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ANNO XXXIII / N. 1 / GENNAIO 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE) Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati SPECIALE EMIGRAZIONE / IV CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE SARDA PROPOSTE E PROGETTI PER RINSALDARE I LEGAMI CON LA SARDEGNA DALL'ARGENTINA MARTORIATA SEGNALI DI SPERANZA DALLE NUOVE GENERAZIONI LA REGIONE ISTITUISCE UN NUMERO VERDE 08004440940 CULTURA DIBATTITO A BERLINO SUL FUTURO DELLA LINGUA SARDA RIFORME ASSEMBLEA COSTITUENTE E RISCRITTURA DELLO STATUTO IN UN CONVEGNO A PAVIA IL MESSAGGERO SARDO 3 GENNAIO 2002 Inno sardo e incisioni audiocassette Cerca notizie di Beniamino e Ivan Locci Caro Messaggero Sardo, ho letto con piacere quanto avete scritto nel numero 5 del mese di maggio a proposito dell’inno sardo. Avrei piacere, se non chiedo troppo, se poteste pubblicare anche la traduzione in italiano del testo perché, leggendolo in dialetto, ho difficoltà a capire il vero contenuto. Le singole parole le capisco quasi tutte ma, mettendole insieme, dopo averle tradotte in italiano, mi accorgo che la mia traduzione letterale è molto difettosa, perché viene fuori un testo un po’ sconclusionato. Purtroppo in Sardegna, a seconda dell’area geografica, il dialetto cambia, e dei tanti parlati nella nostra isola io ne conosco solo uno, che non è quello che ha usato l’autore che ha composto l’Inno Sardo. Per quanto riguarda, invece, l’indicazione della registrazione posso dirla io. L’Inno Sardo fa parte di una raccolta di canti patriottici incisi su un’audiocassetta intitolata “Inni e Canti della Patria”, siglata DKC 440, prodotta da Bruno Barbone. Il distributore e Duck Record s.r.l. via Gioberti, 3 - 20090 Trezzano sul Naviglio (Milano), tel. 02/ 4844991 - fax 02/48403323; http:/www.amerigo.it/duckrecord; e-mail: duck.record interbusiness.it. L’edizione di questo brano, che è un’incisione d’epoca, è ottima; anche la registrazione è molto valida e consente una buona audizione. Fornendo i dati che ho indicato ad un qualunque negoziante di dischi, cd e audiocassette penso che sia possibile procurarsi la cassetta, sperando che sia ancora in catalogo, perché l’edizione è del 1991. Non so se esista anche una versione cd. A quanti riusciranno a procurarsi l’incisione auguro buon ascolto. Firma illegibile Caro Messaggero Sardo, sono un affezionato abbonato. Vi scrivo in merito all’articolo pubblicato nel numero di giugno 2001 relativo alla storia di Beniamino Locci e del figlio Ivan. Mi ricordo in particolare di quest’ultimo, in quanto, intorno agli ultimi anni Settanta, fu ricoverato per ustioni al Centro Grandi Ustionati di Torino dove lavoro tuttora come infermiere. Ho avuto modo di rivedere padre e figlio in un’altra occasione che risale, però, a molti anni fa e precisamente ad Alghero, in piazza Sulis. Vorrei poter rintracciare queste persone così come i colleghi che insieme a me lo hanno curato. Vittorio Marotto Torino Gentile lettore, la ringraziamo molto per le interessanti notizie fornite sull’Inno Sardo che sappiamo faranno particolarmente piacere agli appassionati, tra cui il sig. Angelo Pintus, portiere dell’albergo Entella di Genova che più volte è stato messo in difficoltà dai clienti interessati a conoscere l’“Inno Sardo”. Da parte nostra forniamo la traduzione del testo del canto scritto da Vittorio Angius nella versione sardo-campidanese. Il lavoro di trasposizione in italiano dalla lingua sarda, nella espressione dell’area meridionale dell’isola, è tratta dal volume di Francesco Cesare Casula “La terza via della Storia” (Il caso Italia) delle Edizioni ETS. Ci perdoni la sottolineatura, ma parlare di “dialetto” in questo caso èimproprio. Si tratta, invece, di una delle varianti della lingua sarda. Speriamo che la traduzione, che forniamo a lei e a diversi lettori interessati, secondo l’ordine del componimento tratto dallo stesso volume e pubblicato sul Messaggero precedente, possa essere di aiuto per l’interpretazione dei contenuti dell’Inno. Iddio conservi il Re Indica un avversario E infirmisi il valore E orrendo da lor cuore E gloria allo stendardo Tonar s’udrà il furore Conceda ognor del Re. Ad un tuo cenno, o Re. (Iddio...) Che in noi languisca l’animo Comanda cio’ che piacciati E infirmisi il valore Foss’anche troppo duro Per forza o per terrore Ed esser puoi sicuro Non mai temere o Re. (Iddio...) Che sarà fatto, o Re. (Iddio...) Un contro cento intrepidi La forza che mirabile A spade ed a mitraglie Sentirono i romani Su valli e su muraglie E prima gli africani Noi correremo, o Re (Iddio...) Potrai vedere, o Re. (Iddio...) Solo in sua morte cedere La forza che altri barbari Soleva il sardo antico Poteva già domare Né vivi all’inimico Saprà far operare Noi cederemo o Re. (Iddio...) Solo un tuo cenno, o Re. (Iddio...) Da’ fidi valent’uomini I fidi e valent’uomini se nati ci vantiamo O vedi tu contento ben proverem che siamo Che a te in qualunque evento Noi loro figli, o Re. (Iddio...) Quai fu, saranno, o Re. (Iddio...) Via P.F. Guala, 119 10135 Torino - tel. 011.61.49.72 Caro Marotto, abbiamo pubblicato integralmente il suo messaggio che affidiamo ai lettori del “Messaggero”. Buone cose. “Sardissima” chiede giornale per cugino Caro Messaggero Sardo, mi chiamo Antonietta Caboni e abito in Toscana, in un posto stupendo che si chiama San Gimignano, da ben 31 anni! Sono nata e vissuta a Busachi fino ai 7 anni e, malgrado tutti questi anni lontana dalla mia terra, sono ancora, e per fortuna, sardissima. Almeno una volta all’anno torno in Sardegna per riossigenarmi di “sarditudine” e ciò nonostante ho sempre una forte nostalgia. Ti ringrazio per la tua presenza in casa mia e mi complimento per il tuo lavoro e, ultimamente, anche per una certa puntualità. Approfitto con questa lettera per chiedere di conoscere l’origine del mio cognome sapendo che a Cagliari c’è anche una via. Ancora un piacere: segnalo l’indirizzo di un mio cugino anche lui interessato a ricevere il giornale. Antonietta Caboni via San Biagio, 33 53037 San Gimignano (Siena) Di dimostrarti cupidi La fede e il loro amore Le vene in grand’ardore Sentono i Sardi, o Re. (Iddio...) Cara Caboni, abbiamo preso nota delle richieste che esaudiremo al più presto. Vende casa rurale con terreno ma non scrive dove Appello a personalità sarde eminenti per rilancio Isola Caro Messaggero Sardo, da tanti anni ricevo il giornale a casa e vi ringrazio di cuore. Vi chiedo per cortesia di pubblicare questo annuncio per la vendita di una casa rurale fatiscente ma con tanto terreno, 750 metri/quadrati, e il pozzo dell’acqua, nel centro del paese. L’ho ereditato dai miei genitori e si trova in un paese tranquillo e benservito a 30 chilometri da Cagliari. Chiedo 60 milioni trattabili. Gli interessati possono telefonare al numero 011/7792496. Tarquinio Marras Caro Messaggero Sardo, ormai da diversi anni vivo e lavoro a Trieste, ma nonostante i quasi mille chilometri di distanza, cerco di non perdere l’occasione per tenermi aggiornato, anche con l’aiuto del “Messaggero”, e di essere partecipe degli accadimenti che riguardano l’isola. Uno dei vantaggi, determinati da questa posizione esterna e lontana, è quello di poter valutare obiettivamente e con costruttivo senso critico, slegato da sentimenti emotivi o interessi personali, quella che è la conduzione della vita, l’individuazione e risoluzione dei vari problemi da parte degli Enti ed Istituzioni preposti. Ho notato principalmente due fattori che ritengo intimamente importanti e mi permetto qui di espri- Torino Caro Marras, abbiamo pubblicato l’annuncio anche se è incompleto. Avrebbe, infatti, dovuto indicare il paese e l’indirizzo dove abita. Auguri. mere. Il primo riguarda l’amministrazione della Regione, senza fare riferimento ad alcuno particolare schieramento politico o periodo di legislatura, che nel corso degli anni ha portato, per colpa grave, cronica incapacità e scarsa volontà dell’agire per il bene della collettività, ad una lenta ma inesorabile situazione di deterioramento, abbandono e perdita che ha determinato una lacunosa arretratezza in quasi tutti i settori. Basti solo pensare alle innumerevoli crisi nei delicati periodi di bilancio che ha visto sfumare denaro dello Stato e dell’Unione Europea a discapito dei tanti progetti di pubblica utilità da realizzare. Inoltre, per quanto possa essere importante dal punto di vista culturale, storico e tradizionale, non è prioritaria una discussione su temi quali “la benda sui mori”, “la limba sarda nelle scuole” e via discorrendo, quanto quella su concreti problemi di sviluppo, miglioramento delle infrastrutture, servizi, rete viaria, disoccupazione ecc. Tale situazione delinea un quadro indecoroso, ingiusto e non corrispondente alle reali potenzialità di una Terra che è una ricchezza inestimabile assieme al suo popolo che ne è patrimonio e che non merita ciò. Il secondo punto riguarda gli emigrati che sono sempre stimati e ben voluti e, con intuito e impegno, hanno credito e fiducia professionale ovunque stabiliscano dimora ed in qualunque campo. Dimostrazione ne è il fatto che, sempre più spesso possiamo osservare, ad esempio, nell’attuale Parlamento, gli incarichi di responsabilità o rappresentanza vengono sovente affidati a personalità “sarde”. Ora, perché tanti, non tutti, fra i nostri corregionali che raggiungono posizioni prioritarie e di comando, quasi non sentendo più quell’antico legame con la madre terra, non pongono positivamente la loro influenza e capacità per rilanciare la Sardegna? Perche’ tanti di questi nostri imprenditori, artisti e illuminati di ogni campo non investono, raggiunta posizione e successo, sullo sviluppo della loro Terra? Ho un desiderio, quello che un giorno possa ritornare a casa, più ricco di conoscenze e carico d’esperienza rispetto a quando sono partito, avendo un ruolo che mi permetta di poter concretamente agire per applicare tutto quanto di più utile e necessario al miglioramento del mio paese che, negli anni, avrò appreso. Gianfelice Loddo via Francesco Hermet, 7 34123 Trieste Caro Loddo, abbiamo sintetizzato qualche passaggio della sua lunga lettera, rispettandone però il senso. Per quanto sia difficile stabilire in modo definitivo le priorità che devono essere perseguite, è indubbiamente apprezzabile la domanda-appello rivolta alle eminenti personalità sarde. Siamo, tuttavia, convinti che per quanto uno possa diventare importante, non dimentichi mai il luogo che gli ha dato i natali e faccia sempre di tutto per privilegiarlo. Cambio Codice Postale in Germania Caro Messaggero Sardo, già da un po’ di tempo è cambiato il codice postale di Augsburg. Purtroppo avendo poco tempo a disposizione ho sempre rinviato per fartelo sapere. Comunque ho sempre piacere di leggere il giornale e nell’occasione chiedo informazioni sull’origine del mio cognome. Gian Paolo Magari Carron du Val st.20 86161 Augsburg (Germania) Caro Magari, trasferiremo la sua richiesta di notizie sul cognome a chi di dovere e al più presto aggiorneremo il codice postale. Buone cose. Diego Gabriel Porcu e Antonio Serra non sono cugini Caro Messaggero Sardo, nel numero di ottobre ho letto l’appello di Diego Gabriel Porcu di Rosario di Santa Fe’, in Argentina, che presumeva di essere mio cugino in quanto nomi e cognomi dei nostri parenti (da lui letti sul giornale di alcuni mesi fa nel Circolo Sardo di Rosario) erano uguali. Purtroppo discendiamo da due famiglie diverse, originarie di due paesi vicini: Sedilo, i miei, e Santulussurgiu, i suoi. Comunque ho spedito una e-mail a Diego Gabriel e ho iniziato a fare ricerche per lui attraverso i miei amici di Santulussurgiu. Approfitto dell’occasione per richiedervi di inviare il giornale a mio cugino in Argentina. Antonio Serra via Bacaredda, 38 09127 Cagliari Caro Serra, ci avrebbe fatto piacere sapere che Diego Gabriel Porcu aveva raggiunto lo scopo. Siamo, però, certi che, anche grazie al suo aiuto, potrà coronare il sogno di ritrovare il cugino. Stia tranquillo per la richiesta in quanto verrà soddisfatta al più presto. Cordialità. Innamorato Sardegna permuta appartamento a Sezza con casa al mare Caro Messaggero Sardo, ricevo regolarmente il mensile e ringrazio per l’invio anche se non sono sardo di nascita, sono innamorato della Sardegna. Possiedo un appartamento a Sezza (Latina), affittato a lire 350.000 mensili (l’inquilino paga regolarmente l’affitto tramite vaglia postale) e vorrei permutarlo con uno al mare in Sardegna (non importa dove in quanto è tutta bella). Questo mi permetterebbe di andare nell’isola sempre più spesso. Alessandro Zanotti via Emilia, 125 40026 Imola (Bologna) tel. 0542/24215 cell. 347/2406580 Caro Zanotti, abbiamo pubblicato l’annuncio e speriamo che possa avere riscontri. EDITORIALE 4 GENNAIO 2002 I n questo numero del Messaggero abbiamo dedicato ampio spazio al congresso della Federazione dei circoli sardi in Argentina che si è tenuto a Mar del Plata nei primi giorni di dicembre. Lo abbiamo fatto ritenendo doveroso dare voce a quella parte del popolo Sardo che trovandosi a così grande distanza dall’Isola ha minori opportunità di far sentire le sue istanze, ma lo abbiamo fatto soprattutto per l’importante messaggio che i giovani sardi-argentini, discendenti di seconda, terza e quarta generazione hanno portato al congresso. Un messaggio di collaborazione, di dignità, di speranza. Proprio mentre a Mar del Plata erano riuniti i rappresentanti della comunità sarda in Argentina, il governo adottava il provvedimento del blocco dei conti bancari che avrebbe fatto da detonatore in un momento drammatico. Ebbene nonostante la disperazione palpabile per il precipitare di una situazione già da tempo disperata la comunità sarda in Argentina ha dato dimostrazione di grande dignità e misura. Dal congresso non sono venute rivendicazioni né richieste generalizzate d’assistenzialismo. Gli emigrati sardi si sono limitati a chiedere la solidarietà degli altri sardi e l’intervento della Regione sul Governo nazionale perché attivi politiche d’aiuto. I giovani discendenti dei sardi emigrati all’inizio del secolo scorso e fino agli anni 50, hanno chiesto che gli fosse offerta l’opportunità di realizzare progetti produttivi che possono aiutare loro a superare questo momento di difficoltà e nel contempo favorire lo sviluppo di relazioni economiche tra il loro paese e la Sardegna. Nei giorni successivi al congresso la situazione è precipitata e in poche settimane c’è stato un balletto di presidenti della Repubblica. Ci sono state proteste e ci sono stati morti. Non è azzardato dire che in Argentina si cominciano a nutrire preoccupazioni per lo stato democratico. La Sardegna è stata tra le Regioni più attive. Il Consiglio regionale – nonostante il clima di tensione tra maggioranza e opposizione – ha trovato sulla questione Argentina l’una- DALL'ARGENTINA UNA LEZIONE DA TENERE A MENTE nimità d’intenti e ha approvato un documento che impegna la Giunta ad intervenire con appositi provvedimenti e, nel contempo, a sollecitare iniziative dal Governo nazionale. Lo slancio con cui si è mosso l’assessore del Lavoro della Sardegna non ha trovato adeguate sensibilità in tutte le regioni. In alcuni casi è sembrato prevalere un atteggiamento egoistico su uno slancio di solidarietà. La Sardegna, comunque, ha attivato un numero verde per raccoglie- Dall'Argentina una lezione 4 da tenere a mente 6 Comincia in salita il cammino della Giunta Pili 7 Mauro Pili deciso a non cedere al ricatto dei franchi tiratori di Gherardo Gherardini di Giacomo Serreli Il presidente della Giunta favorevole al voto degli emigrati anche per le elezioni regionali 22 Si accende il dibattito sull'esigenza di cambiare lo Statuto speciale di Michele Mascia Efisio Serrenti rivendica per il Consiglio regionale un ruolo di parlamento dei sardi futuro sia in campo economico che culturale. Dall’altra parte dell’oceano, infatti, ci sono tante potenzialità da sfruttare e tante opportunità da cogliere. I sardi d’Argentina, così come quelli che stanno in Australia o in Svizzera, in Canada o in Germania, o in Lombardia, si sentono parte integrante di un unico Popolo. Il loro legame con l’Isola non si è mai spezzato, anzi la distanza lo ha rafforzato. È un dato da tener presente in questo momento che è tornata al cen- SOMMARIO EDITORIALE POLITICA REGIONALE re indicazioni e richieste d’aiuto. La vicenda Argentina deve aiutare tutti a fare una riflessione. In quel lontano paese vive una popolosa comunità sarda, profondamente legata alla sua terra d’origine. Una comunità che è stata per lungo tempo dimenticata. Dall’Argentina, se sapremo cogliere l’occasione che ci viene data da questo drammatico momento, potrà arrivare un forte segnale per il rafforzamento del legame tra i sardi e potranno anche aprirsi prospettive importanti per il SERVIZI DALLA SARDEGNA continuità territoriale 5 La è una realtà di Andrea Frailis 10 Cosimo Tavera orgoglioso del cammino compiuto È morto tziu Antonio Todde l'uomo più vecchio del mondo 23 di Giuseppe Deiana Geomag: il gioco che sfrutta il magnetismo di Puccio Lai EMIGRAZIONE Sardegna solidarietà 8 Dalla per il popolo argentino Il Consiglio regionale approva all'unanimità un odg per aiutare la comunità sarda Nell'Argentina martoriata segnali di speranza dalle nuove generazioni 9 servizi di Gianni De Candia IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati e le loro famiglie Edito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l. - Pres. Gianni De Candia Comitato di Direzione: Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia, Ezio Pirastu, Luigi Coppola Redazione e Amministrazione: Via Barcellona, 2 - 09124 Cagliari Tel. 070/664214 - Fax 070/664742 Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell'11-4-1969 Iscritto al Registro Stampa n. 217 Dalla comunità sarda proposte e progetti per rinsaldare i legami 11 Vittorio Vargiu rivendica un ruolo per gli emigrati nel nuovo Statuto sardo 12 Documento di piena adesione all'iniziativa per l'istituzione dell'Assemblea costituente 13 I progetti dei giovani per rinsaldare i legami con la terra degli avi 14 La delegazione sarda ricevuta dalle massime autorità dell'Argentina tro del dibattito politico la questione della riforma dello Statuto. Gli emigrati in Argentina hanno manifestato il convinto sostegno alla proposta per l’istituzione dell’Assemblea Costituente del Popolo Sardo. Condividono l’esigenza che lo Statuto speciale della Sardegna venga riscritto per riconoscere alla Regione la nuova Autonomia, adeguata ai tempi nuovi che si stanno vivendo in Italia e in Europa. Non si curano tanto degli aspetti formali, al centro del dibattito sulle riforme in Sardegna, su quale sia lo strumento più idoneo per la riscrittura dello Statuto. Vanno al cuore del problema e rivendicano – come hanno fatto già gli emigrati sardi in ogni angolo della terra – il loro diritto a non essere considerati cittadini di serie B. Vogliono che nel nuovo Statuto siano considerati alla stregua dei residenti in Sardegna. E chiedono anche di poter esercitare il loro diritto di voto, ora che il voto per gli italiani all’estero è diventato un diritto riconosciuto dalla legge, e partecipare all’elezione del Parlamento dei sardi. Ma anche di poter sedere con pari dignità in quella Assemblea. A favore delle loro richieste si sono già pronunciati esponenti delle diverse forse politiche. Anche il presidente della Giunta, Mauro Pili, si è detto favorevole alla concessione del voto agli emigrati. Restano da stabilire le modalità del coinvolgimento della comunità sarda nel mondo nel dibattito sulle riforme. Siamo certi che da quella parte potranno arrivare importanti e qualificati contributi per la riscrittura delle regole dell’Autonomia. La Sardegna nel terzo millennio deve riuscire a rompere un isolamento che dura da secoli per aprirsi all’Europa e al mondo. Solo così potrà cogliere le opportunità offerte dalla sua collocazione geografica, dal suo ambiente incontaminato, dalle sue produzioni naturali. Un ruolo fondamentale per superare quella sorta di provincialismo che affligge i sardi nella loro terra può essere svolto proprio dagli emigrati che hanno saputo confrontarsi con realtà diverse riuscendo ad inserirsi senza però perdere i valori della loro etnia, della loro cultura, della loro appartenenza. CULTURA Studiosi a confronto a Berlino sul sardo lingua regionale e europea 16 servizio di Gino Zasso 15 Luridiana promette iniziative per rinsaldare i rapporti e aiutare i sardi in Argentina 19 Riforma dello Statuto e prospettive di sviluppo in un convegno a Pavia 20 La Sardegna del 2000 tra esigenze e prospettive di sviluppo 28 La Filef sarda si rinnova e punta sui giovani di Marco Aresu RUBRICHE 29 Al congresso dell'Aitef rilanciato il ruolo delle associazioni di tutela 25 Sardegna notizie 26 Emigrazione servizio di Antonello De Candia di Valentina Orgiu Il ricamo e l'arte per far conoscere Teulada in Europa 32 di Maria Grazia Caligaris SPORT Il Cagliari di Sonetti ritrova gioco e gol e risale la classifica 30 di Andrea Frigo Il rilancio del basket. Il Banco di Sardegna capolista in B1 31 di Giampiero Marras Fotocomposizione, impaginazione, fotolito: PRESTAMPA - Via Nenni 133, tel. 070/883223 - 09045 Quartu S. Elena (CA) Stampa: Officine Grafiche SOCIETÀ POLIGRAFICA SARDA di Ettore Gasperini Editore - Cagliari - Via della Pineta, 24/36 - Tel. 070/303777-78 IL MESSAGGERO SARDO viene inviato gratuitamente dalla Regione Sardegna a tutti gli emigrati, in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in Sardegna. Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDO - Via Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARI e-mail: [email protected] IL MESSAGGERO SARDO 5 GENNAIO 2002 U n evento importante, di portata quasi “epocale”, ma sul quale pesano ancora confusioni e ritardi e l’incertezza dei ricorsi degli esclusi. Inseguita vanamente per trent’anni, ospite fissa e quasi ridicola dei programmi e dei proclami di Presidenti, Giunte e Consigli Regionali degli ultimi decenni, la continuità territoriale ha finalmente trovato pratica attuazione negli ultimi giorni del 2001, con un volo Meridiana decollato da Olbia alla volta di Roma; i Sardi hanno pagato un biglietto scontato rispetto ai non residenti nell’Isola, attuando così una parificazione nella possibilità di raggiungere il Continente che per molti anni avevano continuato a sognare. Entro qualche settimana i Sardi, sia quelli residenti ma anche gli emigrati, gli studenti e le persone anziane, potranno raggiungere Roma da Cagliari, Olbia e Alghero con 65mila e 800 lire, e Milano con 82mila e 400 lire. Ma l’inizio dei voli a tariffe agevolate non ha posto fine alle polemiche e, la firma del decreto, con il quale il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Lunardi darà il via ufficiale alla continuità, era ancora attesa a metà del mese di gennaio. Vediamo di fare un po’ d’ordine in una vicenda nella quale, anche i più esperti, faticano a districarsi. Il Governo, riconoscendo il diritto dei Sardi a spostarsi pagando le stesse tariffe degli altri cittadini italiani, ha imposto i cosiddetti “oneri di servizio” su collegamenù aerei, da Cagliari, Alghero e Olbia per Roma e Milano, 6 tratte considerate “Sociali” per le esigenze di spostamento. Dopo un lungo tira e molla è stata nominata una commissione di esperti (di nomina regionale e governativa) facente capo all’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che ha bandito la gara internazionale per quei 6 collegamenti; su una certa tariffa sarebbero state scelte le compagnie che avessero praticato e indicato in busta chiusa e sigillata i ribassi più consistenti, aggiudicandosi in “esclusiva” quelle tratte per la durata di 3 anni. La prima graduatoria, diffusa tra le polemiche, aveva assegnato due tratte ad Alitalia (la Cagliari/Roma e la Alghero/Roma) due a Meridiana (i collegamenti da Olbia con Milano e la Capitale) e uno a Volare (il Cagliari/ Milano, per 20 anni appannaggio della compagnia dell’Aga Khan; la tratta Alghero/Milano, invece, non era stata assegnata per mancanza di offerte adeguate. A rimanere esclusa da qualsivoglia collegamento fu allora Air One, che secondo voci aveva praticato i ribassi più consistenti sulle tariffe. Fioccarono i ricorsi e le richieste di sospensiva fino ai primi di dicembre allorché il Consiglio di Stato decise di sospendere la graduatoria e di chiedere alla commissione dell’Enac di riformularla, riammettendo Air One alla gara. Da cenerentola a principessa; la nuova graduatoria stilata dalla commissione dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ha premiato Air One che si è aggiudicata 3 tratte: i due collegamenti da Alghero per Roma e Milano ed il Cagliari/Milano, mentte Meridiana ha tenuto i due collegamenti da Olbia e all’Alitalia rimasto il solo Cagliari/Roma. Apriti cielo. È successo davve- TRASPORTI Sull'evento di portata epocale pesano ancora incertezze e confusione. Tariffe scontate sui collegamenti aerei per la Sardegna LA CONTINUITÀ TERRITORIALE È UNA REALTÀ di Andrea Frailis ULTIMORA CONFUSIONE SUI CIELI DELL'ISOLA Situazione ancora più confusa dopo la decisione del Tar del Lazio che ha accolto i ricorsi di Alitalia e Volare che chiedevano l’annullamento del provvedimento con il quale i collegamenti da Alghero per Roma e Milano e da Cagliari per Milano erano stati assegnati ad Air One. C’è confusione ma, per fortuna, le tariffe scontate per ora non si toccano e, anzi, alcune compagnie hanno cominciato ad abbassare le tariffe sugli altri colro di tutto. Volare (che nel giro di qualche giorno ha perso ogni collegamento aereo tra Sardegna e Continente) ha convocato una conferenza stampa nella quale ha attaccato pesantemente Governo, Regione, la commissione Enac e i “rivali” di Air One, men- legamenti tra Sardegna e Continente che non riguardano Roma o Milano. Per il 7 marzo il Tribunale Amministrativo del Lazio ha anche fissato la data per l’udienza di merito. E nel frattempo, il 21 gennaio la continuità territoriale ha avuto finalmente inizio anche dallo scalo di Alghero. Alle 6 e 50 del mattino è decollato il volo Alitalia per Roma, seguito alle 7 e 05 (con 5 minuti di ritardo) dal volo di Air One per Milano. tre Meridiana e Alitalia hanno preannunciato ricorsi vari, minacciando drastici “tagli” all’occupazione ad Olbia e Alghero, avendo perso due “tratte” che gestivano da decenni e senza le quali a loro dire non si giustificano più gli attualia livelli occupa- zionali. Sono 150 i posti di lavoro a rischio per Meridiana (che ha portato in piazza a Romai suoi dipendenti), almeno 200 per Alitalia che vorrebbe anche chiudere la scuola di addestramento al volo di Alghero, mentre sarebbero potenzialmente in pericolo anche 50 diopendenti della società che gestisce lo scalo algherese. Il tutto mentre Air One fa sapere che potrebbe anche accollarsi il personale lasciato libero dalle altre compagnie (ma fino a che punto si chiedono i lavoratori e, soprattutto, con il Contratto dell’Assoaerco o quello dei Meralmeccanici?) ma non rinuncia ed attaccare, prospettando a una quarta tratta. La protesta di Volare è stata durissima; è stata la prima compagnia a rompere monopolio di Alitalia sulla Cagliari/Roma, e ora si trova esclusa da tutte le tratte a tariffa scontata. L’amministratore delegato Vincenzo Soddu, si è detto pronto a rivolgersi alla magistratura “perché – ha detto –siamo stati derubati”. Soddu ha chiamato in causa la gara d’appalto, sostenendo che il sistema scelto penalizza i Sardi, e attacca con durezza la commissione che, a suo dire, avrebbe assegnato senza criterio i punteggi alle diverse compagnie. “Ripetto a Volare – ha detto Soddu – noi abbiamo una struttura esistente qui in Sardegna, e l’età media dei nostri aerei è decisamente più bassa, tutto ciò noi siamo fuori e loro hanno 3 tratte”. Una situazione di grande confusione, come è facile capire, con enormi interessi in gioco, con tattiche non sempre limpide e diuturni attacchi all’occupazione che angosciano i lavoratori e sindacati. Una parola definitiva dovrebbe essere detta con i pronunciamenti di Tar e Consiglio di Stato sui ricorsi presentati dalle compagnie escluse dalla graduatoria, anche se questa situazione rischia di perpetuarsi con una spirale senza fine, fatta di ricorsi, controricorsi e appelli. Meno male che il decreto del ministro dovrebbe essere varato comunque, consentendo alle compagnie di partire tutte con le tariffe scontate, mettendo al riparo i sardi dalle conseguenze giudiziarie delle richieste di sospensiva. Ma l’avvio ufficiale della continuità territoriale, ha dato la stura ad un’altra polemica, stavolta incentrata sulla natura dei provvedimenti che sono stati adottati. In pratica sia i lavoratori delle compagnie che si sono dette danneggiate dalla graduatoria, e sia consistenti pezzi del sindacato sardo hanno attaccato Governo e Regione, sostenendo che il sistema scelto (quello dell’assegnazione del collegamento in esclusiva per un periodo di 3 anni) danneggia l’occupazione ed esclude la pluralità dei vettori. Secondo i sindacati meglio sarebbe stato seguire il modello adottato dalla Francia per la Corsica, un modello che non assegna una tratta in esclusiva, ma al contrario interviene sul costo del biglietto venduto, rimborsando alla compagnia aerea la differenza tra la tariffa piena e quella decisa per i residenti. In questo modo, secondo i detrattori del sistema dell’esclusiva si garantisce su quel collegamento una pluralità di vettori che si farebbero concorrenza in termini di servizi offerti al passeggero, avendo interesse a staccare il maggior numero di biglietti per ottenere il rimborso. Una tesi che non convince Massimo Deiana, docente di Diritto della Navigazione presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, e componente di nomina regionale nella commissione dell’Enac che, in una intervista pubblicata da La Nuova Sardegna, difende con vigore le scelte fatte e attacca le compagnie. Deiana ha spiegato che si è trattato di un problema di soldi (70 miliardi non sono una cifra enorme) e soprattutto se queste cifre fossero state distribuite su un numero di rotte gli sconti sarebbero stati meno consistenti: “invece in questo modo ha detto Deiana – le tariffe sono davvero interessanti”. E alle compagnie che hanno protestato il prof. Deiana non risparmia critiche: “Alitalia e Meridiana non hanno creduto alla gara d’appalto – ha detto – perché rispettivamente sulla Alghero/Roma e sulla Cagliari/ Milano si sono presentate con offerte al ribasso pari a zero”. Un attacco alle compagnie condiviso dal neo assessore regionale dei trasporti, Tore Amadu che, in merito, ha scritto al ministio Lunardi: “Alitalia e Meridiana – scruve Amadu applicano tariffc altissime sui voli con scalo a Milano e Roma, perfino più alte di quelle praticate prima della continuità territoriale”. Secondo l’assessore “la storica conquista dei Sardi è paradossalmente pregiudicata dalla politica tariffaria adottata da Alitalia e Meridiana, che richiedono l’acquisto separato di due distinti biglietti, uno per ciascuna tratta, il cui costo complessivo supera di gran lungo quello che sarebbe stato richiesto se il biglietto fosse stato unico”. Attacchi ai quali Alitalia e Meridiana hanno risposto con decisione; la compagnia di bandiera non perde occasione per ricordare come in tanti decenni abbia dimostrato come i collegamenti con la Sardegna le stiano a cuore, mentre la compagnia dell’Aga Khan va oltre, annunciando biglietti a tariffee scontate anche per quelle tratte che non sono ricomprese nella continuità territoriale. IL MESSAGGERO SARDO 6 GENNAIO 2002 D ifficile esordio per la Giunta regionale guidata da Mauro Pili. Nel primo, importante confronto col Consiglio, quello sul Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), per ben due volte l’esecutivo ha dovuto incassare il “no” dell’Aula. Un segnale politico che ha prodotto preoccupazioni e tensioni nella maggioranza, anche se il presidente Pili ha detto a chiare lettere di non aver alcuna intenzione di dimettersi. Anzi, ha sfidato i “cecchini” del voto segreto ad uscire allo scoperto. Il Documento di programmazione, indispensabile base su cui costruire la manovra finanziaria per il 2002 ed il biennio successivo, è stato portato all’attenzione dell’Assemblea di via Roma il 19 dicembre. In 128 pagine, la Giunta ha in parte confermato ed in parte corretto le dichiarazioni programmatiche di Pili, trattando i temi che vanno dal ruolo della Sardegna nell’economia nazionale ed internazionale sino all’indicazione delle singole “strategie di sviluppo” e degli “indirizzi di spesa”. Le ha confermate nei grandi obiettivi: maggiori e più certe entrate fiscali, nuovo Piano di Rinascita, riforme istituzionali attraverso l’Assemblea costituente, massiccio ricorso al projet-financing per le opere pubbliche, più celeri procedimenti burocratici, impulso al turismo, centralità dell’impresa come motore dello sviluppo e come occasione di lavoro. Le ha invece corrette in due punti politici di grande rilievo: l’Intesa istituzionale di programma firmata nel 1999 da Massimo D’Alema e da Federico Palomba ed il Piano del lavoro approvato (con la legge 37 di quasi tre anni fa) dalla Giunta di Centrosinistra. Nel presentare il proprio programma al Consiglio regionale, Pili aveva parlato di “Nuova Intesa”, da reimpostare del tutto grazie al suo rapporto privilegiato col governo Berlusconi. Successivamente ha corretto il tiro, affermando di voler “ripartire” dal testo del 1999 (metano, energia, trasporti eccetera), con alcune riscritture per aggiornare i progetti. Più sensibile ancora la modifica al Piano del lavoro, che nelle dichiarazioni programmatiche di Pili era stato tralasciato, così come nel Dpef della giunta Floris (elaborato dall’allora assessore forzista al bilancio, Pietro Pittalis), proponendo un superamento della legge 37. Il nuovo Dpef ha invece confermato la validità dello strumento, pur sottolineando che le politiche attive per il lavoro non devono essere assistenzialistiche, ma puntare a produrre effetti positivi sull’economia. Il Dpef della giunta Pili si propone i seguenti tre traguardi essenziali: ventimila nuovi posti di lavoro in tre anni; riduzione del tasso di disoccupazione dell’1,5% annuo; riduzione della spesa pubblica del 5%. Le strategie operative del documento sono state illustrate in aula dal Presidente della Commissione bilancio, Giorgio Balletto (F.I.): “Il Dpef – ha detto – prende in considerazione tutti gli strumenti programmatici attualmente disponibili attraverso i quali è possibile intervenire nei processi di sviluppo economico e di crescita sociale dell’Isola: il POLITICA REGIONALE Lesecutivo subisce due bocciature sul Dpef ad opera dei franchi tiratori. Dure critiche dell'opposizione al documento di programmazione economica COMINCIA IN SALITA IL CAMMINO DELLA GIUNTA PILI di Gherardo Gherardini Quadro comunitario di sostegno 2000-2006, l’Intesa istituzionale di programma, i fondi Cipe per le aree depresse e le politiche regionali di bilancio”. Secondo il relatore di maggioranza, il documento, che indica le linee guida d’intervento a sostegno dello sviluppo economico regionale, contiene le giuste strategie per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: sostituzione graduale degli incentivi finanziari con incentivi automatici (su fiscalità e costo del lavoro), rivendicazione in sede comunitaria di regimi fiscali differenziati, revisione del regime delle entrate, Assemblea costituente, riforma della Regione. Nella prima relazione di minoranza, Pier Sandro Scano (Ds) ha detto che la critica fondamentale che il Centrosinistra rivolge al Dpef sta nel fatto che “la strategia del documento è campata per aria”, cioè le strategie vengono vanificate dalla debolezza della strumentazione. Altre osservazioni negative l’oratore ha formulato sui Programmi integrati territoriali (“improvvisati e confusi”), sulle politiche per l’occupazione (“trattate in maniera ambigua”), sull’ambiente (“ci sono due contraddizioni, una sulle coste l’altra sui parchi”), sull’amministrazione (“si fanno solo enunciazioni generali, senza cercare di avviare un serio sistema di monitoraggio per capire dove vanno a finire i soldi pubblici”). “Con tutti i suoi limiti e i suoi difetti – ha concluso Scano – il Documento costituisce la base di partenza per una discussione. Tutti ci chiediamo, però, se dietro il Dpef ci siano una Giunta ed una maggioranza”. “Questo è il Dpef delle beffe – ha esordito Luigi Cogodi (Rif. Com.), altro relatore di minoranza – perché arriva in aula quando dovremmo invece finire di discutere la legge finanziaria. Questo dice la legge e questo è il diritto dei sardi: avere un Governo che sappia almeno rispettare le regole della normale amministrazione. Ma il Centrodestra ha inaugurato una vera e propria strategia del disordine e non rispetta i tempi, per poter così agire senza controlli nella spesa e senza trasparenza”. E’ poi intervenuto il terzo relatore di minoranza, il sardista Giacomo Sanna, che ha giudicato il Dpef come un documento che si limita alla necessità della concertazione con le forze sociali. “Non siamo d’accordo – ha sottolineato – sull’impostazione delle politiche di sviluppo né sulla mortificazione e le strumentalizzazioni operate sulla continuità territoriale. Meglio sarebbe far trovare albergo al modello della Corsica”. Anche sulle politiche energetiche Sanna ha detto che “occorre chiedere uno sforzo straordinario allo Stato, che costringe i sardi a pagare il doppio”. L’esponente sardista ha espresso critiche anche per le scelte nei settori del credito e per le politiche di risanamento delle ex aree industriali. Dopo gli interventi di Gerolamo Licandro (F.I. – “dal Dpef emerge un solido sostegno all’economia, per evitare il ricorso allo sviluppo assistito”) e Cicitto Morittu (D.S. – “il documento è giunto in aula con enorme ritardo, trascura i temi ambientali e mortifica il ruolo degli enti locali”), ha preso la parola l’ex presidente Mario Floris, che ha assicurato pieno sostegno al documento, pur invitando la coalizione di maggioranza ad individuare “le ragioni dell’inquietudine politica” che serpeggia al suo interno. E’ poi intervenuto il diessino Giacomo Spissu (“la strada indicata col Dpef rischia di impoverire ulteriormente le aree più deboli”), al quale hanno fatto se- guito i Capigruppo. Per primo, Nello Cappai (Ccd), che ha definito il Dpef “un documento snello, tecnico ma anche politico”. In esso vengono approfonditi, ha detto, i punti cardine del programma del nuovo esecutivo: la revisione del sistema delle entrate e del Titolo terzo dello Statuto, la continuità territoriale per passeggeri e merci, il metanodotto Algeria – Sardegna – Corsica, le risorse idriche e l’Assemblea costituente. “Partendo da queste priorità – ha concluso – potranno essere affrontati e risolti i problemi storici della nostra isola”. Forti critiche sono state avanzate da Walter Vassallo (Rif. Com.). Esaminando i vari settori coinvolti dalle scelte economiche della Giunta, ha denunciato i gravi ritardi che si registrano nella politica industriale, con particolare riferimento al settore chimico. Altre riserve ha manifestato per le annunciate iniziative a favore del mercato del lavoro ed ha concluso affermando che il Dpef “contiene tante parole e pochi fatti” e che “non vi sono le condizioni minime necessarie per esprimere un giudizio positivo”. Per il capogruppo dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, il Dpef indica con forza “dove dobbiamo andare per perseguire lo sviluppo” e risponde alla “necessità di reperire fondi regionali per le maggiori spese, nel senso del federalismo fiscale”. Di “velleitarismo e tardività” ha invece parlato il democratico Carlo Dore, secondo il quale la logica ed il buon senso avrebbero richiesto un Dpef agile e snello, mentre “il presidente Pili – ha detto – ci ha propinato 130 pagine che spaziano sui più disparati argomenti, ma tralasciano aspetti fondamentali per lo sviluppo della Sardegna”. Salvatore Piana ha affermato che il Dpef è in piena sintonia e coerente con le dichiarazioni programmatiche del presidente Pili. “Sarà tuttavia necessario – ha soggiunto – che il presidente della Giunta indossi le scarpette da corsa, perché vi sono ritardi che vanno colmati e che richiedono un’accelerazione dell’azione di governo”. Il sardista Giacomo Sanna ha evidenziato due costanti della maggioranza: i ritardi e la ripetitività dei contenuti dei documenti programmatori, peraltro mutuati da altre esperienze regionali. Dopo aver lamentato il mancato rispetto degli impegni in tema di lavoro e l’insufficienza dell’azione di governo nell’affrontare i più gravi punti di crisi del sistema economico, Sanna ha denunciato il mancato utilizzo di oltre duemila miliardi di finanziamenti europei. “Il Dpef parte dall’analisi della realtà sarda per formulare proposte di sviluppo e contiene in sé le basi di un progetto di ampio respiro e vasto impegno”. Così si è espressa Claudia Lombardo, secondo la quale col Centrodestra “si è abbandonato un sistema che ha prodotto assistenzialismo e disoccupazione, per imboccare la strada dello sviluppo, favorendo le imprese, rendendo la macchina regionale agile e competitiva, affrancando i giovani dalla dipendenza da metodi clientelari “. Anche Peppino Balia (Fsd) ha criticato il ritardo nell’esame del Dpef, nel quale – ha detto – si nota qualche lieve miglioramento, ma le idee sono appena abbozzate. “Ora bisogna tradurle in pratica e farle diventare scelte politiche – ha aggiunto – ma ci sono ampie zone d’ombra che generano preoccupazione: indicatori economici sovradimensionati, sovrastima delle entrate, incontenibile spesa finanziaria”. Per questi motivi, secondo Balia, crescerà l’indebitamento e non si riuscirà a spendere i finanziamenti europei. Replicando a nome della Giunta, l’assessore Italo Masala (A.N.) ha spiegato che le novità del documento sono state determinate dai fatti dell’11 settembre, che riguardano anche la Sardegna, e da una diversa sensibilità verso le politiche attive per il lavoro. Dopo aver sottolineato la necessità di progettare la pianificazione territoriale, recuperando le competenze affidate alle province, l’assessore ha ribadito l’esigenza di dare maggiore velocità alle opere pubbliche in corso di realizzazione o da realizzare. Ribadita la volontà di procedere nella concertazione con le parti sociali, Masala ha concluso sostenendo che “occorre liberare le imprese ed aiutarle a stare in piedi con le proprie forze”. Come detto in apertura, al momento del voto segreto sulle singole parti del provvedimento la Giunta è “andata sotto” per ben due volte. La prima, nella parte che riguarda l’Intesa Stato – Regione (riforme e Assemblea costituente, infrastrutture e trasporti, energia); la seconda, in quella concernente il rapporto sullo stato di attuazione della programmazione. Nella votazione finale, a scrutinio palese, il Dpef ha avuto il via libera con 43 voti a favore, tre astenuti (i due sardisti ed il Presidente dell’Assemblea) e la mancata partecipazione al voto del Centrosinistra. Questo perché, sulle conseguenze della bocciatura di due parti del Dpef, si è svolto un vero e proprio tiro incrociato di infuocate dichiarazioni di voto tra maggioranza ed opposizione, che ha portato il Centrosinistra ad abbandonare l’aula prima del voto finale. Secondo il Centrodestra, trattandosi di un documento di indirizzo, non ci saranno ripercussioni sulla finanziaria e sul bilancio. Per l’opposizione, invece, nella prossima manovra finanziaria – di cui il Dpef traccia le linee guida – non potranno essere contemplate azioni previste nelle parti bocciate dall’Aula. Un dilemma che il presidente Pili conta di risolvere in tempi brevi, presentando quanto prima al Consiglio finanziaria e bilancio. In chiusura di seduta, l’Aula ha approvato il disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio, previsto per tre mesi. IL MESSAGGERO SARDO 7 GENNAIO 2002 A ppare risoluto il presidente della Regione Mauro Pili in carica da poco più di due mesi. «Non cederò ai franchi tiratori; chi vuole cacciarmi dovrà uscire allo scoperto»; questo il messaggio più forte riproposto nel corso della conferenza stampa di fine anno tenuta a Cagliari, non nelle sede istituzionale di Villa Devoto ma nell’ampia sala anfiteatro dell’assessorato alla cultura di via Roma con una scenografia, in stile berlusconiano, esaltata dai drappi azzurri posti alle sue spalle. Pili ha ammesso le difficoltà dell’avvio del suo mandato alla guida dell’esecutivo ma ha voluto lanciare un chiaro messaggio ai dissidenti ricomparsi anche in occasione della approvazione del documento di programmazione economica e finanziaria. Proprio i temi legati all’irrequieta maggioranza, riesplosi già nella fase di distribuzione degli incarichi assessoriali e quindi nel voto sul Dpef con due franchi tiratori, hanno dominato l’incontro del presidente della regione con i giornalisti. Per Pili comunque la coalizione non potrà essere messa in discussione con il metodo dei “muretti a secco” ed il voto segreto va eliminato dagli argomenti di carattere finanziario. Ed ha anche chiarito di aspettarsi altre imboscate in occasione della discussione della finanziaria. Tutto è stato messo nel conto comprese le contromisure per consentire di attuare le soluzioni più idonee per garantire alla giunta ed alla maggioranza il raggiungimento degli obiettivi strategici qualora la manovra venisse stravolta nei suoi punti principali. La sfida in definitiva per il presidente della Regione è sulle cose da fare. In questo consiste la vera Nella conferenza stampa di fine anno il presidente della Giunta ribadisce la compattezza della coalizione e respinge il metodo dei muretti a secco MAURO PILI DECISO A NON CEDERE AL RICATTO DEI FRANCHI TIRATORI di Giacomo Serreli questione morale in quanto il presidente della regione ritiene scarsamente realizzabile l’ipotesi delle elezioni anticipate. Pili ha affermato di voler riprendere il dialogo con altre forze autonomiste per «rafforzare la maggioranza» ma socialisti e sardisti hanno sinora sempre risposto negativamente. Chi vuole la crisi, ha sottolineato, deve dirlo apertamente ma ora è il momento di pensare alle riforme ed all’utilizzo delle risorse finanziarie. Il momento sarebbe anche favorevole perché, rileva Pili, «il rapporto diretto con il governo che condivide i nostri punti strategici tanto da averli inseriti nei progetti obiettivo ha già portato a risultati importanti». E Pili ha elencato la continuità territoriale, la prospettiva del metanodotto con l’Algeria, l’intesa sulle “autostrade del mare”. «Abbiamo già iniziato ad affrontare con decisione i problemi principali della nostra isola – ha evidenziato Pili – partendo dalla questione delle infrastrutture. I progetti approvati dal Cipe per le grandi opere assieme al piano per il metanodotto cambieranno la nostra isola». Tornando alla finanziaria ne ha indicato i tre punti forza: una burocrazia più snella, l’accelerazione delle opere pubbliche, il legame tra pianificazione urbanistica e progammi di sviluppo, in modo da evitare il blocco degli investimenti. Ma la Giunta non intende badare solo alla gestione delle emergenze ma penserà a rafforzare il rapporto con lo stato perché va superato il periodo della regione piagnona. Pili confida anche in un diverso rapporto con gli istituti di credito dopo che la gara per la tesoreria regionale si è conclusa con l’assegnazione ad un pool di banche (Banco di Sardegna, Cis, Intesa e Bnl); un fatto che non è molto piaciuto al presidente che ha deciso di chiedere chiarimenti alla Banca d’Italia e per Pili «le banche non hanno dimostrato interesse a collaborare nelle politiche di sviluppo, ma la sfida – ha anticipato – la lanceremo tra qualche mese con il project financing». Pili ha smentito che ci sia un disimpegno da parte del governo nazionalea nella programmazione negoziata e per gli interventi al sud. «Il ripensamento degli interventi sinora realizzati con la programmazione negoziata che non hanno prodotto grandi risultati – ha ancora affermato il presidente della regione – è finalizzato a renderli più efficaci e lo faremo anche in Sardegna». Il presidente della regione ha fatto anche un accenno all’indennità dei consiglieri regionali dopo il suo aumento limitandosi a dire che bisogna avvicinare la classe politica ai cittadini. Non contano tanto le indennità – ha detto – quanto i risultati che vengono raggiunti. È sotto gli occhi di tutti che dobbiamo fare di più e meglio». Non sono mancate le reazioni critiche alla conferenza stampa di Pili che ha tra l’altro affermato, riferendosi ancora alla stabilità dell’esecutivo, che pe lui contano di più i 152 mila voti personali avuti nel 1999 e i 44 palesi che la sua giunta ha avuto con la fiducia. Per il segretario regionale dei Popolari Gianvalerio Sanna si è trattato della «solita, irrefrenabile inclinazione a trasformare tutto in propaganda e sulla questione morale Pili avrebbe dovuto mettere dentro anche i voltagabbana che consentono il permanere di una maggioranza senza numeri e senza idee». «Il presidente – ha proseguito Sanna – non avrebbe dovuto tenere la conferenza stampa perché, nel bilancio del 2001, si possono inventariare solo le imboscate e le attività svolte per far cadere la giunta Floris». Su questo aspetto Pili si era difeso in conferenza stampa dichiarando di avere sostenuto Floris «in ogni occasione anche con critiche costruttive ma sempre con lealtà». RIFORME IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA FAVOREVOLE AL VOTO AGLI EMIGRATI ANCHE PER LE ELEZIONI REGIONALI I l Presidente della Regione, Mauro Pili, nella conferenza stampa di fine d’anno, rispondendo a una domanda del rappresentante del Messaggero Sardo sul ruolo che deve essere riconosciuto nel nuovo Statuto Speciale alla comunità sarda che sta fuori dall’ Isola, ha detto che “gli emigrati rappresentano una delle risorse più importanti della nostra terra”. Per questo nella stesura del nuovo Statuto speciale va riconosciuta alla comunità sarda nel Mondo pari dignità con quella che risiede nell’Isola. “Si è parlato troppo della modifica dello Statuto – ha detto Pili – e credo che sia giunto il momento di confrontarci su che cosa questo Statuto deve avere di più di quello in vigore. Lo Statuto, in passato, ha dato molte potenzialità alla Sardegna anche se spesso sono state disattese. Nel nuovo Statuto – ha aggiunto - deve essere assolutamente ribadito e rafforzato il ruolo strategico internazionale che la Sardegna deve svolgere nello scacchiere europeo del Mediterraneo. Altro argomento da rivendicare – ha proseguito - è quello della partita delle Entrate”. “Per quanto riguarda i 600 mila Sardi che sono fuori della nostra terra – ha detto il Presidente della giunta - io credo che deve essere fatto tutto ciò che serve perché tutti coloro che sceglieranno di poter essere ancora protagonisti della vita politica regionale possano farlo. Dobbiamo pensare alla presenza degli emigrati sardi nel Mondo come a una risorsa delle più importanti della nostra terra. Non voglio usare la formula di “ambasciatori” della Sardegna nel Mondo. Ma se trasformassimo ogni circolo di emigrati sardi non solo in un luogo di incontro dei vecchi emigrati – ha proseguito - ma anche in luogo di promozione dei nostri prodotti e della nostra cultura, credo che la Regione potrebbe sostenere maggiormente anche finanziariamente queste strutture per farle diventare punti di incontro delle nostre comunità con le realtà che le ospitano. Credo che così gli emigrati sardi potrebbero sentirsi ancora più utili. La Regione deve essere in questa direzione al loro fianco, dando loro la possibilità di essere protagonisti del voto per il rinnovo del Consiglio regionale e riconoscendo loro una funzione strategica per lo sviluppo della Sardegna”. Infine il presidente Pili ha manifestato la solidarietà di tutta la Sardegna ai Sardi d’ Argentina alle prese con una crisi drammatica. “Abbiamo già esaminato con l’ assessore del Lavoro e con alcuni esponenti del Consiglio regionale – ha annunciato - le azioni da mettere in campo in Argentina dove 1520 mila sardi stanno vivendo momenti drammatici”. IL MESSAGGERO SARDO 8 GENNAIO 2002 L’ Argentina, il Paese in cui c’è la più elevata presenza di sardi, sta vivendo un momento drammatico. L’economia è in crisi e il Paese è sull’orlo della bancarotta. La situazione, già critica – come ha potuto constatare la delegazione della Sardegna che ha partecipato ai lavori del Congresso della Federazione dei circoli sardi in Argentina – è precipitata a metà dicembre. Ci sono stati scontri di piazza e alcune decine di manifestanti sono stati uccisi. Il presidente della Repubblica si è dimesso. Il Paese è precipitato nel caos. In poche settimane c’è stata un’ecatombe di presidenti della Repubblica. Nel momento in cui scriviamo a capo del governo c’è il peronista Duhalde. Tra le misure adottate per tamponare la situazione, dopo quella di bloccare i depositi bancari e autorizzare il prelievo di piccole somme, è stata decisa la svalutazione del pesos. In questo scenario politico molto preoccupante per le sorti stesse della democrazia spicca in tutta la drammaticità la condizione di milioni di persone ridotte alla fame e alla disperazione. Tra queste persone ci sono moltissimi italiani – la metà circa della popolzione argentina è di origine italiana. Moltissimi sono anche i sardi che si trovano in gravissime difficoltà. In Argentina si trova la più popolosa comunità sarda fuori dall’Italia. Di fronte a questa situazione la Regione sarda è stata tra le prime a mobilitarsi per manifestare solidarietà ai fratelli in difficoltà. Non solo con iniziative proprie ma anche – nella veste di Regione che coordina le politiche nazionale per l’Emigrazione – stimolando l’impegno del Governo. L’assessore del Lavoro, Matteo Luridiana, ha illustrato la situazione argentina al presidente della Regione, Mauro Pili, che ha subito dimostrato sensibilità al problema. Ci sono stati incontri anche con esponenti dell’opposizione. Tra i più attivi Luigi Cogodi, di Rifondazione Comunista, che conosce bene la realtà argentina. In un comunicato del Capo di Gabinetto dell’assessorato, Attilio Dedoni, veniva precisata la strategia decisa dalla Giunta. L’aggravarsi della crisi politico-economica dell’Argentina ha indotto l’Amministrazione Regionale ad assumere provvedimenti straordinari in aiuto degli emigrati sardi ivi residenti che secondo stime prudenti sono oltre trentamila (emigrati storici e di prima generazione). Circa la metà di essi sono concentrati a Buenos Aires e nella Provincia. Nell’attuale crisi c’è chi vive nella disperazione. Accanto a coloro che hanno fatto fortuna e vivono in condizioni agiate, esiste chi per mancanza di lavoro e di qualsiasi forma di assistenza, versa in condizioni di estremo bisogno al limite EMIGRAZIONE / Le iniziative dell'assessore del Lavoro PARTE DALLA SARDEGNA LA GARA DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO ARGENTINO dell’indigenza. L’assessore Matteo Luridiana, vista la gravità della situazione Argentina, sta già intervenendo con diverse iniziative a sostegno degli emigrati. In primo luogo ha dato disposizioni perché venga attivato uno Sportello permanente, dotato di numero verde internazionale, per acquisire e fornire notizie ed informazioni sullo stato e le condizioni degli emigrati in Argentina. In secondo luogo ha incaricato la Federazione e i Circoli sardi in Argentina perché verifichino e comunichino i nominativi di coloro che versano in condizioni di estremo bisogno per assegnare ad essi dei sussidi di sopravvivenza, coinvolgendo in questo compito anche le Associazioni di Tutela, i Patronati Sindacali e le Associazioni Umanitarie. Per mettere a punto la strategia degli interventi ha convocato un incontro, con gli Assessori delle altre Regioni a Roma, per una verifica e per raccordare le iniziative assunte e da assumere, da parte delle singole Regioni anche in riferimento al fenomeno dei “rientri” nei territori regionali da parte di molti emigrati. A questo proposito, con una lettera circolare, sta sensibilizzando anche i Comuni Sardi perché comunichino, ai fini di un coordinamento con quelli della Regione, gli interventi e le azioni che intendono adottare a sostegno dei concittadini in Argentina ed Numero verde 08004440940 per emigrati in Argentina L'assessore regionale del Lavoro, Matteo Luridiana, nell'ambito delle azioni intraprese dalla Regione a favore dei sardi in Argentina, ha disposto l'istituzione di un numero verde 08004440940 presso gli uffici dell'Emigrazione. Sarà possibile utilizzarlo senza prefisso per le sole chiamate provenienti dall'Argentina. inoltre informino sulla disponibilità di strutture da destinare a Centri di prima accoglienza per coloro, che volessero, fare ritorno in patria, anche per valutare possibilità di intervento da parte della Regione. Per fare tutto ciò non sono sufficienti i fondi assegnati all’Assessorato. L’Assessore Luridiana si è impegnato a chiedere, nelle giuste sedi, il necessario impinguamento, per far si che ai nostri corregionali caduti in disgrazia venga assicurata una concreta solidarietà. Come primo provvedimento l’Assessore si era già adoperato aumentando all’inizio di Dicembre, lo stanziamento fino a 100 milioni del Programma Annuale 2001 sull’emigrazione proprio per la solidarietà nei confronti degli emigrati meno abbienti. Il problema della drammatica situazione della comunità italiana in Argentina è stata portata all’attenzione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome per studiare i possibili interventi di soccorso e solidarietà, e per stu- diare un raccordo fra le Regioni e lo Stato per attivarsi al meglio nel fornire aiuto e sostegno ai connazionali all’estero. Le Regioni hanno già adottato vari provvedimenti per far fronte alle emergenze in Argentina. Dalla apertura di sportelli - linee verdi telefoniche - punti di ascolto, per ricevere e fornire notizie ed informazioni sullo stato e condizioni degli emigrati; al monitoraggio del numero di coloro, tra gli emigrati, che si trovano in condizioni di reale necessità e bisogno. Alla costituzione di: “Unità di Crisi” e di “Emergenza Argentina” rappresentati da Uffici Speciali straordinari ed a tempo, composti da funzionari e Dirigenti di diversi Assessorati, per coordinare tutti gli interventi regionali e questi con quelli degli Enti Locali. Tra le iniziative della Regione Sardegna c’è anche un documento che impegna la Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome, a istituire una Cabina di Regia Stato-Regioni per garantire l’organi- IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA ALL'UNANIMITÀ UN ODG PER AIUTARE LA COMUNITÀ SARDA Poco prima di Natale, con una ritrovata unanimità dopo gli scontri e le divisioni sul Documento di programmazione economica e finanziaria, l’Assemblea regionale ha approvato un ordine del giorno che prevede iniziative urgenti di Giunta e Consiglio per aiutare i sardi coinvolti nella grave crisi che sta sconvolgendo l’Argentina. Il documento, firmato da numerosi esponenti del Centrosinistra, è stato illustrato in aula dal capogruppo di Rifondazione Comunista, Luigi Cogodi. L’oratore ha sottolineato che un numero crescente di sardi emigrati in Argentina ed i loro parenti rimasti nell’isola stanno chiedendo di essere aiutati in qualsiasi modo: “Molti, dal Paese del Sudamerica, hanno segnalato di aver perso tutto e di non aver neanche qualcosa da mangiare”. L’ordine del giorno impegna la Giunta regionale “ad assumere con urgenza tutte le iniziative idonee perchè la comunità sarda in Argentina, a partire dai cittadini più bisognosi di sostegno materiale e morale, abbia l’aiuto necessario per sopperire al gravissimi stato di emergenza”. Ed impegna “la Presidenza del Consiglio regionale, la Commissione Diritti civili e la Conferenza dei Capigruppo perché siano attinte tutte le informazioni e vengano assunte le opportune iniziative”. La Regione viene quindi invitata a coordinarsi con le attività intraprese in questi giorni dal Governo e dal Parlamento nazionali. Il documento votato parte dalla considerazione che “la programmazione dello sviluppo economico e sociale e l’uso delle risorse pub- bliche regionali debbano avere come riferimento i diritti-bisogni del popolo sardo in tutte le sue componenti ed articolazioni, sia nell’isola sia in ogni altra parte del mondo”. Da qui l’esigenza di immediati interventi a favore degli emigrati in Argentina. L’ordine del giorno è stato accolto dalla Giunta perché rientra nelle iniziative dell’Assessorato, come ha spiegato l’assessore Matteo Luridiana, che ha stanziato 100 milioni per gli emigrati in stato di necessità. L’una tantum - ha spiegato Luridiana – va ad aggiungersi ad altri benefici, raggiunti nei mesi scorsi, per gli italiani all’estero: ne è un esempio la convenzione fra Inps e Previdenza argentina per il riconoscimento dell’assegno minimo. cità delle iniziative mediante il raccordo ed il sostegno degli interventi, rimarcando la necessità di un forte impegno finanziario ed organizzativo da parte dello Stato. Di valutare la possibilità di costituire un Fondo Comune di Solidarietà fra le Regioni finalizzato ad interventi specifici ed azioni mirate in favore degli emigrati. Di ricercare la collaborazione, anche tramite convenzioni, delle Compagnie di Assicurazione affinché garantiscano l’assistenza sanitaria agli emigrati bisognosi in modo da porli nella condizione di utilizzare le strutture sanitarie in Argentina attualmente loro precluse. Ma in particolare di richiedere un intervento forte al Governo perché, d’intesa con le Regioni, si faccia carico di un consistente intervento finanziario di sostegno a quello posto in campo dalle Regioni per rendere efficaci le misure, per alleviare i disagi dei conterranei in Argentina. Per individuare procedure per lo snellimento e la velocizzazione delle pratiche per la concessione della cittadinanza italiana ed il rilascio dei passaporti, provvedendo con urgenza a rinforzare adeguatamente gli organici Consolari. Per attivare una raccolta di medicinali e di generi alimentari per tamponare le urgenze e le emergenze. Infine per disporre l’adeguamento delle pensioni al minimo per gli emigrati italiani residenti in Argentina che si trovano in particolare situazione di bisogno. Tra le proposte della Regione sarda alla Conferenza dei presidenti delle Regioni c’è anche quella di riconsiderare la politica dei contingentamenti di lavoratori extracomunitari, allargando i flussi a quote specifiche di emigrati di rientro dall’Argentina, snellendo e velocizzando in particolare le procedure di rientro per coloro che hanno concreta possibilità occupazionale già concordata con le varie Regioni definire procedure snelle e veloci per l’equipollenza ed il riconoscimento dei titoli di studio, scolastici, professionali, universitari, patenti, ecc., ottenuti in Argentina con quelli italiani. Attivare rapporti tra il sistema delle imprese argentine e quelle italiane per la promozione di reti e di aree industriali con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Favorire, tramite convenzioni con le compagnie di trasporto, i rientri di coloro che voglio rimpatriare. Intervenire presso l’Unione Europea per far si che l’Argentina venga inclusa tra i paesi considerati “poveri” ai fini della cooperazione internazionale e dello sviluppo. Inserire nell’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni C.G.I.E. ipotesi che avviino la cancellazione dei debiti internazionali dell’Argentina. IL MESSAGGERO SARDO 9 GENNAIO 2002 SPECIALE EMIGRAZIONE IV CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE DEI CIRCOLI SARDI IN ARGENTINA C ontinuità e rinnovamento. Sono stati questi i binari su cui si è sviluppato il IV° Congresso dei circoli sardi in Argentina che si è tenuto a Mar del Plata dal 30 novembre al 2 dicembre. Nel segno della continuità c’è stata la rielezione, con voto unanime, di Cosimo Tavera alla presidenza della Federazione, carica che ricopre fin dalla nascita dell’ organizzazione, nel lontano 1989. Nel segno del rinnovamento, invece, i numerosi, articolati e propositivi interventi dei giovani discendenti della vecchia emigrazione sarda in America Latina che stanno riscoprendo le antiche radici. Da questi giovani, nonostante il momento di disperazione che stanno vivendo, prime vittime di una crisi senza precedenti, non sono venute richieste di assistenza o peggio di assistenzialismo, ma proposte di collaborazione, progetti che attraverso la valorizzazione delle loro competenze e delle loro conoscenze favoriscano insieme la crescita e lo sviluppo dell’ Argentina e della Sardegna. Più di ogni altra cosa ha colpito la grande dignità dimostrata da tutti i delegati, giovani, donne e vecchi di prima, seconda, terza e quarta generazione, che per due giorni si sono succeduti al microfono del “Salòn Borbones” dell’ Hotel Presidente. Nonostante tutti siano stati pesantemente colpiti da una crisi devastante e molti emigrati – anche sardi – vivano in condizioni di miseria, nessuno ha sollevato ha rivendicato l’ aiuto del Paese che tanti anni fa li ha costretti a partire perché non poteva offrire loro un posto di lavoro. La questione è stata posta con molto garbo da Antonio Zidda, anziano presidente del circolo di Miramar, che ha chiesto alle autorità regionali di non dimenticarsi dei figli lontani. Zidda, che ha 74 anni, dopo una vita di duro lavoro, percepisce una pensione di 190 dollari al mese, insufficiente a garantire la sopravivenza e perciò costretto a continuare a svolgere la sua attività di tassista, non ha chiesto nulla per sé, ha parlato per gli altri. Zidda possiede una casa di proprietà a grazie a ciò riesce a tirare avanti. Ha parlato per quelli che si vergognano della loro condizione. “Molti non hanno nulla – ha detto - neanche una piccola pensione. Aiutateli”. Il messaggio ha emozionato la delegazione giunta dalla Sardegna, guidata dal Presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti e dall’ assessore del Lavoro, Matteo Luridiana che si sono impegnati a portare il problema alla conoscen- La più popolosa comunità sarda fuori dall'Italia sempre fortemente legata alle sue radici punta sui giovani per trasmettere i valori della sua cultura millenaria alle nuove generazioni. Folta delegazione della Sardegna guidata dall'assessore del Lavoro, Matteo Luridiana e dal presidente del Consiglio regionale Efisio Serrenti NELL'ARGENTINA MARTORIATA SEGNALI DI SPERANZA DALLE NUOVE GENERAZIONI Servizi e foto di Gianni De Candia za dell’ Assemblea regionale e della Giunta. Il congresso ha coinciso con il momento di maggiore difficoltà della crisi economica e politica argentina. Proprio mentre si svolgevano i lavori il governo ha adottato la misura di bloccare i prelievi dai conti correnti e ha imposto le altre restrizioni che hanno fatto esplodere la rabbia della popolazione fino alle manifestazioni di piazza culminate tre settimane più tardi con una trentina di morti e le dimissioni del Nelle foto. In alto il tavolo della presidenza, da sinistra i consiglieri regionali Pasquale Onida, Luca Deiana, il presidente del Consiglio regionale Efisio Serrenti, Vittorio Vargiu, l'assessore del Lavoro Matteo Luridiana, il Capo di Gabinetto, Attilio Dedoni e Cosimo Tavera. Sotto il titolo un'immagine dei delegati, un gruppo di giovani sardi e Cosimo Tavera COSIMO TAVERA CONFERMATO PRESIDENTE Direttivo Presidente: Cosimo Tavera (Buenos Aires); Segretario: Vittorio Vargiu (Tucuman); Tesoriere: Angela Solinas (Buenos Aires); Collegio dei Sindaci effettivi: Mario Sanna (Miramar); Juan C. Fara (Tucuman); Juana Signorini (La Plata); Sindaci supplenti: Loredana Manca (Mar del Plata) Eva Baccoli (Rosario) Collegio dei Probiviri: Antonio Zidda (Miramar) Probiviri effettivi: Sebastiano Mureddu (Rosario) Antonio Sardu (La Plata) Supplenti: Adriana Mandis (Córdoba) Margarita Tavera (Buenos Aires) Segretaria di verbale Juana Signorini (La Plata); Comitato di Presidenza Cosimo Tavera Presidente Federazione Cav. Vittorio Vargiu Consultore presidente della Repubblica, l’ elezione di un sostituto e le sue dimissioni. Insomma una situazione di caos istituzionale che minaccia di trascinare l’ Argentina in una deriva antidemocratica. La crisi dell’ Argentina viene da lontano. E’ figlia della lunga dittatura militare, dello scarso livello di una classe politica corrotta, inefficiente, e populista. Di scelte economiche (interne e esterne) sciagurate e nefaste che anziché guarire una paese malato rischiano di ucciderlo. Tra le misure più assurde – secondo gli analisti – quella di legare il pesos al dollaro con un rapporto di convertibilità che inizialmente ha frenato il fenomeno dell’ iper inflazione ma nel giro di pochi anni – complici anche i supponenti cervelloni del Fondo monetario, teorici strateghi di una materia che non può prevedere schemi rigidi, perché soggetta agli effetti imprevedibili di mille varianti – l’ economia di un intero paese è stata pressoché azzerata. La convertibilità ha reso impossibili le esportazioni verso il Brasile, che assorbiva l’80% delle produzioni argentine. Il debito pubblico è salito alle stelle e i governi che si sono succeduti hanno cercato di fronteggiare la situazione scaricando i costi sulla classe media che è stata completamente devastata. La sensazione più drammatica che si coglie parlando con gli argentini e che non esiste più una borghesia, ridotta a livelli di miseria assoluta. Senza classe media non ci sono consumi, crollano le produzioni, si restringono le opportunità di lavoro, aumenta il livello di prepotenza e di arbitrio, cresce la corruzione e esplode la criminalità. La raccomandazione che fin dall’ arrivo a Buenos Aires (e poi in tutte le città anche piccole dell’ Argentina) uno si sente fare è di stare attento anche quando sale su un taxi. La situazione è tanto più incomprensibile perché l’ Argentina è un paese ricco e scarsamente popolato. In Argentina circa la metà della popolazione è di origine italiana. Forte è la presenza sarda. Quella argentina, stimata in oltre 100.000 persone (tra sardi nati in Sardegna e loro discendenti) è ritenuta la più vasta comunità sarda fuori dall’ Italia. Una comunità che è stata a lungo dimenticata, quasi cancellata per molti lustri, al apri di tutte quelle oltreoceano, dalle politiche della Regione. Il congresso ha tributato un lungo, commosso applauso a Giuseppe Zidda, recentemente scomparso, uno dei promotori della rivendicazione dei sardi in Argentina, fatta dalle pagine del “Messaggero sardo”, che ha portato a un risveglio di attenzione da parte della Regione, culminata nel congresso istitutivo della Lega (diventata poi Federazione) dei circoli sardi in Argentina. In questi anni, grazie anche all’ impegno dei suoi dirigenti, alla collaborazione con le altre Federazioni e con le associazioni di tutela, le organizzazioni dell’ emigrazione sarda in Argentina hanno fatto progressi straordinari proponendosi come avanguardia dell’ intero movimento per quanto riguarda il problema del ruolo delle donne (la maggior parte dei circoli sardi in Argentina sono presieduti da donne), e l’ inserimento dei giovani. “I Sardi in Argentina verso le nuove generazioni” più che uno slogan è sembrato – grazie all’ impegno dei giovani - un programma concreto in via di attuazione. IL MESSAGGERO SARDO 10 GENNAIO 2002 M ar del Plata la più rinomata località balneare dell’Argentina, a 600 chilometri da Buenos Aires ha ospitato dal 30 novembre al 2 dicembre il IV Congresso della Federazione dei circoli sardi. I delegati, in rappresentanza della comunità sarda in Argentina, sono giunti in pullman anche da località lontane oltre 1.700 km. Il congresso della Federazione argentina è slittato più volte in seguito anche all’evolversi della situazione politica in Sardegna. Inizialmente avrebbe dovuto tenersi a San Miguel de Tucuman, che ospitò la prima assise delle organizzazioni dell’emigrazione sarda in Sud America. Poi è stato spostato per motivi logistici a Mar del Plata che aveva ospitato il II° Congresso, (il III° si è tenuto a Cordoba). L’impegno organizzativo di Loredana Manca, presidente del circolo “Grazia Deledda”, ha esaltato la riuscita della manifestazione. La Sardegna ha onorato l’impegno con la comunità sarda in America Latina con una rappresentanza ai massimi livelli, oltre all’assessore del Lavoro, Matteo Luridiana, infatti, sono arrivati a Mar del Plata il presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, i consiglieri Luca Deiana e Pasquale Onida, rispettivamente ex assessore del Lavoro, ed ex assessore della Cultura. Della delegazione facevano parte anche il Capo di Gabinetto dell’assessorato del Lavoro, Attilio Dedoni, il Direttore Generale, Roberto Neroni, il Direttore del Servizio Emigrazione, Marco Ghiani. La Consulta era rappresentata dal vicepresidente, Tonino Mulas, da I lavori del IV Congresso della Federazione dei circoli Sardi in Argentina sono stati aperti dal presidente Cosimo Tavera che ha ricordato il lungo cammino fatto dal giugno del 1989 quando a San Miguel de Tucuman si svolse il primo congresso di quella che allora si chiamava Lega dei circoli sardi in Argentina. Con orgoglio Tavera, che è sempre stato alla guida della Federazione, ha ricordato che nel 1989 erano solo tre i circoli sardi: Buenos Aires, oggi presieduto da Angela Solinas, nativa di Macomer, Tucuman, presieduto da Vittorio Vargiu, e Mar del Plata, presieduto da Loredana Manca, originaria di Sardara. Poco tempo dopo si costituirono i circoli di La Plata, città universitaria a pochi chilometri da Buenos Aires, che fu intitolato a “Antonio Segni”, presieduto da Giovanna Signorini, figlia – ha sottolineato Tavera - di un emigrato di Padria; il “Centro Unione Regionale Sarda”, nella citta’ di Miramar, lungo la costa, a poca distanza da Mar del Plata, presieduto da Antonio Zidda, nativo di Orune; poi il Circolo di Cordoba, presieduto da Adriana Mandis, figlia di un cagliaritano; quindi il Circolo sardo di Rosario, presieduto da Sebastiano Mureddu, nato a Orani; e ancora il Circolo di Trelew, diretto dall’avv. Leandro Sechi, figlio dell’ex presidente del Circolo de La Plata; e poi il Circolo di San Isidro, denominato “Radici Sarde”, presieduto da Iris Madau, figlia di un emigrato di Tresnuraghes. Alcune delegate SPECIALE EMIGRAZIONE IV CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE DEI CIRCOLI SARDI IN ARGENTINA IL DIBATTITO DALLA COMUNITÀ SARDA PROPOSTE E PROGETTI PER RINSALDARE I LEGAMI Lello Giua e dal segretario Francesco Pitzanti. C’erano inoltre il presidente della Fasi, Filippo Soggiu, il rappresentante della Federazione belga Efisio Etzi, il presidente della Federazione delle associazioni di Tutela (Faes), Pino Dessì, la presidente dell’associazione “Atm Emilio Lussu”, Bonaria Spignesi, e Tonino Casula dell’Aitef. Di alto livello anche la rappresentanza delle autorità locali: la professoressa Mari Rosa Solsona, in rappresentanza del sindaco di Mar del Plata, Elio Aprile (impossibilitato a partecipare perché impegnato in un incontro internazio- nale), il Console generale Lorenzo Morrini, il presidente del Comites di Mar del Plata Raffaele Vitello, il presidente del Comites di Cordoba Rodolfo Borghese, il presidente della federazione italiana di Mar del Plata Giovanni Radina e il presidente dell’Associazione Superiore del Congresso della Nazione Argentina Orlando Falcon. L’apertura ufficiale dei lavori è stata preceduta la sera del 30 novembre con l’arrivo dei delegati e con il Congresso dei giovani sardi in Argentina, che si è tenuto nella sede del circolo di Mar del Plata. L’ arrivo delle delegazioni e il loro incontro con le autorità arrivate dalla Sardegna è stato particolarmente toccante. Un susseguirsi di scambi di informazioni su conoscenti comuni, su un familiare rimasto nell’Isola, sulle trasformazioni in atto. Ha sorpreso la conoscenza delle tematiche della politica sarda e delle questioni più rilevanti dell’economia isolana in persone che mancano dalla terra da molti lustri, alcuni da 50 anni. “Siamo sempre legati alla Sardegna, al nostro paese – è stata la risposta – e Il Messaggero sardo ci tiene aggiornati su quello che succede”. La serata si è conclusa con una La relazione del presidente della Federazione COSIMO TAVERA ORGOGLIOSO DEL CAMMINO COMPIUTO “I nove circoli, in tutti questi anni – ha detto Cosimo Tavera nella sua relazione introduttiva – hanno collaborato con armonia e spirito democratico per poter raggiungere l’obiettivo principale di conservare la tradizione sarda e trasmetterla alle nuove generazioni”. Tavera non ha citato il circolo “Sardegna” di Moreno, alla periferia di Buenos Aires, perché pur essendo riconosciuto e finanziato dalla Regione non fa parte della Federazione. Una rappresentanza del circolo di Moreno, guidata dalla segretaria, Teresa Fantasia, è stata invitata e ha partecipato ai lavori del Congresso. “Fino ad alcuni anni fa – ha ricordato Tavera, facendo il punto sulla situazione delle sedi dei circoli sardi in Argentina – l’ edificio che ospita il circolo “Sardi Uniti”, di Buenos Aires, che è anche sede della Federazione, era una casa precaria, ma oggi conta una superficie di 450 mq e dispone di due saloni, uno al primo piano e 1' altro al piano terreno. È dotato di un ufficio adibito a segreteria, attrezzato con computer e collegamento internet. Il circolo vanta anche una biblioteca fornita di 600 volumi che moltissimi sardi consultano per tenersi informati. Cosimo Tavera e Matteo Luridiana Anche i1 Circolo di Tucuman, come quello di Buenos Aires, possiede la propria sede. Il Presidente del Circolo del Noa (nordovestargentino), Vittorio Vargiu, si è impegnato enormemente – ha ricordato Tavera – affinché i Sardi e i loro discendenti si sentissero a proprio agio, riuniti nel Circolo. L’altro Circolo che ha reso possibile la nascita della Federazione, è il “Grazia Deledda” di Mar del Plata. Ha una propria sede funzionale ed accogliente grazie agli sforzi del nuovo Consiglio Direttivo, presieduto da Lo- redana Manca. Anche il Circolo “Antonio Segni” de La Plata, ha acquistato una casa che attualmente è in via di ristrutturazione. Gli altri circoli – ha precisato – per adesso sono ospitati in locali in affitto, oppure operano in Società italiane. La funzione della Federazione – ha ricordato Tavera – è quella di unire non solo i Sardi che risiedono vicino ai circoli ma anche quelli che abitano a molti Km di distanza; prova di questa relazione di reciproco aiuto è stata la richiesta del Circolo di Trelew di materiale per realizzare una mostra d’artigianato sardo. La Federazione, oltre ad unire gli emigrati sardi, cerca di attrarre le giovani generazioni, come testimonia il Circolo di San Isidro. Questo avvicinamento si sta producendo attraverso la cultura, l’informazione e la formazione. Il circolo “Radice Sarde” di San Isidro è stato accolto nella Federazione, con voto unanime, i1 18 e 19 marzo del 2000 nel corso della riunione del Consiglio Nazionale della Federazione Sarda, che si è tenuta a di Buenos Aires. Tavera ha quindi ricordato che il 19-20 agosto del 2000 a Buenos Aires c’è stata la riunione per organizzare il Congresso dei giovani che si è svolto a Cordoba nel mese cena d’onore alla quale sono intervenute tutte le delegazioni e la rappresentanza della Sardegna. La festa è stata allietata da un confronto culturale che ha avuto per protagonista un gruppo di ballerini di tango accompagnati da una straordinaria orchestra. La Sardegna ha risposto con i Tenores di Bitti (che la sera successiva di sono esibiti insieme al Gruppo Folk di Ossi, in un teatro di Mar del Plata conseguendo un grande successo). La serata è stata arricchita dai cantanti Josè Bollea, che ha eseguito un vasto repertorio, e dalla bravissima Eliana Sanna, figlia di Mario Sanna, di Ozieri, dotata di una voce bellissima e di una grande educazione musicale. Il congresso è stato aperto con l’esecuzione degli inni nazionali italiano e argentino. A presiedere il Congresso è stato chiamato l’assessore Luridiana. Dopo le relazioni del presidente uscente, Cosimo Tavera, e del consultore, Vittorio Vargiu (delle quali pubblichiamo a parte ampie sintesi) ha preso la parola il presidente del Consiglio regionale della Sardegna che ha ricordato come i fatti dell’11 settembre abbiano cambiato il mondo. Efisio Serrenti ha illustrato gli sforzi in atto in Sardegna per la riorganizzazione istituzionale e costituzionale. “L’Italia – ha spiegato – non è più un paese accentratore ma sta cercando di organizzarsi in senso federale”. Serrenti ha sottolineato il fatto che la mondializzazione è un fenomeno irreversibile, occorre però introdurre un nuovo concetto di giustizia sociale.” Cosa significa essere sardi oggi per le generazioni che verranno?” si è di ottobre, e per programmare con i vari circoli le attività da svolgere nel 2001. Nei giorni 14,15,16 ottobre si sono inoltre riuniti a Cordoba i delegati dei giovani dei Circoli Sardi e FEDITALIA (Federazione di tutte le Istituzioni Italiane in Argentina). Durante il Congresso il Comitato presieduto dal Vittorio Vargiu, era composto da tutti i delegati dei giovani dei Circoli sardi, di FEDITALIA e FEDIBA (Federazione delle Istituzioni Italiane a Buenos Aires), entità che rappresentano le regioni d’Italia in Argentina. Tra i membri del Consiglio della FEDITALIA ci sono Cesare Meridda e Angela Solinas. Nel 2000, inoltre, è stato possibile, mediante il Progetto dell’Assessorato del Lavoro, inviare quattordici giovani a Cagliari per frequentare un corso d’arte culinaria sarda. Infine Tavera ha ricordato che i1 Console Generale d’Italia uscente, Andrea Meloni, che ha lasciato l’Argentina poco tempo fa, come discendente di sardi, ha scelto il Circolo Sardi Uniti per festeggiare il suo ritorno al Ministero degli Affari Esteri a Roma. La Federazione dei Circoli Sardi in Argentina – ha concluso Tavera – si sente orgogliosa di aver realizzato un’iniziativa, insieme ai Sardi del Brasile e del Perù, che getta le basi per rafforzare i legami con la Sardegna: solo stimolando, convergendo e formando i giovani si potrà ottenere un risultato positivo e soddisfacente. → IL MESSAGGERO SARDO 11 GENNAIO 2002 chiesto il presidente dell’Assemblea. E dopo aver parlato dell’importanza, anche sotto il profilo economico, della “rete di sardità” rappresentata dai circoli dei sardi, Serrenti ha concluso con un auspicio: “Spero che presto possiate votare per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna e che in quel Consiglio possano sedere i vostri rappresentanti”. Luca Deiana, che presiede il movimento che sostiene la proposta di modifica costituzionale per la elezione di un’Assemblea Costituente del Popolo Sardo, ha ricordato il suo impegno di assessore del Lavoro che continua a seguire con interesse l’attività delle organizzazioni dell’emigrazione. Deiana si è però soffermato a illustrare la proposta per l’istituzione della Assemblea Costituente. “Vi chiediamo di capirci e di aiutarci – ha detto – e chiediamo il vostro contributo per arricchire la proposta di contenuti”. Il primo delegato a prendere la parola è stato Antonio Zidda, presidente del circolo di Miramar, nativo di Orune, emigrato in Argentina da 50 anni. “Parte del mio cuore è qui – ha detto – e parte è a Orune, il più bel paese della Sardegna”. Mario Sanna, segretario del circolo di Miramar, nato a Sassari ma da 54 anni in Argentina, ha ricordato che da 42 anni è impegnato in attività nei circoli. Sanna ha illustrato alcune iniziative tra cui il gemellaggio tra Sassari e Miramar, con il coinvolgimento dei giovani. Ma il vanto del circolo di Miramar è la colonia estiva. Nella sede del circolo ci sono due stanze che vengono messe a disposizione di famiglie sarde per un periodo di 15 giorni di vacanza. L’ambizione sarebbe quella di riuscire a realizzare una grande colonia. Il tema della riforma dello Statuto è stato ripreso da Pasquale Onida che ha affrontato anche quello della difesa della lingua L e linee politiche e le prospettive perseguite dalla Federazione dei circoli sardi in Argentina sono state tracciate nella relazione del consultore Vittorio Vargiu. In un secolo e mezzo – ha ricordato – circa 600 mila sardi sono emigrati. In Argentina, in questo momento risiedono 100.000, fra sardi nati in Sardegna, discendenti con cittadinanza italiana e tantissimi altri che non possiedono la cittadinanza italiana. Questi sardi e discendenti si trovano, sparsi nell’estesa geografia argentina, specialmente nelle province di Buenos Aires, Santa Fè e Tucuman, ed hanno contribuito alla cultura ospitante con il loro stile di vita, il loro lavoro e con l’orgoglio di essere sardi. Vargiu ha rilevato come con lo slogan del congresso: “I Sardi nel Mondo verso le nuove generazioni” ed il Convegno dei giovani, che si è svolto il 30 novembre nella sede del Circolo “Grazia Deledda”, la Federazione dei Circoli Sardi in Argentina ha inteso dare vigore alla volontà politica di preservare la continuità dei rapporti e i legami con la madre patria. “Il mondo – ha detto Vargiu – si dibatte tra due tendenze apparentemente contraddittorie: l’integrazione e la globalizzazione da una parte, e la rivendicazione dei particolarismi culturali e nazionalitari da un’altra. Bisogna trovare il modo di conciliare l’aspira- sarda. E per meglio spiegare il suo ragionamento ha letto una poesia di Raimundu Piras, uno dei massimi poeti sardi. “Sa nassione che perdet su donu se sa limba, iscumparit lentamente, massime si da l’ essidit dae mente in iscrittura che in arrejonu Sa limba ‘e babbos e jajos nostros non l’ usades pius nemmancu in domo proite pobera e ruzza la creides. Si a iscola non che le jughedes pro la difunder menzus, dae como sezis dissardizende a fizos bostros”. Pasquale Onida ha poi ricordato come nel 1948 l’emergenza economica non ha consentito al legislatore la meditazione sufficiente per fondare la Carta costituzionale dentro i valori culturali e l’identità della Sardegna. La nuova Carta Costituente dovrà partire da questo concetto. Nell’Europa delle regioni non si può prescindere dall’arricchimento delle specificità, anche nel sistema di globalizzazione. La Sardegna è un popolo, è una nazione con una sua precisa identità”. Successivamente Cosimo Tavera ha detto il lungo e appassio- nato messaggio inviato da Domenico Scala, presidente della Federazione Svizzera e vicepresidente vicario della Consulta, impossibilitato a intervenire per impedimenti di lavoro. “Le nostre e vostre nuove generazioni – ha scritto riferendosi al tema del congresso - sono ricche di due culture, quella dei loro genitori e quella del Paese dove sono cresciuti. Esse possono certamente dare alle nostre strutture nuova vita, nuove forze per un avvenire che ha bisogno di adeguarsi continuamente ai cambiamenti dei tempi che corrono”. Bisogna insegnare ai giovani che un terzo dei sardi vive in località del mondo diverse dalla Sardegna: in Australia, Argentina, Olanda, Germania, Belgio, Svizzera e nell’Italia del nord. La sardità sfugge, quindi, ad una dimensione geografica. Non si è sardi – ha scritto Scala - solo per il fatto di vivere in un’Isola del Mediterraneo. L’Istituto Regionale proprio in questi ultimi tempi – ha proseguito Scala - sta capendo e sta dando dimostrazione con significative aperture che i Sardi nel mondo, non hanno bisogno di essere né tutelati né di essere presi per mano.”Dal vostro congresso – ha concluso Scala – deve scaturire una proposta forte, chiara e comprensibile che riassuma tutta la complessità dei nostri problemi. Non vogliamo assistenzialismo, chiediamo una nuova legge efficiente e una politica che dia competitività alle nostre risorse con il coinvolgimento di tutte le generazioni e di tutti i sardi dentro e fuori dalla Sardegna”. Particolarmente toccante è stata la relazione – fatta in spagnolo – da Ana Beatriz Vignolo de Pintus, moglie di Pietro Pintus, uno straordinario “ragazzo” di quasi 80 anni, tra i più attivi e dinamici soci del circolo di Buenos Aires. Ana Beatriz, un’insegnante profondamente legata alla Sardegna madre di tre figli di “stirpe sarda”, come lei stessa sottolinea, ha dedicato il suo intervento a ricordare la figura di Emilio Lussu nel 111 anniversario della nascita. Ha evidenziato che Lussu è stato uno dei Padri fondatori della Repubblica e ha ricordato che “l’autonomismo lussiano del ’20 era la chiave di lettura per capire la so- La relazione del Consultore VITTORIO VARGIU RIVENDICA UN RUOLO PER GLI EMIGRATI NEL NUOVO STATUTO SARDO zione di partecipare in un mondo globalizzato, e la necessità di conservare le proprie radici e la tradizione. Questo compito spetta alle nuove generazioni che si trovano in migliori condizioni per capire e lavorare per questi obiettivi. Questa gioventù che non vuole rinnegare il proprio passato. Un passato che ci appartiene come persone e come popoli. Una passato fatto con la lingua, la famiglia, la musica, la letteratura, il lavoro di tutte le generazioni passate, chi con il loro sforzo hanno reso possibile il nostro presente e ci permette di proiettare il nostro futuro. Perciò preservare viva la lingua e la memoria di chi ci ha preceduto e un valore che dobbiamo trasmettere attraverso la nostra educazione come un modo di alimentare le nostre radici per crescere più forti. Nella lingua dei popoli e’ concentrata la cultura ed e’ la cultura quella che ci fa uomini e fa possibile, nella diversità e nel dialogo, costruire un Vittorio Vargiu mondo meno violento e più tollerante”. Oggi più che mai i circoli devono essere veri centri di cultura dove trovino spazio – ha detto Vargiu – tutte le manifestazioni della vita culturale sarda, italiana e del paese ospitante. Diverse attività ed iniziative che ogni circolo intraprende secondo le sue caratteristiche e possibilità, dall’inse- gnamento della lingua, alle informazioni utili, dalle conferenze, alla pubblicazione di riviste, alla realizzazione di programmi radiofonici e televisivi, alle attività musicali, fanno dei circoli vere cellule fondamentali e necessarie per la continuità della cultura sarda e del rapporto continuo con la Sardegna. Vittorio Vargiu ha quindi affrontato il problema del nuovo Statuto Speciale che dovrebbe nascere dall’istituzione dell’Assemblea Costituente del Popolo Sardo. Chiediamo al rappresentante del Movimento per l’Assemblea Costituente, On. Luca Deiana – ha detto – di portare l’adesione dei sardi in Argentina. Chiediamo che i sardi del mondo siano partecipi nel dibattito sullo Statuto speciale. In quanto alla lingua e alla cultura sarda – ha proseguito Vargiu - è necessario promuovere in tutti i circoli ed associazioni l’insegnamento della lingua italiana e di quella sarda. Le università sarde devono aprirsi al mondo dell’emigra- stanza politica del federalismo, Lussu capì il problema istituzionale proprio partendo dal proprio sentimento di sardità”. I lavori della mattinata sono stati chiusi dall’architetto Antonio Sardu, di La Plata, con una struggente poesia in limba dedicata alla Sardegna. Nel pomeriggio il Congresso ha proposto gli interventi interessanti protagonisti le donne e i giovani. La carrellata delle donne è stata aperta da Angela Solinas, presidente del circolo di Buenos Aires, che ha ricordato l’origine del flusso migratorio verso l’America Latina e in particolare verso l’Argentina che ha offerto a moltissimi sardi l’ occasione di realizzare il sogno di una vita migliore. “L’emigrato sardo – ha sottolineato – ha portato con se i valori della sua cultura e della sua tradizione, l’amore verso la famiglia, il senso di fratellanza e quella immensa voglia di lavorare. Sono questi, ancora oggi, i legami che li uniscono alla loro amata Sardegna”. Dopo aver ricordato che i sardi hanno saputo integrarsi facilmente nella società argentina. Loredana Manca, giovane presidente del circolo di Mar del Plata, ha fatto l’auspicio che questo incontro possa favorire e rinsaldare sentimenti di fratellanza con la comunità sarda. Ha poi soffermato la sua attenzione sul ruolo che svolgono le donne nei circoli e sul loro impegno nella società. “La donna sarda – ha detto – è giunta qui con voglia di progresso”. Nel suo intervento Loredana Manca ha sollecitato interventi per dare anche alle donne sarde in Argentina una pensione e anche un’assistenza sociale. Sara Paz Vargiu, moglie di Vittorio, è un’ altra argentina innamorata della Sardegna e ha definito “coinvolgente” la sua esperienza nel circolo. “Le donne si sentono parte integrante del circolo e la zione, come fanno già varie università continentali, con programmi indirizzati a preparare docenti, anche utilizzando Internet. Infine Vargiu ha annunciato che la Federazione Argentina propone di creare una comunità d’affari tra sardi per promuovere iniziative di natura economica e promozionale, coinvolgendo le nuove generazioni di sardi di questa parte del mondo, le istituzioni economiche pubbliche e private della Sardegna, per creare un ponte di consulenza commerciale che trovi reciproca convenienza d’affari. Tutto quanto detto ha senso se pensiamo che non possiamo dare alle nuove generazioni un ruolo marginale nelle associazioni. Dobbiamo rendere i giovani protagonisti come membri attivi e responsabili, attraverso la formazione associativa e professionale. Privilegiare i giovani non può portarci a dimenticare gli anziani, che oggi soffrono di più la caotica situazione economica e sociale dell’Argentina. La Sardegna deve preoccuparsi per dare un possibile aiuto economico a tanti sardi disagiati che in un tempo hanno contribuito con il loro sforzo al sostegno dell’economia sarda, attraverso le rimesse di denaro ai parenti rimasti nell’Isola. La pensione sociale è un diritto che spetta a tutti i sardi nati in Sardegna vivano o no nei confini dell’Italia. → IL MESSAGGERO SARDO 12 GENNAIO 2002 loro presenza fa sì che tutti si sentano a casa. Giovanna Signorini Falchi, presidente del circolo di La Plata, si è soffermata sulla “dolorosa situazione economia” dell’Argentina e sulle conseguenze che essa ha per la gran parte delle famiglie dei sardi che in pochi anni si sono visti svanire i risparmi di una vita di duro lavoro. In particolare la situazione è drammatica per i pensionati che a stento riescono a sopravvivere. Giovanna Signorini ha invocato l’intervento delle autorità regionali e ha chiesto che venga rilanciata l’iniziativa dei “soggiorni” in Sardegna per dar la possibilità ai più anziani di rivedere la loro Isola e ai più giovani di conoscere la terra degli avi. Eva Baccoli, di Rosario, sposata con un sardo, ha parlato del problema dell’integrazione dei giovani nei circoli. “I giovani si sapranno integrare – ha detto – se noi li sapremo far partecipare attivamente coinvolgendoli nella gestione e nelle scelte. Uno dei modi - ha suggerito – è quello di dotare i circoli di libri in sardo, un’altra opportunità può essere data dalla gastronomia, piuttosto che da folklore”. A Rosario è stato costituito il gruppo “Sa Sardigna”. Ma anche Eva Baccoli non ha potuto far a meno di parlare dei “momenti cupi” che sta vivendo l’Argentina. Adriana Mandis, presidente del circolo di Cordoba, ha ricordato le iniziative del suo circolo e ha auspicato una sempre maggior attenzione da parte della Regione per i sardi d’Argentina. L’esperienza del gruppo “Sa Sardigna” di Rosario è stata illustrata da Sebastiano Fara. “Il nostro – ha detto – è un gruppo di giovani dai sei ai venti anni che intende portare ovunque la cultura, il canto e i balli dei nostri antenati”. Il gruppo si prepara con allenamenti settimanali servendosi di videocassette. “Sarebbe importante – ha detto Fara – che tutti i circoli avessero il vostro sostegno con l’invio di video e altro materiale. Abbiamo bisogno anche dei vostri consigli per la scelta delle stoffe e dei modelli con cui rifare i costumi sardi”. I giovani di Tucuman hanno preparato due relazioni per illustrare un progetto per diffondere l’informazione. Viviana Vargiu ha illustrato l’esperienza fatta nel circolo. “Fin da quando siamo nati, 14 anni fa – ha detto – uno dei nostri principali obiettivi è stato quello di diffondere la cultura italiana e, in particolare, quella sarda” Nacque allora il progetto radiofonico “Oggitalia”, un programma del circolo sardo. “Quest’anno – ha detto Viviana Vargiu – abbiamo compiuto 13 anni di emissioni. Il programma viene diffuso tutti i sabati dalle 13 alle 14 da Radio Dieci una delle più seguite di Tucuman. Dopo il programma radiofonico, per iniziativa di Vittorio Vargiu, è nata la rivista “Oggitalia” che per motivi economici ha interrotto le pubblicazioni alcuni anni fa. “Quest’anno – ha concluso – abbiamo avviato un’ altra iniziativa, un programma televisivo, dal titolo “Oggitalia” che viene trasmesso in una televisione via cavo. “Stiamo lavorando anche alla creazione di un CD – ha concluso Viviana Vargiu – siamo aperti alle idee e ai suggerimenti di tutti e siano pronti a dare i nostri suggerimenti a chi ce li chiede”. Il progetto per la creazione di una rivista delle Federazione, partendo dall’ esperienza fatta con “Oggitalia”, è stato illustrato da Annalia Fara. “Anche se il circolo Sardi Uniti di Buenos Aires e DOCUMENTO DI PIENA ADESIONE ALL'INIZIATIVA PER L'ISTITUZIONE DELL'ASSEMBLEA COSTITUENTE I delegati al IV 0 Congresso della Federaione dei Circoli Sardi in Argentina hanno approvato all’unanimità un documento di sostegno all’iniziativa per la istituzione di un’Assemblea Costituente del Popolo Sardo per la riscrittura dello Statuto Speciale. I delegati si sono anche impegnati a mobilitare tutti i sardi in Argentina perché – con l’invio di una cartolina – premano sui parlamentari sardi perché la proposta di legge di modifica costituzionale sia approvata in tempi brevi dalle Camere. L’iniziativa – che prevede l’invio di un’apposita cartolina è stata illustrata da Antonio Giua, dell’Ufficio di Presidenza della Consulta, a nome della Faes, la federazione delle associazioni di tutela che si sono fatte promotrici del progetto, deciso nell’ultiina riunione del Parlamentino degli Emigrati. La cartolina (che pubblichiamo a fianco) porta sul retro la scritta: “Forza pàris”. L’urlo di guerra della valorosa Brigata Sassari, oggi garanzia di pace per molti popoli, unisce tutti i Sardi, di Sardegna e del mondo, nel rivendicare la loro specialità. La Proposta di legge per la riscrittura dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna attraverso un’Assemblea Costituente, ormai approvata dal Consiglio regionale, è oggi, all’esame del Parlamento. I Sardi chiedono la sua approvazione! Un’Assemblea costituente per una vera autonomia! Un nuovo Statuto per un vero progetto di rinascita!”. Va spedita al Consiglio regionale che poi le inoltrerà al Parlamento. La cartolina verrà diffusa in tutto il mondo presso tutte le comunità di sardi. Questo il Documento sull’Assemblea Costituente approvato all’unanimità dai rappresentanti degli emigrati sardi al Congresso della Federazione dei circoli sardi in Argentina. I rappresentanti della Comunità sarda in Argentina, riuniti a Mar del Plata, i giorni 1-2 dicembre 2001, per il IVº Congresso nazionale della Federazione dei circoli sardi, fanno propria e condividono l’iniziativa dei Antonio Segni di La Plata hanno ciascuno una propria pubblicazione – ha detto Fara – la nostra proposta prevede che i giovani di tutti i circoli si integrino in un’azione congiunta con lo scopo di mantenere viva la cultura italiana e quella sarda in particolare, intensificare la loro presenza nei circoli e nella Federazione, far conoscere chi siamo e le aspettative che abbiamo, collaborare attivamente coni consigli direttivi dei circoli. Il progetto prevede inizialmente una pubblicazione bimensile con contenuti di politica, economia, cultura sarda e argentina, tradizioni e gastronoma dei due paesi. componenti la Consulta regionale dell’Emigrazione, ritengono che per la Sardegna – isola afflitta da una crisi economica e sociale che dura da decenni, quella stessa crisi che per tanti anni ha avuto il volto doloroso dell’emigrazione – la strada dell’Assemblea Costituente per la riscrittura della Carta fondamentale dei Sardi costituisce un’occasione storica per gettare le basi di una Sardegna più moderna, più ricca, più forte e più libera. Sono favorevoli all’Assemblea Costituente del Popolo Sardo che avrà il compito di riscrivere lo Statuto regionale, il patto tra i cittadini sardi e la Regione e tra questa e la Repubblica, adeguandolo ai profondi mutamenti che sono avvenuti nel mondo, in Europa e nel nostro Paese, come quelli che derivano dall’istituziore dell’Unione Europea, dalla globalizzazione e quelli legati al processo federalista. chiedono che la proposta di legge per la riscrittura dello Statuto attraverso l’Assemblea Costituente, approvata dal Consiglio regionale, oggi all’esame della Commissione Bicamerale per gli Affari Regionali e delle Commissioni Affari Costituzionali del Parlamento, sia approvata in tempi rapidi. riconoscono che un lungo tratto di strada è stato percorso, ma che il cammino è ancora lungo. ritengono che vi sia la necessità che il nuovo Statuto sia profondamente condiviso dalla collettività isolana e quindi si apra su questo tema un grande dibattito, che consenta di coinvolgere le energie e le disponibilità dei Sardi in Sardegna e nel mondo. Per questo momento eccezionale della nostra storia è indispensabile che tutti i sardi, ed in particolare coloro che, vivendo lontano dalla loro isola, condividono la necessità di un vero e profondo moto di affermazione della nostra specialità, contribuiscano con la loro esperienza e con la loro capacità ad un grande progetto di rinascita politica che parta dalla riscrittura dello Statuto. invitano ciascun membro del Congresso a appoggiare ed eventualmente aderire al Comitato per il sostegno alla proposta di legge di modifica costituzionale approvata dal Consiglio regionale per l’istituzione della Assemblea Costituente del Popolo Sardo per la riscrittura dello Statuto dell’Autonomia. chiedono che i rappresentanti delle comunità sarde nel mondo siano chiamati a far parte a pieno titolo dell’Assemblea Costituente del Popolo Sardo per portare il loro contributo di esperienze vissute nei paesi che li hanno ospitati, e perché con la loro partecipazione si rafforzino i sentimenti di identità, cultura, tradizione e lingua tra tutti i sardi dentro e fuori dall’Isola. rivendicano il riconoscimento del loro diritto di rappresentanza nelle istituzioni autonomistiche della Sardegna. Efisio Serrenti Anche Cesare Meridda ha portato la sua testimonianza dell’attività svolta con gli altri giovani italiani nel circolo Sardi Uniti di Buenos Aires. Ha ricordato i congressi fatti in 12 anni dai giovani italiani e ha sottolineato come i figli dei sardi soffrano più di altri la nostalgia per il loro paese. Meridda ha quindi proposto, a nome dei giovani sardi in Argentina, che in occasione del 28 aprile, festa della Sardegna, sia celebrata la “settimana della solidarietà sarda in Argentina”. “Sensibili alla realtà che vive il nostro paese – ha detto – pensiamo che sia necessario partecipare come collettività alla vita sociale della nostra Na- zione. Per questo proponiamo che ogni circolo sardo nella festa della sardità si impegni a raccogliere prodotti alimentari per donarli alle persone più indigenti in Argentina”. Antonio Sardu, del Circolo di La Plata ha presentato, a nome di tutti giovani, un progetto messo a punto con un altro socio, Josè Llantada, sul interscambio commerciale con la Sardegna. I Circoli Sardi in Argentina – ha ricordato - sorsero come una risposta al bisogni degli immigrati, di stringere vincoli, stabilire rapporti costruttivi intorno alla loro memoria collettiva:la loro cultura, la loro lingua,la loro musica le loro lettere. La Regione Sardegna ha collaborato generosamente inviandoci conferenzieri in diverse aree di interesse comune,ed inoltre in forma economica. Il nostro sentimento di gratitudine verso la Regione ci induce a immaginare un passo più in la sul ruolo che devono giocare le nostre istituzioni nel prossimo futuro. Immaginiamo che ogni Circolo funzioni come una finestra della Sardegna aperta in Argentina: un’entità moderna, collegata con gli ultimi mezzi tecnici disponibili,che ci permettano di aprire opportunità commerciali inimmaginabili, vincolandoci a Piccole Aziende di ambedue le nazioni. Per fare gli affari bisogna essere preparati. Ciò significa conoscere i prodotti e le aziende che li producono. Le Piccole Aziende sono una importante base dello sviluppo economico della Sardegna. L’assistenza può essere data in forma personalizzata o mediante un Sito Web sviluppato opportunamente, che avrebbe informazioni utili per esportare ed importare, partecipare a fiere commerciali, seminari e altre attività affini. Maria De Los Angeles Manca, ha soffermato la sua attenzione sui problemi culturali. “Sappiamo – ha detto – che una società non sopravvive senza la salvaguardia della sua cultura. La cultura è tradizione, è la conservazione delle orini perché possano essere tramandate alle generazioni successive. È un modo di vivere, di pensare, di agire, sono i sentimenti, gli atteggiamenti, i costumi, le regole di comportamento. Quando una cultura scompare – ha soggiunto – la ragione va trovata nel fatto che sono venute a mancare le persone che ne erano portatrici. I giovani sardi in Argentina – ha proseguito Maria De Los Angeles Manca – non permetteranno che ciò accada. Noi discendenti dei sardi – ha proseguito – abbiamo imparato a conoscere e a amare l’ Isola dai racconti dei nostri genitori e dei nostri nonni che nei momenti di nostalgia ci trasmettevano i ricordi della loro terra lontana. Maria De Los Angeles ha colto l’occasione del Congresso per rivolgere un appello alle autorità arrivate dalla Sardegna. “Abbiamo bisogno del vostro aiuto – ha detto – abbiamo bisogno di libri, carte geografiche, video, audiocassette, informazioni sulla musica, insomma abbiamo bisogno di materiale didattico che possa essere utile per diffondere la cultura sarda tra i figli e i nipoti degli emigrati sardi”. Infine ha posto il problema della conoscenza diretta della Sardegna che i giovani argentini, stante la situazione del loro paese non possono permettersi. È stata poi la volta di Diego Soru. Un altro giovane dalle idee chiare. La Sardegna – ha detto - è la terra dei nostri sogni, per tutto ciò che significa, per il nostro sangue, le nostre origini, ciò che IL MESSAGGERO SARDO 13 GENNAIO 2002 Antonio Zidda si sente quando si ascolta soltanto il suo nome. Molti di noi giovani vogliamo trasferirci per poter frequentare l’università e anche per sviluppare una attività economica che dia beneficio oltre che a noi alla Sardegna e proprio. Nella mia situazione personale, anche come modo di rendere omaggio a mio nonno Pasquale, emigrato dalla sua amata Nugoro e che non ho potuto conoscere personalmente, come non l’ ha conosciuto neanche mio padre. Lui ha dovuto lasciare la sua terra alla ricerca di un nuovo orizzonte totalmente sconosciuto, alla ricerca di un lavoro che gli potesse permettere guadagnare i soldi da inviare alla sua famiglia che poi ha preso la stessa decisione, emigrare. Diego Soru ha ricordato che da molto tempo si parla di attivare un sistema di borse di studio, di corsi di Formazione professionale, e di rientri per lavoro. “Forse – ha detto - abbiamo sbagliato nel modo di chiederlo”. Soru ha ricordato che nell’ ottobre del 1998 ho partecipato allo stage finale del progetto di Formazione Quadri Giovanni Dirigenti nel quale è nato il G.I.S.A.M, (giovani sardi nel mondo) organismo che non esiste più. “Mi rimane il ricordo di quei meravigliosi 21 giorni passati insieme ad altri giovani sardi provenienti da diversi paesi come Germania, Canada, Australia, tutti impegnati nella ricerca di informazioni sulla Sardegna, la politica, l’economia, il turismo, il lavoro. In quei giorni è nata l’idea di creare il web site del “Messaggero Sardo”, un servizio per tutti quelli che abbiamo accesso ad internet, ma che non deve e non può sostituire l’ invio giornale”. La Sardegna si porta nel cuore, nel sangue e nella pelle. E se le distanze che ci separano sono così ampie, il sentimento di sardità è più grande”. Pablo Pira, ha parlato del circolo di Mendoza, fondato nel 1995 e non ancora riconosciuto, e si è soffermato sul ruolo che possono svolgere i giovani dei circoli sardi lavorando insieme. Dopo aver ricordato che Mendoza è, per importanza economica, la quarta provincia dell’Argentina, Pira ha sottolineato l’interesse per la Sardegna sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello culturale. Tra le iniziative proposte da Pira l’ attuazione di corsi di formazione professionale, con fondi dell’ Unione europea per giovani di origine sarda da tenersi in Argentina. Irma Manca, segretaria del circolo di San Isidro, ha letto il documento messo a punto con la presidente Iris Madau, incentraro sul delicato problema della doppia cittadinanza per i discendenti dei primi emigrati. “I nostri genitori – ha detto - arrivarono nell’Argentina nel 1920 e anche prima. Erano quasi bam- Sebastiano Fara Cesare Meridda Angela Solinas I PROGETTI DEI GIOVANI PER RINSALDARE I LEGAMI CON LA TERRA DEGLI AVI I n occasione del IV° Congresso della Federazione Sarda in Argentina, il 30 novembre, a Mar Del Plata, si sono riuniti i giovani per esaminare alcuni temi e progetti da proporre all’ attenzione dei circoli, della Federazione e della Regione Sarda. Al termine del convegno, che si è tenuto nella sede del circolo, è stato approvato un documento che fissa alcuni punti: 1) Il ruolo dei giovani sardi nel mondo e nei problemi della Sardegna. È necessario cercare le vie per le quali i giovani sardi d’Argentina s’informino sui principali problemi della Sardegna, sociali, culturali, d’educazione, e insieme far conoscere ai sardi la situazione attuale dell’Argentina. 2) Internet. Si pensa alla creazione di una pagina web della Federazione sarda in Argentina che illustri il lavo- ro fatto dalle organizzazioni degli emigrati in diversi ambiti: a) solidarietà, b) imprenditoria, c) cultura, d) sport. Inoltre per rendere più dinamico lo studio dell’italiano sarebbe interessante offrire: a) lezioni d’italiano on line b) forum di chat in lingua italiana. Un’altra proposta prevede la realizzazione di una banca dati con i cognomi e gli indirizzi dei soci dei diversi circoli per favorire la ricerca di parenti, compaesani o amici. La proposta prevede che la pagina web contenga i links per le diverse pagine dei circoli. In questo modo si creerà una rete interna di lavori e di professioni, uno spazio dedicato alla trasmissione delle informazioni sulle attitudini e gli interessi di ogni giovane socio di un circolo per favorire l’interscambio e rendere più facile l’accesso al mondo del lavoro. 3) Il significato della trasmissione della sardità e dell’italianità. Si analizza la possibilità di creare una rivista della Federazione diretta dai giovani sardi. La rivista diverrebbe un mezzo di unione fra i circoli che parteciperebbero al progetto. 4) CULTURA. Il Gruppo Giovani Sardo-Argentino propone la creazione di corsi elementari di lingua italiana e corsi di perfezionamento per le persone che già possiedono una buona conoscenza della lingua, tenuti da docenti di madre lingua. Una variante della proposta prevede che i corsi si potrebbero tenere in Italia. L’acquisizione della lingua, inoltre, potrebbe essere seguita da corsi di formazione professionale a distanza ed in loco. bini, e nell’Isola c’era la fame. Arrivarono in questa prodiga terra per guadagnarsi il pane e poter aiutare le loro famiglie lontane. Molti di questi uomini lavorarono la terra, altri s’inserirono nelle grandi ditte Pubbliche: Obras Sanitarias de la Nacion, Ferrocarriles, Telefònicas, ecc. Queste ditte esigevano da loro la cittadinanza argentina. Ciò significava rinunciare alla propria per poter lavorare. Così si trovarono davanti ad una durissima scelta: la grande opportunità di sopravvivere guadagnando per le loro famiglie e... la Sardegna che era già tanto lontana, ad un mese di viaggio per mare. Continuarono a lavorare, formarono famiglie italo-argentine, crebbero, e lavorarono duro. Trent’anni dopo, arrivò un’altra ondata immigratoria. Quelli che arrivarono in Argentina scappavano dall’orrore della guerra. Quando arrivarono nessuno chiese loro niente, non era c’era l’obbligo di rinunciare alla loro cittadinanza, solamente offrirono loro lavoro. Alcuni rimasero, altri ritornarono dopo qualche anno. Ma i nostri genitori, non poterono farlo, perché per l’Italia non erano più italiani. Nonostante ciò, di cuore ancora lo erano e tramandarono la loro cultura a noi i loro figli. E così, con amore, lacrime, dolore ereditato non esitammo ad abbracciare questa amata cultura paterna, la seconda cittadinanza, quella del sangue anziché delle leggi. Molti figli e i nipoti di sardi, tra cui la maggior parte dei soci del Circolo Radici Sarde – ha detto Irma Manca - non possiamo fino ad oggi accedere alla doppia cittadinanza. Non chiediamo né contributi né pensioni, soltanto vogliamo, oltre ad essere argentini, anche diventare legalmente Italiani Sardi”. Particolarmente applaudito l’intervento di Filippo Soggiu, presidente della Fasi, che ha portato i saluti degli emigrati sardi in Italia. “Voi siete stati – ha detto con grande calore Soggiu – i pionieri dell’associazionismo sardo nel mondo. Insieme ai conterranei che hanno emigrato nelle Americhe e in Australia, avete superato difficoltà di ordine morale e materiale, certamente più di noi che siamo rimasti in Italia. Ma ne è valsa la pena. Soggiu ha quindi annunciato che il congresso della Federazione italiana, che è stato fissato per il mese di marzo, consentirà di fare un bilancio del nuovo corso della politica dell’emigrazione che unisce al vecchio discorso “sempre valido, della solidarietà, quello della promozione e della rappresentanza degli interessi della Sardegna”. Il presidente della Fasi si è quindi soffermato a riflettere “sul travaglio del popolo argentino, di cui gli emigrati sardi sono parte integrante”. “Voglio testimoniare – ha soggiunto – che in Italia abbiamo vissuto e stiamo vivendo con tanta tristezza e preoccupazione le tragedie passate e le difficoltà attuali”. Soggiu ha quindi fatto un fermo richiamo all’unità del mondo dell’emigrazione sarda e ha esaltato la funzione dei circoli come luogo dove trasmettere i valori ai giovani. “Dobbiamo fare un grande sforzo – ha detto – per aprire ai giovani organizzando corsi di formazione che, inspiegabilmente sono stati sospesi. Siamo consapevoli che senza di loro, dopo un periodo più o meno breve si andrebbe all’esaurimento di questa grande esperienza e di questo grande movimento. turale”. La prospettiva – ha soggiunto – non può che essere il riconoscimento che i sardi nel mondo sono una risorsa oggi e portranno esserlo in futuro. L’emigrazione non è stata solo un dramma – ha rimarcato Soggiu - ma anche un veicolo di modernizzazione e di progresso civile: per se stessi e per la Sardegna. Gli emigrati sono stati fattore importante di sviluppo, prima con le loro rimesse, veicolando risparmi per miliardi, poi con le loro competenze e le professionalità acquisite fuori dall’Isola. Sappiamo che – ha proseguito Soggiu - esistono ancora nel mondo fasce di marginalità per i sardi emigrati. E la Regione deve pensare anche a loro con una politica specifica di aiuto e di assistenza. Ma se facciamo un Loredana Manca bilancio complessivo possiamo dire che i sardi fuori Sardegna, in questi 50 anni, sono diventati una realtà positiva e importante. Una realtà forte, con una notevole organizzazione. Soggiu ha quindi affrontato il problema della difesa dell’identità, che è comune a tutte le comunità sarde nel mondo. “Abbiamo in comune – ha detto – il problema di portare avanti un discorso che, conservi, valorizzi e sviluppi la nostra cultura, la nostra sardità. Ci auguriamo che a questo possa servire la nuova legge sulla cultura e la lingua sarda. “Se riuscissimo a superare le gelosie, le diffidenze e i campanilismi che purtroppo ci dividono, e mettessimo insieme tutte le nostre forze – ha concluso - forse riusciremmo a fare questi benedetti progetti comuni”. Pino Dessì, rappresentante delle Acli nella Consulta regionale dell’emigrazione e presidente della Federazione delle associazioni di tutela (Faes), ha ricordato il sostegno dato a partire da metà degli anni 80 per far sviluppare la struttura organizzativa della comunità sarda in Argentina e ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto in così breve tempo. Dopo aver rivolto un invito a non dimenticare ciò che le associazioni hanno fatto per aiutare i circoli a nascerere Dessì ha manifestato compiacimento per la maturazione dei giovani sardo-argentini e per la determinazione dimostrata.”Questi giovani – ha concluso – garantiscono la continuità della presenza sarda in Argentina, la continuità dei valori, della cultura, dell’etnia sarda”. Anche Tonino Casula dell’Aitef, ha ricordato i passi fatti dai Sardi in Argentina e ha espresso un giudizio molto positivo per quanto i giovani hanno fatto emergere nel congresso. Dopo l’approvazione del documento di sostegno alla proposta per la istituzione dell’Assemblea Costituente del Popolo Sardo (che pubblichiamo integralmente in altra parte del giornale), ha parlato il rappresentante della Federazione del Belgio Efisio Etzi che si è soffermato sulle problematiche europee e internazionali e ha dato la disponibilità della federazione e del circolo di Bruxelles a una intensa collaborazione. Etzi ha ricordato che anche il Belgio punta molto sui giovani tanto da aver eletto alla guida della Federazione un giovane, Sandro Mameli. Nato in Belgio, quindi sardo di seconda generazione, Mameli lavora presso il Parlamento Europeo è quindi preparato sulle nuove tematiche dell’ Europa. “Siamo pronti a dare a tutti i sardi nel mondo – ha concluso Etzi – tutta la nostra collaborazione sulle problematiche internazionali”. “A tutti gli emigrati, che sono i migliori rappresentanti del nostro popolo, del quale sono parte inte- → IL MESSAGGERO SARDO 14 GENNAIO 2002 grante – ha detto Bonaria Spignesi, presidente dell’associazione “ATM Emilio Lussu” – deve andare il nostro doveroso riconoscimento e ringraziamento per i valori che rappresentano con l’orgoglio di essere sardi nel mondo. I sardi non residenti in Sardegna – ha proseguito – si sono ritagliati ovunque un ruolo di grande rilievo nel tessuto sociale dei Paesi dove sono andati a vivere e lavorare”. Nelle nuove generazioni di sardi permane ancora, forte e indissolubile, un legame con la terra dei progenitori. Sta a noi che abbiamo la fortuna di vivere in quel lembo di terra più bello del mondo che è la Sardegna – ha concluso – alimentare questo, sentimento di vicinanza e questo comune sentire di essere parte dello stesso popolo, adottando, ciascuno per le competenze che gli spettano, tutte le iniziative idonee a sviluppare, mantenere e accrescere questo legame”. La relazione di Pablo Cicarè, del circolo di Cordoba si è soffermata sulla Cultura e sugli scambi culturali tra le collettività sarda e argentina. “Il fenomeno migratorio di fine secolo XIX ed inizio L a delegazione della Regione Sardegna, durante la permanenza in Argentina per il IV° Congresso della federazione dei Circoli sardi ha avuto una serie di incontri con autorità nazionali e locali. L’assessore del Lavoro, Matteo Luridiana, accompagnato dal capo di Gabinetto Attilio Dedoni, dal Direttore generale Roberto Neroni, e dal Direttore del Servizio Emigrazione, è stato ricevuto nella Casa Rosada, sede del Governo Argentino, dal ministro dell’ Interno, Ramon Mestre, ex Governatore della Provincia di Corboba, con il quale aveva instaurato rapporti di amicizia in occasione di una precedente visita. La delegazione della Sardegna è stata accompagnata da Orlando Falcon, dal presidente della Fede- Diego Soru secolo XX – ha ricordato – che ha visto molti sardi lasciare la loro terra per cercare una migliore qualità di vita in altri paesi ha portato la cultura sarda in molti continenti. Tale diffusione ha riguardato non tanto o non solo la cultura sarda nel suo complesso, bensì quella tipica di un paese o di una zona o di un’area della Sardegna. L’emigrazione sarda quindi è stata un potente veicolo per diffondere nel mondo una o più culture di un popolo che, senza il fenome- Sara Vargiu no migratorio, correva il rischio di veder spegnere il proprio bagaglio culturale nell’isolamento geografico dell’isola. L’Argentina – ha proseguito – è stato uno dei più importanti luoghi di accoglienza dell’emigrazione sarda che, seppure non eccessivamente numerosa e ha dato un importante contributo alla crescita della Nazione. Con il passare del tempo però quei legami si sono persi o rischiamo di perdersi. Molti gruppi sardi in Argentina infatti sono composti da discendenti di terza, quarta, e quinta generazione, la maggior parte dei quali senza alcun legame con l’isola e per lo più quasi del tutto estranea sia alle radici culturali che sociopolitiche della Sardegna. Occorre quindi che a livello culturale che sia la Regione Sardegna che le collettività sarde in Argentina si impegnino in un’opera di recupero della loro identità culturale e di preservazione della stessa mediante idonei LA DELEGAZIONE SARDA RICEVUTA DALLE MASSIME AUTORITÀ DELL'ARGENTINA razione, Cosimo Tavera e dal consultore Vittorio Vargiu. La delegazione è stata quindi ricevuta dal Direttore generale della Migrazione del governo Argentino, Elvio Molardo con il quale sono stati avviati rapporti di collaborazione. Molardo, che è anche vicepresidente della Confederazione dei Produttori, ha poi guidato una delegazione composta da Raul Enrique Vivas, presidente della C.G.E.R.A., Oscar Vinas, presidente dell’ istituzione economica della CGE, Cristina Lionti, presidente della Camera argentina di produzioni artistiche e culturali, e altri burocrati, a un incontro cui ha partecipato anche il direttore del Parco Tecnologico, Fabio Tore, nel quale sono state esaminate le possibilità di collaborazione economica e culturale tra la Sardegna e l’Argentina. La delegazione Sarda è stata anche ospite del presidente del Club del Congresso, Alfonso Carlo. Gli onori di casa sono stati fatti da Orlando Falcon, Direttore delle Pubblicazioni e della Biblioteca del Cogresso. A Mar del Plata la delegazione sarda, che comprendeva anche il Presidente del Cosniglio regionale, Efisio Serrenti, i consiglieri Luca Deiana e Pasquale Onida, è stata ricevuta in municipio dal sindaco Elio Aprile. Non si è trattato solo di strumenti che permettano la salvaguardia di una ricchezza culturale unica al mondo. L’Associazione Sarda di Cordoba ha avanzati alcune proposte per una migliore e più efficace integrazione della cultura sarda in Argentina. In particolare chiede la creazione di incentivi per una maggiore conoscenza della cultura sarda in loco (Sardegna) attraverso l’istituzione di borse di studio per giovani discendenti sardi. Viene proposta l’istituzione della “Settimana della Sardegna” da celebrasi ogni anno con una serie di attività culturali (conferenze, video, mostre) possibilmente in collaborazione con gli Istituti italiani di Cultura o con i Consolati. Nell’ambito della “Settimana della Sardegna” la Regione Sardegna dovrebbe inviare almeno una manifestazione di grande livello che permetta a tutte le Associazioni Sarde in Argentina di avere una maggiore presenza di immagine nelle città di residenza e di diventare un referente importante per la vita culturale della città. Il vicepresidente della Consulta, Tonino Mulas, ha espresso ap- una visita di cortesia. Sono stati affrontati problemi di comune interesse quali la difesa dell’identità culturale e delle specificità e il ruolo che le comunità locali possono svolgere per evitare che la globalizzazione economica produca anche l’omologazione e la cancellazione delle diversità. Tra il sindaco Aprile e i parlamentari sardi c’è stata totale identità di vedute. Molto interesse ha suscitato l’iniziativa del sindaco di Mar del Plata che ha trasformato i “gemellaggi” tra città da fatto solo affettivo a strumento di conoscenza e di scambio tra le varie realtà, e opportunità per sviluppare produzioni e contatti che sfuggono all’abbraccio mortale della globalizzazione. Nelle foto alcuni momenti di questi incontri. Nelle foto. Alcuni momenti degli incontri ufficiali: da sinistra, in alto, il ministro dell'Interno Ramon Mestre riceve alla casa Rosada la delegazione sarda; l'assessore Luridiana con il presidente della CGERA, Raul Enrique Vivas, e con il Direttore Generale della Migrazione, Elvio Molardo; il sindaco di Mar del Plata, Elio Aprile, ha ricevuto la delegazione sarda in municipio; la delegazione accolta nel Club dei Parlamentari argentini; foto ricordo davanti alla Casa Rosada, da sinistra Vittorio Vargiu, il Direttore Generale dell'Assessorato Roberto Neroni, l'assessore Luridiana, il Direttore del Servizio Emigrazione Marco Ghiani, il Capo di Gabinetto, Attilio Dedoni, Cosimo Tavera e Orlando Falcon → IL MESSAGGERO SARDO 15 GENNAIO 2002 prezzamento per gli interventi delle molte donne che presiedono i circoli sardi in Argentina perché- ha rilevato – sono stati tutti improntati a semplicità e concretezza, qualità indispensabili per affrontare i problemi di un’organizzazione quale il circolo. Mulas ha poi soffermato la sua attenzione sui temi della cultura e sull’ importanza della difesa della lingua come strumento di difesa della identità. E sullo stesso tema è intervenuto ancora Antonio Zidda per lamentare che anche Sardegna i giovani non parlano più il sardo. “Quando sono stato a Orune – ha raccontato – parlavo in sardo e i miei nipoti mi rispondevano in italiano. Un fatto che mi ha fatto molto arrabbiare. La lingua la si succhia con il latte materno”. Il presidente del Comites di Cordoba, Rodolfo Borghese, grande amico dei sardi, che ha seguito i lavori del congresso dall’inizio alla fine ha ricordato l’obbligo di mantenere vive le tradizioni della Sardegna e ha annunciato che farà di tutto perché una piazza di Cordoba sia intitolata alla Madonna di Bonaria. Ha quindi preso la parola Teresa Fantasia, vicepresidente del L’ assessore del Lavoro, Matteo Luridiana, concludendo i lavori, ha portato il saluto “caloroso del presidente della Regione Mauro Pili e di tutta la Giunta”. Si è poi congratulato con “il nuovo presidente della Federazione Sarda in Argentina che – ha detto – come me è stato riconfermato, e quindi proseguirà in questo lavoro”. Ha quindi rivolto un ringraziamento all’intera comunità sarda in Argentina e ai suoi rappresentanti che hanno partecipato numerosi al dibattito congressuale. Un ringraziamento particolare l’ha rivolto ai giovani che “ci hanno fatto intravedere che c’è una prospettiva futura per i sardi in Argentina”. “Uno dei problemi grossi che stanno affrontando l’assessorato e le Federazioni dei circoli – hanno ricordato Luridiana – è quello di coinvolgere i figli degli emigrati. Se è facile coinvolgere i sardi di prima generazione nell’attività dei circoli – ha detto l’assessore – diventa sempre più difficile quando si parla di seconda e terza, e qui in Argentina siamo già alla quarta generazione. Il fatto che ci sia stata una partecipazione così massiccia e insieme così attiva – ha soggiunto – ci fa sperare che in Argentina stia nascendo una nuova generazione che darà nuova vitalità e sangue fresco ai circoli e fa intravedere un futuro per la comunità sarda in Argentina e, quindi, anche una speranza per noi che stiamo in Sardegna”. L’assessore ha poi sottolineato di essere rimasto colpito, anche in occasione di altre visite fatte in Argentina, la “voglia di imparare” a parlare l’italiano e anche il sardo da parte dei giovani anche se figli di genitori che non sono solo sardi. L’assessore si è complimentato con Cosimo Tavera, con Vittorio Vargiu, con Loredana Manca per essere riuscita a organizzare in modo perfetto il congresso, nonostante le sia stata comunicata la data definitiva con brevissimo preavviso. Ha poi esteso il ringraziamento a Orlando Falcon per l’assistenza data alla delegazione e per aver favorito una serie di incontri con le massime autorità del Paese. L’assessore ha poi rilevato che al congresso ha partecipato anche una rappresentanza del Consiglio regionale, guidata dal suo Presi- circolo di Moreno, non riconosciuto dalla Federazione, che ringraziato per l’invito e ha ritenuto di buon auspicio l’iniziativa. Ha ricordato le iniziative fatte dal circolo di Moreno e ha manifestato la sperana che tra le organizzazioni degli emigrati sardi in Argentina possa prevalere l’armonia e l’unità. Il dibattito è stato concluso dall’assessore (una sintesi dell’intervento è pubblicata a parte). Si è quindi proceduto all’elezione del presidente che si è conclusa con la riconferma di Cosimo Tavera, decretata all’ unanimità. “Ringrazio i delegati per avermi affidato la conduzione della Federazione per un altro periodo. Mi sento particolarmente orgoglioso – ha proseguito – per come si è svolto il Congresso, e ancora di più per il ruolo protagonista che hanno avuto i giovani, fatto che ha colpito favorevolmente tutti i nostri ospiti e gli invitati speciali. Tutto quello che è accaduto in questi due intensi giorni ci proietta al mondo dell’emigrazione come una Federazione matura dove è garantita la continuità, per ricordare le parole del Presidente della Federazione delle Associazioni di Tutela, il quale è stato testimone del percorso che ha fatto fa nostra Federazione dall’inizio nel lontano 1989 fino ai giorni nostri. Un altro, motivo di soddisfazione è l’importante presenza delle donne nei nostri Circoli e nella Federazione. Ciò non è soltanto il risultato di una situazione statistica (i dati rivelati dal recente censimento in Argentina mostrano una netta maggioranza di donne) ma per un cambiamento nella mentalità sarda e sopratutto alla evidente capa- LURIDIANA PROMETTE INIZIATIVE PER RINSALDARE I RAPPORTI E AIUTARE I SARDI IN ARGENTINA Nelle foto. Foto di gruppo con le dirigenti dei circoli sardi in Argentina: da sinistra, Ines Manca, Eva Baccoli, Angela Solinas, l'assessore Luridiana, Juana Signorini, Adriana Mandis, Loredana Manca. In alto, un gruppo di ospiti alla cena di gala e i Tenores di Bitti dente, Efisio Serrenti. “Questo di deve far pensare quanto ci teniamo alla vostra amicizia e alla vostra fraternità. Il mondo dell’emigrazione – ha proseguito Luridiana – è un mondo che affascina i sardi che sono rimasti in Sardegna. I sardi e la politica regionale vedono in loro degli “ambasciatori e quindi soggetti importanti per lo sviluppo della Sardegna”. L’assessore ha quindi parlato del ruolo nuovo dei circoli. “Non c’è più solo l’interesse, come una volta, di incontrarsi per sentire un po’ di musica, parlare un po’ in sardo, ricordarsi di com’era la Sardegna quando sono partiti e di come è cambiata. Oggi l’interesse dei rapporti tra la Sardegna e i sardi nel mondo non è soltanto questo. È anche questo, perché la cultura è una componente importante per poter mantenere la memoria e i valori. Però il mondo sta camminando sempre più in fretta e noi non vorremo rimanere emarginati e dovremo adeguarci a queste leggi che sono più grandi di noi. Il mondo dell’emigrazione si può dividere in due grandi fasce, quella degli anziani, delle persone che sono emigrate e hanno un ricordo e un interesse diverso per quanto riguarda la Sardegna, e quella dei giovani, molti dei quali la Sardegna la conoscono solo per i racconti che oralmente vengono trasmessi dai genitori. Racconti che non tengono conto che in tutti questi anni la Sardegna è cambiata”. L’assessore ha poi sottolineato l’importanza per le nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione per avvicinare i giovani alla Sardegna. “Stiamo pensando a un portale - ha annunciato – che riguarda tutte le attività dell’assessorato. Che contenga tutte le leggi e le opportunità che vengono offerte a chi vuole investire in Sardegna. Ha quindi ricordato la situazione dell’occupazione nell’isola. “È vero che voi state male – ha detto Luridiana – ma fino ad oggi non conoscevate il bubbone della disoccupazione. Noi invece in Sardegna con la piaga della disoccupazione ci abbiamo convissuto da sempre e se i vostri genitori o i vostri nonni sono arrivati fin qui è stato per sfuggire a quella situazione drammatica. In Sardegna il tasso della disoccupazione sfiora il 20% e i più colpiti sono i giovani e le fasce più deboli”. Con soddisfazione l’assessore Luridiana ha sottolineato il fatto che negli interventi dei delegati quello dei finanziamenti regionali non sia stato un tema dominante. “È molto positivo, invece, che ci siano stati proposti progetti di cose da fare”. L’assessore ha parlato quindi delle opportunità offerte dalla Formazione professionale e dell’interscambio. Per quanto riguarda l’organizzazione dell’emigrazione – ha annunciato – uno dei progetti è quello di promuovere intereventi che consentano o favoriscano l’acquisizione delle sedi dei circoli. “Un’altra questione molto importante – ha soggiunto – riguarda il coordinamento delle iniziative e degli interventi che devono concordati con gli altri assessorati e con gli altri enti pubblici. L’assessorato del Lavoro – ha sottolineato – intende rivendicare questo ruolo”. Luridiana ha quindi ricordato la questione sollevata da Antonio Zidda, dei pensionati e di quelli che si trovano in condizioni parti- cità che hanno saputo dimostrare le donne nella vita associativa”. “Non mi resta che ringraziare le autorità del governo della Sardegna, i rappresentanti delle Associazioni di Tutela e quelli delle altre Federazioni sarde, “Il Messaggero sardo”, il Console italiano di Mar del Plata e tutti quelli che hanno partecipato a questo Congresso. Inoltre – ha concluso Tavera – faccio i miei complimenti al Presidente del Circolo di Mar del Plata, Loredana Manca e ai suoi collaboratori per l’organizzazione di questo evento”. Il congresso si è quindi concluso con un pranzo tipico con l’“asado” in una tenuta alla periferia di Mar del Plata. È stata una festa con canti e balli, argentini e sardi, in cui si sono esibiti, tra gli altri i Tenores di Bitti, il tenore Josè Bollea (che ha infiammato i giovani con antichi canti argentini di rivendicazione sociale), il soprano Eliana Sanna e il gruppo di Rosario. È stata una festa piena di calore che si è conclusa con la partenza dei pullman delle varie delegazioni tra abbracci calorosi e molta commozione. Una festa suggellata dal rinnovarsi e il rafforzarsi di antichi sentimenti di amicizia e di solidarietà. • colarmente disagiate. “È un problema che ci sta a cuore. In Argentina – ha detto – abbiamo già cominciato a fare qualche cosa. Abbiamo favorito l’accordo tra Inps e Anses, il vostro ente previdenziale per accelerare i tempi dell’erogazione della pensione in attesa dei conteggi definitivi. È un accordo che ha risolto più di un problema. Quello che ci chiedete oggi – ha ammesso – è una cosa molto più grande e riguarda l’applicazione di leggi esistenti che non consentono l’erogazione della pensione minima a chi sta fuori dell’Italia. Occorrerà intervenire sul Ministero degli Italiani all’estero perché si modifichi la normativa. È un passo che si può fare ora che è stato riconosciuto il voto all’estero”. L’assessore ha quindi illustrato per sommi capi il progetto del partenariato: “si tratta – ha detto – di favorire l’incontro tra imprenditori sardi che stanno in Sardegna e altri che stanno in altri Paesi”. Ha quindi annunciato che la commissione per esaminare i candidati da selezionare in Argentina era riunita da due giorni. “La Regione, tramite il Parco Tecnologico – ha spiegato – crea delle strutture che devono reggesi da sole e che non saranno assistite. La Regione favorisce l’avvio dell’iniziativa che vede il coinvolgimento anche delle università sarde. Il progetto – ha detto l’assessore – ha mosso i primi passi proprio dall’Argentina, da Corboba, un anno fa. E dall’Argentina sono cominciate le selezioni dei candidati che riguarderanno dodici paesi. L’assessore ha concluso il suo intervento ringraziando per il grande calore con cui la delegazione sarda è stata accolta. “Ci avete fatto sentire a casa nostra”. Riferendosi alla situazione internazionale l’assessore Luridiana ha ricordato che in questi giorni ci sono incontri con importanti uomini politici, primo fra tutti il Ministro dell’Interno, con cui sono stati avviati contatti da cui potranno scaturire interessanti sviluppi per la Sardegna e per l’Argentina. E ha concluso rivolgendo un invito all’unità. “Bisogna saper fare tutti un passo indietro – ha detto – per poter fare tutti un passo avanti. L’unità fa bene a tutti”. IL MESSAGGERO SARDO 16 GENNAIO 2002 CULTURA / Convegno internazionale con la partecipazione di docenti provenienti da Germania, Spagna, Francia, Olanda, Inghilterra e Sardegna organizzato dal circolo di Berlino. Polemiche e dissensi sulla lingua unificata decretata dall'alto L e due facce di un convegno: una parte di altissimo valore scientifico, innovativa al punto da lanciare bordate pesanti alle teorie dominanti e consacrate del Wagner; un’altra fortemente polemica, quasi rissosa, talvolta irritante, che ha rinfocolato rabbia e dissensi sul tema della lingua unificata quasi per regio decreto. Così, in estrema sintesi, può trarsi il bilancio del seminario “Il sardo, lingua regionale e europea” che si è svolto nella capitale tedesca tra la fine di novembre e i primi di dicembre. Qualificatissima la partecipazione, grazie alla presenza della maggior parte dei massimi studiosi d’Europa, davvero squisita e avvincente l’ospitalità, curata, in cabina di regia, dall’architetto Domenico Canu, presidente del circolo culturale, e messa in atto da uno stuolo di validissimi collaboratori, primi fra tutti la dinamica Giovanna Demurtas e il responsabile culturale Alberto Musa. Era attesissimo il neo assessore regionale alla cultura Beniamino Scarpa, che però è stato trattenuto a Cagliari da “concomitanti impegni istituzionali”. Ha comunque trasmesso un fax molto apprezzato. «Sono idealmente vicino – ha scritto – al vostro incontro di studio, consapevole che la salvaguardia delle peculiarità storiche, etniche e linguistiche delle regioni nazionalitarie contribuisca a costruire nella pace e nel progresso un’Europa unita dei popoli e delle regioni. La lingua sarda è veicolo di cultura e di storia di un’isola millenaria, che oggi si presenta a testa alta in Europa e nel mondo grazie anche alla testimonianza operosa e solidale dei suoi emigrati. La Regione è grata ai suoi conterranei che con tanto amore per la propria terra conservano e valorizzano l’identità linguistica e culturale del popolo sardo in Europa e nel Mondo. «La Regione sarda – ha scritto ancora l’assessore Scarpa – non mancherà di provvedere all’attivazione degli strumenti previsti dalla sua legislazione per venire incontro ai suoi emigrati e alle loro organizzazioni rappresentative per promuovere la valorizzazione del proprio patrimonio linguistico e culturale nel Mondo. «Nell’augurare di cuore buon lavoro a tutti i partecipanti, agli esperti e ai relatori stranieri che con passione si sono avvicinati alla nostra lingua e ai sardi emigrati che non STUDIOSI A CONFRONTO A BERLINO SUL SARDO LINGUA REGIONALE E EUROPEA Servizio e foto dell'inviato Gino Zasso vogliono perdere il cordone ombelicale con la propria terra – ha concluso l’assessore alla cultura – voglio assicurare il mio interessamento e quello dell’assessorato regionale della pubblica istruzione e dei beni culturali per portare avanti insieme a voi un grande progetto di idee e di attività rivolto ad affermare nel mondo la civiltà dei Sardi». Dopo i saluti di rito, ha aperto i lavori lo studioso che è a ragione da molti ritenuto il massimo esperto di linguistica sarda, il professor Massimo Pittau, ordinario emerito dell’Università di Sassari, che, con la sua dotta “cunferentzia de onore” ha illuminato di cultura sopraffine e di pacati ma fermi distinguo la Clubhouse della Freie Universitaet di Berlino, che ha ospitato il convegno. Gli incontri conviviali, invece, si sono svolti, oltrechè in un ristorante “sardo” di successo, negli eleganti locali del circolo, dove erano allestite la mostra fotografica, di sculture di soggetto sardo e di litografia rispettivamente di Maria Carmela Folchetti, Sandro Muttau (assenti) e del pittore Sergio Muntoni (presenzialista). Era folta la rappresentanza del Comune di Villagrande Strisaili: oltre all’applauditissimo gruppo folk “Santa Barbara”, diretto con maestria da Giovanni Mighela, c’erano le due anime dell’amministrazione comunale, il sindaco Piero Cannas, e, soprattutto, il vice sindaco Paola Selenu, che, decantandone le bellezze e le particolarità, ha promosso dal punto di vista turistico, come meglio non avrebbe potuto, il suo territorio. Sono state tre giornate intense di lavori. Ed è stato piacevolmente sorprendente constatare come la maggior parte dei relatori, tutti docenti universitari di chiara fama, tedeschi, spagnoli, olandesi o inglesi che fossero, si siano trovati a loro agio nell’esprimersi in perfetto idioma sardo, in tutte Nelle foto. In alto: la presidenza del convegno; sotto il titolo la sala del circolo affolata, sotto a sinistra, Michael Allan Jones, Michele Contini, Francisco Xavier Frias Conde, Guido Mensching e Giovanna Demurtas, attivissima segretaria del circolo sardo. Nella pagina accanto: il gruppo folk di Villagrande Strisaili, a fianco all'organista ilmvicesindaco Paola Selenu e il sindaco Piero Marras. A destra l'intervento del prof. Guido Mensching, applaudito dal prof. Massimo Pittau e dal presidente del circolo sardo Domenico Canu. In basso, tre inquadrature del pubblico le sue variazioni. La serie dei saluti – tutti hanno rimarcato la portata quasi “storica” del convegno – è stata aperta dal professor Guido Mensching, direttore del dipartimento di Filologia romanza della Libera Università di Berlino, principale promotore dell’incontro e grande amico della Sardegna. Hanno fatto seguito gli interventi di Domenico Canu, presidente del circolo culturale, di Catherine Flumiani, che ha portato i saluti dell’ambasciatore d’Italia Silvio Fagiolo, di Salvatore Cugusi, storico presidente della Federazione dei circoli sardi in Germania, di Ugo Perone, neo-direttore dell’Istituto italiano di cultura e di Sybill De Vito Egerland a nome del rettore dell’Università. Le tre giornate di lavoro si sono articolate per temi. Sull’arcaicità della limba Peter Koch, ordinario all’università di Tuebingen, ha sostenuto che, in fatto di conservatorismo del lessico sardo, si riscontrano casi impressionanti di continuità: non è sufficiente, però, citare esempi isolati, è necessario invece studiare il problema in un quadro più ampio e più sistematico. Per Guido Mensching «Su lessicu sardu tenet elementos chi si dian poder cramare arcaicos, sichinde una definitzione chi tenet contu de su fattu chi medas paraulas sun unu riflessu de su latinu faeddadu in epoca tarda (a pustis de Cristu), a dispettu di atteras teorias, sicunde de sas cales su sardu tenet elementos de su latinu antigu». Per Thomas Krefeld, dell’Università di Monaco, «L’arcaicità del vocalismo sardo è un mito da smontare», mentre Michael Allan Jones, dell’Università dell’Essex, si è soffermato su «Affattu de s’ortografia: su problema de s’istandard e de sa variedade linguistica», Heinz Juergen Wolf, d e l l’Università di Bonn ha parlato su «La lingua sarda e la toponomastica», Francisco Xavier Frias Conde, dell’Università di Madrid, ha presentato una dotta relazione su «Galitzianu, catalanu e sardu, cumente arribare a una istandardizatzione: modellos e tzircunstantzias» e Carla Caprioli, della Commissione europea, ha illustrato le «Azioni di promozione e tutela delle lingue “minoritarie” da parte delle istituzioni europee». Nella giornata conclusiva Bernd Kielhoefer, della Freie Universitaet di Berlino ha presentato uno studio condotto su un campione di bambini della IL MESSAGGERO SARDO 17 GENNAIO 2002 scuola italo-tedesca sulle “Competenze linguistiche tra i figli degli emigrati sardi e degli altri italiani a Berlino”: ne ha dedotto che il trilinguismo italiano-sardo-tedesco favorisce in maniera determinante la formazione dell’identità e dei contatti interpersonali. Per la traduzione automatica in sardo, Eva Remberger, dell’Università di Colonia, ha presentato un sistema basato su un linguaggio di programmazione linguistica, che si avvale da un lato dell’individuazione di cose e oggetti, dall’altro sulla loro denominazione nelle varie lingue. Dal canto suo Roberto Bolognesi, dell’Università di Groningen (Olanda del Nord), che, sull’argomento, ha a breve scadenza un programma di studio e di dibattito nel centro culturale di Santa Cristina (Oristano), ha sviluppato il tema della distanza fonologica su un campione di duecento parole tradotte e pronunciate in 54 dialetti del sardo, oltreché nelle varie lingue dominanti che si sono succedute in Sardegna (latino, pisano, genovese, catalano, spagnolo e italiano): la distanza permette di stabilire in quale misura l’attuale struttura dei dialetti sardi sia il risultato di evoluzioni interne o del contatto con le varie culture dominanti. «I nostri risultati – ha detto – permettono di sfatare due luoghi comuni molto diffusi sulla limba: il sardo non è una lingua arcaica; i dialetti innovativi del sardo non sono pesantemente influenzati dalle lingue dominanti». Complessivamente in tutte le relazioni è stata sottolineata la necessità che gli studiosi del sardo, lingua che l’Unesco ha dichiarato in pericolo, debbano prestare maggiore attenzione all’ascolto del linguaggio parlato. Per la salvaguardia della lingua è emersa così l’esigenza di impiegare tecniche le più moderne possibili. In questo senso è andata la relazione di Lucia Grimaldi, della Libera Università di Berlino, che ha presentato il sito Internet http://www.spinfo.uni-koeln.de/mensch/ sardengl.html, allestito in collaborazione con l’Università di Colonia: contiene la più grande banca dati sulla lingua sarda del mondo e permette di ottenere la traduzione delle parole italiane in tutte le varianti del sardo. In sintonia con questa iniziativa c’è il progetto Vivaldi, (VIVaio Acustico delle Lingue e dei Dialetti d’Italia), curato da Dieter Kattembusch e da Carola Koehler, della Humbold Universitaet di Berlino. Il sito (www2.huberlin.de/vivaldi/) è ancora in allestimento, offrirà una completa raccolta fonetica dei dati dialettali di tutta Italia, ma sono già disponibili quelli sulla lingua sarda e sui dialetti siciliani. Gli utenti possono perciò selezionare le parole o le espressioni idiomatiche e ascoltarne la pronuncia nelle diverse varianti, registrate dal vivo nelle varie zone dell’isola. Ma, al di là dei grandi risultati scientifici illustrati, il congresso si è “scaldato” quando si sono affrontati argomenti legati ai lavori e alle conclusioni della commissione che ha varato la “Limba sarda unificada”. A difendere strenuamente quella risoluzione c’è rimasto soltanto uno sparuto gruppetto di studiosi, di cui Diego Corraine, dell’Osservatorio regionale della cultura e della lingua sarda, peraltro incondizionatamente sostenuto dal professor Wolf, è la punta più avanzata e più “arrabbiata”: ha avuto un furioso battibecco con il mite docente Francisco Xavier Frias Conde, reo di non pensarla come lui, ricordandogli bruscamente la sua assenza di titolo per esprimere giudizi. «Ci sono quindici lingue parlate – ha detto sommessamente lo studioso galiziano – e se ne vuole imporre una soltanto come scritta. Per aver affermato questo sono stato aggredito verbalmente: non ci si è resi conto che questa non è la mia guerra, non è la mia lingua. Ho comunque parlato solo per rispetto, per difesa de su sardu. Perché nel progetto di Lingua unificata si identifica soltanto il 5 per cento dei sardi». Non pregiudiziamente contrari, ma sicuramente non entusiasti del progetto, Roberto Bolognesi e il professor Michele Contini, dell’università di Grenoble (Francia). Coinvolgente, sarcastico, trascinatore, anticonvenzionale, il docente sardo-francese ha dichiarato di non esser stato chiamato a far parte della Commissione per la Lingua unificata, di non rammaricarsene assolutamente e di aver apprezzato il lavoro dei colleghi. Tuttavia mai nessuno riuscirà a convincere la gente sarda a sentire “quella” lingua come propria: il risultato finale sembra ricalcare l’idioma di un piccolo paese della Sardegna centrale, Noragugume, e non certo di tutta l’isola. Nel complesso, dunque, è stata un’occasione sprecata. Peccato: «Po tres arrialis de pibiri» si è gettata via una pietanza gustosa... Ma il compendio felice delle teorie sulla limba è nelle parole di Massimo Pittau, l’esperto sommo, che ha ricordato, punto per punto, tutte le fasi dei lavori della commissione di cui faceva parte: «La Limba sarda unificada che la commissione ha prospettato e che a me piace chiamare, come si diceva nel passato, “Sardo illustre” - ha detto deve intendersi valida, secondo i precisi termini della convenzione firmata con l’assessore della Pubblica istruzione, “ad esclusivo uso dell’assessorato” o al massimo, così mi sembra, per la redazione degli “atti ufficiali della Regione”. Nella sostanza non dovrebbe essere, questo, un uso molto ampio, dato che si può auspicare che vengano scritte anche in Lingua unificata le leggi regionali, i proclami della Regione, i suoi manifesti ed iscrizioni, i suoi messaggi agli altri organismi nazionali e anche internazionali, ma niente più. Mi sembra invece che sia da escludersi del tutto che diventi anche la lingua dell’ordinaria amministrazione della Regione, e, in maniera particolare, del suo apparato burocratico amministrativo. Infatti un’eventuale duplice redazione, in italiano e in sardo, della corrispondenza regionale, non sortirebbe altro effetto che appesantire oltre misura l’apparato regionale, quello del quale noi sardi già lamentiamo la notevole farraginosità e la grande lentezza». Sottolineato che qualora la Regione intendesse imporre a tutti l’uso della lingua unificata si correrebbe il rischio di segnare negativamente e per sempre le sorti dell’auspicato processo di recupero e di rilancio nella nostra lingua, il professor Pittau ha così proseguito: «Dopo che ho constatato le numerose e fortissime reazioni negative alla proposta di una lingua comune a tutti i sardi, mi sono convinto che, nel grave p r o cesso di dissardizzazione linguistica subìta nel secolo passato, costituirebbe già un notevole passo in avanti se il popolo sardo accettasse di riprendere contatto e possesso della sua lingua nazionale in una qualsiasi delle sue varietà dialettali e perfino suddialettali. E sarebbe ancora di più un notevole passo avanti se esso entrasse nell’idea e nella prassi di passare spontaneamente, almeno per competenza passiva, dal codice della grande varietà dialettale campidanese a quello dell’altra grande varietà logudorese e viceversa. In questo tempo presente e in quello futuro non si può richiedere nulla di più dal popolo sardo, pena il totale e immediato fallimento del processo di riappropriazione della sua lingua nazionale». IL MESSAGGERO SARDO 19 GENNAIO 2002 D a Pavia, ancora una volta, partono spunti interessanti di riflessione, per la classe politica sarda, e più in generale per tutta la popolazione della Sardegna, residente e non residente (come oggi viene “etichettata” la grande massa di emigrati sardi sparsi nel Mondo per motivi di lavoro) su un tema che riguarda davvero tutti, quello della modifica, o “riscrittura” se preferite, dello Statuto. L’occasione l’ha fornita il Convegno di Studi, dal tema significativo: «LA SARDEGNA ALL’ALBA DEL 2000: RIFORMA DELLO STATUTO E PROSPETTIVE DI SVILUPPO», un convegno ad altissimo livello di relatori e personalità accademiche e politiche: presente il rappresentante del Governo Nazionale, l’on. Alberto Gagliardi sottosegretario agli Affari regionali; presente il Presidente della Provincia di Pavia e numerosi assessori, il sindaco, il prefetto; assente, senza una pur minima rappresentanza, la REGIONE Sarda!: solo telegrammi di saluto dal Presidente della Giunta Mauro Pili e dal Presidente del Consiglio Regionale, Efisio Serrenti (che pure ha dato il suo patrocinio, assieme alle Università di Cagliari, Sassari e Pavia), nonché dell’assessore del Lavoro. Ma, paradossalmente, neanche un componente del Comitato promotore per l’Assemblea Costituente! Il convegno, che si è svolto nell’Aula Magna dell’Università di Pavia, organizzato dal Circolo Culturale Sardo “LOGUDORO” per celebrare il ventennale della propria costituzione – come ha puntualizzato il suo presidente GESUINO PIGA introducendo i lavori – «è stato incentrato sulla situazione giuridico – istituzionale ed economico – sociale, e si ricollega e non solo idealmente ad un altro convegno di studi tenuto circa 15 anni fa, sempre a PAVIA dal titolo “PROBLEMI STORICI DELLA SARDEGNA”, che a suo tempo mise a fuoco le molteplici e annose questioni sempre portate alla ribalta e mai risolte. Si tratta ora di verificare il cammino percorso – ha detto Piga – quanto resta da fare e quali prospettive ci aspettano.” Il convegno ha offerto uno spaccato dell’Isola sostanzialmente positivo e con prospettive di grande miglioramento per l’immediato futuro, così come è emerso dalle analisi socio-economiche fatte dal professor PINO USAI, docente di Economia all’Università di Cagliari, anche se permangono una serie di problemi che devono essere affrontati con urgenza, e che sono stati evidenziati negli interventi del Presidente Regionale della CNA sarda, MARIO CAVADA e dal vice Presidente ELIO PILLAI, e nella relazione del Presidente della Coldiretti MARCO SCALAS, e del Presidente regionale dell’Unione Traffico e Trasporti, MARCO DEPLANO, che ha fatto un po’ il punto della situazione sulla portualità dell’Isola. Problemi che il Governo conosce e che intende risolvere ha affermato in replica il sottosegretario Gagliardi, concludendo i lavori – nell’ottica della “Legge Obiettivo” per realizzare tutte quelle infra- RIFORME / Studiosi a confronto per iniziativa della Fasi. Gli emigrati favorevoli all'Assemblea Costituente. Perplessità e riserve dei costituzionalisti RIFORMA DELLO STATUTO E PROSPETTIVE DI SVILUPPO IN UN CONVEGNO A PAVIA servizi di Antonello De Candia strutture che sono alla base dei ritardi accumulati negli ultimi decenni, non solo dalla Sardegna, ma anche all’Italia nei confronti dell’Europa.” Non solo una enunciazione, quella del sottosegretario Gagliardi, ma anche un impegno per la soluzione di questi problemi. Così come è all’attenzione del governo l’altro problema, quello delle riforme costituzionali che vanno nel verso di uno Stato Federale. «Una riforma complessa – ha ammesso il sottosegretario, facendo riferimento anche alla proposta di legge approvata dal Consiglio regionale della Sardegna e che – ha ricordato – è attualmente all’esame del Parlamento assieme ad altre due proposte formulate, una da AN (primo firmatario il coordinatore regionale Gianfranco Anedda) l’altra dai DS (primo firmatario il segretario regionale Antonello Cabras). Una riforma non solo accademica, ma sostanziale – ha tenuto a sottolineare Gagliardi – per cercare di andare incontro al cittadino, per rendere realmente le istituzioni sempre più vicine ai cittadini, per risolvere non i problemi astratti, ma quelli reali, della qualità della vita e dello sviluppo.» Fatto questo quadro generale, estremamente sintetico, entriamo nel vivo degli argomenti affrontati, a cominciare da quello dell’Assemblea Costituente per una nuova Carta Statutaria Sarda ,introdotto da una lunga relazione dal Presidente della FASI, Filippo Soggiu, e poi ampiamente dibattuto nella tavola rotonda cui hanno partecipato i giuristi, massimi esperti di diritto costituzionale: il professor GIUSEPPE CONTINI, il professor COSTANTINO MURGIA, il professor PAOLO FOIS e il professor UGO PIRARBA. Dopo aver sostenuto che lo Statuto Speciale attuale non corrisponde più alle esigenze della Sardegna del 2000, il Presidente della FASI ha rimarcato le inadempienze e le occasioni perdute della Autonomia, e ha denunciato anche i ritardi della Sardegna sulla strada del Federalismo verso cui l’Italia è avviata, rivendi- cando per il mondo dell’emigrazione, che è diventato una vera risorsa per la Sardegna, un ruolo fondamentale e il diritto di partecipazione alle scelte di cambiamento. «Ci siamo costituiti in Comitato per la Costituente dei Sardi nel Mondo – ha detto Soggiu e vogliamo lavorare e contribuire alla prospettiva del nuovo Statuto. Nel dibattito su questa questione – ha sottolineato Soggiu – da parte di tutte le forze politiche non si è parlato di emigrati. Ma noi rivendichiamo il diritto dei “Sardi nel Mondo” a dire la nostra parola e vogliamo contribuire in modo concreto e coinvolgeremo i rappresentanti di tutti i circoli sardi; faremo una cartolina da spedire alle Commissioni parlamentari preposte ad esaminare il disegno di legge per la Costituente, faremo dibattiti in tutti i circoli, chiameremo come interlocutori anche i parlamentari eletti nei vari collegi con il nostro voto. In questo modo, ancora una volta, saremo felici di dare il nostro contributo alla causa dello sviluppo della nostra terra. E anche questo convegno di Pavia – ha concluso Soggiu – vuole essere un passo che ci aiuti a muoverci verso questi obiettivi.» L’apprezzamento e il riconoscimento per l’iniziativa è stato sottolineato dal Presidente della Provincia di Pavia, il professor Silvio Beretta (“Un convegno che si pone con delle ambizioni in un qua- dro di mutamento istituzionale e costituzione nell’Italia”), il quale ha ribadito come tra la comunità sarda e le istituzioni di Pavia ci sia sempre stata una fruttuosa interrelazione che ha consentito di far conoscere il grande patrimonio storico, culturale e sociale della Sardegna. Il prof. Pasquale Mistretta, rettore dell’Università di Cagliari, tra i patrocinatori del convegno, ha fatto una analisi piuttosto dettagliata dei mutamenti in atto (“Bisogna guardare ormai senza resistenze all’itinerario europeo”) e che riguardano anche le Università. «Stiamo riflettendo su questi mutamenti – ha detto Mistretta – a cominciare dalla questione femminile che in Sardegna rappresenta il vero cambiamento dalla fine del secolo al nuovo secolo. Un ulteriore elemento da tenere in considerazione – ha detto Mistretta – è che i Sardi non sono solo sardi, ma sono ormai cittadini europei, fatto che ci consente di superare pregiudizi razziali e ambientali e di sfruttare la posizione della Sardegna che è centrale rispetto all’Europa e all’Africa. E l’Università – ha detto Mistretta – è dentro questi cambiamenti, l’Università è presente. E non ha resistenze ad affrontare il dialogo con il sistema produttivo, e in questa direzione ci stiamo muovendo anche con le grandi industrie, pur con tutte le riserve del caso, con la SARAS, con l’ENEL, con la REMOSA, con TISCALI: stiamo collaborando per quanto riguarda la ricerca, i tirocini e l’occupazione così come con le Banche sarde. In quanto alle modifiche dello Statuto, secondo il rettore Mistretta, «la nostra posizione è positiva, ma occorre una mobilitazione politica dei giovani, che devono essere partecipi veri di un processo di cambiamento, non devono essere “rimorchiati”, i giovani sono molto ingenui per via della loro età e si fidano: siamo noi responsabili nei loro confronti. La mia perplessità è che non rimangano solo propositi, enunciazioni, formule che non consentono di supera- re invidie, fatalismo, rifugio nello Stato. Il vice presidente della FASI, Serafino Lai, da parte sua ha denunciato lo scollamento in Sardegna, tra il mondo dell’impresa, la politica, la burocrazia e la cultura: «Se non si amalgamano queste forze, saranno vani tutti gli sforzi di far crescere la nostra terra. Io manco dalla Sardegna da 45 anni, sono andato via a 17 anni,perché non c’erano imprese, non c’era lavoro. In Sardegna la piccola e media impresa non è stata mai aiutata, così come l’artigianato e il commercio, invece tutte le risorse sono andate solo alle grandi cattedrali nel deserto. È come la Fiat per il Piemonte – ha detto Lai – se chiude la Fiat, affossa una intera regione; mentre la Lombardia ha puntato su mille piccole industrie, che insieme superano la Fiat e se qualcuna di queste imprese chiude la regione non ne accusa i contraccolpi. «Non c’è bisogno di un nuovo Statuto» – ha detto Lai – basta solo fare e copiare i modelli di sviluppo giusti. Così dicasi per il turismo: la Sardegna sarebbe dovuta diventare come la valle d’Aosta, dove l’autonomia ha dato dei vantaggi veri.» La tavola rotonda Statuto sì, Statuto no Il p rofessor GIUSEPPE CONTINI, ha stigmatizzato innanzitutto il comportamento dei politici sardi che hanno snobbato il convegno ed ha subito aggiunto che «proprio alla non maturità ‘dei politici sardi si deve la mancata attuazione dello Statuto Speciale. Perché pur con tutti i difetti che aveva, lo Statuto apriva tutta una serie di prospettive che non sono state colte – ha detto Contini – e non si può parlare di “autonomia troppo limitata”, sono solo parole, il piagnisteo – ha insistito il costituzionalista – deve finire. Bisogna interpretare le norme, capire lo Statuto. Il Consiglio regionale ha dichiarato bancarotta quando ha presentato la legge per un nuovo Statuto, per l’Assemblea Costituente. C’è ignoranza sui rapporti STATO-REGIONE, non ci può essere una ASSEMBLEA COSTITUENTE in Sardegna – ha ribadito il professor Contini – Il Consiglio Regionale può proporre solo delle modifiche allo Statuto, poi spetta al Parlamento decidere e ammesso che il Parlamento la approvi, il Consiglio regionale dovrà approvare una legge elettorale per eleggere l’Assemblea Costituente e il deliberato dell’Assemblea dovrà tornare in Consiglio: è una serie di passaggi abnormi che si traducono solo in una perdita di tempo, perché poi ci vorrà una legge Costituzionale. È una follia – ha sostenuto il professor Contini – Ed è sintomatico il fatto che il 14 agosto, non appena la legge regionale del 31 luglio è arrivata in Parlamento – ha ricordato Contini – siano state presentate altre due proposte di legge, quella di AN e quella dei DS, che il Parlamento dovrà ora elaborare per estrapolarne un testo unificato, con una ulteriore è solo una perdita di tempo. Mentre non siamo riusciti a dar attuazione al nostro Statuto Speciale, nel frattempo lo → IL MESSAGGERO SARDO 20 GENNAIO 2002 P ECONOMIA / Il convegno di Pavia assando dalle questioni giuridiche a quelle economiche e dello sviluppo, il Convegno di Pavia ha registrato una “sterzata” violenta con la relazione fatta dal professor PINO USAI sullo stato di salute dell’Isola. «Basta con i piagnistei e con il descrivere la Sardegna come un’isola dove tutto va male. La Sardegna è cambiata, ha fatto passi da gigante in questi 50 anni di autonomia – e lo dimostrano i dati che vi illustrerò , per cui è ingeneroso anche parlare male di una classe politica che, comunque, è stata artefice di questo progresso. E i cambiamenti intervenuti, hanno creato condizioni tali che la Sardegna può ancora migliorare» – ha detto accalorandosi il noto economista sardo. «Forse che la Sardegna del 1920, prima dell’autonomia, era un’isola felice? No di certo – ha detto Usai – Era una Sardegna di miseria, una regione nella quale non esisteva mercato. Agli inizi del ‘900 c’era metà della popolazione attuale, il 50% lavorava in agricoltura e il resto erano pasto- ri e minatori. Non esistevano prospettive, non c’erano imprese, non c’era managerialità. Era una realtà storica basata sull’individualismo esasperato. Oggi la Sardegna è diversa, è migliorata enormemente. Certo, alcuni problemi sono ancora irrisolti ed io vorrei che le infrastrutture fossero al 100%. «Ma oggi la Sardegna esibisce beni eccellenti a livello mondiale – ha detto il professor Usai – dal turismo alla cultura, alla tecnologia, basti pensare a TISCALI. Gli studenti sardi sono meravigliosi, si affermano dovunque , da Stato è andato avanti, dando paradossalmente più poteri alle regioni ordinarie e attualmente con la legge n. 3 del 2001 rimette in discussione i rapporti tra Stato e Regioni e tra Regioni ed Unione Europea. C’è molta confusione – ha poi aggiunto il professor Contini , il quale ha concluso sostenendo la “incostituzionalità” dei provvedimenti assunti”. Anche il professor COSTANTINO MURGIA ha avanzato delle perplessità sull’Assemblea Costituente. «Il Consiglio Regionale rimanda al Parlamento quel che potrebbe già fare oggi – ha detto Murgia – questa Assemblea Costituente che comprende 60 persone che costeranno miliardi, partorirà un’assemblea che poi dovrà proporre al Parlamento uno Statuto, una cosa, ripeto, che si può fare oggi, basta interpretare e attuare il titolo V°. Ottanta consiglieri regionali (un organismo pletorico se si pensa che in tutti gli Stati Uniti d’America sono in 100!) non sono in grado di prendere una decisione, «È da 50 anni – ha detto il professor Murgia – che in Sardegna non riusciamo a darci delle regole!” Quando si parla di riforma dello Statuto, significa voler costituire una nuova Carta Istituzionale che comprenda tutto lo svolgersi della vita futura della collettività. È una impresa importante! Ma bisogna tenere conto della realtà – ha detto ancora il prof. Murgia – oggi, con una legge della Unione Europea si può vanificare tutto quello che è stato fatto dalla Regione, per esempio in agricoltura; quindi dovremo adeguare il nostro Statuto a tutte le riforme costituzionali sopravvenute nel frattempo nel nostro Paese, l’Italia, e poi adeguarci anche al contesto europeo. Ma dobbiamo anche difendere le differenze, le specificità della nostra cultura, dei nostri prodotti, in una Unione Europea che invece pretende di unificare tutto per una esigenza di globalizzazione. L’esperienza dell’emigrazione – ha concluso Murgia – è sicuramente un fatto positivo, è una risorsa preziosa e va inserita nel contenuto dello Statuto.» Il professor PAOLO FOIS, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Sassari, si è detto “sensibile” alla proposta di Assemblea Costituente anche perché – ha spiegato – l’art. 54 dello Statuto Speciale non poteva prevedere le trasformazioni dovute all’ingresso in Europa: nel 1948 non potevano pensarlo. Una revisione totale dello Statuto quindi non era prevista, ma – ha detto il professor Fois – il Consiglio regionale da solo non può affrontare questo problema.» Nel 2004 – ha ricordato il prof. Fois –, in base al trattato di Nizza avremo un progetto di Costituzione Europea che ridisegna i rapporti con Stati e Regioni, quindi noi dobbiamo prevedere uno Statuto che sia al livello europeo: non possiamo fare uno Statuto con disposizioni che non avranno efficacia. Anche il professor UGO PIRARBA ha sostenuto che l’iniziativa di una Assemblea Costituente riflette l’esigenza di partecipazione di tutte le componenti del popolo sardo, ma – ha detto – la sposta negli anni. Poteva essere fatta prima, anche perché nel frattempo ci sono state delle accelerazioni parlamentari e mezzo Statuto l’hanno già modificato gli altri! Il Parlamento ha già fatto le riforme e i Sardi non possono essere considerati diversi dalle altre regioni, per cui noi – ha sostenuto Pirarba – dobbiamo rapportarci a questa situazione. L’impegno politico è ampio ed è urgente decidere cosa fare e cosa mettere dentro questa nuova Carta. Quale Senato delle Autonomie ci sarà fra qualche anno? Quale Regione costruire? – si è chiesto Pirarba. Abbiamo bisogno certamente di una maggiore certezza in materia di sussidiarietà, così come abbiamo bisogno di una Regione che rispetti la “piccola Patria sarda”, ma che sia aperta ai problemi internazionali. In una Italia e un’Europa che va verso il federalismo – ha concluso Pirarba – il rapporto va sviluppato nella certezza dei vincoli di solidarietà, unità e sovranità, non come indipendentismo o separatismo». Nel dibattito che è seguito alle prime enunciazioni, sono che cosa dipende? Dal fatto che le Università funzionano, pur con le carenze che esistono. «In Sardegna è cambiato tutto dal 1951 al 2000:i dati statistici parlano chiaro. Nel 1951 l’occupazione era così distribuita: 53,6% in agricoltura, 19,2% nell’industria e il resto nei servizi. Nel 2000 il 66,6% nei servizi, il 22,3% nell’industria e solo il 9,1% in agricoltura. Questi dati significano che la Sardegna oggi è più moderna e che è collocata ai livelli dell’Italia e dell’Europa. La Sardegna, a dispetto di tutto, è allineata ai Paesi più industria- lizzati del Mondo. Non è più la “cenerentola” delle regioni italiane: il tasso di attività della Sardegna è tendenzialmente in crescita, le imprese sarde dal 1995 hanno avuto un tasso di 2,3% contro l’1,7% dell’Italia e del Mezzogiorno”. Altro elemento da tenere presente, e non è certo secondario – secondo il professor Usai – è il fatto che sia finito anche il periodo delle emigrazioni di massa. «Ma da cosa derivano questi successi – si è chiesto Usai – Primo, dall’autonomia di governo; secondo dal fatto che la Sardegna fa parte dell’Italia; terzo, perché l’Italia fa parte dell’Europa. Certo non stiamo parlando del paradiso terrestre, ma è altrettanto certo che la Sardegna è legata all’Italia e all’Europa e che l’Unione Europea oggi è la più avanzata ed evoluta del Mondo. E allora molte cose che si dicono sulla Sardegna sono false o sono vere solo in parte, se ci si riferisce alle zone più evolute.» I problemi esistono – ha proseguito Usai – non v’è dubbio, a co- ha parlato dell’Emigrazione sarda: da 20 anni chiediamo una riforma dello Statuto perché vogliamo rifondare un rapporto con la Regione. Noi siamo emigrati (“non residenti”) e siamo interessati al nuovo Statuto perché abbiamo dei contenuti. La geometria costituzionale ci interessa ma non la condividiamo: vorremmo che il nuovo Statuto non limitasse la nostra specialità, la nostra autonomia e vogliamo la nostra sovranità, perché senza non si ha autonomia. Per questo – ha detto Meloni – occorre andare subito ad una revisione dello Statuto, in tempi brevi. Invece di aspettare le decisioni del Parlamento e dell’Unione Europea non sarebbe più semplice inserire una norma che faciliti il cambiamento! E il ruolo del mondo dell’Emigrazione – ha detto il professor Meloni – può dare un contributo rilevante. I “non residenti”, formatisi in realtà più avanzate, più acculturate sono in grado di dare un contributo nella riscrittura dello Statuto: E noi chiediamo che il nuovo Statuto preveda il diritto che siano rappresentati in Consiglio Regionale gli emigrati. Per questi motivi – ha detto Meloni – occorre una grande alleanza per il superamento di tutte le difficoltà e per il raggiungimento degli obiettivi fondamentali che aiutino la Sardegna a crescere e a svilupparsi.” Virgilio Loi, presidente del Circolo di Vimodrone e coordinatore dei circoli FASI della Lombardia, ha incentrato il suo intervento sulla “sovranità” di cui dobbiamo riappropriarci. «Non c’è nessun altro popolo, come quello sardo – ha detto – che si senta popolo anche fuori dalla Sardegna. Cosa che paradossalmente si avverte di meno nell’Isola. La nostra insularità è una peculiarità, ma noi siamo diversi anche dal punto di vista genetico. Come emigrati (o “non residenti”) – ha detto Loi – noi siamo una grande risorsa per la nostra Sardegna – matrigna, che amiamo. In questo dibattito importante abbiamo appreso cose molto interessanti e anch’io penso che si debba perseguire l’unità politica dell’Europa (e non solo quella monetaria) e anche noi saremo europei, ma ‘in primis’ rimarremo sardi!.” Di “una Regione ingessata in una veste istituzionale obsoleta, rispetto all’impetuoso cambiamento socioeconomico e soprattutto culturale, che ha investito la Sardegna dal Dopoguerra ad oggi” parla nella sua relazione, GIORGIO PISANO, presidente del Centro Sociale Culturale sardo di Milano, il quale sostiene che “l’evoluzione del sistema statuale italiano in atto e le prospettive di unità europea obbligano ora ad un ripensamento complessivo dell’ingegneria istituzionale, soprattutto nelle Regioni cosiddette ‘autonome’. E in quest’ottica – dice Pisano – non c’è dubbio che la decisione del Consiglio regionale sardo adottata il 31 luglio di quest’anno ,di approvare l’avvio di una procedura di adozione di un nuovo Statuto per l’Isola, non è solo encomiabile, ma degna di essere sostenuta da tutti i Sardi, residenti e non. L’istituzione di una Assemblea Costituente è una giusta scelta – sostiene Pisano – perché si tratta non già di operare su piccoli aggiustamenti allo Statuto vigente, ma di un ripensamento complessivo che, dalla riflessione generale, faccia scaturire una grande alleanza trasversale tra le forze politiche, su alcuni principi di fondo che possono garantire solide regole istituzionali per • l’oggi.” LA SARDEGNA DEL 2000 TRA ESIGENZE E PROSPETTIVE DI SVILUPPO stati ripresi alcuni aspetti di fondo del problema . Il Professor Costantino Murgia ha ribadito che “occorre un confronto reale con la nostra collettività, la quale lo merita”. Ma il professor Contini ha insistito nel dire che “lo Statuto della Sardegna ce lo troviamo già fatto dagli altri: la prossima riunione del Consiglio dei Ministri, il Governo approverà un testo di legge che modifica la legge sul Federalismo che è stata soggetta a referendum : secondo questo testo o saranno poste delle barriere o saranno allargate al massimo le maglie dell’autonomia. Insomma – ha detto Contini – di fronte ad una regione lenta, il Paese continua a camminare e non si può consentire che neanche una Regione come la Sardegna possa rimanere indietro». Il professor Fois, dal canto suo, rispondendo ad un quesito sul “come si possa coniugare la specialità con il federalismo” ha specificato il suo punto di vista sostenendo che “non si può parlare di Federalismo Europeo, ma di autonomie regionali all’interno dello Stato membro, quindi di un’Europa delle Regioni, di un federalismo su tre livelli. Il dibattito si è quindi allargato agli interventi dei rappresentanti dei Circoli. Il Professor SANDRO MELONI, del Circolo “Logudoro” di Pavia, si è detto “ affascinato e nel contempo preoccupato” dagli interventi degli illustri oratori: «Solo il professor Murgia – ha rilevato Meloni – IL MESSAGGERO SARDO 21 GENNAIO 2002 minciare dalla disoccupazione che è al 20%, contro il tasso italiano che è dell’11/12%, e contro quello europeo che è ancora inferiore. Un altro problema è quello dell’abbandono delle zone interne, dei “paesi di pietra”, paesi senza la gente, mentre le zone costiere sono sottoposte a grande pressione. Un terzo problema è quello delle infrastrutture carenti, che mancano, ma il rapporto con l’Italia è passato da 2-3/10 di 50 anni fa a 6/10 di oggi. E siamo ancora in progresso. Ma il fattore di sviluppo fondamentale – ha detto il professor Usai – oggi non è più l’industria, è “il SAPERE”,è la “CONOSCENZA”. E il sapere sta nella testa degli essere umani, e i Sardi non sono certo tra quelli che non sanno usare la testa. E non è vero che la classe politica non ha fatto niente – ha detto Usai – In Sardegna è stata creata una rete fondamentale del sapere e della ricerca, a cominciare dal CRS4, al centro di Tramariglio (Alghero), alle Università di Cagliari e Sassari, ai centri di Nuoro ed Oristano, al dipartimento di Neuroscienze . E queste cose le hanno fatte i politici. Noi sardi abbiamo il difetto di denigrare ,di distruggere tutto quello che facciamo; è ora di smetterla, non facciamo apparire cose non vere. In Sardegna sono più le luci che le ombre; si guardino i programmi unitari ed europei: tra i fattori di successo non c’è più la grande industria o il grande capitale! Ecco perché dovremmo esser un po’ più ottimisti: ottimismo della ragione, perché esistono tutti i presupposti del sapere; ottimismo della volontà, perché i Sardi lo vogliono, sia quelli emigrati, che quelli residenti, al di là delle lamentele. Per questi motivi – ha detto il professor Usai – la condizione che dobbiamo sviluppare è una forte integrazione tra sardi, il nostro senso di appartenenza alla nazione sarda . Non dobbiamo creare un nuovo Stato – ha detto Usai – ma una nuova integrazione; dobbiamo ridurre le istanze di parte, gli egoismi e sviluppare valori civici, dobbiamo volere l’integrazione comunitaria. Realisticamente possiamo farcela, possiamo migliorare ancora. «In Sardegna si sviluppano i campanilismi, e voi – ha detto Usai rivolto al Mondo dell’Emigrazione – avete un ruolo importante, un’azione importante da svolgere: c’è bisogno di integrarci per conseguire un obiettivo comune”. Dopo la relazione del professor Usai sono intervenuti nel dibattito i rappresentanti regionali della CISL – MORO, il Presidente della CNA, MARIO CAVADA e il vice Presidente ELIO PILLAI, ed il Presidente regionale dell’Unione Traffico e Trasporti, MARCO DEPLANO. Moro ha riconosciuto che in Sardegna ci sia stato un grande progresso: «è innegabile – ha detto – ma permangono storiche emergenze.Siamo oggettivamente in ritardo rispetto a regioni più solide d’Italia e d’Europa (disoccupazione, infrastrutture e tasso di attività –4%). Stiamo pagando il modello delle PP.SS: le grandi industrie che non hanno creato indotto a valle, verticalizzazione; è mancato un processo di diversificazione produttiva e di integrazione fra tre settori come l’agricoltura, l’industria e il turismo. Abbiamo grandi risorse, come l’ambiente, i prodotti, le risorse locali, ma le sfruttiamo male – ha detto Moro, fornendo alcuni dati emblematici –: produciamo l’80% del granito, ma ne esportiamo il 90% grezzo, non lo lavoriamo; abbiamo il 100% della produzione nazionale del sughero, e l’85% della produzione europea di tappi, ne lavoriamo 170 mila quintali, ma dobbiamo importarne 70 mila quintali perché in questi anni in Sardegna abbiamo sbagliato la politica della forestazione, e anziché piantare sughere abbiamo piantato pini ed eucaliptus! Se vogliamo un reale processo di sviluppo dobbiamo intervenire in questa direzione. In Sardegna manca il metano: è l’unica regione d’Italia. Nel settore dei trasporti stiamo cominciando adesso ad avere qualche risultato per quanto riguarda la “continuità territoriale”, ma solo per il trasporto aereo, ma bisogna perseguire questa continuità anche via mare e per le merci, perché ci possa essere veramente competitività e per abbattere i costi di produzione.” Moro ha quindi messo un dito nella piaga, parlando della burocrazia regionale (“più dannosa dei politici”) e ha evidenziato una instabilità politica alla Regione che non consente una programmazione adeguata ai bisogni dell’Isola. «Occorrono riforme istituzionali, sia della Regione stessa, che degli assessorati Il futuro è affidato al protagonismo dei territori. Nel 2006 – ha detto Moro – saremo fuori dall’OBIETTIVO 1 e non perché avremo superato il 75% del PIL europeo, ma perché l’allargamento dell’Europa determinerà lo spostamento delle risorse verso paesi e regioni più bisognose di noi. La vera rivoluzione la devono fare i Comuni, consorziandosi per uscire dal sottosviluppo.» Il “sistema Sardegna” può uscire da questa situazione – ha detto Moro – ma attualmente la qualità della politica è carente, ed è per questo – ha concluso – che si chiede una riscrittura dello Statuto da parte di un’Assemblea dove sia rappresentata non solo la Politica, ma tutte le componenti sociali della Società sarda». Il dibattito ha fornito spunti interessanti con l’intervento del Presidente dell’Unione Traffico e Trasporti, Marco Deplano, che ha trattato il tema dell’insularità, non come elemento negativo di sviluppo, semmai come risorsa, se saputa sfruttare. «La via marittima – ha detto subito Deplano – è la più economica per il trasporto delle merci. Il mare è un’autostrada che non ha salite, gallerie, ponti e viadotti che sono enormemente costosi, e inoltre, in termini energetici le navi a parità di potenza dei propulsori trasportano un quantitativo notevolmente superiore ad una velocità commerciale più elevata ( un esempio: una nave dotata di motori della potenza di 1000 HP trasporta 3.000 tonnellate di merci, mentre un autocarro con 400 cavalli ne può trasportare solo 28 tonnellate!) Oggi la Sardegna, per quanto concerne le infrastrutture portuali è una delle regioni del Mediterraneo meglio dotata e il porto canale di Cagliari potrebbe acquisire notevoli traffici nel trasporto marittimo dei containers, proprio per la sua posizione baricentrica, distando solo 350 miglia da Genova, da Marsiglia, da Barcellona, da Algeri, ecc. e trovandosi sulle grandi rotte transoceaniche. Se a Cagliari dovesse realizzarsi il “transhipment” dei containers – ha detto Deplano – anche se tale operazione non produce grandi benefici economici, potrebbe produrre un indotto commerciale ed industriale notevole. Purtroppo però, per errori commessi nel recente passato il nostro porto non è ancora decollato, mentre nel frattempo altri porti meno dotati del nostro hanno iniziato ad operare con grandi risultati. Il problema del decollo del Porto Canale è solo un problema di amministrazione gestionale – ha detto Deplano–, il porto deve essere gestito dagli operatori, bandendo una gara internazionale.” Mario Cavada, presidente della C.N.A, dopo aver tracciato un quadro del comparto dell’Artigianato in Sardegna (37 mila imprese con 85 mila addetti, che producono 1/3 del PIL) ha riconosciuto che “negli ultimi 40 anni sono cambiate molte cose nella nostra isola, ma – ha detto – non ci dobbiamo accontentare, oggi siamo in una economia globale e dobbiamo confrontarci con tutti per superare le differenze». Cavada ha quindi fornito tutta una serie di dati comparativi relativi alle infrastrutture nelle varie regioni d’Italia, evidenziandone le differenze «che – ha detto – costringono gli imprenditori sardi ad essere più bravi degli altri per essere competitivi sul mercato». Altro problema dolente è quello della Formazione Professionale (“abbiamo proposto una riforma ,ma ci sono molte resistenze”) per la quale in Sardegna – ha detto – si spende più che in Lombardia, ma i soldi si spendono più per i formatori che per gli allievi da formare. Così oggi nonostante l’alto tasso di disoccupazione ho difficoltà a trovare gente qualificata. Noi abbiamo proposto l’apprendistato che ha dato dei frutti: nel 1999-2000 sono stati assunti 7 mila apprendisti, il che vuol dire 250 al giorno. E gli apprendisti della mia azienda – ha detto Cavada, che è un tornitore – se voglio che restino, non si accontentano più della busta paga sindacale, vogliono qualcosa in più, altrimenti se ne vanno a fare gli artigiani per conto proprio.» Dopo aver affermato che «gli emigrati sono un patrimonio importante per lo sviluppo delle imprese in Sardegna», Cavada ha detto che «bisogna sforzarsi di vedere positivo», ma ha denunciato la farraginosità della burocrazia regionale e la mancanza di stabilità politica all’interno degli assessorati (l’assessore di turno non sempre si porta appresso degli esperti, ma piuttosto qualche “trombato”) così è difficile risolvere i problemi. Come CNA – ha ricordato Cavada – abbiamo proposto di incentivare gli investimenti nell’Artigianato (legge 51 del ’98) che è stata attuata ed ha prodotto 250 miliardi di investimenti: è indubbio che per combattere la disoccupazione dobbiamo puntare sulla crescita delle imprese artigiane.» Elio Pillai ha ripreso il tema della crisi idrica in Sardegna (“il grado di civiltà di un popolo si misura anche da questo aspetto”), ricordando che disponiamo di 42 bacini d’invaso, e che il problema non è costruirne altri, ma gestire bene quelli che abbiamo (e che paradossalmente non sono ancora collaudati), evitando così che alcuni siano colmi e si debba lasciare andare l’acqua al mare, mentre altri sono vuoti: se i pastori e gli agricoltori si lamentano – ha detto – vanno ascoltati. Per quanto riguarda l’andamento dell’economia – ha detto Pillai – la Sardegna ha decelerato rispetto alla velocità di crescita delle altre Regioni e dopo lo smantellamento delle grandi industrie ha retto solo l’economia locale, indigena, le piccole e medie imprese centinaia di migliaia di piccole imprese il cui utile è rimasto in Sardegna, ma la SARAS che ricava grandi utili cosa ha lasciato in Sardegna? – si è chiesto Pillai. C’è la crisi anche di una classe dirigente – ha detto il rappresentante della CNA – incapace di disegnare un progetto di sviluppo: per i prossimi 6 anni ci sono a disposizione 11 mila miliardi di fondi statali, senza contare quelli regionali, che dovrebbero produrre 55 mila miliardi di investimenti! Cosa si sta facendo? Critiche anche al mondo accademico “l’Università ha un compito importante anche nel formare la classe dirigente. Perché l’Università non ha promosso in Sardegna questo dibattito? Come mai è mancata l’informazione?. Abbiamo ruoli e responsabilità diverse – ha concluso Pillai – bisogna lavorare tutti uniti, ma l’Università esca allo scoperto, illumini anche i politici sulla questione dell’Assemblea costituente: adesso i sindaci sono attirati da questa proposta, ma hanno raccontato loro bugie, gli hanno detto che ci saranno loro nella Costituente, bisogna smascherare queste bugie!» Dopo un breve intervento del presidente del circolo di Cesano Boscone, Benedetto Piu, che ha invitato all’unità tutti i Sardi per perseguire degli obiettivi concreti («Non creando strutture che non servono – ha detto – citando l’esempio del suo paese d’origine Bono, dove sono stati realizzati un carcere e un Palasport che sono inutilizzati), il professor Usai ha tracciato un quadro sintetico della situazione in Sardegna al sottosegretario Alberto Gagliardi, il quale è entrato subito in argomento sulle riforme istituzionali. «Il Ministero delle Regioni – ha detto Gagliardi – è nell’occhio del ciclone. Sulla riforma federale siamo ancora a livello di dibattito Il Federalismo approvato dal precedente Parlamento, noi lo consideriamo incompleto: Non ci convince la logica della sussidiarietà che pone sullo stesso piano Comuni, Province, Regioni e Stato. In questo quadro si inserisce la vostra proposta di Regioni a Statuto Speciale: la legge approvata dal Consiglio regionale è all’esame del parlamento assieme alle altre due proposte parlamentari di AN e DS. Si tratta di fare una riforma complessiva in senso federale – ha detto il vice Ministro –, per cercare di andare incontro ai cittadini, con istituzioni sempre più al servizio della gente, per risolvere i problemi reali, quelli della qualità della vita e dello sviluppo». La Sardegna – ha ricordato Gagliardi – è stata al centro di un incontro operativo tra il Ministro per le infrastrutture LUNARDI e il Ministro LA LOGGIA, proprio per realizzare anche nell’isola le infrastrutture, strade, acquedotti e quant’altro. Quello delle infrastrutture – ha detto ancora il sottosegretario – è uno dei punti prioritari del Governo, perché è uno dei punti veri da cui deriva il ritardo dell’Italia anche in Europa. In quanto ai problemi di fondo della Sardegna occorre rilanciare l’economia locale, intervenire nel settore dei trasporti e trasformare l’insularità della Sardegna da fattore negativo a fattore di sviluppo, considerata la collocazione baricentrica nel Mediterraneo. La Sardegna ha risorse anche umane, con il concorso di tutti, bisogna superare i localismi per risolvere i problemi e realizzare opere. Siamo al Governo non solo per fare politica – ha concluso il sottosegretario Gagliardi – ma per realizzare opere indispensabili per lo sviluppo dell’Italia e delle sue regioni federate.» Il compito di chiudere i lavori a Gesuino Piga, che ha riassunto tutti i temi trattati (gli atti del Convegno, come sempre , verranno pubblicati) e ringraziando il vice Ministro e per lui il Ministro La Loggia, oggettivamente impegnato nelle elezioni in Sicilia, si è augurato che “questi impegni possano essere mantenuti e le cose dette realizzate. Fra due anni le presenteremo il conto”. • IL MESSAGGERO SARDO 22 GENNAIO 2002 I n Regione l’avvio del 2002 è stato caratterizzato da un maggiore fermento delle forze politiche sui temi delle riforme, dell’autonomia e dei rapporti istituzionali con lo Stato. Un dibattito che, seppure con differenti sfumature, segue un unico filo conduttore: il bisogno di cambiare su Statuto speciale, legge elettorale, gestione dei nuovi poteri attribuiti alle Regioni, decentramento di funzioni agli enti locali. Sul sistema elettorale i partiti di centrodestra e di centrosinistra hanno cominciato a confrontarsi per raggiungere un accordo il più ampio possibile. Tra due anni si andrà alle urne e, se nulla dovesse modificarsi, il voto sarà regolamentato dalla legge costituzionale n° 2 del 31/01/2001. La norma prevede la scelta diretta del Presidente della Regione da parte dei cittadini. Su quest’aspetto non si registrano opposizioni di rilievo. Le differenze evidenti emergono nei rapporti tra i grandi partiti e le forze minori, tra chi vuole rafforzare il bipolarismo e chi intende garantire a tutti la rappresentatività, al di là degli schieramenti di appartenenza. C’è il timore che i partiti piccoli vengano esclusi dalla composizione del Consiglio regionale o che, comunque, perdano l’autonomia all’interno delle aggregazioni elettorali. A meno che non si annulli o si abbassi considerevolmente la soglia di sbarramento (la percentuale minima di preferenze ottenute per poter accedere alla ripartizione dei seggi). Una ipotesi che non piace troppo ai partiti maggiori. L’eccessiva frantumazione partitica è considerata una causa di instabilità. Opinioni differenti che, nel centrosinistra, hanno condizionato il dibattito su un eventuale ricorso ad elezioni anticipate. In alternativa, si parla di un sistema proporzionale con l’attribuzione di un premio di maggioranza alla coalizione vincente; quanto basta per sostenere il presiden- I n occasione del consueto incontro con la stampa per gli auguri di fine anno, il presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, ha tracciato un bilancio dell’attività dell’Assemblea legislativa. “Il Consiglio ha lavorato a lungo – ha detto – su temi decisivi per la Rinascita, non solo economica, della nostra Isola. L’Assemblea ha votato l’istituzione di una Costituente per riscrivere lo Statuto speciale di autonomia; si è occupata di continuità territoriale aerea e marittima, per i passeggeri e per le merci; ha affrontato i problemi dell’approvvigionamento idrico ed energetico; ha studiato soluzioni per la piaga della disoccupazione; ha affrontato gravi emergenze di natura sanitaria”. “Le sedute – ha aggiunto Serrenti – sono state 74, per complessive 322 ore di lavoro effettivo, con una durata media di 4 ore e mezzo, nel corso delle quali sono stati approvati 12 progetti di legge, 5 mozioni, 1 programma ed 1 regolamento, svolte 14 interpellanze. Le Commissioni hanno esaminato, riunendosi complessivamente 344 volte, 35 provvedimenti, 4 progetti di legge nazionali, 4 documenti, 1 regolamento, 1 schema di attuazione. In sede consultiva RIFORME / Autonomia e rapporti istituzionali al centro del confronto tra le forze politiche. Cominciato l'esame delle proposte di cambiamento della legge elettorale regionale SI ACCENDE IL DIBATTITO SULL'ESIGENZA DI CAMBIARE LO STATUTO SPECIALE di Michele Mascia te scelto dal popolo. Non si esclude, poi, l’adozione di una norma antiribaltone per evitare passaggi di schieramento di singoli consiglieri o di intere forze politiche. Altro problema da risolvere è il bilanciamento dei poteri tra il “governatore” e il Consiglio regionale. Per il presidente dell’assemblea isolana Efisio Serrenti, occorre trovare il giusto equilibrio: il capo dell’esecutivo è espressione di una maggioranza; il consiglio rappresenta tutti con il dovere di vigilare. Più specifiche le altre questioni: l’attribuzione dei seggi; la lista bloccata, prevista dalla legge nazionale, con l’elezione dei candidati in base al loro ordine in elenco e non per il numero delle preferenze personali ottenute (i detrattori temono una pesante interferenza dei partiti nelle scelte dei cittadini). Dal punto di vista pratico, sarà determinante per gli equilibri interni la suddivisione per collegi, alla luce della nascita delle province della Gallura, del Sulcis, del Medio Campidano e dell’Ogliastra. Una riforma che rientra nel più generale processo di rinnovamento dell’autonomia regionale. È obiettivo comune modificare lo Statuto Speciale: “per creare uno strumento moderno e rispondente alle esigenze del popolo sardo” (Efisio Serrenti): “per evitare cambiamenti decisi da Roma, senza alcuna iniziativa del Consiglio regionale nell’arco di 54 anni” (Giacomo Sanna – Ps d’az); “per sottolineare la specialità della nostra Regione” (Ivana Dettori - DS). Ma restano le perplessità, perché, nonostante il bisogno di accelerare i tempi, “si sta parlando più degli strumenti che dei contenuti” (Carlo Dore Democratici). Per il presidente della Regione Mauro Pili, “l’Assemblea Costituente avrà il compito primario di rinsaldare il legame tra i cittadini e la classe politica… per puntare ad una riforma dello Statuto finalizzata al reale miglioramento delle condizioni dell’isola, in grado quindi di dare risposte precise alle richieste di lavoro e sviluppo”. Secondo il movimento di centrosinistra Democratzia, il dibattito sul cambiamento non deve essere elitario, ma occorre che si sviluppi nella società. Lo Statuto non deve essere calato dall’alto, ma deve essere elaborato con la partecipazione di tutti i cittadini. 22 associazioni culturali di area riformista hanno creato il Movimento per l’autonomia federale. Non vincolato a posizioni di partito, vuole stimolare un dibattito su larga scala in una Sardegna muta, assente e a rischio di isolamento nel contesto italiano ed europeo in costante evoluzione. Poggiate le basi per una Carta fondamentale europea, non si può stare a guardare, anche alla luce della riforma del Titolo V della Costituzione italiana. Tra gli aderenti al Movimento vi sono due ex presidenti della Regione, Mario Melis e Pietrino Soddu, e due costituzionalisti, Pietro Ciarlo e Benedetto Ballero. A loro avviso, la scelta deI Consiglio regionale di percorrere la strada dell’Assemblea Costituente, deve essere affiancata dal coinvolgimento di tutte le istituzioni locali e delle forze economico-sociali. C’è bisogno di rivendicare un nuovo patto con gli organismi centrali dello Stato. Occorre elaborare contenuti, nel segno di un pluralismo che faccia vivere ai Sardi una nuova e straordinaria stagione autonomista. Una spinta propulsiva è stata sollecitata anche dall’ex sindaco di Quartu Graziano Milia, autore del libro “Dialogo sulla Nazione sarda”. Sull’esempio della Catalogna, che ha imposto un rapporto paritario con il governo spagnolo, Milia difende la validità del modello nazionalitario “come unico strumento utile ad affrontare le marginalità e l’autoritarismo che la globalizzazione può produrre”. Nella prefazione, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga valorizza POLITICA REGIONALE / La conferenza stampa di fine anno EFISIO SERRENTI RIVENDICA PER IL CONSIGLIO REGIONALE UN RUOLO DI PARLAMENTO DEI SARDI sono stati espressi 13 pareri finanziari e 39 pareri di merito. Sono state, infine, approvate 13 risoluzioni, svolta 1 interrogazione, effettuate 3 missioni e 164 audizioni”. Il “Messaggero Sardo” ha chiesto al Presidente del Consiglio cosa occorra perché la Sardegna possa essere realmente protagonista nel palcoscenico nazionale ed europeo. “La nostra Isola – ha risposto Serrenti – ha bisogno di un Consiglio che sia il Parlamento dei sardi, attento, dinamico, propositivo, realisticamente efficiente. Consiglio e Commissioni devono lavorare di più e confermare la validità del proprio ruolo, mostrare reale funzionalità, capacità di ascoltare e di dare risposte concrete alle richieste, alle esigenze, alle domande del- la gente sarda. Serve una profonda revisione del Regolamento assembleare, per rimuovere le cause di troppi contrasti, di eccessive contrapposizioni ed anomalie, per rendere più snella, agile e veloce l’attività consiliare; ma è anche necessario riorganizzare la macchina complessiva dell’Assemblea, che deve conquistare credibilità ed efficienza”. “In presenza di gravi emergenze – ha aggiunto il Presidente del Consiglio – quali siccità, epidemia di lingua blu, alluvioni, l’Assemblea ha spesso trovato una grande unità di intenti. Perché rapporti corretti e costruttivi non possono essere la costante dell’attività del Consiglio? Voglio ricordare a me stesso, prima che a tutti gli altri, che questo è un nostro preciso dovere. Le posizioni politiche sono, necessariamente, diverse; così come differenti sono i compiti che ci sono stati affidati. Ma il confronto democratico, anche duro, aspro, non può degenerare in lotta e contrapposizione personale. Il rispetto per le istituzioni deve essere assoluto e tutti dobbiamo uniformare i nostri comportamenti all’esigenza di rispettare, difendere e tutelare le nostre istituzioni, libere e democratiche”. “Nei momenti di pericolo – ha proseguito Serrenti – i sardi hanno sempre trovato, nelle loro radici comuni, la forza per andare avanti. Oggi è in gioco il nostro futuro. L’Europa non aspetta chi cammina con passo lento ed incerto, non accoglie coloro che antepongono gli egoismi particolari agli interessi generali. Questo Consiglio rappresenta la l’idea di un federalismo differenziato all’interno dello stato unitario, capace di abbandonare “un autonomismo senza anima, nutrito di battaglie ideali, ma, soprattutto, di richieste, di rivendicazioni e anche di piagnistei”. Coinvolgimento, quindi, di tutta la società nella discussione sul futuro della Sardegna. Al Movimento per l’Assemblea Costituente ha aderito anche la FASI. La Federazione italiana dei circoli degli emigrati sardi ritiene fondamentale avere rappresentanza politica nelle istituzioni isolane, rivendicando identico diritto anche nell’organo deputato alla riscrittura dello Statuto. La pari dignità tra Stato, regione, Province e Comuni, sancita dalla modifica del titolo V della Costituzione, ha fatto avanzare l’ipotesi della nascita di un sistema bicamerale anche nell’assetto istituzionale regionale. Con una proposta di legge, i Riformatori sollecitano la creazione di un Consiglio delle autonomie locali, ulteriormente responsabilizzate dal decentramento per delega di poteri e funzioni amministrative. Un testo innovativo, passibile di modifiche nell’iter legislativo, soprattutto sulla portata delle competenze e degli eventuali vincoli da imporre alle decisioni della Regione riguardanti le realtà più vicine al cittadino. Comprese quelle più piccole, ossia i Comuni con meno di 3.000 abitanti, che costituiscono il 69% dell’insieme delle amministrazioni locali isolane. È assegnato loro un terzo dei 61 componenti del Consiglio, in carica per 5 anni, coincidenti con il mandato dei consiglieri regionali. Per il deputato Michele Cossa si tratta di un cambiamento radicale. Le autonomie avranno un ruolo ben definito e non piu’ quello determinato dal parziale e facoltativo coinvolgimento deciso dalla regione quando sono in ballo provvedimenti di una certa rilevanza. Sardegna, è stato scelto dal popolo sardo, ha ricevuto il mandato preciso di lavorare ed agire nell’esclusivo interesse della Sardegna”. Presidente, un bilancio sintetico ed un augurio. “Abbiamo affrontato un anno difficile. Il mio augurio è che il 2002 sia caratterizzato da una complessiva ripresa del processo di sviluppo e di crescita sociale ed economica; che nei due anni e mezzo che abbiamo ancora davanti, riusciamo a dare pratica attuazione alle cose semplici ed essenziali che abbiamo promesso di realizzare, nell’esclusivo interesse della nostra gente”. “Sono troppi i sardi senza un lavoro, troppi i giovani che abbandonano la nostra terra per cercare altrove occasioni di riscatto, troppi i malati che, non credendo alla nostra sanità, si rivolgono a strutture non sarde. Troppi i sardi che considerano l’apparato regionale un ostacolo al processo di crescita isolano. A tutti loro dobbiamo dare risposte serie e concrete”. “Un particolare ed affettuoso, augurale saluto – ha concluso Serrenti – voglio inviarlo, tramite il Messaggero, ai Sardi sparsi per il mondo, che onorano e tengono alto il nome della Sardegna”. PARLIAMO DELLA SARDEGNA 23 GENNAIO 2002 a cura di Manlio Brigaglia L ui non ha fatto niente di particolare. Ha solo vissuto. Ma ha vissuto così a lungo da entrare nel Guinness dei primati. La Sardegna è sempre stata conosciuta per record ben più tristi, ma quello di tziu Antonio Todde, morto il 3 gennaio scorso, pochi giorni prima di compiere 113 anni, ha dato un’immagine dell’isola, che molti non conoscevano. Tanto che alcuni giornalisti non sono riusciti a trattenersi dal rievocare i soliti luoghi comuni sulla Sardegna, scatenando un putiferio di polemiche e numerose proteste da parte degli abitanti di Tiana e della Barbagia. Il 5 gennaio, oltre duemila persone hanno partecipato al funerale di Antonio Todde, l’uomo dei tre secoli. Mai Tiana aveva visto tanta gente per l’ultimo saluto a un compaesano. Ma tziu Todde non era certo uno qualunque. Era nato nel 1889, “appena” cento anni dopo la Rivoluzione francese, nello stesso anno in cui venne costruita la Tour Eiffel, quando ancora le auto a motore erano un sogno. Così come era impensabile la televisione, tanto cara ad Antonio Todde, e compagnia quotidiana negli ultimi anni della sua esistenza. Ha assistito a tutti i grandi eventi del Novecento, alcuni anche da protagonista. Ai numerosi giornalisti che di recente gli hanno fatto visita, per tentare di carpirne il segreto di lunga vita, raccontava degli anni passati al fronte. Inizialmente, era stato scartato per la statura (non raggiungeva il metro e sessanta), ma poi la patria aveva deciso che c’era bisogno di tutti, anche di quei sardi che avevano più o meno la stessa altezza di Sua È stato davvero un buon Natale per i fratelli Enrico, Giovanni e Edoardo Tusacciu a Calangianus (4.700 abitanti, provincia di Sassari, pochi chilometri da Tempio Pausania, disoccupazione quasi zero), capitale italiana dei turaccioli in sughero. In questi mesi, infatti, le richieste del loro Geomag sono arrivate e arrivano ancora numerosissime da tutte le parti del Mondo. Il Geomag è un gioco (non solo per bambini) le cui caratteristiche stanno nel design innovativo, nell’alta “giocabilità” e il cui atout è il magnetismo. Il giocattolo è costituito da barrette e sfere che, concatenate in modo opportuno grazie alla forza magnetica, permettono di creare le più svariate forme bi-tridimensionali che la geometria e la fantasia possono suggerire. Una bella storia di coraggio e intuito imprenditoriale che nasce solo tre anni fa, quando Edoardo Tusacciu ne intuisce le potenzialità e acquista da un inventore i diritti di sfruttamento del brevetto. L’attività di produzione parte nel 1999 nello stabilimento familiare per la produzione di turaccioli (7 milioni di euro di fatturato, il 50% all’Estero, tra i clienti le famose cantine Gallo della California). L’inizio però non è stato facile: “Abbiamo dovuto inventare tutto - spiega Tusacciu - dalle macchine per la produzione PERSONAGGI / Si è spento pochi giorni prima di compiere 113 anni. Era stato inserito nel Guiness dei primati È MORTO TZIU ANTONIO TODDE IL NONNINO DI TIANA LUOMO PIÙ VECCHIO DEL MONDO di Giuseppe Deiana Altezza Vittorio Emanuele III. Così anche Antonio Todde partì per il Carso. Anni difficili da dimenticare: i soldati sardi giocavano a morra e a “istrumpa” in trincea, per passare il tempo. Ma gli austriaci non scherzavano: Antonio Todde venne ferito da un cecchino. Fu l’unica volta che entrò in un ospedale. Per il resto, l’esistenza dell’uomo più longevo della terra è andata avanti nelle valli tra il Gennargentu e la Barbagia di Seulo. Tiana potrebbe apparire come una piccola valle dell’Eden. Un centro tranquillo, pochi fatti degni di nota, se non la presenza di un numero molto alto di ultranovantenni e di centenari. La famiglia di Tziu Antonio Todde ne è un esempio: la madre morì quando stava per compiere un secolo di vita, la sorella minore va per i 98 e la cugina, Michela Deiana, ne ha 102. Tutte le famiglie del paese hanno il loro centenario, o quasi, da coccolare. Un fatto straordinario che ha attirato l’attenzione di giornalisti e studiosi. I primi non sempre però hanno ripagato la fiducia e l’ospitalità offerta loro dagli abitanti di Tiana. In particolare, proprio pochi giorni prima della scomparsa di Antonio Todde, un reportage dell’Espresso ha fatto andare su tutte le furie gli amministratori del paese e i suoi cittadini. Tanto che proprio quando è giunta la notizia della morte dell’uomo del Guiness dei primati, la popolazione era riunita in assemblea per decidere quali iniziative adottare contro il settimanale. Il parroco don Giuseppe Pani, che nella omelia funebre ha dedicato parole tenere, quasi poetiche, al centenario, ha risposto al giornalista dell’Espresso affermando che i cittadini avevano avuto la colpa di essere stati ospitali con lui. A spiegare il perché a Tiana, ma anche negli altri paesi del centro Sardegna, si viva così a lungo, saranno gli studiosi dell’Akea (acronimo di a kent’annos), il progetto portato avanti dall’Università di Sassari e diretto da Luca Deiana, che si propone di scandagliare il segreto della longevità anche dal punto di vista genetico. L’ipotesi al vaglio dei ricercatori è che, oltre a fattori ambientali e legati all’alimentazione, nel PERSONAGGI / I fratelli Tusacciu di Calangianus SUCCESSO MONDIALE PER GEOMAG IL GIOCO CHE SFRUTTA IL MAGNETISMO di Puccio Lai dei pezzi, ai sistemi impiantistici, al packaging. I problemi sembravano insormontabili, ma ce l’abbiamo fatta comunque. La Plast Wood, la nostra nuova azienda, è decollata in tempi rapidissimi”. La semplicità del gioco (è una sorta di Lego metallico) e la molteplicità delle forme realizzabili attirano i clienti e le catene di negozi di giocattoli e a fine anno si contabilizzano 3,7 miliardi di lire. L’anno scorso la prova del fuoco: dalla Sardegna, Tusacciu parte per le più importanti fiere internazionali del giocattolo (Milano, Parigi, Londra, New York) riscuotendo subito grande interesse presso i più importanti operatori del settore. “Nel corso della prima metà dell’anno - spiegano a Calangianus - avevamo già raggiunto tutti gli obiettivi fissati. La scelta dei bambini come target è stata fatta perché abbiamo notato un’importante fidelizzazione al prodotto che innesca il concetto della collezio- nabilità e fa in modo che venga riacquistato più volte: più barrette danno la possibilità di realizzare figure sempre più complesse. C’è persino chi ha costruito un modello enorme del duomo di Milano e del ponte di Brooklin”. Nel 2001, le nuove quattro presse automatiche hanno sfornato 6mila barrette l’ora e si era certi di vendere tutta la produzione (i magazzini sono infatti rimasti con depositi “a zero”, lasciando insoddisfatti una grande quantità di clienti) mentre il fatturato ha già raggiunto gli 8,4 milioni di euro. Il tumultuoso successo del Geomag ha spinto la Plast Wood a un nuovo piano di investimenti per 5,2 milioni di euro: in un nuovo impianto in costruzione ci sarà posto per 20 linee integralmente automatizzate, per una capacità annua di 264 milioni di barrette con l’occupazione di 80 addetti. Il fatturato salirà ancora: per il 2002 è previsto a 29,8 milioni di euro e c’è la certezza dichiarata di diventare la prima azienda in Italia nel settore dei giocattoli da costruzione. Insomma, Tusacciu sembra proprio un Renato Soru dei giocattoli: come per Tiscali, alle iniziali perplessità e diffidenze è subentrato un risultato che ha superato ogni aspettativa. “A dire la verità - spiegano in azienda - a credere in noi sono stati soprattutto i cinesi (i maggiori produttori mondiali di magnetite). Si sono fidati dei nostri pagamenti a 90 giorni. Il nostro sistema del credito no: nel 2000 abbiamo perso 500mila euro di fatturato perché nessuna banca ci ha rilasciato una lettera di credito per soli 50mila euro”. Siccome i cinesi non sono solo fornitori della materia prima (da Hong Kong, ma di produzione cinese, parte l’80% del giocattolo mondiale) ma sono anche un enorme mercato potenziale, non è allora un caso che la figlia di Tusacciu, terminati a Londra grande numero di centenari che vive nei paesini sardi (dovrebbero essere oltre 220 in tutta l’isola) ci possa essere anche una ragione genetica. Proprio per questo è stato prelevato il Dna degli ultracentenari e degli ultranovantacinquenni di 377 paesi sardi. Se con la morte di Antonio Todde la Sardegna ha perso il primato riportato nel Guinness, continua a detenerne altri. Nell’isola, infatti, continua a vivere il numero più alto di ultracentenari in proporzione agli abitanti. Secondo i dati forniti dai ricercatori, in Sardegna ci sono 135 ultracentenari per ogni milione di abitanti, a fronte dei 70/80 di paesi quali la Danimarca e l’Inghilterra. Non solo. C’è un’altra particolarità: la quasi parità tra uomini e donne. Il rapporto tra queste ultime e i maschi è nell’isola di appena due a uno (in provincia di Nuoro addirittura di uno a uno), mentre negli altri paesi occidentali le donne ultracentenarie sono quattro per ogni uomo. Infine, altro record invidiabile, è detenuto da un altro nonnino che abita non lontano da Tiana. Giovanni Frau di Orroli, dopo la morte di Antonio Todde, è l’uomo più vecchio d’Europa con i suoi 111 anni. Ha festeggiato il compleanno lo scorso 29 dicembre, con tutti i compaesani. Appena pochi giorni prima della morte di Antonio Todde, che continuava a ripetere di voler arrivare a 120 anni. Non ce l’ha fatta, ma in tanti si ricorderanno ugualmente di lui. E soprattutto del suo stile di vita: lavoro in campagna, due bicchieri di vino al giorno, acqua di fonte e tanta aria pura. gli studi in una business school, stia imparando il cinese. Cina e Stati Uniti: i grandi mercati; ai primi di gennaio tre giovani sardi partiranno per Boston dove apriranno la filiale americana della Plast Wood: “La mia università spiega Tusacciu - sono stati i viaggi fatti per vendere i turaccioli. Qui, in azienda, tutti abbiamo un entusiasmo straordinario. Si lavora 24 ore al giorno, sabato e domenica: questo è il valore di un ambiente sociale che in Italia ha pochi paragoni”. Ma dal centro gallurese si smentisce Geomag come monoprodotto (terrore e paura delle banche), c’è - infatti - in arrivo una novità: la produzione e commercializzazione di un nuovo gioco da tavolo, anche questo - naturalmente magnetico, il “Catch Mag”: il primo di una lunga serie. É un gioco da tavolo di società imperniato sulle probabilità e sulla strategia. A Calangianus sono già arrivati ordini per 8 milioni di euro. Un’ultima soddisfazione per gli intraprendenti industriali galluresi: quella di portare un poco di Sardegna nel Mondo: “Abbiamo avuto proposte di grandi gruppi anche internazionali di joint ventures e accordi produttivi dice Edoardo Tusacciu al Messaggero Sardo- ma siamo nati qui e qui resteremo a dimostrare il valore del lavoro e dell’iniziativa dei Sardi”. PARLANDO IN POESIA 24 GENNAIO 2002 a cura di Salvatore Tola T empo fa Giancarlo Zedda ci aveva inviato un suo libro di poesie in italiano, Boccioli appassiti, pubblicato dall’Editrice Nuovi Autori (via Gaudenzio Ferrari 14, 20123 Milano, tel. 02.89409338; prezzo lire 15.000 o euro 7,75). Di questo poeta sappiamo soltanto quello che sta scritto sotto la sua foto, in quarta di copertina: è nato nel 1966 a Genova da genitori sardi; segue una nota che aiuta a penetrare nel suo universo letterario: «Liriche di buon vigore espressivo, cariche di emozioni forti e intense»; «improntate al realismo nell’esposizione dei fatti, talvolta addirittura cronachistiche», manifestano spesso «un profondo coinvolgimento emotivo». Tutti elementi che si ritrovano nelle due composizioni che riportiamo. Molto diverso il contenuto della raccolta di Mario Corona, Non è possibile bagnarsi due volte nello stesso fiume, pubblicata da Libroitaliano di Ragusa (lire 18.000, euro 9,30; la si può richiedere all’autore: BOCCIOLI APPASSITI via Togliatti 7, 50054 Fucecchio - Firenze); in primo luogo perché si tratta di un poeta di un’altra generazione, basti pensare che alcune opere risalgono agli anni Trenta del Novecento; e poi perché Corona, cresciuto in una famiglia campidanese, fu perseguitato dal INCONTRI Ho incontrato un sordo che leggeva sulle mie labbra e sentiva… Poi un muto che gesticolava il suo linguaggio e dietro l’angolo un cieco che col suo tatto vedeva lontano. Ho incontrato molti uomini che non volevano parlare, vedere né ascoltare ed ho provato pietà. Giancarlo Zedda TRISTEZZA Un acquazzone d’autunno che bagna di tristezza il mio cuore. Stradine infangate e pozzanghere d’acqua che rispecchiano la mia solitudine. Un pomeriggio di monotonia, eguale a tanti altri che m’han fatto compagnia. La mia voglia d’amare gridata con rabbia in quella tormenta, e per risposta un pugno di terra dispersa dal vento. Giancarlo Zedda A MARIA O rosa dall’esile stelo che ondeggi e m’inviti a sognare: due occhi di tenero cielo riflesso nei gorghi del mare; il riso, la bocca che anelo sul labbro il mio labbro posare, con baci che sciolgano il gelo nel cuor che mi fa sospirare. L’ovale del volto, quel mento, il sole fra i crini tuoi biondi, l’acerbo dei giovani seni mi fanno cantare nel vento stornelli non sempre giocondi che turbano i giorni sereni. Mario Corona BUCOLICA Dietro l’aratro mio, calmo e ridente, col plettro in mano e con la lira al fianco io me ne vado dietro le giumente nel mattino d’autunno triste e bianco. Spargo nel solco nuovo la semente, sogno messi opulente, mi rinfranco e nel meriggio placido e silente lavoro e canto finché sono stanco. Si muove il plettro e negli accordi belli svanisce il mondo e le sue cose amare, e i nemici diventano fratelli. Con la mia lira posso ancor sognare il murmure di boschi e di ruscelli senza soffrire più, senza lottare! Mario Corona fascismo per le sue idee, conobbe la prigione e partecipò alla guerra partigiana per poi condividere le idealità che nel Dopoguerra facevano vagheggiare un’Italia totalmente rinnovata. Molte sue composizioni riflettono quelle vicende tor- A S’ARRIU PIRAS Arriu, torru a cicai cudda picinnia, carrigu de tempus pentzendu a tui, sidiu, bramendu is mitzas po sui torra s’antigu suci de vida mia. Po mori ’e su disterru sen’e paxi passau pistapista po debbadas, e chi m’at prenu su coru de liagas cicu sa mexina tua, in s’araxi druci, chi fiàntzat serenu arreposu. Po ddi contai is contus a i custu fillu candu ses citiu, allirgu e furiosu, ca sempr’onestu, limpiu, sintzillu ses onnia dì, siat de frius o imbaschida che s’intrannia ’e Gennempì, bena e vida. Antoni Pani CARDELLINU A Sarbadore Cambosu O Sarbadore ti ringratziamus tantu pro su ch’as fattu in bida e lassadu, donzi raccontu est bene curadu chi finas oe nos faghet ispantu. mentate ma noi, per dare di Corona un’immagine più serena, abbiamo scelto una poesia d’amore e una nella quale rievoca con belle immagini la sua origine contadina. Completiamo la pagina con opere di poeti che pubblicano per la prima volta, a parte Lui- TENTU IN CORO Bonasera giornale eccomi prontu, mi che pariat su tempus finiu, ti naro grazia ca nd’as ’attu contu, anzis m’as tentu in coro e preferiu; e comente nariat unu ziu m’as invitau prima ’e su tramontu. De su contu ch’as ’attu mi nde satzio e mentres ti saludo ti ringratzio. Francesco Soru LIUNGUA BLU Sto vagando con tristezza per i pascoli in cerca del mio gregge perduto, sono da solo, nessuno mi aiuta, chiamo le mie pecore ma non rispondono. Non sento i loro belati, non sento i loro campanacci, sono disperato, sento solo il cane che abbaia, anche lui triste. Continuo a vagare per i pascoli arsi dal sole in cerca del mio gregge perduto, grido con le lacrime agli occhi: «Aiuto aiuto aiuto»… Sandro Ibba Riposa in paghe intro ’e cussa losa ca Oroteddi ti tenet in sinu, onzi fizu, onzi mama donzi isposa CORTESU E GENTILE De nou prego caru “Messaggeru” de mi cherrer mandare su mensile c’atteras duas boltas, custu est beru, d’appo pregadu cortesu e gentile; como de nou chin coro sintzeru m’ides pregande a tie meda umile ca pro sa tertza ’olta ti l’iscrio e antecipadas gratzias t’imbio. Predu Santoni non t’ada a ispentigare, Cardellinu, e in donzi gianna b’est sa tua presentzia, t’amus in coro funtana de sientzia. Luigi Zoroddu SA FUNTANA DE PUBUSONE In Pubusone est a fagher sa funtana po chi nde buffen sos chi sun sididos, si bi cuntentana inie sos pellegrinos ei cussos chi de sidis meda nd’ana. Mancari sias in su campusantu Oroteddi non t’ada ismenticadu, cando ses mortu ti ana piantu poi in s’Olimpu t’ana incoronadu. RISTORO IN SAS PENAS Cantu ses bellu maju incantosu, de fiores divinos as tesoro, de cantos d’aes e lentinas d’oro tue ses dispenseri generosu. Unu palpidu dulche affettuosu su coro sentit po s’atteru coro, deo puru in sas penas mi ristoro e suspendo su mantu luttuosu. Paren cantende cun gentile ardore sos puzoneddos tottu innamorados unu cantu gentile a su Signore, e profumados, soaves e delicados paren mandende a issu onzi fiore tra colores de s’iride ammajados. Mario Maccioni Però toccat a bi ponner sa gana ponzende a banda cussos isbricidos ei cussos chi promissa faghen vana che cheren dae mesu istejdos. No b’at in ballu peruna quota fissa pro chie cheret un’offerta elargire, toccat cun su soddu chi si paghet. Po cuddu de ottemperare a sa promissa, zente cara, in presse toccat de agire ca a sa sola sa funtana non si faghet. Mario Vargiu CUN SOS MANNOS Deo mi naro Barore Matzone, omine betzu ’e settantanoe annos, depia essere in su gutzingone invece soe cun sos caddos mannos, e sentza ponner ne briglia e ne isprone soe binchende valorosos pannos, e sentza ponner ne isprone ne briglia besso vittoriosu in sa pariglia. Barore Matzone (Inviata da Luigi Mura) gi Zoroddu, la cui firma era comparsa in questa pagina in un numero dell’estate del 1982. Gli altri sono Antonio Pani di Quartu, rientrato da poco dall’emigrazione; Mario Maccioni di Desulo, residente a Merano, che invia sentiti complimenti al “Messaggero”; Francesco Soru di Ottana residente in Belgio; Sandro Ibba, pastore di Vallermosa che ha perso il gregge per l’epidemia di lingua blu; Pietro Santoni di Orotelli; Mario Vargiu, che sostiene il progetto di Elena Deriu di erigere in una campagna di Macomer una fontana dedicata alla poesia; Eliseo Maiorca, nato a Fluminimaggiore ed emigrato a Pavia; Giovanni Ponti di Paulilatino; Dora Porru Casula; Andrea Scano, originario di Cagliari e residente a Cormano, presso Milano; e Luigi Mura di Samugheo, residente ad Agliano (Asti), il quale, avendo visto la firma di Barore Matzone sulla pagina dell’aprile scorso, ci manda un’altra ottava di quel poeta ghilarzese, il cui vero nome era Salvatore Puddu. GENTI DE ’IDDA MIA Meras annus fairi seu partiu de Fluminimaggiori a Pavia, cun meras arregordus e nostalgia. Sa genti de bidda mia esti umili e laboriosa, chi fairi su contadinu e chi su murarori, chi fairi su pastori e chi s’imprenditori; un’orta ci fiara finas su minadori, custa e’ sa genti de bidda mia, de Fluminimaggiori. Eliseu Maiorca FAEDDARE IN LIBERTADE Sa limba sarda oe est in su coro de sos sardos ch’an samben’in sas venas, sos omines de nobile decoro chi si cheren isortos de cadenas pro poder faeddare in libertade sentza dipender de limbas anzenas. Chie rinnegat custa identitade no est omine e mancu sardu zustu. Giovanni Ponti IL FIUME Nel silenzio dell’alba rotto dal cinguettio degli uccelli c’incamminavamo verso il fiume gioiose e canterine, come se andassimo a far festa. Era bello inginocchiarsi per lavare, guardare l’acqua scorrerre limpida fra i sassi, vedere i bambini rincorrere le libellule, mentre nell’aria si diffondeva un profumo di lisciva. Poi, con i panni stesi al sole tra i cardi dorati e le pietre roventi il prato sembrava un cielo coperto di nuvole bianche. Era ancora assolato il meriggio quando si faceva ritorno, arse di sete, stanco il corpo, ma il fiume di gioia scorreva dentro di noi. Dora Porru Casula COME UNO SCULTORE Dolci acque dal colore di smeraldo. Con le tue onde accarezzi i corpi dei bagnati, schiumosa e fresca sommergi la scogliera, come uno scultore modelli la roccia creando forme strane e curiose per i nostri occhi che ti guardano come timore e amore. I nostri corpi si sentono abbracciati da te come un bimbo sente l’abbraccio della mamma. Andrea Scano SARDEGNA NOTIZIE 25 GENNAIO 2002 PROGRAMMA STRAORDINARIO SORU A ROMA PER FRONTEGGIARE PER FAR CONOSCERE L'EMERGENZA IDRICA LA SARDEGNA Per far fronte all’emergenza idrica l’esecutivo regionale darà fondo nei prossimi mesi alle risorse messe a disposizione dallo Stato (cento miliardi della Legge Finanziaria), dalla Regione (quindici miliardi) e dall’Unione Europea (dieci miliardi). Tali fondi serviranno a finanziare un programma straordinario di interventi infrastrutturali per 122, 5 miliardi, oltre a un intervento finalizzato ad avviare un’attività permanente per lo sviluppo della cultura dell’acqua (2 miliardi). Sono inoltre previste iniziative per il riutilizzo dei reflui depurati per le produzioni agricole destinate alla trasformazione industriale. Gli interventi complessivi previsti sono parte del complessivo piano di opere necessarie per il superamento del problema idrico in Sardegna. Le previsioni del programma straordinario tengono conto della drammatica situazione del sistema idrico del MedioFlumendosa-Campidano che, attualmente, ha a disposizione un volume (61,6 Mm3), pari ad appena il 14 per cento della domanda complessiva e sufficiente per soli sei mesi al fabbisogno potabile di una popolazione di oltre 700 mila unità con sole nove ore giornaliere di acqua da diversi anni. Tiene conto, altresì, della situazione di scarsa disponibilità attuale rispetto alla domanda complessiva annua che si riscontra nei sistemi PosadaCedrino e Liscia, interessanti le province di Nuoro e di Sassari. Tra gli interventi sono previsti: l’installazione di contatori per limitare i consumi agricoli nei distretti irrigui della Sardegna Meridionale; l’interconnessione funzionale tra sistemi e la ricerca perdite e interventi di risanamento nelle reti idriche di Cagliari e Quartu. Il programma, immediatamente operativo, comprende anche la sostituzione di numerose tratte degradate dell’acquedotto Donori-Cagliari che convoglia una portata di 700 litri/secondo destinati a numerosi abitati del Campidano. L’attività di sviluppo della cultura dell’acqua riguarderà il mondo della scuola e quello della produzione. Tra le altre iniziative figura anche la creazione di un itinerario museale legato alle grandi infrastrutture che consenta di far comprendere agli utenti il valore del bene dell’acqua. FIRMATO IL PROTOCOLLO D'INTESA TRA LA COMPAGNIA AEREA MERIDIANA E L'ASSESSORATO DEL TURISMO Con il duplice obbiettivo di incentivare lo sviluppo turistico nell’Isola e instaurare un maggiore rapporto di collaborazione reciproca, l’assessorato regionale del Turismo e la compagnia aerea Meridiana hanno sottoscritto nei giorni scorsi un importante protocollo di intesa. L’intento è di creare occupazione nel settore turistico e raggiungere entro i prossimi dieci anni la soglia di venti milioni di presenze alberghiere annue. Perciò verrà elaborato un progetto per l’ampliamento dei flussi turistici e delle presenze nei periodi stagionali compresi tra Ottobre e Maggio. “E’ importante chiarire –ha sottolineato l’assessore regionale del Turismo avv. Roberto Frongia - che l’ampliamento della stagione turistica rientra nei comuni progetti di Meridiana e dell’assessorato: a questo riguardo all’interno di questa collaborazione e del protocollo di intesa firmato vengono proposte soluzioni di soggiorno e vacanze a tema che vanno oltre la residenza balneare. “Oltre alla cultura, la tradizione, il turismo sportivo e i percorsi eno-gastronomici, la Sardegna risponde anche in modo ottimale alla domanda di turismo d’affari, dal congressuale ai meeting e ancora agli incentivi aziendali. L’assessorato regionale del Turismo, i principali operatori alberghieri, di autotrasporto, di autonoleggio e Meridiana hanno pertanto realizzato la quarta edizione di “Priorità 1 Sardegna”, il prodotto per il turismo d’affari che propone l’Isola quale destinazione ideale per questo target turistico. Meridiana in particolare ha previsto una gamma tariffaria adeguata alla domanda applicando sconti medi nel periodo sulle tariffe pari a circa il 40% ed ha assicurato la promozione e la vendita del prodotto attraverso il proprio tour operator Alisarda, che commercializza “Priorità 1” disponibile per tutte le agenzie di viaggio”. Alisarda e Meridiana propongono una serie di soluzioni per il turismo fuori stagione, avvalendosi fra l’altro, dei siti Internet (www.meridiana.it e www.alisarda.it). La promozione attraverso la rete verrà inoltre incrementata con l’avvio del progetto che l’assessorato regionale del Turismo ha pianificato per il 2002 che vedrà la nascita di un portale dedicato interamente al settore turistico. Sono state quindi individuate le azioni da intraprendere a sostegno del progetto di ampliamento dei flussi turistici: da un lato operare verso la multistagionalità, affinché il turismo diventi uno dei più importanti settori dell’economia interna, portando nel contempo alla sconfitta della cronica transumanza dei lavoratori del settore costretti a trovare lavoro in ambito turistico in aree differenti della Sardegna. Su base analoga è stata avviata la creazione di itinerari turistici integrati che valorizzino il nostro complesso culturale e ambientale. In questo senso gli itinerari e i soggiorni tengono conto degli eventi legati al patrimonio culturale e dei luoghi antichi di spettacolo, dei complessi archeologici, dei momenti di vita legati alla sacralità delle tradizioni. Il Protocollo d’intesa sancisce quindi un nuovo modello di sviluppo nell’ambito vasto del turismo sostenibile, ponendo solide basi per una competitività della Sardegna nel settore delle vacanze ed ampliando la fruibilità della Sardegna su non meno di dieci mesi di presenze turistiche. BORSE DI STUDIO DELLA VITROCISET A STUDENTI SARDI Gaetano Galia, presidente della Vitrociset, società leader in Italia nel supporto logistico ai sistemi elettronici civili e militari del settore aerospaziale e dei Trasporti, ha consegnato le borse di studio ai tredici studenti meritevoli degli istituti superiori di Perdasdefogu e Villaputzu. La manifestazione si è svolta nello stabilimento di Capo San Lorenzo a Villaputzu nel cui territorio ricade parte del Poligono missilistico di Perdasdefogu. L’iniziativa si inserisce nei programmi di sviluppo che la Vitrociset ha presentato alle istituzioni nello stabilimento di Macchiareddu nell’ottobre scorso, in occasione di una manifestazione promossa dalla società per festeggiare i 20 anni di attività dello stabilimento cagliaritano. La Vitrociset è presente in Sardegna fin dal 1961, opera negli stabilimenti di Macchiareddu e Capo San Lorenzo e nei siti operativi sugli aeroporti di Decimomannu, Elmas, Olbia, Alghero con oltre 220 tecnici altamente specializzati. Nel quadro di un programma di marketing territoriale promossa dalla Sfirs d’intesa con l’assessorato regionale dell’industria e destinato agli operatori del settore informatica e telecomunicazioni, il presidente di Tiscali Renato Soru e l’assessore dell’Industria hanno partecipato a Roma all’incontro sul tema “ICT e Call Center: opportunità e vantaggi competitivi della Regione Sardegna”. L’assessore dell’Industria ha aperto i lavori comunicando la firma del Decreto sulla continuità territoriale, una conquista storica per i Sardi, ma anche il superamento della più grave diseconomia tipica della localizzazione delle imprese in Sardegna. Ha poi parlato di Cagliari e della Sardegna che grazie a Renato Soru ed al successo di Tiscali che le ha dato visibilità mondiale, si propone oggi come capitale della “new economy”. Non si tratta di uno slogan, ha sottolineato l’esponente dell’esecutivo regionale, ma di una scelta strategica già concretizzata con diverse iniziative. La delibera della Giunta regionale, che ha individuato il settore ITC come strategico per lo sviluppo ed ha quindi delineato gli indirizzi generali e le linee operative da attuare per raggiungere l’obbiettivo di creare in Sardegna un polo telematico di rilievo internazionale. È stata infatti adottata nel Dicembre 2000 su proposta dell’allora assessore dell’Industria Andrea Pirastu. In seguito la Legge Finanziaria regionale, approvata nell’aprile 2001, ha stanziato dieci miliardi per l’ambientalizzazione delle linee telefoniche, misura già attuata attraverso un accordo siglato con la Telecom che ha cofinanziato l’intervento con ulteriori cinque miliardi. Con la stessa legge sono stati destinati 30 miliardi alla realizzazione del nuovo cavo telematico che collegherà l’Isola con il continente italiano, una autostrada telematica che ridurrà notevolmente tempi e costi dei collegamenti. Le modalità di realizzazione dell’opera da realizzarsi con il cofinanziamento privato sono stati concordati nei giorni scorsi con i gestori della telefonia mobile. L’assessore aveva anche ricordato che la Sardegna è l’unica regione del Mezzogiorno che ha voluto riservare, esercitando la propria scelta nell’ambito dell’autonomia concessa alle Regioni, il 25 per cento dei fondi del Bando 2001 della legge 488/92 pari ad 80,5 miliardi agli investimenti nel settore delle telecomunicazioni, dell’informatica, dell’elettronica e delle biotecnologie. Scelta che verrà con ogni probabilità confermata dalla prossima Giunta con riferimento al bando 2002. L’intervento di Renato Soru è stato incentrato sull’”ospitalità” della Sardegna verso gli operatori del settore. Il Presidente di Tiscali ha parlato del “campus” che sta realizzando nella zona di Sa Illetta a Cagliari, nuova sede per i quasi 800 dipendenti della società, ma anche luogo concepito per l’incontro e lo scambio di conoscenze, pronto ad accogliere altre aziende che volessero fare l’esperienza di lavorare in Sardegna. La sede è frutto di un accordo di programma tra Tiscali, Comune di Cagliari, CASIC e Regione, che ha partecipato con 4,5 miliardi di contributo dell’assessorato dell’Industria all’infrastrutturazione dell’area. Renato Soru si è quindi soffermato sulla grande disponibilità di risorse umane presenti in Sardegna: centinaia di giovani laureati e diplomati con dimestichezza nell’uso delle nuove tecnologie. Una risorsa strategica per lo sviluppo delle imprese della new economy il cui processo produttivo è basato tutto sulla professionalità e sulle conoscenze. Il Presidente della Sfirs Alberto Meconcelli ha concluso la giornata di lavoro illustrando il ruolo della società finanziaria per l’avvio e la crescita delle aziende che scelgono la localizzazione in Sardegna. Meconcelli si è soffermato in particolare sul “venture capital” e sui prestiti partecipativi che consentono alla SFIRS di andare oltre all’assistenza, finanziamento e sostegno delle aziende, realizzando un affiancamento totale. IL COMUNE DI THIESI HA DICHIARATO FALLIMENTO Schiacciato da circa 10 miliardi di debiti accumulati negli ultimi due decenni, il Comune di Thiesi ha dichiarato “fallimento”. La clamorosa delibera che ha sancito il dissesto finanziario è stata approvata con i 12 voti dei consiglieri di maggioranza ed una astensione. Prima dell’adozione del provvedimento la minoranza aveva abbandonato l’aula. Secondo il revisore dei conti le cause del dissesto finanziario sono da ricercare nella “gestione non rigorosa, anzi molto approssimativa che l’istituzione ha avuto nel corso degli anni Ottanta e Novanta. In particolare è stata rilevata la ritardata notifica delle cartelle di accertamento IRPEF ad alcuni facoltosi contribuenti (imprese e industriali) che, pertanto, non hanno mai pagato i relativi importi”. Il ministero delle Finanze si era rivalso sulla Amministrazione. La relativa causa, durata venti anni, si è conclusa con la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato il Comune al pagamento di quasi 5 miliardi di lire. A questi vanno aggiunti omessi riconoscimenti di debiti per espropri, prestazioni e lavori vari per un debito complessivo di 10 miliardi di lire che non potrebbe essere pagato neanche con la vendita degli immobili del Comune. La questione diventa ora materia di un commissario ad acta che, con il contributo finanziario dello Stato, cercherà entro tre anni di mettere il Comune nelle condizioni di onorare il debito. EMIGRAZIONE 26 GENNAIO 2002 Il presidente della Fasi ha diffuso una nota con cui annuncia l’apertura delle prenotazioni estive sulle navi della Tirrenia e le agevolazioni fatte per gli emigrati dalle altre compagnie di navigazione. La nota precisa anche le problematiche della “continuità territoriale”. A partire dall’11 gennaio sono state aperte le prenotazioni sulle navi Tirrenia per le ferie estive del 2002. Le date disponibili sono le seguenti: Andata: dal 27 luglio al 14 agosto 2002: Ritorno: dal 16 agosto al 1º settembre 2002. Le linee a nostra disposizione sono le seguenti: Genova-P. Torres e viceversa; Genova-Olbia e viceversa; Genova-Arbatax e viceversa; Civitavecchia-Cagliari e viceversa; Civitavecchia-Olbia e viceversa. Ricordiamo che coloro che hanno diritto allo sconto “residenti” (solo nati in Sardegna e famigliari a carico) devono possedere i seguenti requisiti: - essere lavoratori dipendenti; - essere disoccupati; - essere pensionati; - essere in cassa integrazione. Lo sconto è praticato su tutte le linee e in tutte le stagioni. Per ottenerlo è necessario presentarsi al Circolo sardo di appartenenza e compilare il modulo di autocertificazione. Ogni modulo dovrà essere firmato anche dal Presidente del Circolo e dovrà riportare il timbro dell’Associazione. Si precisa che i moduli sopra citati sono disponibili solo presso le sedi dei Circoli sardi o la FASI. Si ricorda che le prenotazioni Tirrenia scadono 30 giorni APERTE LE PRENOTAZIONI SULLE NAVI DELLA TIRRENIA PER IL PERIODO ESTIVO Milano. Tel. 0248952781. Fax 024224189. prima della partenza. Due nuove navi entreranno in servizio sulla linea Genova-Porto Torres, sono rispettivamente la Bithia (presente anche lo scorso anno) e la sua gemella dal nome Janas. Si tratta di navi moderne, in grado di trasportare 2500 persone e 900 auto. Le cabine sono comode e spaziose, anche le poltrone sono confortevoli. La durata della navigazione è di circa 9 ore. La Compagnia di navigazione Moby Lines non ci concede particolari agevolazioni, infatti pratica lo sconto del 30% solo per le partenze in bassa stagione. Le linee percorse dai traghetti Moby Li- nes sono le seguenti: GenovaOlbia e viceversa, LivornoOlbia e viceversa, Civitavecchia-Olbia e viceversa. Anche la Società Grimaldi Group ci concede lo sconto del 30% solo per le partenze in bassa e media stagione. Le linee Grimaldi sono le seguenti: Genova-Porto Torres e viceversa, Genova-Olbia e viceversa. Per quanto riguarda il supporto tecnico e la bigliettazione con tutte le compagnie, non solo quelle fino ad ora citate, ci avvaliamo della collaborazione dell’Agenzia Eurotarget della quale riportiamo tutti i dati: Via Pompeo Neri, 2 - 20146 Comunicazioni in merito alla continuità territoriale Anche se a fatica, d’altronde inevitabile visti gli interessi che si vanno a toccare, sta partendo la continuità territoriale per i viaggi aerei per la Sardegna con scalo Milano e Roma. Per continuità territoriale si intende tariffe praticate su tutto il territorio nazionale. I destinatari delle tariffe agevolate sono: - i sardi residenti; - gli emigrati nati in Sardegna; - gli studenti universitari; - giovani di oltre 18 anni iscritti all’Università (godono anche delle agevolazioni fino ai 27 anni compiuti); - anziani di età superiore ad anni 70; - disabili, persone con disabilità fisica, quali portatori di handicap, infortunati o malati con mobilità ridotta. Le tariffe: Cagliari-Roma (andata e ritorno) = Euro 84,87 Cagliari-Milano (andata e ritorno) = Euro 110,72 Olbia-Roma = Euro 71,73 Olbia-Milano = Euro 110,72 Alghero-Roma = Euro 71,73 Alghero-Milano=Euro 110,72 Si informa che a queste tariffe vanno aggiunte le tasse aeroportuali, che variano a seconda delle tratte, ma che si aggirano intorno a Euro 15. Per il momento le tariffe sopra indicate vengono applicate da Meridiana sulle tratte Roma-Olbia e viceversa, Milano-Olbia e viceversa. Dal prossimo 21 gennaio la compagnia Air One le applicherà sulle tratte Milano-Cagliari e Milano-Alghero. Per qualunque informazione, siete pregati di rivolgersi ai numeri telefonici dell’Agenzia Eurotarget precedentemente citata. Condividiamo l’amarezza dei conterranei che vivono in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e nel NordEst dell’Italia settentrionale, regioni nelle quali si concentra il maggior numero di Circoli e associazioni sarde che si vedono private di queste agevolazioni. Sono convinto, però, che l’Istituzione della continuità territoriale provocherà un aumento considerevole del traffico aereo per la Sardegna e in considerazione di questo saranno le stesse compagnie aeree ad allargare le agevolazioni tariffarie a tutti gli scali nazionali. Siete pregati di informare tutti i Vostri soci e le comunità di sardi presenti nel territorio affinché possano servirsi delle nostre strutture per prenotare e bigliettare. Si ricorda che il servizio è esteso anche alla bigliettazione per viaggi navali e aereo destinati a gruppi che intendono fare turismo sociale, culturale... Per eventuali chiarimenti, telefonare ai seguenti numeri: 0382.470202 (ufficio FASI) oppure 335.5447057 (mio personale). Filippo Soggiu IL RISCATTO DELLA LAUREA CONSEGUITA ALL'ESTERO PER FINI PENSIONISTICI LUTTO PER LA SCOMPARSA A LUGANO DI DON DINO FERRANDO CAPPELLANO DEGLI EMIGRATI IN TICINO La laurea conseguita all’estero può essere riscattata per la pensione solo se riconosciuta da un’università italiana o abbia comunque valore legale in Italia. Il riscatto può essere chiesto nei limiti della durata legale del corrispondente corso di laurea in Italia o degli studi effettivamente compiuti all’estero, se inferiore. Può inoltre verificarsi che, pur compiuti gli studi all’estero in tutto o in parte, l’interessato sia stato ammesso ad una Università italiana all’esame di laurea o all’iscrizione ad un anno intermedio del corso di laurea. Anche in tal caso l’INPS consente il riscatto, sempre nel rispetto del limite della durata del corso legale di laurea italiano o della durata degli studi esteri, se inferiore. I contributi da riscatto sono equiparati a tutti gli effetti ai contributi obbligatori versati durante il rapporto di lavoro. Sono perciò utili sia per raggiungere il diritto alla pensione, sia per l’autorizzazione ai versamenti volontari. Quando una persona ci lascia, si dice, spesso per pura formalità: “Ha lasciato un vuoto incolmabile”. Io ho conosciuto in Svizzera un prete per il quale queste parole sono invece profondamente vere: don Dino Ferrando, cappellano dei nostri lavoratori emigrati in Ticino, scomparso a 75 anni a Lugano, dopo essere stato per quarant’anni il cuore della nostra emigrazione italiana. Chiedetelo alla folla di minatori, alpini, operai, tecnici e ingegneri - artefici e protagonisti del nostro progresso - che lo hanno salutato per l’ultima volta nella cattedrale di San Lorenzo mercoledi 14 novembre, che vuoto ha lasciato in mezzo a loro don Dino. Non vi risponderanno niente; la risposta sarà nei loro occhi, carichi di lacrime sincere per l’impareggiabile cappellano che li ha lasciati; il loro amico, padre, fratello, protettore, consigliere, confortatore. Noi siamo ormai abituati al fastidio che ci causano i nostri politici, che fanno riunioni, assemblee, programmi e piani quinquennali per i lavoratori, ma hanno paura di sporcarsi le mani. Don Dino (o Dondin, come amava firmarsi) non apparteneva a questa categoria di gente. Era un vero uomo, che si sapeva sporcare le mani per i suoi amici lavoratori. Si è speso per tutti, con generosità senza uguale, senza calcoli di tornaconto, con entusiasmo, con i fatti. Ad avercene tanti di questi cappellani! Conosceva gli emigrati uno per uno e li chiamava per nome. Sapeva la loro realtà, le loro preoccupazioni, i loro problemi e li affrontava con la massima comprensione e con rara efficienza: pratiche burocratiche, di permessi, per pensioni, per assistenza infortuni, per invalidità. Nessuno puo’ immaginare quanti chilometri abbia percorso, in quanti posti sia stato don Dino, quante mani abbia stretto, quante lacrime abbia asciugato, quante speranze abbia acceso. Una sera prometteva il suo interessamento, la sera dopo portava la soluzione più giusta. Per questo era diventato il punto di riferimento per “gli uomini della valigia”. I suoi operai l’hanno visto gioire con loro nelle occasioni di festa (matrimoni, battesimi, prime comunioni...) e l’hanno visto a loro fianco piangere nei momenti del dolore. Durante le terrificanti tragedie dei cantieri di Robiei, di Stabiascio, di Motto di Dentro, la commozione di don Dino era profonda e fraterna. Quante volte, sui cantieri della montagna, a scavar gallerie o a costruire dighe immani, con pericoli mortali sempre in agguato, a causa di imprevisti sul lavoro o per le paurose valanghe di neve, ha lenito la durezza delle lunghe giornate, le nostalgie amare per le famiglie lontane, il dolore per perdite irreparabili. Sempre tra i primi a precipitarsi sui luoghi delle disgrazie. Ricordo, in particolare - l’ho conosciuto personalmente, dicevo la gravissima sciagura del 1976 dentro la galleria del Gottardo, al pozzo di ventilazione di Motto di Dentro, sopra Airolo Era lui ad accogliere e a consolare i parenti delle vittime, distrutti e ubriachi di dolore per quanto vedevano. “Con le lacrime agli occhi, non posso che dirti gra- zie, don Dino. Grazie per le lezioni di umanità vissuta”: così si esprimeva alla cerimonia funebre Mauro Chinotti, il tecnico della Direzione lavori al S. Gottardo per l’Ufficio strade nazionali svizzere. L’anno scorso don Dino aveva celebrato la sua ultima festa di Santa Barbara, patrona dei minatori, nell’immenso cantiere per la ferrovia “europea” AlpTransit, a Bodio. Il suo volto era già profondamente segnato dalla malattia e dalla stanchezza, ma la sua serenità e il suo ottimismo contagioso erano sempre intatti. E nel cuore sempre i suoi operai, fino all’ultimo. Al vescovo Torti di Lugano, che lo visitava in clinica pochi giorni prima della sua “partenza”, Dondin diceva: “Bisogna pensare ai minatori e ai cantieri; ma ci penserà anche Lui, credo, visto che ora mi chiama lassù”. Già, lassù... Indimenticabile don Dino. Per te, le, struggenti parole della preghiera degli Alpini: “Signore delle cime, per le tue montagne, su nel paradiso lascialo andare”. V. S. EMIGRAZIONE 27 GENNAIO 2002 Sotto l’albero di Natale i cittadini italiani residenti all’Estero hanno trovato il regalo della legge che permetterà di esercitare il diritto di voto per le elezioni politiche ed il referendum. Il Senato ha infatti approvato in via definitiva e, in maniera quasi plebiscitaria (contro hanno votato solo Prc e Pdci, astenuti i Verdi), la Legge che regola l’esercizio di voto dei cittadini italiani all’Estero e che completa la riforma iniziata con le due leggi costituzionali approvata nella passata legislatura. Così gli Italiani all’Estero potranno votare: voto proporzionale per posta, un sistema più semplice ed efficace rispetto al seggio presso le sedi consolari. Eleggeranno 12 deputati e 6 senatori della Circoscrizione Estero. La Circoscrizione Estero è articolata in 4 ripartizioni, in ognuna delle quali viene eletto un deputato ed un senatore. Gli altri seggi sono distribuiti in proporzione al numero dei cittadini italiani che vi risiedono. Le 4 ripartizioni sono: Europa (compresi i territori asiatici della federazione russa e Turchia); America meridionale; America settentrionale e centrale; Africa, Asia, Oceania ed Antartide. I candidati devono essere residenti ed elettori nella relativa ripartizione. La Legge prevede l’opzione, l’unificazione degli elettori, l’ineleggibilità, le modalità di voto e la disciplina della campagna elettorale. L’opzione del luogo di voto - Ad ogni elezione, infatti, il cittadino italiano residente all’Estero dovrà scegliere se votare nella Circoscrizione Estero o in Italia. Per l’opzione in APPROVATA LA LEGGE SUL DIRITTO DI VOTO PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO Italia dovrà comunicare la decisione al Consolato o alla rappresentanza diplomatica entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di fine legislatura (il 31 dicembre 2005 per le elezioni 2006). In caso di scioglimento anticipato delle Camere o di indizione di referendum popolare l’opzione per il voto in Italia potrà essere esercitata entro il decimo giorno successivo all’indizione delle votazioni. Unificazione degli elettori – Il Governo dovrà stilare l’elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all’Estero per predisporre le liste elettorali, unificando i dati dell’anagrafe degli Italiani all’Estero (AIRE) e degli schedari consolari tenuti dal ministro dell’Interno. I due dati oggi non coincidono: per l’AIRE sono circa 2.600.000, per il ministero poco meno di 4 milioni, 3.900.000. Secondo l’anagrafe consolare gli Italiani in America del nord sono 309.869, in America centrale 15.000, in America del sud 1.120.308 (oltre mezzo milione in Argentina e quasi 300 mila in Brasile). Negli altri paesi europei gli Italiani sono 2.178.593: in particolare 680.068 in Germania, 527.817 in Svizzera, 371.125 in Francia. In Africa sono 68.470, in Asia 25.524 e 153.045 in Oceania. Per stabilire quanti siano gli Italiani all’estero occorrerà aspettare fino al 21 marzo 2003, data stabilita per il censimento da una legge approvata recentemente dal Parlamento. Ineleggibilità – Vengono estese anche alla Circoscrizione Estero le cause di ineleggibilità già previste dalle leggi elettorali. Nessun deputato o senatore o componente del Governo potrà far parte contemporaneamente di Parlamenti o di governi esteri. Come si vota – I Consolati invieranno agli elettori un plico. All’interno gli Italiani residenti all’Estero troveranno: un foglio con le istruzioni per votare, le liste dei candidati e il testo di questa legge; il certificato elettorale; la schede; due buste, una senza indicazioni di sorta in cui inserire la scheda (o le schede se si vota anche per il Senato) votata, un’altra busta affrancata con già stampato l’indirizzo del Consolato cui rispedire il materiale. Spetta ai consolati inviare in Italia, in valigia diplomatica e per aereo, le buste arrivate entro le 16 del giovedì che precede la domenica elettorale. Le schede che arriveranno in ritardo saranno bruciate. Lo spoglio del- la Circoscrizione Estero sarà contestuale a quello nazionale. Campagna elettorale – Lo Stato italiano dovrà concludere apposite forme di collaborazione con gli Stati in cui risiedono i cittadini italiani per garantire lo svolgimento della campagna elettorale. Spetterà a consolati ed ambasciate adottare iniziative per promuovere la più ampia comunicazione politica. Spetterà alle rappresentanze diplomatiche concludere in “forma semplice” intese con i governi per garantire l’esercizio del diritto di voto in condizione di eguaglianza, libertà, segretezza. Gli elettori residenti negli stati in cui non vi sono rappresentanze diplomatiche italiane ovvero con i cui governi non sia stato possibile concludere le intese per garantire lo svolgimento della campagna elettorale hanno diritto al rimborso del 75% del costo del biglietto del viaggio presentando istanza all’ufficio consolare dello Stato di residenza o all’ufficio consolare di uno degli Stati limitrofi. Un iter lungo e laborioso Iter lungo e laborioso per arrivare al voto che permetterà sin dalle prossime elezioni ai cittadini italiani residenti al- l’Estero di votare. Il 24 febbraio 1999 la Camera approva la legge che modifica l’art. 48 della Costituzione concedendo l’elettorato attivo e passivo agli Italiani all’estero. Il 28 aprile 1999 il Senato approva la legge che deve essere di nuovo approvata dalle due Camere dopo tre mesi di interruzione, in quanto legge costituzionale. Il 30 giugno ’99 la Camera approva per la seconda volta il testo. Il 29 settembre ’99 il Senato approva in via definitiva la modifica dell’art. 48 della Costituzione. Il 7 marzo 2000 la Camera approva la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione che stabilisce la rappresentanza degli Italiani all’estero in 12 deputati e 6 senatori. Il 28 giugno 2000 il Senato approva il DDL modificandolo, legge che torna a Montecitorio per concludere la prima lettura. Il 12 luglio 2000 la Camera approva il testo del Senato. Il 5 ottobre 2000 aveva il si del Senato in seconda lettura, il 18 ottobre il si definitivo della Camera in seconda lettura. Il 22 febbraio 2001 la Commissione affari costituzionali del Senato approva la legge ordinaria di attuazione delle norme sul diritto di voto degli Italiani all’Estero. Quindici giorni dopo lo scioglimento anticipato delle Camere rinvia tutto alla 14ma legislatura. E proprio in questa legislatura il 18 settembre 2001 il Senato approva il decreto legge che fissa al 21 marzo 2003 il censimento degli Italiani residenti all’Estero. Il 20 novembre 2001 la Camera approva la legge di attuazione che arriva al Senato per il voto definitivo del 20 dicembre. ANTONIO GALISTU INAUGURATA LA NUOVA SEDE ALLA GUIDA DEL CIRCOLO DELL'ASSOCIAZIONE SARDA DI STOCCARDA NELLA MARCA TREVIGIANA Il Circolo culturale sardo “Su Nuraghe” di Stoccarda in Germania ha rinnovato, il 24 novembre, gli organi collegiali. A far parte del Consiglio Direttivo, presieduto da Antonio Galistu, sono stati chiamati: Pietro Soro, Vicepresidente; Paolo Atzori, Segretario; Francesco Pistis, Cassiere; Antonio Spanu, Verbalista; affiancati da: Salvatore Cugu- si, Tonino Lai, Francesca Piras, Tonino Pitzalis, Massimo Pistis Antonio Sanna, Consiglieri. Le Riserve sono Giorgio Contu e Sebastiano Solinas. Il Collegio dei Probiviri è composto da: G. Maria Sotgiu, Piero Corona e Pasquale Canu. Revisori dei Conti sono stati eletti Geraldina Torre, Bruno Zucca e Franco Contu. ARU PRESIDENTE DEL CIRCOLO SARDO DI SARONNO Il circolo culturale sardo “Grazia Deledda” di Saronno, ha rinnovato, il 30 settembre, gli organi collegiali. Presidente del Circolo è stato eletto Luciano Aru di Fluminimaggiore (Cagliari). Lo affiancano i Vicepresidenti Giovanni Melis di Tertenia (Nuoro) e Giulio Melis di Escalaplano (Nuoro). Completano l’Esecutivo il Tesoriere Antonio Melis di Tertenia, il Segretario Mario Gessa di Tertenia, ed il Delegato di base Mario Brendas di Tertenia. Nel Direttivo sono stati eletti Consiglieri: Iolanda Albai di Teulada (Cagliari); Sergio Gessa di San Giovanni Suergiu (Cagliari); Giancarlo Masala di Gonnesa (Cagliari); Agnese Ibba di Morgongiori (Oristano); Margherita Mellai di Paulilatino (Oristano). Sono affiancati dai Consiglieri supplenti Bachisio Padedda di Bolotana (Nuoro) e Luciana Fadda di Flussio (Nuoro). Per il Collegio dei Revisori dei Conti sono stati eletti: Giulio Brendas di Tertenia; Antonio Demurtas di Oristano; Giuseppe Firino di Carbonia (Cagliari); Mario Floris di Tertenia (Nuoro) e Attilio Monni di Tertenia. Sono stati chiamati a far parte del Collegio dei Probiviri Attilio Vargiolu di Tertenia; Sandro Carboni di Tratalias (Cagliari); Gino Quartu di Armungia (Cagliari); Giovanni Vargiu di Sassari e Piero Grussu di Curcuris – Ales (Oristano). L’Associazione culturale sarda “Amicizia sarda nella Marca trevigiana” ha una nuova sede. Dopo tante richieste inesaudite, ma caparbiamente inoltrate in tanti anni all’Amministrazione Comunale di Treviso e dopo un anno irripetibile di lavori, in parte eseguiti in economia con prestazioni d’opera da parte di tanti soci ed in parte affrontati con indebitamenti, sembra quasi un sogno e qualcuno stenta ancora a crederci. Grazie all’opera del Presidente dell’Associazione, dott. Antonino Cadoni, l’associazione dei Sardi, l’associazione Scacchistica Trevigiana e l’associazione Italiana Arbitri (quasi 250), hanno potuto ricavare le proprie sedi nelle aule della vecchia scuola elementare “Rambaldo degli Azzoni”. Pertanto – ci ha scritto Dario Dessì – la sede del circolo sardo possiede adesso, senza la minima intenzione retorica, le vere caratteristiche di un’ambasciata degna di rappresentare la Sardegna e qualsiasi sardo residente o non in terra trevigiana. I festeggiamenti per le tre inaugurazioni sono cominciati sabato 22 settembre con l’apertura della sede dell’associazione Italiana Arbitri alla presenza del Sindaco Giancarlo Gentilini, di altre autorità a livello provinciale, re- gionale e nazionale e del parroco di San Giuseppe, intervenuto per benedire i muri e le opere. I Sardi hanno aperto la loro nuova sede il 10 novembre e, dopo una settimana, in occasione del Torneo a livello nazionale svoltosi il 7,8 e 9 dicembre, anche gli scacchisti hanno inaugurato i nuovi locali. Tutte le inaugurazioni hanno usufruito della sala multifunzionale del Circolo dei Sardi, predisposta ed arredata per l’allestimento di banchetti, cene e rinfreschi ovviamente a base di prodotti enogastronomici della Sardegna, grazie anche - ha precisato Dario Dessì – alla profes- sionalità, competenza e convinzione del Magister Vini Francesco Dore ed alla disponibilità di altri soci. In occasione dei festeggiamenti, le pareti dei locali dell’Associazione culturale sarda “Amicizia sarda nella Marca trevigiana” sono state impreziosite da un’esposizione di numerosi quadri di due pittori cagliaritani ed uno trevigiano. Con notevole impegno è stata inoltre curata la distribuzione di opuscoli e guide turistiche della Sardegna con suggerimenti e consigli soprattutto sugli itinerari da seguire al di fuori delle usuali mete lungo le coste dell’Isola. IL MESSAGGERO SARDO 28 GENNAIO 2002 S i è svolto l’8 e il 9 dicembre scorso a Cagliari il Quarto Congresso della Federazione italiana lavoratori emigrati e famiglie-Filef (dopo i tre tenuti in Belgio), organizzato dal Comitato regionale sardo, al quale hanno preso parte decine di delegati provenienti da 11 Stati (oltre all’Italia, Belgio, Lussemburgo, Francia, Olanda, Svizzera, Germania, Argentina, Perù, Canada e Australia) e dalla stessa Sardegna. Al Congresso cagliaritano si è giunti dopo le assemblee precongressuali svoltesi nelle diverse nazioni. Al termine dei lavori, dopo oltre 50 diversi interventi, è stato eletto il nuovo direttivo: presidente è ora Jan Lai (figlio del presidente uscente Carlo Lai), vicepresidente Cristina Oggiano, mentre Pier Paolo Tremendo, emigrato a Lima in Perù, è il rappresentante degli emigrati. L’ampia ed articolata relazione del presidente Lai (tema del Congresso “Condividere una cittadinanza senza confini, il ruolo della Filef tra identità culturali e migrazioni”) ha dapprima presentato il quadro generale delle problematiche (storiche e sociali) contemporanee all’interno delle quali si trova ad operare anche la Filef. “Condividere una cittadinanza senza confini”: questo è il titolo che è stato scelto per il Congresso: “Costruire una società multietnica, laica e multiculturale, senza pregiudizi e stereotipi, abbattere le barriere geografiche ha aggiunto Lai - sono i compiti principali per i quali si impegna la Filef di oggi. Attraverso interventi nella dimensione dell’emigrazione, della immigrazione e del volontariato europeo, sono sostenuti tutti quei movimenti di persone e culture che portano a creare una cittadinanza senza confini. E in questo modo vengono percorse due strade parallele: da un lato il nostro operato si sforza di favorire positivamente l’integrazione di quei singoli che per motivi di studio o lavoro o altro lasciano la loro terra d’origine, dall’altro ci impegniamo nei programmi europei che, attraverso la mobilità giovanile, cercano di costruire una consapevolezza aperta a tutto ciò che è “diverso”, il punto di incontro consiste nel favorire lo scambio o l’interscambio delle diverse attività culturali e sociali così da poter contribuire alla costruzione di una società quanto più possibile solidale”. Infine se da un lato ha condannato il terrorismo (ricordando i fatti dell’11 settembre scorso) si è detto perplesso e dubbioso sull’uso della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Lai ha poi affrontato le diverse tematiche legate all’emigrazione: dalle strutture come i Circoli, alle Federazioni, alle Associazioni di tutela. Si è auspicato maggiore unione, ma anche l’inserimento delle nuove generazioni tra i responsabili. “Il passaggio generazionale fra i gruppi dirigenti, oltre che un fatto naturale - ha affermato - porta una positiva scarica di adrenalina al sistema. Il sempre condannato rinnovamento nella continuità non deve ridursi a sola continuità, deve consentire, finalmente, ai figli e nipoti di quanti negli anni ’50 e ’60 hanno dovuto percorrere il cammino dell’Emigrazione di vivere il loro tempo nei successi e nelle delusioni. Dovranno essere loro i nuovi protagonisti”. Sulle Associazioni di tutela, in particolare, ha sottolineato che vi è “la mancanza assoluta di coor- EMIGRAZIONE / Jan Lai eletto presidente al termine del 4º Congresso regionale Condividere una cittadinanza senza confini LA FILEF SARDA SI RINNOVA E PUNTA SUI GIOVANI di Marco Aresu dinamento e comunicazione” e che la Faes (la Federazione delle Associazioni) “deve urgentemente rinnovarsi per continuare ad avere un senso e questa è responsabilità precisa di ogni associazione che ne fa parte. Una Federazione legittimata e forte impedirà, a certi sempiterni dirigenti delle Federazioni dei Circoli, di sostenere l’inutilità della Faes e delle Associazioni, convincendo tutti che questa struttura sia quel tramite “super partes” fra Emigrazione e Istituzione”. Fra le proposte anche la presentazione di progetti coordinati già dal prossimo anno ed un, come già accennato, ricambio generazionale. Parlando della struttura Filef Lai ha ricordato: l’apertura di una sede Filef a Nuoro (si svolge prevalentemente lavoro inerente ai problemi previdenziali e pensionistici); la possibile nascita di un nucleo di referenti ad Olbia; le collaborazioni con un importante numero di realtà locali (Comuni, Comunità Montane, Amministrazioni provinciali, Università di Cagliari, ed altri), e con Associazioni in Italia e nel Mondo, tutti fatti che indicano il radicamento sul territorio sardo ed al di fuori di esso. Le attività di questi ultimi anni sono state diverse e fondamentalmente riconducibili a tre aree di iniziative: culturale, previdenziale e informativa. “Nei sette anni trascorsi dall’ultimo Congresso di Liegi, la nostro politica in Emigrazione si è indirizzata in più campi. Innumerevoli sono stati i progetti realizzati con successo. Voglio ricordarne alcuni ringraziando i tanti amici e compagni che hanno consentito il miglior successo. La mostra dei Fumetti di Antonio Cossu (delegato del Belgio) organizzata con la collaborazione del Circolo di Liegi e realizzata a Cagliari ed in alcune località vicine. Il progetto di formazione “Che lavoro desideri” ha visto impegnati alcuni di noi e numerosi docenti esterni coordinati da un’associazione con la quale ci si era convenzionati. E stato un progetto originale ed interessante realizzato nei Circoli del Belgio volto ad offrire un migliore orientamento al lavoro ai giovani. Con l’Università di Cagliari e con l’Associazione Sucania si è realizzato un progetto culturale costituito da due serie di conferenze annuali sulla Cooperazione allo Sviluppo tenute da diversi docenti italiani e stranieri con la partecipazione di oltre 130 iscritti per ogni seminario. Realizziamo con cadenza annuale e con il contributo della Commissione Europea nell’ambito del Servizio Volontario Europeo il progetto Mythnet Sardinia che impegna per 6 mesi diversi nostri volontari già pronti a realizzare la quinta edizione (sintesi del lavoro sono i 3 CD-rom che sono stati conse- IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO N el quadro attuale di grandi cambiamenti sociali che portano ad una crescente stratificazione e differenziazione tra le diverse componenti anagrafiche e geografiche della comunità sarda in emigrazione, il ruolo della FILEF si arricchisce di nuove potenzialità. Sorgono, accanto agli antichi e perduranti bisogni di aiuto (si pensi all’Argentina o alla condizione degli anziani), nuove esigenze legate, ad esempio, allo sviluppo dell’autoimprenditorialità, un fenomeno in crescita fra gli emigrati. Assieme allo sforzo che tradizionalmente la FILEF ha fatto suo per l’affermazione dei diritti dei lavoratori e dell’associazionismo, la FILEF del prossimo futuro dovrà essere capace di proseguire il cammino, già intrapreso, della soddisfazione dei nuovi bisogni. Mobilità giovanile, formazione formale e informale, servizi alla micro e autoimprenditorialità, progettualità, cooperazione per lo sviluppo, tutela della cultura, devono sempre più essere strumenti chiave nella lotta alle disuguaglianze ed in favore dell’integrazione senza omologazione che è l’interculturalità ed il rispetto delle diversità. Se l’emigrazione e l’immigrazione sono risorse, e noi lo sappiamo, lo sono sia sotto l’aspetto dell’arricchimento culturale reciproco tra le culture che sotto l’aspetto dell’innovazione e dello sviluppo economico. Per valorizzare queste risorse la FILEF si pone come riferimento privilegiato innanzitutto verso la comunità dei sardi nel mondo con la quale va promosso con crescente impegno lo sviluppo del padenadato e del lavoro in rete. Allo stesso modo, per affermare gli stessi principi, offrire gli stessi servizi e raggiungere insieme gli stessi obiettivi, va sviluppato il nostro rapporto con la sempre più importante comunità degli immigrati. E le istituzioni pubbliche, dai Comuni alla Commissione Europea, dovranno sempre più trovare in noi non dei questuanti, ma dei protagonisti dello sviluppo umano ed eco- nomico delle comunità migranti e di quelle locali, con capacità di progettualità e radicamento nel tessuto sociale tali da non potersi più permettere di ignorare il nostro ruolo. Sarà sempre più importante che la FILEF si faccia forte promotrice dei diritti fondamentali degli immigrati come lo ha fatto per gli emigrati: è ora che chi vive nelle nostre comunità abbia pieno diritto di voto amministrativo, attivo e passivo, per partecipare alla vita democratica del nostro Paese, allo stesso modo in cui il nostro Parlamento ha riconosciuto l’esercizio di voto all’estero per i nostri emigrati. La Conferenza Stato-Regioni-CGIE che si svolgerà a marzo 2002 costituirà, infine, un appuntamento fondamentale in cui la FILEF - Sardegna vuole portare il proprio specifico e concreto contributo propositivo rispetto a tutta una serie di misure che nei prossimi anni le Regioni, e quindi la Regione Sardegna, dovranno varare a favore delle nostre collettività emigrate. gnati ai partecipanti). Ultima, solo in ordine di data, una serie di conferenze sulla Sardegna nuragica tenuta da un giovane archeologo nostro volontario. La conferenza si è tenuta, in occasione delle Assemblee precongressuali realizzate in Argentina ed in Perù organizzate dai Circoli di La Plata e Lima che ci hanno ospitato”. Per quanto riguarda gli obiettivi futuri la Filef si propone di lavorare in cooperazione con tutte le associazioni di Sardi all’Estero e con le loro Federazioni nazionali per l’integrazione dei sardi con i loro paesi ospitanti. Lai è stato anche critico nei confronti della Consulta, il “Parlamentino” dell’Emigrazione per la sua mancanza, fra l’altro, di capacità decisionale, e per la necessità in genere di un maggiore impegno per il fenomeno dell’immigrazione. Il Presidente uscente al termine della sua relazione ha voluto anche ricordare il ruolo dei giovani e delle donne nell’Associazione; il problema dei trasporti (“Le tariffe ‘speciali’ dei diversi vettori devono riguardare tutti i Sardi e loro congiunti residenti e no; devono interessare tutti gli aeroporti nazionali collegati dalle compagnie aeree con la Sardegna); la situazione politica in Sardegna (“un triste spettacolo quello che quotidianamente ci viene offerto”); e il voto all’Estero (“Dovrete, responsabilmente, individuare i Vostri candidati e sostenerli con convinzione”). Dopo l’intervento del presidente uscente Lai sono, quindi, seguiti numerosi e accorati interventi dei delegati fra i quali ricordiamo quello di Giovanna Corda che ha parlato della sua esperienza in Belgio, a Boussu (un comune di 20.000 abitanti) dove è vicesindaco. Mentre Linetta Serri, presidente dell’Anci Sardegna (Associzione dei Comuni) ha portato la sua esperienza di amministratrice ricordando l’importanza del bagaglio umano e professionale dell’emigrazione “un giacimento non esplorato del tutto”. Il consigliere regionale dei Ds Dino Pusceddu ha ricordato che il flusso degli emigrati che partono dalla Sardegna continua mentre Mario Pusceddu (Belgio) ha sottolineato, con rammarico, la pressocché totale assenza della Regione ai lavori ricordando che i precedenti tre Congressi si sono svolti in Belgio. Per la Federazione Olandese ha preso la parola Mario Agus che ha affermato, fra l’altro, come i Sardi chiedano provvedimenti legislativi efficaci e ha reso noto che sono circa ottomila i corregionali in Olanda. Del coordinamento giovani della Fasi ha parlato Simone Pisanu che ha illustrato il progetto “Che lavoro desideri?” per conoscere e capire le aspirazioni dei giovani sardi e dare delle opportunità a chi lascia la Sardegna in cerca di una occupazione. Ha inoltre confermato l’impegno del sindacato Oriana Putzolu della Cisl Sardegna. Mentre del volontariato svolto nella Filef, dell’impegno per l’emigrazione ha parlato Jan Lai che il giorno dopo è diventato il nuovo giovane presidente della Filef indicando con chiarezza quale potrà essere l’indirizzo d’Associazione di tutela che, ad esempio, ha aderito con successo a iniziative comunitarie. IL MESSAGGERO SARDO 29 GENNAIO 2002 EMIGRAZIONE / Alberto Pisano confermato alla presidenza, Giorgio Carta presidente onorario. L'impegno a difesa dei più deboli e degli emarginati P artono ogni giorno pieni di speranze pronti a colonizzare il Mondo. Abbandonano la terra d’origine per inseguire la chimera del benessere economico in un viaggio, spesso, di sola andata. Sono i nuovi “Cosmopoliti di Sardegna”, giovani e moderni emigrati alla ricerca di una migliore qualità della vita nel paese d’accoglienza. Un flusso migratorio difficilmente inarrestabile - ancora oggi annualmente oltre 1000 Sardi lasciano l’isola con una media di circa 3 partenze quotidiane - di poco inferiore ai grandi numeri dell’esodo del ventesimo secolo, quando i loro predecessori popolarono, e addirittura in alcuni casi ripopolarono, intere regioni dell’America del Nord ed alcune zone dell’America Latina e del continente australiano. Il dato è emerso nell’ambito del Congresso regionale dell’Aitef Sardegna (Associazione Italiana Tutela Emigrati e Famiglie) che ha promosso a Cagliari, lo scorso dicembre, la riunione annuale con l’intento di definire il proprio ruolo in rapporto ai nuovi scenari internazionali. Le cifre parlano chiaro ed indicano, tuttora, una persistente e costante emigrazione dall’isola quanto, per contro, appaia invece mutata la prospettiva di vita nel luogo di destinazione. Il fenomeno è decisamente cambiato, non obbedisce più alle vecchie regole di un tempo. Non riguarda più solamente il lavoro ma, tende a coinvolgere le famiglie ed a stabilirsi permanentemente. Tramontata “l’ideologia del ritorno in patria”, il fattore nostalgico si circoscrive a dei rientri temporanei ovvero, ad una prospettiva più concreta solo se legata al mantenimento del tenore di vita. La nozione tradizionale di emigrato, non ha dunque più ragion d’essere ed in mancanza di tali condizioni, l’iniziale abbandono del paese natio motivato da necessità contingenti, si traduce definitivamente in una scelta stabile e duratura lasciando però inalterato il profondo senso di appartenenza alla Madrepatria. Per gli oltre 600.000 corregionali sparsi nei cinque Continenti, l’identità culturale, la lingua ed i valori tipici della sardità si amalgamano con gli usi, costumi ed abitudini acquisiti con la lontananza. Il confronto quotidiano, l’apertura mentale e la capacità di adattamento completano poi il processo di inserimento e di integrazione nel nuovo e prescelto habitat di accoglienza. Dall’esigenza di collimare la memoria storica ed il profondo radicamento alle tradizioni regionali con la realtà lo- AL CONGRESSO DELL'AITEF RILANCIATO IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI DI TUTELA di Valentina Orgiu cale di riferimento, l’emigrazione si interseca con la globalizzazione come elemento associativo necessario per arricchire culturalmente l’emigrato ed il paese d’arrivo. L’identità culturale di ogni popolo e quindi anche di quello sardo - ha sottolineato Alberto Pisano, Segretario regionale dell’Aitef - passa, soprattutto oggi, attraverso l’apertura del confronto quotidiano, dentro i processi globali in atto nel mondo esterno. Un sano pro- cesso di modernizzazione deve poter cogliere, potenziare e non cancellare tutti i caratteri specifici di ogni comunità. Alla luce della volontà di leggere l’emigrazione in relazione a questa nuova realtà in movimento, il ruolo dell’Associazione è quanto mai legato al doveroso assolvimento dell’obbligo istituzionale, oltre che politico e morale, di dare voce, dignità e forza alle domande ed ai bisogni di piena partecipazione e parità di diritti rivendicati dai nostri corregionali stabilmente insediati al di fuori del territorio isolano. Un supporto in tal senso dovrebbe provenire dalla normativa regionale sull’emigrazione che, dal gennaio del 1991, costituisce il trait d’union tra la politica di governo locale e le comunità dei Sardi all’Estero. Nata con l’obiettivo di rafforzare i legami con la popolazione emigrata, la Legge quadro n. 7 si è distinta prettamente per la matrice tipicamente assistenzialista e, con gli anni, ha evidenziato il limitato raggio d’azione degli inter- IL DOCUMENTO CONCLUSIVO CHIEDE MAGGIOR IMPEGNO A GOVERNO E PARLAMENTO L’ Assemblea congressuale, sentita introduzione del Presidente onorario Giorgio Carta, la relazione del Presidente Alberto Pisano, del Consultore Roberto Erba, della prof.ssa A Leone e F. Podda (Università di Cagliari), le proposte del Segretario generale Giovanni .Ortu ed il dibattito, con voto unanime RIBADISCE - la necessità e l’urgenza che il Parlamento adotti provvedimenti legislativi diretti ad attuare politiche in materia di previdenza e assistenza, diritti civili e politici, scuola, lingua, cultura e informazione, nonché ad istituire un tavolo di concertazione tecnicopolitico tra Stato, Regioni, CGIE e Associazioni Nazio- nali di Emigrazione, ed istituire un fondo coofinanziato da Stato, Regioni e CGIE; - la inderogabile necessità che il Consiglio regionale della Regione Autonoma Sardegna adotti provvedimenti legislativi che: a) promuovano interventi infrastrutturali nei comparti stradali, portuale, energetico, idrologico e fognario; b) assicurino la crescita di nuove imprese e di nuove imprenditorialità per ridurre la disoccupazione e l’emigrazione giovanili; c) istituiscano la Conferenza permanente dei Sardi fuori dalla Sardegna, propedeutica alla Conferenza triennale fra Stato, Regioni e Cgie (L. 198/98); d) estendano l’esercizio del diritto di voto per c o r r i spondenza ai cittadini italiani di origine sarda residenti all’estero in occasione delle elezioni del Consigho regionale e l’attribuzione ad essi di una rappresentanza pari a tre seggi; e) attribuiscano risorse finanziarie specificamente, destinate alla valorizzazione del ruolo dei giovani e delle donne in emigrazione; f) superino, in via definitiva, le limitazioni imoste ai sardi dalle condizioni di insularità della Sardegna; g) incentivino, la collaborazione tra la Regione,la Consulta, le Federazioni, i Circoli, le Associazioni nazionali di emigrazione, i Comites ed il Cgie. venti, indirizzati prevalentemente al sostentamento delle strutture dell’associazionismo. Per quanto al momento dell’entrata in vigore rappresentasse un faro normativo per le altre Regioni italiane, soprattutto se inquadrata nell’innovativa logica della tutela del mondo dell’emigrazione, mostra attualmente una sempre minor valenza nell’offrire adeguate risposte alle mutevoli esigenze del mercato globale. Sollecitata da più parti una revisione della legislazione in materia di emigrazione, i tempi sembrano oramai maturi per studiare strumenti a tema meno legati alle superate dinamiche migratorie del passato. Libera da ogni connotazione a carattere contingente - ha precisato il Presidente onorario dell’Aitef Sardegna Giorgio Carta la nuova normativa dovrà garantire soluzioni per consentire il massimo di partecipazione democratica a tutti i sardi stabilmente residenti al di fuori del territorio della regione. Nella riformulazione della legge si dovrà, inoltre, tener conto anche del problema dell’immigrazione, mostrando una particolare sensibilità dettata dall’esperienza diretta dei nostri familiari che, per primi, hanno vissuto ed affrontato situazioni similari. La validità dell’originaria impiantistica andrà, comunque, salvaguardata soprattutto in merito al riconoscimento dei circoli extraeuropei. Spesso identificati come luoghi di “mai sopita memoria”, individuale e collettiva, i 150 circoli sardi riconosciuti dalla Regione e sparsi in ogni angolo del Mondo, oltre a svolgere un’importante funzione di aggregazione sociale, si connotano oggi per il notevole impulso e stimolo nel trasmettere e scambiare cultura e risorse. Singolare, in tale prospettiva di interazione, il tentativo telematico del Prof. Paolo Biancu, docente di Economia nell’Università privata di Salvador de Bahia (Brasile) che, utilizzando le potenzialità della rete internet, ha fondato un circolo virtuale dedicato alla figura di Antonio Gramsci quale pensatore e studioso italiano più conosciuto all’Estero. Ai lavori del Congresso hanno partecipato il Presidente nazionale dell’Aitef Filippo Caria, il Segretario generale dell’Aitef Giovanni Ortu, Roberto Erba in qualità di membro della Consulta dell’emigrazione, Marco Martis quale componente della Filef, Efisio Etzi in rappresentanza della Federazione dei circoli sardi in Belgio ed il Presidente del circolo dei Sardi a Barcellona Raffaele Melis. IL MESSAGGERO SARDO 30 GENNAIO 2002 N on poteva cominciare in modo migliore il 2002 per il Cagliari di Nedo Sonetti. Dopo aver superato il Genoa, nell’ultima partita del 2001, la squadra rossoblù ha ottenuto altre due vittorie ed un pareggio (esterno), conquistando così ben 10 punti in quattro partite. Una sorta di record, dopo due stagioni davvero disgraziate che hanno portato il Cagliari dalla retrocessione in serie B, con Ulivieri in panchina, alla piena zona retrocessione del torneo cadetto e al cambio di ben tre allenatori in soli quattro mesi. La cura Sonetti, insomma, sta funzionando. Quando si dice che il cambio dell’allenatore provoca, di solito, uno scossone all’ambiente. Non era successo con la coppia Nuciari-Matteoli, subentrata ad Antonio Sala dopo otto giornate (nelle quali il “profeta”, così lo chiamavano a Siena, riuscì a ottenere soltanto quattro punti, senza neanche una vittoria), è successo invece alla vigilia di Natale, quando un Massimo Cellino sulla via della disperazione ha deciso di chiamare un capitano di lungo corso come Sonetti per togliere la squadra sarda dalle acque agitate della serie B. Si potrebbe dire, con il solito senno di poi, che Sala era un allenatore troppo giovane e poco esperto per guidare un squadra blasonata, a questi livelli, come il Cagliari e che il duo Nuciari-Matteoli fosse troppo ben voluto dalla squadra per “farsi rispettare” o riuscire a tirar fuori dai singoli giocatori quella “cattiveria” giusta per invertire una rotta che si stava facendo sempre più pericolosa. Sta di fatto che Sonetti (che al suo arrivo in Sardegna ha subito rifiutato l’etichetta di “sergente di ferro”) ha compiuto il “miracolo”. È riuscito, cioè, a far fare a questa squadra tutto quello che non era stata in grado di fare negli ultimi due anni. Ha ridato compattezza al gruppo, assegnando ad ognuno un preciso ruolo. Ha ridisegnato la formazione, optando per un 44-2 di ispirazione offensiva, rilanciando la coppia d’attacco Cammarata-Suazo (che sembrava sulla via della separazione dopo l’arrivo di Esposito) e proponendo sulle fasce due giocatori tecnici e veloci come Esposito e Lucenti. In difesa ha promosso Modesto sulla destra (ruolo che peraltro già Sala intendeva far ricoprire al corso) e trovato in Lopez e Cudini una coppia di mastini insuperabili. A centrocampo ha ridato fiducia ad Abeijon (quasi mai utilizzato da tutti gli allenatori che si sono alternati a Cagliari negli ultimi tre anni) e Conti. L’uruguaiano, un vero combattente che non si risparmia mai, ha dimostrato di avere la stoffa per fare il leader, mentre il romano figlio d’arte ha smentito tutti gli scettici (e i critici) prendendo per mano la squadra e conducendola, con la sua regia, ai risultati positivi. Mai Conti era riuscito a giocare tre partite di seguito oltre la sufficienza, Sonetti è risucito anche in questo. L’unico problema ha riguardato Grassadonia. E non è una novità, purtroppo, dopo i precedenti “casi” che hanno visto protagonista il difensore di origine campana. Sonetti CALCIO Il 2002 è cominciato sotto il segno del riscatto. I rossoblù lasciano la zona retrocessione IL CAGLIARI DI SONETTI RITROVA GIOCO E GOL E RISALE LA CLASSIFICA di Andrea Frigo gli ha tolto la fascia di capitano, a vantaggio di Cammarata e, dopo averlo fatto giocare (per necessità) nella gara contro il Genoa, l’ha subito rispedito in panchina, proponendolo più che altro come alternativa a Modesto sulla destra, ruolo non propriamente suo. Grassadonia non l’ha presa bene e ha chiesto di cambiare aria, forte di un interessamento nei suoi confronti dell’Udinese dell’ex rossoblù Giampiero Ventura. A chi non piacerebbe, d’altronde, tornare a calcare i palcoscenici della serie A? I successi di Sonetti, poi, oltre che essere giunti in un momento delicato e decisivo della stagione, sono arrivati in un contesto davvero difficile per il Cagliari, costretto dal ricupero dell’ottava giornata e dal giro di boa, a giocare una sola partita in casa (se si eccettua Cagliari-Palermo) nelle ultime cinque. Prima la doppia trasferta di Cosenza ed Empoli, quindi la gara in casa con il Genoa, poi di nuovo due trasferte di seguito, a Vicenza e Messina. L’ultima gara del mese di gennaio, prima della sosta del torneo cadetto, ha poi sancito il trionfo di Sonet- ti, con il Cagliari che ha strapazzato il Palermo, aggiudicandosi nettamente il Derby delle Isole. Tre vittorie e un pareggio, dicevamo, ottenuti senza alcun rinforzo, ma con gli stessi giocatori che avevano a disposizione anche i predecessori di Sonetti. Già, perché nonostante il calciomercato di riparazione sia cominciato il 2 gennaio, il presidente Cellino e il neo direttore sportivo De Nicola hanno deciso di attendere proprio la partita con il Palermo e la sosta di fine mese prima di agire. Sonetti ha chiesto e ottenuto di poter valutare, in queste prime gare del nuovo anno, l’organico a sua disposizione, per poi eventualmente fare delle richieste. Al Cagliari, in questo momento, risolti i problemi a centrocampo (dove addirittura sono finiti in panchina due “intoccabili” come Pinna e Gorgone, che scalpitano per ritrovare spazio fra i titolari) serve un difensore (soprattutto se, come sembra, Grassadonia sarà ceduto) e un attaccante (circola il nome di Artistico, ex Torino, attualmente fuori rosa nel Crotone). La svolta tanto attesa di questo negativo avvio di stagione, dunque, è arrivata a poco prima di Natale. La vittoria al Sant’Elia con il Genoa ha ridato fiducia e sollvetao il morale del gruppo. L’insidiosa trasferta di Vicenza si è rivelata addirittura una partita facile facile per i rossoblù che non sono riusciti a portare a casa l’intera posta soltanto grazie alle prodezze dell’ex Sterchele e dell’imprecisione dei propri attaccanti. Uno 0-0 che sta molto stretto al Cagliari, capace, una settimana dopo, di sbancare il difficile campo di Messina. Si risveglia Suazo che con una doppietta, all’inizio e allo scadere del secondo tempo, regala al Cagliari la prima vittoria del 2002 e la certezza di essere finalmente usciti dal tunnel. Già perché la settimana successiva è, finalmente, di nuovo festa grande al Sant’Elia. Il pubblico continua a scarseggiare, lo stadio (al centro di dispute accese sul suo destino: c’è chi lo vorrebbe demolire e ricostruire, chi invece soltanto ristrutturare; e Cellino attende impaziente) fa un po’ di tristezza a guardarlo così, semi vuoto e con quella Curva Sud chiusa per inagibilità. Ma il Cagliari, in campo, dà spettacolo, come ai bei tempi: un 4-0 non lo si vedeva da anni (ed il risultato sarebbe potuto essere ancor più rotondo se Suazo, nel finale, non avesse sbagliato il terzo rigore concesso ai rossoblù, fallendo anche la personale doppietta). Vanno in gol tutti e quattro i giocatori del reparto offensivo – nell’ordine Cammarata, Suazo, Lucenti, Esposito – e non è un caso, visto la fluidità della manovra e la sicurezza che Sonetti ha trasmesso alla squadra. Se a questo si aggiunge l’ottimo periodo di forma che sta attraversando Pantanelli (che in avvio di partita ha salvato la propria porta in più occasione) e tutta la difesa, ecco che si spiegano i 350 minuti di imbattibilità del portiere rossoblù, la cui porta è inviolata dall’inizio del 2002. Un altro piccolo “miracolo” di… Sonetti. IL MESSAGGERO SARDO 31 GENNAIO 2002 L a leadership del basket maschile sardo è sempre più nelle mani del Capo di Sopra. Il Banco di Sardegna è capolista della B1 come un anno fa e in B2 la migliore delle quattro rappresentanti isolane è il Porto Torres, matricola che occupa il quarto posto. La Pallacanestro Cagliari (quella del presidente Bergamini, per intenderci) e la Santa Croce Olbia sono invece in ritardo, ma stanno recuperando sulla zona play off. Vediamo il dettaglio dei vari campionati. B1 maschile - Se l’anno scorso la Dinamo-Banco di Sardegna era la grande favorita, in questa stagione tutt’al più le avevano affibbiato il ruolo di outsider. In estate il presidente Dino Milia aveva messo la società in vendita, sia per i problemi economici sia per le ultime delusioni (retrocessione ed eliminazione al primo turno dei play off di B1). Alla fine la famiglia Milia è rimasta al comando con l’aiuto di alcuni super tifosi e ha saputo proporre una squadra che sta sorprendendo tutti. I biancoazzurri (si è ritornati ai colori originali) del confermato coach Massimo Bernardi hanno chiuso il girone d’andata col primato solitario e hanno conquistato un risultato storico in Coppa di Lega (la Coppa Italia della serie B): l’approdo alle Final Four, la fase finale che mette in palio il prestigioso trofeo. E a proposito della Coppa: il Comune di Sassari si è offerto di organizzare la due giorni che assegnerà il trofeo e ha buone possibilità di venire accontentato dalla Lega. Quel che conta è comunque il campionato e il traguardo di un ritorno in A2 che solo a settembre sembrava iraggiungibile. La squadra infatti ha cambiato molto e ha lasciato partire molti pezzi da Novanta: Faggiano, Setti e Maran. Sono rimasti inizialmente solo Emanuele Rotondo e il pivot Rifatti. In seguito è stato richiamato il lungo Fiasco perchè il cagliaritano Velluti è ritornato alla base dopo un sollo giorno di allenamento e l’alapivot Gironi ha lamentato problemi alla schiena. Per il resto a parte l’ingaggio del centro Rolando (che ha ottenuto la promozione in A2 con Pavia) si è puntato sui giovani: il play Guarino (dall’Argenta) la guardia D’Iapico (da Ragusa, in A2) e il rientrante (dal Sant’Orsola, B2) Federico Rotondo, che sei anni fa aveva conosciuto persino il quintetto base col Banco in A2 prima di essere relegato in panchina. Ciliegina sulla torta, la chiamata di un italoargentino, Manuel Carrizo, capitano della nazionale Under 22 dell’Argentina. Il gruppo si è però amalgamato in fretta, grazie alla guida del coach Bernardi e alla voglia di mettersi in mostra dei giovani. Dopo la figuraccia rimediata all’esordio (sconfitta per 68 a 46 sul campo della Soresina) il Banco ha iniziato a crescere e a macinare un’avversaria dopo l’altra. Sei vittorie di fila, la sconfitta sul campo della capolista Vigevano, e poi sette successi consecutivi, con vittorie pesantissime sui campi delle favorite Firenze e Padova, prima di cadere sul campo della favorita Livorno. All’inizio Sassari ha fatto vedere una difesa davvero erme- SPORT La squadra sassarese ha superato la crisi di avvio campionato In B2 in evidenza il Porto Torres IL RILANCIO DEL BASKET IL BANCO DI SARDEGNA CAPOLISTA IN B1 di Giampiero Marras tica (uomo ma anche zona 3-2) che incassava meno di 70 punti. In seguito si sono svegliati gli attaccanti che hanno dato una mano al solito Emanuele Rotondo, anche quest’anno capocannoniere della B1 con 24 punti di media. Ottima la sua intesa con l’argentino Carrizo (16 punti ad incontro) che è un vero uomo-squadra, capace di far giocare bene gli altri e di segnare nei momenti impor- tanti. Dietro loro il talento offensivo di Fiasco (16 punti), l’abilità difensiva dei lunghi Rolando e Rifatti, la grinta del siciliano D’Iapico e la regia di Federico Rotondo e Guarino, play complementari che finiscono per vincere quasi sempre il duello con gli avversari. Certo l’esperienza ha insegnato che chiudere in testa la prima fase conta poco, ma questa squadra può crescere ancora perché è giovane e ha fame di successi. L’importante è arrivare al top della condizione fisica e mentale ad aprile, quando scatteranno i play off. L’importante è continuare ad essere umili e non sentirsi appagati nemmeno dopo le vittorie. B2 maschile - Quella promozione sfiorata l’anno scorso nei play off di C1 (sconfitta nella finale) la Safisarda Porto Torres l’ha ottenuta in estate con la fusione con il Sant’Orsola di Sassari. La squadra allestita dal giovanissimo presidente Gianluigi Falchi è partita dalla scelta del coach Gianni Motzo (ex tecnico del Sant’Orsola femminile) ed è proseguita con gli arrivi del play Ziranu (dal Banco) dell’alapivot Cupello e della guardia Manca (dal Sant’Orsola) e di una nutrita pattuglia di giovani argentini: i fratelli Pablo e Demian Filloy, l’alapivot Ghersetti e da ultimo il centro Campana, che attende però ancora il visto. L’avvio è stato impressionante: la formazione turritana ha polverizzato le avversarie in casa (spesso oltre i cento punti) e piazzato qualche colpaccio in trasferta, tanto da conquistare il primo posto. Al- cuni infortuni nel mese di dicembre l’hanno fatta scivolare al sesto posto, ma appena la squadra ha ritrovato alcuni dei suoi elementi (è ritornato pure l’ala Samoggia) ha ripreso a vincere ed è sempre nelle posizioni da podio. Inizio travagliato invece per la Pallacanestro Cagliari del presidente Bergamini che ha incassato troppe sconfitte, anche se nel frattempo maturavano i giovani Mastio e Ganguzza. Da dicembre in poi però la band allenata da Gianclaudio Sagredin ha iniziato a giocare meglio e a vincere, ritrovando il miglio Cossa (cecchino da oltre 25 punti di media) e sfruttando l’esperienza di Velluti e Di Gennaro sotto canestro. I cagliaritani sono ientrati in zona play off. Ancora peggio è partita la Santa Croce Olbia che con una squadra rinnovata dove spiccavano il centro Gilardi (un passato illustre in serie A1 con Cantù) e Nobili a fare da chiocce ai giovani Da Tome. Il coach nuovo di zecca (Pietro Carlini dal Sant’Orsola non è riuscito ad amalgamare un gruppo eterogeneo e incompleto e si è dimesso dopo sei giornate (una sola vittoria) lasciando il posto al vice Roberto Samoggia che ha passato la mano dopo quattro partite e nessuna vittoria. A salvare la baracca è stato chiamato Piero Pasini, coach con grande esperienza di serie A (Reggio Emilia, Rimini, Brescia e Forlì alcune delle sue tappe) che si è stabilito ormai in Sardegna (ha allenato pure il Cagliari) e che ha saputo dare un’identità alla squadra e con i rinforzi presi in gennaio (l’italoamericano Mc Daniels e la guardia Zanatta) ha dato spessore ad una rincorsa che può portare i galluresi in zona play off promozione. Chi non si muove è invece il Basket Cagliari del presidente Salis. Tra crisi economiche e dirigenziali, la squadra affidata al coach Locci e un po’ improvvisata (sono rimasti sanguinetti e Massidda) ha vinto solo una partita nel girone d’andata ed è destinata alla retrocessione. Peggio, rischia di scomparire dal basket evidenziando la crisi cagliaritana nel basket maschile. A2 femminile - Per una decisione incomprensibile le tre formazioni sarde sono state inserite in due gironi diversi: da una parte la Mercede Alghero e dall’altra la Virtus Cagliari e il Cus Cagliari. Il destino è rimasto comune: le nostre rappresentanti annaspano in zona play out. Il Cus Cagliari è in crisi tecnica, tanto che il coach Beppe Muscas ha lasciato il posto a Gigi Usai dopo cinque sconfitte di fila. Scameroni, Perseu, Cucchiara e Meloni si dannano l’anima, ma le avversarie sono superiori. Va ancora peggio per la Virtus Cagliari di Sassaro, ultima in classifica. La squadra dove De Michele e Saccardo sono spesso le cecchine non riesce ad uscire dalla mediocrità. Stesso discorso per la Mercede Alghero del coach Lazzaro, formazione costruita con molte giocatrici continentali, anche se la sassarese Fabiana Pinna alla fine è sempre la migliore realizzatrice. Troppo poco per aspirare a qualcosa di più ambizioso che non un posto decente nella griglia di partenza dei play out salvezza. IL MESSAGGERO SARDO 32 GENNAIO 2002 L a maestria delle donne nell’ornare con preziosi ricami i capi più pregiati del costume e del corredo e di trasformare in opere d’arte i “bassorilievi” costruiti con ago e filo. Il territorio e le donne di Teulada protagonisti della rappresentazione pittorica degli artisti sardi del Novecento. Sono i temi delle due mostre che caratterizzeranno la vita culturale della cittadina costiera a circa 70 chilometri da Cagliari rispettivamente nel 2002 e nel 2003. I programmi promossi da “Forma Urbis”, che controlla la Sitas, società detentrice di un intervento, approvato dai competenti organi, per lo sviluppo turistico-ricettivo a Capo Malfatano, sono stati presentati a Cagliari, in una conferenza stampa. Coadiutori del programma culturale, affidato alla direzione scientifica della prof.ssa Caterina Virdis Limentani, docente di Storia dell’Arte nell’Università di Padova, il Circolo Culturale Sardo “Eleonora d’Arborea”, con sede a Padova, e l’amministrazione comunale di Teulada. Le iniziative “Ricami e vecchi merletti” e “Teulada tutta d’oro e di rosa”, che saranno esportate in alcuni centri d’Europa, sono state presentate in occasione della mostra “Sul filo dell’Arte” che, allestita nel Centro culturale “Exma’”, è stata visitata dal Ministro per l’Attuazione del Programma di Governo on. Beppe Pisanu. L’estate del 2002 - ha spiegato la prof.ssa Virdis - sarà caratterizzata da un evento culturale che creerà un’ulteriore continuità tra la valorizzazione del lavoro delle donne, a cui ci siamo rivolti anche con l’esposizione di tessuti, e le qualità artistiche delle loro produzioni manuali. Chiederemo ad artisti contemporanei dell’isola di progettare l’impiego del merletto e del pizzo in ambiti meno tradizionali di quelli a cui siamo abituati. Una “sfida” che potrà avvalersi della scuola teuladina che opera anche nel presente con apprezzate “maestre di filo” e con quanto la migliore tradizione europea è riuscita a creare. Filet, sfilati e macramè non sono infatti tecniche utilizzate solo in Sardegna, ma appartengono alla cultura europea. Ne abbiamo trovato esempi di qualità in Sicilia e a Genova come a Venezia, Barcellona e a Bruges. 200 lavori in mostra per far conoscere l’arte del ricamo. Ecco perché riteniamo che, attraverso i 200 lavori in mostra, si possa aspirare ad avere un palcoscenico europeo. L’esposizione sarà dapprima ospite a Teulada e, successivamente, circuiterà, attraverso il Coordinamento Donne dei Circoli Sardi operante in Europa, in Belgio e in Spagna. Non bisogna dimenticare - ha sottolineato Caterina Virdis che la scuola di Teulada vanta un curriculum secolare e di alto lignaggio. Perfino il servizio da the delle bambole della Principessa Maria Pia di Savoia, oltre che alcuni “pezzi” del corredo delle giovani figlie dei Re di Sardegna, avevano i CULTURA Due mostre realizzate con la collaborazione del circolo di Padova saranno allestite nella cittadina sulcitana e poi gireranno in Belgio e Spagna. Il ministro Pisanu alla presentazione dell'evento IL RICAMO E L'ARTE PER FAR CONOSCERE TEULADA IN EUROPA di Maria Grazia Caligaris merletti teuladini. Non tutti sanno inoltre che le ricamatrici sarde hanno addirittura innovato il ricamo con il cosiddetto “punto Teulada”. Si tratta di una particolare variante del punto annodato e incrociato che ha come caratteristica di impegnare solo superficialmente le trame, sicché il rovescio del lavoro permette di intravedere il filo solo in trasparenza. La mostra itinerante, che SUL FILO DELL'ARTE TESSITURE D'ARTISTA IN SARDEGNA Q uaranta pezzi dedicati alla tessitura realizzati nell’isola negli anni Cinquanta del secolo scorso, su disegno di importanti artisti locali, hanno caratterizzato la mostra “Sul filo dell’Arte: tessiture d’artista in Sardegna”. Progettata da “Forma Urbis”, l’esposizione, curata da Caterina Virdis Limentani, è stata ospite della Casa Baronale Sanjust di Teulada dal 25 agosto al 29 settembre. Successivamente, in considerazione del consenso ottenuto, l’esposizione è stata allestita nel Centro d’Arte “Exma’” di Cagliari dove è rimasta a disposizione del pubblico dal 26 ottobre al 7 dicembre 2001. La rassegna, che ha proposto una riflessione sui cambia- menti determinati nell’artigianato artistico, dall’opera di Eugenio Tavolara e Mauro Manca, ha proposto opere provenienti da collezioni pubbliche, come l’ISOLA e il Museo “Sanna” di Sassari e quello delle Tradizioni Popolari di Nuoro, nonché private. Insieme ad arazzi, tappeti e tessuti disegnati, tra gli altri, da Maria Lai e Aldo Rossi, Francesco Balzano, Niki Berlinguer, Tonino Casula, Paola Dessy, Giuliana Fanelli e Giovanna Secchi, oltre ai maestri Tavolara e Manca, la mostra ha presentato anche una sezione storica per raccontare l’origine del disegno. Ha completato il lavoro il catalogo con un saggio della curatrice dell’esposizione. MGC sarà allestita nel Palazzo Baronale di Teulada proporrà esempi scelti sulla base delle caratteristiche tecniche e della qualità provenienti, quindi, da diverse aree europee. Fra gli Enti coinvolti il Museo Correr di Venezia, il Musèe historique des Tissus di Lione, lo Stedelijkmuseum Arentshuis di Bruges, oltre che il Museo della vita e delle tradizioni popolari di Nuoro e l’Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano. Una sezione sarà dedicata anche ai libri antichi che illustrano i ricami. Per quanto riguarda l’esposizione progettata per il 2003, occorre fare - ha spiegato la prof.ssa Virdis - una ricerca per trovare il materiale più idoneo. Data la ricchezza esistente, non sarà difficile reperirlo. Pensiamo alle opere di Cesare Cabras, Tarquinio Sini e ad altri significativi nomi dell’arte sarda del Novecento. Il titolo richiama le parole di Giuseppe Biasi che, nel 1910, in compagnia di Mario Mossa Demurtas, in occasione di un viaggio, scoprì Teulada “tutta d’oro e di rosa, distesa pigramente come un’odalisca stanca”. Alla cittadina Biasi dedicò dipinti di straordinario fascino, in cui compaiono le ragazze avvolte di veli e broccati. Con queste opere in qualche modo è stata fissata l’immagine del paese. La mostra esporrà disegni, incisioni e dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private che hanno colto nell’incanto del clima, nella grazia delle architetture, nel sapore delle consuetudini locali e nell’innata eleganza degli abitanti più che un pretesto per creare significative icone e fare di questo paese una delle immagini più emblematiche della cultura tradizionale della Sardegna. Ruolo da protagonista per il circolo di Padova “Eleonora D’Arborea”. L’impegno assunto dal Circolo di Padova ha sottolineato la Presidente Serafina Maxia - non si esau- risce con il sostegno alla realizzazione della mostra. La nostra realtà, che conta 200 iscritti originari dell’isola in un contesto dove i nati in Sardegna risultano complessivamente 700, rappresenta una significativa presenza nel tessuto sociale di Padova e del territorio del Veneto. Abbiamo attivato un gemellaggio con la città di Cagliari che si concretizzerà nel 2002 con la partecipazione alla Festa di Sant’Antonio. Nell’ambito della manifestazione religiosa, infatti, viene annualmente allestita una Fiera espositiva curata dall’Associazione degli Industriali di Padova. Lo spazio del 2002 sarà messo a disposizione di Cagliari e della Sardegna. Si realizzerà quindi un ponte tra la realtà del Nord Est d’Italia, dove opera una comunità molto attenta e ben inserita nel territorio, e l’isola di cui il Circolo è espressione. Un modo concreto per contribuire a dare rilievo alla nostra terra d’origine di cui condividiamo le radici culturali e le aspirazioni a farsi conoscere ed apprezzare. Un altro progetto - ha detto ancora Serafina Maxia - riguarda le scuole superiori del Veneto e dell’isola. È, infatti, stato allestito un programma per presentare una rassegna di teatro classico cui sono stati invitati anche i giovani dei Licei isolani. Il mondo della scuola rappresenta un ambito straordinario di integrazione culturale e di opportunità di scambio. Riteniamo che i giovani possano attivare rapporti di reciproca conoscenza in grado di abbattere qualunque barriera e di dare significato alle culture specifiche. Ecco perché attribuiamo una valenza positiva a questo progetto. La politica promossa dalla Federazione delle Associazioni dei Sardi in Italia (FASI) è incentrata sull’apertura e la collaborazione. Noi abbiamo inteso questo impegno - ha concluso la Presidente del Circolo “Eleonora d’Arborea” - come momento di scambio e di supporto alla conoscenza reciproca e alla valorizzazione della cultura di pensiero e materiale. I ricami e i pizzi, inoltre, consentono di dare maggiore visibilità alle donne, una delle componenti fondamentali nell’emigrazione sarda di tutti i tempi, che non viene quasi mai adeguatamente tenuta in considerazione. Il primo impatto con “Forma Urbis” - ha sottolineato il Sindaco di Teulada Salvatore Mocci - è nato sulla base dell’interesse manifestato dalla società per un’area, quella di Capo Malfatano, di particolare rilievo paesaggistico ed ambientale. L’amministrazione ne ha voluto valutare le intenzioni sulla base di un Piano Urbanistico che punta sulla qualità dell’intervento e sulla cultura locale. Con queste iniziative culturali, che proiettano Teulada e le tradizioni della cittadina al di fuori dell’ambito nazionale, il progetto sembra solidamente avviato alla valorizzazione del territorio e della realtà di riferimento. Da questo punto di vista esprimiamo un plauso e attendiamo la concreta proposta di urbanizzazione.