Organizzazione servizi di emergenza (2)
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Organizzazione servizi di emergenza (2)
26/03/2009 1 26/03/2009 2 26/03/2009 3 26/03/2009 4 26/03/2009 5 26/03/2009 6 26/03/2009 7 26/03/2009 8 26/03/2009 9 26/03/2009 10 26/03/2009 11 26/03/2009 12 26/03/2009 13 26/03/2009 14 26/03/2009 15 26/03/2009 16 26/03/2009 SALA TRIAGE • • • • LA LA LA LA ORGANIZAZIONE INTERRELAZIONE CON GLI ALTRI PREVENZIONE DELL’ERRORE MALPRACTICE PUNTO VERDE 17 26/03/2009 RESUSCIPOINT LA SALUTE PER TUTTI • Il raggiungimento della "salute per tutti" è "mandatorio" per il XXI secolo da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). (WHO) • Documento ufficiale pubblicato nel 1999: • La "Public Health" può essere considerata come la risultante di strutture e processi attraverso i quali la salute della popolazione è salvaguardata e promossa con sforzi ben organizzati della Società • il management della stessa deve descrivere le strutture ed i processi attraverso i quali i cambiamenti necessari per il miglioramento della salute sono definiti ed effettivamente implementati. LA SALUTE PER TUTTI • IN PARTICOLARE NE DERIVA CHE L'OBIETTIVO È IN PRIMO LUOGO LA RIDUZIONE DELLA MORTALITÀ E DELLA MORBIDITÀ ATTRAVERSO L’ORGANIZZAZIONE DI SFORZI E STRUTTURE ADEGUATE AI PROBLEMI EMERGENTI DA AFFRONTARE. • Tale aspetto metodologico riguarda in modo particolare per ll'Italia Italia ll'organizzazione organizzazione del Servizio di Emergenza - Urgenza extra ed intra ospedaliera. • In Europa è stato emesso un documento sulla "EMERGENCY MEDICINE" nell'ambito di un Manifesto Per La Medicina Di Emergenza In "Manifesto Europa" edito dal Consiglio Direttivo della Società Europea per la Medicina di Emergenza (1999) 18 26/03/2009 "Manifesto Per La Medicina Di Emergenza In Europa" "Manifesto Per La Medicina Di Emergenza In Europa" • Nel "Manifesto" si legge che un'assistenza medica di di emergenza di standard t d d elevato l t dovrebbe essere garantita a tutti, in ogni momento ed in ogni situazione di necessità. • Ciò richiede un sistema dedicato in grado di fornire assistenza appropriata a tutta la popolazione affetta da malattie acute o colpita da traumi di qualsiasi tipo. • La Medicina di Emergenza risponde ai bisogni scientifici, i tifi i clinici li i i ed d organizzativi i ti i di una disciplina di i li che si rivolge prioritariamente alle emergenze sul territorio, all'interno dell'ospedale e nelle fasi intraospedaliere. • La tempestività ed il coordinamento delle cure sono in grado di ridurre la mortalità a breve ed a lungo termine e di limitare la durata e la gravità della morbilità derivante da traumatismi e da condizioni morbose avute. Obiettivi indicati dal “Manifesto”: • fornire un sistema integrato, preospedaliero, ospedaliero p ed interospedaliero p di cure p per l'emergenza • standardizzare e migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria in emergenza • ridurre la mortalità, la morbilità, la disabilità e gli stati di sofferenza correlati ai traumi ed alle malattie acute • sviluppare la ricerca sulla natura e sul trattamento delle emergenze mediche • raccogliere dati epidemiologici utili a favorire la prevenzione degli incidenti e delle situazioni critiche e la promozione della salute. • PER Q QUESTO MOTIVO SONO ESSENZIALI LA PREPARAZIONE E L'ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE SANITARIO ADDETTO ALLA MEDICINA DELL'EMERGENZA. 19 26/03/2009 Il sistema di EmergenzaUrgenza in Italia Ruolo e formazione del personale medico O S P E D A L E DI N O V A R A Introduzione Nel nostro paese, l’assistenza sanitaria al malato “critico” è attualmente l carente, soprattutto per quanto riguarda il traumatizzato ed il paziente con alcune patologie spontanee con evoluzione rapidamente sfavorevole (patologia ad insorgenza acuta o grave complicanza di patologia cronica) • Anche per l'infermiere che opera nel Pronto Soccorso con la pubblicazione delle linee guida per il sistema di emergenza - urgenza in i applicazione li i all DPR 27/03/1992 del Ministero della Sanità, Conferenza Stato Regioni pubblicato nella G.U. del 17/05/1996 viene definita la funzione dell'infermiere di triage: • " ...all'interno del DEA deve essere prevista la funzione di triage, come l° momento di accoglienza e valutazione dei pazienti in base a criteri che consentano di stabilire le priorità di intervento. Tale funzione è svolta dall'infermiere professionale adeguatamente formato, che opera secondo protocolli prestabiliti dal Dirigente del servizio" 20 26/03/2009 INFERMIERE ADEGUATAMENTE ADDESTRATO INFERMIERE ADEGUATAMENTE FORMATO • La distinzione fra i professionisti non è d t semplicemente data li t dal d l titolo tit l acquisito, i it ma tale distinzione viene determinata da una serie ulteriore di caratteristiche che sono fondamentali per l'infermiere di area critica. • Infatti, non c'è posto all'improvvisazione vista l'evoluzione continua nell'approccio pp al p paziente critico: ne fa esempio il passaggio dallo SCOOP AND RUN (cioè prendi il paziente sul territorio e portalo subito in ospedale), allo STAY And PLAY (cioè resta sul territorio a stabilizzarlo), cambiamento motivato dal tentativo di diminuire la mortalità e gli esiti invalidanti nella prima ora dopo ll'evento evento (Golden Hour = ora d d'oro) oro), incidendo sull'intervallo di tempo in cui la vittima rimane senza terapia – • THERAPY FREE INTERVAL. • Queste caratteristiche sono individuate in: • • • • PREPARAZIONE SPECIFICA ESPERIENZA PROFESSIONALITÀ ELASTICITÀ À MENTALE 21 26/03/2009 Il sistema di EmergenzaUrgenza in Italia Ruolo e formazione del personale medico IL TRAUMA: PROBLEMA PRIORITARIO Dal punto di vista epidemiologico, il trauma costituisce, oggi, in tutti i paesi industrializzati dell’Occidente, la causa più frequente di morte della popolazione in età inferiore ai 40 anni, e la terza causa di morte, dopo le affezioni cardiovascolari e neoplastiche, considerando tutti i gruppi di età. In Italia gli incidenti stradali rendono conto della quota maggiore di esiti fatali per trauma, con una progressione impressionante negli ultimi decenni. Gli eventi traumatici (incidenti stradali, infortuni sul lavoro o nel corso di attività sportive, incidenti domestici) determinano perciò un elevatissimo costo sociale, anche perché interessano le fasce di età maggiormente produttive; in una buona parte delle vittime residuano inoltre invalidità permanenti, che accrescono le conseguenze del trauma sul piano umano, sociale ed economico. Introduzione L’infarto del miocardio, alcune forme di aritmia cardiaca, la grave ischemia intestinale o degli arti inferiori, le dissecazioni aortiche o gli aneurismi d ll’ dell’aorta t addominale dd i l iin rottura, tt l’emoperitoneo l’ it massivo da rottura di gravidanza tubarica rappresentano solo alcune situazioni cliniche ad insorgenza acuta in cui la sopravvivenza dipende dall’efficienza della organizzazione sanitaria. E ciò dal momento della prima osservazione: quando il paziente è accolto nella struttura di ricovero più idonea (Unità di Terapia Intensiva Coronarica; Servizio di Rianimazione; U.O. di Medicina d’Urgenza; U.O. di Chirurgia Generale e/o Cardiovascolare d’Urgenza; U.O. di Neurochirurgia, ecc). IL TRAUMA: PROBLEMA PRIORITARIO La tempestività di un intervento qualificato sul luogo dell’incidente consente di ridurre al massimo l’intervallo privo di terapia, considerato maggiormente a rischio ai fini della sopravvivenza, e di esaltare, invece, le possibilità di recupero delle funzioni vitali (la “golden hour” nel trattamento immediato del politraumatizzato) determinando una riduzione degli esiti infausti nel secondo picco di mortalità. La percentuale di “morti evitabili”, intendendo con questo termine quelle dovute ad insufficienza o ritardo nel soccorso immediato pre-ospedaliero, è stata valutata retrospettivamente in misura del 70 per cento qualora non coesistano gravi lesioni del SNC ed in misura del 30 per cento nel caso in cui queste siano presenti. In Italia, un’analisi autoptica retrospettiva di 110 soggetti deceduti per trauma ha evidenziato che la causa principale di morte era rappresentata da shock emorragico per lesioni che sarebbe stato possibile trattare chirurgicamente. 22 26/03/2009 L’ASSISTENZA AL POLITRAUMATIZZATO NEL PIANO SANITARIO NAZIONALE •Nonostante questi dati impressionanti, il Piano Sanitario Nazionale 1998-2001 non prevedeva proposte o progetti per un migliore Sistema per il Trauma. •Il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 si pone quale obiettivo 2.7. bis quello di potenziare i Servizi di Urgenza ed Emergenza attraverso il raggiungimento di tre traguardi strategici. Essi sono: •riorganizzazione strutturale dei Pronto Soccorso e dei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione; •integrazione del territorio con l’ospedale; •integrazione della rete delle alte specialità nell’ambito dell’emergenza per la gestione del malato critico e politraumatizzato. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Il Sistema di Emergenza-Urgenza attivo in Italia è organizzato sulla base delle Linee Guida emanate nell’aprile del 1996 che forniscono le indicazioni sui equ s t o organizzativi ga at e funzionali u o a della de a rete ete requisiti dell’emergenza e sulle Unità Operative che compongono i Dipartimenti di Urgenza ed Emergenza (DEA) di I e di II livello. Il DPR 27 marzo 1992 “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regione per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza” individua le condizioni per assicurare queste attività uniformemente su tutto il territorio nazionale , attraverso un complesso di servizi e prestazioni di urgenza e di emergenza, adeguatamente articolate a livello territoriale ed ospedaliero, con il coordinamento della Centrale operativa. L’ASSISTENZA AL POLITRAUMATIZZATO NEL PIANO SANITARIO NAZIONALE L’organizzazione di un efficiente soccorso preospedaliero al paziente politraumatizzato presenta numerosi problemi che COMPORTANO ANZITUTTO LA FORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE ADDETTO ADDETTO. IIn effetti, ff i nell’attuale organizzazione sanitaria di quasi tutto il paese, è infrequente che un medico esperto di primo soccorso - ed ancor più un intero equipaggio (medico ed infermiere qualificato) - siano essi a prestare la prima assistenza sul luogo ove è accaduto un grave incidente. In genere, il soccorso immediato è affidato a personale, in parte volontario delle varie Associazioni di Pubblica Assistenza, volontario, Assistenza personale più o meno preparato a seconda delle diverse realtà locali; in molti casi è il semplice cittadino o il vigile urbano o l’agente di polizia che avvia le prime manovre di soccorso al traumatizzato, talora con insufficiente conoscenza dei principi basilari e delle tecniche. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni Il Sistema sanitario per l’Emergenza-Urgenza è costituito da: un sistema di allarme sanitario, dotato di un numero telefonico di accesso breve ed universale in collegamento con le centrali operative; un sistema territoriale di soccorso; una rete di servizi e presidî ospedalieri funzionalmente differenziati e gerarchicamente articolati. Le modalità di risposta all’emergenza-urgenza si articolano su quattro livelli di operatività: Punti di primo intervento; Pronto Soccorso ospedaliero; Dipartimenti di Emergenza, Urgenza ed Accettazione di primo livello; Dipartimenti di Emergenza, Urgenza ed Accettazione di secondo livello. 23 26/03/2009 IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni Il sistema territoriale di soccorso si avvale dei seguenti mezzi di soccorso: ambulanza di soccorso di base e di trasporto (il cui equipaggio minimo è costituito da un autista soccorritore e da un infermiere o un volontario soccorritore); ambulanza di soccorso e di soccorso avanzato (il cui equipaggio minimo è costituito da un autista soccorritore e da un infermiere; la presenza del medico è prevista se l’ambulanza è dislocata in un Punto di primo intervento); automezzo di soccorso avanzato con personale medico ed infermieristico a bordo; Centro mobile di rianimazione con un medico anestesistarianimatore e due infermieri; eliambulanza con a bordo anestesista-rianimatore ed infermiere. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni Obiettivi clinico-assistenziali Conoscenza e gestione delle procedure di triage intra ed extraospedaliero; sostegno di base ed avanzato delle funzioni vitali nell’ età adulta e pediatrica; trattamento di base e avanzato nella fase pre-ospedaliera e ospedaliera del paziente traumatizzato nell’ età adulta e pediatrica; conoscenza e capacità di attuare i percorsi clinici che garantiscono la continuità delle cure. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni I Punti di primo intervento possono essere fissi o mobili ed hanno funzioni minori. I Pronto Soccorso ospedalieri svolgono attività di accettazione neii confronti f ti di pazienti i ti in i emergenza, in i urgenza differibile diff ibil o indifferibile e devono essere in grado di garantire la stabilizzazione del malato critico e l’eventuale trasporto verso una struttura idonea. Il DEA di primo livello deve garantire funzioni di pronto soccorso ed accettazione, di osservazione e breve degenza, di rianimazione; deve anche garantire interventi diagnosticoterapeutici p di medicina g generale,, chirurgia g g generale,, ortopedia p e traumatologia, cardiologia con UTIC. Il DEA di II livello deve possedere, oltre le caratteristiche proprie del DEA di I livello, anche le funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza, tra cui: cardiochirurgia, neurochirurgia, terapia intensiva neonatale, chirurgia vascolare e chirurgia toracica. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni Obiettivi organizzativi 9Conoscenza dell’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale; 9conoscenza dell’organizzazione del sistema di emergenza urgenza e dei relativi protocolli; 9conoscenza delle modalità complessive del trasporto sanitario della rete regionale dell’emergenza; 9acquisizione delle capacità di predisporre e utilizzare i protocolli operativi organizzativi, clinici, ospedalieri e territoriali; 9conoscenza e capacità di utilizzo dei sistemi di comunicazione e delle tecnologie; 24 26/03/2009 IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni Obiettivi organizzativi 9conoscenza degli aspetti medico-legali nell’urgenza nell urgenza ed emergenza; conoscenza delle modalità di coordinamento con Enti istituzionali preposti all’emergenza non sanitaria; 9conoscenza e capacità di gestione di protocolli organizzativi e assistenziali, attivati nell’ambito di maxiemergenze, grandi eventi ed emergenze non convenzionali; 9conoscenza dei sistemi di autoprotezione e sicurezza. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9La costituzione di Centri per il Trauma è stata dimostrata una condizione determinante per la riduzione della mortaltà prevenibile. 9I Centri per il Trauma devono essere istituiti secondo un rapporto di circa uno ogni 1.5 milioni di abitanti. 9La scelta degli Ospedali di riferimento individuati come sede di Centri per il Trauma dovrà essere effettuata ff tt t d dalle ll R Regioni i i sulla ll b base di indicazioni i di i i territoriali. 9I Centri per il Trauma devono essere collocati nell'area di Emergenza dei DEU. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni Obiettivi relazionali 9Acquisizione delle capacità di relazione d’aiuto; 9conoscenza e metodologia del lavoro di équipe; 9conoscenza della metodologia per la gestione dello stress e dei conflitti; 9acquisizione delle capacità di relazione nella comunicazione tra le diverse componenti della rete dell’emergenza. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9L’attività dei Centri per il Trauma sarà organizzata secondo un modello funzionale multidisciplinare regolamentato da specifiche Linee Guida dei Dipartimenti. 9La gestione multidisciplinare del trauma sarà di competenza delle Unità Operative (U O ) di Chirurgia Generale d’Urgenza (U.O.) d Urgenza, Anestesia e Rianimazione, Medicina d’Urgenza. 25 26/03/2009 IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 Il Trauma Team sarà composto funzionalmente da queste unità, secondo le indicazioni di Medicina dell’Evidenza e delle esperienze maturate nei Trauma Center secondo un regolamento redatto nei Dipartimenti. 9Il Team leader viene identificato secondo la metodologia di decision making e la qualificazione delle professionalità nell'ambito delle regolamentazioni locali dei Dipartimenti. Il Team Leader viene sottoposto annualmente ad un processo di verifica dell’attività svolta. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 Centri per il Trauma ed Anestesia e Rianimazione: il C.T. avrà come punto di riferimento fisso in una U.O. dedicata di Rianimazione (UTI e/o SUBUTI), o Sezione dedicata, attiva anche per le emergenze chirurgiche non trauma. Le funzioni rianimatorie competono al personale specifico destinato al Trauma Team. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 Centri per il Trauma e Chirurgia Generale d'Urgenza: ogni C.T. ha come punto di riferimento chirurgico dedicato una U.O. di Chirurgia Generale d'Urgenza, o Sezione dedicata, che garantisce con organico proprio, il trattamento chirurgico del trauma, oltre che il trattamento delle emergenze/urgenze chirurgiche non-trauma. Questa attività va garantita da un organico fisso 24h/24h. N Non è prevista i t la l turnazione t i di più iù U.O. U O di Chirurgia Chi i Generale. La U.O. di Chirurgia Generale d’Urgenza costituisce il nucleo portante del Team del Centri per il Trauma. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 Centri per il Trauma e Medicina d'Urgenza: secondo le scelte locali di strutturazione e funzionalità le Emergency Room (ER) saranno gestite dalla Medicina d d’Urgenza Urgenza in Pronto Soccorso. E' comunque indispensabile che le ER siano dotate di una struttura e di un’organizzazione funzionale adeguata anche alla funzione di Centri per il Trauma. Il flusso di arrivo del Trauma, strettamente connesso al C.T., avviene attraverso una corretta fase di allertamento durante il trasferimento primario o secondario, passa quindi dopo l’accettazione sotto la gestione del Trauma Team, che diviene responsabile delle successive fasi cliniche di Rianimazione e stabilizzazione, Diagnostica d’urgenza, trattamento chirurgico in Sale Operatorie dedicate, anche per attività multidisciplinari, e monitoraggio nell’area critica integrata nel C.T. 26 26/03/2009 IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 La regolamentazione e l'organizzazione dei C.T. sarà oggetto di valutazione sulla base epidemiologica ottenuta con Trauma Registry territoriali. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 Le attività multidisciplinari oltre a quelle fisse (Medicina di Urgenza, Anestesia e Rianimazione, Chirurgia d’Urgenza) peculiari del C.T. C T si articolano secondo priorità (Team Leader) sulle U.O. di Ortopedia, Neurochirurgia e Radiologia d'Urgenza, prevedendosi la partecipazione ulteriore di tutte le altre U.O. specialistiche secondo le indicazioni cliniche. Ogni caso deve essere sottoposto a verifica, e la verifica va inclusa nel Trauma Registry. I flussi di arrivo ai C.T. devono avvenire secondo i protocolli utilizzati dalla rete di emergenza regionale che integra i 118 con i P.S.Ospedalieri territoriali ed i C.T., anche durante le fasi di trasferimento territoriale primario e secondario. IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 Tutte le attività del C.T. saranno p a rigida g verifica (Evidence ( sottoposte Based Medicine) e potranno subire modifiche sec. direttive e regolamentazioni del DEU locale, per ulteriore verifica territoriale (Regione) e Centrale (Stato) con relative nomine di Referenti Responsabili. 27 26/03/2009 IL SISTEMA DI EMERGENZA-URGENZA IN ITALIA Costituenti e modalità di funzioni 9 Il C.T. saranno responsabile di tutte le attività formative specifiche sul trauma, anche quelle svolta nell’area territoriale vasta vasta, secondo la normativa nazionale. 9Quanto sopra identifica C.T. (di livello superiore) di riferimento Regionale e Nazionale. Le Regioni secondo proprie scelte territoriali (orografia, viabilità, epidemiologia) potranno sviluppare la creazione di Trauma Team negli Ospedali polifunzionali di di livello inferiore, comunque connessi ai centri con C.T. di riferimento. secondo Linee Guida validate. Il triage oggi In campo pratico il TRIAGE si basa su due elementi fondamentali: la scheda di accettazione; i protocolli d’intervento. Sulla scheda di accettazione vengono annotati i dati anagrafici del paziente, i mezzi di soccorso intervenuti, le fasi di intervento extraospedaliero, i principali sintomi accusati dall’infortunato. In base a questa raccolta-dati si potrà valutare la criticità delle condizioni del paziente e definire un codice di gravità g sulla scheda e p periodicamente che verrà segnalato controllato per valutarne le possibili evoluzioni Nei protocolli di intervento sono invece registrate in modo dettagliato le prestazioni che si devono effettuare in base alle patologie presentate. Il triage oggi Nel sistema sanitario moderno il TRIAGE rappresenta uno strumento essenziale nei servizi di emergenza La metodica del TRIAGE deve fondamentalmente essere : - di facile applicazione; - di facile comprensione; - adeguato alle capacità di chi lo pratica Il suo utilizzo coinvolge personale medico-infermieristico ed ausiliario e comporta una stretta collaborazione tra queste figure senza dimenticare l’importanza di tutte le risorse esterne al DEA (mezzi di soccorso, centrali operative, etc.) nel concreto il TRIAGE rappresenta una metodica t di che h serve a classificare l ifi i pazienti i ti che h sii presentano all’accettazione del Pronto Soccorso evidenziando il problema principale, predisponendo nel modo più veloce possibile e ponderato alla gravità delle condizioni cliniche l’accesso alla visita medica. Il triage oggi Nella nostra realtà la fase di TRIAGE viene applicata in 2 momenti: Sul luogo dell’evento (in questa fase il coordinamento è affidato alla Centrale Operativa 118) In DEA (in questa fase il coordinamento è a carico del personale medico-infermieristico del DEA) Per velocizzare la metodica d’intervento vengono definiti dei codici d’emergenza: Cod. ROSSO Estrema urgenza Cod. GIALLO Urgenza primaria Cod. VERDE Urgenza secondaria Cod. BIANCO Situazione non d’urgenza 28 26/03/2009 Il triage in DEA Il triage oggi Ogni giorno i DEA si trovano ad accogliere un gran numero di pazienti che presentano gravità diverse e diverse tipologie di problemi. Il paziente si reca in Pronto Soccorso accusando un insieme di sintomi, i quali forniscono l’elemento soggettivo d ll malattia. della l tti Q Quando d il sintomo, i t ossia i l’ l’espressione i di una condizione psicofisica percepita come gravemente alterata, è valutato come potenzialmente pericoloso dal paziente, il malato si rivolge al DEA. Proprio per questa ragione è necessario mettere a punto un approccio che stabilisca un primo legame relazionale con il paziente diminuendo il suo stato d’ansia e, allo stesso tempo, basandosi sulle priorità assistenziali e sulla gravità clinica,, stabilisca g s s l’ordine o d con o il quale qu ip pazienti verranno o sottoposti a visita medica. Con il termine TRIAGE in Pronto Soccorso si intende quindi un insieme di procedure codificate che permettono la valutazione delle priorità assistenziali delle persone che si presentano in Pronto Soccorso stabilendo un ordine di accesso alla visita medica ponderato alla gravità dei sintomi accusati. Il triage oggi Il triage in DEA Il processo decisionale nel TRIAGE è volto a identificare i problemi, a raccogliere ed analizzare le informazioni ottenute. Durante il TRIAGE ll’Infermiere Infermiere Professionale non fa diagnosi, nè terapia, nè ricovera o dimette pazienti, ma formula un giudizio di gravità clinica basato 9sul sintomo principale riferito dal malato, 9sulla raccolta anamnestica di base, 9sulle principali caratteristiche delle condizioni attuali ed effettua una valutazione obiettiva 9dei parametri vitali, 9del colorito cutaneo, 9della temperatura, 9della sudorazione, 9del livello di coscienza. Il triage oggi Il triage in DEA Gli obiettivi del TRIAGE sono: 9Assicurare immediata assistenza al malato che giunge in emergenza; 9Indirizzare alla visita medica i pazienti secondo un codice di priorità; 9Identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento; 9Smistare i pazienti non urgenti; 9Ridurre i tempi di attesa 9Ridurre lo stato d’ansia 9Migliorare la qualità delle prestazioni professionali del personale in Pronto Soccorso; 9Valutare periodicamente le condizioni dei pazienti in attesa; 9Fornire informazioni sanitarie ai pazienti e ai loro familiari. Il triage oggi: Il triage in DEA Gli operatori che effettuano il TRIAGE devono lavorare con linee guida definite e protocolli molto sintetici e chiari, definiti da personale medico ed infermieristico. Al medico responsabile del protocollo compete la responsabilità del contenuto dello steso, mentre l’Infermiere Professionale triagista risponde della corretta applicazione degli step operativi e della qualità degli interventi attuati. Proprio per la particolarità del lavoro da svolgere e per la riservatezza delle informazioni trattate occorre che si disponga di un locale destinato a tale attività, separato da altre sezioni del DEA e che permette una costante sorveglianza dei pazienti in attesa. Il tempo dedicato ad ogni paziente non deve superare i 5 minuti: considerato l’alto impegno emotivo è consigliabile che ogni operatore svolga tale attività non più di 4-5 ore consecutive Il TRIAGE infermieristico prevede l’attribuzione di un codice di priorità che può essere di 4 o 5 colori o gradi. La finalità della scala di priorità è volta a cercare di azzerare il tempo di attesa per i pazienti in emergenza o molto urgenti e di ridurlo nei gradi successivi. 29 26/03/2009 Il triage oggi: Il triage in DEA 9Per migliorare l’efficienza e l’efficacia del TRIAGE in pronto Soccorso con limitato numero di accessi, l’Inferimere Professionale di TRIAGE può fare un 9 TRIAGE diretto; 9se invece il volume degli accessi è elevato il TRIAGE può essere difasico: 9nella I fase si accoglie il paziente, viene fatto un TRIAGE rapido, si valutano i parametri vitali (A- BC- D) e si affida il paziente critico all’area di competenza; 9nella II fase fase, nei pazienti con urgenza differibile o soggettiva vi sarà un secondo I.P. triagista che approfondirà il problema. 9Correlati al TRIAGE sono il BLS, l’immobilizzazione del rachide cervicale, il supporto emotivo al paziente in particolari condizioni di stress. • DEFINIZIONE DI EMERGENZA: • "Compromissione dei parametri vitali che necessitano di un intervento immediato per garantire la sopravvivenza" • DEFINIZIONE DI URGENZA: • "Compromissione dei parametri vitali che richiede interventi pronti, ma dilazionabili nel tempo" Il triage oggi: Il triage in DEA 9 Uno dei grandi problemi del TRIAGE è la sovrastimae la sottostima; essi 9 9 9 9 9 9 9 9 9 possono essere in gran parte superati dall’esperienza e dalla cultura specifica e dalla revisione e discussione periodica dei casi e dei protocolli operativi. L’efficacia ed i risultati del TRIAGE sono correlati a: situazione strutturale; flusso dei pazienti; supporti tecnologici risorse umane, che devono essere proporzionate al carico lavorativo. Per raggiungere gli obiettivi che il TRIAGE si propone è opportuno effettuare riunioni di reparto, formazione di gruppi di lavoro, confronti ed incontri con i medici. Fondamentale è effettuare la rivalutazione critica dell’operato dopo circa 6 mesi, rivedendo le modalità operative, i risultati raggiunti e sull’esperienza concreta riformulare i protocolli operativi operativi. Il TRIAGE rappresenta un importante strumento di lavoro che permette agli operatori del DEA una risposta qualitativamente migliore ed attenta ai bisogni dell’utenza. Trattandosi di un percorso dinamico consente un costante messa in discussione del proprio modo di operare ed una continua modifica dei propri metodi operativi volti all’ottimizzazione delle risorse disponibili, oltre ad essere un importante elemento di stimolo alla crescita professionale di ogni operatore del settore. • Dalla definizione di emergenza ed urgenza deriva la identificazione della tipologia dei malati che trovano allocazione nei letti di MI dedicata all'urgenza/emergenza all urgenza/emergenza (MIxUE). 30 26/03/2009 RIANIMAZIONE • Nel primo documento pubblicato dalla C Commissione i i R i Regionale l sull ruolo l della d ll Medicina Interna nell'organizzazione sanitaria era già stato individuato il rapporto stretto ed inscindibile tra Medicina Interna e Medicina dell'Urgenza, secondo lo schema di seguito riportato: • Il complesso dei letti ospedalieri della medicina di i i t interna d deve essere in i grado d di accogliere tutte le principali condizioni cliniche che caratterizzano la patologia dell’area medica: • dalle fasi acute sino alle prime fasi della riabilitazione e/o della degenza prolungata. AREA CRITICA E DI URGENZA CENTRALE OPERATIVA U.E. E. GUARDIA MEDICA D’URGENZA DEGENZA SPECIALISTICA AREA INTERNISTICA DI COMPLESSITÀ E SPECIFICITÀ CURE PRIMARIE E SPECIALISTICA TERRITORIALE RICOVERO DEFINITIVO RIFERIMENTI SPECIALISTICI AREA DI DENGENZA PROLUNGATA E RIABILITAZIONE AREA DELLA MEDICINA INTERNA CURE PRIMARIE E ASSISTENZA DOMICILIARE RIFERIMENTI TERRITORIALI • Nel numero complessivo dei letti internistici dovranno pertanto trovare adeguata allocazione aree di medicina di urgenza e aree dedicate al paziente critico, come pure aree dedicate a particolari forme di riabilitazione o degenza protratta (ad esempio per patologie cardiache, respiratorie, oncologiche). oncologiche) • All’interno di questi due estremi si colloca l’area internistica tradizionale, dedicata al paziente acuto ma non critico, al paziente di incerta e difficile diagnosi e al paziente complesso. 31 26/03/2009 DIPARTIMENTO OSPEDALE - TERRITORIO • Questa articolazione dovrà sempre essere realizzata p per q quanto riguarda g l’area critica e di urgenza e l’area internistica tradizionale in tutte le strutture ospedaliere internistiche, indipendentemente dalle loro dimensioni: • la terza area (riabilitazione e degenza protratta) dovrà comunque essere sempre assicurata nei grandi complessi o nelle aree metropolitane e dovrà essere realizzata secondo piani di collaborazione/integrazione fra i vari Ospedali nelle aree territoriali caratterizzate da insediamenti abitativi dispersi sul territorio. Unità Operative di Medicina Interna d’Urgenza • • L’area critica e di urgenza sarà rappresentata da Unità Operative di Medicina Interna d’Urgenza, operanti all’inte no del DEU, all’interno DEU immediatamente a ridosso idosso del punto p nto di accesso in Ospedale. Le funzioni principali di questa area di degenza sono: 1. stabilizzare, quando necessario, il paziente grave prima della sua collocazione nella seconda area (l’area internistica dedicata al paziente contemporaneamente acuto e grave, al paziente di incerta diagnosi e al paziente complesso) 2 valutare, 2. valutare quando necessario, necessario la collocazione del paziente in un’area specialistica individuata con appropriatezza dopo gli accertamenti iniziali 3. rimandare a domicilio il paziente, dopo un adeguato inquadramento diagnostico e terapeutico, nel caso di malattia non necessitante il ricovero. AREA CRITICA E DI URGENZA AREA INTERNISTICA DI COMPLESSITA' E SPECIFICITA' CENTRALE OPERATIVA U.E. E GUARDIA MEDICA D'URGENZA CURE PRIMARIE E SPECIALISTICA TERRITORIALE SELECTOR AREA DI DEGENZA PROTRATTA E RIABILITAZIONE CURE PRIMARIE E ASSISTENZA DOMICILIARE AREA DELLA MEDICINA INTERNA RIFERIMENTI TERRITORIALI CENTRALE DI SECONDA OPINIONE DOCUMENTO SULL'UNIT SULL'UNITÀ À OPERATIVA DI MEDICINA INTERNA FINALIZZATA ALL'URGENZA (MIxUE) • I punti cardine su cui ruota l'elaborazione del documento d ll Commissione della C i i R i Regionale l di MI sulla ll Unità U ità Operativa O ti di Medicina Interna finalizzata all'Urgenza sono i seguenti: • • • • • • • • • • Definizione di emergenza Tipologia Accettazione Nucleo della Medicina Interna in ambito del DEU Intervento nell nell'emergenza emergenza Stabilizzazione dell'urgenza Filtro per ricoveri impropri Strumento di indennizzo specialistico Raccordo essenziale con gli altri specialisti Raccordo col territorio 32 26/03/2009 CARATTERISTICHE DELL’UNITÀ DELL’UNITÀ DI MEDICINA INTERNA DEDICATA ALL'URGENZA (Medicina d d'Emergenza) Emergenza) • Negli Ospedali sedi di Pronto Soccorso con una sola U.O. di Medicina Interna: • L'incarico di presidiare il Pronto Soccorso viene affidato a questa U.O. con ovvio adeguamento dell'organico. • L'assistenza urgente sul territorio coordinata dalle Centrali Operative del 118 va affidata a Medici addestrati al delicato compito di affrontare e di valutare correttamente con efficienza ed efficacia, correttamente, efficacia le diverse situazioni ed in grado di decidere se e dove effettuare il ricovero in Ospedale. • La documentata importanza del fatto che proprio il primo soccorso medico ed il trasporto dell' ammalato in Ospedale siano gestiti con la massima competenza ed efficacia rende indispensabile un ottimale addestramento di tali Medici. Medici • Le modalità di addestramento per questa figura di Sanitario (Medici dell'Urgenza dei Distretti) debbono essere al più presto definite nelle sedi competenti. • Negli Ospedali con più U.O. di Medicina Interna,, il nucleo operativo p medico del Pronto Soccorso o del DEU a seconda delle realtà locali può configurarsi: • come una U.O. di M.I. specificamente finalizzata all'Urgenza e dotata di un proprio organico autonomo in grado di coprire l'intera gestione dell'urgenza • come una U.O. U O di M.I., M I sempre finalizzata fi li t all' ll' Urgenza, che non avendo un organico stabile sufficiente a coprire l'intera gestione dell'urgenza viene supportata a rotazione dalle altre U.O. di Medicina Interna 33 26/03/2009 • In ogni caso presso il P.S. dovranno sempre essere presenti ti oltre lt all' ll' Internista, I t i t le l competenze t previste i t dalla d ll legge regionale. • Alla U.O. di M.I. finalizzata all'Urgenza spetta la chiamata dei vari Specialisti, compreso il Rianimatore, nella veste di consulenti per il chiarimento diagnostico ed indirizzo terapeutico dei casi complessi. • La responsabilità gestionale della U.O. di M.I. finalizzata all'Urgenza è affidata ad un dirigente di M.I. responsabile di Unità Complessa (ex dirigente di II livello) oppure ad un Professore Universitario di Medicina Interna abilitato a svolgere le funzioni di Primario. • Il tempo di degenza presso queste strutture non potrà superare le 72 ore, salvo motivate eccezioni. • Le U.O. di M.I. finalizzate all’Urgenza dovranno perciò contare: • sulla possibilità di ricoveri diretti dei malati con patologie acute, ma non in fase critica, nei reparti di M.I. o nei reparti specialistici dell'Azienda • sulla possibilità che i malati critici, una volta superata la fase dei trattamenti indifferibili, siano immediatamente accettati presso i reparti di Medicina Interna o i reparti Specialistici dell'Azienda. • Tutte le U.O. presenti in Ospedale devono essere disponibili per le esigenze di ricovero di tali pazienti. • Il nucleo operativo della Medicina Interna finalizzata all all’Urgenza Urgenza deve essere dotato di un numero di posti letto proporzionati al numero totale di posti letto dell'Azienda Ospedaliera. • Un congruo numero di tali posti letto deve essere attrezzato per il monitoraggio e ll'assistenza assistenza del paziente critico. critico • Detti posti letto debbono essere collocati preferibilmente nell'area del DEU o comunque in tutta prossimità d' esso. • Le accettazioni programmate e quelle elettive non devono gravare sul Pronto Soccorso o sul DEU,, ma devono essere delegate, g , p per la casistica di rispettiva competenza, alle singole U.O. dell'Azienda ed ai Medici delle stesse. • Una percentuale dei ricoveri deve essere riservata ai ricoveri elettivi; quest'ultima p percentuale deve essere definita • q preliminarmente e giustificata sulla base delle competenze peculiari e delle necessità didattiche e di ricerca scientifica presenti nell'Azienda Ospedaliera. 34 26/03/2009 • Le UO di Medicina Interna finalizzate all'Urgenza dovranno avere stretti legami collaborativi con tutte le U.O. Specialistiche dell'Ospedale anche al fine della formazione pre- e post-laurea, ed a fini di ricerca scientifica e della creazione delle competenze utili a realizzare una nuova figura di "specialista p dedicato". • Su tutti questi aspetti organizzativi devono essere chiamate a vigilare le Direzioni Sanitarie. Public Access to Emergency Medical Care Act • Access Health plans • 1 will assist the public in accessing EDs for those persons with ith emergency medical di l conditions diti (EMCs) meeting the prudent layperson definition • 2. Health plans may assist patients in making a determination about the appropriateness of their condition for ED treatment, however, advice shall be on a voluntary basis, basis and any patient who so desires to go to the Public Access to Emergency Medical Care Act • Whereas the public safety requires unimpeded access to emergency d departments t t (ED ) for (EDs) f emergentt or unexpected illness and injury, and whereas EDs in this country are expected to serve a public safety role, and whereas potential economic conflict exists between health plans and EDs; be it resolved that the following are requirements of EDs and health plans: Public Access to Emergency Medical Care Act • Ban on Authorization • Prohibition of preauthorization once patients are in the ED. No health plan will attempt to not authorize a visit to an ED once the patient has arrived in the ED if personnel believe that the patient's symptoms are consistent with an EMC. N health No h lth plan l will ill attempt tt t to t coerce a patient to leave the ED when the patient believes they have an EMC. 35 26/03/2009 Public Access to Emergency Medical Care Act • Treatment and Stabilization within the ED • No health plan will be permitted to tell the treating ED personnel what x-rays, lab tests, other th di diagnostic ti studies, t di or treatments t t t are authorized for payment. The health plans will not attempt to direct the workup for the treating ED. Health plans will not prevent subspecialty consultation as determined by the ED physician. physician Public Access to Emergency Medical Care Act • Hospitalization of Patients Evaluated in the ED • The treating physician in the ED, with the advice of consultants who have physically examined the patient, is solely responsible for deciding whether or not a patient needs admission to the hospital. It is up to this physician whether the patient should be admitted to the treating ED's hospital or whether the patient is safe to transfer to another hospital. Health plans will not attempt to coerce, threaten, or force the emergency physician h to transfer f the h patient. The h health h lh plans will not threaten the patient or the patient's family with financial burden should the patient be admitted to the ED's hospital. Public Access to Emergency Medical Care Act • Requirements for Qualified ED Physicians • All patients who have EMCs will have the right to see a qualified specialist in Emergency Medicine on arrival in the ED. A qualified ED specialist is defined as a physician board certified by ABEM or AOBEM. EDs with an annual census of more than 40,000 patients per year must have at least one board certified emergency physician on duty 24 hours a day. After the year 2006, all EDs with an annual census greater than 12,000 must provide coverage with h a board b d certified f d emergency physician 24 hours a day. The total ED census includes all areas of the hospital where patients with EMCs are evaluated and treated. Public Access to Emergency Medical Care Act • Requirements for Subspecialty Back-Up • Health care plans will provide 24 hour specialty and subspecialty coverage for their enrollees requiring ii admission d i i and/or d/ surgery on an urgent/emergent basis. If such coverage is not available to the patient, whether due to the emergent nature of the patient's condition or to circumstances beyond the control of the patient or health plan, plan the health plan will be required to cover the expenses of the patient at the same level as that afforded to all other providers in that health plan. 36 26/03/2009 Quo Vadis: "Scoop and Run“? "Stay and Treat“? "Treat and Street"? What to Expect in the Emergency Department • In the emergency department, the most seriously ill or injured patients are treated first. first This process is called "triage" (pronounced treeahj), from the French word meaning "to sort." • Usually, the first person you'll see in the emergency department is the "triage nurse.“ • The triage nurse checks vital signs including temperature, heart rate, blood pressure and breathing and asks questions about why you are there. The triage nurse will also ask the name of your regular doctor. 37 26/03/2009 I “PROGETTI OBIETTIVO” DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2002 - 2004 Progetto 7 “Potenziare i Servizi di Urgenza ed Emergenza” • Linee Guida 11 aprile p 1996 n. 1: • forniscono le indicazioni sui requisiti organizzativi e funzionali della rete dell’emergenza e sulle Unità operative che compongono i Dipartimenti di Urgenza ed Emergenza (DEA) di I e II livello. livello 38 26/03/2009 Progetto 7 “Potenziare i Servizi di Urgenza ed Emergenza” Progetto 7 “Potenziare i Servizi di Urgenza ed Emergenza” • Sulla base di tali indicazioni il sistema dell’emergenza sanitaria risulta costituito da: • Aspetto p che necessita un approfondito pp esame: • problema di disincentivare gli accessi "impropri" al Pronto Soccorso, da parte di cittadini che vi accedono di propria iniziativa, saltando le tappe del medico di medicina generale o dei presidi territoriali. • Per perseguire questa finalità si può ipotizzare il pagamento per le prestazioni richieste in Pronto Soccorso, ma non urgenti. • un sistema di allarme sanitario assicurato dalla centrale operativa, alla quale affluiscono tutte le richieste di intervento sanitario in emergenza tramite il numero unico telefonico nazionale (118) • un sistema territoriale di soccorso costituito da idonei mezzi di soccorso distribuiti sul territorio; • una rete di servizi e presidi funzionalmente differenziati e gerarchicamente organizzati. Progetto 7 “Potenziare i Servizi di Urgenza ed Emergenza” Progetto 7 “Potenziare i Servizi di Urgenza ed Emergenza” • Alcuni propongono che tutti i cittadini possano accedere al Pronto Soccorso di qualsiasi Ospedale, sottoponendo al pagamento delle prestazioni coloro che non ricadano nelle seguenti tipologie di pazienti: • E’ però anche necessario adeguare le potenzialità assistenziali dei Pronto Soccorso migliorando la risposta del territorio alle esigenze dell’acuzie sanitaria. • Per raggiungere questo scopo si può prevedere la collocazione di un ambulatorio di continuità assistenziale nei pressi del Pronto Soccorso con organico dedicato (medici di continuità assistenziale, medici di emergenza territoriale o altri sanitari opportunamente addestrati). • • • • pervenuti a bordo di un’ambulanza per emergenza; inviati dalla Guardia Medica Territoriale; inviati dal proprio medico di medicina generale; inviati da uno specialista ospedaliero o del territorio. 39 26/03/2009 Progetto 7 “Potenziare i Servizi di Urgenza ed Emergenza” • L’ambulatorio viene alimentato dal triage del Pronto Soccorso • riguarda le prestazioni differibili e proprie del territorio, • deve essere aperto negli orari del servizio di continuità assistenziale, e nei DEA di 2° livello per 24 ore al giorno. • In q questo contesto è anche opportuno pp promuovere l’apertura di studi medici di medicina generale sul territorio, che assicurino la presenza del medico per 12 ore al giorno e per 7 giorni alla settimana, da attuare anche attraverso gli studi medici associati. PSSR LOMBARDIA • • • • • • • • • • PSSR LOMBARDIA • Pronto soccorso/ DEA/ EAS • L’emergenza urgenza, come organizzatore clinico dei processi di cura con percorsi dedicati e • prioritari garantiti, garantiti necessita di una ridefinizione dei profili organizzativi e dei criteri di • accreditamento delle aree dedicate all’interno dell’organizzazione ospedaliera di emergenzaurgenza. • La riqualificazione delle strutture deve essere analizzata in una prospettiva di integrazione • funzionale e operativa in ambito aziendale e interaziendale, Le azioni di sviluppo prevedibili hanno • come finalità l’ulteriore definizione del sistema dell’emergenza g urgenza, nel tentativo di • implementare un sistema di azioni organizzate in stretta continuità assistenziale tra territorio e • strutture ospedaliere. Punti di primo intervento (PPI) PIANO SOCIO SANITARIO 2006-2008 PRIMA BOZZA 44 La DGR n. n VII/15157 del 21.11.2003 21 11 2003 e la DGR n. n VII/21187 del 24.3.2005 hanno permesso il superamento della precedente organizzazione della rete dell’emergenza-urgenza, comprensiva di 46 punti di primo intervento, collegando tale intervento all’implementazione della rete territoriale dell’emergenza urgenza ed assicurando nel contempo una risposta all’autopresentazione dei pazienti LL’osservazione pazienti. osservazione dei dati di attività segnala uno sviluppo della rete dei presidi di autopresentazione, con relativa creazione di sinergie operative con le attività della continuità assistenziale. PSSR LOMBARDIA • • • • • • • • • • • • • • • Pronto soccorso/ DEA/ EAS E’ evidente che l’esigenza di promuovere una maggiore appropriatezza del sistema di emergenza–urgenza sollecita la realizzazione dei seguenti indirizzi programmatici: ∞ l’implementazione del sistema di triage infermieristico nei Pronto Soccorso/DEA/EAS con maggiore pressione di accessi; ∞ l’allestimento di percorsi alternativi al Pronto Soccorso/DEA/EAS: - favorendo l’accesso diretto (con richiesta motivata del medico di MG e almeno per la specialistica caratterizzata da criticità) alle strutture ambulatoriali anche specialistiche dell’Ospedale, adeguatamente potenziate con l’eventuale partecipazione di specialisti esterni convenzionati; - prevedendo l’eventuale istituzione di ambulatori gestiti da Medici di Medicina Generale che garantiscano una risposta sanitaria per problematiche non di urgenza-emergenza, possibilmente 24 ore su 24, e che offrano la possibilità di usufruire in tempo reale delle consulenze specialistiche. Tali ambulatori possono essere posti in Ospedale o nelle sue vicinanze, con percorsi di accesso e di cura ben differenziati dal Pronto Soccorso; 40 26/03/2009 PSSR LOMBARDIA • • • • • • • • • • • • • Pronto soccorso/ DEA/ EAS Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli ∞ l’adeguamento del personale medico ed infermieristico di Pronto Soccorso all’esigenza di portare assistenza ad un numero sempre maggiore di pazienti con patologie complesse secondo standard qualitativi elevati, elevati ottenibili solo con programmi di formazione specifica sia per gli infermieri che per i medici; ∞ il potenziamento delle funzioni di coordinamento delle attività di assistenza domiciliare ed ospedalizzazione domiciliare, per venire incontro alle esigenze degli anziani affetti da pluripatologie e patologie croniche favorendo il ritorno e la permanenza a domicilio; ∞ il completamento nel territorio regionale del processo di informatizzazione delle strutture di Pronto Soccorso e di tutte le U.O. che fanno parte dei DEA/EAS, al fine di ottenere la razionalizzazione del processo informativo-organizzativo riguardante la rete di emergenza tra il territorio e gli ospedali, nonché di conseguire una più adeguata informazione epidemiologica sui dati riguardanti l’emergenza-urgenza. Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli La Piastra Polifunzionale nasce, concettualmente, all'interno all interno di quel programma di rinnovamento tecnologico e strutturale disegnato dal documento Progetto 2000, intervento che ne costituiva il perno centrale. Questo programma, elaborato nel giugno 1987, definiva una serie di interventi strutturali che,, dopo p 25 anni dalla messa in esercizio del complesso, si rendevano necessari per mantenere il Policlinico al passo con l'evoluzione tecnologica, anticipando addirittura modelli organizzativi non ancora applicati nella realtà italiana. 41 26/03/2009 Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli L'articolazione dei comparti operatori non corrispondeva più alle moderne esigenze imposte dai nuovi modelli gestionali. La necessità di ottimizzare sia le risorse umane, sia quelle strumentali-tecnologiche, imponeva una centralizzazione che fosse in grado di garantire una maggiore efficienza, contenendo i costi gestionali. Tale centralizzazione avrebbe consentito di utilizzare in maniera più intensiva sia gli spazi destinati alle singole funzioni che la strumentazione e gli impianti. Tutto ciò rappresenta una esigenza fondamentale per il "disegno" e il "funzionamento" di una moderna struttura ospedaliera. Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli Essenziale quindi per la realizzazione del Piano è stato il progetto di reingegnerizzazione dei processi gestionali del Policlinico. Policlinico Parallelamente al progetto di reingegnerizzazione, e nella consapevolezza della maggiore "latenza" che un'assai complessa realizzazione architettonica e impiantistica inevitabilmente comporta, il Policlinico Gemelli ha intrapreso quindi la realizzazione di un progetto molto ambizioso e di portata "unica" per la realtà ospedaliera nazionale, quello di una struttura centralizzata dove far confluire tutte le tecnologie più avanzate dell'ospedale: al suo interno trovano collocazione 25 sale operatorie, cioè la quasi totalità di quelle del Policlinico. Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli In tale struttura, denominata Piastra Polifunzionale, oltre alle sale operatorie sono presenti tutti i servizi di supporto indispensabili alle attività chirurgiche (Terapia Intensiva 9Reingegnerizzazione organizzativa e complessa realizzazione Accettazione con le nuove strutture portanti del Pronto Soccorso, dell'Osservazione Breve, della Rianimazione e della Terapia Intensiva Pediatrica, dell'Unità di Radiologia d'Urgenza. 9Ciò comporta un modello di gestione completamente modificato, con una struttura, una Unità di programmazione centralizzata sia delle attività cliniche, sia di tutta la logistica, ovviamente esteso anche alla parte di processo relativa ai ricoveri, sforzandosi di concentrare la diagnostica di base prima dell’ingresso in reparto e comunque non oltre il primo giorno di ricovero. Post-Operatoria, centrale di sterilizzazione, struttura di supporto logistico), nonché il Dipartimento di Emergenza e La Piastra costituisce infine la nuova sede unificata di tutti i laboratori diagnostici del Policlinico e del Servizio Emotrasfusionale. architettonica e impiantistica, la Piastra è quindi caratterizzata dalla centralizzazione dei processi (Piastra, appunto), in cui confluiscono tutte le tecnologie più avanzate dell’ospedale. 42 26/03/2009 Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli Il paziente dotato al momento del ricovero di un braccialetto con codice a barre identificativo che lo accompagna in tutto il cammino terapeutico nell’ospedale (grazie a esso è possibile ricostruire in tempo reale il suo iter di diagnosi e cura in modo rapido e senza possibilità di errore) giunge sul proprio letto all’ingresso della Piastra, dove esegue un checkin elettronico; tramite una particolare e innovativa slitta automatizzata viene sistemato sul letto operatorio e poi trasferito nella sala operatoria assegnata per l’intervento. Grazie a una complessa sala di regia le sale sono già attrezzate per eseguire lo specifico intervento chirurgico per ciascun paziente, avendo al proprio interno già posizionati i kit operatori personalizzati (materiali e presidi medico-chirurgici), che la struttura di supporto logistico ubicata al piano interrato della Piastra ha allestito in precedenza secondo un dettagliato programma. Il monitoraggio delle attività consente un utilizzo continuativo delle sale operatorie riducendo i tempi morti e rendendo sempre pronta e disponibile per il medico e per il paziente la sala operatoria. Dopo l'intervento il paziente, a seconda delle necessità viene trasferito, sempre all’interno della Piastra nei locali della Terapia intensiva post operatoria o in quelli della Recovery Room per il tempo necessario, prima di essere poi ricondotto al reparto. Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli L’ampliata disponibilità di posti di Terapia Intensiva Post Operatoria, la presenza di due Recovery Room e di un Blocco Urgenze permettono di migliorare decisamente il livello di assistenza ai pazienti, incidendo positivamente sull’utilizzazione delle sale operatorie. Il nuovo modello, operativo da oggi, ha quindi in sé tutti gli elementi per migliorare radicalmente la qualità dell’assistenza, aumentare l’utilizzazione delle sale operatorie – riducendo al contempo il costo complessivo per intervento – e migliorare l’attività didattica e di ricerca del Policlinico. Il sistema logistico “a a flusso teso”, teso , basato su kit per singolo intervento ad armadi mobili di sala, e l’elevata dotazione tecnologica permettono di assicurare la massima polivalenza delle sale operatorie. 43 26/03/2009 Dipartimento di Emergenza e Accettazione Policlinico Agostino Gemelli “La Piastra è paragonabile a uno stabilimento che ha la caratteristica di produrre salute in condizioni di massima sicurezza sia per gli operatori sia per i pazienti - afferma il dott. Antonio Cicchetti, Direttore Amministrativo dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli di Roma -. Rappresenta il completamento ideale e il coronamento del disegno del Policlinico iniziato 40 anni fa, e in questo senso è un traguardo raggiunto da chi ha lavorato sino ad oggi in questa struttura; la Piastra non è certo un punto di arrivo: è una tappa, certo importante, nel percorso di continuo sviluppo che deve caratterizzare la gestione di un centro di eccellenza come il nostro e che deve porsi mete sempre nuove”. Dipartimento di Emergenza e Accettazione ANTONIO CARDARELLI - NAPOLI Dipartimento di Emergenza e Accettazione ANTONIO CARDARELLI - NAPOLI Unità Operative Complesse •Accettazione Sanitaria Medico Chirurgica e Pronto Soccorso •Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva del D.E.A •Cardiologia con U.T.I.C. •Centrale Operativa Regionale (C.O.RE) •Centro Grandi Ustioni con chirurgia Plastica Ricostruttiva •Chirurgia D'Urgenza D.E.A. •Medicina D'Urgenza •Neurochirurgia d'Urgenza •Ortotraumatologia •Osservazione Chirurgica Polispecialistica •Terapia Intensiva Neonatale T.I.N. •Trauma Center ACCETTAZIONE SANITARIA MEDICO CHIRURGICA E PRONTO SOCCORSO 9Attraverso il Pronto Soccorso Accettazione nell’anno 2002 hanno potuto accedere all'A.O.Cardarelli, all'A O Cardarelli e quindi usufruire delle prestazioni mediche, circa 300.000 pazienti. 9Il Pronto Soccorso è organizzato e strutturato per far fronte a qualunque tipo di urgenza o emergenza medica, chirurgica e traumatica ed, essendo parte integrante di un DEA di II liv., si avvale dei supporti specialistici clinici e strumentali che ne fanno una struttura all'avanguardia g nel trattamento multidisciplinare p di patologie complesse. 9Nell'Accettazione medico-chirurgica di II liv., funzionalmente e strutturalmente parte integrante del Pronto Soccorso (con dotazione di 20 posti letto) trovano collocazione temporanea i pazienti che necessitano di: definizione della patologia con prime cure, stabilizzazione delle condizioni generali e destinazione definitiva (ricovero in urgenza, in elezione o dimissioni). 44 26/03/2009 Dipartimento di Emergenza e Accettazione ANTONIO CARDARELLI - NAPOLI CARDIOLOGIA CON U.T.I.C. L'Unità Operativa di Cardiologia d'Urgenza dispone di 18 posti letto così ripartiti: 8 nella Unità di Terapia Intensiva Coronarica; 10 di degenza post-intensiva. L'U.O. ha partecipato, contribuendo in misura rilevante, agli studi GISSI sulla terapia trombolitica nell'infarto miocardico acuto e sulla successiva stratificazione prognostica. Le patologie più frequentemente ammesse sono: sindromi coronariche acute (infarto acuto del miocardio, angina instabile); miocardiopatia dilatativa post-infartuale in fase di scompenso; aritmie complesse; versamenti pericardici con rischio di tamponamento cardiaco; patologie acute dell'aorta toracica. La U.O. svolge attività strumentale di diagnostica non invasiva (elettrocardiogramma a riposo, da sforzo e dinamico sec. Holter, ecocardiogramma transtoracico e transesofageo, ecostress). Dipartimento di Emergenza e Accettazione ANTONIO CARDARELLI - NAPOLI CHIRURGIA D'URGENZA D.E.A. 9L'Unità Operativa Complessa Chirurgia d'Urgenza DEA garantisce la diagnosi ed il trattamento di tutte le patologie di pertinenza chirurgica che rivestano carattere di emergenza o urgenza, sia essa immediata che differibile. 9Le patologie più comunemente trattate attengono il distretto addominale. 9 Facendo parte di un Ospedale ad Alta Specializzazione, la struttura costituisce punto di riferimento per la patologia chirurgica d'urgenza di particolare complessità in ambito regionale ed interregionale anche per altre strutture ospedaliere. 9 Le sale operatorie sono dotate delle più recenti attrezzature tecnologiche (bisturi ad ultrasuoni, argon, ecografia intraoperatoria, etc.) e molte patologie vengono trattate con tecniche mini-invasive come la laparoscopia, essendo tra i pochi centri in Italia e in Europa che utilizzano questa metodica in urgenza. 9 L'Unità Operativa prevede una sezione di degenza sub-intensiva per l'immediato decorso post-operatorio. 9Inoltre una particolare esperienza è stata maturata nel trattamento dei pazienti affetti da gravi complicanze post-operatorie quali le fistole del tubo digerente. Dipartimento di Emergenza e Accettazione ANTONIO CARDARELLI - NAPOLI CENTRO GRANDI USTIONI CON CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA Il Centro Grandi Ustionati con Chirurgia Plastica e Ricostruttiva è stato istituito nel 1993 come articolazione della Divisione di Chirurgia Plastica dell'A.O.R.N. "A. Cardarelli" e viene ubicato all'interno del Dipartimento di Emergenza Medico-Chirurgica. Dal mese di dicembre 2002, con la nomina del Dott. D'Alessio a primario, diventa Struttura Complessa Autonoma. Il personale medico del Reparto è costituito da 13 Chirurghi Plastici dedicati al trattamento delle ustioni e di tutte le urgenze g di competenza specialistica e da 8 Anestesisti Rianimatori dedicati esclusivamente alla terapia rianimatoria ed intensiva dei grandi ustionati. Il reparto è dotato di un servizio di guardia permanente sull'arco delle 24 ore da parte di un chirurgo plastico e di un rianimatore per affrontare qualunque emergenza. Dipartimento di Emergenza e Accettazione ANTONIO CARDARELLI - NAPOLI NEUROCHIRURGIA D'URGENZA 9La Neurochirurgia nell'Ospedale Cardarelli nasce negli anni 60 sotto la direzione del Prof. Francesco Castellano. 9Prima tra le Neurochirurgie dell dell'Italia Italia Meridionale prosegue la storica tradizione della scuola Scandinava del Prof. Herbert Olivecrona. 9 Durante questi anni si è affermata come centro di riferimento per il trattamento delle varie patologie d'interesse Neurochirurgico. 9In particolare numerosi contributi sono stati apportati alla definizione delle moderne linee guida per il trattamento: 9degli aneurismi cerebrali, 9dei traumi cranici e vertebrali, 9della patologia oncologica cerebrale, 9della patologia degenerativa della colonna vertebrale, 9molte malattie del sistema nervoso centrale. 9Particolare attenzione è stata data allo sviluppo scientifico e tecnolgico con l'acquisizione di tutte le più moderne tecnologie per il trattamento delle malattie del sistema nervoso centrale con il raggiungimento di risultati di eccellenza (microscopio operatorio, laser, aspiratore ad ultrasuoni, endoscopia diretta ed assistita, neuronavigazione ecc.). 45 26/03/2009 • • • • • Dipartimento di Emergenza e Accettazione Il Dipartimento di emergenza ed accettazione è costituito da 4 Unità Operative Complesse: Medicina d'Urgenza Rianimazione e Terapia Intensiva Servizio di "Anestesia, Terapia Intensiva post-operatoria e terapia del dolore" del Policlinico Universitario "A. Gemelli" Servizio di Anestesia e Rianimazione del Complesso Integrato Columbus. DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE • Eliporto autorizzato all'atterraggio notturno ed operativo 24 ore al giorno. • Area di Pronto Soccorso dotata di "Emergency Room" e 6 sale per visite specialistiche (Medicina d'urgenza, Chirurgia d'urgenza, d'urgenza Ortopedia e Traumatologia, Traumatologia Pediatria, Ginecologia ed Ostetricia). In questa area si eseguono ogni anno oltre 70.000 prestazioni. • Reparto di Medicina d'urgenza (Osservazione breve) dotato di 14 letti esegue oltre 1000 ricoveri/anno. • Centro di Rianimazione polivalente dotato di 18 posti letto - Area della diagnostica per immagini dotata di letto. TAC, Ecografia e radiologia tradizionale. • Terapia intensiva post-operatoria dotata di 13 posti letto. • 3 Sale operatorie d'urgenza. Nel Dipartimento di Emergenza e Accettazione operano complessivamente oltre 100 medici specialistici e 200 infermieri professionali. Dipartimento di Emergenza e Accettazione • Il principale obiettivo del Dipartimento di emergenza e accettazione è quello di offrire un'assistenza pronta e qualificata a tutti i pazienti in condizioni di emergenzaurgenza. Per raggiungere detto obiettivo il Dipartimento si avvale di molteplici strutture: DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE • Medicina d'urgenza • Il reparto epa to di d Medicina ed c a d d’Urgenza U ge a è co composto posto d di 14 posti letto dei quali 5 sono monitorizzati per parametri con metodica non invasiva. Il reparto è anche dotato di un ventilatore per ventilazione non invasiva (NIV). Il bacino d’utenza è costituito da pazienti che arrivano dal Pronto Soccorso instabili che non necessitano di terapia intensiva ma devono essere stabilizzati prima di poter accedere ai normali reparti di Medicina Generale o Specialistica e da pazienti sofferenti per comuni patologie riacutizzate, che richiedono un breve periodo di ricovero e poi vengono dimessi. 46 26/03/2009 DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE • Medicina d'urgenza • L’assistenza sanitaria di tipo semi-intensivo nelle prime 48/72 h del ricovero garantisce: • presenza costante di operatori sanitari medici e infermieri; • utilizzo di tecnologia non invasiva Gli obiettivi del reparto sono: • stabilizzazione delle condizioni cliniche; • identificazione e cura dell’evento patologico com trasferimento presso l’unità operativa di competenza; • risoluzione dell’evento patologico e, quando possibile, dimissione nelle 72 ore. DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE • Medicina d'urgenza • Pronto Soccorso • L'attività di Pronto Soccorso è inserita nell'organizzazione del Dipartimento di Emergenza e Accettazione (D.E.A.) di secondo livello del Policlinico Universitario "A. Gemelli". Il servizio di Pronto Soccorso (tel. 06.30154036) è attivo nelle 24 ore e vi assicurano la loro opera un internista, internista un un'équipe équipe chirurgica generale composta di tre chirurghi, un'équipe ostetricoginecologica con tre ostetrici, un'équipe anestesiologica con tre anestesisti ed un rianimatore del Centro di Rianimazione, un neurochirurgo, un neurologo, un ortopedico traumatologo, un pediatra ed un radiologo. DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE • Medicina d'urgenza • Pronto o to Socco Soccorso so • Rianimazione e terapia p intensiva • È inoltre continuativamente operante il Centro Antiveleni (tel. 06.3054343). Svolgono funzioni di supporto per le varie branche specialistiche i medici di guardia interna e quelli in turno di pronta disponibilità. Sono operanti H24 per l' l'attività à di d Pronto Soccorso i principalil servizi di d diagnosi e cura. Il Policlinico, inoltre, per le attività del Dipartimento di Emergenza e Accettazione (D.E.A.), dispone anche di un eliporto. • Il Centro di Rianimazione del Policlinico Universtario "A. Gemelli" dispone di 18 posti letto ed è dotato di tecnologie avanzate p per il sostegno g delle funzioni vitali. Assiste i pazienti critici provenienti sia dal Pronto Soccorso che dai reparti di degenza. 47 26/03/2009 DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE ANESTESIA, TERAPIA INTENSIVA POSTOPERATORIA E TERAPIA DEL DOLORE • All'unità operativa complessa di Anestesia, Terapia postoperatoria p e Terapia p del dolore sono affidate intensiva p numerose attività à assistenziali: • Valutazione preoperatoria del paziente finalizzata ad individuare i fattori di rischio anstesiologico; • Procedure di anestesia generale e loco-regionale; • Procedure di analgosedazione in corso di indagini diagnostiche invasive; • Controllo del paziente nell'immediato periodo postoperatorio; • Gestione G ti d ll Recovery della R R Room e della d ll Terapia T i intensiva i t i postoperatoria; • Terapia del dolore postoperatorio; • Terapia del dolore cronico sia oncologico che non oncologico; • Analgesia nel parto. ANESTESIA E RIANIMAZIONE (CIC) • Il Servizio di Anestesia e rianimazione del Complesso Integrato Columbus, oltre alle procedure di anestesia generale per interventi chirurgici offre anche le seguenti prestazioni: • Sedazione e sedoanalgesia per l'endoscopia diagnostica ed operativa. • Analgesia controllata dal paziente (PCA). (PCA) • Blocchi anestetici per l'arto superiore ed inferiore. • Blocchi anestetici peridurali e subaracnoidei. • Controllo del dolore post-chirurgico. DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA • La terapia intensiva pediatrica è una struttura dedicata all’accettazione e cura dei pazienti da un mese di vita a 18 anni che si trovano in condizioni critiche per la vita. vita E E’ composta di 6 posti letti di cui 4 altamente intensivi e 2 subintensivi. Le condizioni morbose dei pazienti sono quelle di gravi insufficienze cardio-respiratori e di gravi traumatologie, di intossicazioni e malattie infettive importanti, e dei soggetti che necessitano in decorso post-operatorio di trattamento e monitoraggio pazienti con intensivo. E’ esclusa l’accettazione dei p ustioni. La provenienza dei pazienti può essere dall’esterno o dall’interno. Vengono trattati annualmente circa 400 casi di patologie che mettono in pericolo la vita. • • La struttura è diretta dal prof. Giancarlo Polidori, specialista in pediatria ed anestesia e rianimazione; i collaboratori medici sono tutti pediatri specialisti che h hanno h acquisito i it nell corso degli d li annii una metodologia formativa dedicata all’urgenzaintensività pediatrica. La struttura infermieristica si compone di una caposala e 12 infermiere professionali dedicate all’emergenza-intensività pediatrica. L’attività didattica è rivolta agli studenti in medicina ma soprattutto agli specializzandi in pediatria per fornire esperienze professionalizzandi in merito al bambino in condizioni critiche. critiche La ricerca è chiaramente legata all’attività assistenziale e quindi i temi di ricerca prevalenti sono quelli riguardanti la sepsi, lo studio sul ngf in pazienti con patologie neurologiche e polmonari lo studio metabolico cerebrale. 48 26/03/2009 DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE TOSSICOLOGIA CLINICA • Il Centro antiveleni (Cav) del Policlinico universitario Agostino Gemelli è attivo dal 1971 e fornisce consulenze tossicologiche su tutto il territorio nazionale. Dal 1995 è polo di riferimento regionale e specialistico per l’emergenza (Deliberazione Giunta Regionale Lazio del 19 4 1995, numero 3250). DIPARTIMENTO DI EMERGENZA E ACCETTAZIONE TOSSICOLOGIA CLINICA • In accordo con le esistenti linee guida nazionali, il servizio è caratterizzato dai seguenti aspetti qualitativi: • Attività h 24; • Locali dedicati esclusivamente al Cav; • Personale di documentata esperienza/formazione in Tossicologia clinica; • Accesso diretto alla consulenza telefonica per la popolazione generale; • Linea telefonica in entrata dedicata al Cav; • Attività documentata per almeno un biennio in conformità alla risoluzione CEE 90/C 329/03; • Responsabilità formale sull'utilizzo delle informazioni riservate con password di accesso registrate; • Unità operativa assistenziale correlata; • Laboratorio di tossicologia clinica funzionalmente correlato. PAZIENTE EMERGENZA URGENZA MALATTIA 49 26/03/2009 PAZIENTE PAZIENTE VITA EMERGENZA URGENZA AZIONE MALATTIA MORTE PAZIENTE COMUNICARE IN MEDICINA E’ LO STRUMENTO NECESSARIO PER COSTRUIRE UNA RELAZIONE TRA MEDICO E PAZIENTE DI TIPO EMPATICO IN CUI LA COMPONENTE COGNITIVA SI ASSOCIA A QUELLA EMOZIONALE IN UN PROCESSO CONTEMPORANEAMENTE ETICO ED EDUCATIVO PER ENTRAMBI PAZIENTE COMUNICARE IN MEDICINA NON E’ UN FINE DA PERSEGUIRE E’ UNO STRUMENTO PER COSTRUIRE LA RELAZIONE CHE DEVE ESSERE ATTENTA AI BISOGNI DELL’ALTRO E FATTA E’ DI ASCOLTI, DI PAROLE, DI SILENZI, DI GESTI INFORMAZIONE (monodirezionale) DIVERSA DA COMUNICAZIONE (bidirezionale) 50 26/03/2009 PAZIENTE NUOVE RELAZIONI COMPLEMENTARI PAROLA VANIFICATA DAL TECNICISMO COMUNICARE IN MEDICINA CON IL MALATO E’ AVVIARE UN PROCESSO PAZIENTE CENTRATO SULLA PERSONA EBM PRIVILEGIA I FATTI RISPETTO AL RAPPORTO? Dealing with Death & Dying in Medical Education and Practice AMSA Convention March 30, 2001 http://www.saem.org/publicat/ethiccur.htm Delivering Bad News •Choose a quiet setting. •Give the news in person, if possible. •Choose a moment when patient & physician are rested & have enough time. •If an interpreter is used, talk to him/her in advance. •Assess the patient’s present physiologic and emotional state. •Prepare the patient by saying there is a difficult topic to discuss. •Use clear, simple language. Express sorrow for the patient patient’ss pain; be human. •Express •Give limited information; schedule time to talk again later. •Be realistic; avoid minimizing the problem. •Don’t take away all hope. •See how the patient feels after hearing the news. •Reassure the patient of the continued availability of care no matter what happens. Source Miranda J. Brody RV. Communicating bad news. WJM 1992; 156:83-85 . Ethics Curriculum for Emergency Medicine Residencies V The Physician-Patient Relationship V. A. Confidentiality Objectives 1.Define confidentiality. 2.Discuss your duty of confidentiality to ED patients 3 Describe threats to patient confidentiality in the ED 3.Describe including hospital employees, perpetrators and victims of violent crime, minors and celebrities. 4.Discuss the duty to breach confidentiality including duty to warn, public health and contagious diseases and legal reporting requirements. 51 26/03/2009 http://www.saem.org/publicat/ethiccur.htm Ethics Curriculum for Emergency Medicine Residencies V. The Physician-Patient i i i Relationship i i B. Truth telling and Communication Objectives 1.Explain why truth telling is important. 2.Discuss circumstances when one might not tell a patient the truth. 3.Explain the ethical foundations mandating honest patient-physician communication. 4.Discuss barriers to effective communication in the ED. http://www.saem.org/publicat/ethiccur.htm Ethics Curriculum for Emergency Medicine Residencies V. The Physician-Patient Relationship C. Compassion and Empathy Objectives 1.Describe 1 Describe the importance of compassion and empathy in the ED. 2.Describe how compassion and empathy improve patient care, physician satisfaction, and patient satisfaction. ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ COMMUNICATING BAD NEWS PROTOCOLLO DIDATTICO Modulo base del programma OMS per l’addestramento l’ dd alle ll abilità bili à comunicative i i del medico in 4 fasi 52 26/03/2009 Ma l’infermiere nell’emergenza territoriale, si trova oggi a dover affrontare scenari ben diversi dal passato; la consapevolezza di un nuovo status normativo, normativo assieme al nuovo percorso formativo, lo rende il protagonista vero della gestione dell’emergenza, in diritto di pianificare l’intervento di soccorso sul territorio e in dovere di collaborare con gli altri operatori sanitari e non, per il perseguimento del miglior stato di salute del cittadino e delle migliori condizioni di sopravvivenza. L’utilizzo di linee guida internazionali, e la facoltà di “costruirsi” un protocollo di lavoro condiviso, sono strumenti sicuramente percorribili per una “best best practice” practice assistenziale, assistenziale anche e soprattutto in Area Critica. L’esempio più eclatante è fornito dalla figura dell’Infermiere: da un’impostazione acefalica In questo contesto di cambiamenti è nata una vera e propria cultura dell’emergenza: da un modello “Take Take and Run Run” si è passati a “Stay and Run” ovvero si è compreso quanto sia fondamentale iniziare una valida stabilizzazione della vittima sulla scena dell’evento sia esso un trauma o un evento medico. con il mansionario a team leader nella gestione dell’emergenza Tuttavia tali cambiamenti b non sono indolori: d l ci si trova di d fronte ad un dualismo: da una parte un Infermiere consapevole delle proprie responsabilità civili e penali, profondamente convinto dell’importanza dell importanza ell ell’aggiornamento; aggiornamento; dall’altra un’Infermiere “vecchia maniera” che guarda con spirito di sufficienza ed etichetta con “mancato medico” chi accoglie con entusiasmo questi cambiamenti. Del resto, negli ultimi 10 anni, fondamentali cambiamenti hanno scosso la vecchia impostazione sanitaria e di conseguenza anche i ruoli i compiti e la formazione di coloro che operano nel campo. 53 26/03/2009 Nell’assistenza al pz pediatrico si è giunti ad un’importante considerazione: dall’essere considerato un piccolo adulto,di conseguenza farmacologia uguale ma dosaggi diversi si è giunti alla nascita della Medicina D’Urgenza Pediatrica (MUP). CASO CLINICO CASO CLINICO • PRONTO SOCCORSO CARDIOLOGICO: quale l il livello li ll di responsabilizzazione bili i i in situazioni di urgenza-emergenza dell'Infermiere Professionale in Pronto Soccorso • Nelle emergenze cardiache il riconoscimento dei sintomi e segni della malattia sottostante sono il primo passo per un trattamento ottimale sia di tipo terapeutico sia assistenziale. Qualsiasi cura può essere corretta se si basa sulla comprensione del meccanismo che è alla base dell'emergenza cardiaca. Questo può non solo salvare la vita, ma anche migliorare la qualità della vita stessa. 54 26/03/2009 CASO CLINICO • Il caso a cui si fa riferimento riguarda il trattamento assistenziale di un paziente colpito da Infarto miocardico acuto (IMA) giunto in Pronto Soccorso (P.S.) con accesso p spontaneo. • Con la descrizione di questo singolo case report non si vuole solo sottolineare l'importanza che riveste l'IMA in P.S. Si vuole soprattutto mettere in risalto l'importanza di un determinato approccio assistenziale, soprattutto da parte dell'Infermiere Professionale di Pronto Soccorso. E' stato considerato come esempio, questo paziente colpito da IMA, proprio perchè la sua particolarità, risiede nell'essere un caso classicamente urgente (lieve dolore retrosternale, valori pressori nella norma, stato t t di coscienza i normale, l nessun segno o sintomo i t associato, solo una ischemia miocardica inferiore circa 10 anni prima). Accolto dall'Infermiere Professionale di turno, il paziente, un uomo di 71 anni, accompagnato in auto dal figlio, viene comunque considerato come un potenziale caso di emergenza. Viene pertanto applicato il protocollo diagnostico/assistenziale in uso. CASO CLINICO • Il primo Infermiere chiede allora il supporto di un secondo collega. • Alle 17.30 il paziente entra in reparto, lo si invita a distendersi sul lettino già predisposto nella camera adibita all all'accoglimento accoglimento di pazienti critici. Alle 17,32 viene eseguito l'ECG a 12D (fig.2 - non disponibile), si esegue monitorizzazione continua e si somministra ossigeno. Il paziente viene informato, per rassicurarlo, che si tratta di una procedura normale nei casi in cui un soggetto riferisca di avere un dolore toracico. (Infatti questo, non è sufficiente per indicare che ci si trovi di fronte a una ischemia o un infarto del miocardio). Con i dovuti modi e con termini semplici, lo si invita a collaborare seguendo le istruzioni dell'Infermiere. Il medico di guardia in P.S. viene subito informato ma, visto l'elevato numero di pazienti i ti in i attesa tt di visita i it e già ià in i visita, i it affida ffid aglili Infermieri I f i i Professionali, l'autonomia gestionale del caso. Uno di questi comincia così a raccogliere alcuni dati anamnestici che vengono trascritti sulla scheda di valutazione emergenza cardiologica elaborata appositamente per la raccolta dei dati e per la verifica e la revisione della qualità degli interventi di urgenza-emergenza in Pronto Soccorso. CASO CLINICO CASO CLINICO • Contemporaneamente si procede con il posizionamento di un ago cannula (tipo Venflon 14G) per consentire il mantenimento di una vena periferica di grosso calibro nel caso si debbano infondere farmaci e comunque per consentire un successivo, se necessario, inserimento di un catetere venoso centrale. Si rilevano, quindi, i parametri vitali (P.A. 140/80 mmHg, F.C. 71 bpm, T.C. 36.5°C, F.R. 20/min) Viene eseguito un prelievo ematochimico 20/min). per determinare sia gli indici aspecifici che gli indici specifici di una eventuale necrosi tessutale. • Alle ore 17,37 il paziente è ancora tranquillo, collaborante e senza altri sintomi associati se non il persistere del dolore precordiale peraltro non irradiato nelle sedi anatomiche classiche. classiche LL'Infermiere Infermiere che per primo aveva accolto il paziente comunica al medico (ore 17,39) che al monitor ECG compaiono sporadiche ectopie ventricolari, fino a quel momento assenti, nonchè variazioni del tratto ST, visibili nella derivazione III. A conferma di quanto previsto e sospettato dall dall'Infermiere Infermiere, alle 17,40 17 40 il paziente riferisce che il dolore è lievemente aumentato.Si decide sulla base di quanto rilevato di eseguire un nuovo ECG e di avvertire, d'accordo con il medico di P.S., il medico cardiologo. 55 26/03/2009 CASO CLINICO • Sul secondo ECG (fig.4- non disponibile) si evidenziano i segni di un infarto miocardico acuto. A tutto ciò si associa una sintomatica bradicardia, sudorazione p profusa e algida, g , stato di obnubilamento e ipotensione. Nell'arco di una manciata di secondi il cosiddetto caso clinico urgente si tramuta in un evento critico di emergenza. La frequenza cardiaca scende a 46 bpm e la P.A.si porta a valori di 100/60 mmHg. Uno degli Infermieri, seguendo le indicazioni del protocollo, predispone all'uso tutti i farmaci, che, vista la gravità del caso, caso probabilmente sarebbero stati somministrati (Atropina, Adrenalina, Lidocaina, Nitrati, Dopamina). Il paziente, alle 17,45 è pronto per essere trasportato rapidamente nell'unità di terapia intensiva coronarica. CASO CLINICO Discussione. • Quale il ruolo dell'I.P. in queste fasi? CASO CLINICO CASO CLINICO Si è voluto descrivere l'iter diagnostico/assistenziale da parte dell'Infermiere dell Infermiere Professionale, dall'ingresso dall ingresso in P.S. del paziente fino al suo ricovero in UCC, per sottolineare la grande importanza che riveste il precoce riconoscimento dei segni patologici di un ECG, sia esso a 12D che a una derivazione e un'accurata analisi del riferito anamnestico raccolto dall'Infermiere Professionale. E' in questo caso, come in altri, che l'Infermiere Professionale di Pronto Soccorso, deve necessariamente dimostrare di avere conoscenze e competenze, ma soprattutto capacità di valutazione e riconoscimento del rischio, reale o potenziale, per attivare una successione di interventi mirati già prestabiliti (protocollo) Probabilmente, (protocollo). Probabilmente il caso descritto, descritto essendo uno tra i tanti, non stupisce gli addetti ai lavori. 56 26/03/2009 CASO CLINICO CASO CLINICO • E', tuttavia, l'esempio di come sia importante non sottovalutare mai nulla, mettere in atto rapidamente e correttamente e autonomamente, tutte le l conoscenze tecniche, assistenziali, cliniche, applicando a sua volta una procedura standard (per ridurre i tempi) ma modificabile, come modificabile è l'urgenza che, l'urgenza, che come nel caso in oggetto, oggetto si trasforma rapidamente in emergenza. • Tutto quanto descritto fino a ora, non è certamente una eccezione relativa all'attività dell'Infermiere Professionale di Pronto Soccorso. Ogni giorno gli infermieri di area critica in g genere,, sono impegnati p g nell'affrontare casi emblematici che riguardano il ruolo e la funzione reale di ogni Infermiere Professionale, che riguardano il mansionario, la responsabilità professionale, civile e penale. Se analizziamo in ogni sua parte la sequenza diagnostico/assistenziale del caso in oggetto ci rendiamo subito conto che ll'efficienza efficienza e ll'efficacia efficacia delle procedure messe in atto dagli Infermieri, dimostrano l'elevata qualità dell'assistenza nei confronti di un paziente critico, uscendo contemporaneamente da quelli che dovrebbero essere gli atti dovuti in base al mansionario. CASO CLINICO CASO CLINICO • L'Infermiere Professionale di Pronto Soccorso e di area critica in genere, ogni giorno si trova a dover affrontare la tematica del mansionario. Il dilemma è: seguire rigorosamente, punto per punto l'elenco delle mansioni o imbattersi in rischiose deviazioni offrendo però, un'assistenza un assistenza di qualità e di livello compatibile con le reali capacità di un professionista dell'assistenza? • Ciò che intendo dire, esponendo uno degli innumerevoli casi in cui si rischia di violare la legge, è che il ruolo dell'assistenza infermieristica, oggi, non può essere più considerato in funzione di una legge, la 225 (finalmente in via ia di abrogazione ab oga ione definitiva), definiti a) vecchia ecchia e non più compatibile con l'evoluzione scientifica, con il rinnovamento formativo, e soprattutto con la crescente richiesta da parte dei cittadini di qualità del servizio sanitario. • Questo non significa che l'Infermiere deve sostituire il Medico, anche se nelle situazioni di urgenza ed emergenza, i ruolili spesso finiscono fi i non solo l per integrarsi ma quasi per confondersi. L'Infermiere è il più stretto collaboratore del medico, e grazie ad una più ampia sfera di autonomia, se concessa e riconosciuta, può, insieme, decidere, applicando le proprie conoscenze e capacità, una sequenza diagnostico/assistenziale e terapeutica, come nel caso descritto. 57 26/03/2009 CASO CLINICO • Tutto questo però deve avere un supporto normativo, diverso da quello attuale. Non più decreti estemporanei o aggiornamenti legislativi che lasciano spazio alle più svariate interpretazioni a seconda della convenienza. • E' necessario far presto e agire sempre più con competenza, dimostrando così che la professione infermieristica è Scienza, Cultura, Organizzazione, Qualità, Autonomia dell'Assistenza al malato e non più o solo una scelta vocazionale. • CARATTERISTICHE FONDAMENTALI PER L’INFERMIERE NEL SISTEMA DELLA EMERGENZA - URGENZA: • • • • PREPARAZIONE SPECIFICA ESPERIENZA PROFESSIONALITÀ ELASTICITÀ MENTALE PREPARAZIONE SPECIFICA PREPARAZIONE SPECIFICA • Il professionista deve acquisire, attraverso corsi specifici, tecniche e metodiche comportamentali che permettano la padronanza in regime d'urgenza, dove per tecniche si intendono: • ACLS (Advanced Cardiac Life Support) per l'acquisizione di tecniche di assistenza avanzata al paziente in arresto cardiaco; • PHTLS dove do e si acquisiscono acq isiscono le tecniche per pe la gestione, immobilizzazione e assistenza del paziente traumatizzato; • Conoscenze approfondite sulla metodica del triage extra e intraospedaliero; • Profonda conoscenza e abilità nella gestione e impiego delle tecnologie, strumentazioni e presidi assistenziali. • BLS (Basic Life Support) cioè sostegno delle funzioni vitali di base, mediante rianimazione cardiopolmonare e cerebrale nelle persone adulte; • PBLS (Pediatric Basic Life Support) per l'acquisizione di tecniche di rianimazione di base come il BLS solo che nei bambini che vanno da 0 a 8 anni; 58 26/03/2009 PREPARAZIONE SPECIFICA • • • • Per metodiche comportamentali si intendono: gestione dell dell'emotività; emotività; comunicabilità, prevenzione della Sindrome del Soccorritore e della sindrome da Burnout. Ciò dimostra che anche nell nell'area area critica l'aspetto relazionale ed educativo è fondamentale come indicato dal profilo professionale dell'infermiere. PREPARAZIONE SPECIFICA • Chiaramente questi corsi devono: • avere una verifica semestrale visto che le vere emergenze corrispondono dall' l% al 3% della totalità delle richieste di soccorso; • devono essere effettuati prima, e non dopo l'inserimento presso un servizio di 118 o Pronto Soccorso, in base alla discrezionalità dell'operatore: • Inoltre, l'organizzazione del Servizio d' d'emergenza d dovrebbe bb prevedere d il lavoro l d'equipe, multidisciplinare, basato sulla discussione critico - costruttiva, dei casi e sulla ricerca per un miglioramento continuo degli standard assistenziali. ESPERIENZA ESPERIENZA • Questa caratteristica è intesa come acquisizione diretta, teorico/pratica di nozioni che permettono all'infermiere che opera nel settore emergenza sia la veloce valutazione dello stato di gravità del paziente, sia l'assistenza mirata al problema. • L'esperienza chiaramente si acquisisce sul campo, ma la vera esperienza non è tanto ll'assistenza assistenza meccanica a un numero infinito di pazienti, caratteristica anche questa importante; ma soprattutto è la pianificazione dell'assistenza tanto mirata quanto soggettiva, nonché la ricerca . • È qui che il servizio d'emergenza dovrebbe mettere a disposizione una persona incaricata dell'esercizio della tutela - cioè un tutor specializzato e formato ad hocche si dedicherà all'affiancamento del professionista recentemente assunto a tale servizio, per un tempo necessariamente sufficiente per ll'acquisizione acquisizione della completa autonomia decisionale, assistenziale, professionale. 59 26/03/2009 PROFESSIONALITA' ELASTICITA ' MENTALE • La professionalità, qualità che non si acquisisce solo tramite un titolo come altre qualità dell'individuo, è una caratteristica personale che nasce con il professionista, insieme alla consapevolezza e al suo credo convinto verso valori e principi che rendono la professione così importante nella società. • Particolare riguardo quindi, all'infermiere professionale che opera nell'ambito dell'area critica in quanto deve avere la capacità di analizzare ed intraprendere in modo sistematico l situazione assistenziale la l anche h in condizioni d d di stress. • Infatti spesso si trova a dover prendere decisioni, a organizzare, ed agire in regime di urgenza con limitate risorse. • È una delle caratteristiche necessarie al personale che opera nell'emergenza, soprattutto quella extraterritoriale, perché ogni intervento, per quanto medesimo che sia, sia non sarà mai corrispondente all'altro anche se a parità di codice e patologia. • Infatti il fattore che entra in gioco è la situazione in cui si è venuto a creare l'evento stesso. • Determinanti sono Linee Guida e Protocolli interni alla Centrale Operativa/Pronto Soccorso dove il personale sanitario deve fare riferimento e da questo pianificare l'assistenza migliore da applicare alla realtà in cui si trova. • Alla luce di queste considerazioni si deduce che l'infermiere oggi è un professionista sicuramente più qualificato, ma anche soggetto a livelli di stress altissimo perché più esposto dal punto di vista emozionale. • Come tutti coloro che svolgono "HELPING - PROFESSIONS" anche gli infermieri sono investiti da pressione emotiva continua che sommandosi a carichi di lavoro eccessivi si traducono in fattori di stress continuo. • Nonostante l'alto livello di preparazione degli operatori, i risultati, nel settore dell'emergenza non sono sempre quelli sperati, basti pensare che nelle Rianimazioni Cardio Polmonare Cerebrale (RCPC) la sopravvivenza è tra il 3% e il 20%,, ciò significa g che anche nella migliore g realtà e condizione, 4 volte su 5 falliscono nel loro intento. • Un tentativo di RCPC è una manovra molto faticosa che lascia ai soccorritori un senso profondo di stanchezza e a maggior ragione, se questa non riesce può dare origine a turbe psicologiche persistenti. persistenti Alcuni interventi sono particolarmente stressanti e tendono a causare disturbi che possono protrarsi nel tempo, soprattutto nei casi in cui rimangono coinvolte persone giovani o in caso di incidenti con gravi traumi. 60 26/03/2009 • Da ciò si evince che per gli infermieri operanti in area critica lo stress è correlato allo sforzo fisico, alla difficoltà, alla gravità delle scelte richieste e alla valutazione della realtà concomitante ad elevato rischio per il paziente. • Devono essere fatte scelte rapide da cui dipende la sopravvivenza del paziente, le responsabilità e i rischi sono elevati e data la difficoltà degli interventi, interventi spesso gli insuccessi sono proporzionali alle frustrazioni, mentre le gratificazioni sono di gran lunga inferiori all'impegno richiesto. • I professionisti che operano in ambienti dove il contatto con la malattia e la morte è continuo, sono esposti a fattori di stress elevato, inoltre, sono costretti a sovraccarichi di lavoro, non percepiscono salari adeguati e non hanno possibilità di carriera. In queste situazioni il rischio che insorga la "sindrome del Burnout" è molto elevata. • Situazioni di questo tipo protratte nel tempo portano ad una percezione di fragilità g e di insicurezza,, ad una diminuzione delle difese interiori e ad una errata interpretazione delle realtà circostanti, quindi a situazioni rischiose per gli interventi in emergenza. • Per Burnout si intende quel fenomeno di disagio, risultante dagli effetti cumulativi dello stress in ambienti di lavoro. • Per raggirare tale situazione, si deve evitare di ricorrere a false e facili soluzioni alternative, come cercare di dimenticare situazioni spiacevoli assumendo più alcool, cibo, psicofarmaci o aumentando il numero di sigarette fumate. • È importante, invece, cercare di prevenire g di tale sindrome,, curando seriamente l'insorgere maggiormente le relazioni familiari e sociali, i periodi di riposo, le abitudini di vita, regolando la quantità di sforzo fisico quotidiano ed i ritmi sonno veglia. 61 26/03/2009 •E importante inoltre conoscere le caratteristiche organizzative della propria unità operativa, dove possibile, programmarne eventuali cambiamenti, approfondire f di l la propria i preparazione i tecnico-scientifica, partecipando a corsi o ad esercitazioni e curare con attenzione la qualità delle relazioni. • La metodica, che fino ad ora è risultata essere la più valida, è quella che permette di riesaminare analiticamente situazioni di rilevanza particolare: è il "DEBRIFING", parola l di derivazione d i i anglosassone l che h non trova esatto corrispondente nella traduzione in lingua italiana. • Deriva dal verbo "to debrief' che tradotto significa g interrogare g o chiedere rapporto pp verbale (esempio al personale militare di ritorno da una missione). • Nella pratica professionale consiste nell'effettuare revisione critica di un evento fallimentare o una pratica che si è conclusa con successo, che permette, a tutti coloro che ne prendono parte, di elaborare i propri sentimenti o le loro preoccupazioni. Tale revisione dovrebbe essere eseguita dopo ogni manovra fallita o dopo ogni evento che ha avuto rilevanza particolare e dovrebbero parteciparvi tutti coloro che hanno preso parte. Perché la pratica del "debrifing" abbia successo, è necessario che la revisione critica-analitica, avvenga il prima possibile dopo l'evento,, alla p presenza di tutti i membri dell'equipe, all'interno della quale è stato individuato un leader (esempio professionista più esperto), che sappia condurre la discussione per un'appropriata revisione critica dell'evento in analisi. • Bisogna valutare attentamente la conduzione dell'emergenza, analizzare le singole manovre e permettere una conseguente discussione. È utile chiedere raccomandazioni e suggerimenti da sfruttare in eventi futuri. Tutti devono poter esprimere i propri sentimenti: la gioia, gioia la rabbia, rabbia l'ansia, ed i possibili sensi di colpa. Chi non può prendere parte al "debrifmg" deve essere informato di quanto discusso e delle raccomandazioni che ne sono derivate. Nel caso in cui l'argomento in esame è una rianimazione cardio-polmonare cardio-polmonare, sarebbe utile non solo discutere l'aspetto tecnico, ma anche quello umano ed etico di tale manovra, che data la sua importanza, dovrebbe essere tenuto in seria considerazione, non solo nella pratica quotidiana, ma anche durante l'addestramento. 62 26/03/2009 • E importante conoscere i nostri limiti, per evitare inutili accanimenti, che possono risultare avvilenti sia per i pazienti che per i soccorritori. Infatti, il trattamento cardiaco è mirato ad agire su "cuori troppo giovani per morire" e non a curare "cuori troppo malati per vivere"; perché l'unico risultato ottenibile è quello di prolungare inutilmente il processo di morte. Nel momento in cui si interrompe una rianimazione cardio-polmonare, bisogna aver chiaramente presente la situazione che ne deriva ed è importante sapere qual'è il più idoneo comportamento da tenere. Qualora risulti necessario,, è utile assicurarsi l'aiuto di uno psicologo, di un assistente sociale o di un sacerdote. Molte altre sarebbero le cose da tenere in seria considerazione, purtroppo però nessuno di noi ha un libretto d'istruzioni da sfogliare al momento del bisogno, occorre solo saper gestire le più varie situazioni, con professionalità ed eticità. • È utile conoscere profondamente se stessi, saper gestire le proprie reazioni, saper creare la giusta distanza tra sé e l'altro, saper dare l'ordine giusto alle cose anche in situazioni di confusione f i estrema. t • In conclusione l'emergenza deve basarsi su una seria preparazione a tutti i livelli. livelli • La qualità dell'assistenza è determinata da una serie di fattori che interagiscono g fra loro e sono: • motivazione, formazione e soprattutto un orientamento ricerca. i mentale verso la 63 26/03/2009 Il triage g avanzato nella gestione del dolore acuto in pronto soccorso 9la localizzazione 9l’intensità 9la qualità 9il modello temporale • SCOPO DEL LAVORO g gli obiettivi g • Distinguiamo osservazionale in: dello studio prospettico p p • SCOPO DEL LAVORO g gli obiettivi g • Distinguiamo osservazionale in: dello studio prospettico p p • obiettivi generali • obiettivi infermieristici specifici • valutare la prevalenza del sintomo dolore nel Pronto Soccorso • valutare ll’impatto impatto dell dell’utilizzo utilizzo di analgesici, analgesici suddivisi in tre categorie (antinfiammatori non steroidei, tramadolo, oppiacei • stimare il tempo di latenza tra la presentazione del sintomo al triage e l’impiego di analgesia • stimare l’efficacia dell’analgesia impiegata • valutazione delle modalità di approccio al paziente sofferente, con particolare attenzione al paziente pediatrico ed al paziente fragile • capacità di riconoscere e classificare il dolore (modalità di comparsa, insorgenza, durata, localizzazione, caratteristiche, correlazione con i bisogni compromessi) • modalità di rilevazione dell’intensità del dolore (scale di valutazione, registrazione) 64 26/03/2009 CONCLUSIONI • SCOPO DEL LAVORO g gli obiettivi g • Distinguiamo osservazionale in: dello studio prospettico p p • obiettivi infermieristici specifici • modalità di trasmissione al medico dei dati e delle informazioni utili per un inquadramento diagnosticoterapeutico • conoscenza dei principi della terapia antalgica, in particolare quella farmacologica, • i principali farmaci, le vie di somministrazione, gli effetti benefici, quelli collaterali e gli eventuali rimedi • modalità di informazione ed educazione al paziente, alla famiglia, al fine di migliorare la qualità della vita • L'infermiere è d'aiuto quando comprende: • che il dolore, benché soggettivo, è un'esperienza reale ed universale, e • che il capire il dolore e l'alleviarlo è una delle più grandi responsabilità infermieristiche. • Grazie alla vicinanza costante al paziente con dolore, l'infermiere è nella migliore condizione per offrire un'assistenza mirata, specifica e funzionale • il dare questo supporto è una sfida, una responsabilità ed un privilegio, oltre che ovviamente • Un dovere professionale ed un impegno deontologico. CONCLUSIONI CONCLUSIONI • Per questa ragione la formazione specifica ifi sulla ll gestione ti d l dolore del d l i in Pronto Soccorso degli operatori sanitari è un punto chiave per il trattamento del dolore e deve avere un carattere multidisciplinare e continuativo. continuativo • Gli obiettivi del percorso formativo devono comprendere: • l'approfondimento delle conoscenze neurofisiologiche di base del sintomo dolore e delle sindromi dolorose, • il miglioramento della capacità di valutarne le caratteristiche e la definizione di modalità del trattamento con l'ausilio di specifici protocolli riconosciuti e condivisi. 65 26/03/2009 CONCLUSIONI CONCLUSIONI • Il principio del consenso alle cure. • Tabella - Manovre sanitarie abitualmente eseguite da soccorritori. • Non esiste un mansionario del soccorritore, cioè un elenco delle manovre che egli può legittimamente eseguire o delle tecniche che deve conoscere; ci affidiamo così alla prassi comune; essa indica che il soccorritore in genere:riconosce e valuta i parametri vitali e le principali alterazioni;esegue manovre rianimatorie di base (massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale);somministra ossigeno secondo i protocolli;immobilizza colonna vertebrale, bacino ed arti;pratica una emostasi;protegge e medica temporaneamente le ferite;assiste un parto d'emergenza;trasporta un paziente in qualsiasi condizione egli sia, posizionandolo a seconda della patologia presunta;sottrae un ferito od un malato da imminenti situazioni di pericolo. • Nel nostro ordinamento vige g il p principio p del consenso alle cure da parte del paziente: l'art. 32 della Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale dell'individuo. Ciò significa che una persona, capace di intendere e di volere, può sempre rifiutare di essere sottoposta a trattamenti sanitari (che includono anche il trasporto in ambulanza ed il primo soccorso). • Le uniche eccezioni a questo principio sono particolari circostanze previste dalla legge come il trattamento sanitario obbligatorio, che tratteremo più avanti, o le vaccinazioni obbligatorie. • Oltre a questi casi, nessuno genericamente capace ed edotto dei rischi cui potrebbe essere esposto, può essere obbligato a curarsi; di conseguenza, il soccorritore non potrà mai costringere il paziente a salire sull'ambulanza per essere portato all'ospedale. Articoli di legge. CONCLUSIONI • Il principio del consenso alle cure. • Costituzione. • La a ssituazione tua o e ca cambia b a in p presenza ese a de dello o stato d di • Art. t 3 32 - La a Repubblica epubb ca tute tutela a la a sa salute ute necessità: se una persona dovesse trovarsi in pericolo di un danno grave, si potrà intervenire anche senza il suo consenso, sia perché non è in grado di darlo (paziente in coma dopo un incidente stradale), sia perché non vuole darlo (paziente che ha tentato il suicidio). Il ricorrere dello stato di necessità, necessità e solo questo caso, caso giustificherà dunque un intervento a prescindere dal consenso. come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. 66 26/03/2009 Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 54, "Stato di necessità" - Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Questa disposizione non si applica a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo. La disposizione della prima parte di questo articolo si applica anche se lo stato di necessità è determinato dall' altrui minaccia; ma in tal caso, del fatto commesso dalla persona minacciata risponde chi l'ha costretta a commetterlo. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 316, "Peculato mediante profitto dell'errore altrui" - Il pubblico ufficiale o ll'incaricato incaricato di un pubblico servizio, il quale nell'esercizio delle funzioni o del servizio, giovandosi dell'errore altrui, riceve o ritiene indebitamente, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. anni Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 314, "Peculato" - Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che avendo p per ragione g del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria , è punito con la reclusione da tre a dieci anni. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è stata immediatamente restituita. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 323, "Abuso d'ufficio" - Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che, che al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio non patrimoniale o per arrecare ad altri un danno ingiusto, abusa del suo ufficio, è punito, se il fatto non costituisce un grave reato, con la reclusione fino a due anni. anni Se il fatto è commesso per procurare a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, la pena è della reclusione da due a cinque anni. 67 26/03/2009 Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 326, "Rivelazione ad utilizzazione di segreti d'ufficio" - Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio che, violando i doveri inerenti alle funzioni od al servizio, servizio o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola la conoscenza in qualsiasi modo, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Se l'agevolazione è soltanto colposa, si applica la reclusione fino ad un anno. Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico sevizio che, per procurare a sé o ad altri un n indebito profitto p ofitto patrimoniale, pat imoniale si avvale a ale illegittimamente di notizie d'ufficio, le quali debbano rimanere segrete, è punito con la reclusione da due a cinque anni. Se il fatto è commesso al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto non patrimoniale o di cagionare ad altri un danno ingiusto, si applica la pena della reclusione fino a due anni. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 331, "Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità" - Chi, esercitando imprese di servizi pubblici o di pubblica necessità, interrompe il servizi, ovvero sospende il lavoro nei suoi stabilimenti, uffici o aziende, in modo tale da turbare la regolarità del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi ad un anno e con la multa non inferiore a lire un milione. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 328, "Rifiuto di atti d'ufficio; omissione" - Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, che per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica o di ordine pubblico o di igiene e sanità deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse nono compie l'atto del suo ufficio e non risponde per espo e le ragioni esporre agioni del ritardo, ita do è punito p nito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a lire due milioni. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 336, "Violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale" - Chiunque usi violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto dell'ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. anni La pena è della reclusione fino a tre anni se il fatto è commesso per costringere alcune delle persone anzidette a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o per influire comunque su di essa. 68 26/03/2009 Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 337, "Resistenza ad un pubblico ufficiale" - Chiunque usi violenza o minaccia per opporsi ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio o di servizio, o a coloro che, richiesti,, gli prestino assistenza, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. anni Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 357, "Nozione del pubblico ufficiale" - Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro che esercitano una pubblica funzione legislativa giurisdizionale od amministrativa. legislativa, amministrativa • Art. 358, "Nozione della persona incaricata di un pubblico servizio" - Agli effetti della legge penale sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio; per pubblico sevizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse f forme d ll pubblica della bbli funzione, f i ma caratterizzata tt i t dalla mancanza dei poteri tipici di quest'ultima, e con l'esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 340, "Interruzione di un ufficio o di un servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità" - Chiunque, q , fuori dai casi p previsti da particolari disposizioni di legge, cagiona un'interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino ad un anno. • Art. 348, "Abusivo esercizio di una professione" - Chiunque abusivamente professione eserciti una professione per la quale sia richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire duecentomila ad un milione. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 362, "Omessa denuncia da parte di un incaricato di pubblico servizio" - L'incaricato di un pubblico servizio che ometta o ritardi di denunciare all all'Autorità Autorità competente un reato del quale abbia avuto notizia nell'esercizio od a causa del servizio, è punito con la multa fino a lire duecentomila. Tale disposizione non si applica se si tratta di un reato punibile a querela della persona offesa. • Art. 494, "Sostituzione di persona" - Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, od attribuendo a sé o ad altri un falso nome o un falso stato ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, e il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno. 69 26/03/2009 Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 496, "False dichiarazioni sull'identità o su qualità personali proprie o di altri" - Chiunque, interrogato sull'identità, sullo stato o su altre qualità della propria o dell'altrui persona, persona fa mendaci dichiarazioni ad un pubblico ufficiale o ad una persona incaricata di un pubblico servizio, nell'esercizio delle funzioni o del servizio, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a lire un milione. • Art. 589, "Omicidio Omicidio colposo colposo" - Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 593, "Omissione di soccorso" - Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, od un'altra persona incapace di provvedere a sé stessa per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all'Autorità, è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo p umano che sembri inanimato, ovvero una persona ferita f od altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte, è raddoppiata. Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 590, "Lesioni personali colpose" - Chiunque cagioni ad altri, per colpa, una lesione p personale è p punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Se la lesione è grave, la pena è della reclusione da uno a tre mesi o della multa fino a lire seicentomila. Se la lesione è grave, la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della multa da lire duecentoquarantamila ad unmilioneduecentomila; se è gravissima, della reclusione da tre mesi a due anni o della multa da lire seicentomila a duemilioniquattrocentomila Articoli di legge. • Codice Penale. • Art. 593, "Omissione di soccorso" - Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, od un'altra persona incapace di provvedere a sé stessa per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all'Autorità, è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo p umano che sembri inanimato, ovvero una persona ferita f od altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte, è raddoppiata. 70 26/03/2009 71