Sono state valutate diverse ipotesi, alla fine la soluzione più adeguata e compatibile con le risorse economiche disponibili è stata quella di costruire una struttura nuova nell’area adiacente la Scuola Elementare di San Pancrazio. Ci ha guidato la consapevolezza che uno spazio culturale deve essere nel cuore del paese, in un ambiente facilmente fruibile. Nel luglio 2003 il Consiglio Comunale di Russi all’unanimità ha approvato questo intervento. L’Amministrazione Comunale contemporanea- mente ha avviato una trattativa col proprietario per acquisire un lotto di terreno per ampliare lo spazio verde per la Scuola e per il Museo. Il progetto esecutivo del nuovo Museo configura una struttura, tipologia antico fienile, su due piani, per una superficie di mq. 730. Nel piano terra sono previsti i servizi, poi una grande sala polivalente con ambienti liberi, pareti mobili, quindi continuamente adattabili e modificabili per le diverse attività: restauro, didattica, laboratori vari, audiovisivi; poi separato da una parete fissa un salone per esposizioni. Al primo piano spazi espositivi modulati su una struttura architettonica che ripropone il modello del fienile tipico della nostra campagna e una bella sala ricavata da un vano circolare, adatta per incontri. E’ previsto che i lavori inizino entro la primavera 2004. Daniele Bolognesi Prospetto Nuovo Museo Fronte Strada 1 Dri l'irola Dri l'irola I suoni delle campane in uso nella parrocchia di San Pancrazio fino al 1944 di Luigi Silvestroni Partendo dall’affermazione che “le campane regolano la vita dell’uomo” fatta dall’amico Tino Babini di Russi, appassionato cultore dell’arte campanara e profondo conoscitore della storia della campana: ripensando ai versi del Pascoli nella poesia Romagna: “ …. Dai borghi sparsi le campane, intanto chiamano al rezzo, alla quiete, al santo desco fiorito d’occhi di bambini….” e riandando con la mente al Leopardi In “Il sabato del villaggio”: “… or la squilla dà segno della festa che viene….” ho pensato di annoiare un poco i lettori presentando le suonate di campane che, fino al 1944 venivano praticate nella Parrocchia di San Pancrazio, nelle varie evenienze e nelle varie ore della giornata. (Continua a pagina 6) UN’AMICA DELLA GRAMA CI HA LASCIATO IN MEMORIA DI PIERFRANCO RAVAGLIA Profondo è il nostro dolore per la recente scomparsa di un vero amico. Il suo è stato un contributo intenso e qualificato allo sviluppo culturale del nostro territorio. Lo abbiamo visto impegnato sin dal 1992, anno in cui venne inaugurata la Raccolta Etnografica Romagnola presso le Scuole Elementari di San Pancrazio. Ha poi svolto una ruolo determinante nella produzione dei nostri primi audiovisivi sulla civiltà materiale, ha offerto un importante contributo alla redazione di “Dri l’irola”, ha presieduto con grande competenza tutti gli incontri di studi organizzati da “La Grama” e ha fatto la sua parte di servizio domenicale al Museo della vita contadina in Romagna. Abbiamo perso un amico, abbiamo perso un tesoro, ma ci resta l’esempio della sua umanità e del suo grande, incondizionato e disinteressato impegno civile e morale per il suo paese. Vogliamo ricordarla Cosetta Arcozzi da anni socia Grama, era mica. Fanti molti della un’a- Come me aveva la passione per le stoffe ricamate. Quando ho deciso di avviare per la nostra Associazione il settore biancheria è stata la mia consigliera, mi ha aiutato. Ricordo il suo stupore alla festa di Russi, quando venendo a visitare il nostro stand nell’ex macello mi ha detto soddisfatta: “ tutti quei pezzi che ho visto singoli, grezzi, adesso finiti, insieme e ben esposti sono veramente una bellezza”. Il prossimo anno dobbiamo farne di più. Luisa Calderoni Luciano Minghetti 2 Dri l'irola Cucina e tradizione di Luisa Calderoni LE FRITTATE con le rane, con la punta di petto d’agnello, col parmigiano, col petto di pollo o di tacchino, col lesso. Ho pensato ad un alimento antico, quotidiano, sempre presente nella cucina e nella dispensa: le uova. Per presentare un modo di utilizzarle che le abbini ad altri sapori ho scelto le frittate che sono un piatto appetitoso e gustoso. Nella casa contadina il pollaio dopo la stalla era l’ambiente più curato, quasi tutte le famiglie allevavano le galline ovaiole. Con l’inizio dell’inverno però anche la produzione di uova tendeva a diminuire, ma dopo Natale c’era la ripresa che trovava il suo culmine a Pasqua. PROCEDIMENTI - in una casseruola sbattere le uova con la frusta fino a raggiungere un liquido omogeneo, aggiungere sale e pepe, lasciare riposare. - la cipolla o l’aglio fresco tagliati ad anelli, messi in una padella col sapore del vino, fare insaporire e appassire, aggiungere olio di oliva, poi versare le uova. - col parmigiano il procedimento è semplice, aggiungere ad ogni uovo un cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato, mescolare e versare nella padella. - gli spinaci scottati prima nell’acqua, gli zucchini tagliati a rotelle o a dadini, i carciofi privati delle parti dure e tagliati a fette sottili, le rane intere, ma quelle piccole, la punta di petto di agnello a pezzetti. - In una padella mettere l’olio di oliva e poi aggiungere l’ingrediente scelto. Fare cuocere e quando è ben rosolato versare le uova sbattute; appena la frittata è cotta da una parte girarla saltandola, senza romperla, altrimenti come ognuno sa fare, l’importante è che sia rosolata da tutte e due le parti. - Carne e patate: un tempo questo era un modo per riciclare gli avanzi del lesso, ma quando non c’è (perché adesso il brodo nelle case si fa molto meno) si può usare il petto di tacchino o di pollo. Tagliare la carne e le patate a dadini, soffriggere nell’olio di oliva, (in due tempi se si usa il lesso), prima le patate poi la carne che deve solo insaporirsi, poi versare le uova sbattute. Un proverbio dice: Par l’ann növ tòtt al galén al ven a l’öv, per l’anno nuovo tutte le galline vengono all’uovo. L’uovo ha una simbologia legata alla vita, alla rinascita. Il giorno di Pasqua poi, nelle diverse forme e combinazioni è l’alimento principe dei piatti della festa. Pasqua e primavera rappresentano proprio la rinascita, sono eventi che hanno legami profondi con la vita e la cultura di molte persone della nostra terra e sono rimasti simboli che si tramandano fra le generazioni. La Pasqua è una festa che cambia data ogni anno perché coincide con l’inizio della primavera, infatti si celebra la domenica dopo la luna piena che illuminerà il cielo dopo l’inizio della primavera astronomica, cioè il 21 marzo. Nelle famiglie delle nostre campagne le uova venivano regalate al Sacerdote che proprio nel periodo della Quaresima andava in tutte le case della Parrocchia a fare le benedizioni. Quando la frittata è pronta asciugare la parte sopra con la carta apposita, prendere il piatto di portata coperto con un foglio di carta gialla, versare la frittata in modo che la parte sotto che appoggia nella padella diventi quella superiore; asciugare con la carta e servire calda. Chi ricorda le abitudini dei suoi familiari sa che la colazione del mattino di Pasqua era a base di uova o sode o al tegamino, in molte case si mangiavano uova benedette. FRITTATE: con le cipolle, con l’aglio fresco, con gli spinaci, con le zucchine, coi carciofi, Abbinare un piatto di formaggi assortiti scelti in base al tipo di ingredienti usati per la base. 3 Dri l'irola Come era diverso un tempo fare la spesa a San Pancrazio di Valeria Strocchi Come era diverso un tempo tutto! Prendiamo ad esempio il fare la spesa! Oggi vai al supermercato e trovi tante cose, compri anche quel che non ti serve e pensando di risparmiare con le famigerate offerte del prendi tre e paghi due ti riempi poi anche di cose inutili, torni e dici a te stesso che hai speso poco ma se analizzi quanto hai comprato t’accorgi che hai ben poco da mangiare ma in compenso hai tre pacchi di lamette da barba, tre confezioni di carta igienica, tre barattoli di detersivo in polvere. Tutte cose che devi anche collocare in casa e ricordarti che l’ hai da parte altrimenti tranquillamente ricompri tutto. era in fondo alla strada, quasi di fronte al circolo repubblicano. Spesso andavo lì anche per una questione di arredamento del negozio, ricordo il bellissimo mobile a cassettini che conteneva vari tipi di paste alimentari. Ogni cassettino era fornito sul davanti di uno spazio in vetro trasparente in modo da lasciar intravedere il tipo di pasta, era bello e divertente stabilire quale prendere per quel giorno. Ricordo che una parte del negozio, verso il retro aveva tanti oggetti vari che nulla avevano a che fare con le cibarie, erano scatole con profumi, statuette con alcuni soggetti assurdi: il pastorello con cesta sulla schiena e dentro la cesta magari c’era una confezioncina di sali da bagno, gattini nel cesto con a fianco la boccetta di profumo e tante altre cose che allora andavano per la maggiore. Un tempo non si andava certo al supermercato, per fare la spesa quotidiana, l’abitante di San Pancrazio doveva farsi un giro lungo in svariate “butegh” infatti, i negozi erano sparsi nel piccolo centro e lo si ripercorreva tutto, incontrando così tanti compaesani ed amici ai quali si porgeva un saluto. La spesa si faceva prevalentemente andandovi in bicicletta, qualsiasi fosse il tempo. Ricordo proprio che allora tutta la spesa era diversa. Si vendeva la conserva di pomodoro sfusa, veniva messa nella carta oleata: il negoziante, prendendola a cucchiaiate da grossi contenitori ti vendeva la quantità che volevi. Io le adocchiavo, le memorizzavo e suggerivo poi a mio padre quali di queste potevano andare bene da regalare alla mamma per il suo compleanno senza doversi recare a Ravenna o altrove per l’eventuale acquisto del dono. Quando era finita la bombola del gas si ordinava lì perché il marito della “Smeralda” Raul, detto con la nostra pronuncia dialettale “Ravul” portava le bombole del gas a casa di chiunque ne facesse richiesta. La bombola veniva da lui caricata su un’auto di tipo giardinetta con le fiancate in legno e consegnata con grande tempismo al richiedente. Le bombole nelle case finivano regolarmente quando c’era da cucinare per il pranzo o la cena. Stesso sistema per lo zucchero, venduto ad etti in carta azzurra, la famosa carta da zucchero. Altri alimenti erano incartati nella carta gialla che poi veniva regolarmente conservata e applicata bagnata su eventuali bernoccoli che i bambini si facevano in fronte o in altre parti del corpo ed erano un ottimo rimedio contro le contusioni. Anche le sigarette si vendevano sfuse. Se poi c’era da comprare la carne si poteva scegliere da che macellaio andare: o da Onorio o da “ Cech”. Ambedue avevano sulla porta una tenda a strisce plastificate e colorate e all’interno appesi pezzi di animali. Ricordo Onorio, padre di Franco e Fausta, una figura caratteristica del paese, coetaneo di mio padre, ricordo anche “Cech” coi suoi baffetti. Mia madre mi dava una lista di cose da comprare ed io iniziavo il giro munita della “sporta” di paglia che non mancava in nessuna casa. Se dovevo comprare generi alimentari potevo andare da “Tiglio” di fronte al circolo operaio (che poi ad un certo punto iniziò anche a tenere i giornali) oppure dalla “Smeralda” che però Comunque per procurarmi carne e generi ali4 Dri l'irola edicola” che teneva dei testi letterari. Vi compravo gli Oscar Mondatori, quelli a 350 Lire, che ancora conservo, poesie di Garcia Lorca, testi di Pirandello. Ora sono nella mia libreria e mi ricordo sempre di San Pancrazio ogni volta che li vedo. mentari avevo già fatto un giro lungo il paese, restava da prendere il pane. I forni erano due, li ricordo dopo il circolo repubblicano giù verso il fiume. Poi ci si riforniva anche di acqua potabile perché una delle fontane era nella piazza a fianco del circolo repubblicano. Che bel ricordo l’acqua nell’ urzo’ che si ammaccava portandolo appeso al manubrio della bicicletta. Era bello percorrere la “calarena” da via Randi in giù e arrivare a quel negozio o al mulino. Ti sentivi in piena campagna perché in campagna c’eri davvero in quel piccolo nostro paese! Mi potevo anche sbizzarrire guardando le vetrine del negozio di vestiti e del negozio di calzature gestiti dai Marangoni che stavano di fronte alla piazza. Nulla però mancava per soddisfare alla maniera degli anni sessanta, le esigenze degli abitanti c’era anche una sorta di posto telefonico pubblico sito all’interno del circolo della Democrazia Cristiana gestito da Gaspare Gavelli e attaccato allo stesso, mi pare proprio nello stesso edificio, c’era un magazzino di granaglie. Ricordo che la cabina telefonica interna era posta vicino alla “basculla” e a sacchi di mangime. Che ricordi belli legati a quei negozi! Io che inconsciamente avevo già la mia attuale fissazione per le scarpe, ero felicissima quando, specialmente prima delle festività pasquali entravo là con mai madre per l’acquisto di un paio di scarpe nuove, quasi sempre di pelle chiara, dato l’avvicinarsi della buona stagione. Ora sarebbe una cosa improponibile, ma a quei tempi nessuno ci faceva caso. C’erano anche la farmacia e il fiorista ma bisognava arrivare sulla Il centro di San Pancrazio a metà degli Anni ‘20 Molinaccio. Alla faccia del grandi Centri Commerciali! La gente faceva il giro del paese per una speCerto allora si compravano ad un ragazzo sa completa. meno scarpe di ora. In estate qualche volta mi venivano regalati, su mia insistenza Si incontravano parenti ed amici e si scam(perché allora come ora ne andavo matta) un biavano discorsi, opinioni. Si aveva un rapporpaio di zoccoli col legno sotto. In casa non li to con l’altro che si è in gran parte perso laamava nessuno, ricordavano tempi di povertà sciando posto ad uno spersonalizzante iperancora più grande quando le persone avevamercato dove non si dialoga con nessuno, reno solo zoccoli di legno per ogni stagione, fatgna l’individualismo, un’indifferenza non bella ti in casa e poi passati dal più grande al più spesso prende il posto delle tante chiacchere piccolo. che si facevano nelle botteghe, ma anche questo dava il senso dell’appartenenza ad un Un negozio, forse sorto qualche anno dopo nucleo, ad un paese, ad un gruppo ed era urispetto a quelli già citati, dove andavo quanna bella cosa. do avevo qualche lira in più raccimolata anche facendo “la cresta” alla spesa era sito in fondo alla “calarena” vicino a casa di Orazio Ragazzini mio compagno di scuola alle elementari. Vendeva libri, riviste, forse era “un’ 5 Dri l'irola (Continua da pagina 2 I 1°) campane media e piccola, contemporaneamente, a distesa, poi un tocco con la grossa: 2°) campane media e piccola, contemporaneamente, a distesa, poi due tocchi con la grossa 3°) campane media e piccola, contemporaneamente, a distesa, poi tre tocchi con la grossa: 4°) suonata a distesa con le tre campane, contemporaneamente, poi dieci tocchi con la grossa. Nel 1938 questo segnale fu modificato portando tutta la suonata ad una serie di rintocchi soltanto con la campana grossa. suoni delle campane) Esse erano diverse da quelle di altre località, poiché variavano, e variano tuttora, da parrocchia a parrocchia. Oggi, alcune di queste suonate sono state soppresse, altre sono cambiate, comunque le campane suonano ancora. Fino al 30 novembre 1944, data della semidistruzione della nostra Pieve e dell’atterramento del campanile ad opera delle truppe tedesche in ritirata, il coro delle campane era costituito da tre elementi: campana piccola, campana media, campana grossa alle quali si fa riferimento nella esposizione che segue: 1) MEZZOGIORNO (MËZDÈ) Nei giorni feriali: suonata a distesa, con la campana grossa, a tre riprese. Nei giorni festivi: come per i feriali: giorno di Natale, Capodanno, Pasqua, festa del Patrono, festa del Crocifisso: suonata a distesa con la campana grossa, una sola volta, seguita da suonata a distesa con le tre campane contemporaneamente a tre riprese. 6) 2) SOSTA POMERIDIANA (AL VINCIÓNA) Alle ore 17, soltanto in stagione primaverile ed estiva, suonata a distesa con la campana grossa. 7) SCAMPANIO A FESTA (SCAMPANEZ) Nei tre giorni precedenti la festa del Patrono e la festa del Crocifisso, in orario tardo pomeridiano. Suonata molto caratteristica ed armoniosa, con le tre campane, a rintocchi, singolarmente, di un motivo musicale che a noi era stato tramandato abbinabile ai seguenti versi in dialetto: a) b) 3) ANGELUS o AVE MARIA (AVMARÍ) Al tramonto: a) b) c) vigilia di giorno di festa o in giorno festivo: suonata a distesa con campana grossa, a tre riprese, poi a tocchi con le tre campane contemporaneamente. Non vigilia di festa, senza Messa al giorno successivo: suonata a distesa con campana grossa, a tre riprese. Non vigilia di festa ma con ufficio di Messe per defunti al giorno successivo: suonata a distesa con campana grossa a tre riprese, seguita da tocchi, con campana media e piccola, contemporaneamente. MESSE FERIALI ED UFFICIO DI MESSE PER I DEFUNTI Messa liscia: un solo segnale a serie di tocchi con campana piccola Messa cantata singola e Messa cantata al termine dell’ufficio di Messe per defunti: un solo segnale con le tre campane a rintocchi, contemporaneamente. “Caplet, caplet, caplet Chi ch’ni fa je tott puret. U j fa sol Stuvanon Quand j e cott i n’è piò bon!” (Cappelletti, cappelletti, cappelletti, / coloro che non li fanno sono tutti poveretti/. Li fa soltanto Stefanone/ Quando sono cotti non sono più buoni!) 8) RESURREZIONE DEL SIGNORE (SLIGADURA DAL CAMPAN) Sabato Santo. Al “Gloria” della Messa della Resurrezione, la mattina del Sabato Santo, suonata a distesa con le tre campane, contemporaneamente. A quel suono i fedeli si bagnavano gli occhi con acqua pura per conservare la vista. 4) ORA DI NOTTE (ORA D’ NÒT) Un’ ora dopo l’Angelus o Ave Maria, a rintocchi lenti, con la campana grossa (invito alla preghiera per i morti). 5) MESSE FESTIVE Quattro segnali o suonate, nel tempo di un’ora prima della Messa, dalle ore 7 alle ore 8 e dalle 10 alle ore 11. 9) FUNZIONE RELIGIOSA POMERIDIANA SERALE (LA BANDINZION) 6 O Dri l'irola Sia nei giorni feriali che in quelli festivi. Due segnali con le campane media e piccola, a rintocchi, contemporaneamente , nel tempo di mezz’ora prima della funzione. Qualora nel corso della funzione fosse tenuta l’omelia, immediatamente prima del suo inizio veniva dato il segno con una serie di quindici rintocchi con la campana media. All’ostensione del Santissimo, durante la funzione stessa, suonata a distesa con le tre campane, contemporaneamente. 16) AGONIA (AGUNI’) Agonia di parrocchiano a cui è amministrata l’Estrema Unzione. Suonata, con tre campane, a distesa contemporaneamente. 17) SEGNALE DI MORTE DI ADULTO (SEGN DA MÖRT) Morto che sarà sepolto con rito religioso. Suonata a distanza lenta con la campana grossa (si drizza la campana) a tre riprese, di 21 rintocchi per le donne e 19 per gli uomini, per ogni ripresa. 10) ALLARME PER INCENDIO (ALERUM A CAMPANA PR’E’ FUG) Quindici rintocchi a martello con ciascuna delle tre campane, nell’ordine: piccola, media, grossa, a più riprese. 11) ALL’INCOMBERE DI TEMPORALI MINACCIOSI (PR’E’ TEMP) Suonata a distesa con le tre campane, contemporaneamente, a tre riprese, poiché la credenza vuole che, essendo le campane consacrate, con il loro suono dissolvano il temporale. Effettivamente, spesso, ciò avviene: potrebbe anche La Pieve prima della Seconda Guerra Mondiale essere perché le onde sonore dei bronzi dissolvano le formazioni temporalesche. Ma le 18) GLORIA (GLÖRIA) campane vanno suonate quando il temporale Segnale di morte di un bambino. Suonata a non è troppo vicino altrimenti la loro azione tocchi con campana media e piccola, insieme, sarebbe il contrario (al s’tira adoss e’ témp). a tre riprese. Contemporaneamente, sull’aia, si brucia un po’ di ulivo benedetto sulle braci poste sulla paletta 19) FUNERALE DI ADULTO CON RITO del focolare recitando giaculatorie e preghiere. RELIGIOSO Alla partenza del Sacerdote dalla canonica, 12) FINE DEL CARNEVALE (LA LÔVA) segnale a distanza con campana grossa. Suonata a distesa, a tre riprese, con la Durante il funerale, serie di rintocchi con ogni campana grossa, alle ore 22 del martedì campana, nell’ordine: piccola, media, grossa, grasso, per segnalare la fine del carnevale e ripetuti. All’arrivo del funerale alla Chiesa l’inizio dell’austerità quaresimale. suonata a distesa lenta con la campana grossa (si drizza la campana). 13) CHIAMATA IN SEDE DEL PARROCO (CIAMEDA DE PRIT) 20) FUNERALE DI BAMBINO Suonata a gruppi intervallati di cinque tocchi, Alla partenza del Sacerdote dalla canonica, con la campana grossa. segno a rintocchi con la campana piccola. Durante il funerale alternanza di dodici 14) CATECHISMO (DUTRÉNA) rintocchi con le campane media e piccola In preparazione alla Cresima e alla prima contemporaneamente. All’arrivo del funerale Comunione. In orario pomeridiano, serie di alla Chiesa suonata a distesa con la campana venticinque rintocchi con la campana grossa. media e piccola. 15) CHIAMATA DELLE LAVORATRICI DELLA PENNA (CIAMEDA D’LA PENA) Suonata a gruppi intervallati di tre tocchi con la campana grossa. 7 Dri l'irola LA GRAMA COMPIE 10 ANNI Il 21 marzo 1994 si costituiva l’Associazione Cultura “la Grama” per volontà di nove persone, i primi soci. L’idea originaria era quella di costruire una aggregazione di volontari partendo dal patrimonio rappresentato dalla raccolta e conservazione di materiale etnografico allestito nei locali della ex Scuola Elementare in gran parte donato dalle famiglie della frazione. In questo decennio è stato fatto molto lavoro, è stato prodotto un ricco ed esclusivo materiale di ricerca. A che punto siamo? 240 soci un Museo inserito nel piano museale della Provincia di Ravenna un buon rapporto di collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Russi un ricco materiale di studio rappresentato sia dalla raccolta di testimonianze in testi, sia dalla documentazione audiovisiva. Un valido progetto di didattica museale. L’augurio che possiamo farci è uno solo: continuare a crescere e a qualificarci. Il Presidente Luisa Calderoni Museo della vita contadina in Romagna C/o Scuola Elementare Via XVII Novembre, 48020 San Pancrazio RA Tel 0544 534303 - Fax 0544 535033 Internet: www.racine.ra.it/russi/vitacontadina E-mail: [email protected] Orario del Museo: giovedì, dalle 14,30 alle 18,00 domenica, dalle 9,30 alle 12,30 Ingresso euro 1,00, ridotti euro 0,50 Visite guidate su prenotazione Libreria “La Grama” “Racconti paesani” -Il Grano e il pane: ieri e oggi; -Una vita fra la canapa; -Tessitura che passione! -Una vita fra i bigatti; -Una fèta d’furmaj; - I sapori della campagna; - Monografia Documentari -Testimonianze dal Museo della civiltà contadina; -Il grano e il pane: ieri e oggi; -Una vita fra la canapa; -Latte e formaggio: produzione casalinga e artigianale; -Una vita fra i bigatti; -Una vita con il maiale; Per gli acquisti delle pubblicazioni telefonare allo 0544 534303 o inviare la richiesta via fax allo 0544 535033 Dri l’irola supplemento a Ross zéntar d’Rumâgna a cura della Associazione culturale “La Grama” Via della Resistenza, 12 48020 San Pancrazio (RA) Tel. 0544534303 - Fax 0544535033 E-mail: [email protected] La quota 2004 per associarsi alla “GRAMA” è di euro 12,00 Per effettuare il versamento della quota associativa utilizzate il bollettino di C/C postale intestato a “La Grama” N.11939485 oppure presso tutti gli sportelli del Credito Cooperativo della Provincia di Ravenna I dati personali sono rigorosamente personali e saranno utilizzati solo per l’invio di questa pubblicazione e di altre informazioni relative alle manifestazioni dell’associazione. 8