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Solighetto di Pieve di Soligo, 14 marzo 2014 Le foreste della Serenissima tra passato e futuro Giustino Mezzalira Le foreste della Serenissima Nei secoli durante i quali il legno era una materia prima fondamentale per le costruzioni navali, la Repubblica di Venezia aveva posto stretti vincoli di taglio sui boschi fornitori dei legnami più richiesti: i querceti della pianura e della Pedemontana; le faggete dei grandi altipiani, dal Cansiglio ai Sette Comuni; le foreste di conifere delle vallate alpine. La nascita della selvicoltura La selvicoltura , la scienza che studia l'impianto, la coltivazione e l'utilizzazione dei boschi, è nata nel XVI secolo nei boschi della Serenissima, come testimoniato dagli spendidi catastici veneziani. I querceti della Serenissima I boschi planiziali e collinari di Farnia e Rovere coprivano circa 10.000 ha, organizzati da un lato in poche grandi foreste (Montello, Cà Tron, Montona), dall’altro in alcune centinaia di piccoli boschi ampiamente distribuiti nei possedimenti di terraferma. Le foreste della Serenissima Nei secoli di massimo splendore della Repubblica di Venezia foreste, opere di ingegneria forestale, civile e fluviale, nonché le costruzioni navali dell’Arsenale erano collegate ed organizzate come un unico possente sistema il cui fine ultimo era quello di produrre in modo flessibile ed efficiente navi di ogni tipo, base della potenza economica e militare della Serenissima Foresta di S. Marco (Somadida) Bosco del Cansiglio Le foreste della Serenissima Boschi di interesse strategico e idrografia della media e bassa valle del Piave, e della Laguna di Venezia Bosco del Cansiglio Bosco del Montello Laguna di Venezia La filiera storica del legname Il taglio veniva effettuato da squadre di boscaioli che si occupavano anche di concentrare i tronchi in luoghi favorevoli al loro trasporto a valle. La filiera storica del legname Il trasporto a valle dei tronchi veniva agevolato da scivoli naturali e artificiali detti «risine», che venivano coperte di neve o ghiacciate. Il punto d’arrivo di queste rudimentali ma efficaci linee di trasporto erano laghi e fiumi. La filiera storica del legname I corsi d’acqua erano dotati di sbarramenti – «stue» (dighe) e «cidoli» (saracinesche) – che consentivano di gestire al meglio la portata d’acqua e la fluitazione dei tronchi. La filiera storica del legname A valle dell’ultimo sbarramento i tronchi migliori proseguivano il viaggio accorpati in zattere, che venivano caricate con il legname ridotto in assi nelle segherie circostanti. L’Arsenale di Venezia Lungo i fiumi il legname veniva inoltrato all’Arsenale di Venezia per essere impiegato nella costruzione di navi militari («sottili») e commerciali («tonde») La decadenza del sistema Dopo la caduta della Serenissima le storiche foreste di epoca veneziana hanno preso strade diverse: quelle alpine sono state complessivamente conservate, venendo a far parte del sistema delle foreste demaniali statali prima e regionali poi. La produzione legnosa ha perso progressivamente valore, passando in secondo piano rispetto alle funzioni ricreative e conservazionistiche. La decadenza del sistema Le foreste planiziali e collinari, composte principalmente di querce, sono invece andate incontro ad una sistematica distruzione, tanto che ne è giunta a noi soltanto qualche diecina di ettari. Ridare valore al legname Negli ultimi anni varie iniziative nate soprattutto dalle imprese della filiera foresta-legno, hanno iniziato a ridare valore al legname delle storiche foreste di epoca veneziana: il caso del Cansiglio. Far rinascere i querceti 1988: primo imboschimento: 10.5 ha a Villaverla, Vicenza 2000: oltre 300 ha di boschi planiziali piantati con fondi del Reg.to CEE/2080/92 nel periodo 1994-2000 2013: altri 250 ha di boschi piantati con la LR 13/2003 (7 bandi) In 25 anni il patrimonio di querceti del Veneto è stato decuplicato (da 50 ad oltre 500 ha!) La sfida della rinascita delle grandi foreste di querce Foresta del Montello Foresta di Cà Tron Foresta di Montona Un’occasione per la rinascita della foresta del Montello La ex polveriera di Volpago: un’occasione unica ed irripetibile per ricostruire un pezzo della storica foresta di “roveri” del Montello.