Sapi informa 4.09

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Sapi informa 4.09
Sapi informa
AZIENDA
Sapi rinnova
il suo sito
Sapi ha rinnovato il suo sito internet www.sapionline.it dove è
possibile visionare un video di presentazione dell’azienda, che richiama
l’attenzione sull’interesse sempre maggiore di Sapi nei confronti
dell’ambiente e dell’eco sostenibilità.
Sapi sinonimo di qualità
La qualità dei prodotti è garantita dalle numerose certificazioni
nazionali ed estere ottenute dall’azienda in questi anni.
In luglio, Sapi ha rinnovato la certificazione ambientale Iso 14001 e la
certificazione di qualità Iso 9001.
L’azienda ha fatto eseguire dei test su alcuni prodotti e ha ottenuto la
certificazione a marchio CE, che attesta che tali prodotti sono
conformi ai requisiti essenziali per la commercializzazione e utilizzo
nell'Unione Europea. L'apposizione del marchio è prescritta per legge
per poter commercializzare il prodotto nei paesi aderenti allo Spazio
economico europeo (SEE).
Sapi nel 2008 ha fatto condurre a Enea e all’Università di Modena e
Reggio Emilia una ricerca LCA (Life Cycle Assessment - Valutazione
del Ciclo di Vita) su una cartuccia Calligraphy by Sapi. Dalla ricerca
sono emersi dati particolarmente rilevanti, si pensi che il toner
rigenerato da Sapi ha un impatto ambientale inferiore all’83% rispetto
al corrispettivo originale.
A seguito di tali risultati, Sapi ha ritenuto necessario estendere questi
dati a tutti i suoi prodotti, certificando gli impatti ambientali dei propri
toner e drum attraverso l’ Epd (Environmental Product Declaration).
La certificazione Epd attesta la sostenibilità ambientale di un prodotto
considerando l’impatto ambientale di tutte le fasi, dalla "nascita" alla
"morte", ovvero dalle risorse utilizzate per assemblarlo ai rifiuti
prodotti nell’eventuale smaltimento al termine della sua vita utile.
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AZIENDA
Cartucce toner e legalità:
brevetti e bandi di gara
Con decreto legislativo 10 febbraio 2005, N°30 è stato emanato
a norma dell'articolo 15 della legge 12 dicembre 2002, n. 273 il Codice
della Proprietà Industriale.
Detta norma colma un vuoto legislativo, in termini di aggiornamento,
persistente da alcuni decenni e trova la sua ratio nella necessità di dare
maggiore e più appropriata tutela ai diritti acquisiti in tema di
invenzione, spesso violati a causa delle difficoltà di tracciare un
percorso “certo”, necessario per far valere quei diritti di privativa/
esclusiva propri della tutela brevettuale a cui la norma de quo è
espressamente riferita.
Anche la produzione delle Cartucce Toner non si sottrae a questa
normativa, vero è infatti che grandi marchi come HP, Lexmark,
Samsung ecc. conferiscono ai propri manufatti debita tutela
brevettuale al fine di proteggersi dalle produzioni illegali che, per usare
un eufemismo, definiamo “tarocche” e in quanto tali perseguibili ai
sensi di legge.
Solo per fare qualche cifra e con riferimento ai marchi citati contiamo
più di tremila brevetti regolarmente registrati ed estesi all’ ambito
transnazionale.
Ciò premesso va detto che la produzione delle cartucce toner non
provenienti dal mercato dell’originale può concretizzarsi secondo
due metodi di lavorazione, attraverso attività di recupero/riciclaggio il
cui manufatto prodotto viene definito rigenerato o ricostruito;
attraverso produzioni il cui manufatto può definirsi “nuovo” ma non
originale; orbene la lavorazione dei materiali di cui alla lettera “ a ”
presuppone, essendo basata questa attività sul recupero di un
“rifiuto”, che le aziende di produzione abbiano una autorizzazione alla
raccolta allo stoccaggio e al trattamento degli stessi e la fitta serie di
controlli previsti dalle leggi dello Stato conferisce alle medesime
aziende di settore ancorché alla loro produzione un assoluto crisma
di legalità; i prodotti di cui alla lettera “ b ” invece, sicuramente in
termini di prezzo più convenienti di quelli provenienti dal recupero,
oltre ai problemi di qualità spesso lamentata dagli utilizzatori,
ponendosi come prodotti “compatibili nuovi” sono illegali, non
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garantiti né rispettosi dei menzionati riferimenti brevettuali e
vengono importati dall’estero, per lo più dalla Cina.
In Italia trova luogo un notevole mercato di questi prodotti distribuiti
da diversi importatori che spesso ne promuovono la vendita anche
attraverso la partecipazione ad aste pubbliche. Vogliamo ricordare che
ai sensi di legge, chi acquista prodotti che violano i diritti di privativa
ed esclusiva riscontrati dai depositi brevettuali, è perseguibile, anche
penalmente, al pari di chi li ha costruiti e messi in commercio.
Altro aspetto che ci preme sottolineare è che molte Pubbliche
Amministrazioni nell’espletamento delle gare per la fornitura di
consumabili di stampa, siano solite richiedere, a dispetto dei principi
sulla libera concorrenza nei mercati, prodotti specifici, cosiddetti
“OEM”, come in gergo vengono definiti gli originali, ritenuti a torto gli
unici in grado di garantire resa e qualità sufficienti per le performance
richieste.
Ci permettiamo di dissentire, in primis perché il mancato rispetto del
richiamato principio della libera concorrenza nei mercati costituisce
una chiara violazione di legge; in secundis perché i prodotti
Rigenerati/Ricostruiti, in particolare da Sapi srl, oltre che
perfettamente “legali”, sono prodotti di altissima qualità che superano
regolarmente i test di laboratorio eseguiti in sede nonché, quando
effettuate su un significativo numero di prodotti campione, anche le
severe prove di resa e qualità contemplate dall’innovativo Metodo
SSCCP MI 09, messo a punto per il confronto con i richiamati
prodotti “OEM”, dalla Stazione Sperimentale Carta Cartoni e Paste per
Carta Ente Pubblico di Ricerca con sede a Milano.
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AZIENDA
Denunce per
toner contraffatti
Le indagini svolte in questi mesi hanno portato alla denuncia di 16
persone per associazione a delinquere e vari reati legati alla
contraffazione. Le accuse riguardano una centrale di produzione e
distribuzione di toner e cartucce contraffatti, con imballaggi che
riproducevano marchi di prodotti noti, messa in piedi tra Caluso, nel
torinese e Pero, nel milanese.
L’inchiesta è nata dalle segnalazioni di alcuni dipendenti di un comune
dell’hinterland milanese insospettiti dalla scarsa resa delle cartucce
acquistate.
Stando alle accuse l’azienda di Caluso Map pm Tecnoproduction e
Micron di Pero raccoglievano toner e cartucce esausti per il
riciclaggio, li rigeneravano e li rimettevano sul mercato come nuovi,
con un imballaggio che riproduceva perfettamente loghi e sigilli di
garanzia. Le indagini si sono poi diramate a Cuneo, Perugia, Lamezia
Terme, Torino e a Milano.
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MERCATO
News
dal mercato
HP denuncia 11 aziende per concorrenza sleale
Hewlett Packard ha presentato un reclamo formale davanti allo US
ITC, il tribunale americano per il commercio internazionale,
richiedendo che venga attivata un’investigazione conforme al paragrafo
337 (concorrenza sleale sui prodotti d’importazione).
Il reclamo asserisce che 11 aziende di produzione cinesi e americane
importano o vendono nel mercato statunitense componenti, inchiostri
e cartucce inkjet che violano brevetti: per la Cina Zhuhai Gree Magneto
-Electric Co.; Shenzhen Print Media Co.; Shanghai Angel Printer
Supplies Co.; Zhuhai National Resources & Jingjie Imaging; Products
Co.; Tatrix International; Ourway Image Co.; Mipo; International Ltd.
di Hong Kong; Mipo America di Miami; SmartOne di Hayward in
California; InkPlusToner.com di Canoga Park, California; Comptree of
City of Industry, California.
I brevetti fanno riferimento a speciali contenitori di liquidi per stampa.
In particolare, le invenzioni permettono a questi contenitori di
migliorare l’allineamento e le caratteristiche di attacco, l’abilità di
poter sopportare un volume superiore di inchiostro e l’abilità di
comunicare elettronicamente una serie di informazioni al processore
(per esempio il volume di inchiostro rimanente). HP spera in un
decreto ingiuntivo per l’esclusione dal mercato conformemente al
paragrafo 337.
I big del settore cambiano modello di business
I grandi produttori di stampanti, come Xerox, Canon, HP e Dell stanno
modificando radicalmente il loro approccio sul mercato. Seguendo
l’esempio di IBM, che già 15 anni fa aveva trasformato il proprio
modello di vendita registrando notevoli risultati, le grandi aziende del
settore hanno compreso che il valore aggiunto è rappresentato
dall’offrire servizi e non soltanto prodotti. Il modello di outsourcing
offre un approccio sicuramente più professionale e più vicino alle
esigenze dei consumatori.
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MERCATO
News
dal mercato
In Parlamento solo cartucce rigenerate
Il Parlamento europeo ha cambiato la sua politica in materia di uso di
cartucce dopo essere stato contattato da un gruppo britannico di
rigeneratori di cartucce e toner. Più di 10.000 cartucce e toner vengono
acquistati dal Parlamento ogni anno e fino a poco tempo fa avevano
ignorato gli appelli di usare prodotti riciclati, come riporta Rochdale
Online. Grazie al sostegno del deputato liberaldemocratico Chris
Davies, la politica parlamentare ha deciso di utilizzare toner e
cartucce rifabbricate.
Laura Heywood, segretario dell'Associazione britannica dei toner e
delle cartucce a getto d'inchiostro riprodotte e amministratore delegato
di Kleenstrike, l’azienda che ha spinto per il cambiamento, ha detto che
l'acquisto di beni riciclati dovrebbe essere una priorità. Lei ha aggiunto
che il denaro dei contribuenti non deve essere sprecato, è stato più
volte dimostrato che le cartucce rigenerate sono della stessa qualità di
quelle originali, sono fino a 30 al 40% in meno costosi e più rispettose
dell'ambiente.
Originali in calo, rigenerati in crescita
Le vendite di consumabili nella regione EMEA, secondo IDC, sono
collassate nella prima metà dell’anno rispetto all’anno precedente. IDC
ha infatti stimato che il mercato totale dei consumabili è calato del
13,1% anno su anno nei primi due trimestri.
Il calo delle vendite è avvenuto in seguito alla crisi finanziaria iniziata
nel settembre del 2008. La domanda crollò in tutti i segmenti, dalle
imprese ai consumatori, in particolare dei toner per stampanti laser,
utilizzate maggiormente negli uffici. IDC stima che le vendite in
Europa di toner originali siano diminuite del 24,9% anno su anno e
delle cartucce del 19,2%. Al contrario la vendita di prodotti rigenerati è
aumentata e l’intero settore è cresciuto dal 29,6% al 37,3% anno su
anno.
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MERCATO
News
dal mercato
L’impianto HP ha prodotto 254 tonnellate di inquinamento
Il Dipartimento di Stato di Qualità Ambientale ha invitato a
riconsiderare il rinnovo dei permessi sulle quantità delle emissioni
atmosferiche inquinanti prodotte dall’impianto di HP a Corvallis in
Usa.
L’impianto produce sostanze inquinanti provenienti dalla
fabbricazi0ne di wafer di silicio e di altri aspetti del processo di
produzione di componenti delle stampanti a getto di inchiostro.
HP chiede un rinnovo quinquennale del suo attuale permesso con
alcuni cambiamenti. Infatti, secondo gli accordi esistenti l’impianto di
Corvallis può emettere ogni anno fino a 24 tonnellate di particolato, 14
tonnellate di polveri sottili, 39 tonnellate di ossidi di azoto, 39
tonnellate di anidride solforosa, 99 tonnellate di monossido di
carbonio e 39 tonnellate di composti organici volatili.
Anche i prodotti Canon sono riciclati?
Il programma di riciclaggio di toner di Canon nel 2010 festeggerà 20
anni di attività e ora conduce le operazioni in 23 nazioni. Il programma
prevede che le cartucce che l’azienda utilizza siano o rigenerate,
riciclate o dismesse. Fu lanciato la prima volta nel 1990, il programma
ora raggiunge 23 paesi nel mondo e alla fine di giugno di quest’anno ha
raggiunto circa 220.000 tonnellate di cartucce esauste..
Canon punta a raggiungere il 100% di toner riciclati realizzando un
circuito chiuso per facilitare il riutilizzo dei componenti e il riciclaggio
di plastica per realizzare nuovi prodotti dello stesso livello qualitativo.
Grazie a questo progetto , a partire dalla fine di giugno 2009, la società
ha ridotto l’uso di nuove risorse pari a circa 140.000 e ha ridotto le
emissioni di CO2 di circa 370.000 tonnellate.
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AMBIENTE
In arrivo i Criteri Minimi
Ambientali per le AEE
I Criteri Minimi Ambientali per le apparecchiature elettriche ed
elettroniche d'ufficio sono “alla firma del Ministro”. Lo ha dichiarato
Riccardo Rifici del Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare
durante un incontro nell’ambito del Forum Internazionale degli
Acquisti Verdi (Fiera di Cremona, 8-10 ottobre).
I CAM sono le “indicazioni tecniche” del Piano d’Azione Nazionale, che
consisteranno sia in considerazioni generali che in considerazioni
specifiche di natura prevalentemente ambientale e, quando possibile,
etico-sociale collegate alle diverse fasi delle procedure di gara (oggetto
dell’appalto, specifiche tecniche, criteri premianti della modalità di
aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa, condizioni
di esecuzione dell’appalto) che, se recepite dalle “stazioni appaltanti”,
saranno utili a classificare come “sostenibile” l’acquisto o
l’affidamento.
Rifici ha illustrato la logica con la quale sono stati pensati. I criteri
ambientali minimi contribuiscono agli obiettivi strategici ambientali
che informano il PAN: riduzione delle emissioni (Kyoto), riduzione
rifiuti, riduzione sostanze pericolose. Essi inoltre devono trovare
riscontro sufficiente in termini di offerta di mercato. Includono le
condizioni di esecuzione dell’appalto (gestione rifiuti, imballi, modalità
di consegna, uso del prodotto, ecc.) oltre a considerazioni generali, per
esempio come se coprire un’esigenza attraverso l’acquisto o il noleggio.
Le specifiche tecniche comprendono standard tecnici (es:
caratteristiche dei materiali) e prestazioni e requisiti funzionali (in
passato ciò non era previsto). Inoltre i Criteri Ambientali Minimi
supportano in particolare la realizzazione di gare con il criterio
dell’offerta economicamente vantaggiosa, prevedendo criteri di
aggiudicazione premianti e non precludendo la facoltà delle stazioni
appaltanti di inserire criteri più restrittivi, in base al proprio mercato
di riferimento e alla propria esperienza pregressa in ambito di gare
“verdi”.
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AMBIENTE
Perché non decollano GPP
e acquisti verdi?
Le leggi, nazionali e regionali, parlano chiaro.
Gli “acquisti verdi” sono imperativi per le pubbliche amministrazioni e
variano da percentuali del 30, fino al 40 e oltre per cento per
l’approvvigionamento dei fabbisogni nei diversi settori.
Eppure, gli acquisti ecologici e di prodotti riciclati non decollano.
In molte pubbliche amministrazioni in mancanza di indicazioni precise
e di volontà politica, gli uffici non si muovono. Il fatto che leggi e
regolamenti non sono cogenti, non prevedono sanzioni né incentivi
non migliora la situazione. Infine, vi sono lacune strutturali nella PA e
nel suo funzionamento tortuoso, lento, irto.
Qual è l’ufficio che deve provvedere agli acquisti verdi? In teoria
l’Ufficio acquisti ed economato che indice bandi e gare di evidenza
pubblica.
Ma questo ufficio non effettua acquisti di beni e servizi per tutta la
pubblica amministrazione. In un Comune vi sono altri uffici che
provvedono in autonomia all’acquisto di beni e servizi: l’Ecologia, il
Tecnico, la Comunicazione. Per non parlare di tutte le Società
pubbliche o partecipate.
Aggiungendo che, fino ad alcuni anni fa Consip scriveva nelle gare di
appalto destinate ai Comuni che i prodotti dovevano essere “nuovi di
fabbrica” il quadro è completo.
A dispetto di tutte queste resistenze e difficoltà, in Italia, vi sono molti
Comuni e Province che eccellono negli acquisti verdi e nel GPP.
Uno di questi è Reggio Emilia, uno dei Comuni vincitori del Premio
Award Ecohitech dello scorso anno.
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Vi auguriamo
Buone Feste
Gli uffici resteranno chiusi
dal 23 dicembre al 7 gennaio
www.sapionline.it