risposta alla madre del signore di ueno

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risposta alla madre del signore di ueno
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 9
RISPOSTA ALLA MADRE DEL SIGNORE DI UENO
Ho ricevuto le offerte che hai inviato per la cerimonia commemorativa del
quarantanovesimo giorno dalla morte di tuo figlio, il defunto Nanjo Shichiro Goro.
Come risulta dalla lista, due kan di monete, un carico di riso brillato, un carico di
igname, pasta di fagioli fermentati, konnyaku1, una cesta di cachi, cinquanta limoni e
altre cose. Per il riposo di tuo figlio ho letto una volta l'intero Sutra del Loto, diverse
volte il Jigage e ho recitato il Daimoku centomila volte.
Fra tutti i sacri insegnamenti della vita del Budda, il Sutra del Loto è una
scrittura senza pari. E, come indicano le parole "solo tra Budda"2 può essere
compreso solo dai Budda, non dalle persone nello stadio di Illuminazione quasi
perfetta3 o negli stadi inferiori fino ai comuni mortali. Per questo il bodhisattva
Nagarjuna nel Daichido ron affermò che le persone al di sotto del livello di Budda
possono conseguire la Buddità solo con la fede.
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1. Konnyaku: pianta le cui radici commestibili venivano utilizzate per preparare una gelatina che
si riteneva avesse azione depurativa.
2. Sutra del Loto, cap. 2, pag. 30. La frase completa è: «La vera entità di tutti i fenomeni può essere
compresa e condivisa solo tra Budda».
3. Illuminazione quasi perfetta: penultimo dei cinquantadue stadi della pratica di bodhisattva.
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Nel capitolo Hosshi (Maestro della Legge) del quarto volume del Sutra del Loto,
il Budda afferma: «Yakuo, questo ora ti dico, ho predicato diversi sutra e fra questi il
Sutra del Loto è il supremo!». Nel quinto volume afferma: «Manjushri, questo Sutra
del Loto è il tesoro segreto dei Budda, dei Tathagata. Fra tutti i sutra gli spetta il
posto più alto»4. Nel settimo volume leggiamo: «...così è per questo Sutra del Loto. È
il supremo fra tutti i sutra»5. E anche: «Questo sutra brilla di luce senza pari ... è
degno del massimo onore»6.
Questi passi delle scritture non esprimono dottrine mie personali, sono le
veritiere parole del Budda e quindi è impossibile che siano sbagliate.
Se un uomo nato in una famiglia del popolo dovesse affermare di essere uguale a un
samurai, sarebbe sicuramente biasimato. E ancor di più lo sarebbe se affermasse di
essere uguale o addirittura superiore al sovrano della nazione! Non solo verrebbe
punito lui, ma ne soffrirebbero anche i genitori, la moglie e i figli. È come una grande
fiamma che brucia la casa o un grande albero che cadendo trascina con sé anche gli
alberi più piccoli che lo circondano.
Lo stesso vale per gli insegnamenti buddisti. Le persone che si basano su un sutra dei
periodi Kegon, Agon, Hodo e Hannya, sul Sutra Dainichi o sul Sutra Amida,
ripongono fede nel loro sutra senza considerare se è superiore o inferiore. Così
dicono: «Il nostro Sutra Amida è uguale al Sutra del Loto» oppure: «È superiore». E i
compagni di fede pensano che lodare il proprio sutra sia motivo di gioia, mentre
invece è una colpa; sia i maestri, che i discepoli e i seguaci laici cadranno nei cattivi
sentieri con la rapidità di una freccia.
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4. Sutra del Loto, cap. 14, pag. 271.
5. Ibidem, cap. 23, pag. 382
6. Ibidem.
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Ma quelli che proclamano la superiorità del Sutra del Loto su tutti gli altri
sutra, hanno motivo per farlo. Godranno infatti di grandi benefici perché la loro
dichiarazione concorda con quello che dice il sutra stesso.
Prima del Sutra del Loto è stato esposto il Sutra Muryogi. È come l'avanguardia
dei generali che precede il corteo di un grande re per reprimere eventuali assalti.
Questo Sutra Muryogi afferma: «In questi quarant’anni e più, non ho ancora rivelato
la verità». Queste parole sono come i grandi archi con i quali i generali respingono a
colpi di freccia i nemici del re o le spade con le quali li falciano. Sono come un
proclama reale, affilato come una spada, diretto ai membri della setta Kegon che
leggono solo il Sutra Kegon, ai preti della setta Ritsu con i loro Sutra Agon, ai
credenti Nembutsu con il loro Sutra Kammuryoju e ai maestri Shingon con il loro
Sutra Dainichi, che li rimprovera di non seguire il Sutra del Loto e li riporta
all'obbedienza. Sono come Yoshiie che attacca Sadato o come Yoritomo che annienta
l'esercito di Kiyomori. Queste parole del Sutra Muryogi: «In questi quarant’anni e
più...» sono la spada e la corda del re Fudo o l'arco e le frecce del re Aizen7.
Quando il defunto Nanjo Goro valicò le montagne della morte e il fiume dei tre
guadi, le parole del Sutra Muryogi: «In questi quarant’anni e più, non ho ancora
rivelato la verità» furono i guerrieri che lo scortarono respingendo i briganti dei
desideri terreni e i pirati delle offese passate, e che gli permisero di avanzare sano e
salvo fino alla Pura Terra del Picco dell'Aquila.
Il capitolo Hoben del primo volume del Sutra del Loto, afferma: «L'Onorato dal
mondo ha esposto a lungo le sue
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7. Re Fudo e re Aizen: duo divinità buddiste. Secondo la tradizione, Kudo sconfigge gli ostacoli e i
demoni che impediscono la pratica del Buddismo e Aizen purifica i desideri terreni liberando gli esseri
umani dalle illusioni e dalle sofferenze che ne derivano.
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dottrine e adesso deve rivelare la verità». E anche: «...mettendo da parte
onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la Via suprema». Nel quinto volume
leggiamo: « [Egli tuttavia non dona a nessuno] lo splendido gioiello che porta in
cima al capo... perché quello è un gioiello che può stare soltanto sulla testa del re...
nello stesso modo in cui il potente re in ultimo donò lo splendido gioiello che aveva
custodito per tanto tempo»8.
Il significato di questi brani è che l'immensa collezione di scritture giunte in
Giappone, che ammonta a 7.399 volumi, così come ogni singola opera che la
compone, è al servizio del Sutra del Loto. Per spiegare, gli uomini e le donne del
Giappone sono 4.994.828 ma tutti sono sudditi di un solo uomo, il sovrano del paese.
Per quanto riguarda poi il significato di queste varie scritture, permettimi di
fare un'analogia che persino una donna ignorante può immediatamente capire. Per
costruire una grande pagoda, oltre al legname da usare per la pagoda, occorrerà
raccogliere anche una grande quantità di tavole e montare un'impalcatura alta dieci
o venti piedi. Dopo aver fatto questo, si potrà usare il legname per costruire la
pagoda. E quando la pagoda sarà completata, si smonta e si rimuove l'impalcatura,
lasciando la pagoda al suo posto.
L'impalcatura rappresenta gli altri sutra e la grande pagoda il Sutra del Loto.
Quando il Budda predicò gli altri sutra, in realtà stava costruendo un'impalcatura per
preparare la predicazione del Sutra del Loto.
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8. Sutra del Loto, cap. 14, pagg. 270-271. Il brano si riferisce alla parabola della gemma
inestimabile sulla testa del re: un sovrano ricompensa i propri soldati per il valore dimostrato in
battaglia donando terre, case e vari oggetti preziosi ma non dà nessuno lo splendido gioiello che porta in
cima al capo. Infine però decide di regalarlo al guerriero più coraggioso. Il gioiello rappresenta il Sutra
del Loto che il Budda tiene nascosto mentre espone gli insegnamenti provvisori.
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Le persone che credono nelle parole del Sutra del Loto: «Mettere da parte
onestamente gli espedienti», dopo aver messo da parte l'invocazione Namu Amida
Butsu basata sul Sutra Amida, gli insegnamenti della setta Shingon basati sul Sutra
Dainichi e i duecentocinquanta precetti delle setta Ritsu basati sui Sutra Agon,
abbracciano soltanto il Sutra del Loto. Quando ci si accinge a costruire una grande
pagoda, l'impalcatura ha una grande importanza. Ma una volta completata la
pagoda, l'impalcatura viene smontata e buttata via. Questo è il significato della frase:
«Mettere da parte onestamente gli espedienti».
Sebbene l'impalcatura sia necessaria per costruire la pagoda, nessuno si
sognerebbe mai di mettere da parte la pagoda e venerare l'impalcatura. Eppure le
persone che ricercano la via nel mondo di oggi trascorrono tutta la vita recitando
solo Namu Amida Butsu come persone che scartano la pagoda e venerano
l'impalcatura. Sono esempi del detto "sono sciocchi che sembrano saggi".
Il defunto Shichiro Goro non somigliava agli altri abitanti dell'attuale Giappone.
Sebbene fosse ancora giovane, seguiva le orme del saggio padre. E, in giovane età,
non ancora ventenne, cominciò a recitare Nam-myoho-renge-kyo e diventò un
Budda. Questo è ciò che intende il sutra quando afferma: «...nemmeno uno
mancherà di conseguire la Buddità»9. Se tu, sua madre amorevole, provi nostalgia di
lui, spero che reciterai Nam-myoho-renge-kyo pregando di rinascere nello stesso
luogo di Shichiro Goro e del tuo defunto marito, il signore Nanjo.
I semi della stessa specie sono tutti uguali, i semi di altra specie sono tutti
differenti. Se voi tutti coltivate nel cuore il seme di Myoho-renge-kyo, rinascerete
insieme nella terra di
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9. Ibidem, cap. 2, pag. 51.
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Myoho-renge-kyo. Che grande gioia proverete quando vi ritroverete tutti e tre fianco
a fianco!
Quando apriamo il Sutra del Loto e lo leggiamo, troviamo queste parole: «...il
Tathagata le avvolgerà con il suo manto ed esse saranno sempre protette e ricordate
dai Budda che ora si trovano in altri luoghi»10.
Il significato di questo brano è che i Budda delle dieci direzioni si raduneranno
in gran numero fino a riempire le terre dell'est, ovest, nord, sud, delle otto direzioni,
il sistema maggiore di mondi e tutti i quattrocento miliardi di nayuta di terre.
Siederanno fianco a fianco come stelle in cielo o file di riso e canapa sulla terra e
proteggeranno i devoti del Sutra del Loto proprio come i vari ministri e sudditi
proteggono l'erede di un grande sovrano.
Essere protetti dai quattro Re celesti e dal loro seguito è un grande onore. Ma si
può contare anche sulla protezione degli innumerevoli quattro Re celesti, di tutte le
stelle e costellazioni, di tutte le divinità del sole e della luna, di tutti i Taishaku e i
Bonten. Inoltre tutte le persone dei due veicoli, tutti i bodhisattva, il bodhisattva
Miroku nella corte interna del cielo Tushita, il bodhisattva Jizo sul monte Kharadiya,
il bodhisattva Kanzeon sul monte Potalaka e il bodhisattva Manjushri sul Monte
Chiaro e Fresco, ognuno accompagnato dai propri seguaci, proteggeranno i devoti
del Sutra del Loto. Si può esserne sicuri.
Inoltre Shakyamuni, Taho e tutti i Budda delle dieci direzioni verranno di
propria iniziativa e veglieranno su di noi ogni ora del giorno e della notte e questo è
un onore che le parole non bastano a esprimere.
Credendo in questo splendido sutra il defunto Goro ottenne la Buddità. E oggi,
nel quarantanovesimo giorno dalla
===
10. Ibidem, cap. 10, pag. 212.
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sua morte, tutti i Budda sono sicuramente radunati intorno a lui nella Pura Terra del
Picco dell'Aquila, lo fanno sedere sul palmo delle loro mani, o gli carezzano la testa,
o lo abbracciano gioiosamente, o lo accolgono con affetto così come si dà il
benvenuto alla luna appena sorta o ai fiori appena sbocciati.
Se riflettiamo sul perché i Budda delle tre esistenze e delle dieci direzioni
proteggano sempre il Sutra del Loto, capiamo che è naturale: il Sutra del Loto è il
padre e la madre dei Budda delle tre esistenze e delle dieci direzioni; è la loro nutrice
e il loro signore.
Le rane si nutrono del suono della voce della madre e, se non la possono udire,
non crescono. Il kalakula11 si nutre di vento e, se il vento non soffia, l'insetto non
cresce. I pesci hanno bisogno di acqua e gli uccelli dipendono dagli alberi per
costruire il nido. Allo stesso modo per i Budda il Sutra del Loto è la fonte di vita, il
loro sostentamento e la loro dimora. Come i pesci vivono nell'acqua, così i Budda
vivono in questo sutra. Come gli uccelli abitano sugli alberi, così i Budda abitano in
questo sutra. Come il riflesso della luna dimora nell'acqua, così i Budda dimorano in
questo sutra. Sappi che in una terra in cui non esiste questo sutra non possono
esserci Budda.
Nei tempi antichi viveva un sovrano di nome re Rinda che regnava sul
continente meridionale di Jambudvipa. Di che cosa aveva bisogno questo re per il
proprio sostentamento? Egli ascoltava il nitrito dei cavalli bianchi e questo era il suo
cibo. Fintanto che i cavalli bianchi nitrivano, rimaneva sempre giovane, la
carnagione era scintillante, lo spirito vigoroso, la forza fisica costante ed era in grado
di condurre con giustizia gli affari di stato. Per questo nel suo paese venivano
radunati e
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11. Kalakula: insetto immaginario menzionato nel Daichido ron. Si dice che il suo corpo si gonfi
rapidamente in presenza di un fotte vento.
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allevati moltissimi cavalli bianchi. Sotto questo aspetto, era come il governante di
Wei12, che aveva un gran numero di aironi, o come l'imperatore Te-tsung che amava
le lucciole. Ma poiché i cavalli bianchi nitrivano solo quando c'erano cigni bianchi
che cantavano, era stato radunato anche un certo numero di cigni.
Ma a un certo punto per qualche ragione tutti i cigni bianchi scomparvero e di
conseguenza i cavalli bianchi non nitrirono più. Poiché era venuta a mancare la fonte
del suo sostentamento, il re era simile a un fiore completamente sbocciato che
appassisce a contatto con la rugiada o alla luna piena avvolta dalle nuvole. Quando
fu chiaro che il re stava per morire, la moglie, l'erede, i ministri e i cittadini di tutto il
regno impallidirono come un bambino appena separato dalla madre e, bagnandosi le
maniche di lacrime, si chiesero disperati: «Cosa possiamo fare? Cosa possiamo fare?»
In quel paese vi erano molti non buddisti, simili agli attuali seguaci della setta
Zen, ai preti Nembutsu, ai maestri Shingon e ai preti Ritsu dei nostri tempi. Inoltre vi
erano i discepoli del Budda, simili agli attuali seguaci della setta Hokke. Questi
gruppi erano in pessimi rapporti, erano incompatibili come il fuoco e l'acqua o
reciprocamente ostili come il popolo di Hu e quello di Yueh13.
Il sovrano emanò un editto che diceva: «Se i non buddisti faranno nitrire i
cavalli, io abolirò gli insegnamenti buddisti e riporrò assoluta fede nelle dottrine non
buddiste, onorandole come le divinità celesti onorano Taishaku. Ma, se saranno i
discepoli del Budda a far nitrire i cavalli, io taglierò la testa a tutti i non buddisti,
confischerò le loro dimore e le assegnerò ai discepoli del Budda».
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12. Governante di Wei: duca di Yi dello stato di Wei (r. 668-660 a.C.).
13. Hu e Yueh: Hu qui denota le tribù del nord della Cina e Yueh quelle del sud.
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Udendo ciò i non buddisti sbiancarono per la paura e anche i discepoli del Budda
presero a lamentarsi. Ma, visto che ciò non risolveva le cose, i non buddisti
provarono per primi e per sette giorni condussero i loro riti, ma non apparve alcun
cigno bianco e i cavalli bianchi non nitrirono. Fu poi il turno dei discepoli del Budda
a cui furono assegnati i successivi sette giorni per eseguire le proprie preghiere. A
quell'epoca vi era un giovane monaco di nome Ashvaghosha o Nitrito di Cavallo che,
per sette giorni, offrì preghiere basate sul Sutra del Loto, venerato da tutti i Budda, e
come effetto i cigni bianchi giunsero in volo alla piattaforma sulla quale pregava.
Appena un cigno lanciò un grido, un cavallo bianco nitrì. Il re, udendo il nitrito, si
levò dal suo letto di dolore e tutti coloro che si erano radunati intorno a lui, a
cominciare dalla moglie, si volsero verso Ashvaghosha, inchinandosi in segno di
rispetto.
Così i cigni bianchi vennero, prima uno, poi due, tre, dieci, cento e mille, fino a
riempire il regno. E i cavalli bianchi nitrirono; prima uno, poi due, cento, mille
cavalli bianchi presero a nitrire senza posa. Quando il re udì tale suono, il suo volto
diventò quello di un trentenne. La sua mente fu chiara e brillante come il sole, la sua
amministrazione retta ed equa, dai cieli cadde una pioggia di amrita , il popolo si
inchinò ai suoi ordini come di fronte al vento e il regno prosperò per innumerevoli
epoche.
Anche per i Budda è così. Quando non appare il Sutra del Loto, il Budda Taho
rimane estinto; ma nell'epoca in cui questo sutra viene recitato egli fa la sua
comparsa nel mondo. E così pure il Budda Shakyamuni e tutti i Budda delle dieci
direzioni.
Dato che il Sutra del Loto possiede questo meraviglioso potere, come è
possibile che chi lo abbraccia sia abbandonato dalla dea del Sole, dal Grande
Bodhisattva Hachiman o dal Grande Bodhisattva Fuji Sengen? Ciò è veramente
rassicurante!
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D'altro canto, se un paese si oppone a questo sutra, per quanto il suo popolo
preghi sinceramente, sarà inevitabilmente colpito dai sette disastri. Puoi essere certa
che sarà sottomesso e distrutto da un altro paese, come la nave che incontra una
tempesta in mezzo all'oceano o come l'erba e gli alberi che vengono inariditi da una
grande siccità.
Così accade oggi in Giappone: per quanto si preghi, poiché la gente disprezza
Nichiren e i suoi discepoli, i devoti del Sutra del Loto, nessuna delle varie preghiere
sarà efficace, e il paese verrà attaccato dal grande impero mongolo. Il paese è già
sull'orlo della distruzione. D'ora in avanti osserva attentamente quello che accade, le
cose non possono più andare avanti così. Devi capire una volta per tutte che ciò
dipende interamente dal fatto che tutte le persone nutrono sentimenti ostili nei
confronti del Sutra del Loto.
Sono già trascorsi quarantanove giorni dalla morte di tuo figlio Goro. Sebbene
l'impermanenza sia nella natura di tutte le cose, chiunque venga a sapere della morte
di una persona lo trova difficile da sopportare. Quanto più profondo deve essere il
dolore della madre o della moglie! Credo di comprendere cosa stai provando.
I figli possono essere giovani o adulti, possono essere brutti o perfino avere
difetti fisici, ma i loro genitori li amano comunque. Nel tuo caso, oltre a essere un
maschio, tuo figlio era anche pieno di qualità e aveva un cuore generoso. Quando
tuo marito, il defunto signore di Ueno, ancora nel fiore degli anni, ti ha preceduto
nella morte, il tuo dolore è stato profondo. Se tu non fossi stata incinta di questo
figlio, so che ti saresti gettata nel fuoco e nell'acqua per seguirlo. Eppure, quando
questo bambino venne felicemente alla luce, sentisti che sarebbe stato impensabile
affidarlo ad altri e porre fine alla tua vita. Così ti sei fatta coraggio e hai trascorso i
successivi quattordici o quindici anni.
Come puoi sopportare quello che è successo ora? Devi
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aver pensato che nel futuro avresti avuto due figli su cui contare, e invece il 5
settembre di quest'anno, tuo figlio minore, come la luna nascosta dalle nuvole, come
i fiori spazzati via dal vento, è scomparso. Ti chiedevi se era un sogno o non era un
sogno, lamentandoti di quanto durava e, quando hai sentito che il sogno sembrava
davvero reale, erano già passati quarantanove giorni. E se è proprio vero, come puoi
fare? Sull'albero rimane il fiore sbocciato mentre il bocciolo che stava per aprirsi si è
seccato. L'anziana madre rimane qui e il giovane figlio non c'è più. Com'è spietata la
transitorietà del mondo!
Rinunciando disgustata a questo mondo spietato, ora devi affidarti al Sutra del
Loto nel quale il defunto Goro aveva fede, e raggiungere rapidamente la Pura Terra
del Picco dell'Aquila, eternamente stabile e indistruttibile. Il padre di tuo figlio è sul
Picco dell'Aquila; sua madre è rimasta in questo mondo di saha. Penso con simpatia
ai sentimenti del defunto Goro che si trova in una posizione intermedia fra voi due.
C'è ancora molto che vorrei dirti, ma concluderò qui.
Con profondo rispetto,
Nichiren
24 ottobre
Risposta alla madre del signore di Ueno
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Ueno Dono Haha Gozen Gohenji (Chuin sho - Shijuku nichi Gosho)
Gosho Zenshu, pag. 1568
Scritto nel 1280, a 59 anni, da Minobu
Destinato alla madre del signore di Ueno
CENNI STORICI - La destinataria di questo Gosho, Ueno-ama Gozen, madre di
Nanjo Tokimitsu, aveva da poco perduto il figlio minore Shichiro Goro, morto
adolescente a quindici anni (sedici secondo il computo giapponese). In occasione
della cerimonia, che veniva celebrata nel quarantanovesimo giorno dalla morte, ella
aveva inviato al Daishonin alcune offerte ed egli, in questa lettera, oltre a ringraziare
per i doni ricevuti, coglie l'occasione per incoraggiare la donna che doveva affrontare
un così doloroso lutto.
Ueno-ama Gozen era figlia di Matsuno Rokuro Zaemon e moglie di Nanjo Hyoe
Shichiro, il signore del villaggio di Ueno, nel distretto Fuji della provincia di Suruga.
La coppia ebbe nove figli, fra cui Ren'a-ni, madre di Nichimoku Shonin. Il marito
della signora Ueno era morto nel 1265 mentre ella era incinta dell'ultimo dei figli,
Shichiro Goro. Questi si recò a Minobu a visitare il Daishonin insieme al fratello
maggiore Tokimitsu il 15 giugno 1280. Il Daishonin nutriva grandi aspettative per
questo giovane che però morì improvvisamente il 5 settembre dello stesso anno. Non
appena Nichiren Daishonin ricevette la triste notizia scrisse immediatamente, una
lettera di condoglianze a Ueno-ama Gozen e a Nanjo Tokimitsu, datata 6 settembre.
Questo Gosho è chiamato anche Chuin sho (Sull'esistenza intermedia). Per esistenza
intermedia si intendeva l'intervallo fra la morte e la rinascita che aveva la durata di
quarantanove giorni. Sulla base di questa credenza ampiamente diffusa, il
quarantanovesimo giorno veniva svolta una cerimonia in suffragio del defunto.
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