lettera di accompagnamento

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lettera di accompagnamento
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 2
LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO
Ho ricevuto la tua lettera. Non dovete parlare della dottrina buddista a chi non
ha fede, sia che si tratti di un parente che di un estraneo. Tenetelo sempre a mente.
Ho iscritto un Gohonzon per te. L'ostilità contro il Sutra del Loto è andata
progressivamente crescendo: dopo la morte del Budda è stata più forte che durante
la sua vita, nel Medio giorno della Legge più forte che nel Primo giorno, e all'inizio
dell'Ultimo giorno della Legge più forte che nel Medio giorno. Se comprendi questo,
tu come chiunque altro, ti renderai conto che in Giappone non c'è nessuno oltre me
che sia un vero devoto del Sutra del Loto.
Il mese scorso ho ricevuto la notizia della morte di Dozen-bo. Avrei voluto
accorrere immediatamente di persona o inviare quanto prima il prete (Niko) latore
di questa lettera. Tuttavia benché io non mi consideri una persona che si è ritirata
dal mondo, sembra che gli altri mi vedano in questo modo, e per questa ragione non
lascio mai questa montagna. Poiché inoltre questo prete mi aveva riferito che fra
varie persone circolava la voce che nell'immediato futuro ci sarebbero stati dei
dibattiti dottrinali con le altre sette, incaricai alcune persone di rintracciare presso i
diversi templi delle varie province sutra e scritti dottrinali. Il prete Niko che avevo
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inviato nella provincia di Suruga, è appena tornato.
In questo scritto ho trattato argomenti di estrema importanza. Sarebbe quindi
un errore parlarne a persone che non comprendono l'essenza del Buddismo. Ma
anche se si tratta di persone in grado di comprenderla, se sono troppe, arriverebbe
certamente alle orecchie di estranei, e questo non sarebbe prudente né per te, né per
me.
Perciò vorrei che solo voi due, tu e Gijo-bo, vi facciate leggere il trattato a voce
alta dal prete Niko due o tre volte presso la vetta di Kasagamori. Poi fateglielo
leggere una volta anche davanti alla tomba del defunto Dozen-bo. Dopo di che,
lasciatelo a Niko e fatevelo rileggere più volte. Se lo ascolterete ripetutamente, credo
che giungerete a comprenderne e ad apprezzarne il significato.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il 26 luglio
al prete di Kiyosumi258.
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258. Prete di Kiyosumi: Joken-bo.
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Ho On Sho
Gosho Zenshu, pag. 55
Scritto il 21 luglio 1276, a 55 anni, da Minobu
Destinato a Joken-bo e Gijo-bo
CENNI STORICI - Ripagare i debiti di gratitudine è uno dei dieci maggiori scritti di
Nichiren Daishonin. Datato 21 luglio 1276, due anni dopo il ritiro a Minobu, fu
ispirato dalla notizia della morte di Dozen-bo, il rettore dello Shobutsu-bo del
tempio Seicho-ji. Il Daishonin era entrato nel tempio nel 1233 all'età di dodici anni ed
aveva studiato sotto la guida di Dozen-bo. La lettera è indirizzata a Joken-bo e a
Gijo-bo, due condiscepoli anziani del Daishonin, che in seguito divennero suoi
seguaci.
Il tempio Seicho-ji apparteneva in origine alla setta Tendai che si basava sul
Sutra del Loto, ma poi subì l'influenza della setta Shingon con i suoi rituali esoterici
e della setta Jodo che venerava il Budda Amida. Dopo vari anni di studio nei
principali templi dell'epoca per chiarire la confusione dottrinale che regnava nel
mondo buddista, il Daishonin tornò al Seicho-ji e il 28 aprile del 1253, dichiarò
pubblicamente che Nam-myoho-renge-kyo è l'unico insegnamento valido
nell'Ultimo giorno della Legge. Nello stesso tempo denunciò le quattro sette allora
più seguite: Jodo, Shingon, Zen e Ritsu. Il signore del luogo, Tojo Kagenobu, ardente
seguace della Jodo, si infuriò e comandò ai sui uomini di uccidere Nichiren.
Dozen-bo non ebbe il coraggio di difendere apertamente il suo discepolo, ma
incaricò Joken-bo e Gijo-bo di aiutarlo a mettersi in salvo. Nel 1264, durante una
visita nella provincia natale dopo il perdono dall'esilio a Izu, Nichiren incontrò
nuovamente Dozen-bo, il quale gli chiese se la recitazione del Nembutsu,
l'invocazione del Budda Amida, lo condannava all'inferno. Il Daishonin gli rispose
che solo affidandosi al Sutra del Loto avrebbe potuto evitare la
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retribuzione per aver offeso la Legge. In seguito seppe che Dozen-bo aveva intagliato
una statua di Shakyamuni e se ne rallegrò moltissimo. Nonostante i difetti di
Dozen-bo, egli sentì sempre una profonda riconoscenza per il maestro che lo aveva
iniziato allo studio del Buddismo.
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