La Genealogia in Italia Ricerca, Turismo genealogico

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La Genealogia in Italia Ricerca, Turismo genealogico
La Genealogia in Italia
Ricerca, Turismo genealogico, Cittadinanza
Novembre 2016, Brasile
Date e luoghi
1. ASBRAP – Associação Brasileira de Pesquisadores de História e Genealogia – 5
novembre 2016 - Circolo Italiano a San Paolo.
2. CBG – Colégio Brasileiro de Genealogia – Rio de Janeiro, 9 novembre 2016, ore 20.
3. IHGMG – Instituto Histórico e Geográfico de Minas Gerais – 19 novembre 2016 – Rua
dos Guajajaras, n. 1268 – Belo Horizonte MG.
4. Centro di Genealogia di Porto Alegre – 22 novembre 2016
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Programma
 Saluti e presentazione
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Michele Cartusciello – Genealogista, fondatore e direttore del Museo del Cognome
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Introduzione alla professione di genealogista – primi passi - Apertura Museo del Cognome
 Il Museo del Cognome: attività
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Attività: ricerca genealogica, didattica
 La Genealogia oggi: nuove prospettive e nuovi servizi
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Come la Genealogia e l'interesse per questa materia si stanno evolvendo. Aspetti del passato e
odierni a confronto.
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Richiesta di Cittadinanza: ricerca atti necessari, disbrigo pratiche, presentazione della domanda di
cittadinanza presso gli uffici di competenza.
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Servizi: turismo genealogico con l'Ancestors Tour: conoscere le proprie radici ripercorrendo i passi
dei propri antenati. Storie di successo.
 Progetti
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Fumetto Genealogico – My Ancestry Comic Book – per la prima volta la storia di famiglia in formato
fumetto. Presentazione di un modello in bianco e nero e a colori.
Conclusioni
Saluti finali
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 Saluti e presentazione
-
Michele Cartusciello – Genealogista, fondatore e direttore del Museo del Cognome
-
Introduzione alla professione di genealogista – primi passi - Apertura Museo del
Cognome
La mia passione per la Genealogia nasce nel 1984, quando curioso di conoscere la mia storia di
famiglia, ho cominciato a frequentare l’archivio comunale di Padula, il mio paese, un piccolo borgo
in provincia di Salerno, a sud della Campania. All’inizio si è trattato di un passatempo che, col
trascorrere degli anni, ha suscitato in me sempre più interesse tanto da concretizzarsi nel 2012 in un
vero e proprio lavoro con l’apertura del Museo del Cognome, l’unico museo al mondo dedicato alla
Genealogia e non solo.
Vi starete chiedendo: perché proprio un Museo? Il motivo è molto semplice: la massiccia ondata di
emigrazione dall’Italia verso le Americhe avvenuta tra la seconda metà del 1800 e gli inizi del 1900,
ha fatto sì che si creassero numerose comunità di italiani nel mondo. Secondo le fonti Istat, infatti,
sono circa 17 milioni i discendenti di italiani che vivono negli Stati Uniti e circa 40 quelli residenti in
America Latina. Oggi sono circa 80 milioni i discendenti di italiani nel mondo.
Oggi, più di ieri, l’interesse a scoprire le proprie origini ha coinvolto molti di questi discendenti che
hanno sentito l’esigenza non soltanto di conoscere il passato della propria famiglia, ma soprattutto di
creare dei legami e punti di contatto con il Paese natale dei propri antenati. Da qui è nata l’idea di
istituire un punto di riferimento per tutti coloro che hanno interesse ad individuare le proprie radici.
 Il Museo del Cognome: attività
-
Attività: ricerca genealogica, didattica
Il Museo del Cognome è un museo didattico, dove il visitatore fa un vero e proprio tuffo nel passato
e nella conoscenza della propria storia di famiglia. Il percorso all’interno del museo è caratterizzato
da una visita guidata volta a carpire i segreti e i metodi che un genealogista utilizza per svolgere una
ricerca.
Per voi, presenti qui oggi, sarà come fare una visita virtuale al Museo del Cognome.
L’approccio per i discendenti di italiani all’estero avverrà sui registri dello Stato Civile.
Lo Stato Civile è l’ufficio che conserva atti di nascita, matrimonio e morte. I registri che partono
dal 1809 riguardano il Regno delle due Sicilie (dall'Abruzzo alla Calabria). Per la Sicilia, invece, dal
1820. Il Veneto e una parte della provincia di Mantova sono stati annessi all’Italia nel 1866, il Lazio,
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eccezion fatta per le province di Rieti, Latina e Frosinone, nel 1870. Il Friuli-Venezia Giulia ed il
Trentino Alto Adige solo nel 1918, a Trento gli atti di Stato Civile sono disponibili soltanto dal 1924.
Nei Comuni con la presenza di un buon Archivio Storico si possono trovare anche catasti, platee,
liste di leva, registri di cittadinanza, cartellini di emigrazione. Una copia dei registri di nascita, morte
e matrimoni, è conservata presso gli Archivi di Stato di appartenenza. Gli atti di nascita, morte e
matrimonio furono standardizzati per tutta l'Italia dopo il 1872.
Qui, di seguito, alcuni esempi di atti:
Atto di nascita del 1840 (alla vostra sinistra la parte riservata al Comune, alla destra la parte riservata alla
Chiesa).
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Atto di matrimonio del 1858 (alla vostra sinistra la parte riservata al Comune, alla destra la parte riservata alla
Chiesa).
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Atto di morte del 1840
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Atto di nascita del 1888
Atto di morte de l888
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Atto di matrimonio del 1888
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Liste di Leva del 1887
Foglio Matricolare (relativo alla carriera militare).
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Cartellini di emigrazione
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Ultimata la ricerca sui registri dello Stato Civile e volendo approfondire la ricerca, bisogna
rivolgersi alle Parrocchie oppure agli Archivi Diocesani. In chiesa si andrà a cercare quelli
che vengono definiti atti parrocchiali. La ricerca di questi atti sarà più ricca rispetto agli atti
dello Stato Civile, poiché essi ricoprono un periodo maggiore, in alcuni fortunati casi, per la
benevolenza di qualche parroco zelante, sarà possibile rintracciare atti fin dalla prima metà
del 1500.
Con la fine del Concilio Ecumenico di Trento nel 1563, i parroci sono ufficialmente tenuti a
stilare e ad aggiornare i registri di nascita, matrimonio e morte, della propria Parrocchia. In
molti casi, i primi registri a essere redatti, sono quelli dei nati, poi quelli dei matrimoni e dei
morti. Purtroppo, però, non è raro imbattersi in qualche parrocchia i cui registri terminino
solo pochi anni addietro, infatti, gli incendi erano una delle cause principali di distruzione
degli archivi parrocchiali, ma anche i bombardamenti, terremoti o semplicemente la
negligenza degli stessi parroci che hanno lasciato distruggere i loro archivi dall’umidità.
I registri erano costituiti, nella maggior parte dei casi, da libroni rilegati con grossi fogli
bianchi e molto spessi. In un periodo antecedente la fine del 1600, gli atti erano scritti in
latino volgare e ricchi di abbreviazioni, che solo con il testo completo dell’atto è possibile
ricostruirne il senso. I parroci, pur avendo l’obbligo di tenere aggiornati questi registri, non
hanno mantenuto un’uniformità nel redigere i vari atti, così, spesso sono venuti fuori metodi
d’archiviazione diversi da parrocchia a parrocchia, pur dando le stesse informazioni.
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L’atto di battesimo conterrà, nella maggior parte dei casi, l’anno il mese e il giorno del
battesimo e di nascita, il nome del neonato, il nome e il cognome del padre, il nome e
cognome della madre (spesso in Sicilia nei registri più vecchi non compare), l’ora di nascita,
il nome del parroco, nome e cognome dei padrini, a volte la parrocchia da dove provenivano,
se era diversa da quella dove il neonato era stato battezzato, e a volte, il numero di pagina e
il numero progressivo.
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Gli atti di matrimonio riportano l’anno, il mese, il giorno del matrimonio e il parroco
celebrante. In aggiunta, le tre date obbligatorie di pubblicazione nei giorni festivi, il nome e
il cognome degli sposi, paternità e maternità, la parrocchia di provenienza. La ricerca
diventa complicata quando sono segnati soltanto i nomi e cognomi degli sposi. I testimoni,
invece, sono annotati con i loro nomi, la loro paternità e la parrocchia di appartenenza.
Anche nei tempi più lontani, come succede a volte anche oggi, la consuetudine era di
sposarsi nella chiesa parrocchiale della sposa, salvo in casi particolari, si poteva cambiare
parrocchia con il permesso del parroco della sposa.
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Gli atti di morte riportano l’anno, il mese, il giorno di registrazione e di morte, l'età del
defunto, il nome e cognome del defunto, a volte la paternità (quando è un bambino), se è
vedovo o sposato e il nome e cognome del coniuge. In qualche caso, viene specificata la
causa di morte e se erano stati somministrati i sacramenti prima della
morte.
Gli Stati delle Anime, molto importanti, sono dei registri in cui veniva annotata la famiglia
al completo a partire dal capo famiglia ai suoi componenti con riportato il loro grado di
parentela e la sigla c.chr che attestava il conferimento o ricezione dei sacramenti da parte di
ognuno dei membri del nucleo familiare.
Il registro era diviso per rione o strada, all'inizio o alla fine venivano riportati i nominativi
dei sacerdoti e di quelli che “vivevano nel peccato” – cum scandalo, perché abitavano sotto
lo stesso tetto, ma senza aver contratto matrimonio. A Padula il primo Stato delle Anime
risale al 1678, ma se ne trovano anche del 1500. Solitamente, questo tipo di censimento,
veniva redatto in occasione del giro di benedizione delle case che il parroco faceva
annualmente durante il periodo della Quaresima.
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Una volta raccolte tutte le informazioni si passa alla rappresentazione grafica. Sto parlando
di: filo genealogico, albero genealogico, tavola dei discendenti e tavola degli ascendenti.
Il filo genealogico è rappresentato dagli ascendenti diretti: tu, i tuoi genitori, i tuoi nonni, i
tuoi bis-nonni e così via.
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L'albero genealogico è un filo genealogico allargato, disegnato al contrario. Esempio:
trovato il capostipite del proprio filo genealogico, lo inserisci in basso e sopra di lui il figlio
che dà origine alla stirpe fino ad arrivare a se stessi. Per ogni membro del “tronco”, sui
laterali, si va ad aggiungere i fratelli e sorelle, i cosiddetti “rami”.
La tavola dei discendenti è la più difficile, in quanto rispetto alla tavola degli ascendenti, il
numero delle persone aumenta senza regole, ma in base ai numeri dei figli che ogni membro
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ha avuto. In questa tavola l'ascendente più vecchio di cui si ha notizia, si mette in cima e da
lì si inseriscono man mano che si trovano i figli, i nipoti, i pronipoti, e via dicendo. Se la
tavola viene effettuata solo sulla discendenza maschile, il cognome riportato per ogni
membro (escluso le mogli), sarà sempre uguale, se verrà effettuata la discendenza per le
donne, invece, cambierà il cognome ogni generazione, perché (questo in Italia), il cognome
che viene trasmesso ai discendenti è quello dell'uomo.
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La tavola degli ascendenti è l'insieme di ogni filo genealogico riguardante tutti i membri
della propria famiglia ovvero da ognuno di loro se ne fa partire un nuovo. Esempio: tu hai
due genitori, 4 nonni, 8 bisnonni e 16 trisnonni, i tuoi due genitori hanno entrambi 2 genitori
(i tuoi 4 nonni), e entrambi 4 nonni (i tuoi 8 bisnonni), i tuoi 4 nonni hanno tutti 2 genitori (i
tuoi 8 bisnonni), e tutti 4 nonni (i tuoi 16 trisnonni), e così via. Ci si renderà conto che nello
stesso albero le coppie si ripetono. Un esempio: il bambino che nasce nei matrimoni tra
cugini, ha solo 4 bisnonni invece di 8, perché i nonni della mamma e quelli del papà sono
uguali e così via.
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Dagli archivi dello stato civile e delle parrocchie, si passa ai catasti e ai fondi notarili:
Il Catasto Onciario fu ordinato da Carlo III di Borbone con dispaccio del 4 ottobre 1740.
Oggi è il principale strumento per le ricerche nel Regno di Napoli, e ci permette di
individuare quali erano le proprietà possedute dai nostri antenati.
I lavori preparatori del catasto incontrarono le resistenze dei maggiori enti locali, che furono
più forti nelle università abituate a vivere a “gabella” (imposte), dove, i proprietari erano più
restii a fare le “rivele” o dichiarazioni dei propri beni. Più di dieci anni dopo, tuttavia, la
redazione del catasto in molti comuni non era stata ancora completata. Il re, pertanto, nel
maggio del 1753, emanò una nuova legge che prevedeva l'invio di commissari nelle
università inadempienti per portare a termine i lavori. In effetti, la maggior parte dei catasti
onciari è stata redatta tra il 1753 ed il 1754. Alcuni comuni non arrivarono alla stesura
completa.
Il Catasto, inoltre, fornisce dettagliate informazioni sui nuclei familiari, indicando, per
ciascuno di essi, il numero dei componenti, la loro età, l'attività svolta ed il rapporto di
parentela con il capofamiglia.
Gli abitanti sono in ordine per nome e divisi in categorie: i cittadini, le vedove e le vergini in
capillis (vale a dire le nubili che non avevano preso i voti religiosi), i “forastieri” abitanti,
i“forastieri” non abitanti “bonatenenti” (coloro che possedevano beni nel comune senza
risiedervi), gli ecclesiastici secolari, tanto cittadini che forestieri, le chiese e i luoghi pii, sia
locali che forestieri.
Ulteriori informazioni che il Catasto fornisce, sono i beni dei contribuenti, mentre delle
abitazioni è descritta la tipologia, l'ubicazione, spesso anche la grandezza (“casa
palazziata”). Dei terreni, invece, sono indicati i confini, l'estensione e la natura delle colture.
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Altri fondi sono:
Il Catasto Murattiano che, a differenza di quello Onciario, si presenta come un inventario
di beni. La legge fu emanata nel 1809 e fu denominato Catasto Provvisorio (o Murattiano),
anche se, effettivamente, ha resistito per più di un secolo.
In Sicilia, l’equivalente dei catasti onciari è rappresentato dai “Riveli di beni ed anime”,
compilati dalle singole amministrazioni comunali (Università), per conto della Magna Curia
dei Maestri Razionali (dal 1569 Tribunale del Real Patrimonio), che era il supremo organo
di controllo e di giurisdizione in materia finanziaria. Nel 1682 le competenze del Tribunale
in materia di riveli passarono alla Deputazione del Regno. I numerosi registri (conservati
presso l’Archivio di Stato di Palermo), riguardano quasi tutti i Comuni siciliani e ricoprono
il periodo compreso fra il XVI e il XVIII secolo: si conservano i riveli redatti negli anni
1548, 1569, 1584, 1593, 1607, 1616, 1623, 1636, 1651, 1682, 1714 e 1748.
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Importanti per ricerche nel milanese è il Catasto Teresiano, istituito nel 1718. Le
misurazioni furono eseguite anche nelle più piccole proprietà, che venivano rappresentate in
ogni loro minima parte e con estrema cura per i dettagli, infatti, per ognuna di esse veniva
indicato il proprietario, l'estensione, la destinazione d'uso e la stima.
Il Catasto Leopoldino, invece, fu promulgato nel 1765 nel Granducato di Toscana da Pietro
Leopoldo.
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Il fondo notarile è sicuramente la parte più interessante ed emozionante della ricerca.
Sfogliando i vari testamenti, patti matrimoniali, vendite, si ha la sensazione di rivivere la
quotidianità di quei tempi. Il fondo notarile è conservato presso gli Archivi di Stato di
appartenenza ed è diviso per circondario, anni e notai. Si consideri che, anche una semplice
vendita di una mucca o di un asino, veniva messa in atto davanti al notaio. Spesso i
documenti notarili arrivano fino al 1400, ma non sono di facile consultazione, perché i più
vecchi sono scritti in latino volgare con una miriade di abbreviature e con discorsi contorti.
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 La Genealogia oggi: nuove prospettive e nuovi servizi
-
Come la Genealogia e l'interesse per questa materia si stanno evolvendo. Aspetti del
passato e odierni a confronto.
Il lavoro che il Museo del Cognome svolge da tempo non riguarda soltanto la ricerca di dati e
informazioni e la ricostruzione di alberi genealogici, ma coinvolge anche diversi argomenti e
settori tra cui il turismo genealogico, conosciuto anche come turismo di ritorno, e il lungo
processo che riguarda la concessione della cittadinanza italiana a discendenti di italiani residenti
all’estero.
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Richiesta di Cittadinanza: ricerca atti necessari, disbrigo pratiche, presentazione
della domanda di cittadinanza presso gli uffici di competenza.
Insieme al desiderio e all’esigenza di tuffarsi nel passato alla ricerca delle proprie radici, si sta
diffondendo sempre di più la richiesta da parte di discendenti di italiani emigrati verso il Sud
America (Brasile, Colombia, Uruguay, Argentina), di diventare cittadini italiani.
Viste le non poche difficoltà logistiche e burocratiche da superare, il Museo del Cognome si
propone come intermediario e interlocutore tra richiedente e Comune per la ricerca di atti
necessari, disbrigo pratiche, presentazione della domanda di cittadinanza presso gli uffici di
competenza.
La richiesta di cittadinanza, infatti, richiede alcun passaggi fondamentali senza i quali non si può
avviare alcun processo utile al riconoscimento della condizione di cittadino italiano:
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Documentare e certificare la cittadinanza dei propri antenati, risalendo fino all’avo (emigrato) di
origine italiana. Importante la verifica e la risoluzione di eventuali variazioni nel cognome che
potrebbero rendere ancora più tortuoso l’iter.
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Un volta acquisita tutta la documentazione necessaria, corredata da una eventuale traduzione
giurata degli atti, il richiedente cittadino deve sottoporre tutto al Comune italiano dove risiede o
intende stabilire la propria residenza. L’Ufficiale dello Stato Civile, di conseguenza, trasmette al
Consolato di competenza in base al luogo di nascita dell’interessato, tutti i certificati che
attestano l’origine italiana e la non rinuncia della cittadinanza italiana degli avi di riferimento.
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Una volta verificata l’intera documentazione, il Consolato esprime il suo nullaosta al Comune di
residenza, dove il Sindaco, a sua volta, trasmette la certificazione di cittadinanza all’Ufficiale
dello Stato Civile che una volta trascritti gli atti, comunica al cittadino richiedente, alla Questura
e al Ministero degli Interni, dell’avvenuto processo di cittadinanza.
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Servizi: turismo genealogico con l'Ancestors Tour: conoscere le proprie radici
ripercorrendo i passi dei propri antenati. Storie di successo.
Il viaggio nel luogo dove gli antenati sono nati e vissuti è un viaggio che ognuno sente la
necessità di percorrere per poter ricostruire i tasselli mancanti della propria “storia di famiglia”.
Il senso di appartenenza è tale da poter diventare un prodotto culturale e anche una risorsa
economica per l’Italia, specialmente per quei centri minori, poco conosciuti sul mercato turistico
estero. Di turismo genealogico in Italia se ne parla poco rispetto a molte parti del mondo (vedi
Scozia, Canada e altri Paesi).
Questo è il motivo che ha spinto il Museo del Cognome a ideare il progetto Ancestors Tour - In
cammino con gli antenati -. Il progetto nasce dal desiderio di voler dare la possibilità a chi lo
vorrà di fare un tuffo nel passato alla scoperta delle origini della propria famiglia, e perché no,
anche di quelle tradizioni tipiche di un tempo. Si tratta di un tour personalizzato, basato sulle
esigenze e desideri dei clienti.
Esempio di storie di successo.
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 Progetti: Fumetto Genealogico – My Ancestry Comic Book – per la prima volta la
storia di famiglia in formato fumetto. Presentazione di un modello in bianco e nero
e a colori.
Il Fumetto Genealogico è un’iniziativa del tutto nuova al mondo. Il primo modello è stato ideato
da me, in collaborazione con il fumettista valdianese Emanuele Sabatino, basandomi sulla mia
storia di famiglia e su studi riguardanti usi e costumi legati alla mia terra d’origine.
È una vera propria scatola della memoria formato fumetto, che racconta e ripercorre avvenimenti
e momenti di vita legati alla storia e ai luoghi dei propri avi tavola dopo tavola dando, così,
identità e vita ai loro volti.
L’obiettivo è quello di fare in modo che anche gli appassionati e il pubblico si avvicinino in
maniera originale e creativa alle proprie origini, ma soprattutto che abbiano la possibilità di
creare il proprio album dei ricordi grazie al lavoro quotidiano di ricerca genealogica e studi
storici che caratterizza le attività quotidiane del Museo del Cognome.
Il modello già realizzato è visibile sul sito www.museodelcognome.it e servirà a coloro che ne
desiderano uno esclusivo sulla propria famiglia, ad avere un’idea del risultato finale del lavoro.
Basterà, poi, farne richiesta contattando direttamente il Museo e inviando il proprio albero
genealogico seguìto da tutte le informazioni necessarie. Si provvederà, successivamente, a fare
una ricerca storica sull’evoluzione degli usi e dei costumi nel corso degli anni e a creare una
sceneggiatura e i disegni in base ai dati ricevuti.
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