numero 5 - luglio/agosto 2012

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numero 5 - luglio/agosto 2012
Edito a cura dEll’amministrazionE comunalE
anno Xiii -
L’Editoriale
DEL SINDACO
FRANCO BORGHI
Pubblichiamo il discorso che il Sindaco ha tenuto il 30 giugno scorso, in occasione della consegna della benemerenza civica al Cardinale
Coccopalmerio.
***
Eminenza Reverendissima,
Parabiago, la Sua città , a braccia aperte Le porge
il benvenuto e La ringrazia della Sua preziosa
presenza in questa sede istituzionale, per l’occasione vestita a festa.
Per me come Sindaco, così come per tutti i parabiaghesi, è un onore poter condividere con Lei la
gioia della Sua nomina: dal 19 febbraio scorso,
ossia dal giorno di quel Concistoro cui molti di
noi hanno avuto la fortuna di partecipare,
Parabiago è una città decisamente più ricca.
Ricca della consapevolezza che Dio è così vicino a tutti i parabiaghesi da aver voluto donare
loro una grazia forse non inaspettata, ma certamente pregnante e capace di rinnovare i cuori. In
tal senso, anch’io mi sento un sindaco straordinariamente fortunato. Un sindaco che ha potuto
e può godere del privilegio di vedere un suo cittadino elevato agli onori della porpora cardinalizia.
Desidero
ringraziarLa,
Eminenza
Reverendissima, per l’affetto e la vicinanza che
Lei ha sempre dimostrato e continua a dimostrare nei confronti di questa città e, a me, in particolare. Non potrò mai dimenticare la Sue parole
di conforto (a poche ore, anzi, a pochi minuti dal
decesso della mia cara mamma) e l’attenzione
particolare di cui sono stato oggetto, tre giorni
dopo, nel bel mezzo della basilica di San Pietro,
a Concistoro appena terminato, con un forte e
caloroso abbraccio fuori ordinanza,. La Sua presenza qui, oggi, nonostante la miriade d’incombenze e di richieste che credo pervengano, ogni
giorno, sulla Sua scrivania in Vaticano, ci porta a
comprendere come Lei sia rimasto quell’uomo
di parola e quell’amico sempre presente che tutti
noi ben conosciamo. Amico presente e capace di
chinarsi sulla sofferenza altrui (fisica piuttosto
che spirituale) e di essere “balsamo” per le ferite
e “quiete” per i fardelli. E’ la Sua totale capacità
di condivisione, Eminenza, che tutti noi apprezziamo in Lei e che non manca di esplicitarsi
anche nei momenti di gioia e di festa, come i
Suoi coscritti, qui presenti, con una corposa rappresentanza, ben sanno. In tutte le tappe della
Sua carriera ecclesiastica, per tutto il cammino
che l’ha portata sino ai vertici della Santa Sede,
Lei non ha mai perso freschezza d’animo e naturalezza nel rapportarsi con quella che Lei considera, a pieno titolo, la Sua città, in omaggio non
solo ai tanti amici che qui vanta, ma anche
all’impegno e alla dedizione che Suo padre,
Alberto, seppe dimostrare, negli anni in cui fu il
nostro brillante segretario comunale. Sarebbe
orgoglioso, papà Alberto, di vedere suo figlio
sedere da Cardinale nella sala consiliare di quel
palazzo municipale che (come altre opere presenti in città) fu costruito dietro il suo fattivo
impulso. L’affetto e l’attenzione che Suo padre
dimostrò nei confronti di questa città continuano
numEro
5 - luglio/agosto 2012
COCCOPALMERIO, CARDINALE E BENEMERITO
“PARABIAGO MI È MOLTO CARA. QUI SI È SVILUPPATA LA MIA VOCAZIONE RELIGIOSA”
di Cristina Masetti
Ci si aspettava di vederlo fare il suo
ingresso in aula consigliare con la berretta
rossa, esattamente come molti lo avevano
visto in San Pietro il 19 febbraio scorso,
quando aveva ricevuto da Papa Benedetto
XVI gli onori della porpora cardinalizia.
Invece il neo Cardinale Francesco
Coccopalmerio si è presentato agli amici
di sempre con gli abiti di sempre e con
quel sorriso e quell’affetto che mai ha fatto
mancare alla sua città.
Così come aveva promesso, è tornato per
condividere la sua gioia con una città che,
sebbene non gli abbia dato i natali, è non
solo quella che ancora accoglie parte della
sua famiglia, ma è anche “la culla di maturazione” della sua vocazione religiosa.
Un affetto molto particolare lega, dunque,
il neo-cardinale a Parabiago: affetto che
affonda le proprie radici negli anni
Cinquanta,
quando
la
famiglia
Coccopalmerio era venuta ad abitare qui
perché il padre, Alberto, che era segretario
comunale a Nerviano, era stato trasferito
nel nostro Comune. Un legame, dunque,
Servizio fotografico di Gianni Trento e Giovanni Alberti
che è stato tramandato di padre in figlio e
che si è ulteriormente intensificato nel
corso degli anni, con l’immancabile presenza del Cardinale ai momenti più significativi della vita parabiaghese. La benemerenza civica, che la città gli ha conse-
gnato attraverso il sindaco Borghi, è dunque non solo un tributo alla sua brillante
carriera ecclesiastica, ma anche a quel
“ponte Parabiago-Roma” che si regge sull’affetto e che annulla i circa 600 chilometri di distanza che ci sono tra le due città.
«Non so davvero come esprimervi la mia
gioia, la mia riconoscenza e il mio stupore
di fronte a un’accoglienza così corale e
piena di affetto. Da mio padre ho imparato
a considerare la mia vocazione come un
servizio, così come per lui lo era nei confronti della collettività la sua professione
di segretario comunale».
Prima di lasciare l’aula consiliare alla
volta della chiesa prepositurale di piazza
Maggiolini, dove è giunto in corteo,
accompagnato dalle bande di Parabiago e
di San Lorenzo e dalle autorità religiose,
civili e militari del territorio, il Cardinale
ha ricevuto in dono una copia del volume
“Ravello e l’Albergo del Nonno”, opera
del professor Egidio Gianazza, realizzata
in occasione del 50° della casa di riposo
comunale (e presentata il giorno seguente,
Continua a pag. 2
QUARTO BINARIO: IL TAR HA DATO RAGIONE AL COMITATO
CUCCHI: «PECCATO, SAREBBE STATA UN’OPERA A VANTAGGIO DELLA COLLETTIVITÀ»
di Cristina Masetti
Il progetto del quarto binario è
tutto da rifare. E’ infatti del 9
luglio la notizia che il Tar della
Lombardia ha esaminato e
accolto il ricordo presentato dal
Comitato civico “No quarto
binario” che sottolineava come il
progetto definitivo di Rfi e
Regione fosse non solo privo
della Valutazione d’Impatto
Ambientale (Via), ma anche non
conforme al precedente progetto
preliminare. Dunque, la delibera
del Cipe datata 13 maggio 2010
relativa al primo lotto del quarto
binario sulla linea Rho-Gallarate, nel tratto tra Rho e Parabiago non è più valida.
«Era un’opera costosa, dannosa e inutile»,
ribadiscono gli esponenti del Comitato:
basti pensare che per quegli otto chilometri tra Rho e Parabiago, il preventivo di
spesa ammontava a oltre 400 milioni di
euro (401,08, per la precisione)». Nelle 26
pagine del dispositivo del Tar si contesta
che il progetto preliminare riguardasse tre
binari, mentre quello definitivo ne comprendesse uno in più (quattro, appunto), in
un contesto urbanistico assolutamente non
idoneo a tale opera. Dunque, la battaglia
pacifica ma incisiva dei cittadini e degli
amministratori locali, che per mesi hanno
contestato l’intervento, è stata vinta: «Ha
vinto la correttezza della procedura: se ci
sono delle regole, è giusto che tutti le
rispettino», hanno dichiarato i difensori
del “No al quarto binario”, giudicando
“esemplare” la sentenza del Tar.
Contro quest’ultima, la Regione
Lombardia è comunque intenzionata a presentare ricorso: il documento è infatti
all’esame dell’avvocatura regionale che fa
capo alla presidenza. Fatto sta che, per il
momento, le tante famiglie che rischiavano di dover lasciare la loro casa o di trovarsi i treni a pochi metri dalla finestra, sono
tornate a dormire sonni tranquilli. Mentre
il Comitato canta vittoria, il vice-sindaco
Raffaele Cucchi la pensa come l’assessore
regionale Raffaele Cattaneo: «Sarebbe
stata un’opera a vantaggio della collettività e invece -spiega Cucchi- per andare
incontro alle richieste di pochi,
si è deciso di penalizzare i soggetti che ne avrebbero beneficiato, ossia la maggioranza. Con il
terzo/quarto binario- rimarca
Cucchi- Parabiago avrebbe visto
la realizzazione (a spese di altri)
di tantissime opere di compensazione, infrastrutture che da anni i
cittadini richiedono, a partire
dalle piste ciclabili e dalla sistemazione dell’area della stazione
ferroviaria. Questa sentenza,
rischia di annullare tutto».
Cucchi non tralascia di sottolineare che «a Parabiago il numero degli
espropri era bassissimo e che l’amministrazione aveva ottenuto precise e concrete
garanzie affinché l’impatto ambientale
dell’opera fosse il meno penalizzante possibile per chi abita nelle immediate vicinanze della ferrovia».
Secondo Cucchi, se la sentenza del Tar
sarà annullata da quella del Consiglio di
Stato, questo territorio perderebbe un’opportunità importante, non solo per
Parabiago: «Si trattava -conclude il vice
sindaco- di un progetto su rotaia che, con
un treno ogni 15 minuti, avrebbe garantito
ai pendolari maggiori e migliori servizi,
senza contare i vantaggi che lo stesso
avrebbe fornito al collegamento alla fiera
di Rho-Pero e all’aeroporto di Malpensa».
2
COMUNE
Coccopalmerio, Cardinale e Benemerito - Segue da pag. 1
domenica 1° luglio).
Particolarmente toccante, anche la celebrazione in chiesa,
dove Coccopalmerio ha ricevuto una profonda manifestazione di affetto da parte di don Felice Noè e di tutta la comunità e dove si è rivolto ai fedeli con parole ricche di speranza:
«Dio ci ama sempre e comunque. Ci ama incondizionatamente e costantemente, proprio come un Padre ama i suoi
figli. In tutti i momenti difficili come quello che stiamo
vivendo (ha detto, riferendosi evidentemente alla situazione
critica in cui versa il nostro Paese), possa questa certezza
procurarci gioia, perché è di anzitutto di gioia e di coraggio
che abbiamo bisogno, per poterci rialzare».
Il Cardinale durante il suo discorso
Stretta di mano con il prof. Gianazza
Grande festa all’oratorio
L’abbraccio della giunta Borghi
I sacerdoti concelebranti
In corteo verso la Chiesa Parrocchiale
Il Cardinale con gli amici Boys 38
Con il senatore Mantovani
Il Cardinale circndato da alcuni consiglieri comunali
L’Editoriale - Segue da pag. 1
ancora oggi con quegli stessi valori che Lei non manca di
dimostrare ai Suoi concittadini, anche quando la Sua
missione la vede impegnato a 600 chilometri di distanza.
Ebbene, Eminenza, oggi Parabiago desidera fornirLe
un’ulteriore dimostrazione che questo affetto è sinceramente e profondamente ricambiato. Oggi Parabiago si
onora di poter inserire il Suo nome fra i cittadini benemeriti: un riconoscimento, questo, tutt’altro che di circostanza, se pensa che, a differenza di quanto avviene in
altre città, l’assegnazione della benemerenza civica non
è un “rito” che si ripete ogni anno ( più per tradizione che
per convinzione ), ma un omaggio riservato a chi ha davvero saputo distinguersi.
La preghiamo, pertanto, di accettare questo dono come il
segno di una stima e di un affetto destinati ad entrare
nella storia della nostra città, nella storia di Parabiago e
a durare, pertanto, oltre il tempo che a noi sarà dato.
Possano le Sue preghiere e la Sua benedizione accompagnare sempre questa città e tutti i suoi cittadini.
3
VOLONTARIATO
IL PREMIO ISIMBARDI AI VOLONTARI DEL TRASPORTO SOCIALE
30 SETTEMBRE: VOLONTARIATO IN FESTA
el pomeriggio di
venerdì 15 giugno il
N
presidente della Provincia di
egnatelo sin d’ora sul vostro
S
calendario: domenica 30 settembre la Consulta del Volontariato
Milano, Guido Podestà, ha
consegnato il Premio
Isimbardi 2012, riconoscimento istituito nel 1953
come tributo a cittadini e
associazioni del mondo
della cultura, dell’arte, dello
sport del territorio milanese
che si sono impegnati e
distinti per le proprie attività a favore della comunità. Tra i 66 premiati quest’anno, anche
i nostri “Volontari del trasporto sociale”, associazione parabiaghese che fornisce un prezioso aiuto soprattutto alla casa di riposo comunale. Sorto nel 2005 dalla volontà di
Antonio Moroni e sovvenzionato dal Comune, il sodalizio si compone di persone molto
attive e dotate di grande umanità. Tra loro, c’è Annibale Denti, che ci spiega l’attività del
gruppo: «Siamo una cinquantina di volontari, tra uomini e donne, ragazzi e ragazze, di
tutte le età. Ogni mattina, dalle 7.45 alle 10.00, passiamo a prendere a casa i ragazzi disabili, gli anziani e chiunque ci segnali l’assistente sociale e li portiamo nei vari centri diurni integrati dei dintorni: a Legnano, a Busto Garolfo, a Lainate, a Canegrate, a San Giorgio,
oppure li accompagniamo negli ospedali se quel giorno hanno bisogno di sottoporsi a qualche controllo. Poi, nel pomeriggio, torniamo a prenderli e li riportiamo a casa». Si tratta di
un servizio gratuito svolto da volontari e molto utile per sgravare le famiglie da incombenze che spesso, per motivi di orario, mal si conciliano con gli impegni lavorativi quotidiani. Tra poco, inoltre, l’associazione si fornirà di un nuovo mezzo: «Attualmente -riprende
Denti- abbiamo due pulmini per il trasporto dei disabili, una Punto, una Stilo e un Doblò.
A giorni il Comune, grazie alle sponsorizzazioni, si doterà di un ulteriore Doblò attrezzato per i disabili, per migliorare ancora di più il servizio». Ovviamente, tutti i volontari sono
felicissimi per l’onorificenza ricevuta dalla Provincia di Milano, giunta dopo sette anni di
attività e vista come un segnale di apprezzamento nei confronti di un’attività che viene
svolta davvero con il cuore e che, per le famiglie che ne usufruiscono, è molto preziosa,
come ha sottolineato il sindaco Borghi, ringraziando i volontari per l’impegno e l’umanità che dimostrano ogni giorno.
MARCO GOEGAN
parabiaghese vi attende numerosi nel
parco di Villa Corvini per condividere con tutte le associazioni una giornata di festa e, dunque, di gioia.
Sin dal mattino, nel verde del parco
troveranno posto le bancarelle degli
hobbisti, dei venditori di dolciumi e di
artisti molto particolari. Ci saranno
bancarelle anche lungo via Santa
Maria e non mancheranno spettacolari esibizioni di gruppi musicali e danzanti. Come lo scorso anno, ma in modo
ancor più ampio, sarà dato spazio al karaoke e tutti potranno cimentarsi con la loro
canzone preferita.
La giornata di festa si aprirà con un’esposizione di auto da corsa e d’epoca. Ai ragazzi disabili sarà offerta la possibilità di effettuare un giro, in veste di navigatori per le
vie cittadine. Al mattino Villa Corvini ospiterà un convegno sulla psicologia del
VENTOTTO NUOVI DONATORI AVIS
o strepitoso successo della
Notte Rosa ha portato fortuL
na anche alla locale sezione
dell’Avis, che era presente in
piazza Maggiolini con il suo
gazebo “vestito” a festa e “ingentilito” dalla presenza di volontarie
particolarmente attive. Queste
ultime, che dispensavano materiale informativo e regalavano ai più
piccoli palloncini colorati, hanno approfittato della massiccia presenza di pubblico per
compiere la loro opera di sensibilizzazione sull’importanza che il dono del sangue riveste.
Il messaggio è stato efficace, se si considera che solo in quella sera l’associazione ha raccolto 28 nuove adesioni: persone, cioè, disposte a sottoporsi ai controlli medici necessari
per stabilire se siano idonee o meno a donare il sangue. «Non è detto- spiegano dalla sezione di via del Monastero- che tutti lo siano, ma il numero di adesioni raccolte resta, comunque sia, importante e significativo. Il sangue- proseguono i vertici di Avis Parabiago- non
è riproducibile artificialmente ed è dunque solo attraverso il generoso gesto della donazione che possiamo reperirlo, per salvare vite umane». Spesso assolutamente indispensabile
negli interventi di primo soccorso (pensiamo solo ai tanti incidenti che si verificano d’estate, complice l’esodo legato alle vacanze), così come in chirurgia e nella cura di malattie
oncologiche piuttosto che nelle procedure di trapianto, il sangue è, insomma, una ricchezza che non basta mai e che va, pertanto, continuamente rimpinguata. Avis Parabiago raccoglie mensilmente circa 200 di sacche di sangue. Le donazioni avvengono due volte la
settimana (il mercoledì e il venerdì mattina) e i donatori si alternano, come la prassi prevede: gli uomini sono infatti chiamati a donare ogni tre mesi, mentre le donne ogni sei. Dai
benessere nella terza età. Relatrice la
Dott.ssa Cinzia Dellavedova.
Non mancherà, naturalmente, il ringraziamento dell’Amministrazione Comunale,
che considera il volontariato una risorsa
insostituibile.
I dettagli del programma saranno comunicati successivamente sul sito del nostro
Comune.
C.MAS.
IL CAVALLO: AMICO E “MEDICO”
l successo dell’iniziativa è andaI
to ben oltre le aspettative, tanto è
vero che c’è tutta l’intenzione di riproporla, il prossimo anno: si è chiuso
brillantemente, il corso di riabilitazione equestre finanziato dal Lions Club
Parabiago Host e indirizzato a dieci
minori diversamente abili indicati dai
Servizi Sociali del Comune.
Il corso (10 lezioni in tutto) si è svolto
al Centro Ippico Nuovo Riding Club,
immerso nel verde Parco del Roccolo e
cornice ideale per godere di vero relax,
oltre che dei benefici che la riabilitazione equestre, come noto, è in grado di
regalare alle persone con disagi fisici e psichici. Affidato a Nadia Lago, che si è avvalsa di alcuni validi collaboratori volontari, il
corso si concluso il 23 giugno scorso con
una festa, che ha rappresentato l’occasione
per trarre un bilancio dell’iniziativa dalla
viva voce dei ragazzi che ne sono stati i
diretti protagonisti: tutti assolutamente
entusiasti e rammaricati di dover salutare i
loro docili amici dalla folta e lucente criniera. Soddisfatti, naturalmente, anche gli
esponenti del Lions, Angelo Garbagnati
(past-president) e Annalisa Colombo, che
da poco lo ha sostituito al vertice del
“Parabiago Host” che, come si diceva, stanno valutando di riproporre l’iniziativa nell’elenco dei “service” di questa nuova annata lionistica.
C.MASETTI
registri di via del Monastero si evince che lo scorso anno sono state effettuate 1930 donazioni: facile credere, tuttavia, che questo numero già significativo sarà destinato a crescere, entro
la fine del 2012. Da gennaio a giugno le donazioni effettuate sono state infatti 1250 e a questo va, appunto, aggiunto che il numero dei donatori parabiaghesi è in crescita. Gli avisini
che, come noto, dallo scorso anno dispongono di una sede più ampia e moderna all’interno
dell’ ex- macello cittadino, si stanno dando da fare per ottenere tutti i permessi per poter effettuare anche la plasmaferesi, una tecnica che permette di separare (mediante un processo di
centrifuga) il plasma sanguigno dagli altri elementi del sangue. Viene utilizzata per la cura di
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4
ECONOMIA
LA SCARPA PARABIAGHESE E’ ANCHE UN MONUMENTO
a calzatura, prodotto che ha fatto brillare il
L
nome di Parabiago nelle più prestigiose
vetrine del mondo, ha un monumento espressamente dedicatole: è stato inaugurato il 23 giugno
scorso nello spazio verde della rotatoria tra le vie
Resegone, Filerete e Unione ed è frutto di
un’idea nata dal Lions Club Giuseppe
Maggiolini e realizzata con la collaborazione del
calzaturificio Arkté e di FedeCarl Costruzioni.
Autore della scultura, Pierre Lindner, valido artista tedesco residente nel Varesotto e socio del
Lions club parabiaghese, che ha accolto l’invito
di Patrizia Guerini Rocco, past- president del
“Giuseppe Maggiolini”, a ideare un monumentosimbolo di un prodotto (la scarpa, appunto), che
è stato determinante per la fortuna di questo territorio.
Semplice quanto incisiva, la soluzione proposta
da Lindner e approvata dall’Amministrazione
comunale: una grossa scultura in tubolare zincato e verniciato che rappresenta una “décolleté” racchiusa all’interno di un cerchio (simbolo del globo terrestre), la cui circonferenza
è arricchita da altri modelli di calzature di
epoche differenti.
Un omaggio a “tutto tondo”, insomma, alla
scarpa, alla professionalità degli artigiani calzaturieri e alla gloria che il loro mestiere ha
saputo regalare alla nostra città.
Benedetta da don Raimondo Savoldi, parroco
di Ravello, la nuova scultura (nel cui basamento è stata inserita una pergamena a
memoria della donazione dell’opera a tutti i
cittadini parabiaghesi) è stata inaugurata alla presenza di alcune tra le
massime autorità Lions, a cominciare da Danilo Francesco Guerini
Rocco, Governatore del Distretto
108 Ibi1.
Presenti anche l’attuale presidente
del Club, Bibo Rigamonti (che ha
ricevuto il testimone da Patrizia
Guerini Rocco) e il sindaco
Borghi: «Questo monumento- ha
detto il primo cittadino- completa,
a livello visivo, quanto scritto sui
cartelli posti ai confini d’ingresso
alla nostra città.
Che Parabiago sia una delle patrie italiane della
calzatura è cosa nota, ma mancava effettivamente un simbolo concreto di questo primato che
inorgoglisce tutti noi. Oltre che un omaggio,
possa questo monumento essere un incentivo per
rivitalizzare lo spirito dell’artigianato parabiaghese legato alla scarpa di qualità, che negli ultimi anni ha subito i contraccolpi di una crisi che
ha investito pressoché ogni settore del mercato.
Possa la scarpa “Made di Parabiago” riprendere
a godere di quell’autonomia di cui godeva un
tempo e che nel corso degli ultimi anni ha dovuto giocoforza sottostare alle esigenze di un panorama in continuo sviluppo.
Lunga vita all’artigianato parabiaghese e ai suoi
protagonisti, conosciuti in tutto il mondo come
veri maestri».
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C. MASETTI
“SOTTO MENTITE SPOGLIE”
a scarpa “made in
Parabiago” non è
L
una vecchia gloria, ma una
«
realtà che ancora oggi continua a esportare il nome
di questa città in tutto il
mondo, seppur con modalità differenti rispetto al
passato».
Esordisce così Lina Osto,
presidente del settore
“Pelli e Calzature” di Confartigianato Alto Milanese, riflettendo sull’attuale situazione del comparto.
Gli artigiani calzaturieri non sono scomparsi, come qualcuno è portato a pensare: la loro visibilità si è semplicemente ridotta, da quando hanno scelto di
produrre per le grandi griffe, perdendo automaticamente la loro identità.
Una scelta, questa, che per molti è stata quasi obbligata: «Produrre per conto
terzi- riprende Osto, a tal proposito- comporta minori spese, margini di guadagno più ampi e la certezza di lavorare in modo pressoché costante per tutto
l’anno. Su tali garanzie non può invece contare chi ha un proprio campionario
da realizzare e sviluppare».
Gli artigiani parabiaghesi sono sempre stati e continuano a essere tra i migliori maestri della scarpa presenti sul globo terrestre, ma è chiaro che l’orgoglio
di vedere le loro scarpe finire sulle più prestigiose passerelle e nelle più importanti vetrine del mondo sotto il nome di questa piuttosto che di quella griffe ha
un prezzo che si chiama “anonimato”.
Per intenderci, l’attrice di Holliwood che sfila sul “red carpet” con indosso una
decolletè di Chanel piuttosto che di Hermès, molto probabilmente ignora che
sia stata fatta a Parabiago, la città della calzatura e dell’ebanista Maggiolini.
Probabilmente nel suo immaginario le sarà più immediato collegare ciò che
indossa alla “vie en rose” e alla Tour Eiffel.
Dunque, si ritorna a quanto si diceva inizialmente: la scarpa parabiaghese non
è morta, ma per sopravvivere sul mercato si è, in alcuni casi, dovuta adeguare
a circolare “sotto mentite spoglie”.
Anche l’Associazione Calzaturieri, che molti si domandano che fine abbia
fatto, esiste ancora. I suoi componenti si ritrovano periodicamente in Villa
Corvini, collaborano con le scuole alla manifestazione “Scarpa mia bella
Scarpa” e hanno grandi progetti per il secondo sabato di ottobre, che sarà interamente dedicato alla calzatura parabiaghese (l’iniziativa porterà la firma del
Duc).
Inoltre, quattro tecnici calzaturieri in pensione (Stefano Colombo, Giovanni
Roveda, Carla Breda e Franca Volo) stanno inoltre tenendo un laboratorio di
artigianato calzaturiero agli studenti dell’Ipsia Bernocchi di Legnano: lo scopo
è d’insegnare loro tutti i segreti del mestiere. All’iniziativa, che ha suscitato
persino l’interesse di Rai 3 (che le ha dedicato un ampio servizio), collaborano
anche Lina Osto e Barbara Cabiola, come assistenti di laboratorio e addette alla
parte teorica.
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5
ARIA DI FESTA
PARABIAGO È PIÙ BELLA QUANDO SI TINGE DI ROSA
a Parabiago in una serata di metà luglio o a
S iamo
Riccione la notte di Ferragosto? Veniva spontaneo
domandarselo, osservando la fiumana di gente che ha inondato
le vie del centro cittadino in occasione della Notte Rosa.
Musica, giochi, balli, fontane luminose, in un crescendo di
emozioni e allegria che ha finito per coinvolgere tutti, ma proprio tutti, sindaco e assessori compresi, che sono stati “al
gioco”, adeguando il loro look al “rigorosamente rosa”, così
come il programma prevedeva. Commercianti e associazioni ci
hanno messo del loro, per la buona riuscita dell’iniziativa: i
primi, tenendo aperti i negozi e addobbando le vetrine con palloncini rosa, le seconde, allestendo in piazza Maggiolini i loro
gazebo con simpatici gadget rosa.
Tutti soddisfatti, dunque, e pensare a una replica
per il prossimo anno è praticamente automatico.
C.M.
RUGBY SOUND, IL MIGLIORE DEI SUCCESSI
Foto
di Roberto Garavaglia
e di Gianni Trento
i è chiuso domenica sera al
S
campo
Venegoni-Marazzini
quello che, a detta di molti, è stato il
Parabiago Rugby Sound più grande di
sempre. E non solo perché quest’anno
la festa è iniziata già di martedì, ma
per tutta una serie di altri motivi: perchè il nuovo palco ha ospitato star
della musica come Giuliano Palma,
Planet Funk e Clairvoyants (dove milita il primo chitarrista degli Iron Maiden, Dennis
Stratton); perché il ristorante “Prima linea” aveva esaurito le prenotazioni per le serate di
venerdì e sabato già un mese prima dell’apertura dei cancelli e perché è un’impresa fare il
conto dei fusti di birra e dei chili di pane e salamelle che sono stati consumati. Insomma,
il Parabiago Rugby Sound non è più da un lustro almeno, la “festa del rugby” un po’ rustica, nata negli anni Ottanta: l’edizione 2012 lo ha definitivamente consacrato a festival a
pieno titolo, che ha richiamato pubblico anche dal Piemonte, dal Veneto e dal Lazio.
Migliaia di persone che ogni sera hanno ballato, cantato, riso e partecipato agli eventi di
questo “terzo tempo” lungo sei giorni, organizzati e curati da uno staff di oltre 150 persone ( dirigenti, giocatori, fidanzate ed ex fidanzate, mogli, figli, amici e sostenitori del rugby
Parabiago: tutti hanno dato una mano). L’unico inconveniente si è registrato una sera,
quando è “scappato” qualche decibel di troppo, mentre suonavano i “Linea 77”, band new
metal torinese, che ha disturbato la notte dei parabiaghesi: «Ci scusiamo per quanto accaduto - dice il presidente dei “galletti rossoblù”, Pietro Dallù- ma se qualche giorno all’anno facciamo un po’ di “baccano” è per un buon motivo. I proventi del Rugby Sound infatti sono finalizzati a finanziare le partecipazioni ai campionati delle varie categorie a cui
appartengono i nostri 360 tesserati. Ringrazio tutti, cittadini, amministrazione comunale,
volontari e pubblico per aver contribuito a questo successo».
Perché garantire l’attività agonistica della blasonata società parabiaghese implica un impegno economico, e non solo, non indifferente. Undici squadre, dall’under 6 alla femminile,
dalla “prima” (che ha confermato nell’ultima, brillante, stagione l’appartenenza alla serie
B) agli Old: il rugby, insomma, unisce all’insegna del fair play almeno tre generazioni.
Uno sforzo che vale qualche ora di sonno perso.
SILVIA COLOMBO
110 CANDELINE PER IL CIRCOLO FRATELLANZA
Circolo
l
I
Fratellanza
San Lorenzo ha
compiuto
110
anni e il 10 giugno scorso ha onorato questo importante traguardo
con festeggiamenti in grande stile.
I valori della fratellanza, dell’amicizia e della solidarietà, sui quali il gruppo si era costituito, appunto, oltre un secolo fa, sono stati mantenuti nel tempo dalle generazioni che si sono avvicendate, coscienti di dover tramandare ai
loro figli e nipoti una bella e nobile realtà dal solido patrimonio, vanto di eccellenza sociale e culturale.
Alla presidenza del Circolo c’è ancora Aldo Ronchi, che ha iniziato il quarto mandato
consecutivo, dopo essere stato riconfermato il 25 maggio scorso, durante l’assemblea dei
soci. A lui è spettato, il giorno dei festeggiamenti, fare gli “onori di casa” nel parcheggio
interno alla Cooperativa Circolo Fratellanza, dov’erano stati allestiti alcuni stand per illustrare le principali realtà di San Lorenzo (Il Circolo, la società Cacciatori, la banda e la
società calcistica).
Il numeroso pubblico ha particolarmente apprezzato le vecchie fotografie del Circolo, corredate di proverbi milanesi sapientemente tradotti da Camilla Carugo.
Alla cerimonia che, dopo il momento dell’aperitivo servito all’aperto, ha visto un allegro
pranzo, hanno partecipato anche il vice-sindaco, Raffaele Cucchi e il Presidente delle associazioni dei circoli, che si è complimentato con gli organizzatori.
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GRUPPI CONSIGLIARI
IN CAMMINO VERSO LA
il PoPolo dElla libErtà - giovani di Parabiago
LA PROVINCIA PIÙ RICCA D’ITALIA SI PREPARA A CAMBIARE IDENTITÀ: PARABIAGO È PRONTA!
Composta da 135 comuni, la provincia di Milano conta oltre 3.100.000 abitanti e con
un Pil pro-capite nominale pari a 36.362 € è la provincia più ricca d’Italia. Ora si prepara a diventare città metropolitana, secondo la spending review del governo Monti
questa istituzione cesserà la sua attività entro gennaio 2014 per cedere il posto alla
nuova entità, dal nome di città metropolitana. Abbiamo chiesto un parere ad alcuni
gestori di esercizi commerciali Parabiaghesi. Le loro risposte vanno dall’impossibilità
di immaginare cosa potrà essere un comune metropolitano, al caos in cui si troveranno gli amministratori di fronte a un territorio così vasto, alla paura per i servizi che non
saranno più mirati alle persone del posto. C’è anche chi è sicuro che si risparmierà
sulle spese riguardanti i servizi e che si potrà sperare in una nuova forma di welfare
cittadino, o metropolitano, che dir si voglia.
Certamente l’idea di città metropolitana stuzzica la fantasia, porta a immaginazioni di grandiosità e nel contempo spaventa. Dalle risposte più semplici a quelle
più complesse tutte vertono sulla paura che la centralità della persona venga meno
rispetto alle risposte che la nuova amministrazione potrà dare. Alcuni vedono in questo progetto alcune potenzialità più di natura macro. «In genere le realtà metropolitane rappresentano territori indistinti, nei quali l’appartenenza a luoghi, quartieri, paesi,
diviene secondaria e poco significativa: il progetto potrebbe costituire un nuovo obiettivo identitario da raggiungere, da ridonare alla comunità locale e con la comunità
locale, “abitando” la città di luoghi di socialità, appartenenza e prossimità».
L’area metropolitana così non diverrebbe un’anonima sommatoria di soggetti, ma
potrebbe potenzialmente moltiplicare saperi, poteri e competenze: assumere la funzione di realizzare un progetto complessivo della comunità, che al momento nessun
attore, nemmeno la città di Milano, è in grado di agire. Un progetto che secondo gli
intervistati «renderebbe possibile l’integrazione tra le politiche sociali, quelle economiche, urbanistiche, del lavoro, dell’ambiente e della mobilità, oltre che formative e
scolastiche. Inoltre si darebbe vita a un cantiere di pensiero assolutamente utile per
l’intero Paese, in un momento in cui sembra riversarsi su se stesso: la costruzione di
un tale sistema genererebbe nuovi paradigmi che porterebbero a un unico disegno e
programma, definito nei luoghi di partecipazione e della promozione politica, agito
settorialmente dai diversi attori, con distinti programmi, ma il disegno sarebbe unitario. La comunità allora potrebbe essere non più il luogo dei “rancori”, delle rivendicazioni e delle separazioni, ma luogo di scambio, di compensazione, di autentico travaso di istanze e rappresentanze».
Con questi presupposti, il progetto dell’area metropolitana milanese, come quelli che
hanno caratterizzato la riqualificazione recente di importanti città europee, quali
Barcellona e Berlino ad esempio, potrebbe connotarsi, oltre che per gli aspetti sopra
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omplice l'esodo estivo e la minore richiesta da parte dell'utenza, il servizio gratuito
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"Parabiago In...Bus" gestito da Ats (nostra società partecipata) e attivato nel maggio
scorso
dall'Amministrazione
Comunale per offrire alla cittadinanza la possibilità di spostarsi con il
mezzo pubblico e raggiungere
comodamente le bancarelle dei mercati di Parabiago e frazioni, sarà
sospeso per tutto il mese di agosto,
ma riprenderà regolarmente a settembre, due volte la settimana
(tutti i martedì e i giovedì, giorni
di mercato), dalle ore 9 alle ore 13.
menzionati, come esempio di distretto innovativo aperto al mondo con la specificità di una comunità realmente solidale e integrata.
Ma è presto per prevedere, pensare, attualizzare. I residenti nel comune di Milano al
31 dicembre 2011 sono 1.341.830 abitanti, e il numero di persone straniere, sempre
residenti, è di 236.855 unità. Forse i non residenti, ma dimoranti, raggiungono la stessa cifra. Alcune zone della città, particolarmente nelle periferie (Loreto, San Siro,
Isola, Lorenteggio, Lambrate, Niguarda, Baggio, Corvetto), sono a forte presenza di
stranieri. Con la città metropolitana gli amministratori si troverebbero la popolazione
raddoppiata. Secondo l’articolo 18 del decreto – composto a sua volta di 11 punti – il
territorio della città metropolitana coinciderà con quello della provincia soppressa e gli
organi che si costituiscono sono il Consiglio metropolitano e il sindaco metropolitano,
«il quale può nominare un vicesindaco e attribuire deleghe ai singoli consiglieri. Che
in sede di prima applicazione il sindaco del Comune capoluogo è di diritto il sindaco
metropolitano».
Riguardo alla composizione del Consiglio metropolitano, questo deve avere 16 consiglieri «eletti, tra i sindaci dei comuni compresi nel territorio della città metropolitana,
da un collegio formato da questi ultimi e dai consiglieri dei medesimi comuni, secondo le modalità stabilite per l’elezione del Consiglio provinciale e con garanzia del
rispetto del principio di rappresentanza delle minoranze». Sindaco, consiglieri e vicesindaco saranno cariche «a titolo esclusivamente onorifico», quindi senza «alcuna
forma di remunerazione, indennità di funzione o gettoni di presenza». Secondo la
bozza approvata si fissano anche le funzioni della futura “Grande Milano”, che si
dovrà occupare della pianificazione territoriale generale e delle reti infrastrutturali,
della gestione dei servizi pubblici di ambito metropolitano, di mobilità e viabilità, di
promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale.
ANDREA LOTTERIO
CAPOGRUPPO CONSILIARE “GIOVANI DI PARABIAGO”
lEga nord
CITTÀ METROPOLITANA: ANCORA TANTI DUBBI.
L’architettura della futura città metropolitana di Milano è nero su bianco, nella
bozza di decreto varata dal Consiglio dei
Ministri. In poche parole (e questa è una
delle poche cose certe), dal 2013 il
Governo Monti istituirà città che avranno
territori coincidenti con quelli delle province contestualmente soppresse. Ciò
significa che anche tutti i Comuni
dell’Altomilanese e del Legnanese confluiranno nella nuova realtà territoriale.
L’ipotesi è che gli organi di governo della
“nostra” città metropolitana saranno il sindaco di Milano e il consiglio metropolitano, formato dai 16 sindaci dei Comuni
membri (gli stessi Comuni che, ad oggi,
rientrano nella provincia di Milano).
I dubbi restano, tuttavia, sui tempi di questo passaggio: se il decreto stabilirà la cessazione della Provincia a partire dal prossimo anno, non è ancora chiaro se l’amministrazione provinciale e quella del Comune
capoluogo dovranno andare a scadenza
naturale (per la prima sarebbe il 2014, per
il secondo, il 2016), con un periodo di reggenza, in attesa di nuove elezioni.
Altri quesiti ancora da risolvere riguardano, ad esempio, i dipendenti provinciali:
che fine faranno? E ancora, quali saranno
le funzioni e le competenze della città
metropolitana? Al governo metropolitano
toccherebbero le funzioni fondamentali
delle province e, in aggiunta, le pianificazioni territoriali, la gestione dei servizi
pubblici, la questione della mobilità, la
promozione dello sviluppo economico e
sociale e via dicendo. Temi grossi e impegnativi, che non saranno proprio “una passeggiata”, per i sindaci già gravati dalle
loro problematiche locali. Insomma, la
parola “fine” che si metterà sulle province
innescherà presumibilmente problemi di
non facile soluzione.
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GRUPPI CONSIGLIARI
CITTÀ METROPOLITANA
insiEmE PEr Parabiago - l’unionE
UNA SFIDA CRUCIALE PER MILANO, LA PROVINCIA... E PARABIAGO?
Il dibattito sul tema della Città Metropolitana è in corso da ormai più di venti anni, cioè dal
momento in cui tale innovativo ente territoriale venne introdotto nel nostro ordinamento
attraverso la Legge n. 142 del 1990. La riforma costituzionale del Titolo V varata nel 2001,
recependo l’Istituto della Città Metropolitana, ha dato nuova linfa al dibattito ma, ad oggi,
non è ancora stata approvata una disciplina organica che ne permetta l’applicazione. Le aree
italiane che dovrebbero essere amministrate con questo nuovo modello di governance sono
15, ma il caso di Milano e Provincia è senza dubbio il più rilevante: l’istituzione della Città
Metropolitana Milanese costituisce un’azione strategica fondamentale affinchè l’agglomerato urbano più produttivo e ricco del Paese possa risollevarsi dalla crisi di competitività internazionale in cui è piombata. Città come Francoforte, Monaco, Lione, Madrid, Barcellona e
altre ancora hanno affrontato con lungimiranza la progettazione del proprio sistema di governo locale, costruendo le condizioni per investire sui propri punti di forza tradizionali e attrarre nuovi capitali. A Milano manca invece un pacchetto di politiche integrate che sappia dare
risposte alle sfide imposte dall’economia globale: la gestione funzionale dei flussi e dei trasporti, la vivibilità e l’attrattività per gli studenti stranieri e i lavoratori ad alta qualificazione, la competitività del settore manifatturiero, uno sviluppo equilibrato e sostenibile, la coesione sociale sono tutti obiettivi da perseguire tramite una governance ampia, che, senza
sacrificare il controllo democratico dei cittadini e il ruolo attivo degli enti locali, sappia superare la frammentazione istituzionale per giungere a scelte non più differibili. Cogliamo quindi con favore l’iniziativa del Comitato Promotore della Città Metropolitana di Milano che,
n.o.i. PEr la città
LA
CITTÀ METROPOLITANA.
UN’OCCASIONE
L’area metropolitana milanese è la più estesa
in Italia,si tratta di un’area intensamente urbanizzata in cui grandi flussi di popolazione
giornalmente si spostano secondo direttrici
che vanno dal centro alla periferia e viceversa
È evidente ormai da molti anni come lo sviluppo di quest’area non possa prescindere da
interventi globali e coordinati . In primo luogo
la riqualificazione e il potenziamento dei sistemi di mobilità che comprendono la rete viaria
stradale e il trasporto ferroviario e merci sia
per le lunghe distanze sia per i collegamenti di
prossimità. In secondo luogo gli interventi di
equilibrio ambientale e di valorizzazione del
patrimonio culturale; i piani di recupero delle
aree industriali dismesse e gli interventi di
riqualificazione urbana che non vadano in
direzione di un’ulteriore cementificazione, ma
al miglioramento del contesto urbanistico,
della qualità della vita, della sicurezza sociale
ecc. E’ altrettanto evidente però che un’area
così vasta ha bisogno di un equilibrio interno
rispetto ai suoi poli di attrazione. Per questo
motivo ogni specifica zona deve riuscire a
rilanciare all’interno dell’area metropolitana
la propria offerta di servizi e di peculiarità produttive, ambientali e culturali. Quale destino
saprà darsi allora Parabiago all’interno di un
progetto così articolato? Quali specificità possono portare la nostra città a divenire un polo
DA NON PERDERE
d’attrazione in una omogeneità territoriale che
permette una così importante facilità di collegamenti? Quale progetto stanno elaborando i
nostri attuali amministratori per sopravvivere
senza scomparire all’interno di un disegno
così vasto?
La città metropolitana, di fatto esiste già. La
politica come spesso accade arriva in ritardo.
A tutt’oggi non esiste un’istituzione chiamata
a governare un’area di questo tipo sebbene la
modifica del titolo V della Costituzione ne
avesse già prevista la creazione. La proposta
del Comitato Promotore della Città
Metropolitana di Milano arriva in un momento in cui il decreto “Salva Italia” ridimensiona
fortemente il ruolo delle province, lasciando
un vuoto normativo per le aree in cui è prevista la città metropolitana. Le istituzioni italiane sapranno cogliere quest’opportunità per
creare un unico ente che inglobi le funzioni
del Comune e della Provincia e che possa
finalmente rivestire il ruolo di coordinamento
richiesto alla Città Metropolitana in un’area
importante come quella milanese? Parabiago
sarà capace di inserirsi proficuamente in tale
ambizioso progetto, rilanciando la propria
identità culturale, ambientale e produttiva?
Se ciò non avverrà, si tratterà purtroppo di
un’altra occasione persa .
N.O.I PER LA CITTÀ
costituito da rappresentanti di un ampio spettro di forze politiche, istituzioni e associazioni,
ha visto nell’articolo 23 del decreto “Salva Italia”, varato lo scorso dicembre dal Governo
Monti, l’opportunità di dare un’accelerazione al processo istitutivo. Sebbene non sia positivo progettare la riorganizzazione territoriale di un sistema urbano così complesso nelle
modalità fissate da un provvedimento principalmente finalizzato al risparmio economico,
sarebbe poco lungimirante non affrontare il tema della Città Metropolitana nella riforma dei
poteri locali che tale decreto ha imposto entro la fine del 2012. Potrebbe essere questa l’occasione per arrivare alla proposta di un disegno di legge ad hoc che istituisca la Città
Metropolitana di Milano, anche in vista dell’importante occasione chiamata “Expo 2015”.
La definizione delle modalità con cui si andrà a organizzare l’area metropolitana rappresenta una sfida estremamente difficile. È assolutamente necessario evitare che il processo decisionale sia “calato dall’alto”: la legittimazione popolare e il rapporto diretto tra cittadini e
governo metropolitano sono elementi fondamentali per garantire il consenso necessario
affinchè lo sforzo di pianificazione “vasta” sia sostenuto da poteri effettivi e controllato da
strumenti democratici. Prevedere l’elezione diretta del Sindaco Metropolitano e del
Consiglio Metropolitano potrebbe essere la prima risposta alla irrinunciabile richiesta di
forme democratiche di rappresentanza. Tale accorgimento andrebbe inoltre a correggere una
distorsione insita nel decreto “Salva Italia”, che, abbassando le Province al grado di ente di
secondo livello (conferendo loro soltanto funzioni di indirizzo e coordinamento), prevede la
nomina indiretta del futuro Sindaco Metropolitano, figura che dal 2014 dovrebbe essere
automaticamente ricoperta dal Primo Cittadino del Capoluogo. Condividiamo quindi la proposta avanzata dal Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che vede nel Capoluogo lombardo
e nella sua Provincia il terreno ideale in cui effettuare la prima sperimentazione in Italia del
nuovo ente territoriale, dimostrando ai cittadini che “fare le città metropolitane è possibile e
soprattutto è un vantaggio per chi abita in quella zona”. Infrastrutture e trasporti, ambiente
e smaltimento dei rifiuti, lavoro e sviluppo economico, alta formazione universitaria: sono
questi i temi su cui la nuova architettura amministrativa dovrà incidere. Importante sfida sarà
quella di progettare la costruzione di un’area non più soltanto “Milanocentrica”, ma capace
di decongestionare il Capoluogo: un serio decentramento amministrativo e una diffusione
policentrica dei servizi potrebbe rendere i comuni dell’hinterland, come Parabiago, non mere
realtà di periferia ma luoghi strategici delle politiche metropolitane. Il Comitato Promotore
si è impegnato “all’elaborazione della proposta di Statuto della Città Metropolitana di
Milano” e tra i componenti di tale organismo figurano, tra i tanti, i Sindaci di Rho, Legnano
e Pogliano, che hanno evidentemente colto l’importanza della partecipazione ad un confronto su un tema così rilevante per il futuro governo del nostro territorio. Esso avrà ricadute
dirette sulla vita dei cittadini ancora tutte da elaborare e sarebbe importante che da parte di
noi amministratori locali siano sfruttate tutte le occasioni per contribuire a definirle. Perchè
Parabiago non ha aderito?
Giacomo Sartori
P.G.T: ADOZIONE IL 31 LUGLIO
31 luglio 2012, nel corso della
M artedì
seduta consiliare in programma per le
ore 19, il parlamentino cittadino sarà chiamato ad adottare il P.G.T. (Piano di Governo
del Territorio), strumento strategico per la
crescita della città.
Il nuovo documento, che è frutto di un lungo
e complesso lavoro, va a delineare la
Parabiago del futuro.
In settembre, il Pgt sarà depositato e i cittadini avranno tempo sino alla fine di ottobre per presentare le loro osservazioni.
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VARIE
L’UNCI PROMUOVE CULTURA E SOLIDARIETÀ
VILLASTANZA SI APPRESTA AD ACCOGLIERE DON DIEGO CRIVELLI
stato assegnato ad Anna Frachelle, il
È
primo premio del concorso fotografico indetto dalla locale sezione dell’Unci
a parrocchia di Villastanza sta per accogliere una nuova
L
guida: si tratta di don Diego Crivelli, 39 anni, nativo di
Cuggiono e attualmente impegnato come Vicario parrocchiale
(Unione Nazionale Cavalieri d’Italia), a
conclusione di un ciclo di lezioni di introduzione alla fotografia. Claudio Borsani e
Luigi Ciardulli hanno condiviso il podio
con la vincitrice, in una serata che, andata
in scena nel maggio scorso al museo
Officine Rancilio 1926, ha visto una cospicua partecipazione di pubblico.
A fare gli onori di casa, Luca Rancilio (che
ha concesso, per l’occasione, la bella sede
di proprietà della famiglia), Lucio Tabini,
Segretario Provinciale Unci sezione di
Milano e Fabrizio Borsani, Commissario
Unci.
Il ricavato del corso
di fotografia (tenuto
dall’esperto Roberto
Trigila), andrà a
sostegno del Premio
della Bontà, iniziativa che l’Unci di
Parabiago promuove
ogni anno quale tributo a persone o enti
dimostratisi particolarmente meritevoli.
Non si sa ancora chi
sarà il prescelto di quest’anno: il direttivo
della sezione dovrà decidere entro il mese
di ottobre e lo farà anche sulla base di
segnalazioni che gli perverranno.
Come ha sottolineato Tabini, il corso di
fotografia ha avuto, dunque, una doppia
valenza: «Ha costituito, da un lato, un’occasione culturale e, dall’altro, è stato veicolo
di solidarietà».
Doveroso, dunque, il ringraziamento
dell’Unci a tutti gli amici e agli sponsor che
hanno sostenuto l’iniziativa e ai cinque giurati (Danilo Goffi, Franco Rossi, Gianni
Trento, Alessandro Antonucci e Luca
Rancilio) che hanno espresso il loro giudizio sugli “scatti” in concorso.
C.MAS.
Modi di dire LoMbardi:
Lüi, a tèra la büi,
aùstu, quandu gh’é gió ul su l’é fuscu.
a luglio la terra bolle,
in agosto appena cala il sole c’è foschia.
a Novate Milanese.
Ordinato sacerdote nel giugno 2001, Don Diego prende il
posto di don Cesare Corbetta, che dopo otto anni si appresta
a lasciare la frazione parabiaghese alla volta di Arconate, dove
assumerà la conduzione della parrocchia Sant’Eusebio.
Va sottolineato che il nuovo sacerdote continuerà a ricoprire la
mansione di vicario parrocchiale che aveva a Novate Milanese,
perché quella di parroco responsabile sarà invece ricoperta da
Don Diego Crivelli
Don Felice Noè.
A don Cesare un sincero ringraziamento per l’impegno profuso a Villastanza e a Villapia. A don Diego, invece, un calorosissimo benvenuto.
Come ogni anno in agosto
anche “Il Foglio” si concede un mese di riposo.
Buone vacanze
a tutti i lettori e arrivederci a settembre
Mensile a cura dell’Amministrazione comunale
Direttore responsabile: Franco Borghi
Vice-Direttore: Cristina Masetti
Comitato di redazione: Antonio Alberti, Augusta Corona, Andrea Lotterio,
Flavia Macchi, Raffaella Masetti, Francesco Pappalardo, Renzo Privitera, Alberto Zanzottera
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Registrazione Tribunale di Milano numero 641 del 17 ottobre 2000
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