6a edizione

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6a edizione
008
giugno 2
3
Darfo Boario Terme (BS)
Cinema Garden MultiVision
P.za Medaglie d’Oro, 2
Tel. 035.988144 - 0364.529101
www.multisalagarden.com
08
a
luglio 20
Montagne
al
cinema
6 edizione - 2008
5
12
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26
Parlamento Europeo
Presentazione
Montagne
al
cinema
6 edizione - 2008
a
Ingresso serata euro 7,00
F. Michieli
MONTAGNE AL CINEMA ATTO SESTO
alpinista svizzero Stephan Siegrist, autore di interminabili
Appuntamento atteso da ogni appassionato di alpinismo, di
scalate su “big wall” alpine, himalayane e americane, il 5 giugno
avventura e delle loro espressioni cinematografiche, la rassegna
presenterà immagini di altissimo livello tecnico girate su pareti
Montagne al Cinema si ripresenta nel 2008 alla sua sesta
isolate. Leo Houlding, giovane alpinista inglese, interverrà il 12
edizione, con una ricerca sempre più accurata di ospiti e filmati di
giugno spaziando dall’arrampicata estrema su roccia all’alta
livello mondiale e con l’incremento delle serate in programma.
quota dell’Everest. Il 19 giugno sarà protagonista l’alpinismo
Il grande successo degli scorsi anni è legato al valore dei personaggi
dell’Est europeo con Pavle Kozjek, sloveno di notevole longevità
alternatisi nella sala del Cinema Garden Multivision di Darfo:
alpinistica che ha stupito il mondo con grandi salite in velocità,
Ermanno Salvaterra, Marzio Nardi, Kurt Diemberger, Franco Michieli,
anche a 8000 metri. Il 26 giugno sarà a Darfo l’americano
“Bubu” Bole, Tone Valeruz, Nives Meroi, Fausto De Stefani, Simone
Steve House, tra i più attivi protagonisti dell’alpinismo estremo
Moro, Edurne Pasaban, Roberto Ghidoni, Patrick Edlinger, Silvo Karo,
esplorativo sulle montagne più ostiche di tutti i continenti. Infine,
Alberto Inurrategi, Valerio Folco, Alexander Huber, Robert Jasper;
la serata del 3 luglio vedrà una eccezionale compresenza di storia
ed è rafforzato dalla formula delle serate, che vede avventurosi di
dell’esplorazione e arte: il film d’epoca Terre Magellaniche
questo calibro presentare di persona i film di cui sono protagonisti e
girato fra Patagonia e Terra del Fuoco dall’esploratore salesiano
dialogare col pubblico, attratto dalle Province di Brescia e Bergamo
Alberto M. De Agostini, accompagnato da musiche eseguite dal
e anche da città e Regioni limitrofe. Una grande occasione non solo
vivo dal maestro Francesco Pennarola (pianoforte) e da Francesca
per chi pratica la montagna, ma per chiunque sappia apprezzare il
Villa (violoncello).
valore universale dell’uomo che si confronta con l’ignoto e con la
In questa edizione il pubblico potrà contare su un’altra novità:
grande natura, i cui insegnamenti sono insostituibili nelle civiltà di
il collegamento audio-video con una sala adiacente del Garden
ogni tempo.
Multivision offrirà centinaia di posti in più. Ancora una volta, per
La rassegna si aprirà la sera di giovedì 5 giugno e proseguirà ogni
cinque settimane, Montagne al Cinema a Darfo si propone
giovedì successivo per cinque incontri - 12, 19, 26 giugno e 3
come ineludibile polo d’attrazione per la cultura della montagna.
luglio -, uno in più degli anni passati. Il primo ospite, il formidabile
Stephan Siegrist
Prima serata
5 giugno 2008
ore 21,00
Stephan Siegrist
Montagna,
fascino senza limiti
C. Kopp
Dall’Eiger al Thalay Sagar, dalla Patagonia all’India:
Stephan Siegrist ci porta nel suo mondo di vita, lavoro
e passione – la montagna. Stephan, uno degli alpinisti
più conosciuti della Svizzera e di tutto il mondo e
alpinista professionista ormai da anni, è conosciuto
per il suo altissimo livello in varie discipline – sia su
roccia che ghiaccio che sulle grandi vie alpine; capacità
che negli ultimi anni ha portata sempre di più su cime
extraeuropee come il Cerro Torre (prima invernale della
via Ferrari con Thomas Ulrich, David Fasel e Michal
Pitelka), il Thalay Sagar e l’Arwa Tower in India o il
Gasherbrum II dal versante cinese.
Stephan ci racconta in modo modesto e onesto ma anche
con grande senso di umorismo dei suoi successi ma anche
delle difficoltà nella vita di un alpinista professionista.
Da sempre è stato accompagnato in montagna da
fotografi professionisti, tra cui soprattutto Thomas
Ulrich, grande amico e compagno di spedizioni varie. Il
materiale fotografico e i filmati che Stephan ci presenta
in questa serata sono di altissimo livello e trasmettono la
passione e il fascino che Stephan continua a provare per
la montagna dopo tanti anni di salite e discese.
Verrà inoltre proiettato il filmato “Harvest Moon”
cronaca dell’apertura di una nuova via sul Thalay Sagar
alto ben 6.904 metri e situato in India.
Nota biografica
Stephan Siegrist Nasce il 17 dicembre 1972 a Berna. A 11 anni,
Stephan viene portato per la prima volta su una escursione scialpinistica e giura che non farà mai più qualcosa di così faticoso
– ma dimentica ben presto questa promessa con se stesso e
oggi dice: “È cominciato tutto perché nonostante questa prima
impressione non ho smesso subito …”
A 17 anni fa le prime salite e arrampicate insieme ad un amico e
poco più tardi finisce la formazione professionale come carpentiere. Da allora, non ha mai più mollato – la passione per la montagna, anzi, è diventata sempre più grande. A 22 anni Stephan
trasloca a Interlaken nell’Oberland bernese svizzero per sentirsi
più vicino alla montagna, soprattutto all’Eiger. Fino al giorno
d’oggi, Stephan ha salito 16 volte la parete nord dell’Eiger, tre
volte facendo delle prime salite spettacolari di cui due hanno
aumentato notevolmente la sua fama nel mondo dell’alpinismo:
“The Young Spider” – una delle grandi vie “mixed” più difficili
nel mondo – e “La Vida es Silbar”.
Nel 1999, Stephan partecipa allla prima invernale della parete
ovest del Cerro Torre (insieme a David Fasel, Michal Pitelka e
Thomas Ulrich), una salita che ha portato al film premiato “Non
la vogliono capire …” (Christine Kopp / Christoph Frutiger /
Thomas Ulrich). Nello stesso anno, 1999, Stephan fa parte delle
due cordate di alpinisti che salgono la classica “Heckmair” sulla
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Stephan Siegrist
parete nord dell’Eiger accompagnate dalle telecamere della
televisione svizzera: La salita viene trasmessa in diretta per 33
ore e ha un successo incredibile che porta ad un interesse mediatico molto più grande per la montagna in Svizzera. Nel 2002
è sempre sulla “Heckmair” sull’Eiger: Su iniziativa di Thomas
Ulrich, Stephan Siegrist e Michal Pitelka salgono la via in stile
“retro”, cioè con attrezzatura (inclusi le scarpe, i ramponi e le
piccozze!) degli anni 30 e dei primi salitori. Ne esce un libro e
un film premiato e Stephan si dimostra molto impressionato
dalla prestazione di Heckmair, Kasparek, Vörg e Harrer: “Con
questa salita, la mia ammirazione per il loro coraggio senza
compromessi è ancora aumentato, soprattutto per le grandi
capacità tecniche e intuitive di Heckmair!” Per questo progetto, collaborano intensamente con Anderl Heckmair che presta
materiale d’informazione e attrezzatura per la salita.
Nel 2000 David Fasel, Thomas Ulrich e Stephan Siegrist si trovano in Yosemite dove salgono via “Mescalito”, uno dei grandi
bigwall della valle californiana. Seguono – tra innumerevoli
altre salite, anche tante prime su roccia e ghiaccio in Svizzera
e all’estero – nel 2004 la prima salita del pilastro nordest del
Thalay Sagar (6904 m, Garhwal Himal, India, con Ralf Weber,
Thomas Senf, Denis Burdet) e la prima salita della parete nordest
dell’Arwa Tower (6352 m, Garhwal Himal, India, 2007, con
Thomas Senf e Denis Burdet). La nuova via sull’Arwa Tower
(montagna salita per la prima volta nel 1999 da Mick Fowler e
Steve Sustad) viene chiamata “Lightning Strike” – mille metri
con difficoltà estreme su roccia e ghiaccio in un terreno particolarmente esposto e ripido.
Stephan Siegrist è alpinista professionista dal 1999. È anche
guida di montagna. Il suo sponsor principale è da anni la ditta
svizzera Mammut. www.stephan-siegrist.ch
Leo Houlding
Seconda serata
12 giugno 2008
ore 21,00
Leo Houlding
Il “para-alpinismo” di Leo:
arrampicata e base jump
C. Kopp
In questo momento nella sua vita il giovane
inglese Leo Houlding si diverte particolarmente
a salire le montagne in velocità e scendere
ancora più velocemente praticando il base
jump in discesa. Ecco in che cosa consiste il
“para-alpinismo” di Leo Houlding: su veloce
e giù ancora più veloce! Cosa vuol dire? La
presentazione delle sue tecniche, sottolineato
dal famoso “sense of humour” britannico
promette brividi e sorrisi al pubblico: Comincia
con un filmato breve ripreso nel Pacifico del
Sud, poi torna ai suoi inizi d’arrampicata in
Inghilterra e Scozia, ci racconta della Patagonia
e del suo incidente sul Cerro Torre seguita da
una “discesa epica di tre giorni” e della sua
salita del Fitz Roy. Poi la svolta: Ci fa vedere
filmati, alcuni di altissima qualità ripresi
per varie stazioni televisive, e foto del suo
“para-alpinismo” che ha praticato ad Arco in
Italia, in Norvegia, Oman, Spagna, California e
conclude con un’escursione sull’Everest – con
una vecchia attrezzatura stile anni 20, sulle
traccie di Mallory e Irvine – e poi con una corsa
esilarante in Verdon… Una serata piena di
emozioni e azione – da non perdere!
Nota biografica
“Su veloce e giù volando” secondo Leo Houlding, l’evoluzione
dell’arrampicata sulle grandi pareti sta andando in una direzione chiara: “Fast, free – salita nel primo tentativo, poi giù …
volando!” È così che il giovane inglese, nato nel 1980, vede
l’alpinismo del futuro – e come lo pratica lui, ben inteso. Leo è
all’avanguardia nel “para-alpinismo”, la combinazione di due
discipline che riunisce l’arrampicata in salita con il base jump in
discesa. Inutile dire che si tratta di un movimento abbastanza
nuovo che contiene rischi piuttosto alti.
Leo Houlding non ha bisogno di presentazioni. Arrampicatore,
alpinista, ma anche amante dello snowboard e dello skydive,
del surf e del base jump, conosciuto per le sue serate divertenti
e per il suo carisma, è ormai uno dei protagonisti più conosciuti
nel mondo della montagna.
Ha cominciato ad arrampicare a dieci anni e racconta dei suoi
inizi: “Dopo aver letto un po’ di storia dell’arrampicata
e dopo aver incontrato dei personaggi meravigliosi sono
stato catturato da quell’atmosfera non conformista e controcorrente che esiste nei luoghi d’arrampicata del mondo. I
valori diversi e le vite piene d’azione di queste persone mi
sembravano davvero attraenti”.
Diventa in poco tempo uno dei protagonisti dell’arrampicata
tradizionale in Inghilterra facendo delle salite molto audaci
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Leo Houlding
– arrampicate con un’esposizione tale che una caduta è assolutamente proibita. Un tipo di arrampicata che affascina Leo:
“Considero l’arrampicata un’attività spirituale. Ho cominciato a
praticarla perché non ci sono regole, ovvero solo le regole che
tu ti imponi. Non ci sono giudici. Non c’entra il prestige. Fa le
cose in stile buono o non farle.”
Nel 1996 Leo diventa “British Junior Indoor Climbing Champion”, dal 1998 è membro del team degli atleti sponsorizzati
dalla Berghaus. Comincia a spostare il suo alpinismo sulle pareti
di tutto il mondo.
Uno dei suoi ambienti preferiti, Leo lo scopre presto in Yosemite:
Nel 1998 compie – un giorno dopo la prima libera dei fratelli
Huber – la ripetizione di El Nino, nel 2001 la Leaning Tower, nel
2005 la parete nordovest dell’Half Dome e la via Freerider sul El
Capitan. Oltre allo Yosemite: vie tradizionali, solitarie, big wall,
spedizioni, salite speed, Everest sulle traccie di Mallory e Irvine
nel 2007 … E anche un incidente, nel 2002, sul Cerro Torre
dove in una caduta si frattura la caviglia in modo talmente grave
che per un anno non può arrampicare. In Gran Bretagna, Leo è
conosciuto da un grande pubblico grazie alle varie trasmissioni
televisive che l’hanno visto come protagonista di arrampicate
presentate con un tocco di senso di umorismo britannico.
Alla domanda cosa ti entusiasma di più, la risposta di Leo è
chiara: “…in questo momento il ‘Fast-Free-Para-Alpinism’ mi
sta attirando più di tutti.
È una combinazione di tutte queste cose. Se dovessi invece
scegliere solo uno stile di arrampicata sarebbe probabilmente quello del Deep Water Soloing, l’arrampicata senza corda
sopra l’acqua. È esilarante, divertente e avventuroso con
quasi nessuna sofferenza e pochi rischi seri.” Tre aggettivi
che rispecchiano il modo di vivere di Leo, sempre alla ricerca
di nuove avventure.
IMIL
- Via Alessandro Manzoni, 115 - 25040 ESINE (BS)
TEL 0364.360700 - FAX 0364.46274 - www.imil.it
SPA
Pavle Kozjek
Terza serata
19 giugno 2008
ore 21,00
Pavle Kozjek
Le mie grandi e veloci
arrampicate
R. Bontempi
Nel corso della serata che avrà per ospite Pavle
Kozjek saranno proiettati due filmati da lui
realizzati e delle diapositive, da lui commentate,
che racconteranno tutto il suo percorso alpinistico
Il primo filmato è intitolato “The Nangpa La
Borderline”. Si tratta di un documento avvincente
che racconta la salita in solitaria e in grande
velocità che lo stesso Kozjek ha compiuto nel 2006
sul Cho Oyu (8201 m) lungo una nuova via: con
questa realizzazione ha vinto il prestigioso premio
internazionale Piolet d’Or nel 2006. Nel film viene
inoltre documentata l’uccisione di tre tibetani
da parte dell’esercito cinese mentre tentavano di
superare il Passo di Nangpa La e di entrare in Nepal:
il tragico episodio è avvenuto nel settembre 2006, e
tutto il mondo ha potuto averne conoscenza proprio
grazie alle coraggiose riprese di Kozjek.
Seguirà la proiezione di “The Lord of the Towers”
(El Senor de Las Torres).
In questo filmato l’alpinista sloveno racconta prima
il suo acclimatamento in mountain bike lungo le
strade di alta quota che si inoltrano nella catena
delle Ande, poi la salita di una nuova via di elevata
difficoltà sulla parete nord del Chacraraju (6612 m)
avvenuta nel 2004.
Nota biografica
Pavle Kozjek nasce il 15 gennaio 1959 in un piccolo villaggio
nei pressi di Lubiana, la città capitale della Slovenia dove
attualmente vive e lavora dopo avere conseguito la laurea in
informatica.
La sua carriera di alpinista inizia nel 1978, e si articola prima
con ascensioni sulle Alpi slovene, poi sulle pareti delle Dolomiti
e sulle Alpi francesi: ad oggi nel corso della sua intensa attività
ha scalato oltre 1200 vie, tra le quali 115 prime salite.
Nel 1983 partecipa alla prima spedizione extraeuropea realizzando una nuova via sulla parete nord del Gangapurna (7455
m), mentre negli anni successivi la sua attività spazia dalle grandi pareti rocciose californiane alle montagne del Sud America,
dai colossi del Karakorum a quelli dell’Himalaya.
Una sintetica rassegna delle sue salite comunica immediatamente la sua capacità di muoversi su terreni diversi: 1984-1985
in Yosemite salita di El Capitan (The Shield e North America
Wall); 1985 Yalung Kang (cima secondaria del Kangchenjunga,
8505 m), parete nord fino a 8100 m; 1987 Dhaulagiri (8167 m),
parete est in invernale fino alla quota di 8050 m dove ha bivaccato; 1988 K2 (8617 m), tentativo di salita lungo la Magic Line
sulla parete sud fino alla quota di 8100 m; 2005 Trapecio (5644
m), completamento della difficile via salita solo in parte da Jeff
Lowe nel 1985; 2008 Prisojnik, nuova difficile via di roccia sul
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Pavle Kozjek
Pilastro del Diavolo di questa imponente montagna slovena.
Basterebbero queste informazioni per farsi un’idea dello spessore di questo alpinista, ma in realtà le sue salite più importanti
sono le seguenti: 1986 Broad Peak e Gasherbrum II (due cime
salite in soli cinque giorni); 1986 Cerro Torre, Direttissima
dell’inferno (prima ascensione della parete est); 1987 Everest
(8848 m), prima ascensione slovena senza ossigeno sulla cresta
nordest; 1989 Shisha Pangma (8013 m), via nuova in stile alpino
sulla parete sud.
All’inizio degli anni Novanta e fino ai nostri giorni porta a termine una serie di importanti salite sulla catena delle Ande, sulle
cui montagne realizza 8 vie nuove (alcune in solitaria) su pareti
inesplorate di montagne di altezza superiore ai 6000 metri della
Cordillera Blanca e dello Huayhuash. L’ultima salita in ordine di
tempo sulle montagne sudamericane, dove ha dichiarato di trovarsi particolarmente bene, è avvenuta lungo l’inviolata parete
est del Puscantrupa Este (5410 m) in Perù nel luglio 2007 (600
metri di difficoltà sostenute su ghiaccio e roccia realizzati in stile
alpino in sole 14 ore).
Nel 2006 ha realizzato sul Cho Oyu (8201 m) una via nuova in
solitaria sulla parete sudovest, con partenza e ritorno al campo
base in sole 14 ore e 30’ (VI grado di “engagement”, 4+ su
roccia a 7200 metri di quota, neve e ghiaccio a 60°): per tale
salita ha vinto il premio del pubblico nel contesto del prestigioso
riconoscimento internazionale “Piolet d’Or” edizione 2006.
Ha dichiarato in un’intervista: “Le montagne mi appagano, mi
rendono soddisfatto. Qualche volta, durante una salita, anche
a me è capitato di chiedermi: ma è necessario tutto questo?
La risposta è sempre arrivata alla fine, con un senso di gioia e
di pace. Arrampicare mi viene naturale e credo che, nella vita,
ognuno debba mettere a fuoco i propri talenti. Non farlo sarebbe una specie di peccato”.
Steve House
Quarta serata
26 giugno 2008
ore 21,00
Steve House
Lo stile alpino “puro e duro”,
la speranza per lo sviluppo
e l’evoluzione dell’alpinismo
La serata presentata da Steve House propone
un viaggio attraverso tutte le salite che hanno
portato il celebre alpinista americano a diventare
uno dei paladini attuali “duri e puri” dello stile
alpino e leggero, anche sulle più imponenti pareti
di alta quota.
Le salite effettuate in ogni parte del mondo
(Himalaya, Alaska, Karakorum, Ande) saranno
illustrate da splendide immagini e verranno
direttamente commentate in sala dal protagonista,
con la finalità di condividere con il pubblico le
intense emozioni vissute, e divulgare le esperienze
che lo hanno fatto evolvere non soltanto dal punto
di vista alpinistico, ma anche da quello umano.
Un approfondimento particolare sarà dedicato alle
sue salite più importanti: quella in solitaria della
parete sudovest del K7 (6942 m) nel 2004, e quella in
stile alpino della parere Rupal del Nanga Parbat (8125
m) realizzata l’anno successivo con Vince Anderson.
Entrambe queste scalate hanno richiesto un
eccezionale impegno tecnico, atletico e psicologico,
che House documenterà con le sue stesse parole.
La serata è stata organizzata in collaborazione
con l’Assessorato ai Giovani e Università
della Provincia di Brescia.
R. Bontempi
Nota biografica
Steve House nasce nel 1970 negli Stati Uniti nello stato dell’Oregon. Inizia ad arrampicare in giovane età, e appena conseguita
la patente di guida comincia a viaggiare e a frequentare le pareti
di Smith Rocks e varie altre zone di arrampicata dello stato in
cui risiede. Durante il periodo degli studi superiori, concluso nel
1995, ha l’opportunità, nel contesto di un progetto di scambio
con altri studenti, di vivere un anno in Europa. In questi mesi
si trasferisce quindi in Slovenia dove non solo continua ad arrampicare, ma soprattutto inizia a maturare nelle sue salite uno
stile improntato sulla velocità e sulla leggerezza, qualità che lo
aiuteranno e caratterizzeranno l’intensa attività alpinistica che
ha svolto fino ad oggi.
Tra le sue salite che giudica più importanti si ricordano il Mount
Robson (3954 m) sulle Canadian Rockies; la parete ovest del
Cayesh (5719 m) in Perù; la prima ascensione del Kapura Peak
(6544 m), quella del Hajji Brakk (5985 m) e la cresta sudest del
Nayser Brakk (5200 m) nella Charakusa Valley in Pakistan; la
parete nord del North Twin sulle Canadian Rockies, e ancora
la parete est del Mount Dickey in Alaska, il Cho Oyu (8201 m)
in velocità e vie nuove in Alaska sul Howse Peak e sul severo
McKinley.
Viene considerato come uno dei più importanti e innovativi
alpinisti a livello internazionale, e secondo Reinhold Messner è
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Steve House
il migliore di sempre tra quelli di origine nordamericana.
House è un profeta dello stile alpino, e ha trasferito questa pura
e severa etica sulle pareti più grandi e più difficili della terra.
Nel 2005 la sua notorietà accresce ulteriormente dopo la salita
del Pilastro Centrale della parete Rupal del Nanga Parbat (8125
m): 4100 metri di sviluppo saliti in stile alpino in sei giorni, ai
quali si sono aggiunti altri due giorni per la discesa: tale performance, già nella storia dell’alpinismo, fa guadagnare a lui e al
compagno Vince Anderson il premio Piolet d’Or 2005.
La più prestigiosa onorificenza alpinistica a livello internazionale
era già stata assegnata a House anche nel 2004 (premio del
pubblico) per la sua salita solitaria lungo una via sulla parete
sudovest del K7 (6942 m). Su questa montagna pakistana
l’americano ha realizzato la seconda salita assoluta, percorrendo una difficile via nuova lunga 2500 metri in un tempo
complessivo inferiore alle 42 ore. Di questa scalata grandemente
impegnativa anche a livello psicologico ha dichiarato: “Ogni
arrampicatore tende verso la salita perfetta che deve essere un
mix di difficoltà e di impegno. Usa e affronta tutto questo per
sé stesso, per la sua persona. Quando riesci a mettere insieme
tutto ciò ti senti intero, completo. Il K7 è stata la salita che mi
ha fatto sentire completo”.
I “viaggi “ di Steve House sulle grandi pareti diventano così
anche dei viaggi interiori, che quando ritorna ha la capacità
di scrivere molto bene su numerose riviste per il piacere degli
appassionati della montagna.
è guida alpina UIAGM dal 1999; attualmente lavora da solo,
dirige corsi, pubblica articoli e a svolge attività di progettazione e test di materiali e abbigliamento tecnico su incarico
di importanti aziende.
Il suo celebre motto è: “Più semplici facciamo le cose, più diventa ricca la nostra esperienza”.
Centro di Promozione
Finanziaria
Via Repubblica, 7 - Darfo B.T. (Bs)
Tel. 0364 536422
Promotori finanziari:
Bertocchi Fabio - Bonadei Alberto
Cristini Mario - Vizzardi Giuseppe
Ceri Fausto
Terre magellaniche
Quinta serata
3 luglio 2008
ore 21,00
Terre magellaniche
Pionieri ai confini
del mondo
F. Michieli
Cinema. La pellicola, recuperata e restaurata con
La quinta serata di Montagne al Cinema si sposta in
cura del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli
uno spazio-tempo remoto: nelle vastità solitarie della
Abruzzi” – Cai - Torino e dalla Regione Piemonte,
Patagonia e della Terra del Fuoco, in un’epoca in cui
là il mondo finiva, tra “macchie bianche” sulle mappe narra con immagini magistrali l’epopea della scoperta
dei paesaggi ignoti e meravigliosi, popolati da
e pionieri che nell’isolamento costruivano avventure
incredibili animali, che si aprivano all’esploratore;
di tutta una vita. In quei primi scorci del XX secolo,
uniche sono le immagini degli ultimi popoli fuegini
attorno ai canali magellanici, si svolse anche una
Ona, Yagan, Alacaluf, che dopo millenni trascorsi
delle ultime vere esplorazioni geografiche, condotta
in isolamento stavano per estiguersi tristemente al
dal salesiano biellese Alberto Maria De Agostini, che
contatto con l’uomo bianco.
dal 1909, appena ordinato sacerdote, per decenni
Come ogni film muto dell’epoca, veniva
alternò l’attività missionaria a quella esplorativa e
accompagnato dal vivo da un musicista in sala.
alpinistica. Così aprì al mondo la conoscenza di fiordi
selvaggi tra monti perduti, di ghiacciai immensi come Essendo andata perduta la partitura originaria,
il maestro Francesco Pennarola ha compiuto uno
lo Hielo Patagonico, e di montagne straordinarie
splendido lavoro di composizione di una colonna
come il Cerro Torre, il Fitz Roy, le Torri del Paine, il
sonora sulla base di musiche contemporanee a De
San Lorenzo e molte altre, alcune delle quali scalò
Agostini, ricreando un coinvolgente e appassionante
per primo. È sulla base delle sue scoperte, delle sue
commento musicale.
relazioni e delle sue immagini che ha avuto grande
Lo spettacolo artistico offerto al Garden Multivision
impulso lo spettacolare alpinismo patagonico, in cui
è dunque un’eccezionale immersione nell’avventura
l’Italia è da sempre protagonista.
e nella musica, eseguita accanto allo schermo dal
Nelle sue interminabili esplorazioni si dedicò con
maestro Pennarola (pianoforte) e da Francesca Villa
maestria alle riprese cinematografiche, che montò
(violoncello). Introdurranno e commenteranno
e rimontò più volte fino a completare il film Terre
la serata Aldo Audisio, direttore del Museo della
Magellaniche, proiettato per la prima volta a
Montagna, e il geografo Franco Michieli.
Torino nel 1933 e oggi ripresentato a Montagne al
nODARI
OTTICA
nODARI
OTTICA
OTTICA & OREFICERIA
PIANBORNO (BS) - Via Nazionale, 96 - Tel 0364.360560
e-mail: nodari_srl@tiscali .it
OTTICA & OREFICERIA
PIANBORNO (BS) - Via Nazionale, 96 - Tel 0364.360560
e-mail: nodari_srl@tiscali .it
Montagne al cinema
6 a edizione - 2008
Darfo Boario Terme (BS)
tonale
Da Venezia
Autostrada A4 uscita Brescia Centro,
direzione Lago d’Iseo - Vallecamonica
Darfo Boario Terme
edolo
aprica
sondrio
capo di ponte
breno
Montagne al cinema
6 a edizione - 2008
piaMborno
boario terme
lovere
pisogne
Lago d’Iseo
iseo
bergamo
rovato
A4
milano
bolzano
Ponte di Legno
bernina
Progetto grafico: RadiciStudio - Bergamo
Stampa: Grafica Endy
Distribuzione: Agenzia Carosello
Autostrada A4 uscita Bergamo,
direzione Lovere - Darfo Boario Terme
passo
Un ringraziamento a:
ALDO ABONDIO
ALDO AUDISIO
DIEGO BERTOLI
ANNA BONETTINI
RUGGERO BONTEMPI
FAUSTO CAMERINI
FRANCO CAMOSSI
MARIO CAMPORI
VITTORIO DUCOLI
EMANUELE FALCHETTI
FLAVIO FAURO
CORRADO GHIRARDELLI
GRUPPO ALPINISTICO LECCHESE GAMMA
STEFANO LOSURDO
CHRISTINE KOPP
GIANCARLO MACULOTTI
EDOARDO MENSI
FRANCO MICHIELI
RICCARDO MININI
OFFICINE VIDEO
PIù VALLI TV
LUIGI RADICI
SEZIONI CAI VALLECAMONICA
TELEBOARIO
CORRADO SCOLARI
ANNA SMITH
ERIK SVAB
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