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Elezioni online Internet e la comunicazione politica in tempo di campagne elettorali Qual è l’impatto di Internet dei media sociali nelle campagne elettorali? Elastic propone una panoramica dell’esperienza delle primarie per la scelta dei candidati alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, mettendo in evidenza i fenomeni più significativi e gli strumenti più utilizzati dai candidati e dagli elettori. 1 di 13 Internet non è un medium come la tv e i giornali. È piuttosto un ecosistema complesso di persone che si esprimono, si connettono, conversano e si scambiano idee, notizie e approfondimenti. Luca De Biase, Il Sole 24 Ore 1. Quadro generale Nel gennaio 2008, il Pew Research Center ha pubblicato un report dal titolo Internet's Broader Role in Campaign 20081 . La ricerca indaga il ruolo della Rete nell'informazione e partecipazione dei cittadini statunitensi alla campagna elettorale per le primarie, confrontando i dati con quelli di un analogo studio svolto in occasione della precedente consultazione del 2004. In quest'ultimo, il 75% degli intervistati aveva indicato la televisione come principale fonte di informazione sulle elezioni. Quattro anni dopo tale percentuale è scesa al 60% degli intervistati, un dato rilevante, specie se confrontato con il peso di Internet, che passa dal 21% al 46%. Il cambiamento è particolarmente visibile tra i giovani, categoria che comprende gli intervistati tra i 18 e i 29 anni. In questa fascia d'età il 42% degli interpellati afferma di informarsi regolarmente sul web. Nel 2004 tale percentuale era pari al 20%. I più giovani, inoltre, mostrano di informarsi da una maggiore varietà di siti: il 41% degli intervistati più giovani ha indicato più di un sito, rispetto al 24% della fascia successiva. Sia MySpace che YouTube sono fonti citate ripetutamente da giovani e giovanissimi (circa 8%, in questa fascia d'età contro una percentuale inferiore all'1%, riscontrata nella fascia d'età successiva). I tre siti maggiormente indicati dagli intervistati sono Msnbc, Cnn e Yahoo! News: il 61% della fascia under 30, inoltre, usa almeno uno di questi tre siti, rispetto al 46% della fascia over 30. Generations Divide in Sources of Campaign News Regularly learn something from... 1 18-29 % 30-49 % 50+ % Age gap Local news 25 39 50 -25 Sunday political Tv 4 12 21 -17 Nightly network news 24 28 40 -16 Daily newspaper 25 26 38 -13 Public Tv shows 6 12 14 -8 Morning Tv shows 18 21 26 -7 Religious radio 5 8 12 -7 Cable news networks 35 36 41 -6 National public radio 13 19 19 -6 http://people-press.org/reports/display.php3?ReportID=384 (visitato il 18 febbraio 2008) 2 di 13 Cable political talk 12 11 18 -6 News magazines 8 9 13 -5 Talk radio 12 16 17 -5 Tv magazine programs 21 19 25 -4 C-Span 6 9 9 -3 Lou Dobbs Tonight 7 5 8 -1 Late-night talk shows 12 7 6 +1 Comedy Tv shows 12 7 6 +6 Internet 42 26 15 +27 Internet in 2004 20 16 7 +13 Fonte: Pew Research Center Gli intervistati, specie quelli che usano Internet come principale fonte di informazione, dicono di ricevere all'incirca la stessa quantità di informazione su entrambi gli schieramenti. Un'affermazione del genere induce alla considerazione che la Rete possa essere considerata una fonte di notizie sempre più attendibile e non monopolizzata da determinate parti politiche o gruppi d'interesse. 2. Social network «Dal punto di vista mediatico, Internet muta profondamente forma e funzione a seconda del modo in cui viene concepita: può essere vista come uno strumento per diffondere messaggi, o come un sistema per organizzare campagne di opinione e di azione, o come un archivio di informazioni, o come una piattaforma di trasmissione per contenuti editoriali, o come un luogo nel quale si incontrano i cittadini per aiutarsi nel difficile compito di elaborare una visione dei fatti. È tutte queste cose insieme: ma è particolarmente efficace solo quando è concepito come uno strumento che, prima di tutto, serve a liberare le capacità di espressione dei cittadini» 2. I social network sono siti in cui ogni utente può creare una propria rete di contatti e, in molti casi, condividere file e inviare messaggi pubblici o privati. Secondo il già citato studio del Pew Research Center, un intervistato su cinque (22%) è membro di un social network come MySpace o Facebook (la percentuale arriva a due terzi nella fascia 18-29). Se in un primo momento di diffusione, la loro novità consisteva appunto nel collegare persone lontane geograficamente ma con interessi simili, adesso si assiste anche a fenomeni in direzione inversa: i membri di queste reti cercano persone di sensibilità affine, ma anche su base geografica. La Rete, infatti, è sempre più luogo di incontro che si traduce anche in azioni e iniziative. Nel campo della comunicazione politica è stato osservato che i social network sono stati utilizzati dai sostenitori di un candidato, sen- Luca De Biase, Dimensioni dell'informazione politica online, http://blog.debiase.com/2008/02/15.html#a1654 (visitato il 18 febbraio 2008) 2 3 di 13 za che lo staff avesse alcuna influenza, per incontrarsi e organizzare eventi e raccolte di fondi (il fundraising è una componente fondamentale delle campagne elettorali negli Stati Uniti). L'effetto è anche quello di aumentare la popolarità del candidato, risultato ottenuto sia attraverso la comunicazione tra sostenitori, sia nell'impatto sui media tradizionali, molto attenti a questi fenomeni, sebbene ancora non in grado di analizzarli e comprenderne pienamente i linguaggi. Appare evidente che questo fenomeno non possa essere trascurato, al punto che già a partire dall'inizio del 2007 i candidati hanno iniziato a utilizzare questi siti per far circolare il proprio messaggio in comunità che sono in costante crescita ed espansione. Il 27% degli intervistati della ricerca Pew sostiene di aver ricevuto informazioni sui candidati e sulle rispettive campagne attraverso siti di social networking, percentuale che arriva al 37% se si considera la fascia 18-24. Un giovane su dieci (8%) afferma inoltre di aver aggiunto il profilo di un candidato alla propria rete di contatti. Gli intervistati di età superiore ai 30 anni sono meno attivi: sebbene uno su cinque nella fascia 30-39 (21%) usi questi siti, solo il 4% ne ricava informazioni sui candidati. Facebook supporters Democrats Republicans Fonte: Techpresident (http://www.techpresident.com/scrape_plot/facebook) 4 di 13 MySpace friends Democrats Republicans Fonte: Techpresident (http://www.techpresident.com/scrape_plot/myspace) 2.1. Meetup e la campagna elettorale di Howard Dean In particolare Meetup ha rivestito un ruolo fondamentale nelle primarie democratiche del 2004 nella campagna elettorale di Howard Dean, politico di secondo piano con posizioni in netto contrasto con quelle del suo partito, dall'economia alla guerra in Iraq (su cui si dichiarava contrario). Dean si è proposto come “candidato della Rete”, comprendendone e utilizzandone le dinamiche. In questo caso ha supportato i Meetup (inserendo un link sul proprio sito ufficiale) ma senza assumerne il controllo, né dando direttive di alcun genere. Anche se la sua candidatura non ha avuto successo, Dean ha innovato profondamente il modo di fare campagna elettorale online e il suo seguito in Rete non si è esaurito al termine delle primarie 2004: i suoi sostenitori (in particolare alcuni influenti blog di sinistra) hanno avuto un ruolo importante nel farlo diventare l'attuale capo del Partito Democratico statunitense. In Italia il successo di Meetup è legato a gruppi vicini a Beppe Grillo ma, a 5 di 13 un'analisi più attenta, è possibile osservare che anche questi gruppi sono indipendenti da Grillo e, in alcuni casi, non ne condividono alcune idee. Sono pochi, in effetti, i meetup che si sono organizzati come liste civiche, secondo la proposta del comico genovese. Spesso i membri portano avanti significative iniziative autonome su base locale: i meetup sono stati luoghi di incontro e di aggregazione ed organizzazione ma non sono sotto il controllo centralizzato di nessuno, nemmeno del loro ispiratore. 2.2. La youtubizzazione della politica Negli Stati Uniti, YouTube e altri siti per la condivisione di video stanno guadagnando un ruolo fondamentale nella gestione dell'immagine dei politici. Fino a questo momento l'immagine e le parole di un candidato potevano essere fruite solo attraverso la televisione, con un controllo pressoché totale del medium. La facilità di utilizzo di strumenti come videocamere e telefoni cellulari rende possibile la ripresa e la diffusione di errori, gaffe, dichiarazioni che non possono essere smentite. Nella politica statunitense un momento chiave in questo senso è legato al senatore repubblicano George Allen, avviato alla conquista di un secondo mandato George Allen, Macaca moment nel 2006. Un video su YouTube in cui si http://www.youtube.com/watch?v=9G7gq7GQ71c rivolgeva all'operatore, un americano di origini indiane chiamandolo “Macaca” ha avuto un'enorme diffusione, facendogli guadagnare la fama di razzista e alienandogli ogni possibilità di una vittoria che era data per scontata. Secondo lo studio del Pew Research Center, il 24% degli intervistati afferma di aver visto un video legato alla campagna elettorale (discorsi, interviste, spot o dibattiti online), percentuale che cresce fino al 41% nella fascia under 30. I numeri diminuiscono al crescere dell'età degli intervistati, ma è significativo che anche per gli over 65 la percentuale si attesti al 7%. 3.1. Political busting Il termine political busting indica la rielaborazione del messaggio, spesso in chiave ironica e parodica, senza pretese di peso politico. A volte si tratta di user generated content, cioè contenuti prodotti dagli utenti, che emergono spontaneamente dalla Rete, guadagnando inaspettata popolarità. In altri casi si tratta di video virali prodotti da professionisti del mestiere. In alcuni casi la provenienza è esplicita, come nel caso del video Yes, we can, prodotto da un popolare cantante. Qualche volta c'è stato il tentativo di farli passare per prodotti amatoriali, come nel caso di Vote different, un video contro Hillary Clinton ispirato a un popolare spot della 6 di 13 Apple risalente agli anni '80. L'autore è stato successivamente identificato come consulente di una agenzia di comunicazione che lavorava per Obama. La campagna elettorale ha negato qualunque coinvolgimento e così ha confermato il consulente che, in seguito, si è dimesso. Video prodotti da professionisti3 Yes we can http://www.youtube.com/watch?v=jjXyqcx-mYY Vote different http://www.youtube.com/watch?v=6h3G-lMZxjo User generated content Obama oBollywood http://www.youtube.com/watch?v=sA-451XMsuY Altri video realizzati da professionisti per Obama Barack: Obama Girl - I got a crush on Obama (http://it.youtube.com/watch?v=wKsoXHYICqU); Obama Girl - Super Obama Girl http://www.youtube.com/watch?v=AIiMa2Fe-ZQ). In Italia, l’agenzia Proforma ha realizzato alcuni riusciti video per il sindaco di Bari, Michele Emiliano: Metti a Cassano http://www.youtube.com/watch?v=2z6LjTgjESQ); Appello al voto per le primarie http://www.youtube.com/watch?v=eLFgk6sDBlA) 3 7 di 13 3.2. Il dibattito Cnn/YouTube Negli Stati Uniti si sta sperimentando anche la commistione tra video in Rete e televisione: è stato il caso del dibattito tra i candidati del partito democratico svoltosi nel giugno 2007 a Charleston, nel South Carolina. L’incontro, ospitato e trasmesso dalla Cnn, è stato aperto alle domande degli utenti di YouTube. In poche settimane moltissimi utenti hanno inviato video con le loro domande ai candidati; alcune di queste sono state scelte e mandate in onda. All’indomani del dibattito Cnn/YouTube, la critica del “popolo della Rete” era però quasi unanime: i video erano quelli degli utenti, ma la scelta era stata fatta esclusivamente dalla redazione della Cnn. In altre parole, chi usa la Rete è sempre più abituato a produrre contenuti, ma anche a poterli valutare: per questo motivo è nato il progetto 10 Questions, creato dal sito TechPresident 4, con la collaborazione del board del New York Times e di Msnbc. L’obiettivo era raccogliere video di utenti con domande da porre ai candidati alle elezioni presidenziali, dando agli utenti la possibilità di votare il gradimento di ogni video con un voto positivo o negativo. L'iniziativa ha previsto due fasi: al termine della prima, a metà novembre, le domande più votate sono state sottoposte a ogni candidato, cui è stato chiesto di realizzare un video di risposta. Quattro candidati democratici hanno preso parte all'iniziativa mentre per il partito repubblicano solo Huckabee ha fatto altrettanto. I video non sono stati sottoposti ad alcun lavoro di editing: 10Questions è stato semplicemente un tramite tra i cittadini e i candidati. I dati finali parlano di 36.000 votanti e di 150.000 voti complessivi. 3.3. Web Cameron Nel vecchio continente, una delle esperienze più interessanti è quella di Web Cameron [], il blog (all'interno del sito del partito conservatore) di David Cameron, leader del partito conservatore inglese. Il politico inserisce dei video in cui risponde alle domande degli utenti iscritti al sito. In un primo momento la scelta delle domande avveniva settimanalmente in base ai voti degli stessi utenti. http://www.conservatives.com/tile.do?def=webcamero I video sono girati durante le quotidiane n.index.page attività del leader politico: questa particolare caratteristica ha contribuito molto al riscontro positivo, creando l'idea di una vicinanza ai temi trattati e al pubblico di utenti del sito. 4 http://www.10questions.com; http://www.techpresident.com 8 di 13 4. Twitter Twitter (letteralmente cinguettare) [www.twitter.com] è una piattaforma di microblogging, in cui gli utenti postano brevi messaggi di 140 caratteri per comunicare al proprio social network cosa stanno facendo. La versatilità di questo strumento consente agli utenti di creare contenuti che possono offrire servizi o soddisfare bisogni informativi in modo sempre più rapido e, in qualche modo, competere con i media tradizionali. Ne è esempio l'esperimento ideato dal consulente repubblicano Patrick Ruffini in occasione del caucus dell'Iowa: Ruffini ha creato un account su Twitter per aggregare i risultati del caucus in tempo reale. Il 3 gennaio, giorno del caucus, l'account creato ha raccolto risultati approssimativamente simili a quelli riportati dai network televisivi con circa un'ora di anticipo rispetto ai media tradizionali. Twitter viene usato come canale di comunicazione dei candidati e come strumento complementare di racconto da alcuni giornalisti al seguito dei tour elettorali 5. Gli elettori parlano frequentemente dei candidati nei loro cinguettii e questi messaggi vengono aggregati da Politweets [www.politweets.com], un aggregatore specializzato che raccoglie gli aggiornamenti che contengono il nome di un candidato. Tracciando tali citazioni, è possibile misurare quanto si parla di ciascun candidato: per esempio, il grafico seguente illustra le citazioni di ogni candidato nella giornata del SuperTuesday, lo scorso 5 febbraio. I twit sui candidati il 5 febbraio 2008 Fonte: Twitter Vedi la pagine di Barack Obama: 5 http://twitter.com/barackobama e i cinguettii di Ana Marie Cox (Time) http://twitter.com/anamariecox e John Dickerson (Slate) http://twitter.com/jdickerson 5 9 di 13 5. I siti non schierati In Rete trovano spazio iniziative non schierate che si basano sulla partecipazione distribuita. Negli Usa, ad esempio, un problema rilevante è la bassa percentuale di cittadini votanti e molto si sta facendo in termini di sensibilizzazione, specie verso i più giovani: è il caso di Voto Latino [http://www.votolatino.org] e di Declare Yourself [http://www.declareyourself.com]. I due siti offrono informazioni sulle modalità per registrarsi e votare e fanno ampio uso di nuove tecnologie nella comunicazione con i propri giovani utenti. Fondato nel 2003, Declare Yourself ha visto la registrazione di oltre un milione di giovani nelle campagne elettorali del 2004 e 2006, risultati raggiunti anche con una serie di eventi organizzati in vari college americani. La campagna di mobilitazione ha fatto larghissimo uso delle nuove tecnologie, sia cercando di parlare ai giovani su social network come MySpace e Facebook, sia utilizzando i mezzi ad essi più affini, ovvero blog e sms. «Blogger e social network stanno già sviluppando una forma di scambio di notizie che si potrebbe chiamare “informazione di mutuo soccorso” per ovviare alle carenze dell'informazione ufficiale. Non solo: alcune iniziative si stanno sviluppando intorno alla possibilità di tenere traccia - in modo ordinato e facile da usare - di tutte le scelte e le dichiarazioni dei politici per favorire la trasparenza del processo politico e l'accountability dei politici»6. È il caso di OpenCongress [http://www.opencongress.org], un'iniziativa non-profit creata dalla Sunlight Foundation e da Participatory Politics Foundation, due organizzazioni statunitensi che lavorano per rendere la Rete uno strumento di partecipazione politica. Open Congress è un progetto open source che mette insieme dati ufficiali forniti dal governo e le notizie provenienti da varie fonti online, dai giornali ai blog. L'obiettivo è incrementare la trasparenza delle informazioni disponibili sull'operato del Congresso, per far sì che tale conoscenza non sia prerogativa di addetti ai lavori e lobbisti, ma di tutti i cittadini. Il sito dà la possibilità di seguire l'iter di ogni progetto di legge 7 e l'operato dei vari rappresentanti eletti e di tenerne traccia grazie ai feed RSS [http://www.opencongress.org/about/rss]. Le sinergie tra fonti diverse e la collaborazione degli utenti/cittadini rendono il sito uno spazio completo, aggiornato e plurale di informazioni di vario genere, incluse quelle sulle lobby che ogni politico rappresenta e quanto si parla di lui in Rete. Inoltre, grazie al sito collegato OpenSecret [http://www.opensecret.org], si può tracciare la provenienza ed entità dei finanziamenti di ogni eletto. Un ulteriore strumento collegato è il Congress Gossip Blog, dove gli argomenti all'ordine del giorno nelle attività del Congresso vengono presentati con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, integrati dalla segnalazione di approfondimenti rintracciati su altre fonti online, blog inclusi. OpenCongress è uno strumento collaborativo8 che vive del contributo dei cittadini e che ne incoraggia la partecipazione e l'aggregazione, con la possibilità di aprire un account personalizzato (MyOpenCongress) con i temi e i progetti di legge di proprio inte6 Luca De Biase, cit. Dal blog di OpenCongress, il resoconto degli ultimi sviluppi sul finanziamento alla guerra in Iraq: http://www.opencongress.org/articles/view/428-Iraq-is-Back 7 Un’analoga esperienza in questo senso ha luogo nel Regno Unito e si chiama They Work for You [http://www.theyworkforyou.com/] 8 10 di 13 resse. Inoltre, il sito offre la possibilità di networking su base geografica e di interessi, di distribuire e diffondere informazioni, oltre che di votare i contenuti proposti, creando un filtro. In Italia le esperienze di questo tipo sono ancora molto immature. Tra le più interessanti, segnaliamo Wikidemocracy [http://www.wikidemocracy.org], piattaforma di discussione e confronto dei programmi dei partiti e Open Polis [http://www.openpolis.it], un progetto indipendente (analogo a Open Congress per intenti e modalità di partecipazione) per condividere le informazioni sulla politica e sui politici italiani. Esperienze come quelle di OpenCongress, sostiene Gaia Bottà, possono costituire «una risorsa preziosa anche per lo stesso mondo della politica: lo scambio e l'interazione con il cittadino e fra i cittadini consentiranno alle alte sfere di sondare l'opinione pubblica. Una lezione che spesso la politica, non fa eccezione quella italiana, dà dimostrazione di non aver recepito, rifugiandosi in una comunicazione artificiosa, affidata a media e uffici stampa, che trattano il cittadino come un soggetto passivo» 9. 6. Conclusioni Le primarie USA sono ancora in corso, quindi, al momento, non è possibile un'analisi completa sull'effettivo riscontro tra partecipazione online e voto (né è possibile fare considerazioni sulla “qualità” di queste forme di impegno online). I risultati di questa prima fase dicono però che la percentuale di votanti è aumentata, specie tra i giovani. In particolare circa 500.000 giovani si sono registrati al voto grazie ai siti non schierati creati a questo scopo. 6.1. L'esempio vincente della campagna di Barack Obama La campagna elettorale di Barack Obama è l'esempio più riuscito della comprensione e utilizzo di queste dinamiche di Rete. Il sito di Obama “aggira” il tradizionale filtro dei media: la campagna non cerca di controllare i messaggi proposti nei discorsi del candidato, lasciando spazio ai sostenitori che li rielaborano creativamente e li ripropongono in Rete. In questo modo circolano in misura maggiore, anche con modalità inusuali, aumentando la popolarità del candidato sia in termini di buzz (quanto se ne parla), sia per l'approccio consapevole alla Rete. Obama chiede anche di compiere azioni per sostenerlo: dall'inviare mail a mandare messaggi ai contatti di MySpace invitandoli a votare, al telefonare a supporto della sua candidatura. Si tratta di pratiche molto diffuse in USA, dove le campagne elettorali dispongono di database approfonditi sui votanti dei singoli stati, cosa che permette un'azione mirata sul singolo potenziale elettore. 9 Gaia Bottà, Punto Informatico, http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1908575 11 di 13 6.2 I rischi della wiki-politics Clay Shirky, docente della New York University, ha recentemente sostenuto che in questa campagna elettorale i candidati si sono allontanati da quella che era stata una buona pratica della campagna elettorale di Howard Dean: incoraggiare i cittadini a esprimere la propria opinione sulle politiche del candidato. “Il rischio con i social media è che gli utenti si aspettino di influenzare effettivamente la campagna elettorale e che questo desiderio venga disatteso” sostiene Shirky. La wiki-politics, come è stata definita, ha dei pro e dei contro: se da un lato offre agli elettori la possibilità di sentirsi parte del processo politico e maggiormente partecipi delle azioni di un candidato, dall'altro può anche dare l'impressione che il politico in questione non abbia le idee chiare o posizioni sufficientemente forti e definite. Un esempio in questo senso è la campagna elettorale di Ségolène Royal, che in una prima fase ha calamitato i consensi degli utenti della Rete, di cui ha compreso e utilizzato proficuamente le dinamiche. L'esito finale non ha tuttavia premiato la candidata, anche per l’impressione di incertezza sui contenuti e le linee politiche, confermata da questa strategia online. 12 di 13 Antonella Napolitano è laureata in scienze della comunicazione presso l’Università di Bologna con una tesi sull’impatto sociale dei blog ed è stata research fellow presso il Vassar College di New York. È tra i soci fondatori di Micromacchina, associazione che realizza progetti di comunicazione legati alla partecipazione e alla cittadinanza attiva. Collabora con il blog collettivo SpinDoc, dove scrive di tecnologia e comunicazione politica. Nel 2007 è stata promotrice del CitizenCamp e del CreativeCamp, due barcamp dedicati rispettivamente ai temi della partecipazione civica e della creatività che si sono tenuti a Casalecchio di Reno (Bo). In Elastic fa parte del team dei consulenti di comunicazione. Blog: svaroschi.blogspot.com Elastic è una società di consulenza specializzata nella progettazione, creazione e governo di sistemi di relazione basati sui media sociali. Lavoriamo per organizzazioni complesse nei settori della comunicazione d’impresa e delle risorse umane. Comunicazione. Aiutiamo i nostri clienti a declinare digitalmente la propria identità, a individuare i luoghi di Internet in cui i suoi stakeholder e influenti si incontrano e, quindi, a costruire e mettere in campo un piano consapevole di governo delle relazioni. Risorse umane. Assistiamo i nostri clienti ad adottare all’interno delle organizzazioni le idee, le pratiche e gli strumenti del web 2.0 con l’obiettivo di creare ambienti collaborativi che favoriscono l’aumento della produttività. Clienti 2007/2008 Alenia Aermacchi Ebitemp Finmeccanica Fondazione Magna Carta Geoconsult Il Sole 24 Ore Quanta Uvet American Express Sede di Roma Via Gregorio VII, 466 00165 Roma Tel. 06.66032735 Online www.elastic.it [email protected] 13 di 13