Il rinnovo del CCNL del Credito Cooperativo ai tempi dell` “auto

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Il rinnovo del CCNL del Credito Cooperativo ai tempi dell` “auto
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FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI
Ai Sindacati Autonomi Bancari F.A.B.I. LORO SEDI PROTOCOLLO:
OGGETTO:
1313/G/700 ‐ LB/mm ROMA, LI
18 settembre 2015 Relazione all’Esecutivo Nazionale BCC Il rinnovo del CCNL del Credito Cooperativo ai tempi dell’ “auto” riforma Il rinnovo dei “Patti di Lavoro” del settore della Cooperazione di Credito è, come risulta evidente da tempo, profondamente incardinato nel contesto economico e di settore del Paese, in combinato disposto con i tempi e le modalità di attuazione dell’autoriforma che incombe sul settore. Il tentativo di Federcasse, prima con l’atto unilaterale di recesso comunicato il 26 novembre 2013, amplificato dalla disdetta dei contratti di secondo livello in data 29 dicembre 2014, ha rappresentato la sola e univoca volontà di controparte di individuare e scaricare sul costo delle “retribuzioni” la panacea di tutti i mali e la conseguente soluzione dei problemi di tenuta dei bilanci delle aziende BCC. Dopo lo sciopero Nazionale del 2 marzo scorso, “clamoroso” per tassi di adesione e mobilitazione del settore, l’orizzonte della prospettiva di rinnovo contrattuale, sancita nel verbale d’accordo del 23 marzo, ha determinato una ripresa delle trattative più formale che sostanziale. Infatti Federcasse, dopo la frenetica giornata del 20 gennaio, dove una bozza di testo governativo, modificativa del T.U.B., veniva prima inserita e poi espunta dal provvedimento di legge sulla riforma delle Banche Popolari, accusava lo “shock” e cominciava la sua lunga, complessa e tormentata discussione all’interno dei propri organismi di rappresentanza. Il dibattito sulla nascita di un nuovo soggetto creditizio, il “Gruppo Bancario Cooperativo“, sulle modalità di costituzione e adesione a uno o più Gruppi, la possibilità di partecipazione con capitali esterni a tale nuova struttura societaria, il rapporto giuridico riveniente tra singola BCC e il Gruppo stesso hanno necessariamente polarizzato le forze e le energie di Federcasse, ancora a tutt’oggi. Sul tavolo negoziale, quindi, la Delegazione sindacale, che vede da tempo partecipare unicamente l’avv.to dell’Erba, con la funzione “tecnica” dell’ufficio del dott.re Vernieri, ha assunto come unico e monotono leit motiv quello di rinnovare un contratto nei tempi prefissati del 31 ottobre del corrente anno, con l’ineludibile finale riduzione del “costo del Lavoro” nel settore. Proprio sul complessivo ammontare del costo del lavoro del settore, pari all’attualità a 2 miliardi e 160 euro, con un trend di crescita del +22% nel periodo 2007/2013 e una RAL media passata dai 61.000 ai 67.800 euro si concentrano le attenzioni di Federcasse. Peccato che le comparazioni con il settore ABI dicano che nonostante la decrescita del complessivo costo del lavoro, ottenuto sulla scorta di circa 48.000 esuberi, le RAL medie, in ABI appunto, siano ancora superiori, pari a 71.000 euro. Peccato che nonostante il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione sia il 51% nel Credito Cooperativo contro il 60% dell’ABI, i proventi straordinari su ricavi da titoli rappresentino il 60% sul RLG. Peccato che il tasso di copertura delle perdite su crediti viaggi a ritmi del 34% contro una media ABI che sfiora il 50 %. Federcasse preconizza il prossimo taglio della rete sportelli , quantificandola in 214, con conseguente esubero di 1150 Collaboratori e declina i suoi ragionamenti con tipica logica “industriale” comparando il novero delle 376 BCC ad un unico Gruppo come se esistesse un univoco e coerente “piano industriale nazionale”. Il rinnovo del CCNL deve finanziare , quindi, secondo Federcasse, sostanzialmente le prossime e imminenti eccedenze di Personale. Questi “esuberi” si dovrebbero evidenziare a partire dalle singole 376 Bcc, in assenza però di un unico modello organizzativo, di un unico linguaggio informatico e di un unico piano industriale, in perfetta e ostinata direzione contraria dall’autonomia della Cooperazione di Credito e della profonda e diversa speficità dei “valori” distintivi del presidio della mutualità, della solidarietà, della sussidiarietà che caratterizzano la nascita e la peculiare storia del Movimento Cooperativo. Su nostra specifica richiesta e intervento al tavolo Federcasse ha dichiarato, il 4 settembre scorso, come sia imprescindibile il finanziamento del FOCC attraverso il contenimento del costo del lavoro attraverso questi esemplificativi interventi sulla struttura del contratto: ‐
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Aumenti contrattuali svincolati e inferiori alle tabelle acquisite nel rinnovo del CCNL ABI. Blocco degli scatti d’anzianità per la valenza contrattuale. Sterilizzazione di alcuni istituti contrattuali sul calcolo della base imponibile TFR. Temporanea parziale o totale sospensione dell’ex premio di rendimento. ‐
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Revisione dell’incidenza di calcolo del PDR. Eliminazione dell’indennità di rischio. Individuazione di forme di contribuzione per la “solidarietà difensiva”. Con altrettanta ferma determinazione la FABI in piena condivisione con le altre sigle ha restituito al mittente questa non nuova né comprensibile provocazione di Federcasse, di ragionare sul rinnovo contrattuale, prendendo a pretesto e alibi il settore ABI e trasferendo le logiche dei piani industriali dei Grandi Gruppi come se la Cooperazione di Credito né fosse un semplice “clone”. Appare sempre più evidente, anche alla luce della recente lettera del Presidente AZZI, come secondo Federcasse, i destini della Cooperazione e del salvataggio dei bilanci del 2016 passi attraverso il solo e grande sacrificio economico dei propri Collaboratori, Aree Professionali e Quadri Direttivi, ma non quello dei “manager” e dei Consigli d’Amministrazione, né tantomeno si attui attraverso le razionalizzazioni e il riordino dei processi informatici, delle procedure e della semplificazione della fabbrica dei prodotti. Nei prossimi programmati incontri negoziali daremo il massimo della nostra responsabilità e della autorevolezza di interlocutori Sindacali, credibili e coerenti, per affermare le vere logiche e le vere linee fondanti il rinnovo del contratto di settore. Non reagiremo alle stucchevoli provocazioni e strumentalizzazioni di controparte che definisce “tatticismo” il comportamento altamente equilibrato e attento del Sindacato in questa fase. Risponderemo tramite lettera aperta a tutti i Presidenti e Direttori di BCC e Federazioni Locali, motivando e chiarendo una volta per tutte le vere questioni sul tappeto del rinnovo del CCNL. Attiveremo finalmente gli incontri sull’Osservatorio Nazionale per cominciare una autentica e credibile fase di confronto sui “dati” inerenti all’andamento dei bilanci delle BCC e del settore, ingaggiando Federcasse sulla trasparenza dei costi di funzionamento delle BCC, tutti nessuno escluso. Sfideremo Federcasse a intraprendere finalmente un serio e autonomo negoziato, che valorizzi sul serio le “buone prassi” del settore e non “scimmiotti” quello dell’ABI, cercando soluzioni improprie e impercorribili. Daremo il massimo dell’informativa a tutte le Lavoratrici e ai Lavoratori del Credito Cooperativo per sensibilizzarli sulle velleità e sui pericoli che Federcasse, se si arroccasse su posizioni intransigenti, riverbererà sulla stagione autunnale e sulle possibilità di un rinnovo contrattuale senza ulteriori fasi di mobilitazione. Le imminenti scadenze degli organismi di Federcasse, previste per la prima decade di dicembre e la decretazione governativa sull’autoriforma, presumibilmente anch’essa attesa a fine d’anno, non devono essere gli unici obiettivi e interessi affinché Federcasse esiga un rinnovo di contratto tutto a “prendere” per lei stessa e tutto a “perdere” per chi ogni giorno lavora e rende onore e merito al vero valore distintivo della Cooperazione di Credito. Con i nostri migliori auguri. COORDINATORE e VICARI ESECUTIVO NAZIONALE BCC LA SEGRETERIA NAZIONALE