interventi per la Responsabilità Sociale di

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interventi per la Responsabilità Sociale di
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FORUM
mensile della regione liguria per l’orientamento, la formazione e il lavoro
> Regione Liguria:
interventi per la Responsabilità Sociale
di imprese e enti pubblici
Assessorato Politiche attive del lavoro
e della Occupazione.
Politiche dell’immigrazione
Unione Europea
Fondo sociale europeo
Regione Liguria
Fondo Sociale Europeo
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Pubblicazione mensile a cura dell’Agenzia Liguria Lavoro
Ente Strumentale della Regione Liguria
Direttore responsabile: Stefania Spallanzani
Direzione, Redazione, Amministrazione: via Fieschi, 11 G – 16121 Genova
tel. 00 39 010 2537 1 – fax 00 39 010 2537 230 – e-mail: [email protected]
Autorizzazione del Tribunale di Genova: n. 17/2002
Stampa e distribuzione: Gruppo editoriale del Gallo - Spoleto (PG) - www.delgalloeditore.it
Hanno collaborato a questo numero
Elisabetta Beccarla | Paola Castellazzo | Silvia Dorigati | Paola Mainini
E inoltre
Centro Studi e Ricerche Idos – European Migration Network Italy | U.O. Fasce deboli - Agenzia Liguria Lavoro
Un ringraziamento particolare a
Elisa Turno – Assessorato alle Politiche dell’Immigrazione – Regione Liguria | Giuseppina Vandini - Assessorato alle Politiche attive del
Lavoro e dell’Occupazione della Regione Liguria - Ufficio sicurezza sul lavoro | Cristina Alloisio
Si ringraziano per la collaborazione:
L’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo
Gli Uffici territoriali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
L’Assessorato Politiche del Lavoro e dell’Occupazione, Politiche dell’Immigrazione della Regione Liguria
L’Assessorato all’Istruzione, Formazione, Ricerca, Politiche Sociali della Regione Liguria
Le Amministrazioni Provinciali di Genova, Savona, La Spezia, Imperia
L’ufficio Scolastico Regionale per la Liguria del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
I Centri per l’Impiego della Liguria
Le Amministrazioni Comunali
Le Comunità Montane
L’Università degli Studi di Genova
Le Camere di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura liguri
Le Associazioni imprenditoriali
Le Rappresentanze sindacali
Gli Enti di formazione professionale
è disponibile su Internet all’indirizzo www.iolavoroliguria.it
Segreteria di redazione: dott.sse Paola Mainini, tel. 010 2537 213 | Silvia Dorigati, tel. 010 2537 236
fax 010 2537 230 – e-mail: [email protected]
Agenzia Liguria Lavoro, via Fieschi, 11 G – 16121 Genova
In redazione: Laura Barbasio | Paola Castellazzo | Silvia Dorigati | Paola Mainini | Stefania Spallanzani
Progetto, illustrazioni, videoimpaginazione, elaborazioni fotografiche e copertina:
studio grafico Andrea Musso | Daria Pasolini
All’interno: fotografie di Andrea Musso | Daria Pasolini | Giulia Ramberti
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Numero
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82
febbraio 2010
| A n n o IX
indice
Che cosa è la responsabilità sociale delle imprese
II
La normativa regionale:
lavoro di qualità e responsabilità sociale
IV
Le iniziative regionali. Il laboratorio sulla RSI
VI
Le iniziative regionali
Laboratorio sperimentale sulla rendicontazione
sociale della Pubblica Amministrazione
Nascono le Linee guida
e la Direttiva per il Bilancio sociale
IX
La buona occupazione e la crescita economica
hanno basi solide nella RSI
XII
I bandi regionali
XIV
Le linee guida per le Micro,
Piccole e Medie Imprese:
una pubblicazione a supporto
Glossario
L’inserto di ‘Forum’, a cura dell’Ufficio Sicurezza e
Qualità del lavoro – Dipartimento Ricerca, Innovazione,
Istruzione, Formazione, Lavoro e Cultura della Regione
Liguria – è dedicato alla Responsabilità sociale dei datori di lavoro, tema imprescindibile, nell’ottica di un sistema del lavoro – pubblico e privato, improntato al rispetto dei diritti e alla valorizzazione delle risorse umane.
Il contributo parte da una breve rassegna in cui si definisce sinteticamente che cosa è la RSI, gli ambiti in cui
trova applicazione e gli strumenti gestionali per perseguirla.
Uno spazio è dedicato all’azione regionale:
la L.R. 30/2007, sulla sicurezza e qualità del lavoro
X
XVII
XXI
due progetti, già attuati, uno per il settore privato, l’altro per quello pubblico: il ‘Laboratorio regionale sulla
RSI’ che ha, tra l’altro, prodotto linee guida per le micro,
piccole e medie imprese; il ‘Laboratorio sperimentale
sulla rendicontazione sociale nella PA’.
I bandi regionali per agevolare investimenti mirati.
Chiude il contributo un glossario sull’RSI.
Inoltre, il lettore potrà trovare sintesi degli interventicurati da Silvia Dorigati e Paola Mainini per la
Redazione di ‘Forum’ - del convegno ‘RSI: gli esiti di
una sperimentazione in Liguria’, tenutosi a Genova il 19
ottobre scorso.
INSERTO SPECIALE
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Che cosa è la responsabilità
sociale delle imprese
L’
idea della responsabilità sociale delle imprese
(RSI)1 spesso richiamata con il termine inglese Corporate Social Responsibility (CSR), ha cominciato a
diffondersi in Europa negli anni ’80, ma è con il Libro
Verde ‘Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese’ del luglio 2001
che la Commissione europea avvia il vero e proprio
dibattito sulla responsabilità sociale delle imprese.
Il documento definisce la responsabilità sociale come
“l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali
ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
Si individua così il campo di applicazione della responsabilità sociale tanto dal punto di vista della dimensione interna – gestione delle risorse umane, tutela di salute e sicurezza, adattamento alle trasformazioni nelle ristrutturazioni aziendali e gestione degli
effetti sull’ambiente - quanto di quella esterna – rapporti con le comunità locali, costruzione di partnership commerciali, rapporti con i fornitori e consumatori, rispetto dei diritti umani nella catena di fornitura.
Il documento specifica inoltre che essere socialmente responsabili vuol dire “non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate”.
Responsabilità sociale non significa semplicemente rispettare gli obblighi di legge bensì investire volontariamente di più in capitale umano, ambiente e
relazioni con le parti interessate, contribuendo a migliorare la società e a rendere minimo l’impatto ambientale.
Il tema della RSI va inquadrato, peraltro, nell’ambito delle politiche per la competitività dell’impresa e
del sistema economico, ricollegandosi direttamente
con il concetto di “sviluppo sostenibile”.
Sostenibilità è la “capacità di una organizzazione
(o società) di continuare, in maniera duratura nel
tempo, le proprie attività, tenendo in debita considerazione l’impatto che queste ultime hanno sul capitale naturale, sociale e umano” (ISEA – Institute of Social and Ethical AccountAbility, AccountAbility 1000
framework). In altri termini, la RSI è il contributo che
le imprese offrono allo sviluppo sostenibile.
I soggetti coinvolti nel concetto di gestione socialmente responsabile d’impresa sono tutti i “portatori
d’interesse”, definiti stakeholders, che, se distinti per
gruppi, sono così individuati:
Risorse umane
Soci/Azionisti e Comunità finanziaria
Clienti
Fornitori
Partner finanziari
Stato, Enti locali e Pubblica amministrazione
Comunità
Ambiente
In sintesi, sulla base della definizione fornita dal
Libro Verde è possibile individuare tre elementi fondanti il tema della RSI:
la volontarietà delle iniziative, per cui non esiste
alcun vincolo che impone alle imprese di impegnarsi in modo trasparente e responsabile nell’adozione di iniziative e comportamenti non strettamente legati a strategie di business o di marketing;
l’attenzione alle operazioni commerciali e quindi
ai rapporti con i consumatori e con il mercato;
il coinvolgimento di tutti gli stakeholders: la
1 Le informazioni riportate nel testo sono state tratte dalle seguenti fonti: www.eroparl.europa.eu; www.solidarietàsociale.gov.it; www.isfol.it; www.unioncamere.it;
www.focuslab.it
II
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Gli strumenti per attuare la RSI
Gli strumenti gestionali per l’attuazione di modelli
di RSI sono multifunzionali, di tipo tecnico, gestionale,
informativo, di natura volontaria, e riguardanti i diversi ambiti tematici di applicazione della RSI.
I principali sono:
Codici di condotta
Certificazioni Ambientali
Certificazioni Sociali
Bilanci Sociali e di Sostenibilità
Cause Related Marketing
Iniziative di comunicazione interna
Dialogo e partnership con soggetti esterni su progetti di carattere sociale, ambientale e culturale
sul territorio
Azioni di corporate governance in ambito gestionale amministrativo
La rapida crescita della RSI nell’agenda politica e
industriale ha stimolato la definizione di numerosi
codici e standard di riferimento, al fine di qualificare,
chiarire, integrare diversi requisiti e aspettative, provenienti da varie parti.
Questi standard sono di diversa natura. Sono promossi da istituzioni intergovernative come ONU, OCSE, UE, da network multistakeholder di promozione
della RSI, da settori della finanza, organismi di standardizzazione internazionale (es. ISO), network di imprese e singoli Governi.
Inoltre, possono avere diverse finalità: di riferimento per l’elaborazione di politiche e strategie, di
supporto alla rendicontazione, di reporting e comunicazione, di certificazione esterna, oppure possono
combinare queste diverse finalità.
Infine si distinguono per il loro focus su aspetti sociali, diritti umani, etici, ambientali, economico-finanziari.
INSERTO SPECIALE
responsabilità sociale è concepita come un complesso di politiche e programmi che vengono
integrati in tutte le operazioni economiche e i processi decisionali, coinvolgendo i soggetti che, a
vario titolo, sono interessati all’attività dell’impresa, sia in qualità di destinatari sia di partner attivi
dell’azienda.
Gli ambiti tematici
Gli ambiti tematici della RSI sono diversificati e
correlati alle varie funzioni strategiche e operative
delle imprese e in base alle relazioni con i vari
stakeholders d’impresa. I temi di RSI riconosciuti a livello internazionale, sia a livello istituzionale (ONU,
UE) che di network di imprese, sono riportati nella
tabella che segue:
AREE TEMATICHE
INTERVENTI
Qualità del lavoro e relazioni
con i dipendenti
Rapporti con la comunità
Rendicontazione (Accountability)
Formazione, orari, crescita professionale, clima, coinvolgimento, condizioni di lavoro,…
Donazioni, sponsorizzazioni, volontariato d’impresa, progetti in partnership, …
Minori impatti, innovazione ambientale di prodotto e di processo,
eco-efficienza, recupero e riciclo, …
Bilanci sociali, ambientali, bilanci di sostenibilità, …
Rapporti con i fornitori
Selezioni su criteri di RSI, Green procurement, standard, …
Corporate Governance
Modalità di funzionamento del Consiglio di Amministrazione, sistemi
di controllo, relazioni tra azionisti, codici di comportamento, …
Pratiche commerciali, promozioni a sostegno di cause sociali, …
Ambiente
Marketing sociale
Finanza
Investimenti con criteri sociali ed ambientali, supporto a economia
sociale, …
III
INSERTO SPECIALE
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina IV
La normativa regionale:
lavoro di qualità
e responsabilità sociale
C
on la legge regionale n. 30 del 13 agosto 2007
“Norme regionali per la sicurezza e la qualità del
lavoro”, che ha definito la politica regionale per la
qualità, la regolarità e la sicurezza del lavoro, la
Regione Liguria ha avviato, in collaborazione con gli
Enti locali, le parti sociali e le Amministrazioni pubbliche e private, un programma di interventi, finalizzato a realizzare un sistema integrato di sicurezza,
tutela e miglioramento della vita lavorativa, per prevenire i rischi, garantire la regolarità ed il benessere
nei luoghi di lavoro, perseguendo l’obiettivo prioritario di creare e promuovere lavoro di qualità.
La qualità del lavoro si configura in azioni positive
di contrasto al lavoro irregolare, condizioni migliorative per la piena integrazione lavorativa delle persone con disabilità, nella promozione di politiche di genere e anti discriminatorie, nello sviluppo di relazioni industriali di qualità, nella partecipazione alle iniziative di sviluppo socialmente equo, territorialmente
equilibrato, ecologicamente sostenibile e solidale.
In questo quadro, si devono collocare gli interventi previsti al capo II – Interventi per la responsabilità
sociale – enunciati all’interno del Titolo IV della
L.R.30/07 – e finalizzati a perseguire i seguenti
obiettivi:
favorire l’assunzione della responsabilità sociale
delle imprese, intesa quale integrazione volontaria delle problematiche sociali ed ambientali
nelle attività produttive e commerciali e nei rapporti con i soggetti che possono interagire con le
imprese medesime;
promuovere la responsabilità sociale di tutti i
datori di lavoro (sia pubblici sia privati), quale
strumento per migliorare la qualità del lavoro,
consolidare e potenziare le competenze professionali, diffondere le conoscenze, migliorare la competitività del sistema produttivo, lo sviluppo economico sostenibile e la coesione sociale.
IV
È ormai giudizio condiviso che un comportamento
socialmente responsabile sia un investimento strategico che concorre a creare profitto e competitività, i
cui benefici investono tutta la comunità. Non si può
parlare di responsabilità sociale senza considerarne
l’aspetto fondamentale insito in tale concetto e cioè
quello della volontà finale di contribuire al progresso
del sistema produttivo, in armonia con quello della
società e della tutela dell’ambiente.
Uno degli aspetti innovativi introdotti dalla legge
regionale è rappresentato dal fatto che si parla di Responsabilità sociale non solo nell’ambito delle imprese ma anche degli enti pubblici e delle amministrazioni locali, proprio perchè in maniera analoga alle imprese, anche gli enti pubblici possono volontariamente introdurre nuovi approcci e strumenti di gestione per innovare le loro politiche, ridurre gli impatti ambientali, coinvolgere e dialogare meglio con i
vari attori della società civile, integrando i principi
della responsabilità sociale nella loro gestione e promuoverli nell’ambito dei loro servizi.
Per un’impresa, agire in modo socialmente responsabile significa assumere volontariamente un
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INSERTO SPECIALE
impegno, al di là delle prescrizioni legali, a tenere
conto delle ripercussioni economiche, sociali e ambientali delle proprie attività in un’ottica di sviluppo
che investa di più nel capitale umano, nell’ambiente
e nei rapporti con tutti i diversi soggetti presenti sul
territorio, portatori di bisogni, interessi e aspettative,
che rappresentano la “collettività”.
Anche gli Enti pubblici possono applicare metodi di RSI
In maniera analoga alle imprese, anche gli enti
pubblici possono volontariamente introdurre nuovi
approcci e strumenti di gestione per innovare le loro
politiche, ridurre gli impatti ambientali, coinvolgere
e dialogare meglio con i vari attori della società civile, integrando i principi della RSI nella loro gestione
e promuovere il concetto di responsabilità sociale
nell’ambito dei loro servizi; le Pubbliche Amministrazioni, infatti, oltre ad essere datori di lavoro e quindi
soggetti attivi nella RSI con bilanci e buone prassi,
possono intervenire, ad esempio, nell’ambito degli
appalti, prevedendo indicazioni e clausole che disincentivino la parcellizzazione dei lavori e favorendo
opportunità per una competitività responsabile, attenta alle regole della concorrenza.
Occorre ricordare che la responsabilità sociale
non si improvvisa, ma nasce da una vera e propria
“cultura”, orientata alla trasparenza e alla consapevolezza che l’adozione di pratiche socialmente responsabili produce effetti positivi sia sulla qualità
dell’ambiente esterno e sui rapporti con tutte le parti interessate, sia sulle relazioni con i propri dipendenti e i collaboratori interni ed esterni.
Ciò significa anche prendersi cura sia della sicurezza e della salute dei dipendenti, al di là degli obblighi di legge, sia valutare le implicazioni esterne,
considerando, ad esempio, la tutela della salute, della sicurezza e della regolarità come criterio nella selezione di subcontraenti.
Gli interventi regionali di sostegno e gli
incentivi
Senza regole eque e trasparenti, senza comportamenti responsabili non ci può essere vero sviluppo
economico: l’attuale difficoltà dei mercati lo dimostra
in tutta la sua evidenza. La responsabilità sociale mette in gioco un cambiamento generale della cultura
aziendale facendo crescere un clima diverso e più
collaborativo all’interno della società, ponendo fine
all’idea (sbagliata) che obiettivi sociali, economici, e
ambientali si trovino in conflitto. Sviluppare comportamenti socialmente responsabili significa creare le
premesse per una concorrenza leale e trasparente,
per lo sviluppo di un sistema di protezione sociale
moderno ed efficiente.
In questo contesto la Regione intende promuovere
e favorire l’assunzione della responsabilità sociale di
tutti i datori di lavoro, adottando anche politiche premiali per quelli che garantiscono non solo il rispetto
delle norme in materia di sicurezza e regolarità ma,
più in generale, comportamenti socialmente responsabili.
La legge regionale n.30/2007 prevede, infatti, non
solo sostegno ed incentivi per la promozione di pratiche di RSI e per l’adozione di strumenti che certifichino l’assunzione di RSI da parte dei datori di lavoro
ma traguarda anche alla costituzione di un registro
dei datori di lavoro socialmente responsabili, in favore dei quali potranno essere previsti tra l’altro, a parità di condizioni, criteri di preferenza nella concessione dei contributi e negli affidamenti degli appalti.
Coerentemente con gli obiettivi e le finalità sopradescritte, nell’ambito della programmazione regionale a valere sulle risorse della L.R. n. 30/2007, sono
pertanto stati realizzati alcuni specifici interventi per
favorire la promozione e l’adozione di pratiche socialmente responsabili da parte sia di imprese sia di
pubbliche amministrazioni, di seguito sinteticamente
descritti.
V
INSERTO SPECIALE
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Le iniziative regionali
Il laboratorio sulla RSI
È stato promosso il progetto sperimentale “Laboratorio regionale sulla responsabilità sociale d’impresa”,
realizzato per il tramite di Unioncamere Liguria con
la partecipazione di tutte le associazioni datoriali del
territorio, finalizzato a promuovere la diffusione della
cultura e delle pratiche di responsabilità sociale
presso le PMI liguri. L’obiettivo è definire linee di indirizzo per la realizzazione di percorsi coerenti e
concretamente applicabili per lo sviluppo di azioni
di RSI nelle micro, piccole e medie imprese, anche attraverso la valorizzazione delle conoscenze, delle
pratiche e delle esperienze locali, nell’ambito delle
risorse della L.R. 30/2007.
Il percorso del laboratorio
L’iniziativa, ormai conclusa con la redazione e
stampa delle Linee Guida, si è sviluppata attraverso
la realizzazione di un percorso condiviso da tutte le
associazioni datoriali coinvolte finalizzato a:
promuovere azioni di informazione e sensibilizzazione in materia
individuare, con il supporto di soggetti esperti,
linee guida in materia di RSI meglio rispondenti
alle esigenze soprattutto delle micro e piccole
imprese, alle quali difficilmente si adattano i sistemi di certificazione tradizionali
sostenere le altre imprese interessate all’adozione
di sistemi di certificazione standard.
È stata un’esperienza innovativa che, grazie all’attività di gestione e coordinamento di Unioncamere
Liguria e alla preziosa collaborazione di tutte le associazioni datoriali che hanno accompagnato lo sviluppo del percorso e favorito il coinvolgimento delle imprese, ha permesso di definire e testare le Linee guida per lo sviluppo di azioni di RSI concretamente applicabili nelle micro, piccole e medie imprese con
l’obiettivo di dare la possibilità anche a tali categoVI
rie, che caratterizzano fortemente il tessuto economico della nostra regione, di acquisire consapevolezza
e strumenti operativi sul tema della Responsabilità
Sociale tali da renderle maggiormente competitive in
un’ottica di sostenibilità e capacità innovativa.
Infatti, attraverso il documento “Responsabilità Sociale d’impresa – Linee guida per le piccole e medie
imprese”, che è stato presentato nell’ambito del seminario conclusivo del progetto svoltosi il 19 ottobre
2009, la Regione Liguria (cfr articolo a pag XII) ha voluto fornire alle imprese uno strumento efficace per
guidarle e accompagnarle nel percorso strategico
della Responsabilità Sociale, definendo una sorta di
bussola in grado di orientare le imprese in questo
mondo che fino ad oggi ha riservato attenzione prioritariamente alle grandi imprese.
Obiettivo generale del progetto
Il progetto si prefigge di definire linee di indirizzo
per la realizzazione di percorsi coerenti e concretamente applicabili per lo sviluppo di azioni RSI nelle
micro, piccole e medie imprese, anche attraverso la
valorizzazione delle conoscenze, delle pratiche e
delle esperienze locali e mediante il confronto con le
Associazioni di categoria liguri.
Finalità:
Promuovere la diffusione della cultura e delle pratiche di responsabilità sociale presso le imprese
liguri e di accrescere la consapevolezza delle
imprese sull’importanza dell’assunzione di comportamenti socialmente responsabili;
Favorire il confronto e la condivisione di prassi ed
esperienze realizzate localmente a seguito di una
apposita ricognizione delle stesse;
Individuare strumenti utili alle PMI per progettare,
sviluppare e implementare, nei propri contesti
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INSERTO SPECIALE
aziendali,un sistema di gestione delle RSI;
Predisporre linee guida e fare emergere possibili
pratiche utili per la definizione, a livello locale, di
un sistema di responsabilità sociale;
Definire, attraverso l’individuazione di “linee d’indirizzo”, modelli di percorsi RSI perseguibili e
sostenibili dalle PMI;
Agevolare il coinvolgimento delle PMI in percorsi
e iniziative, anche a carattere sperimentale, finalizzati all’adozione di pratiche socialmente responsabili;
Promuovere l’avvio di progetti concreti di RSI,
definiti sulla base della specificità e delle esigenze dei diversi settori/categorie produttive, anche
in un’ottica di partenariato, di rete o di associazioni tra imprese.
Attori
Il progetto vede coinvolte: Unioncamere Liguria
(con funzioni di soggetto capofila) e le Associazioni
di categoria liguri/Confindustria, ConfcommercioAscom, Confesercenti, Cna, Confartigianato, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, LegaCoop
per il tramite di un Comitato di Coordinamento.
Il Comitato di Coordinamento è formato da rappresentanti di Unioncamere Liguria e delle Associazioni di categoria ed è la struttura di riferimento con
il compito di redigere il progetto esecutivo e di realizzare le fasi in cui esso si articola, come più sotto
esplicitato, anche avvalendosi dei contributi di Università, soggetti certificatori e altri esperti esterni.
Fasi del progetto
Fase n. 1
Realizzazione di workshop
provinciali
Fase n. 2
Individuazione di linee di indirizzo
Fase n. 3
Realizzazione di focus group
informativi e di sensibilizzazione rivolti alle imprese
Fase n. 4
Realizzazione del progetto
pilota
Fase n. 5
Realizzazione di un evento
conclusivo
Attività trasversale
Coordinamento progettuale e
gestione amministrativa
Fase n. 1 - Realizzazione di workshop provinciali:
Per la realizzazione della fase iniziale del progetto, si attivano quattro workshop nelle province
liguri, preferibilmente nelle sedi delle Camere di
Commercio Liguri e/o nelle relative Aziende Speciali (2), nei quali vengono proposti i temi relativi
alle iniziative di RSI ai rappresentanti locali e alle
imprese.
I workshop sono organizzati con il contributo delle
associazioni di categoria liguri che attivano le loro
organizzazioni provinciali per ottenere la presenza
delle persone maggiormente competenti per la
condivisione e conoscenza di buone prassi ed
eventuali linee di indirizzo finalizzate alla realizzazione di iniziative di RSI nel campo delle PMI.
2 Il sistema delle Camere di Commercio italiane è impegnato nella diffusione della cultura della Responsabilità Sociale d’Impresa, infatti, sulla base di un Protocollo
d’intesa siglato nel novembre 2003 con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Unioncamere ha promosso fino ad oggi l’apertura di 44 Sportelli RSI presso
altrettante Camere di Commercio, attraverso i quali le imprese possono acquisire le informazioni e l’assistenza necessarie per intraprendere azioni positive in questo
campo. Le Aziende Speciali, previste all’art. 2 della legge 580/93, sono soggetti di diritto privato, che operano secondo le logiche di mercato, per svolgere competenze specialistiche finalizzate alla valorizzazione del tessuto socio-economico in cui si trovano.
VII
INSERTO SPECIALE
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Fase n. 2 - Individuazione di linee di indirizzo:
In questa fase è realizzata un’analisi approfondita
delle esperienze esistenti a livello nazionale per
modelli di RSI destinati alla PMI e viene inoltre
effettuato un confronto relativo agli elementi
emersi dai workshop.
In seguito all’attività di analisi viene articolata una
proposta di linee guida per creare un modello
condiviso di RSI per le Piccole e Medie Imprese,
con particolare attenzione alle esigenze delle
micro imprese.
Al termine della fase: un incontro con Regione
Liguria e le Associazioni sindacali per presentare
la proposta di linee guida e il report conclusivo
sullo stato dell’arte e le prospettive della RSI nella
regione come emerso dallo svolgimento dei
workshop.
Fase n. 3 - Realizzazione di focus group informativi
e di sensibilizzazione rivolti alle imprese, da svolgere presso le Camere di Commercio o le relative
Aziende Speciali, finalizzati a
presentare e avviare un confronto sulle linee
di indirizzo e sui modelli di comportamento
definiti.
VIII
individuare un gruppo di aziende interessate e
disponibili a realizzare un Progetto Pilota, finalizzato a testare i modelli di comportamento e
gli strumenti individuati.
Fase n. 4 - Realizzazione del progetto pilota
Sono previste azioni di assistenza, tutoraggio, formazione, che permettono alle imprese individuate
di realizzare azioni di RSI identificate nel corso del
progetto, coerenti con le linee guida evidenziate.
Per la realizzazione dei singoli progetti risulta
fondamentale il coinvolgimento e l’apporto professionale del personale interno delle imprese,
coinvolto nella realizzazione operativa dell’iniziativa di RSI.
Fase n. 5 - Realizzazione di un evento conclusivo
finalizzato alla presentazione del percorso di
ricerca e dei risultati conseguiti.
(ndr. Una sintesi delle linee guida per le Micro, Piccole e Medie imprese trova spazio in articolo specifico a pag XVII)
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INSERTO SPECIALE
Le iniziative regionali
Laboratorio sperimentale
sulla rendicontazione sociale
della Pubblica Amministrazione
È
stata avviata dalla Regione una sperimentazione,
anche nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni,
in considerazione del fatto che è di grande interesse
ed attualità introdurre forme innovative di trasparenza e di rendicontazione dell’azione amministrativa,
per comunicare ai diversi interlocutori ciò che l’amministrazione ha realizzato: le sue scelte, le sue azioni
e i risultati conseguiti.
In quest’ottica, si colloca appunto la Direttiva sulla
rendicontazione sociale del 17 febbraio 2006, emanata dal dipartimento della Funzione Pubblica, che contiene specifiche Linee guida per la redazione del Bilancio sociale nelle amministrazioni pubbliche, quale
strumento più importante di rendicontazione sociale
a disposizione delle stesse, per consentire di informare i cittadini delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo.
Alla luce di queste riflessioni, in coerenza con gli
obiettivi della legge regionale n. 30/2007 e della direttiva ministeriale, la Regione ha quindi aderito al
progetto “Nuovi strumenti di partecipazione e cooperazione tra le amministrazioni e i cittadini per sostenere lo sviluppo del territorio”, promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica e realizzato in
collaborazione con il Formez.
Il progetto, adattato alle esigenze della realtà ligure e denominato “Laboratorio sperimentale sulla rendicontazione sociale della Pubblica Amministrazione
in Liguria: strumenti di gestione e partecipazione per
un’amministrazione pubblica responsabile” è stato
presentato nell’ambito di un seminario presso la sede della Regione nel novembre 2008 e al quale sono
stati invitati tutti gli Enti locali e gli Enti pubblici del
territorio.
L’iniziativa ha consentito di avviare un percorso
informativo e di sensibilizzazione volto a:
diffondere una cultura della P.A. orientata alla trasparenza e alla consapevolezza che l’adozione di
pratiche socialmente responsabili produce effetti
positivi sia sulla qualità dell’ambiente esterno e
sui rapporti con tutte le parti interessate, sia sulle
relazioni con i propri dipendenti e i collaboratori
interni
individuare gli strumenti più idonei per dare una
rappresentazione più chiara dell’attività svolta,
secondo la logica della responsabilità sociale, in
un’ottica di valutazione e comunicazione dei risultati conseguiti dall’amministrazione pubblica.
In particolare sono stati realizzati seminari e laboratori territoriali di sensibilizzazione, sperimentazione e scambio di conoscenze con gli operatori della
PA, al fine di produrre nuove competenze e materiali
di supporto, utili allo sviluppo di percorsi di accountability da parte delle amministrazioni del territorio
della Regione Liguria.
Le attività si sono sviluppate in workshop di una
giornata, con il coinvolgimento dei maggiori esperti
di rilievo nazionale e integrate dalla presentazione di
casi di buone pratiche. Per la realizzazione del progetto sono state coinvolte le quattro province liguri, i
comuni capoluogo ed altri Enti che hanno già sperimentato strumenti di responsabilità sociale o hanno
manifestato interesse in tal senso.
Hanno aderito al percorso le Province di Genova,
Savona e La Spezia, i Comuni di Genova e La Spezia e
l’Autorità Portuale di Genova che, con la collaborazione del Formez, hanno realizzato sei laboratori territoriali destinati a tutte le Amministrazioni pubbliche, per sensibilizzare anche gli Enti Locali più piccoli e gli altri Enti pubblici sul tema della responsabilità sociale ed individuare insieme gli strumenti più
idonei per comunicare, secondo la logica della responsabilità sociale, in modo chiaro e trasparente,
l’attività svolta ed i risultati conseguiti dall’amministrazione.
IX
INSERTO SPECIALE
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina X
Nascono le Linee guida
e la Direttiva per il Bilancio
sociale
Cosa è fare esperienza di Bilancio sociale? Sicuramente è sperimentare un nuovo modo per comunicare e valutare le performance amministrative. Se finora le amministrazioni pubbliche riuscivano a fatica a
coniugare l’esigenza di comunicare risultati e processi di funzionamento, la presa di coscienza della
necessità di rendere conto, le ha poste di fronte a
nuovi strumenti, capaci di fornire un concreto canale
di dialogo tra enti e cittadini. Un’occasione che è stata anche la risposta a una richiesta di trasparenza da
parte degli stessi cittadini che era rimasta inevasa e
inascoltata.
Anche da questa riflessioni è nato l’impegno del
Dipartimento della Funzione Pubblica e del Formez
nel promuovere l’utilizzo del Bilancio Sociale nelle
amministrazioni pubbliche.
Far crescere una cultura e una pratica della rendicontazione sempre più matura, consapevole e rigorosa, per rendere il Bilancio sociale uno strumento reale ed efficace di informazione e di comunicazione ai cittadini delle attività e dei risultati delle
amministrazioni pubbliche, è stato infatti l’obiettivo
della Direttiva sulla rendicontazione sociale emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica, contenente le specifiche Linee guida per la redazione del
Bilancio sociale nelle amministrazioni pubbliche,
elaborate dal Formez (Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 63 del 16 marzo 2006)3. Oltre a contribuire
alla diffusione di un cultura della responsabilità sociale in ambito pubblico, la Direttiva e le Linee guida
forniscono un supporto metodologico alle amministrazioni interessate all’impiego regolare del Bilancio sociale come strumento accessibile e trasparente di rendicontazione ai cittadini e ai diversi interlocutori.
Il Bilancio sociale dovrà non solo produrre e trasferire conoscenza sull’azione amministrativa, ma assicurarsi che quella conoscenza sia utilizzabile. Stiamo infatti parlando di un tipo particolare di conoscenza: quella che serve a controllare l’esercizio del
potere da parte dei soggetti a cui questo esercizio è
stato delegato. Considerato da questo punto di vista,
il Bilancio sociale diviene strumento per l’esercizio
del controllo democratico da parte dei cittadini sull’operato delle amministrazioni pubbliche e più specificamente dei meccanismi e dei processi attraverso
i quali si realizza la democrazia rappresentativa. Qui
emerge un’altra accezione della socialità del bilancio delle amministrazioni pubbliche, in quanto strumento e processo sottoposto in ogni sua fase e lungo
ogni sua dimensione all’evidenza pubblica e alla partecipazione democratica.
La sperimentazione delle Linee guida e i
risultati raggiunti
Il Formez ha inteso promuovere la conoscenza e
l’adozione delle Linee Guida, confluite nella Direttiva, attraverso una serie di azioni di sensibilizzazione,
formazione e sperimentazione, cercando di diffondere e radicare la pratica del bilancio sociale nei processi di gestione ordinari delle amministrazioni pubbliche del Paese.
Il progetto che ha coinvolto circa 300 amministrazioni pubbliche italiane e più di 700 persone tra am-
3 Le Linee guida nascono da un’intensa attività di confronto e riflessione da parte di un gruppo di esperti e studiosi che, partendo dall’analisi approfondita degli approcci adottati dalle amministrazioni pubbliche, ha predisposto un documento contenente riferimenti che definiscono gli elementi qualificanti del bilancio sociale. Inoltre,
tali principi sono stati discussi e validati da un Comitato Tecnico-Scientifico composto da esperti e studiosi della materia richiesti e indicati dalle maggiori istituzioni
interessate al tema: Dipartimento della Funzione Pubblica, Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Ministero dell’Economia e delle
Finanze, Conferenza Stato-Regioni, ANCI, UPI, UNCEM, Lega delle Autonomie, Unioncamere e Gruppo Bilancio Sociale.
X
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XI
La partnership con la Regione Liguria
Obiettivi e azioni del percorso
La Regione Liguria, ha avviato un percorso di diffusione delle pratiche di responsabilità e rendicontazione sociale nelle pubbliche amministrazioni, coinvolgendo le Amministrazioni locali che per prime
hanno elaborato documenti di bilancio sociale.
Conseguentemente è stata attivata dalla Regione
una collaborazione con il Dipartimento della Funzione Pubblica, per il tramite del Formez, che ha coinvolto lo stesso Formez, in quanto estensore e promotore delle Linee Guida sul Bilancio sociale e impegnato dal 2006 nella diffusione della cultura e della
metodologia alla base del bilancio sociale.
In seguito all’illustrazione da parte degli enti delle
loro esperienze e dopo le prime riflessioni da parte
degli esperti Formez, si è delineato un percorso con i
seguenti obiettivi:
rendere operativo l’impegno della Regione Liguria nella diffusione della cultura e degli strumenti
della responsabilità sociale presso tutti i soggetti
del territorio, pubblici e privati, anche in applicazione della L.R. N° 30 del 13 agosto 2007 (capo III);
promuovere e sostenere l’adozione di progetti di
responsabilità sociale sia tramite azioni di informazione, formazione e sensibilizzazione sia tramite l’erogazione di contributi mirati;
contribuire all’adozione di un approccio consapevole, di un metodo condiviso e di strumenti
comparabili in tema di responsabilità e di rendicontazione sociale da parte dei diversi soggetti del territorio, pur nel rispetto delle loro
specificità.
Il percorso proposto prevede l’organizzazione di
momenti di formazione rivolti in particolare ai dirigenti e funzionari delle pubbliche amministrazioni
interessati alle diverse tematiche per:
chiarire le finalità della responsabilità sociale in
ambito pubblico, sottolineandone le differenze
rispetto alla responsabilità sociale d’impresa;
presentare il processo di rendicontazione sociale
come parte integrante dei sistemi di gestione dell’ente;
diffondere una metodologia condivisa, in linea
con le indicazioni contenute nella direttiva ministeriale e nelle Linee Guida allegate;
sottolineare le valenze del Bilancio sociale come
strumento di gestione interna e di comunicazione
e relazione con l’esterno.
In particolare è stata evidenziata la necessità di approfondire alcuni aspetti, quali:
il legame tra rendicontazione sociale, comunicazione, partecipazione e valutazione dell’efficacia
delle politiche;
il processo di rendicontazione sociale nei piccoli
comuni e l’utilizzo del Bilancio sociale come strumento sia di gestione sia di partecipazione;
l’applicazione di criteri di responsabilità sociale
nelle politiche di fornitura di beni e servizi pubblici e di sicurezza del personale da parte sia di
imprese profit sia di imprese sociali o non profit.
INSERTO SPECIALE
ministratori, dirigenti e funzionari, si è proposto di attivare un processo di crescita della cultura della trasparenza e della rendicontazione ai cittadini da parte
delle amministrazioni, del loro interesse e del loro
impegno ad adottare strumenti innovativi di rendicontazione.
Coordinamento del progetto
Il progetto è coordinato dalla Regione Liguria e
dal Formez con il supporto tecnico delle amministrazioni provinciali di Genova, La Spezia e Savona, delle
amministrazioni comunali di Genova e La Spezia e
dell’Autorità portuale di Genova.
Destinatari
Al progetto possono aderire tutte le amministrazioni pubbliche che risiedono nel territorio della Regione Liguria: province, comunità montane, comuni,
aziende sanitarie, camere di commercio, parchi, istituti scolastici, ecc.
Modalità di intervento
Il progetto si propone di realizzare dei seminari e
dei laboratori territoriali di sensibilizzazione, sperimentazione e scambio di conoscenze con gli operatori della PA, al fine di produrre nuove competenze e
materiali di supporto, utili allo sviluppo di percorsi di
accountability da parte delle amministrazioni del territorio della Regione Liguria.
Le attività formative saranno articolate in workshop di una giornata più una giornata finale di presentazione dei lavori realizzati, con il coinvolgimento
dei maggiori esperti di rilievo nazionale e integrate
dalla presentazione di casi di buone pratiche. I partecipanti saranno chiamati a svolgere un ruolo attivo attraverso project work, presentazione dei risultati e discussioni guidate.
XI
INSERTO SPECIALE
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XII
La buona occupazione
e la crescita economica
hanno basi solide nella RSI
I
risultati finali della sperimentazione, illustrati nell’ambito del convegno ‘Responsabilità Sociale di Impresa: gli esiti di una sperimentazione in Liguria’,
possono fornire indicazioni utili per la definizione di
progetti specifici mirati, coerenti con le esigenze e le
peculiarità delle realtà produttive liguri.
Vesco: dalla cultura della responsabilità
sociale la buona occupazione
La responsabilità sociale di impresa è un obiettivo
della Giunta, poiché parte dalla considerazione che
la buona occupazione si raggiunga anche attraverso
la cultura della responsabilità sociale. È necessario
promuovere un cambiamento radicale della cultura
aziendale, incentivando comportamenti responsabili
a garanzia di concorrenza leale e trasparente. Le associazioni datoriali hanno promosso questi temi, nati
nell’ambito della legge 30, favorendo laboratori regionali, con il coordinamento di Unioncamere. A seguito di ciò si sviluppano le linee guida, strumento di
diffusione della coesione sociale, circolo virtuoso per
la crescita economica della regione.
La Legge incoraggia l’uso di queste pratiche, volte
alla rendicontazione sociale, anche all’interno della
Pubblica Amministrazione.
Rossi: un progetto maturato nel tempo
Il progetto è partito con finalità ben delineate, successivamente rispettate e un buon numero di interviste alle imprese sulle quattro province. Molte di loro
ritengono che la RSI sia strategica, ma di difficile realizzazione, molte mettono in atto atteggiamenti e iniziative inconsapevoli che vanno comunque in questa
direzione.
Il CLP parte da un’iniziativa formativa di quattro
XII
anni fa. Grazie al contributo di esperti, sono state
tracciate alcune linee di indirizzo, poi sottoposte ad
un comitato scientifico che le ha approvate. Un’altra
fase significativa del progetto è stata la formazione
dei tutor, un’applicazione pilota all’interno delle imprese, individuate grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria. Si è trattato della realizzazione di un progetto sperimentale in 11 realtà aziendali;
non è stata una mera applicazione di un manuale ma
la scelta di apprestarsi ad un percorso di crescita.
Caselli: la RSI è per l’azienda fattore di
crescita e radicamento sul territorio
La Legge Regionale 30 è stata esemplare e il progetto laboratorio, con le linee guida, concorre a
tracciare un quadro concettuale e operativo per affrontare il tema della RSI che è fattore di crescita
economica.
Non si tratta di un tema marginale o residuale, la
RSI non è un semplice optional ma fattore di crescita
economica e radicamento dell’impresa sul territorio
e nella società. Nell’insieme delle aziende di minori
proporzioni si osservano realtà di scarso dinamismo
che hanno difficoltà a durare nel tempo, realtà concentrate su lavorazioni tradizionali, poco propense a
crescere e a creare rapporti di collaborazione, poco
inclini al potenziamento tecnologico. Non si tratta di
un giudizio negativo, buona parte di esse presentano
performance economiche e finanziarie positive, con
un buon livello occupazionale, alcune sono casi di eccellenza, con potenzialità latenti da valorizzare, in larga parte ‘fanno bene ciò che fanno’.
Ci troviamo di fronte a un tessuto produttivo che
può crescere, anche dimensionalmente, con problemi di ricambio generazionale. Si riscontra, quindi,
un’esigenza di formazione alla nuova imprenditoria.
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XIII
Ferrante: è prevista per quest’anno una ridefinizione delle norme a livello europeo
L’apprezzamento per l’iniziativa non è formale, l’RSI
poggia su basi solide. Spesso non si ha riscontro del
contesto aziendale, invece al tavolo sono, oggi, presenti le imprese e questo è fondamentale.
Dal punto di vista nazionale, esistono ancora ostacoli e morti sul lavoro; si fa poco perché le varie amministrazioni competenti in materia non si confrontano tra loro. Possiamo parlare delle attività attualmente in corso; per il 2009 è stato chiesto alle Regioni di
indicare le buone pratiche da presentare a Bruxelles
in modo unitario, hanno risposto in 14. Si sta lavoran-
do al rapporto sulle esperienze di salute e di sicurezza per le attività socialmente responsabili. Altra iniziativa è quella di seguire i lavori di ISO 26000, nuovo
standard sulla responsabilità sociale dell’impresa: si
sta predisponendo un manuale di linee guida, nato
dal confronto di 400 rappresentanti tra gli stakeholders interessati, nell’ambito di un processo di consultazione permanente: governi, sindacati, università,
associazioni no profit. Queste linee guida sono simili
a quelle esposte oggi.
Il 2010 sarà un anno importante. Si arriverà a una
maggiore definizione dell’insieme di norme e prescrizioni e verranno riviste le linee guida Ocse.
In estrema sintesi: la responsabilità sociale implica che ci si muova in un ambiente sociale a tutto tondo; secondo punto, fare responsabilità sociale conviene anche se non è provato, è il buon senso ad affermare ciò. Terzo: chi controlla? Il terreno è scivoloso e la materia complessa.
INSERTO SPECIALE
Si assiste alla necessità che l’orientamento alla responsabilità sociale divenga patrimonio comune delle PMI, meglio se consorziate e aggregate in rete.
La responsabilità sociale è una questione di cultura, di comportamenti all’interno della società. È un
problema di acquisizione di mentalità, di iniziative
pratiche concrete. Le linee guida fanno riferimento
alla definizione del Libro Verde della CE. Significa,
non solo, soddisfare gli obblighi giuridici, ma investire di più nei rapporti umani, nelle reazioni interne,
sull’ambiente e gli stakeholders, significa rispondere
di qualcosa a qualcuno in modo strutturato e in base
a presupposti valoriali. Si parla di codice etico, bilancio sociale, di sostenibilità, di iniziative di certificazione. L’impresa non lascia fuori dalla porta il suo essere valore sociale.
Una domanda si pone: vale la pena per le piccole
imprese mettere in piedi tutto questo? Gli studi ci
parlano di benefici diretti e di competitività, ma occorre procedere con gradualità. Il rapporto impresa stakeholders non è un tiro alla fune, bisogna riflettere
sul fatto che la non legittimazione sociale diventa
onerosa per l’azienda e la valutazione che il mercato
dà dell’impresa dipende dalle performance ambientali e sociali, non si tratta di costi addizionali ma è
esattamente l’opposto.
Le piccole imprese familiari sono integrate nella
comunità locale, sono ben visibili, riescono a cogliere in tempo reale i bisogni del territorio e le nuove
esigenze che scaturiscono dal contesto. La reputazione, la fiducia, la solidarietà possono entrare a pieno
titolo nell’economia delle imprese, lealtà e fiducia
abbattono i costi di contrattazione e di controllo, fidelizzano i clienti, la cooperazione genera positività.
È un percorso efficace se le imprese lo attueranno
in modo non isolato, ma aggregandosi a soggetti che
ci credono e che possono creare le basi per operare.
Responsabilità Sociale d’Impresa:
gli esiti di una sperimentazione
in Liguria
Genova, 19 ottobre 2009
Saluti e apertura dei lavori
Paolo Odone - Presidente Unioncamere Liguria
Le iniziative regionali in materia di RSI
Giovanni Enrico Vesco - Assessore alle Politiche
attive del lavoro e dell’Occupazione - Politiche
per l’Immigrazione, Trasporti e Porti Regione
Liguria
Laboratorio regionale sperimentale di RSI:
Linee guida per micro, piccole e medie imprese
Lorenzo Caselli - Direttore DITEA
Le testimonianze delle imprese
Confart Liguria
Liguriastyle
Le recenti tendenze in materia di responsabilità
sociale
Alfredo Ferrante - Direttore Divisione Politiche
per le Persone con Disabilità, Referente Responsabilità Sociale delle Imprese (CSR) – Ministero
del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali
moderatore: Giampaolo Rossilinee di indirizzo
micr
XIII
INSERTO SPECIALE
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XIV
I bandi regionali
S
empre in attuazione della L.R. 30 e a valere sulle risorse finanziarie collegate, la Regione, nel corso del
2009, ha emanato specifici bandi regionali (artt. 13 e
14 l. r. 30/07 “Misure e incentivi per la promozione
della responsabilità sociale nelle imprese e negli enti pubblici”), destinati a enti pubblici e aziende private per agevolare gli investimenti finalizzati all’acquisizione di codici di condotta etici, bilanci sociali e
certificazioni, nonchè per l’adozione di sistemi di gestione, marchi e codici di condotta.
Gli interventi sono stati finalizzati alla promozione
della Responsabilità sociale dei datori di lavoro (sia
imprese sia pubbliche amministrazioni) quale strumento per l’innalzamento della qualità del lavoro e il
miglioramento della competitività del sistema produttivo e hanno previsto:
l’erogazione di incentivi a imprese, enti locali e
enti appartenenti al sistema regionale allargato
per:
l’adozione di codici di condotta etici e di
modelli di rendicontazione quali il bilancio
sociale
XIV
lo sviluppo di sistemi di gestione della responsabilità sociale e l’acquisiszione di certificazioni
l’adozione di linee guida e pratiche socialmente responsabili
l’erogazione di contributi a Associazioni datoriali,
Enti bilaterali, Unioncamere, Organizzazioni sindacali per la realizzazione di progetti finalizzati a
favorire l’adozione di pratiche socialmente
responsabili da parte delle imprese liguri, con
particolare riferimento alla gestione delle risorse
umane, alla formazione e coinvolgimento dei lavoratori; alle relazioni con i fornitori, al rispetto delle
normative ambientali,...
Attraverso l’erogazione di incentivi e la concessione di contributi, sono stati messi a disposizione complessivamente 295.000,00 euro e, ad oggi, sono stati
finanziati 24 progetti, presentati sia da soggetti privati sia da enti pubblici, finalizzati prevalentemente alla
realizzazione e pubblicazione di bilanci sociali, all’acquisizione di certificazioni in materia di responsabilità sociale e all’adozione di codici di condotta etici.
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XV
INSERTO SPECIALE
L. R. 30/07: gli articoli a sostegno della
RSI
Art.13: misure per la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro e della responsabilità sociale negli enti pubblici
Obiettivo dell’intervento è promuovere la cultura
della sicurezza sul lavoro attraverso la realizzazione di
progetti di implementazione dei Sistemi di Gestione
della Sicurezza (SGS) che prevedano la definizione di
metodi di lavoro, attività di sensibilizzazione e tutoraggio agli Enti coinvolti, compresa la formazione del
personale interno nonchè promuovere la realizzazione di progetti finalizzati all’adozione di strumenti e
comportamenti socialmente responsabili nell’ambito
delle attività di gestione, produzione ed erogazione di
beni e servizi pubblici degli enti coinvolti.
L’azione prevede il finanziamento, tramite bando
regionale, di progetti finalizzati a:
accrescere le conoscenze e le competenze di
datori di lavoro e lavoratori del settore pubblico
in materia di sicurezza e prevenzione;
promuovere l’assunzione di comportamenti finalizzati all’anticipazione dei rischi e al miglioramento della qualità lavorativa;
promuovere e diffondere i temi della responsabilità sociale negli Enti Pubblici;
favorire l’adozione da parte dei datori di lavoro
pubblici di pratiche socialmente responsabili,
intese come adesione volontaria a codici di condotta, discipline e tutele sociali ed ambientali.
Sono soggetti titolati Enti locali, Enti Pubblici, Enti del settore regionale allargato in partenariato con
altri soggetti quali Associazioni datoriali, OOSS.
Art.13: misure per la promozione di interventi di responsabilità sociale nelle imprese
Obiettivo dell’intervento è favorire il coinvolgimento delle PMI in percorsi e iniziative finalizzati al-
l’adozione di pratiche socialmente responsabili, anche attraverso l’avvio di progetti concreti di RSI, definiti sulla base della specificità e delle esigenze dei
diversi settori/categorie produttive, anche in un’ottica di partenariato, di rete o di associazioni tra imprese.
L’azione prevede il finanziamento di progetti finalizzati alla responsabilizzazione sociale delle imprese liguri, con particolare riferimento a regolarità del
lavoro, contratti di appalto rispettosi della legalità
del lavoro, formazione e coinvolgimento dei lavoratori, rispetto delle normative ambientali, tracciabiltà
dei prodotti, al miglioramento della gestione delle
risorse umane; alla qualificazione delle relazioni
con i fornitori, partners commerciali, clienti consumatori; a favore della comunità e del territorio, con
impatti positivi sulle problematiche sociali e ambientali.
Sono soggetti titolati a presentare proposte: Associazioni datoriali, Enti bilaterali, Unioncamere, Organizzazioni sindacali anche in partenariato con altri soggetti pubblici e privati.
Art.14: erogazione di incentivi a imprese
e enti pubblici per l’adozione di modelli
di gestione della responsabilità sociale
Costituzione di un fondo per l’erogazione di incentivi, mediante procedura a sportello, in favore
della responsabilità sociale.
Possono beneficiare degli incentivi le imprese,
enti locali, enti appartenenti al settore regionale allargato, che intendono adottare e avviare percorsi
di responsabilità sociale nei seguenti ambiti di intervento:
Adozione di codici di condotta etici e di modelli
di rendicontazione quali il bilancio sociale
Sviluppo di Sistemi di gestione della responsabilità sociale (Norma SA8000)
Adozione di linee guide, pratiche socialmente
responsabili nei confronti del mercato, delle
risorse umane, della comunità e dell’ambiente.
XV
INSERTO SPECIALE
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XVI
Ambiti di intervento e attività di promozione nella prossima programmazione
regionale
La Regione Liguria intende proseguire e sostenere
il percorso avviato, attraverso specifiche iniziative
che favoriscano l’assunzione di comportamenti socialmente responsabili all’interno del sistema socioeconomico locale e che accrescano il grado di consapevolezza sullo sviluppo sostenibile.
Tali interventi si possono così sinteticamente descrivere:
Avviare iniziative di informazione, comunicazione,
promozione e partecipazione che promuovano sul
territorio una maggiore conoscenza in materia di
responsabilità sociale
Riconoscere contributi ai datori di lavoro, operanti sul territorio regionale, per favorire l’adozione
di buone pratiche, codici di comportamento etici,
marchi di qualità e documenti quali i bilanci sociali ed ambientali
Orientare gli interventi regionali di incentivazione
e valorizzazione verso i datori di lavoro che, con
modalità documentabili e certificabili, dimostrino
l’assunzione della responsabilità sociale e attuino
pratiche socialmente responsabili.
In particolare la Regione intende realizzare iniziative mirate di comunicazione, volte a promuovere la
cultura della responsabilità sociale intesa come un
percorso che orienti i comportamenti dei datori di lavoro e dei lavoratori verso il rispetto delle norme ed
il miglioramento degli standard di qualità del lavoro.
La campagna di informazione e sensibilizzazione ha
come oggetto:
la promozione delle cultura della responsabilità
sociale d’impresa e la diffusione delle Linee guida
regionali
la promozione della responsabilità sociale nelle
pubbliche amministrazioni finalizzata a diffondere
XVI
una cultura della P.A. orientata alla trasparenza e
all’adozione di pratiche socialmente responsabili
la promozione della cultura della responsabilità
sociale, con particolare riferimento agli aspetti
della legalità, della sicurezza e della regolarità nel
lavoro, nei confronti di lavoratori e studenti, intesa
anche come rispetto delle norme, conoscenza dei
diritti, applicazione di comportamenti consapevoli e responsabili
Tra le iniziative di comunicazione e diffusione va
inoltre segnalato l’avvio di un progetto sperimentale
finalizzato alla diffusione della responsabilità sociale
nelle scuole, che prevede la realizzazione di alcuni
seminari di approfondimento, rivolti, nella fase iniziale, a dirigenti scolastici e docenti di istituti scolastici
superiori.
È anche prevista l’emanazione di nuovi bandi
pubblici aventi come oggetto l’erogazione di incentivi per l’acquisizione, da parte di imprese e
delle Pubbliche Amministrazioni, di codici di condotta etici, bilanci sociali e certificazioni ed il riconoscimento di contributi per il sostegno alla realizzazione di iniziative progettuali, finalizzate all’adozione di sistemi di gestione, marchi e codici di condotta.
Infine, in coerenza con quanto previsto dalla
L.R.30/2007, la Regione intende istituire lo strumento
del Registro dei datori di lavoro socialmente responsabili, per la riconoscibilità e l’evidenza dei comportamenti socialmente responsabili dei datori di lavoro
pubblici e privati, al fine di garantire percorsi preferenziali; ad esempio, criteri di priorità nell’affidamento di forniture, a parità di condizioni, o ulteriori
agevolazioni, anche fiscali, di competenza della Regione, a coloro che scelgono di adottare, in modo documentabile e certificabile, una gestione sostenibile,
nel rispetto e nella promozione dei lavoratori, della
comunità, dell’ambiente e, più in generale, di tutti gli
stakeholders di riferimento.
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XVII
INSERTO SPECIALE
Le linee guida per le Micro,
Piccole e Medie Imprese:
una pubblicazione a supporto
Regione Liguria
Scopo delle linee guida
Le linee guida di cui pubblichiamo un estratto sono state redatte all’interno del progetto regionale e
hanno lo scopo di indirizzare i comportamenti delle
imprese verso libere scelte di atteggiamenti responsabili, definendone i principi generali e i vantaggi
per le piccole e medie imprese.
Oltre alla definizione e alle prospettive, le linee
guida evidenziano esempi semplici e immediati di
comportamenti responsabili e hanno come scopo la
diffusione della cultura della responsabilità come
elemento di valore per l’impresa, per le persone che
vi operano e per i territori nei quali le imprese sono
ospitate.
Struttura del documento
Si articola in tre parti:
1. Una parte introduttiva rivolta alla descrizione
delle ragioni generali di un progetto sperimentale
per le Piccole e Medie Imprese1, (ivi comprese le
piccolissime imprese) alla sua applicabilità nella
struttura imprenditoriale della nostra regione e alle
possibilità che lo stesso potrebbe offrire.
2. Una successiva parte ha lo scopo di rendere
chiaro il concetto di RSI per le imprese e le amministrazioni, oltre a descrivere i vantaggi reali e i percorsi di crescita che le imprese potranno attivare in
tema di Responsabilità Sociale d’Impresa al fine di
ottenerne il massimo valore possibile.
3. Una parte finale che descrive, con comportamenti specifici, come un’impresa possa attivare un
suo percorso di RSI, attraverso una serie di momenti,
strumenti e tecniche su come essi si possono inserire
nella quotidianità della vita aziendale.
I vantaggi per le imprese
Sono identificabili diversi vantaggi dei quali un’azienda, attenta alla creazione di valore sotto il profilo
economico / sociale / ambientale, può beneficiare.
Di seguito riportiamo i principali, quelli che, a titolo
esemplificativo, appaiono maggiormente chiarificatori:
Un aumento della fiducia degli interlocutori, che
abbatte i costi di transazione (informativi e di
enforcement)
Minori costi (diretti e indiretti) connessi a problematiche tra lavoratori e azienda, poiché nelle
imprese socialmente responsabili – capaci di
ascoltare e rispondere ai bisogni dei lavoratori viene ridotto il tasso di conflittualità interna
Minore assenteismo e turn over del personale, poiché un’azienda responsabile esprime valori e
comportamenti organizzativi capaci di attirare e
mantenere legate a sé i lavoratori per loro scelta e
non solo per necessità, offrendo opportunità di
conciliazione tra vita professionale e personale e
pari opportunità di crescita
Una maggiore produttività delle risorse umane,
grazie a processi positivi di incremento del senso
di appartenenza e di immedesimazione
Minori contributi INAIL, poiché l’INAIL prevede
per le imprese socialmente responsabili l’opportunità di ottenere la riduzione del tasso medio di
tariffa, ai sensi dell’art. 24 delle Modalità di
applicazione delle Tariffe dei premi (D.M.
12/12/00) dopo il primo biennio di attività (Vedi
il Mod. OT-24)
Più sicurezza sul luogo di lavoro, grazie alla maggiore attenzione dedicata da parte degli imprenditori responsabili alle problematiche espresse
dai lavoratori, in merito alla sicurezza e allo stress
sul luogo di lavoro
Aumento delle vendite e fidelizzazione della
XVII
INSERTO SPECIALE
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XVIII
clientela, poiché il cliente, sempre più informato,
sceglie o rifiuta il prodotto/servizio, non solo in
funzione del tradizionale rapporto qualità-prezzo,
ma anche considerando variabili legate all’impegno sociale e ambientale dell’azienda
Miglioramento dell’immagine e della reputazione
aziendale, che garantisce una durevole integrazione delle azioni dell’impresa nel territorio di riferimento e con la comunità locale
Incremento in termini di stabilità, certezza e qualità nei rapporti di fornitura
Minori costi di approvvigionamento poiché esistono moltissimi materiali ecocompatibili che
hanno un costo inferiore rispetto a quelli tradizionali, pur possedendo le medesime caratteristiche
e qualità
Maggiore facilità di accesso al credito, poiché le
aziende responsabili vengono valorizzate nel
rating qualitativo secondo i parametri di Basilea-2
Punteggi negli appalti regionali esplicitamente
dedicati alla RSI (art. 16 - L. Reg 30/2007)
Crescita del valore complessivo dell’impresa, poiché con una gestione socialmente responsabile
d’impresa vengono valorizzati gli “intangibili”,
componenti immateriali che esprimono il “capitale sociale”, inteso quale capitale umano (competenze, motivazione, attitudini) e capitale relazionale (sinergie, relazioni)
XVIII
Indicazioni operative per le imprese: un
percorso a sei tappe
Il percorso di un’impresa verso la responsabilità
sociale deve prevedere, con differenti livelli di articolazione e con modalità di formalizzazione molto varie, sostanzialmente le seguenti tappe:
1. L’individuazione dei portatori di interessi, interlocutori dell’azienda (stakeholder)
2. Il Codice Etico (o più semplicemente Carta dei
Valori)
3. L’Autovalutazione e il posizionamento
4. Gli obiettivi
5. Le azioni
6. La Rendicontazione
Un elemento importante del percorso di crescita
della RSI all’interno di un’impresa riguarda la unicità
e particolarità delle scelte.
La particolarità e unicità delle scelte aziendali rendono possibile la scelta di potenziare alcuni dei passaggi descritti, senza che vi siano rigidità particolari.
1. L’individuazione dei portatori di interessi, interlocutori dell’azienda (stakeholder)
Per la definizione dei portatori di interessi
(stakeholder) è necessario che l’impresa si interroghi
sia sugli interessi tradizionali dei medesimi (interessi
commerciali o economici) sia sugli interessi differenti (impatto occupazionale e ecologico sul territorio).
L’impresa che si pone questo obiettivo si troverà genericamente ad affrontare le seguenti tipologie di
portatori di interessi (stakeholder):
Proprietari ossia i soci / azionisti / titolari di
quote/familiari proprietari;
Risorse umane, lavoratori e collaboratori in senso
allargato;
Clienti;
Fornitori e partners commerciali;
Concorrenti;
Comunità locali e istituzioni;
Ambiente, inteso come il “territorio” di riferimento
Inserto82_bis:f 16/09/10 15:05 Pagina XIX
INSERTO SPECIALE
e le generazioni future, alle quali l’impresa dovrà
rendere conto;
Stato, Pubbliche Amministrazioni o Istituzioni
Locali.
In alcuni casi gli interessi di questi soggetti possono risultare in contrapposizione tra loro. In questo caso l’impresa che avrà correttamente e in maniera trasparente definito il proprio sistema di valori, potrà
comunicare in modo coerente le proprie scelte e le
modalità affinché vi sia condivisione delle decisioni
stesse.
2. Il Codice Etico
Il Codice Etico (o carta dei valori) è un documento
che costituisce un “contratto sociale” tra impresa e
stakeholder e che descrive i valori caratterizzanti
l’impresa e le modalità operative attraverso le quali
tali valori trovano concreta applicazione nei rapporti
tra l’azienda e i suoi stakeholder.
L’imprenditore responsabile utilizza il Codice Etico
come strumento di comunicazione esterna, descrivendo gli impegni nei confronti degli stakeholder
nonché come strumento di comunicazione interna
per aggregare e rendere partecipe il proprio personale, orientando tutta l’organizzazione alla concreta
realizzazione dei suoi contenuti, un modo semplice ed
efficace per generare un reale cambiamento in comportamenti organizzativi anche molto consolidati.
3. Posizionamento all’interno di un possibile percorso di crescita sulla RSI
Attivare un processo di miglioramento delle proprie prestazioni, sia in generale, sia nelle attività di
RSI significa, innanzitutto, effettuare una rilevazione
della propria posizione.
Pertanto, al fine di giungere ad una valutazione
della posizione della propria impresa nel percorso di
RSI si propone di leggere e compilare uno strumento
semplice ma molto efficace, rappresentato dal questionario promosso dalla Commissione Europea per
la valutazione di imprese socialmente responsabili
(Allegato 2 del volume sulle linee guida).
4. Scelta di obiettivi socialmente responsabili
È necessario raccomandare la scelta di obiettivi
raggiungibili, misurabili e alla portata dell’organizzazione.
Inoltre è fondamentale esplorare a fondo il proprio
sistema di aspettative, in termini di risultato, in relazione al perseguimento e all’ottenimento degli obiettivi individuati. Ciò consente di fare un primo test rispetto alla coerenza degli obiettivi che si sono individuati, rispetto alla propria visione e, successivamente, consentirà di valutarne gli effetti.
5. Realizzazione di azioni socialmente responsabili
Il passaggio dalla definizione dei valori di riferimento, della missione e della visione alla concretizzazione degli obiettivi proposti è caratterizzato da una serie di azioni che l’impresa deve mettere in atto scrupolosamente:
Individuare azioni concrete finalizzate al conseguimento degli obiettivi e programmarne la realizzazione sul lungo, medio o breve periodo stabilendo una cronologia d’azione, in base a priorità,
urgenza e importanza di ciascuna azione.
Individuare e definire l’organizzazione della programmazione stessa, riconoscendo le responsabilità relative ad ogni soggetto coinvolto e stabilendo gli strumenti necessari.
Coinvolgere, formare ed informare adeguatamente le risorse umane, soggetto fondamentale nella
realizzazione del percorso di attuazione della
Responsabilità Sociale d’Impresa.
Individuare e definire alcuni indicatori, relativi al
risultato e al processo di realizzazione, che possano essere d’aiuto nella valutazione del percorso,
durante la realizzazione e in fase finale.
6. “Accountability” e rendicontazione
La rendicontazione è il momento in cui i soggetti
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INSERTO SPECIALE
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con i quali si rapporta l’imprenditore (interni ed
esterni) vengono ufficialmente informati degli impegni dell’impresa in tema di responsabilità e sostenibilità e dei risultati raggiunti.
La comunicazione del percorso compiuto, dei risultati raggiunti, e degli obiettivi di miglioramento
agli interlocutori aziendali, rappresenta un elemento
strategico.
Tuttavia le informazioni comunicate sono significative solo se ad esse corrisponde un sistema di misurazione delle prestazioni, attraverso la selezione e la
raccolta di indicatori di performance sociale, economica e ambientale.
La rendicontazione è, appunto, la raccolta e l’esposizione delle performance aziendali in un documento
sistematico, veritiero e trasparente con una logica simile a quella del bilancio contabile nei diversi ambiti della responsabilità sociale. Una buona rendicontazione consente di valutare la coerenza dei risultati
con gli impegni assunti e, quindi, di individuare i possibili spazi di miglioramento nell’ottica di una prestazione sempre più positiva.
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Schede di approfondimento
Il documento presenta una serie di schede per settore e attività economica
CT e produzione / istallazione software
Studi professionali
Commercio / esercenti
Credito e assicurazioni
Centri estetici/benessere, parrucchieri e acconciatori
Agroalimentare e Florovivaistico
Edilizia
Trasporti
Manifatturiero e trasformazione
Socio sanitario, educativo e cooperazione sociale
Aziende multi servizi, cooperative di pulizia ecc.
Turismo
Le Linee guida sono scaricabili da:
www.regione.liguria.it alla voce Istruzione e lavoro - regolarità, sicurezza e qualità del lavoro qualità del lavoro.
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INSERTO SPECIALE
Glossario
Viene qui di seguito proposto un breve glossario
4
dei termini chiave.
Bilancio ambientale: è un documento con cui l’impresa comunica la pianificazione, gestione e rendicontazione delle iniziative, volte a ridurre l’impatto negativo esercitato sull’ambiente dall’attività produttiva.
Bilancio sociale: è lo strumento base della RSI.
Consiste in un documento pubblico, redatto periodicamente, e rivolto agli interlocutori sociali che, direttamente o indirettamente, sono coinvolti nell’esercizio dell’attività d’impresa. Destinatari del bilancio sociale sono tutti i portatori d’interesse e la collettività
in generale. Le informazioni sui risultati sociali contribuiscono a fornire e diffondere una reputazione
sull’impresa, in grado di favorire il dialogo con tutti
gli stakeholders.
Certificazioni ambientali: le principali certificazioni ambientali sono due: la Iso 14001 e la Emas. La
ISO 14001 è uno standard internazionale volontario che
fornisce un quadro di riferimento per la protezione
dell’ambiente e la prevenzione dell’inquinamento. L’obiettivo è quello di consentire all’impresa di minimizzare l’impatto ambientale esercitato dalla propria attività. Il rispetto delle condizioni è sottoposto alla verifica di un ente esterno indipendente. L’Emas è un regolamento valido a livello europeo, ad adesione volontaria, che prevede l’introduzione di sistemi di gestione
ambientale, la valutazione periodica o sistematica (audit) della loro efficacia, l’informazione al pubblico.
Codice etico: è un documento, elaborato su base
volontaria, che esprime gli impegni che l’azienda assume verso gli interlocutori interni ed esterni su alcuni interessi fondamentali che possono riguardare la
qualità del servizio o del prodotto, la tutela della salute dell’ambiente o della persona. Attraverso il codice
etico l’impresa può orientare il proprio comportamen-
to su questioni ambientali, sociali ed economiche.
CSR: acronimo di Corporate Social Responsability, cioè responsabilità sociale dell’impresa. La definizione contenuta nel Libro Verde della Commissione Europea, identifica l’integrazione, su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni
sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.
CSR-SC: il Corporate Social Responsibility-Social
Commitment è il progetto promosso dal Ministero del
lavoro e delle politiche sociali finalizzato allo sviluppo e alla promozione della responsabilità sociale
delle imprese.
Fondi integrativi etici: si tratta di fondi che investono in imprese socialmente responsabili.
SA 8000: la norma rappresenta il primo standard
internazionale in tema di responsabilità sociale d’impresa e serve a fornire una garanzia sull’origine etica
di prodotti e servizi. La norma, che rimanda ai principali documenti internazionali in tema di diritti umani
e dei lavoratori, comporta il rispetto di una serie di
requisiti minimi e prevede che la loro applicazione
sia verificata e certificata da un organismo esterno
indipendente.
Social Commitment: indica il coinvolgimento sociale, ovvero alla partecipazione attiva delle imprese
al sostegno del sistema di welfare nazionale e locale
secondo una moderna logica di integrazione pubblico - privato.
Stakeholder: termine che designa un individuo,
una comunità o un’organizzazione che influisce, direttamente o indirettamente sulle operazioni di
un’impresa o ne subisce le ripercussioni.Con riferimento alla dimensione sociale, gli stakeholder sono
tutti coloro che hanno un interesse nell’attività dell’impresa e con l’appoggio ed il consenso dei quali
essa funziona in maniera migliore.
4 da Il punto su … Responsabilità sociale delle imprese, Monografia ISFOL 2005
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