La superiorità delle miscele
Transcript
La superiorità delle miscele
CAFFE’ Luigi Odello – Manuela Violoni La superiorità delle miscele Profondità: più è alto il numero delle componenti di una miscela, più numerosi saranno gli aromi che si sentiranno nella tazzina, conferendo all’espresso uno spessore e una ricchezza più intriganti. Perfezione: combinando caffè con determinate caratteristiche secondo i criteri della sinestesia (ossia tenendo conto di come le caratteristiche sensoriali si influenzano tra loro) è possibile eliminare alcuni aspetti poco graditi attraverso l’inserimento di componenti che fungono da antagonisti. Potenza: nello stesso modo è possibile enfatizzare per combinazione quelle caratteristiche che invece sono positive in un espresso, dando maggiore volume alle sensazioni visive, olfattive, tattili e sapide. La ricchezza aromatica è una delle caratteristiche che nel futuro saranno sempre più ricercate in un espresso; creare una miscela in cui risulti una polifonia di aromi positivi e senza difetti è un compito molto difficile, che dipende in larga misura dall’esperienza e dalla sapiente arte di miscelare. Conoscere come interagiscono i diversi tratti sensoriali di un espresso è fondamentale: alcuni aspetti apprezzati dal consumatore, infatti, sono antagonisti tra loro e la loro convivenza in una tazzina è frutto di un delicatissimo equilibrio. Un sentore di tostato troppo intenso deprime il floreale e il fruttato; d’altro canto è difficile fare una miscela che sia contemporaneamente né troppo acida né troppo amara, e per nulla astringente. Su altri aspetti è invece possibile giocare: si sa, ad esempio, che l’aroma fruttato aumenta la percezione del dolce, e che il dolce dal canto suo deprime l’amaro. Il profilo dell’Espresso Italiano Certificato, selezionato in base ai gusti di consumatori ed esperti, presenta sfaccettature molto complesse, che solo la miscela di caffè dai profili molto diversi riesce a creare. Astringente Amaro Acido Tostato Floreale Speziato Elementi di compatibilità sensoriale La miscela è d’obbligo per i caffè certificati dall’Inei, l’Istituto Internazionale Espresso Italiano. Dal punto di vista sensoriale unire più caffè consente infatti di raggiungere i tre obiettivi fondamentali della miscela perfetta: Fruttato Le tre P della miscela perfetta Floreale Fruttato Speziato Tostato Acido Amaro Astringente Miscela ed evoluzione Insieme è meglio: non solo nel caffè, ma in tutto. Perché la natura ha inventato un metodo tanto bizzarro quanto difficile per farci riprodurre? L’incontro tra due esseri umani è difficoltoso, a volte conflittuale, a volte catastrofico; non era più facile proliferare per gemmazione, per clonazione? L’amore è il sale della vita, si potrebbe rispondere, ma non è tutto qui. La miscela è il segreto dell’evoluzione: non ci può essere miglioramento senza mescolamento. Un singolo elemento, preso da solo, non può riprodurre che sé stesso: può subire delle trasformazioni, ma difficilmente diventa L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 51 CAFFE’ astringenti. Per ottenere una miscela dal profilo ottimale occorre combinare caffè dai profili molto diversi. Lasciato isolato, un elemento rimane sé stesso e non evolve. Per questo ogni ideologia tesa a preservare la razza ha come obiettivo immediato la divisione, l’isolamento, la segregazione. Ma la natura ha scelto, per le specie più evolute, la miscela come sistema di riproduzione. Perché la combinazione è alla base dell’evoluzione? Un (as)saggio di miscele qualificate Inei Jolly Crema Jolly Caffè – Firenze La Jolly Caffè Crema, la miscela preparata per il canale bar, è ottenuta dalla rigorosa selezione di dodici tipi di Arabica di diversa provenienza, tutti appartenenti a special type riselezionati sia con il picking manuale che elettronico. Quindi sola Arabica, ma non Arabica qualsiasi, perché anche all’interno di questa varietà pregiata ci sono, come sempre, i buoni e i cattivi. Il fatto di utilizzare un numero così elevato di componenti pone al riparo dalle incredibili variazioni qualitative del caffè verde che avrebbero ripercussioni negative sulle caratteristiche dell’espresso. Al variare delle caratteristiche dei caffè d’origine si è quindi in grado, variando le percentuali delle componenti della miscela, di mantenere il risultato finale inalterato. Seguendo una ferrea filosofia di qualità, ogni tipologia viene tostata per conto proprio, con tempi e temperature differenti, per enfatizzare le migliori caratteristiche di aroma e di corpo che racchiude. Tostare la miscela di crudi porterebbe infatti a non sfruttare il potenziale di profumi e corpo delle singole tipologie: alcune esprimono il meglio con temperature più moderate per tempi più lunghi, altre con temperature più elevate per tempi inferiori, mentre altre ancora necessitano di maggiori quantità di energia termica e quindi di tempi e temperature maggiori. E il raffreddamento al termine della tostatura è eseguito unicamente con aria forzata per evitare ogni deterioramento delle preziose sostanze che, con il processo, si sono formate. L’altra miscela qualificata Inei di Jolly Caffè è: JOLLY 52 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 L’aumento delle possibilità completamente qualcos’altro. Ogni cosa che resta isolata rimane uguale a sé stessa, e c’è da sperare che sia buona; ma siccome nulla è perfetto, l’isolamento sancisce l’infinita replicabilità, insieme ai pregi, dei difetti. Non solo, molto spesso l’autogamia riesce persino a rafforzarli. Forse non è un caso che in tutte le culture l’incesto sia tabù, e che la tendenza nel lungo termine sia una sempre maggiore integrazione, sociale e razziale, a livello globale. L’identico discorso vale per la nostra tazzina: nessun caffè in purezza presenta già in sé le caratteristiche necessarie per estrarne un espresso sensorialmente ottimale. Caffè ricchi di aromi fioriti e fruttati possono non avere sempre l’adeguato corpo: altri dotati di un corpo eccezionale possono risultare troppo amari e Se l’essere umano si riproducesse da solo il risultato possibile sarebbe uno solo: se stesso. Proprio come clonarsi. Riproducendosi in coppia i risultati possibili non sono né due, né quattro. Il nostro patrimonio genetico è composto da quarantasei cromosomi, ognuno dei quali regola determinati aspetti della nostra conformazione: a La miscela... e la musica Avete mai visto un’orchestra di soli flauti? Un complesso di sole tastiere? Si può immaginare una sinfonia eseguita solo da corni? Chi conosce la notazione musicale o suona uno strumento avrà avuto modo di notare come, in una sinfonia, si intreccino partiture che, prese singolarmente, sono perlopiù assolutamente insignificanti: un piattista potrà avere un breve intervento, poi anche quarti d’ora di pausa, di nuovo un paio di colpi e ancora silenzio per mezz’ora... Che senso ha tutto questo, potrebbe chiedersi il povero strumentista provando da solo? È solo nell’esecuzione collettiva, in cui un direttore coordina – con maestria che ai più è oscura – tutti gli interventi, che ogni singola partitura acquista senso, che ogni strumento diventa indispensabile, inevitabile il suo intervento in un dato momento. Gli strumenti musicali esistenti sono molti ma non infiniti. Appartengono a famiglie diverse: percussioni, legni, ottoni, a corde pizzicate o percosse. I loro timbri sono molto diversi: ce ne sono a suono continuo (come i fiati) e a suono puntuale (come la bat- CAFFE’ partire dal sesso fino all’altezza, dal colore degli occhi e dei capelli fino a giungere ad alcuni aspetti del nostro carattere. Questi cromosomi vanno a coppie: ventitré, appunto. Nella meiosi, il processo di produzione dello sperma e degli ovuli, una nostra cellula viene divisa in due gameti con ventitré cromosomi ognuno (uno per coppia). Se nel gamete andrà a finire uno o l’altro dei cromosomi di ogni coppia, è affidato al caso: ogni cromosoma può essere indipendentemente l’uno o l’altro, quindi per ognuno dei ventitré cromosomi del gamete ci sono due possibilità. Combinando insieme le alternative per ogni cromosoma abbiamo 2 23 risultati diversi: 8.388.608 possibili ovuli, o spermatozoi, differenti. Ma non finisce qui. Combinando i nostri gameti con quelli del nostro partner, da una sola coppia potremo avere 8.388.608 • 8.388.608 = 70.368.744.177.664 combinazioni, più di settantamila miliardi di teria). Molti di essi possono regalare dei bellissimi assolo, e in effetti i solisti famosi sono un’infinità. Uno per tutti: Louis Armstrong alla tromba, per non parlare dei pianisti o dei vocalist. L’esibizione individuale regala carattere e, nei casi migliori, moltissima espressione. Ma la magia che si crea quando tutti i diversi timbri si fondono in una sinfonia è qualcosa di pressoché inspiegabile. Se non vogliamo guardare alla classica, nella musica leggera il discorso non cambia di certo: della batteria non si può praticamente fare a meno, ma avete mai ascoltato un assolo di batteria per più di qualche minuto? Ciò che circola sono gruppi, complessi, e nessun cantautore rinuncia all’accompagnamento almeno di una chitarra. I cantanti più celebri hanno strumentisti di supporto; non esistono gruppi formati da un solo strumento, e anzi gli assortimenti presenti sono perlopiù riconducibili a schemi abbastanza determinati (batteria, basso, chitarra, tastiera). C’è stato un caso abbastanza sporadico nel panorama italiano, quasi un esperimento, di un gruppo che ha fatto musica leggera... a cappella: i Neri Per Caso, con risultati certo curiosi, ma chissà perché il secondo album l’hanno inciso con gli strumenti. figli diversi! Senza necessità di farli tutti, non è difficile capire che due fratelli (che non siano omozigoti) difficilmente potranno mai essere, anche solo geneticamente, identici. A che cosa serve tutto questo è presto detto. La combinazione ha la funzione di aumentare le possibilità: le scelte. La natura ha voluto, per ogni organismo, miliardi di combinazioni, miliardi di possibilità tra cui scegliere le riuscite migliori, le più adatte all’ambiente. Per tornare al caffè, Miscela Masini Essse Caffè Anzola dell’Emilia (BO) La Miscela Masini è veramente in concreto un connubio tra antiche esperienze e moderna tecnologia. Fu infatti ideata da Giampiero Segafredo per la Caffetteria Masini aperta nel 1952 in Via Degli Orefici in pieno centro storico di Bologna, esercizio tuttora florido e prestigioso. È una miscela molto particolare composta da quattro qualità di Arabica e due di Robusta, tutte di particolare pregio sia le prime che le seconde, oltre che selezionate e testate in azienda a ogni singola consegna. La miscela, prima della sua produzione e commercializzazione, iniziata dalla P.A.C.S. nel 1979, è stata sottoposta a rigorose verifiche scientifiche anche sotto l’aspetto chimico-fisico dei suoi componenti, nell’ambito della convenzione di ricerca con il Dipartimento di Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna. La miscela viene poi tostata in moderni impianti con torrefattrice della S.T.A. del tutto innovativa; nel procedimento di tostatura, infatti, il caffè non è mai contaminato dai fumi di combustione ma la tostatura avviene con aria calda preriscaldata da un potente scambiatore di calore. Se ne ottiene una tostatura particolarmente delicata con una omogeneità del caffè tostato premiscelato assolutamente straordinaria. L’insieme di quanto sopra esposto, ricetta e moderna tecnologia, concorrono a produrre una miscela dalla quale solo un operatore qualificato saprà ottenere un espresso delicato, aromatico, vellutato, ma allo stesso tempo corposo e cioccolatoso. Le altre miscele qualificate Inei di Essse Caffè sono: ESSSE CAFFÈ – BAR S ESSSE CAFFÈ – BAR EURO CAFFÈ DOMINGO – GRAN BAR CAFFÈ DOMINGO – GRAN PREGIO CAFFÈ DOMINGO – GRAN CLASS L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 53 CAFFE’ GranCaffè Caffè Trucillo – Salerno La miscela Trucillo GranCaffè è stata studiata per il progetto Inei, infatti proprio per le sue caratteristiche organolettiche e sensoriali ha ottenuto la qualificazione per la preparazione dell’Espresso Italiano Certificato. La filosofia alla base di questa miscela è il risultato delle accurate selezioni dei chicchi più integri e maturi e della sapiente tostatura dei migliori caffè Arabica e Robusta. Infatti, è stata così chiamata proprio per sottolineare i grandi caffè, i cosiddetti cru che la compongono e che, miscelati e tostati insieme vogliono offrire al consumatore un grande caffè espresso. La miscela Trucillo GranCaffè è composta da tipologie di caffè di diversa specie, varietà e provenienza; in prevalenza i puri Arabica naturali e lavati che donano una grande intensità aromatica, un gusto equilibrato, dove il sapore amaro è molto basso per lasciare spazio a una maggiore acidità, e un retrolfatto intenso, ricco e armonico, mentre la presenza della specie Robusta apporta un corpo pieno. Per mantenere costante la qualità del prodotto, le monorigini che compongono la miscela, prima di passare in produzione, vengono testate con un sistema di analisi sensoriale condotta da assaggiatori qualificati che opera all’interno dell’azienda, al fine di determinarne la conformità del profilo organolettico e sensoriale. Grazie ai nuovissimi impianti tecnologicamente avanzati i caffè vengono miscelati e poi tostati in macchine a tamburo rotante, raffreddati ad aria, fatti stagionare e infine confezionati. La miscela Trucillo GranCaffè è risultata conforme al Disciplinare Tecnico n. 008 del caffè espresso a marchio Espresso Italiano come indicato nell’allegato n. 12 al Certificato di Conformità di Prodotto n. 214 del CSQA rilasciato il 24 settembre 1999, all’Istituto Nazionale Espresso Italiano (INEI). Nel maggio 2002 Trucillo ha raggiunto il traguardo della certificazione della seconda miscela. L’altra miscela qualificata Inei di Caffè Trucillo è: TRUCILLO GRAND’ESPRESSO 54 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 la miscela mette insieme i pregi di diversi elementi e ne stempera e compensa i difetti: a tutto vantaggio della ricchezza. Ciò che isolatamente contiene dei limiti può essere preso come una straordinaria base per la combinazione, il che soddisfa il primo requisito per l’evoluzione: la possibilità di un numero elevato di combinazioni tra cui scegliere. Considerato che in un’ottima miscela possono essere presenti dai 5 ai 13 tipi diversi di caffè, pensiamo quante combinazioni possiamo ottenere con tutte le specie, le varietà, le provenienze. Ma rispetto alla genetica c’è una differenza: di ogni tipo di ingrediente si può variare la quantità e la proporzione rispetto agli altri. In altre parole, le combinazioni ottenibili sono – letteralmente – infinite. Torrefattori, non inorridite. Qui non si auspica l’immissione sul mercato di miscugli non meglio specificati, buttando a mare l’esperienza di chi ha fatto dell’accurata selezione delle materie prime un principio irrinunciabi- le e una bandiera, perché a questo punto interviene il passo successivo dell’evoluzione: anche con molte possibilità, non c’è vero miglioramento senza scelta. LA SELEZIONE DELLE COMBINAZIONI MIGLIORI L’evoluzione implica che dei miliardi di combinazioni possibili per ogni organismo, la stragrande maggioranza decade mentre rimangono i migliori. Niente favoritismi né distorsioni nel giudizio: i criteri di selezione sono le condizioni stesse in cui l’organismo dovrà vivere, il suo ambiente. Ogni nuovo nato è messo di fronte al suo destino: se ci si troverà bene, sopravviverà; altrimenti, morirà. Per avere un seguito l’organismo deve essere in grado di espletare tutte le sue funzioni, perdipiù in competizione con gli altri: nutrirsi, ripararsi, e soprattutto riprodursi. Non sempre dovrà essere più grande, più bello o più forte: ma semplicemente, il più adatto alle sue condizioni. Le caratteristiche di questi individui, di queste miscele selezionate, saranno i nuovi elementi da cui ripartirà il processo di combinazione, di selezione, di evoluzione e di miglioramento. Appare quindi chiaro che non è la mescolanza CAFFE’ indiscriminata a produrre i risultati migliori: ma è solo una miscelazione controllata da una selezione. Nelle miscele di caffè la selezione avviene, per semplificare, in almeno due tempi distinti: prima della miscelazione, con il controllo dei caffè all’origine; dalle sementi al torrefattore avviene una lunga, complessa e rigorosa selezione delle sementi migliori, delle ciliegie migliori in perfetto stato di maturazione e integrità, dei chicchi più integri e ben conservati, e infine delle varietà e delle origini più adatte. Un torrefattore che mira alla qualità farà sposare nella sua miscela elementi già di per sé attentamente selezionati, perché sa già dall’inizio che se gli ingredienti sono cattivi il risultato finale difficilmente sarà di successo. Ma anche se non lo facesse, non bisogna dimenticare che la miscela attraverserà un’altra selezione, definitiva e ben più dura: quella del mercato. I gusti del consumatore costituiscono il vero ambiente della vita di una miscela, il criterio finale che ne decreterà la sopravvivenza o meno: la selezione evolutiva passa attraverso il filtro del consumatore. Pertanto, è bene che tra la selezione operata dal torrefattore e quella del consumatore La miscela... e la pittura Quanti colori è possibile ottenere dalla mescolanza di soli tre colori fondamentali? Infiniti. Ma quanti quadri sono composti di soli tre colori non combinati? Senza la combinazione cromatica non sarebbero possibili il realismo, la pittura rinascimentale e barocca. A dire la verità difficilmente si può immaginare uno stile del genere; forse qualche opera pop? Persino l’impressionismo, il puntinismo e il divisionismo, basati sull’utilizzo di colori puri per aumentare la luminosità, sfruttano comunque la combinazione d’insieme creata otticamente dall’accostamento di minuscole aree di colore puro. La miscela in pittura significa l’inizio della possibilità espressiva: l’aumento indefinito delle possibilità, che sta alla base di un linguaggio complesso come quello figurativo. Basti pensare all’evoluzione delle tecniche: la differenza tra la pittura rupestre, eseguita con colori di origine naturale (non miscelabili tra loro con buoni risultati), e la successiva tecnica a fresco, fino a giungere alla straordinaria (e relativamente recente) introduzione dei colori a olio, che permettono di ottenere tramite la mescolanza una gamma infinita di colori senza che questo comporti un’eccessiva perdita di luminosità. Mokarico Caffè Mokarico Borgo S. Lorenzo (FI) La miscela Mokarico è presente nel settore bar dagli anni Trenta, quando Corrado Paladini, fondatore de La Casa del Caffè, la creò. Venne concepita con caffè d’origine completamente diversi da quelli che usiamo oggi, infatti erano usati solo tre tipi: Brasile, Colombia e Congo. Citare il famoso Congo lavato di cui è cessato l’utilizzo quando i Belgi sono andati via dalle piantagioni, è esempio di come una miscela sia in continuo divenire. Sono ormai molti anni che la miscela è composta da caffè provenienti dal Brasile, con due tipi di Santos, Costarica, Columbia, Etiopia e India. Essa è il risultato della collaborazione fra Marco Paladini e Mauro Vannoni, mastro tostatore e anima della miscela. È caratterizzata da un’elevata percentuale di Arabica, dosata e miscelata in maniera da ottenere un sapore non fortemente acido, con l’ausilio di particolari Robusta indiani che danno corpo al prodotto senza penalizzarlo con i tipici sentori astringenti e amari dei più usati e meno costosi africani. Le percentuali variano perché il principio che guida la composizione della miscela è quello di avere un prodotto costante nel tempo. I caffè vengono tostati separatamente: questa è la filosofia per affinare le ricette su ogni tipo di caffè e ottenere il meglio nella fase di tostatura. Da sette anni un impianto per il controllo automatico permette, dopo alcuni anni di messa a punto delle numerose ricette, di avere il prodotto tostato sempre uguale giorno dopo giorno. L’altra miscela qualificata Inei di Caffè Mokarico è: MOKARICO BAR L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 55 CAFFE’ La miscela... e lo sport Meseta Oro Bar Coind Castel Maggiore (BO) In perfetta concordanza con i principi a cui si ispira l’espresso italiano, ciò che deve rimanere immutato non è già la miscela nominale, ma il risultato che scaturisce dal suo utilizzo e pertanto i costituenti hanno nel tempo visto variare le proporzioni e, a seconda delle annate, anche alcune provenienze, sempre, tuttavia, nel rispetto della filosofia secondo la quale il barista deve trovare nella miscela un alleato valido e non un soggetto “da prendere con le molle”. Naturalmente, ciascuno dei componenti ha in se la capacità di donare all’infuso caratteristiche peculiari della specie e quelle ottenute attraverso una accurata lavorazione, ma soprattutto ognuna in concordanza con le caratteristiche positive degli altri componenti: il segreto sta in un matrimonio felice che non prevede prevaricazione di nessuna delle peculiarità. Per ottenere tutto questo, il punto di partenza è un’accurata selezione dei raccolti dei paesi di origine: in genere in numero non inferiore a quello delle dita di una mano, proprio ad evitare le forti caratterizzazioni che possono accontentare particolari intenditori e risultare troppo accentuate per altri. La costanza è un punto di forza di questa miscela e la tracciabilità delle lavorazioni consente di ricostruire anche a distanza di tempo la vita del prodotto fino al momento della decisione di acquisto dei singoli componenti. Le altre miscele qualificate Inei di Coind sono: MESETA CREMA D’ORO ATTIBASSI MARR FLASH CAFFÈ R.ITA CAFFÈ 56 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 passi una operazione di combinazione, che aumenti le possibilità tra cui selezionare le più adatte: che aumenti le probabilità di sopravvivenza del prodotto. La combinazione fa anche sì che un prodotto non debba scomparire a causa del venir meno dell’unico ingrediente: unendo più elementi simili sarà sempre possibile rimpiazzarne uno senza che il risultato finale cambi sostanzialmente, garantendone la stabilità nel tempo. Selezione naturale e certificazione sensoriale: l’Espresso Italiano certificato A questo punto molti si chiederanno: se è importante che alla selezione arrivi il maggior numero di combinazioni possibile, che senso ha fissare a priori dei criteri di eccellenza? Questo non potrà fare altro che ridurre la varietà. E invece no. Stiamo parlando della certificazione sensoriale dell’Espresso Italiano, che fissa per le miscele certificate alcuni limiti relativi a determinati aspetti sensoriali. Occorre distinguere tra criterio e criterio utilizzato. Se la restrizione riguardasse gli ingredienti, come nella tecnica dei componenti fissi, significherebbe davvero appiattire il prodotto e uniformare il mercato: di infinite combinazioni ci troveremmo ad averne solo una, per di più senza la garanzia che il prodotto finale conservi determinate caratteristiche che lo fanno preferire al consumatore. Di anno in anno cambiano le condizioni climatiche, il raccolto può essere peggiore, può cambiare lo stato di conservazione, e una varietà può persi- Di tanti sport individuali che ci sono, per che cosa impazziscono gli italiani? Per un gioco di squadra. E non è solo: vogliamo prendere gli americani con il baseball, gli inglesi con il rugby, i pakistani con il cricket? Non c’è niente da fare, lo sport di squadra prende più di qualsiasi gesto atletico o eroismo agonistico individuale. Sarà per quella miscela di ruoli diversi, in cui ognuno fa la sua parte, costruendo un insieme così complesso e così intrigante. Che gioco ci sarebbe tra ventidue cannonieri? E tra ventidue portieri? Il bello del calcio, come degli altri sport, è il gioco di squadra, solo così si può avere spettacolo: basti vedere come un’occasione da rete può essere buttata al vento dal protagonismo di uno. Nel calcio è stato addirittura introdotta una regola per impedirlo: il fuorigioco. Così come è importante che una squadra sia amalgamata e compatta, è anche fondamentale come è composta: a volte sbagliare il calciomercato vuol dire giocarsi l’intera stagione. Sarà per questo che appassiona tanto il fantacalcio: non sarà mica tutto lì il trucco, nel fare la miscela giusta? no uscire di commercio a causa di sconvolgimenti politici nel paese di coltivazione. Ecco quindi che la nostra unica miscela, per riprendere l’esempio della genetica, può: • dare, in condizioni e ambienti differenti, risultati del tutto diversi; • essere facilmente fatta fuori da qualsiasi inconveniente o condizione avversa. La certificazione sensoriale dell’Espresso Italiano parte da principi del tutto opposti. Lasciando al torrefattore massima creativi- CAFFE’ Grancaffè Milani Milani S.p.A. Lipomo (CO) tà e libertà di creare molte combinazioni diverse, essa interviene a posteriori; ma non creando restrizioni sulla varietà di scelte poste al consumatore, bensì selezionando secondo quei criteri che verrebbero applicati dal consumatore stesso. Certamente il corso naturale dell’evoluzione prevederebbe che infinite miscele, immesse tutte sul mercato, venissero sottoposte alla falce impietosa del consumatore che, a lungo andare, decreterebbe il successo di alcune lasciandone fallire la stragrande maggioranza. Ma dato che questo è impensabile, per ragioni di La miscela... e la cucina Come accade in farmacia e in pittura, la miscela è la base, l’essenza stessa della cucina. La formalizzazione della cucina è la ricetta, e la ricetta è sempre composta da due parti: ingredienti ed esecuzione, ossia componenti e istruzioni su come mescolarle. La cucina, come qualsiasi miscela, è il perfezionamento di ciò che si trova in natura attraverso l’intervento dell’ingegno umano: l’uomo seleziona degli elementi e poi li combina secondo regole tese a raggiungere obiettivi ben precisi. I piatti più celebri e apprezzati nel mondo sono miscele complesse: non uova al tegamino o fagioli lessi, per intenderci, ma la bouillabaisse, la paëlla, il couscous alle verdure. Persino la pizza e il sandwich sono delle miscele: miscele sancite dalla tradizione e dall’apprezzamento di consumatori di tut- to il mondo. E allora, per semplificare il discorso, se non riesco a inventare una bouillabaisse, è giusto limitarmi a fare patate fritte? Le patate sono sempre patate, e vanno sempre perché il consumatore sa cosa sono, non si aspetta sorprese e non oppone diffidenze. Ma sono pur sempre solo patate. Solo con la combinazione si può creare qualcosa di unico: le cucine regionali e del mondo insegnano come si possa creare un’infinità di prodotti, tutti buoni e originali, a partire dalla combinazione di un numero non illimitato di ingredienti. Specie se consideriamo che gli innumerevoli piatti della cucina mondiale sono solo la crema, la selezione eccellente, sancita dalla tradizione e dalla diffusione, di un oceano di esperimenti culinari, di ricette inventate per necessità o per caso, di aborti gastronomici. Dal 1937 Milani è il caffè del barista diffuso e apprezzato nei migliori bar. È proprio al bar che il caffè rivela il suo valore di socialità. Bere insieme un caffè è condividere un piacere, ritrovarsi in sintonia, coltivare l’amicizia: è un rito, di cui il bar è il tempio. E un bar di qualità si riconosce da un caffè di qualità: analizziamo quali caratteristiche hanno consentito al Grancaffè Milani di ottenere la prestigiosa qualificazione di miscela per espresso italiano certificato rilasciata, oltre 4 anni fa, dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano. Il caffè che si beve in tazzina è il frutto di un lungo e scrupoloso percorso che parte da una accurata e attenta selezione delle varietà più pregiate, che la Milani acquista direttamente dai luoghi di origine. Tutte le partite di caffè crudo, oltre ai normali controlli di legge, vengono sottoposte a specifiche analisi microbiologiche effettuate da un primario laboratorio esterno certificato. La composizione della miscela Grancaffè Milani è il risultato di una sapiente tostatura e di un costante controllo in ogni fase della produzione, oltre che di un’esperienza capace di armonizzare le caratteristiche peculiari delle singole provenienze di cui si compone. I migliori e selezionati arabica del Brasile, dall’aroma delicato e dal gusto omogeneo, dolce e armonioso; i grandi caffè del Kenia e dell’Etiopia dall’aroma prorompente e dal gusto speziato, con accenni di rhum, cioccolato, frutti tropicali e cannella; i caffè centroamericani, morbidi e vellutati, sono alla base di questa unica sinfonia di aromi. Il risultato è non solo un caffè di ottima qualità, ma un caffè le cui caratteristiche organolettiche si mantengono costanti e inalterate a ogni tostatura, così da consentire al consumatore finale, che è sempre più esigente, consapevole e in grado di giudicare, di assaporare e degustare una bevanda sempre riconoscibile come Grancaffè Milani. L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 57 CAFFE’ El Mundo BBB Oro Nuova El Mundo Marnate (VA) El Mundo BBB ORO è una delle miscele storiche di Café El Mundo, studiata appositamente per il settore bar; infatti, da oltre trent’anni offre in tazza un espresso elegante e rotondo, sciropposo e gratificante, con sentori floreali, di pan tostato, fino alla nocciola e al cioccolatoso, che lo rendono particolarmente apprezzato dal pubblico femminile. A comporre questa miscela sono pregiate provenienze centro-americane, sud-americane e africane lavate e naturali, altamente selezionate. L’accurata tostatura, rigorosamente lenta all’italiana, è effettuata grazie a impianti italiani ad avanzata tecnologia. Il processo di tostatura, così come il conseguente raffreddamento ad aria, consente di esprimere al meglio le caratteristiche delle diverse componenti che concorrono alla qualità finale di questa miscela, nel rispetto della tradizione tutta italiana del caffè espresso. Test sensoriali e di laboratorio e accurati controlli lungo tutto il ciclo produttivo consentono di ottenere un prodotto di qualità costante che, confezionato in atmosfera modificata, mantiene le sue caratteristiche di freschezza inalterate nel tempo. Le altre miscele qualificate Inei di Nuova El Mundo sono: BB Oro B Oro BAR C ABA Oro tempo, di logistica e non da ultimo di spese (un simile sistema sfiderebbe la sopravvivenza di qualsiasi torrefazione), che alternative abbiamo? Creare poche miscele secondo i nostri criteri, di gusto o di costi, imponendo al consumatore un aut aut? Il caffè lo berrà pur sempre. E invece, ancora no. In un mercato maturo, in cui la competizione si fa serrata, il consumatore nella tazzina è sempre più alla ricerca non tanto della dose di caffeina quotidiana, quanto del proprio piacere. La certificazione sensoriale è stata creata in base ai criteri di valutazione del consumatore stesso: 4500 consumatori che hanno espresso il loro gradimento su una serie di miscele diversissime tra loro, selezionando le migliori – ovvero, quelle più adatte al loro gusto. Non solo: anche agli esperti è stato chiesto di valutare le stesse miscele, e sono state selezionate solo quelle che soddisfacevano completamente sia il consumatore che l’esperto, perché si è voluta basare la scelta anche su una qualità oggettiva che non variasse con le mode. Di questi esempi perfettamente adattati si sono considerati, per la definizione di un modello, non gli ingredienti né le caratteristiche chimiche, bensì le caratteristiche sensoriali, ossia quelle che il consumatore usa tutti i giorni per scegliere quello che continuerà a consumare da quello che non vorrà più assaggiare in vita sua. In altre parole, una simulazione della selezione operata dal consumatore – un catalizzatore della selezione. Il bello è che questo tipo di scelta non lascia sopravvivere una sola miscela, ma un numero illimitato di possibili miscele che, con ingredienti diversi, possono rispondere a quei requisiti: che diano un espresso non troppo amaro, non astringente, senza cattivi odori, ma che lasci sentori, ad esempio, di cioccolato, piuttosto che di frutta o di pan tostato, o di tutti questi insieme. La miscela... e le fragranze Esistono migliaia di essenze nel mondo, ma nessuna, per quanto squisita, finisce in purezza nel profumo che acquistiamo. Tutte le essenze vengono tagliate con altre, così come viene tagliato un diamante: attraverso le sue sfaccettature, se sapientemente costruite, acquisisce più luminosità e brillantezza. Nella complessa composizione di una fragranza si distinguono, tradizionalmente, tre 58 L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 strati: note di testa, note di cuore, note di fondo. Ognuna di queste categorie raccoglie una serie specificata di ingredienti, siano essi sostanze naturali o sintetiche. Questo significa che anche nell’arte profumiera, come in cucina, esistono delle regole, che ogni ingrediente ha il suo ruolo e che occorre una serie di ingredienti ben strutturata e completa per costruire un profumo: persino nelle CAFFE’ La miscela... e il buon bere Allo stesso modo, nel mondo esiste un numero incredibile di specie viventi, dalle morfologie più diverse, ma tutte adattate al loro ambiente: nessuna difetta di sistemi di alimentazione o di riproduzione. Il consumatore, lo dimostrano le più recenti teorie economiche della motivazione al consumo, è alla ricerca della novità, della varietà, che soddisfino il suo bisogno di stimoli. La ricchezza è uno degli elementi base, in futuro, del successo della miscela: ricchezza come diversità degli elementi che si possono percepire in una tazzina, ma anche diversità delle miscele di qualità. La teoria della selezione naturale è una delle poche teorie scientifiche dell’Ottocento a reggere ancora alle critiche e al passare del tempo, a essere accreditata dalla stragrande maggioranza degli scienziati e fragranze in cui domina una sola nota, le essenze di contorno servono per esaltare la principale e completarla, rendendola più complessa e più preziosa. La combinazione, la miscela, ancora una volta, sono il segreto che permette agli stilisti di firmare profumi di personalità inconfondibile, che possono addirittura caratterizzare e far riconoscere una persona. a essere applicabile in molti altri campi. Presupposto indispensabile perché la selezione sia efficace è che ci siano alternative diverse. Due fratelli, incarnazione di una possibilità su settantamila miliardi, potranno comunque essere molto simili, perché spesso i genitori avranno in comune il colore della pelle e molti altri tratti genetici: molti caratteri si assomigliano, non solo tra fratelli, ma tra familiari, tra conterranei, tra gli appartenenti a una stessa razza. Per tornare al caffè: limitare gli ingredienti a una sola origine, annichilire la sperimentazione delle combinazioni, attenersi a due o tre ricette sempre uguali, vuol dire uccidere la ricchezza e la varietà. Se la maggior parte degli elementi di base è uguale, il numero delle combinazioni differenti diminuisce: e che scelta può esserci tra poche alternative? Ebbene sì, anche il meglio del buon bere – italiano ed estero – è frutto di miscele. Sapevate che oltre la metà dei vini prodotti nel mondo è ottenuta dall’unione di uve di varietà diverse? Persino i celebri spumanti classici (Champagne in primis) sono ottenuti da cuvée di vini differenti. Altrettanto si può dire della grappa: distillata dalle vinacce delle uve che hanno dato gli infiniti e variegati vini italiani, proviene per la maggior parte da miscele di vitigni diversi, sebbene abbia visto recentemente un dilagare del monovitigno. Ancora di più si può dire sul blend whisky: nato dalla selezione e dalla miscela addirittura tra quindici-sedici whisky di malto e tre-quattro whishy di grano, di età che varia da tre anni fino anche a venticinque. La sua personalità dipende tutta dall’esperienza del master blender (mastro miscelatore), la cui arte consiste nel far sì che la bevanda che risulta sia qualcosa di più che la semplice somma dei suoi ingredienti. Anche per il brandy avviene qualcosa di simile: all’unione operata dal mastro miscelatore tra distillati di diversi vini si aggiunge il metodo solera, attraverso il quale distillati di diverse annate vengono gradualmente sposati in una miscela omogenea. Lo stesso procedimento operato, tra l’altro, per l’aceto balsamico. L’ASSAGGIO 6 - ESTATE 2004 59