NOTIZIARIO DROGHE - ADUC

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NOTIZIARIO DROGHE - ADUC
====== NOTIZIARIO DROGHE ==================
Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai
traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze
stupefacenti.
Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze
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------------------------------------------Archivio settimanale
Dal 08-02-2011 al 14-02-2011
2011-07 (Anno X)
ARTICOLI
- Traffici droghe. Governo Marocco attacca le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla
http://droghe.aduc.it/articolo/traffici+droghe+governo+marocco+attacca+enclavi_18742.php
COMUNICATI
- Privacy. Ci auguriamo che il Premier faccia ricorso alla Corte dei diritti umani. Aprirebbe la strada a ricorso
di numerose vittime della guerra alla droga
http://droghe.aduc.it/comunicato/privacy+ci+auguriamo+che+premier+faccia+ricorso_18731.php
NOTIZIE
-ITALIA/Cannabis terapeutica. Proposta di legge alla Regione Lazio
http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+proposta+legge+alla+regione_122056.php
-ITALIA/Legge Toscana cannabis terapeutica. Pdl: confrontiamoci senza "buttarla in politica"
http://droghe.aduc.it/notizia/legge+toscana+cannabis+terapeutica+pdl_122055.php
-COLOMBIA/Il presidente colombiano è per la legalizzazione delle droghe
http://droghe.aduc.it/notizia/presidente+colombiano+legalizzazione+droghe_122047.php
-IRAN/Narcotraffico. Governo: Mossad israeliano lo organizza
http://droghe.aduc.it/notizia/narcotraffico+governo+mossad+israeliano+organizza_122043.php
-ITALIA/Cannabis terapeutica. Toscana verso legge con rimborso SSN
http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+toscana+verso+legge+rimborso_122042.php
-ITALIA/Festival Sanremo. Pdl: si' a Morgan droga-pentito
http://droghe.aduc.it/notizia/festival+sanremo+pdl+si+morgan+droga+pentito_122039.php
-ITALIA/Tossicodipendenti. Don Gallo fa appello per salvare comunita' San Benedetto al Porto
http://droghe.aduc.it/notizia/tossicodipendenti+don+gallo+fa+appello+salvare_122032.php
-ISRAELE/Cannabinoidi per trattare malattie cardiovascolari
http://droghe.aduc.it/notizia/cannabinoidi+trattare+malattie+cardiovascolari_122031.php
-LIBANO/Banca ricicla soldi narcotraffico. Usa vieta rapporti commerciali
http://droghe.aduc.it/notizia/banca+ricicla+soldi+narcotraffico+usa+vieta_122026.php
-ITALIA/Sequestri droghe. Gdf: crescono in Sardegna
http://droghe.aduc.it/notizia/sequestri+droghe+gdf+crescono+sardegna_122025.php
-/Piano antidroga in America centrale. Prende corpo grazie agli Usa
http://droghe.aduc.it/notizia/piano+antidroga+america+centrale+prende+corpo_122024.php
-USA/Non si assume chi fuma
http://droghe.aduc.it/notizia/non+si+assume+chi+fuma_122023.php
-MESSICO/Narcoguerra. Si diffonde il narcoturismo, curioso per la narcocultura
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+si+diffonde+narcoturismo+curioso_122014.php
-IRAN/Impiccati dieci trafficanti di droghe
http://droghe.aduc.it/notizia/impiccati+dieci+trafficanti+droghe_122011.php
-ITALIA/Detenuto immigrato muore a Genova, vittima del carcere e del proibizionismo sulle droghe
http://droghe.aduc.it/notizia/detenuto+immigrato+muore+genova+vittima+carcere_122005.php
-MESSICO/Narcoguerra. Esercito libera 47 immigrati sequestrati dai narcos
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+esercito+libera+47+immigrati_122003.php
-AUSTRALIA/Cannabis aiuta insorgenza schizofrenia. Studio
http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+aiuta+insorgenza+schizofrenia+studio_121998.php
-MAROCCO/Traffico droghe. Governo: Polisario colluso con al-Qaeda
http://droghe.aduc.it/notizia/traffico+droghe+governo+polisario+colluso+al+qaeda_121997.php
-MAROCCO/Coltivazioni marijuana. Gli sforzi del governo per la riduzione
http://droghe.aduc.it/notizia/coltivazioni+marijuana+sforzi+governo+riduzione_121996.php
-USA/Ecstasy. Riduzione del danno: manuale in California
http://droghe.aduc.it/notizia/ecstasy+riduzione+danno+manuale+california_121995.php
-ITALIA/Alcolici. Otto su dieci li consumano
http://droghe.aduc.it/notizia/alcolici+otto+dieci+li+consumano_121993.php
-MESSICO/Narcoguerra. 41 assassinii nel week-end
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+41+assassinii+nel+week+end_121986.php
IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO
dalle cronache locali
gli effetti della legge vigente
dati dal 28/12//2010 al 14/02/2011
sequestri
droghe leggere (kg)
1.590
droghe pesanti (kg)
1.870
dosi droghe sintetiche
22.900
piante di cannabis
12.500
flaconi di metadone
500
vittime
morti
10
feriti
0
arresti
1.450
giorni di reclusione
985
riepilogo settimanale
dal 08/02//2011 al 14/02/2011
sequestri
droghe leggere (kg)
300
droghe pesanti (kg)
400
dosi droghe sintetiche
6.000
piante di cannabis
5.000
flaconi di metadone
200
vittime
morti
1
feriti
0
arresti
240
giorni di reclusione
150
dati 2010: 10/01/10 - 27/12/10
* sequestri
- droghe leggere: Kg 8.738
- pesanti: Kg 10.193
- sintetiche: dosi 1.566.906
- cannabis: piante 4.806.450
- metadone: flaconi 11.405
* vittime
- morti: 58
- feriti: 2
- arresti: 8.218
- giorni di reclusione: 6.585
------------------------------------------ARTICOLI
14-02-2011 10:09 Traffici droghe. Governo Marocco attacca le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla
Ceuta e Melilla sono punti di riferimento del narcotraffico che circola dal Marocco in
direzione Europa, e attraverso queste citta' transita l'eroina. Lo dicono due telegrammi (fonte WikiLeaks)
dell'ambasciata Usa di Rabat risalenti al 30 ottobre 2009, che citano come fonte alcuni funzionari del
governo marocchino.
Il tradizionale traffico di hashish prodotto in Marocco e' in declino, mentre aumenta quello della cocaina.
Cartelli sudamericani depositano le loro merci in alcuni luoghi dell'Africa occidentale, con poca ricaduta nella
popolazione locale perche' il costo di queste droghe e' troppo alto per poterle consumare in loco. Ben altri i
benefici per i trafficanti, quando la merce viene consegnata in Europa. Ecco quindi le “porte” di Melilla e
Ceuta, nonche' delle Canarie.
Secono il Marocco l'offerta di droga e' dovuta ai cattivi controlli alle frontiere al sud e all'est del Marocco
stesso, a causa delle scarse attenzioni dei Paesi confinanti. Questo crea una vasta terra di nessuno in cui
fioriscono i traffici illeciti. Si tratta di rotte attraverso Gao (Mali'), Bechar (Algeria) e Ujda (Marocco) con
destinazione finale le enclavi di Melilla e Ceuta. Altro percorso quello che, provenendo dal Niger, utilizza il
grande deserto algerino per giungere a Bechar, importante citta' del sudest di questo Paese, non lontano
dalla frontiera col Marocco. La terza rotta procede da Mali', Mauritania e Sahara occidentale verso le
Canarie. Nella zona di Agadir fanno base circa 1.500 imbarcazioni, e alcuni dei loro capitani sono disponibili
a traghettare droghe.
L'invasione della cocaina e' relativamente recente. E' dal 2008 che i telegrammi Usa inviati dal Marocco
segnalavano Ceuta e Melilla come punto di ingresso per la produzione marocchina di hashish, storicamente
concentrata nelle montagne del Rif e sul Mediterraneo. Camion e auto la trasportano nelle due citta'
spagnole poiche' i livelli di controllo sono molto piu' bassi che in altre citta' europee. Altra droga circola da
Tangeri e poi lo stretto di Gibilterra.
Recenti documenti fanno sapere che il Marocco fa molti sforzi per ridurre l'offerta di hashish. Si parla di
tattiche “aggressive” del Governo, tra cui la fumigazione o gli incendi dei campi, nonche' campagne di
cambio di coltivazioni con olivi, fichi e carrube. Nonostante Rabat esalti i propri risultati per la riduzione della
superficie coltivata a droga -dai 134.000 ettari del 2003 ai 52.000 del 2009- gli Usa considerano il Marocco
come uno dei maggiori Paesi produttori di droga. La freddezza del linguaggio diplomatico ignora che le
campagne di riduzione mettono in discussione la sopravvivenza della popolazione rurale interessata:
l'Esecutivo marocchino, a fine 2009, stimava in 100.000 le persone locali coinvolte nella coltivazione della
cannabis indica (da cui si ottiene l'hashish).
La segnalazione di Ceuta e Melilla, pero', contrasta con l'esistenza -dimostrata- di una flotta di potenti lance
a Nador, porto marocchino a 14 chilometri da Melilla, usate nel corso degli anni per portare droga sulle coste
andaluse. Poi, da quando la Spagna ha disseminato le proprie coste del sud di radar e sensori, l'approdo su
queste coste e' sempre piu' difficile per le lance che partono da Nador che, di conseguenza, si dirigono verso
Alicante, Ibiza, il delta del fiume Ebro fino a Marsiglia in Francia. Il primo telegramma Usa su cio' che accade
a Nador, e' piu' recente (gennaio 2009) e fa riferimento agli arresti di decine di persone, la maggior parte
poliziotti, gendarmi, militari e ufficiali della Marina, complici dei narcotrafficanti che usano queste
imbarcazioni. Un altro telegramma Usa, in questo caso dall'ambasciata di Algeri, fa riferimento ai recenti
spostamenti verso la costa algerina di parte del traffico di droghe che transita dal Marocco, e proprio in virtu'
dei sistemi spagnoli di controllo.
L'ambasciata Usa di Rabat da' credito al Governo marocchino quando questo dice che “le medesime rotte
terrestri e marittime descritte”, e le entrate dovute al commercio di droghe o al contrabbando di persone,
“potrebbero essere utilizzate anche per finalita' terroristiche”. Nonostante Rabat non fornisca prove evidenti
di queste ipotesi.
Nel marzo 2009, approfittando di un contatto dei consiglieri della rappresentanza diplomatica Usa a Madrid
con il presidente della sezione penale dell'Audiencia Nacional, Javier Gòmez-Bermùdez, a quest'ultimo fu
chiesto della possibilita' di attentati a Ceuta e Melilla. Il giudice ammise che questo avrebbe potuto accadere
“un giorno”, ma che lo considerava improbabile grazie all'elevata presenza di forze di sicurezza. La risposta
non convince gli interlocutori del giudice: gli risultava difficile credere che gli “jihadisti”, se volevano fare
abbastanza danni, non avrebbero potuto fare attentati in queste citta' spagnole coinvolte con i copiosi traffici
alle loro frontiere.
(articolo di Joaquìn Prieto, pubblicato sul quotidiano El Pais del 14/02/2011)
redazione
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10-02-2011 14:48 Privacy. Ci auguriamo che il Premier faccia ricorso alla Corte dei diritti umani.
Aprirebbe la strada a ricorso di numerose vittime della guerra alla droga
Il ministro degli Esteri italiano, nel difendere il Presidente del Consiglio, ha annunciato che
potrebbe essere promosso un ricorso alla Corte dei diritti umani di Strasburgo per violazione della privacy da
parte della magistratura inquirente sui casi di concussione e prostituzione minorile, reati di cui è accusato
Silvio Berlusconi.
Ci auguriamo che il Presidente del Consiglio lo faccia, magari delegando i propri legali invece di un ministro
della Repubblica. E ce lo auguriamo perché siamo convinti che in molti casi l'uso delle intercettazioni e le
indagini siano oltremodo invasive della privacy domestica. Basti pensare alle intercettazioni telefoniche e alle
sproporzionate perquisizioni domestiche utilizzate per incastrare chi si coltiva una pianta di marijuana per
uso personale.
Fra concussione e sfruttamento della prostituzione minorile da una parte, e autocoltivazione di cannabis per
uso personale (magari con finalità terapeutiche) dall'altra, riteniamo i primi reati ben più gravi. A partire dal
fatto che, contrariamente all'autocoltivazione di cannabis, i reati imputati al Premier hanno effettivamente
leso una vittima: la minorenne. Quindi, se le indagini sul Premier fossero ritenute invasive dalla Corte di
Strasburgo, a maggior ragione lo stesso principio varrebbe per i consumatori di sostanze proibite, oggi
ingiustamente criminalizzati.
Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio di adire la Corte di Strasburgo. Potrebbe aprire la strada a
numerosi ricorsi delle numerose vittime della guerra alla droga e delle politiche della tolleranza zero, nel cui
nome vengono arrestate e sbattute in prigione migliaia di persone per il solo fatto di consumare cannabis.
Pietro Yates Moretti
------------------------------------------NOTIZIE
14-02-2011 19:22 ITALIA/Cannabis terapeutica. Proposta di legge alla Regione Lazio
"In linea con il lavoro svolto nella precedente legislatura dai gruppi consiliari del Prc e del
Pdci, abbiamo deciso di presentare una legge per permettere l'uso di sostanze cannabinoidi nella terapia del
dolore e di fine vita e per prevedere il rimborso totale dei farmaci". È quanto dichiarano i consiglieri della
Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi e Fabio Nobile.
"Sono moltissimi i Paesi che permettono l'uso di medicinali derivati dalla cannabis per alleviare le terribili
sofferenze di tanti malati. Il Parlamento italiano e' giunto ad una legiferazione sull'argomento con un
incredibile ritardo tanto che, rimane ancora un'illusione per molti pazienti il diritto ad una terapia adeguata ai
propri bisogni".
"La legge n.38 del 2010, pur individuando le linee generali per garantire l'accesso alle cure palliative e alla
terapia del dolore, non contempla il rimborso dei medicinali derivati dalla cannabis da parte del servizio
sanitario. Un grave limite che nei fatti rende pressoche' inapplicabile il loro uso, sia per i costi troppo alti sia
per la loro reperibilita'". "Noi vogliamo che sia garantito, realmente, il diritto a non soffrire, ponendo a carico
del servizio sanitario regionale l'acquisto dei farmaci cannabinoidi. Si tratta di una battaglia di civilta' che
crediamo debba essere condiviso da tutti i gruppi consiliari della Regione Lazio".
14-02-2011 19:17 ITALIA/Legge Toscana cannabis terapeutica. Pdl: confrontiamoci senza "buttarla in
politica"
'Il tema del dolore deve essere affrontato seriamente, senza 'buttarla in politica', come
stanno facendo Rossi e parte del Pd nella speranza di nascondere dentro alla battaglia umanitaria un
vecchio pallino ideologico di una parte della sinistra; il Pdl e' pronto a confrontarsi su reali basi scientifiche su
questo argomento, a condizione che non si speculi politicamente, in nome di una battaglia ideologica ed
identitaria'. Lo affermano, in una nota, i consiglieri regionali del Pdl Tommaso Villa, Giovanni Donzelli e
Stefano Mugnai in merito alla proposta di legge sull' introduzione di farmaci cannabinoidi nella terapia del
dolore a cui sta lavorando il consigliere regionale del Pd Enzo Brogi.
'Siamo convinti - aggiungono - che una decisione su un tema cosi' delicato debba basarsi essenzialmente su
risultanze scientifiche'. Per gli esponenti Pdl 'e' la scienza che deve stabilire se i farmaci cannabinoidi portino
dei concreti vantaggi rispetto a quelli attualmente utilizzati, oppure no. Ed allora e' difficile non pensare che la
proposta di legge di una parte del gruppo Pd piu' che obiettivi sanitari, nasconda la volonta' di strizzare
l'occhio a pseudoculture meramente antiproibizioniste'. Per i consiglieri 'anche nel caso di un eventuale
approvazione della proposta di legge, l'utilizzo di farmaci derivati dalla cannabis richiederebbe
un'autorizzazione all'Ufficio centrale stupefacenti del Ministero della Salute, al fine di poterli importare
dall'estero'.
14-02-2011 13:03 COLOMBIA/Il presidente colombiano è per la legalizzazione delle droghe
Juan Manuel Santos, attuale presidente della Colombia, è favorevole alla legalizzazione
delle droghe in funzione anticriminalità. "E' un'alternativa che dovremmo discutere", ha detto alla rivista
Semana il 13 febbraio, aggiungendo di non escludere nessuna misura purché efficace. "E se il mondo
optasse per la legalizzazione ritenendo di poter ridurre in questo modo violenza e criminalità, io sarei
d'accordo".
Di recente, eminenti personalità politiche dell'America Latina si sono espresse a favore della legalizzazione
degli stupefacenti al fine di battere la violenza; tra questi gli ex presidenti di Colombia, Messico e Brasile. Nel
solo Messico, dal 2006 a oggi la narcoguerra ha causato oltre 34.600 morti.
13-02-2011 20:57 IRAN/Narcotraffico. Governo: Mossad israeliano lo organizza
Dietro la piaga del narcotraffico in Iran c'e' il Mossad. A lanciare l'accusa contro lo spionaggio israeliano e' il
ministro dell'interno iraniano Mostafa Mohammad Najjar secondo cui gli agenti "sionisti" hanno "ordinato ai
trafficanti di vendere gli stupefacenti in Iran ad un quinto del loro prezzo".
13-02-2011 20:52 ITALIA/Cannabis terapeutica. Toscana verso legge con rimborso SSN
In Toscana la cura del dolore con i cannabinoidi e il loro utilizzo nel fine vita saranno
regolati da una legge e sara' la prima in Italia. Prevede il rimborso totale dei farmaci. All'iniziativa sta
lavorando il consigliere regionale del Pd Enzo Brogi. 'Presentero' la proposta nei prossimi giorni in una
conferenza stampa - dice Brogi - e spero che possa diventare legge a maggio'.
Ad oggi, spiega Brogi 'la legge nazionale non prevede il rimborso dei farmaci derivati dalla cannabis da parte
del servizio sanitario'. Una iniziativa simile a quella della Toscana c'e' in Puglia, ma qui l'uso e' normato da
una delibera di Giunta e non da una legge. 'In ogni ospedale -spiega Brogi- avra' un responsabile per
l'attuazione e il rispetto delle linee guida'.
Brogi sta pensando ad un utilizzo di questi farmaci solo in strutture sanitarie, 'ma non e' escluso -dice- che in
futuro si possa prevedere di estenderlo anche per i pazienti a casa sotto rigido controllo medico'. E,
comunque, la loro somministrazione e' prevista solo quando altri farmaci non siano efficaci.
Il consigliere del Pd rivela di aver scritto la legge pensando alle sofferenze dei malati. 'Nel pensarla ho
lavorato accanto ad Alessia Ballini, una collega uccisa pochi giorni fa dal cancro. Mi raccontava quanto fosse
importante assumere sostanze cannabinoidi prima di sottoporsi a chemio e per combattere dolore e nausea'.
12-02-2011 11:38 ITALIA/Festival Sanremo. Pdl: si' a Morgan droga-pentito
Sono favorevole al ritorno di Morgan a Sanremo, perche' e' un grande artista e perche' gli errori
devono servire per non essere ricommessi. Chiedo, pero, che questo nostro grande artista lanci un
messaggio dall'Ariston ai giovani dicendo loro che le droghe, tutte le droghe, rovinano la vita'. Lo afferma il
senatore Antonio Gentile, del Pdl, componente della commissione parlamentare antimafia.
'Mi si potra' obiettare che non e' certo un messaggio che basta - prosegue Gentile - ma la televisione ha un
ruolo pedagogico fondamentale e diventa credibile se proprio chi e' incorso in errori trasmette ai giovani le
conseguenze pagate per quegli stessi errori. Le droghe stanno ritornando ad essere un'emergenza solo per
chi non ha mai seguito il mondo dei giovani visto che noi sappiamo che hascisc, ecstasy, cocaina, eroina,
crack sono sempre stati, purtroppo, attivi e presenti su questo perverso mercato criminale'.
'Credo che Morgan, ragazzo intelligente - conclude Gentile - sapra' accogliere la mia proposta'.
11-02-2011 11:27 ITALIA/Tossicodipendenti. Don Gallo fa appello per salvare comunita' San Benedetto
al Porto
Un appello per salvare la comunità di San Benedetto al Porto di Genova, che
versa in gravi difficoltà economiche, è stato lanciato attraverso la rete dal fondatore Don Andrea Gallo.
Secondo quanto riportato dal quotidiano genovese Il Secolo XIX, alle casse dell'associazione, che da più di
40 anni accoglie giovani disagiati e tossicodipendenti, mancherebbero circa 350 mila euro per ritardi di
pagamenti da parte delle Asl di Liguria e Piemonte, con cui la comunità è convenzionata. A rischio, oltre agli
stipendi dei 45 dipendenti, anche alcuni servizi forniti dall'associazione. "Non è giusto scaricare sugli ultimi,
sui soggetti con più difficoltà, i costi di manovre finanziarie e piani di assestamento criminali -scrive Don
Gallo sul sito internet della comunità- Aiutateci a reagire e forniteci, se potete, un vostro contributo perché,
grazie al vostro aiuto, la Comunità intende mantenere alta la qualità dei Servizi alla persona e offrire un
sostegno critico ai territori e alle persone", conclude l'appello del prete genovese.
11-02-2011 10:17 ISRAELE/Cannabinoidi per trattare malattie cardiovascolari
I cannabinoidi sono noti dal punto di vista terapeutico soprattutto per i
loro effetti sul sistema nervoso, ma è pur vero che i recettori dei cannabinoidi sono ampiamenti diffusi
nell’organismo umano. Se ne ritrovano, tra le altre, sulle cellule immunitarie, endocrine, del sistema
riproduttivo e anche cardiovascolare.
Per tale motivo i costituenti attivi della Cannabis influenzano questi sistemi e, come riassunto in una
rassegna pubblicata sulla rivista Cardiovascular Therapeutics, potrebbero avere un ruolo nella gestione di
certe patologie cardiovascolari, come l’aritmia (battiti irregolari del cuore) e l’ischemia. Studiosi della
Hadassah Hebrew University Medical Center in Israele e del Massachusetts General Hospital a Boston
hanno rivisto i dati preclinici a riguardo, e hanno riferito: “Il sistema endocannabinoide svolge un ruolo
fisiologico nel sistema cardiovascolare. Questo sistema è coinvolto nella modulazione dei processi
infiammatori cardiaci, nel mantenere l’omeostasi emodinamica [cioè l’equilibrio interno, n.d.r.] e nel controllo
del ritmo. Non sorprende, quindi, che i cannabinoidi offrano opportunità di intervento per modificare
l’andamento di patologie cardiovascolari. Questo nel caso di danni da riperfusione ischemica, ove c’è
l’evidenza che attivando il sistema cannabinoide si possono prevenire i danni ischemici e l’aritmia. Questo
anche nel caso dei meccanismi di controllo del ritmo, dove alcuni studi indicano potenziali proprietà
antiaritmiche per i cannabinoidi, e questo infine in caso di insufficienza cardiaca”.
Gli Autori concludono :”L’evidenza di un ruolo potenziale dei cannabinoidi in varie patologie cardiovascolari,
assieme ai dati di sicurezza derivanti da vari studi clinici, indicano che è il momento di provarne l’efficacia
nelle varie specie e di proseguire con sperimentazioni nell’uomo”.
Francesco Crestani, presidente dell'Associazione Cannabis Terapeutica
profilo facebook: associazione Cannabis Terapeutica
10-02-2011 20:19 LIBANO/Banca ricicla soldi narcotraffico. Usa vieta rapporti commerciali
Il governo americano ha annunciato oggi misure contro una banca libanese, legata al
partito sciita Hezbollah, sospettata del riciclaggio di milioni di dollari. Il dipartimento del Tesoro ha vietato
ogni contatto fra il sistema finanziario americano e la Lebanese Canadian Bank (Lcb), una banca di Beirut
con 35 filiali in Libano e un ufficio a Montreal.
Secondo gli Stati Uniti, la banca ricicla almeno 200 milioni di dollari al mese per conto del boss del
narcotraffico Ayman Joumaa, delle cui attivita' criminali beneficerebbe anche il partito Hezbollah. Joumaa e'
sospettato di dirigere dal Libano una rete di traffico di droga dal Sud America verso l'Europa e il Medio
Oriente, passando per l'Africa occidentale.
10-02-2011 20:16 ITALIA/Sequestri droghe. Gdf: crescono in Sardegna
Nell'ultimo biennio, dall'analisi comparata dei sequestri di sostanze stupefacenti effettuati dagli uomini della
Guardia di Finanza della Sardegna, emerge un sensibile incremento dei quantitativi di cocaina (+34,6% nel
2010 rispetto al 2009) e di droghe leggere, hascisc e marijuana (+44,6%), tutti destinati al mercato isolano.
I dati sono stati illustrati dal generale Stefano Baduini, durante la conferenza stampa in cui ha tracciato il
bilancio dell'attivita' del Corpo nel 2010. Complessivamente sono stati effettuati 554 interventi, 612 sono stati
i soggetti verbalizzati e 63 gli arresti effettuati. Sono stati sequestrati 227 chilogrammi di hascisc e marijuana,
35 kg di cocaina e 1,3 kg di eroina.
Sul versante dell'immigrazione clandestina, 'le attuali dinamiche migratorie - ha precisato Baduini - hanno
confermato il netto ridimensionamento dei flussi provenienti dalle coste del bacino mediterraneo meridionale
con una riduzione pari all'84% dal 2008 ad oggi': si passa dai 559 del 2008 agli 89 del 2010. Le Fiamme
Gialle hanno anche operato sequestri, soprattutto capi ed accessori di abbigliamento, nel campo della
contraffazioni di marchi e nella sicurezza dei prodotti, arrestando sette persone e denunciandone a piede
libero 112.
10-02-2011 20:09 /Piano antidroga in America centrale. Prende corpo grazie agli Usa
Prende corpo il progetto di un piano di sicurezza per l'America centrale con la firma degli
Usa. Nel suo viaggio per le principali capitali della regione, il responsabile di Washington per la lotta contro il
narcotraffico William Brownfield ha raccolto lo spunto lanciato nelle settimane scorse dal presidente
guatemalteco Alvaro Colom. Occorre trovare "soluzioni transnazionali a problemi che minacciano la regione",
ha detto Brownfield in Honduras, ospite del presidente Porfirio Lobo. L'idea e' quella di sviluppare una
strategia in grado di intercettare la criminalita' organizzata, le bande e il traffico illegale di stupefacenti nei
loro movimenti attraverso le frontiere, in un'azione che rispetti la sovranita' dei Paesi coinvolti. Washington,
ha detto Brownfield, metterebbe sul piatto una base di 200 milioni dollari, e lavorerebbe per attivare
finanziamenti anche da Messico, Colombia, Bid (Banca interamericana per lo sviluppo) e Osa
(Organizzazione degli Stati americani).
La strategia cui si sta lavorando in queste settimane si sovrapporrebbe - "come un cappello", ha spiegato
Brownfield - agli strumenti di cooperazione che gli States hanno gia' avviato con vari Paesi nella regione.
L'alto funzionario Usa ha visitato il Guatemala, El Salvador, l'Honduras e si appresta a recarsi in Colombia.
Al tema della cooperazione sulla sicurezza per la regione, lavora anche l'Italia che ha da mesi aperto un
dialogo con i Paesi dell'America centrale, la Colombia e il Messico al fine di scambiare esperienze sia per la
sicurezza delle frontiere sia per le strategie giudiziarie e investigative contro la criminalita'
10-02-2011 20:05 USA/Non si assume chi fuma
'L'assalto finale': con questo titolo l'International Herald Tribune racconta l'ultima frontiera
del fondamentalismo americano nei confronti dei fumatori. 'Non si assume chi fuma': questo e' quanto sta
accadendo sempre piu' spesso negli Stati Uniti dove il trend di inasprimento di leggi e regole anti-fumo
sembra non avere mai fine. E dove ormai, nella percezione della gran parte delle aziende, il fumo e' di fatto
equiparato ad una droga illegale per cui il tabagista irriducibile deve essere ricercato anche attraverso le
analisi delle urine.
E' di pochi giorni fa la notizia che il Consiglio comunale di New York ha deciso di vietare il fumo in tutti i
parchi pubblici della citta', nelle poche spiagge del suo territorio ed anche nelle aree pedonali. In sostanza i
fumatori si possono scordare una passeggiata con cicca accesa in posti famosissimi come Central Park o
Time Square.
Ma quanto sta avvenendo in diverse aziende, molti ospedali e strutture del comparto medico-sanitario e'
molto piu' serio ed ha profonde ripercussioni sociali, visto che il vizio del fumo e' di gran lunga esclusiva delle
classi medio-basse. Sta quindi prendendo piede, riporta il quotidiano americano in prima pagina, la tendenza
ad adottare specifiche restrizioni nelle assunzioni di chi si dichiara fumatore, con l'obiettivo dichiarato di
'voler aumentare la produttivita' dei lavoratori, ridurre i costi sanitari, e incoraggiare uno stile di vita piu'
salutistico'.
Le inserzioni di offerta di lavoro, infatti, fanno esplicitamente riferimento alla ricerca di personale non
dipendente dal fumo. E molte agenzie specializzate nella ricerca di personale devono sottoporre i candidati
al test delle urine per verificare la eventuale presenza di nicotina. Un aspetto, quest'ultimo, che sta aprendo
un dibattito su quanto avanti si possano spingere le aziende rispetto ai diritti fondamentali della persona,
visto che ancora, forse per poco, le bionde non sono illegali negli Usa.
Diversi ospedali nei vari Stati dell'Unione gia' dall'anno scorso hanno bloccato le assunzioni di fumatori.
Molte aziende spiegano infatti che i metodi dissuasivi messi in atto fino ad oggi, come vietare il fumo
ovunque all'interno degli edifici o alzare le rate assicurative ai fumatori, non hanno funzionato come si
sperava. Quindi si e' deciso di passare alle maniere forti come una selezione preventiva tra virtuosi e non
virtuosi.
I moduli per la ricerca di lavoro avvertono esplicitamente che si cerca solo personale 'non fumatore'. Tutti gli
ospedali di Florida, Georgia, Massachusetts, Ohio, Pensylvania, Tennessee e Texas hanno completamente
blocccato le assunzioni di fumatori. E sembra proprio che stiano aprendo la strada ad altri settori
dell'economia Usa: una scelta che rendera' economicamente insopportabile essere fumatore in America.
10-02-2011 08:58 MESSICO/Narcoguerra. Si diffonde il narcoturismo, curioso per la narcocultura
Cercano emozioni forti a Ciudad Juarez e sui teatri dei piu' sanguinosi massacri delle bande
di narcos che la cronaca continua a proporre. Sono per lo piu' giovani americani e europei cui, oltre a una
curiosita' un po' macabra, non manca nemmeno una buona dose di coraggio. In Messico hanno gia' trovato
un nome per questo nuovo fenomeno: lo chiamano 'narcoturismo'.
Ad accorgersene, cosi' almeno assicura, e' stato per primo Alejandro Desfassiaux, presidente del 'Grupo
Multisistemas de Seguridad Industrial (Gmsi)', una societa' che si occupa di sicurezza e business e che ha
effettuato uno studio proprio nelle zone del Messico dove i narcos la fanno da padroni. 'Questo particolare
tipo di turismo deriva in parte dalla diffusione della cosiddetta 'narco-cultura', una specie di trend in base al
quale i boss dei cartelli della droga vengono presentati come stereotipi di grande ricchezza', ha spiegato.
Secondo lo studio, effettuato anche consultando le imprese che in Messico operano settore del turismo,
l'ondata di violenze che ha provocato 34.000 vittime negli ultimi quattro anni ha causato una calo di quello
tradizionale ma ha invece spinto al rialzo quello piu' 'morboso'.
Gli antesignani, secondo Desfassiaux, sono stati i cosiddetti 'springbreak' statunitensi ed ed europei giovani
'piu' o meno sui 35 anni e con un alto potere d'acquisto'. 'In pratica - ha aggiunto - amanti di un turismo
estremo e senza limiti, in cui si va incontro al pericolo e si provano forti emozioni'. 'Chiedono di fotografare
edifici con sui muri i fori delle pallottole o zone dove restano i segni dei regolamenti dei conti tra i killer dei
narcos', ha aggiunto.
Secondo Desfassiaux, inoltre, a Citta' del Messico 'sempre piu' turisti chiedono di visitare il famigerato
quartiere di Tepito, dove pullulano gli spacciatori di droga e criminali di ogni sorta'.
Nello stato di Hidalgo, nel centro del Paese, e' stato inoltre ideato un singolare 'show' per turisti stranieri, in
cui questi ultimi vengono 'inseguiti' da finte guardie di frontiera che, quando li raggiungono, li insultano
'affinche' abbiano un'idea di come vengono trattati gli immigrati clandestini'.
Chi invece vuole visitare un centro di transito per immigrati illegali puo' farlo per 750 dollari alla frontiera tra il
Messico e gli Usa. Qui decine di centroamericani sono sempre pronti a parlare con i visitatori delle loro
tribolate vicende.
Per 950 dollari, invece, si puo' andare in Chiapas, nel sud del Paese, dove, ormai passati nel dimenticatoio
gli zapatisti, si possono visitare le locali comunita' indigene piu' isolate per comprendere, come recitano i
depliant, 'l'iniquita' storica in cui vivono'.
Il turismo e' uno dei principali motori economici del Messico e, conclude lo studio del Gmsi, anche con le
crescenti entrate per quello estremo quest'anno garantira' introiti per circa 414 milioni di dollari.
09-02-2011 20:23 IRAN/Impiccati dieci trafficanti di droghe
Dieci trafficanti di droga sono stati impiccati nel carcere Vakil-Abad, nella città iraniana di Mashad. Lo
riferisce oggi il sito attivo nell'ambito dei diritti umani 'Herana', spiegando che cinque dei dieci narcotrafficanti
impiccati ieri mattina erano afgani. Secondo il sito, le condanne a morte sono state eseguite in tutto segreto
e senza che nulla fosse notificato ai legali dei prigionieri impiccati.
Stando ai siti attivi nell'ambito dei diritti umani, negli ultimi nove mesi in Iran sarebbero state impiccate circa
300 persone. A partire dalla rivoluzione del 1979 e con l'istituzione della repubblica islamica, vige nel Paese
il diritto penale islamico sciita che prevede la pena capitale per una serie di reati, tra cui il traffico di droga.
09-02-2011 16:45 ITALIA/Detenuto immigrato muore a Genova, vittima del carcere e del
proibizionismo sulle droghe
Dal 17 agosto scorso Ciprian Florin Gheorghita, 25 anni, romeno, era recluso nel carcere di Marassi, dopo
che i carabinieri della stazione di San Teodoro(Genova) lo avevano arrestato perche' in possesso di alcuni
grammi di hascisc e per "resistenza". E' quanto riporta l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere,
assieme a Radicali italiani e altre associazioni. Condannato a 13 mesi di carcere (di cui 6 gia' scontati),
avrebbe terminato la pena il 9 settembre prossimo. Ma ieri pomeriggio lo hanno trovato agonizzante nel
bagno della cella, con accanto un sacco nero di plastica che emanava ancora gas butano, e due fornelletti
da camping. E' morto poco dopo nell'infermiera mentre provavano a rianimarlo. A novembre la fidanzata di
Ciprian Florin era stata fermata nella sala colloqui dagli agenti della polizia penitenziaria dopo che le unita'
cinofile avevano fiutato dell'hascisc, una piccola dose nascosta nelle scarpe. Da quel momento alla donna
era stata vietato l'incontro con il fidanzato. Piu' recentemente il romeno era stato trovato in possesso di un
cellulare all'interno della cella e per questo al giudice di sorveglianza era stata proposta l'adozione di una
misura di sorveglianza piu' restrittiva. I detenuti al Marassi sono circa 730 (il 60% dei quali stranieri), a fronte
di una capienza di 456 posti letto. Ciprian Florin avrebbe potuto ottenere il beneficio della c.d. legge "svuotacarceri", avendo il fine pena ad agosto. Purtroppo cosi' non e' stato. Non certo un'eccezione, visto che ad
oggi nel carcere di Genova hanno ottenuto il beneficio solo in 15 persone e solo in 3 nel vicino carcere di
Pontedecimo. Il Sappe, sindacato della Polizia penitenziaria, parla di suicidio. Per il direttore del carcere,
Salvatore Mazzeo, invece si e' trattato di un incidente: "Il detenuto era tossicodipendente e seguito dal Sert,
con ogni probabilita' ha inalato il gas per lo sballo, in carcere e' una pratica alternativa alla droga". Il
ritrovamento vicino al ragazzo morente di un sacchetto di plastica riempito di gas sembra pero' avvalorare
l'ipotesi del Sappe. Di solito lo "sballo" viene ottenuto inalando il butano dalla bomboletta posta sotto le
narici, mentre la pratica di riempire di gas il sacchetto e poi di infilarselo in testa e' utilizzata prevalentemente
per uccidersi. Lo scorso anno, su un totale di 66 detenuti suicidi, in 8 hanno scelto questo metodo,
sicuramente meno cruento rispetto a quello all'impiccagione, e tuttavia meno utilizzato perche' non da'
l'assoluta sicurezza di morire: infatti chi si impicca, a meno che venga "soccorso" entro pochissimi minuti,
non sopravvive mai (e non c'e' modo di avere "ripensamenti" all'ultimo istante), mentre il tentativo di suicidio
con il gas puo' essere interrotto volontariamente (togliendosi il sacchetto dalla testa, per istinto di
autoconservazione) o involontariamente (il sacchetto puo' rompersi, o sfilarsi, quando la persona cade a
terra). E in chi sopravvive la mancanza di ossigeno (anossia), puo' causare danni cerebrali irreversibili, il
coma o la paralisi.
09-02-2011 09:39 MESSICO/Narcoguerra. Esercito libera 47 immigrati sequestrati dai narcos
L'esercito messicano ha liberato 47 immigrati (44 guatemaltechi e 3 messicani) ed
ha sequestrato 102 chili di cocaina a Reynosa (Stato Tamaulipas). Sono stati ritrovati nel corso di alcune
ispezioni nelle strade della citta' al confine con gli Usa. Sequestrati dai narcos che chiedono un riscatto che
va da 5.000 a 15.000 Usd, gli immigrati sono un business che coinvolge 20.000 persone ogni anno,
provenienti essenzialmente dai Paesi a sud del Mexico.
08-02-2011 17:28 AUSTRALIA/Cannabis aiuta insorgenza schizofrenia. Studio
Diventa piu' chiaro il legame fra la marijuana e i problemi di salute mentale, con
uno studio australiano che dimostra come l'uso della droga puo' accelerare di diversi anni l'insorgenza di
schizofrenia. Lo studio della Scuola di psichiatria dell'Universita' del Nuovo Galles del sud, che ha
collezionato dati di 20 mila pazienti di malattie psicotiche, ha concluso che coloro che fumavano cannabis
sono stati diagnosticati quasi tre anni prima di coloro che non la usavano.
Lo studio, scrive l'autore prof. Matthew Large sulla rivista Archives of General Psychiatry, e' unico nella sua
estensione e fa chiarezza in modo conclusivo sui precedenti dati contraddittori sulle relazioni fra uso di
cannabis e insorgenza di una malattia psicotica. 'I risultati offrono solide prove che, interrompere o ridurre
l'uso di cannabis, puo' ritardare o anche prevenire dei casi di psicosi'.
Il prof. Large, in collaborazione con l'ospedale St Vincent's di Melbourne e con la Scuola di medicina
dell'universita' George Washington, ha passato in rassegna dati di pazienti di oltre 80 studi dedicati al
legame fra malattie psicotiche e abuso di droghe. Gli studi precedenti avevano esaminato il ruolo di
cannabis, alcool e altre sostanze psicoattive, ma la meta-analisi di Large si e' concentrata sull'effetto causato
dalla sola cannabis.
La maggior parte dei pazienti soffriva di schizofrenia, e fra di loro i fumatori di cannabis avevano ricevuto la
diagnosi in media 2,7 anni prima nella vita. Questa differenza di tempo puo' essere critica, sostiene lo
scienziato, poiche' significa che i sintomi psicotici hanno una maggiore probabilita' di emergere durante gli
anni formativi della persona e di aggravare l'impatto di lungo termine.
Non e' tuttavia ancora chiaro come l'uso di cannabis faccia scattare una malattia psicotica. Cio' potrebbe
derivare da fattori genetici o ambientali, o piu' probabilmente essere il risultato di 'interferenza' sul cervello
durante un periodo di importanti maturazioni neurologiche, scrive Large.
Uno studio "estremamente interessante" e che "conferma quanto andiamo dicendo da tempo circa i pericoli
dell'assunzione di cannabis": cosi' Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento nazionale politiche antidroga
della Presidenza del Consiglio.
"La metodologia e' molto buona - spiega Serpelloni - perche' hanno analizzato i dati di 20 pazienti, e la
ricerca parla chiaro sul fatto che l'uso di cannabis e' un fattore che puo' o far esplodere prima le psicosi o
addirittura creare le condizioni di espressione di patologie legate al Thc. E oggi, spiega il capo del
Dipartimento, e' piu' facile evidenziare questi nessi, perche' e' aumentata la percentuale di Thc nelle
sostanze in vendita per cui i sintomi sono diventati piu' evidenti.
"Il problema e' che ancora qualcuno dice che non c'e' correlazione forte tra l'uso di cannabis e la salute.
Forse abbiamo perso il senso della ragione. Su queste cose bisogna essere prudenti, e lo studio australiano
e' un'evidenza tostissima. Occorre dire chiaramente che la cannabis non va usata perche' non e' una droga
'leggera'".
08-02-2011 17:22 MAROCCO/Traffico droghe. Governo: Polisario colluso con al-Qaeda
"Dalle ultime indagini condotte in Marocco su terrorismo e traffico di droga e'
emerso chiaramente come i trafficanti siano collusi con il Fronte Polisario, che a sua volta collabora su
questo fronte con al-Qaeda nel Maghreb islamico". E' quanto spiega ad AKI-ADNKRONOS
INTERNATIONAL il funzionario della polizia marocchina Jilal Najah, a margine della conferenza euroafricana sulla sicurezza in corso a Napoli. Esprimendo la "volonta' di cooperazione con le altre polizie della
regione", Najah spiega che "quello spesso non viene detto e' che i gruppi criminali che trafficano droga ed
esseri umani nel Sahara sono collusi con formazioni politiche e terroristiche della regione, come il Fronte
Polisario e l'organizzazione di al-Qaeda nel Maghreb islamico".
Secondo l'esperto di terrorismo, "molte attivita' criminali nella regione, come il traffico di immigrati, di droga e
di armi, vede come protagonisti esponenti del gruppo separatista che ha proprie basi nel Sahara algerino.
Usano questi canali per finanziarsi e sfruttano il confine meridionale dell'Algeria. Purtroppo in Europa questo
problema non viene compreso a sufficienza".
Il funzionario marocchino cita come esempio "recenti indagini, come quelle sulla cellula terroristica scoperta
ad Amghala, nel Sahara occidentale. Abbiamo trovato nel deserto un vero e proprio arsenale di armi e i
terroristi di al-Qaeda hanno potuto portarle in Marocco solo grazie all'aiuto del Polisario - sostiene. Questa
indagine ha provato in modo incontrovertibile i rapporti non solo tra il Polisario e i trafficanti di armi, ma
anche con al-Qaeda".
----------------------------------Su questa notizia abbiamo ricevuto una lettera e un comunicato da parte del presidente dell'Associazione
nazionale di solidarietà con il popolo sahrawi
POLISARIO-AL QAEDA
Lettera aperta all’ADUC - Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori
Roma, 10 febbraio 2011
Al Segretario dell’ADUC Primo Mastrantoni,
Caro Mastrantoni,
sono da anni un vs. attento lettore, ricevo quotidianamente i vs. comunicati, le vs. vignette e la vs.
Newsletter, materiali che apprezzo in quanto cittadino e consumatore.
E’ con grande sorpresa che ho visto riprodotti sul vs. sito due lanci dell’Agenzia AdnKronos dell’8 febbraio
2011 relativi alle dichiarazioni di un funzionario marocchino sui legami tra trafficanti di armi e di droga, il
Polisario e l’organizzazione terroristica Al Qaeda nel Maghreb islamico. Con un Comunicato stampa del 9
febbraio ho già dimostrato l’infondatezza di tali asserzioni. Ve lo allego per conoscenza.
L’AdnKronos ha ritenuto opportuno mandare in rete quella che senza dubbio è una notizia, senza peraltro
verificare la fondatezza della notizia stessa. Ai colleghi dell’AdnKronos potrei ricordare che nel ns. lavoro
anche gli organi di informazione e i lettori sono consumatori e che pertanto, nella ns. professione, dovremmo
essere tenuti a tutelare i ns. consumatori finali. Viviamo tempi incerti anche per l’etica, e purtroppo questi
episodi non stupiscono più.
Altro discorso è per l’ADUC. L’Associazione ha tra le sue finalità la tutela dei diritti dei consumatori. Per
questo fate un serio lavoro di indagine e di verifica delle informazioni che ci fornite. Chi vi legge, ed io per
primo, crede a ciò che scrivete.
Nel caso della notizia in questione, non è necessario essere dei superesperti della regione del Maghreb, né
della lotta del popolo sahrawi, né del regime di Mohammed VI. Vi occupate da anni di droga, monitorate
produzione e traffici, tanto è vero che lo stesso giorno riproducete il lancio dell’AdnKronos sugli “sforzi del
governo marocchino contro i trafficanti e per ridurre la produzione di marijuana”.
Ora un’Associazione seria come la vostra non può non sapere come stanno le cose in Marocco. Milioni di
turisti sono testimoni ogni anno della complicità e della corruzione delle autorità, ancor prima di WikiLeaks.
Le stesse guide turistiche sono zeppe di avvertenze circa lo spaccio di droga. Come si può non sospettare
che un funzionario dei servizi marocchini non tenti di scagionare il proprio regime coinvolgendo non solo Al
Qaeda nel Maghreb islamico, ma anche il Fronte Polisario che da anni si batte per l’autodeterminazione del
Sahara Occidentale occupato dal Marocco? Dico bene “sospettare” della dichiarazione, non mi aspetto certo
da voi una disamina della situazione nella regione. Ebbene, come consumatore, mi sentirei tutelato da voi
se,
di fronte ad affermazioni di tal fatta, non mandaste in giro una notizia così sospetta, senza nemmeno un
avvertimento. Spesso nei vs. comunicati ci mettete giustamente in guardia con avvertenze del tipo
“Attenzione alle bufale”. Perché se noi consumatori, che ci rivolgiamo a voi con fiducia, dobbiamo noi stessi
vagliare le notizie che diffondete, allora non capiremmo più a che cosa serva un’associazione come la
vostra.
Non posso credere che dobbiamo autotutelarci per quello che diffonde.
Sono fiducioso nel vedere pubblicata sul vs. sito il Comunicato stampa e questa Lettera aperta.
Rimango peraltro a vs. disposizione per ogni informazione e chiarimento. Sui siti www.nigrizia.it e
www.radiovaticana.org/it1/radiogiornale14.asp potrà trovare su tutte le questioni sollevate dai comunicati i
contributi miei e quelli di validi colleghi.
Un cordiale saluto
Il Presidente dell'Associazione nazionale di solidarietà con il popolo sahrawi
Luciano Ardesi
----------------------------------------COMUNICATO STAMPA
Un legame tra Al Qaeda e Polisario?
Una bufala riscaldata
Roma, 9 febbraio 2011
A margine della Conferenza euro-africana sulla sicurezza, riunita l’8 e 9 febbraio 2011 a Napoli, un
funzionario dei servizi di sicurezza marocchini si è spinto ad affermare che terroristi e trafficanti di droga
sono collusi con il Fronte Polisario e i terroristi di Al Qaeda nel Maghreb islamico. A sostegno di questa
sorprendete affermazione, il funzionario marocchino ha citato il recente ritrovamento di armi nei pressi di
Amgala, nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco. Un’affermazione di questo genere era già stata
annunciata al momento del ritrovamento, e viene riproposta ora senza curarsi dei fatti e della logica.
Partiamo proprio da Amgala. Il Marocco controlla militarmente questo spazio, e vi ha posto a sua difesa un
muro di oltre 2000 km, dotato di sofisticate installazioni radar, di un imponente apparato militare, e
soprattutto di una fitta rete di controlli sul territorio. Ne sanno qualcosa i sahrawi, che sono
permanentemente sotto sorveglianza, e tutti gli osservatori stranieri, marcati a vista, dai servizi di sicurezza.
C’è una sola possibilità di nascondere armi ad Amgala, essere marocchino e, meglio ancora, dei servizi di
sicurezza.
Del resto, come riconosciuto dalle autorità, magistratura compresa, il Marocco da tempo vive un’offensiva
terrorista, come testimoniano gli attentati nel paese, ma mai nel Sahara Occidentale occupato, e in Europa,
a cominciare da quello di Madrid, nel 2004.
Questo per il terrorismo. Per ciò che riguarda la droga, è arcinoto che il Marocco è il più importante
produttore di hachich della regione, e che il traffico, come sanno tutti i turisti, è largamente tollerato dalle
autorità di polizia, corrotte.
Nei territori liberati del Sahara Occidentale, sotto il controllo del Polisario, non si sono mai verificati episodi
non solo di terrorismo ma neppure di banditismo, un movimento politico alla ricerca della libertà
dall’occupante ha ben altri obiettivi. Chi ha viaggiato in queste regioni, come il sottoscritto, può testimoniare
l’assoluta sicurezza di questo territorio e delle zone di frontiera.
Vi è infine un’incompatibilità per così dire culturale a questa presunta alleanza. Il Polisario è un movimento
politico che, pur riconoscendo le proprie radici culturali nell’islam, è laico, come hanno potuto sperimentare
tutti coloro che, di diversa appartenenza religiosa, hanno soggiornato sia nei territori occupati o liberati che
nei campi profughi nel sud-ovest dell’Algeria. Non solo, ma l’islam praticato è estremamente aperto e
tollerante. Non vi sono tendenze fondamentaliste, a differenza del Marocco, che possano alimentare il
terrorismo.
Perché dunque questa bufala “riscaldata”? E perché proprio ora? Il Marocco cerca di accreditarsi come
fattore di stabilità regionale. Ma proprio l’occupazione del Sahara Occidentale è fonte di gravi squilibri. La
monarchia assoluta spende cifre enormi per mantenere l’occupazione militare e l’apparato repressivo, tanto
più che la popolazione sahrawi conduce un’intensa attività di protesta, ancorché nonviolenta. Il risultato è
una povertà diffusa, e un aumento vertiginoso delle disuguaglianze sociali. Non c’era bisogno delle
rivelazioni di Wikileaks per sapere ciò che è di dominio pubblico: il regime è corrotto in tutti i suoi apparati
fino al vertice della monarchia. Unica valvola di sfogo l’emigrazione verso l’Europa. Il Marocco cerca di
accreditarsi un fervente controllore dei flussi, ma lo è soprattutto per le correnti che transitano sul suo
territorio.
Il quadro delle libertà soffocate, in modo particolare l’informazione, la fortuna personale accumulata dalla
famiglia di Mohammed VI, il quadro economico fanno del Marocco un polo di possibile rivolta e
destabilizzazione. Cessato l’effetto sorpresa della Tunisia, Mohammed VI cerca di correre ai ripari. La
menzogna è sempre l’arma migliore per distrarre l’interlocutore straniero. Ci sono riusciti, e troppo a lungo, i
Ben Ali e i Moubarak. Vogliamo farci passare per fessi un’altra volta?
Il Presidente
Luciano Ardesi
08-02-2011 17:17 MAROCCO/Coltivazioni marijuana. Gli sforzi del governo per la riduzione
"Il governo marocchino sta facendo molto non solo nella lotta contro i
trafficanti di droga, ma anche contro la produzione interna di marijuana, che e' calata dell'80 per cento". Lo
spiega il funzionario della sezione antidroga della polizia giudiziaria marocchina, Bouchaib Tahini, ad AKIADNKRONOS INTERNATIONAL a margine della conferenza euro-africana sulla sicurezza in corso a Napoli.
"Abbiamo preso provvedimenti di recente per proteggere il paese, in particolare lungo le frontiere, contro i
flussi di immigrazione clandestina e contro il contrabbando di droga - aggiunge - Collaboriamo in questo
campo con i paesi europei, non a caso le coltivazioni di cannabis in Marocco sono calate di recente dell'80
per cento e quelle che ci sono ancora si trovano in aree molto remote".
"Prima eravamo un paese di passaggio per il traffico di droga dai paesi africani - prosegue - Ora arrivano
navi dall'America Latina verso il Mali e da li' la droga passa sul nostro territorio. Abbiamo scoperto che alQaeda aiuta questi gruppi". Tahini accusa infine il Fronte Polisario di essere "colluso con i trafficanti di droga.
Tutta la regione non conosce stabilita' a causa della loro presenza - accusa - In molte indagini contro la
criminalita' e' emersa la loro mano".
08-02-2011 17:14 USA/Ecstasy. Riduzione del danno: manuale in California
Se proprio dovete prendere Ecstasy almeno prendetela in modo sicuro: la Contea di Los Angeles sembra
preferire la strada del realismo per affrontare la diffusione dell'Ecstasy (Mdma) nelle discoteche e nei rave
party e ha pubblicato una piccola guida informativa per spiegare ai giovani come assumere la sostanza
stupefacente 'minimizzando i rischi'.
Un'iniziativa accolta con sorpresa in California e che non manchera' di accendere un dibattito. Intanto,
riferisce la Cbs, le autorita' sanitarie locali hanno gia' lanciato una campagna per offrire consigli per un uso
sicuro dell'Ecstasy che qualcuno legge come un velato incitamento al consumo.
Verranno distribuiti volantini con una serie di consigli ed informazioni tra le quali anche come riconoscere i
segni di una overdose da Mdma, sostanza che naturalmente viene classificata dalla legge americana come
stupefacente.
08-02-2011 14:37 ITALIA/Alcolici. Otto su dieci li consumano
Otto italiani su dieci consumano alcool, il 90% dei maschi e il 70% delle femmine.
Su 100 italiani di 13 anni e oltre, il 63% sono consumatori regolari, 15,6% sono consumatori occasionali,
21,4% non consumatori. Sono alcuni dei dati di una ricerca realizzata dall'istituto Doxa e commissionata
dall'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool sui comportamenti, le opinioni, e gli atteggiamenti degli
italiani adulti e dei giovani in merito ai consumi di bevande alcoliche.
E se diminuisce il consumo di vino, tuttora la bevanda alcolica piu' frequentata, aumenta quello di birra.
La percentuale di consumatori fra i giovani (tra i 13 e i 24 anni) e' inferiore alla media nazionale: il 70%,
contro l'80 della media nazionale. Cresce pero' fra i giovani il fenomeno dell'abuso di alcool: e' a rischio il
23% dei giovani consumatori. Inoltre, il 17% della popolazione ha guidato pensando di aver bevuto un po'
troppo.
Da venti anni l'Osservatorio realizza ricerche e studi sui temi dell'alcologia ispirandosi ad un approccio non
meramente epidemiologico, ma piuttosto bio-psico sociale.
L'indagine, la sesta campionaria effettuata a cinque anni di distanza dalla precedente del 2005, e' basata su
un campione assai vasto e superiore di tre volte al numero consuetamente usato per le rilevazioni nazionali
di uso corrente: a 2.026 cittadini e' stato somministrato un questionario con apposite interviste individuali e
personali, non telefoniche ma a domicilio, registrate con tutte le cautele del caso a difesa sia dell'intervistato
che della autenticita' delle risposte.
Una particolare attenzione e' stata dedicata alla fascia di eta' considerata giovanile dalla ricerca: dai 13 ai 24
anni.
Il vino risulta tuttora la bevanda alcolica di gran lunga piu' consumata degli italiani: nei tre mesi antecedenti
all'intervista, il 63% degli intervistati aveva bevuto vino, il 56% birra, il 34% aperitivi, digestivi e altre bevande
a media gradazione, il 23% superalcolici.
Chi beve frequentemente, lo fa soprattutto durante i pasti. Prevalgono i consumi a casa, ai pasti, per il vino
(l'84% della popolazione che beve lo fa in questa circostanza) mentre per la birra prevale, con il 51,4%, il
consumo sociale al bar/pub/birrerie. In Italia, dunque, l'abitudine al consumo di tipo alimentare e' ancora
dominante.
'Si tratta - ha dichiarato il Vice Presidente dell'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool, Michele
Contel - di un dato che tutto sommato si conosce poco: la maggioranza degli italiani beve lontano dai modelli
drammatizzati dello sballo del sabato sera e non si iscrive d'ufficio nel numero degli irresponsabili che
abusano prima di mettersi al volante. Il migliore degli anticorpi contro l'abuso e' proprio in famiglia. Cio' non
significa chiudere gli occhi di fronte a fasce di abuso giovanile e adulto che preoccupano l'opinione pubblica;
si tratta di comportamenti che eludono ogni riferimento al piacere e al gusto delle bevande alcoliche,
espressivi casomai di disagi interiori e collettivi che confinano pericolosamente con l'autodistruzione. L'Italia ha concluso Contel - rimane pero' in una situazione decisamente migliore rispetto ai Paesi del Nord Europa
sui fenomeni di abuso, proprio in forza di questa tradizione culturale, anche se essa subisce una progressiva
erosione a causa della globalizzazione dei comportamenti giovanili'.
08-02-2011 09:28 MESSICO/Narcoguerra. 41 assassinii nel week-end
Ancora un fine settimana di orrore, dove 41 persone sono state
uccise in diverse citta' e villaggi del Paese. Lo rendono noto i media locali, precisando che in una cittadina
dello stato di Nuevo Leon la polizia ha scoperto cinque cadaveri mutilati.
Sotto i riflettori ci sono soprattutto questi ultimi omicidi.
Accanto ai corpi mutilati, erano stati lasciati dei 'narcomessaggi' il cui contenuto non e' stato reso noto dagli
investigatori.
Quella di far trovare dei testi accanto ai cadaveri e' ormai una pratica diffusa tra i sicari dei diversi cartelli dei
narcos del Paese, ricordano i media locali, rilevando che probabilmente l'uccisione dei cinque uomini e' stato
un regolamento di conti tra bandi rivali dei trafficanti di droga.
Delle vittime sono state trovate solo le teste, le gambe e altri parti del corpo, messe una sopra l'altro accanto
ad un'autostrada, hanno aggiunto i media.
La lotta tra i cartelli e' molto probabilmente anche la causa di un altro eccidio, questa volta a Chihuahua, al
confine con gli Usa, dove in diversi episodi nel corso del fine settimana sono stati uccisi 17 persone.
Sabato e' d'altra parte stato trovato il corpo del responsabile della sicurezza di una prigione nella citta' di
Monterrey. Il cadavere di Franciso Ramirez e' stato rinvenuto all'interno di una vettura posteggiata non
lontano dal carcere, concludono i media, che riferiscono inoltre di 13 persone uccise - anche in questo caso
in episodi diversi - nello stato di Tamaulipas, due a Nuevo Laredo e tre ad Acapulco.
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