Saggio breve Amore

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Saggio breve Amore
TIPOLOGIA B SAGGIO BREVE DI ARG. ARTISTICO-LETTERARIO
Sviluppa l'argomento o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in
tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.
L’AMORE COME TRASGRESSIONE DELLE REGOLE NELL' IMMAGINARIO
ARTISTICO-LETTERARI0
1) Les amants, René Magritte, olio su tela 1928
2)
Catullo, Canti, 5
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis.
Viviamo mia Lesbia e amiamo,
e le chiacchiere dei vecchi brontoloni
stimiamole meno di un soldo.
3)
Virgilio, Georgiche IV, 490-493
restitit, Eurydicenque suam iam luce sub ipsa
immemor heu! uictusque animi respexit. ibi omnis
effusus labor atque immitis rupta tyranni
foedera, terque fragor stagnis auditus Auernis.
Si fermò e vinto nell'animo, si voltò a guardare la
sua cara Euridice, ormai prossimo alla luce,
immemore; allora tutta la fatica divenne vana,
furono infranti i patti del crudele tiranno e per tre
volte venne udito un fragore dallo stagno
dell'Averno.
4)
Per causa tua mi odiano i popoli libici e i principi
Virgilio, Eneide IV, vv. 320-324
te propter Libycae gentes Nomadumque tyranni numidi, mi sono ostili i Tirii; per causa tua si
odere, infensi Tyrii; te propter eundem estinse il pudore e la mia reputazione di prima,
extinctus pudor et, qua sola sidera adibam, per la quale sola arrivavo alle stelle.
fama prior.
5)
Tibullo, Elegie, 1,1 vv 57-58
Io non mi preoccupo di essere lodato, mia Delia:
Non ego laudari curo, mea Delia: tecum purchè io sia con te, di grazia, mi si chiami pure
dum modo sim, quaeso segnis inersque uocer.
pigro ed inane
6)
Ovidio, Amores, 1, 1 vv. 1-4
Arma gravi numero violentaque bella parabam
edere, materia conveniente modis.
Par erat inferior versus: risisse Cupido
dicitur atque unum surripuisse pedem .
Mi accingevo a cantare con ritmo solenne le armi
e le guerre violente, argomento adatto alla
cadenza del metro.
Il secondo verso era uguale al primo; si dice che
Cupido abbia sorriso e sottratto ad esso un piede.
7)Da “I dolori del giovane Werther”, di J. W. Goethe
13 luglio
No, non m'inganno; nei tuoi occhi neri leggo un serio interesse per la mia persona. Lo sento, e mi fido del
mio cuore...sento che lei...devo in queste parole esprimere tutta la mia paradisiaca felicità? Sento che lei
mi ama!
Mi ama...Come sono divenuto caro a me stesso! Con te posso esprimermi perché mi puoi capire; quanto
mi adoro da quando lei mi ama!
E' presunzione questa? O è invece la coscienza dei veraci sentimenti che ci legano. Non conosco l'uomo
del quale temere l'influenza sull'animo di Carlotta. Eppure quando parla del suo fidanzato, con tanta
simpatia e con tanto affetto, mi sento come un uomo che ha perduto i suoi onori e le sue dignità, a cui si
tolga la spada.
8) F. Hayez, L'ultimo bacio di Gulietta e Romeo, olio su tela, 1823
9)Dante Inferno V, vv. 130-138
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
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Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
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la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».
10)Tasso, Gerusalemme Liberata, canto 16, ottava 17
Fra melodia sí tenera, fra tante
vaghezze allettatrici e lusinghiere,
va quella coppia1, e rigida e costante
se stessa indura a i vezzi del piacere.
Ecco tra fronde e fronde il guardo inante
penetra e vede, o pargli di vedere,
vede pur certo il vago e la diletta2,
ch’egli è in grembo a la donna, essa a l’erbetta.
1
2
Si tratta di Carlo e Ubaldo che entrati nel palazzo di Armida, assistono non visti ai suoi amori con Rinaldo, il
cavaliere cristiano vittima dell'incantesimo della maga
L'amante e l'amata, cioè Rinaldo e Armida