L`alimentazione nell`attività sportiva

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L`alimentazione nell`attività sportiva
del Dr. Antonio Sartini
Esiste una ormai consolidata evidenza
scientifica che “l’alimentazione è parte
integrante e fondamentale dei processi
di allenamento e di recupero. Una corretta alimentazione non garantisce di
per sè una prestazione ottimale, ma una
alimentazione scorretta compromette
sicuramente la prestazione”1. In passato
alcuni autori2 indicavano quattro aspetti
(o momenti) fondamentali di un programma che si prefigge il miglioramento
delle prestazioni di un atleta:
1. Allenamento generico e specifico
2. Assiduo controllo medico specialistico
3. Corretta igiene di vita
4. Corretto regime alimentare.
L’acquisizione di una migliore condizione fisica e il raggiungimento della forma
sportiva ottimale derivano quindi dalla
concomitanza interattiva di diversi fattori come una adeguata applicazione
dei principi di metodologia dell’allenamento, di elementi della psicologia
applicata alla prestazione fisica e di
nozioni dell’alimentazione applicata
allo sport, applicati costantemente nel
tempo, verificando l’efficacia e i metodi, adeguando i protocolli di intervento
in base ai risultati conseguiti3. In questa
ottica la dieta svolge un ruolo determinante perché le abitudini alimentari
sono in grado di influenzare in maniera
significativa le capacità individuali di
realizzare una determinata prestazione
fisica.
In tal senso si sono espressi l’International
Consensus Conference tenutasi a Losanna nel 1991, secondo la quale “la dieta
adeguata (quantità e qualità) prima,
durante e dopo l’allenamento e la gara
ottimizza la prestazione”, e più recentemente anche l’American Dietetic Association, la Dietitians of Canada e l’American College of Sport Medicine che nella
loro “Position Statement”4 affermano che
l’attività fisica, la prestazione sportiva, e
la fase di recupero dopo l’esercizio sono
favorite da una alimentazione ottimale.
Queste organizzazioni raccomandano
un’appropriata selezione degli alimenti e
delle bevande, della distribuzione oraria
degli apporti, e della scelta degli integratori per un ottimale stato di salute per la
prestazione fisica.
Questa affermazione è valida per tutti i
soggetti che praticano un’attività sportiva, a prescindere dal grado di allenamento e dalla qualifica tecnica. è ormai
comunemente accettato che l’alimentazione sia una componente irrinunciabile per la realizzazione di una prestazione
ottimale, sia fisica che psichica, che si
tratti di una attività a carattere amatoriale e salutistico, o agonistica, fino alle
prestazioni sportive più impegnative degli
atleti professionisti3.
“Non esistono alimenti particolari capaci
di migliorare la preparazione e/o la prestazione atletica, ma solo buone o cattive abitudini alimentari che condizionano
l’efficienza metabolica e il rendimento
fisico ed atletico”5-6-7.
Una alimentazione inadeguata può
compromettere il recupero metabolicofunzionale e quindi il processo di adattamento dell’organismo stimolato da un
programma di allenamento. Di conseguenza si può verificare sia un calo della
prestazione inteso in senso strettamente
competitivo ma anche in senso salutare, con rischi per la salute dell’atleta (in
contraddizione a significati di prevenzione) e riabilitativo, con la possibilità di
rendere inefficaci determinati protocolli
di sport-terapia (es: sovrappeso, obesità,
diabete, ipertensione, asma, ecc.). Un
regime di vita sportiva richiede quantità
e qualità di principi nutritivi differenti rispetto ad un comportamento sedentario. Lo
sportivo in senso lato, che sia un atleta o
un paziente sottoposto ad un protocollo
di sport terapia, si differenzia da qualsiasi
altra persona sedentaria per il fatto che
svolge una attività fisica qualitativamente
e quantitativamente maggiore. Per tale
motivo la dieta di chi pratica attività fisica
può richiedere un adeguamento integrativo, sia in un contesto di aumentato fabbisogno metabolico-energetico, sia nel
caso di regimi ipocalorici legati ad aspetti
tecnico-sportivi, in base alle necessità del
singolo soggetto.
Un programma dietetico va gestito
con competenza poiché deve essere
personalizzato nel contesto dell’allenamento e degli impegni sportivi del
soggetto interessato8.
MEDICINA
L’alimentazione
nell’attività sportiva
fine I° parte - continua sul prossimo numero
1 - Giorgetti A. in “Presentazione della giornata di studio” Atti del convegno S.I.A.S. “Alimentazione, sport e adattamento cardiovascolare- Recanati(MC)
16-17 gennaio 2004”;
2 - Fini F. Codovini A. “L’alimentazione per una migliore prestazione” Ed. Nuova Prhomos, Città di Castello 1988:3;
3 - Giampietro M. “L’alimentazione per l’esercizio fisico e lo sport” Il Pensiero Scientifico Editore – Roma ,marzo 2005; pag. XXI ;
4 - ACMS. (2000). American College of Sport Medicine, American Dietetic Association and Dietitian of Canada Join Position Statement. Nutrition and Athletic Performance. Medicine & Science in Sports & Exercise, Dec. 32, 12, 2130-45.
5 - Maughan, R. (2002). The athlete’s diet: nutritional goals and dietary strategies. Proceedings of the Nutrition Society, 61, 87-96.
6 - Maughan, R.J., Horton, E.S. (1995). Final consensus statement: current issues in nutrition in athletics. Journal of Sports Sciences, 13, suppl. S1.
7 - Giampietro M. Gagliardi G. Beraldo S. “Alimentazione e Sport” Collana Fijilkam Serie Biomedica, ristampa 2003,pag. 11 ;
8 - Sartini A. “Il rischio di uso ed abuso degli integratori nutrizionali nello sport” - Tesi Master universitario 2° livello “Sport come prevenzione e terapia” - Uniroma1 “La Sapienza”- Facoltà di medicina e chirurgia, Dip.i Fisiologia Umana e Farmacologia (2007).
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