Rassegna Selpress
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Rassegna Stampa Mercoledì 06 Aprile 2016 Sommario Testata Data Pag. Titolo p. 1. EDITORIA MF mercati finanziari 06/04/2016 Repubblica (la) 06/04/2016 Italia Oggi 06/04/2016 1 Nuovi direttori ai quotidiani locali Espresso 3 Foglio (il) 06/04/2016 1 Corruzione stampata (Lo Prete Marco Valerio) 4 Monde (Le) 06/04/2016 40 « The Economist » milite contre le « Brexit » 5 DailyNet 06/04/2016 Repubblica (la) 06/04/2016 1 (Polacco Franco) Fatto Quotidiano (Il) 06/04/2016 Libero 14 Rcs Mediagroup fa scattare i maxi tagli in Spagna 23 Le nomine - Gruppo Espresso i nuovi direttori dei giornali locali 8 Eventi Brown Editore protagonista con uno stand al Salone del Risparmio 2016 19 "Sedici anni in cella da innocente, non ho ucciso Ilaria, ora voglio giustizia" (Mastrogiacomo Daniele) 19 Vatileaks, l'ultimo bavaglio:, vietato il sit-in di solidarietà per Nuzzi e Fittipaldi 2 6 7 10 06/04/2016 1 In ginocchio da Fedez. Il giornalismo a lezione dal rapper querelante (Facci Filippo) 11 Fatto Quotidiano (Il) 06/04/2016 20 Piccoli lettori comprano, ma con poca fantasia 13 (Ambrosi Elisabetta) Italia Oggi 06/04/2016 35 Canone tv, ampliati gli eredi (Pacione Di Bello Giorgia) 15 Italia Oggi 06/04/2016 22 Luca Mercalli, da climatologo tv (Rai3) a militante politico 16 Sole 24 Ore (Il) 06/04/2016 29 Vivendi-Mediaset, accordo a un passo (Festa Carlo) 17 Repubblica (la) 06/04/2016 24 Pronta l'alleanza Bolloré-Berlusconi mentre Telecom è attaccata da Enel (Bennewitz Sara;Pons 19 Giovanni) Italia Oggi 06/04/2016 13 Vivendi pesa sei volte Mediaset (Annoni Paolo) 21 Italia Oggi 06/04/2016 21 Mediaset-Vivendi, raccordo sarà ufficializzato a breve 22 Italia Oggi 06/04/2016 21 Chi polemizza su Raffaele Sollecito su Tgcom24 è caduto nella trappola 23 Italia Oggi 06/04/2016 20 Nuova Audiradio, ecco le cifre 24 Daily Media 06/04/2016 35 Media Tavolo Editori Radio, assegnata alla Rai la prima presidenza della nuova società per la ricerca sulle audience 25 Repubblica (la) 06/04/2016 30 Se i social network dettano i tempi della rivoluzione 26 MF mercati finanziari 06/04/2016 14 Ue accelera l'inchiesta su Google (Drozdiak Natalia) 27 Messaggero (Il) 06/04/2016 12 Messa - Cyber security, il ruolo italiano (Messa 28 Paolo) Italia Oggi 06/04/2016 19 Fastweb, raddoppio sulla fibra (Secchi Andrea) 29 QN 06/04/2016 12 Facebook oscura la pagina dell'odio 30 Testata Data Pag. Titolo p. 1. EDITORIA QN 06/04/2016 12 I giudici non abbassano la guardia: «Anche sul web servono regole» 31 Wall Street Journal Europe (The) 06/04/2016 11 The Next Wave in the Internet's Evolution 32 Fatto Quotidiano (Il) 06/04/2016 15 Banda larga inizia il duello tra Telecom e l'Enel renziana (Feltri Stefano) 33 QN 15 Videogame, tesoro da un miliardo. Senza banda larga Italia ferma al 'box' 35 19 Videogiochi, nel 2015 giro d'affari da 1mld (+7%) 36 45 Fecondazione in vitro recesso discriminatorio 37 06/04/2016 2. NUOVE TECNOLOGIE Italia Oggi 06/04/2016 3. RELAZIONI SINDACALI Sole 24 Ore (Il) 06/04/2016 (Falasca Giampiero) Sole 24 Ore (Il) 06/04/2016 45 Premiata la partecipazione in azienda (Delli Falconi 38 Francesco) Sole 24 Ore (Il) 06/04/2016 45 Incentivi. Bonus assunzioni, requisiti in continuità 39 (Cannioto Antonino;Maccarone Gi) Italia Oggi 06/04/2016 41 Dimissioni valide solo se online (Cirioli Daniele) 40 4. FIEG - WEB Insidemarketing.it 05/04/2016 1 Misure adeguate per la tutela del diritto d'autore? 41 BolognaToday.it 05/04/2016 1 Master di I livello in critica giornalistica dell'Accademia "Silvio d'Amico": aperte le iscrizioni 42 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 14 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 79.055 Rcs Mediagroup fa scattare i maxi tagli in Spagna Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress di Franco Polacco Unidad Editorial, l'editore di El Munda, Marca ed Expansion controllato da Rcs, ha annunciato una significativa ristrutturazione globale che porterà a cambiamenti organizzativi e a licenziamenti che coinvolgeranno almeno il 10% della forza lavoro, vale a dire 140 dipendenti. La società ha giustificato questo processo con la necessità di « ridurre i costi» e stabilire «un modello di business redditizio e sostenibile per garantire la vitalità del gruppo.» Rcs Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— aveva annunciato a fine 2015 che la sua divisione spagnola avrebbe dovuto tagliare 15 milioni di costi in tre anni. I licenziamenti collettivi rappresentano il primo passo per ridurre i costi del lavoro. Unidad Editorial ha chiuso l'anno scorso con un cbi tda positivo di 29 milioni di euro e un debito di 200 milioni. La procedura è anche una «risposta alle nuove esigenze del mercato e alle grandi sfide del settore» e risponde alle linee del « processo di trasformazione digitale iniziato nel 2015», che ha già colpito tutte le pubblicazioni del gruppo per fare fronte al calo delle copie cartacee, (riproduzione riservata) EDITORIA Pag. 1 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 23 Direttore Responsabile Diffusione Testata Mario Calabresi 327.329 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Gruppo Espresso i nuovi direttori dei giornali locali ROMA. Giro di nomine nei quotidiani locali del Gruppo L'Espresso. Pierangela Fiorani lascia la direzione dei quotidiani veneti (Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova Venezia, Corriere delle Alpi ) e va in pensione. Antonello Francica lascia la vicedirezione. A guidare i giornali veneti sarà Paolo Possamai, da 7 anni al Piccolo di Trieste. Nuovo direttore del Piccolo sarà Enzo D'Antona, da gennaio 2015 alla Città di Salerno. Al suo posto a Salerno Stefano Tamburini, già direttore dell'Agi. Nuovo direttore della Gazzetta di Reggio sarà Stefano Scansarli che lascia la Nuova Ferrara a Luca Traini, vice caporedattore del Centro. EDITORIA Pag. 2 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 1 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Giro di direttori nei quotidiani della Finegil a pag 22 Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress NOMINE Nuovi direttori ai quotidiani locali Espresso Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Giro di nomine nei quotidiani locali del Gruppo editoriale L'Espresso. Pierangela Fiorani lascia la dirczione dei quotidiani vene ti (II Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia, il Corriere delle Alpi) e va in pensione, così come il vicedirettore Antonello Francica. A guidare i giornali veneti arriva Paolo Possamai, da 7 anni al vertice de II Piccolo di Trieste, affiancato dall'attuale direttore della Gazzetta di Reggio Paolo Cagnan nel ruolo di condirettore. Il Piccolo di Trieste sarà affidato a Enzo D'Antona, che dal gennaio 2015 era al timone de La Città di Salerno. Al suo posto arriverà Stefano Tamburini, già numero uno del Corriere di Romagna e dell'Agi, oggi responsabile dei prodotti centralizzati di gruppo. Nuovo direttore della Gazzetta di Reggio sarà invece Stefano Scansani che negli ultimi tre anni ha guidato la Nuova Ferrara, dove è stato chiamato Luca Traini, attuale vicecaporedattore del Centro di Pescara. Le nomine saranno operative dal 20 aprile. EDITORIA Pag. 3 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 1 Direttore Responsabile Diffusione Testata Claudio Cerasa 25.000 Corruzione stampata Lo scandalo (percepito) s'ingrossa. Bankitalia, Economist e università sul ruolo ipnotico dei giornali italiani Lo scandalo (percepito) s'ingrossa. Bankitalia, Economist e università sul ruolo ipnotico dei giornali italiani "fatti". E Bankitalia sottolinea che proprio questo tipo di sensazionalismo ha molta presa sul lettore. Sintetizza ['Economist: "II punto di vista degli italiani sulla corruzione sembra essere plasmato più dalle ciance che dai fatti". Il problema è che su rilevazioni simili si fondano indagini zione". Sull'effettivo verificarei del reato in demoscopiche, perciò contestate da alcuni studiosi, come quelle di Transparency questione o di fattispecie affini staremo a international. Sondaggi fondati su percezioni vedere, probabilmente ci vorrà tempo per falsate e che vengono rilanciati a destra e a manca avere qualche certezza (considerato per falsando ancora di più quelle percezioni su cui si esempio che due giorni fa sempre il basano i sondaggi successivi. Un meccanismo tribunale di Potenza, per una vicenda diversa quasi infernale che i giornalisti avrebbero quantomeno il compito di non alimentare. Ci dalle indagini in corso, ha condannato in riusciranno? Difficile, se si crede a un altro primo grado Nel frattempo si può essere studio, pubblicato sul primo numero del 2016 sicuri che lo storytelling attorno alla corruzione - a maggior ragione se basato su della rivista il Mulino, già segnalato su queste colonne da Massimo Bordin. Paolo Mancini e proclami e annunci infondati ma roboanti Marco Mazzoni, dell'Università di Perugia, dopo aumenterà la convinzione degli italiani di aver esaminato 46.239 articoli apparsi tra il 2004 vivere in un paese oltremodo corrotto. e il 2013 su Repubblica, Corriere della Sera, Quest'ultima è la conclusione tranchant di Giornale e Sole 24 Ore, arrivano infatti a due uno studio condotto da due economisti della conclusioni. La prima: in nessun paese europeo come l'Italia si parla così tanto di "corruzione". Banca d'Italia, Lucia Rizzica e Marco La seconda: "Si parla di corruzione Tonello. L'Economist, mai tenero con l'Italia, specialmente quella vista con le lenti essenzialmente quando essa coinvolge ambiti del prestigioso Estero, questa volta ha preso d'indagine giudiziaria", con buona pace del "tanto osannato giornalismo investigativo". Con media sul serio i due studiosi e ha scritto che "la tendenzialmente sensazionalisti e al traino delle cattiva stampa fa un disservizio all'Europa", procure, lo scandalo (percepito) s'ingrossa. Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Roma. Panama papere, inchiesta di Potenza, traffico d'influenze e chi più ne ha più ne metta. In poche ore, su web e carta stampata, è tornata a imperversare la parola "corru DI MARCO VALERIO Lo PRETE Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— che "le nostre percezioni sulla corruzione sembrano essere più Rizzica e Tonello incrociano sondaggi di diversa natura e articoli tratti da 30 testate giornalistiche italiane. Alla luce di ciò dimostrano che un cittadino qualsiasi che sia stato "esposto" immediatamente prima di essere intervistato - a notizie relative a eventi di corruzione, ha in media una propensione maggiore a definire l'Italia come un paese corrotto. E questo ovviamente a parità di condizioni esistenti nel nostro paese. Non è finita qui. Tale meccanismo - cioè quante più notizie leggo sulla corruzione, tanto più riterrò di vivere in un paese corrotto - funziona solamente con le notizie di tipo sensazionalistico ("claims") e non con quelle fattuali ("facts"). Alla ricerca della Banca d'Italia sono allegate, a mo' di esempio, due prime pagine rispettivamente di Repubblica e del Corriere della Sera: sulla prima campeggia la notizia di un'inchiesta su Silvio Berlusconi, sulla seconda invece si sintetizza "uno studio europeo" con il titolo "Corruzione, peso da 60 miliardi". Nel primo caso ci troviamo di fronte a una notizia fattuale, nel secondo di fronte a una notizia sensazionalistica. I ricercatori di Palazzo Koch ricordano infatti che i famosi "60 miliardi di corruzione" dell'Italia sono poco più di una leggenda. Che passa di rapporto in rapporto, di titolo in titolo, ma sempre leggenda rimane: come hanno ricordato Davide De Luca sul Post e Michele Polo su Lavoce.info, quel numero iniziò a circolare attraverso un rapporto del Saet al Parlamento in cui si leggeva di "stime che si fanno" e di "opinioni"; poi fu ripreso più volte e dato per certo dalla Corte dei Conti; passando per varie testate, si insinuò fin dentro i corridoi brussellesi della Commissione europea che successivamente lo ha rilanciato a uso e consumo delle solite testate giornalistiche che stavolta lo hanno perfino ingigantito sostenendo che si trattasse Così le "sensazioni" vengono spacciate per EDITORIA Pag. 4 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 40 Direttore Responsabile Diffusione Testata Gilles van Kote (non disponibile) Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress « The Economist » milite contre le « Brexit » La directrice de la rédaction de l'hebdomadaire libéral explique ce choix au « Monde » LONDRES correipondant Dans le paysage plutôt depnmanl qu offre la presse britannique a un Européen con vaincu le ùtre détonant qui bar rait la couverture de Ihe Irono misf a la fin février sonnait comme un reconfort < Brexit Mauvais pour la Grande Brcta gne 1 Europe et 1 Occident Qua ire mois avant le referendum du 23 juin, Ihebdomadane chantre du libéralisme économique et so cietal annonçait la couleur quit terl Union européenne (L L) com promettrait la santé économique la sécurité et le rayonnement du Royaume Uni claquait 1 editorial non s%ne comme a 1 habitude qui concluait Les enjeux du coup de poker de M Cameron sont de ves S il échoue les pertes seront lar gement lessenties Aucun autre média britannique de grande dlf fusion n expose aussi crûment pa rcillc conviction Dans son bureau haut perche a la vue stupéfiante sur Westmins 1er Zanny Mmton Beddoes la pa trotine de la ledaction nommée il y a un an assume I audace Noti e lesponsabihte est de due k s chaws Vous avon* été fondes en 1843 pour defindre certaines causes [le libre erhangisme et le progressisme social] Cesr pour quoi nous avons décidé d afficher nos convictions euiopeennes très Chaque semaine, une rubrique «Brexit brief» assène chiffres et analyses à l'appui du maintien dansl'UE clairement très tötet très fort Chaque semaine depuis lors une rubrique «Brexit brief > assène chiffres el analyses à 1 appui du maintien dans 1 UE Sur les expor tations les tanis douaniers ou ] immigration que le journal a rebours de 1 essentiel de la presse défend avec fougue «Des faits du rationnel» Nos convictions sont exclusive ment fondées sur des faits du ta tionnel pas sur / émotion plaide encore la directrice Soi tir ou res tei dans ILE cest une décision d ime enorrre importance Les gens ont besoin défaits ih sont demandeurs d un débat raisonna blé Que la grande majorité des médian cognent sur 1 Europe depuis üeb années ne risque-l il pas de peseï lourd dans le résultat Cest justement pour eeia que les émotions dominent aiipurd hin le débat regrerte t elle Lt que la pe node est st difficile pour ies médias independents comme la BBC Alors que 1 un des dogmes de The Economat est 1 anonymat de ses journalistes ce qui en fait une école d humilité et de res ponsabihte collective I en]eu européen a paru si crucial a M wviinton Lleddoes quelle est personnellement sortie du bois Oins I emission Toda> de BBt radio 1 équivalent du 79 de France Inter elle a ^igné un repor la£,e darli une usine dépendant des expoitations veii 1 UE L idee selon laquelle nous poui nom trouver facilement etiapiJe ment d autres mai chef, est ab sarde Aoijs pourrions avoir plus de souveraineté en quittant ll'F mah IIOU9 en paierions le prix éw nomiquemen insule elle La centaine de journalistes du piestigieux magazine iont ils tous au diapason? Certaine sont plus sensioles aux aspects légaux EDITORIA de la souveraineté admet clic Mais nous sommes plus ou moins sur la môme longueur donde au sujet du Brexit Quant aux Iec teurt> qui protestent voire resi lient leur abonnement cela ne semble guère 1 émouvoir Etlelec torat planétaire de Iheiconomist (i 5 million d abonnes dont 12 million pour la version papier dans le monde) n cst pas aussi sensible au Brexit que les Britan niques Fidèle a ses convictions libéra les et tort d une incroyable stabi lite depuis 173 am le |ournal i pourtant connu en 2Oi> un trem blement de terre Pearson son actionnaire principal depuis 1928 s est retiré du secteur Tandis que le Financial Times qu il possédait également était cède au )aponais Nikkei les tiois cinquièmes des 50 °o de The Economist qu il dete naît ont été acquis pour 469 mil hom de livres (580 millions d euros) par Fxor la holding de la famille Agnelli (Fiat Chrysler) Lconomist à décide de vendre I immeu blé qu 11 occupe depuis les années 1960 au cœur du très huppé quar lier de St James Le prix de son in dépendance En 2017 la rédaction devrait avoir quitte cette petite tour magnifiquement placée mais peu fonctionnelle pour louer des bureaux dignes dune rédaction du XX! siede m PHILIPPE BERNARD déjà présente dans son capital et qui y i bondi de 47 °o T 43 °o L opération fait de John Elkann peut fils de Gianni Agnelli I homme foi t de The Economist même s il ne le contrôle pas arith metiquement et si une nouvelle clause interdit i un quelconque actionnaire (parmi lesquelles les grandes dvnasties britanniques des affaires comme lcs cadbury et les Rothschild i de peser plus de 20% des voix Zann> MinlonBed doesleiuie le passage ernie des mains italiennes n entame en nen 1 indepei dance absolue du titre Lxor est intéresse par in des jouinaux les plus prospères [S9 millions de livres de profit en 2015] er son journalisme de li ialite exceptionnelle assure l elle John Elkann est poi te pat une veiona long tei me The Economist ne se repose d ailleurs pas sur ses launers H vient de lancer un magizme bi mestnel intitule 1^43 centre sur lcs styles de vie h culture ct la «Nous pourrions avoir plus de souveraineté en quittant TUE, mais nous en paierions le prix sur le plan économique» ZAHNY MINTON BEDDOES d re it cede U redact o te TI e Economiste» technologie dont le premier nu mero comportait un long portrait de Marine Le Pen 11 a développé un site de vidéos documentaires et investi dans sa presence sui Ies ieseau\ sociaux que la directrice compare a un mégaphone et aux camions de hviaison pour un produit cher (6 50 euros iu nn mero) reposant essentiellement sur l abonnement et dont les con tonus sur Internet sont payants Le magazine se flatte d une ludience de # 6 millions de < fol lo\vers> (cloni is/ sur Twitter) Mais M «Minton Beddoes leçon naît que les chemins menant de la consultation des reseaux sociaux a la lecture d articles voire a Inbonnement font lob)et dern des sophistiquées et hautement stratégiques L hebdomadaire qui dtt s idres ser aux curieux du monde se piepare a une autre i évolution immobilière celle-là Pourracheter les actions de Pearson non repn ses par Lxor le groupe Ine Pag. 5 Mercoledì 06/04/2016 8 Direttore Responsabile Diffusione Testata Daniele Bologna 4.000 Eventi Brown Editore protagonista con uno stand al Salone del Risparmio 2016 La società controllata da Triboo Media prende parte all'appuntamento, a Milano da oggi all'8 aprile, con i marchi del website Finanza.com e del mensile F Magazine Brown Editore, società attiva nel mondo dell'editoria online economicofinanziana controllata da Triboo Media, parteciperà con il proprio stand da oggi all'8 aprile al Salone del Risparmio 2016 pres so la sede di Milano Congressi (MiCo). Brown Editore, con i marchi del sito Fmanza.com e del mensile F Magazine, consoliderà così la propria presenza presso la manifestazione milanese de dicata agli operatori del settore e ai risparmiatori, una presenza consolidata ormai da oltre un lustro. Come ogni anno inoltre, l'agenzia editoriale organizzerà anche una conferenza che, oggi alle 11.30, vedrà alternarsi come relatori, oltre al giornalista finanziario di Brown Editore Massimiliano Volpe, figure di spicco del mondo finance tra cui Mauro Carcano (senior manager 3 Brown Editore practice wealth management & personal finance di Prometeia), Carla Rabitti Bedogni (presidente organismo di vigilanza e tenuta dell'Albo unico dei Consulenti Finanziari OCF), Mauro Albanese (direttore commerciale presso Fineco Bank Spa), Gianfranco Venuti (responsabile private banking e wealth management presso Banca Popolare di Milano) e Paolo Martini (direttore commerciale e consigliere di amministrazione presso Azimut Holding). Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. EDITORIA Pag. 6 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 19 Direttore Responsabile Diffusione Testata Mario Calabresi 327.329 L'intervista« Hashi Omar Hassan è stato condannato per l'omicidio della Alpi e di Miran Hrovatin Ma adesso il suo accusatore ritratta "Mi hanno incastrato perché volevano coprire i veri assassini" "Sedici anni in cella da innocente non ho ucciso Ilaria ora voölio giustizia" Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress II personaggio DAL NOSTRO INVIATO DANIELE MASTROGIACOMO PERUGIA COME si sente dopo oltre 16 anni di carcere? « Bene. Un po' frastornato. Ma sono tornato a vivere». E cosa si aspetta da questo processo? «La verità. Voglio uscirne pulito. Io non ho ucciso quei due giornalisti». EDITORIA Hashi Omar Hassan, l'unico condannato per l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, i due inviati del Tg 3 della Rai assassinati a Mogadiscio il 20 marzo del 1994, ha lo sguardo spento. È abituato alle aule dei Tribunali. Ha subito quattro processi prima di vedersi inflitta una pena a 26 anni di carcere. Assiste quasi rassegnato Pag. 7 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 19 Direttore Responsabile Diffusione Testata Mario Calabresi 327.329 all'ennesimo dibattimento dove si ripetono le cose che ha sentito dire ogni volta. Ma sa che adesso questa Corte d'Appello, incaricata di rivedere il verdetto definitivo, può restituirgli la dignità di innocente. Cammina nervoso dietro le transenne del pubblico. È ancora un imputato. Si sforza di sorridere. Lo circondano amici, assistenti sociali. Alcuni uomini e donne in borghese lo controllano a distanza. Saluta tutti, piegando leggermente la testa. Concede qualche abbraccio, stringe delle mani. Anche all'ambasciatore Giuseppe Cassini, l'uomo che nel lontano 1997 lo ha portato in Italia e che considera il responsabile di tutti i suoi guai. Hashi Omar Hassan lo guarda mentre il diplomatico depone come testimone, spesso stizzito per le domande incalzanti che gli vengono rivolte. dice con un filo di voce, «ha organizzato la mia trappola. Ma non gliele voglio. A me basta che dica la verità. Sono fatto così». E qua! è la verità «Il mio accusatore, Gelle, l'ha detta sin dall'inizio. Il giorno stesso della mia condanna in primo grado telefonò ad un giornalista della Bbc in lingua somala. Disse che non avevo nulla a che fare con il commando di killer. Che non ero neanche sul luogo dell'agguato. E che era stato pagato per indicarmi come uno dei responsabili del duplice omicidio». Qualcuno ha consegnato l'audio di questa telefonata «So che è stata fatta analizzare da un perito. Però non ha Questo non è bastato a scagionarla. «Forse non gli hanno creduto. Adesso però Gelle, da quello che mi risulta, l'ha ripetuto ai giudici della procura di Roma che sono andati in Perché avrebbe cambiato versione «Non lo so. Credo che non se la sentisse di aver contribuito a far condannare un innocente». Ora Gelle dovrà testimoniare davanti a questa Corte. Cosa gli chiederebbe se EDITORIA Dicevano che c'erano due testimoni che mi accusavano. In che senso «Mi mettevano in una stanza, poi un'altra. Uscivano ed entravano». Può essere normale. L'hanno messa a confronto con questi due testimoni «No, mai. Mi hanno affiancato un avvocato d'ufficio italiano e un interprete. ROMA «Questura Roma vieta Dopo un lungo interrogatorio, mi presidio Fnsi-Articolo21 hanno portato nel carcere di domattina (oggi, ndr), ingresso Regina Coeli. Alcuni giorni dopo Vaticano, contro processo a me e sono stato ascoltato dal pm e poi Fittipaldi». Lo scrive il ancora dal gip che alla fine ha giornalista Gianluigi Nuzzi su confermato l'arresto. Dopo un Twitter in merito all'iniziativa in anno c'è stato il processo e sono programma oggi lungo le mura stato condannato». Secondo vaticane fuori dalla Porta del leiperché avrebbero pagato Gelle Perugino, in sostegno dei due «Per coprire gli assassini di Ilaria cronisti proprio nel giorno della e Mir an». Lei sa chi sono i loro nuova udienza del processo che li killer «No. Magari lo sa chi ha vede coinvolti. Nuzzi aggiunge al pagato il mio accusatore. È la messaggio l'hashtag stessa persona che sa perché sono "#mancoiniran". La Fnsi, stati uccisi». Cosa si diceva in l'Usigrai e Articolo 21 fanno Somalia «Tutti dicevano che sapere quindi che «esprimeranno, l'agguato era stato fatto per nelle forme opportune e nel mettere a tacere due giornalisti rispetto della legge, la loro che avevano scoperto qualcosa di vicinanza ai colleghi in grosso, di compromettente». E occasione della nuova udienza cosa avrebbero scoperto, secondo del processo Vatileaks». «Il lei «Non lo so. So che sono morti diniego dell'autorizzazione da per il loro lavoro». In tutti questi parte della Questura ad un anni si sarà fatto un'idea. «Nel presidio davanti al tribunale 1994 in Somalia non si vaticano—osservano Raffaele ammazzava una donna. Mai. Se Lorusso, Giuseppe Giulietti e l'hanno fatto vuoi dire che Vittorio Di Trapani, segretario dovevamorire». generale e presidente della Fnsi e segretario deU'Usigrai—non può far venir meno il dovere di essere vicini a due colleghi coinvolti in un processo sbagliato e ingiusto». LA POLEMICA Processo Vatileaks vietato il presidio dei giornalisti avesse la possibilità di incontrarlo «Gli chiederei chi l'ha pagato per raccontare questa enorme bugia». E chi lo avrebbe pagato «Gelle sostiene di essere stato pagato dall'ambasciatore Cassini e da "Washington", il diplomatico somalo-tedesco che aveva rintracciato me e altri 10 somali, quelli poi venuti in Italia per le violenze subite dai soldati italiani inquadrati nell'Unisoni». Cosa è accaduto quando è arrivato in Italia «Ho testimoniato davanti alla Commissione Gallo che indagava su queste violenze; poi mi hanno portato subito in alcuni locali che ho saputo dopo essere gli uffici della Digos». Cosa le hanno contestato?« SOLDI PER MENTIRE Gelle disse già anni fa che non c'entravo nulla e che era stato pagato per indicarmi come uno dei responsabili VOGLIO INCONTRARLO Cosa gli chiederei se avessi la possibilità di incontrarlo? Chi gli ha dato denaro per raccontare questa bugia Pag. 8 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 19 Direttore Responsabile Diffusione Testata Mario Calabresi 327.329 Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress IL MOVENTE In Somalia tutti dicevano che erano stati eliminati perché avevano scoperto qualcosa di grosso, di compromettente Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— II somalo Hashi Omar Hassan EDITORIA Pag. 9 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 19 Direttore Responsabile Diffusione Testata Marco Travaglio 45.694 ROMA La polizia: "È a rischio la sicurezza"Vatileaks, l'ultimo bavaglio: vietato il sit-in di solidarietà per Nuzzi e Fittipaldi Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress O VIETATO manifestare in zona Vaticano. Così si sono sentiti rispondere gli attivisti di Articolo 21 alla richiesta di effettuare un presidio in occasione della nuova udienza del processo Vatileaks a carico di Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, i due giornalisti accusati di violazione di segreto di Stato per aver utilizzato informazioni uscite dalla Santa Sede per libri e articoli sugli scandali vaticani. Questa mattina alle 10, infatti, i due cronisti saranno in Vaticano per una nuova delicata udienza del processo in cui rischiano una condanna fino a otto anni. "Noi volevamo fare un sit-in di solidarietà dalla partedi Porta Cavalleggeri, senza corteo o slogan, ma solamente con l'esposizio- I due giornalisti accusati Ansa ne di qualche cartello. La Questura di Roma, invece, ci ha negato l'autorizzazione affermando che per motivi di sicurezza in tutta l'area non è possibile organizzare alcun tipo di manifestazione", racconta la portavoce di Articolo 21, Elisa Marincola. I promotori erano disposti anche a spostarsi un po' più lontano, ma per la questura nessun luogo andava bene. "Noi però domani ci saremo lo stesso", fa sapere il presidente della Federazione nazionale della stampa, Beppe Giulietti. "Non violeremo alcuna legge, ma è assurdo che non si possa manifestare pacificamente nei dintorni del Vaticano, in territorio italiano, contro un processo assurdo", continua Giulietti. Così questa mattina in piazza ci saranno anche Fnsi e Usigrai. "Ci appelliamo a Papa Francesco", aggiunge Marincola, "perché possa intervenire motuproprio per porre fine a questo processo che è un processo solo ed esclusivamente contro la libertà di stampa". GIANLUCA ROSELLI EDITORIA Pag. 10 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 1 Direttore Responsabile Diffusione Testata Maurizio Belpietro 70.539 Chi ci fa il Festival In ginocchio da Fedez II giornalismo a lezione dal rapper querelante di FILIPPO FACCI Oggi inizia il Festival del Giornalismo di Perugia, ineffabile manifestazione internazionale e clamoroso frullato di ego della categoria. Ci siamo stati varie volte e ci siamo sempre divertiti un sacco grazie, davvero - ma è anche la ragione per cui qualsiasi cosa scrivessimo, ora, verrebbe letta come un rodimento per il segue a pagina 6 La polemica Al Festival del giornalismo c'è Fedez Non i giornalisti che lui querela Fedez [Fotogramma] u! segue dotta prima FILIPPO FACCI (...) nessun giornalista di Libero è stato invitato: ma correremo il rischio. Solo una notarella, comunque. Colpisce anzitutto che al Festival (del giornalismo, non al Festivalbar) risulti invitato uno come Fedez, il rapper per bambine, quello che per un pugno finisce all'ospedale in carrozzella, quello che - per quel che ci importa ora - ha la spiacevole abitudine di querelare proprio i giornalisti e chieder loro spaventosi risarcimenti danni. La sorte EDITORIA maldestra, oltretutto, vuole che nessuno dei giornalisti querelati da Fedez sia stato invitato al Festival (del giornalismo, ripetiamo) e a noi, insomma, non pare bello. Anche perché non è che gli organizzatori si sono sforzati di giustificare la presenza del ragazzetto inventandosi un'improbabile chiave giornalistica: il titolo del dibattito con Fedez è «Tra musica, parole, social e attivismo» (traduzione: nulla) e non è neanche un dibattito perché a intervistarlo c'è una persona sola, peraltro sprovvista della qualifica di maestra d'asilo come la platea renderebbe necessario. Pare difficile, insomma, che a Lucia (è il cognome di Fedez) venga chiesto conto delle sue sciocchezze sulla «libertà di espressione» abbinate a querele da 200mila euro a botta. Difficile, pure, che venga chiamato a rispondere di quando definì «un chiaro esempio di repressione, disinformazione e limitazione della libertà di espressione» quello che i giornalisti (più o meno tutti) scrissero su di lui dopo le incursioni milanesi che i NoExpo fecero nel maggio scorso, quando - dopo che i Black Block avevano fatto le prime devastazioni, in attesa di consacrarsi il giorno dopo - il ragazzetto disse che «i danni dei NoExpo sono poca cosa in confronto alle infiltrazioni mafiose e alle speculazioni economiche di Expo», «gli edifici imbrattati sono proteste, non vandalismo». Roba così. Va bene, capito, richiudiamo le porte dell'asilo. Il punto infatti è anche un altro, ed è un pizzico più serio. Al Festival, un Pag. 11 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 1 Direttore Responsabile Diffusione Testata Maurizio Belpietro 70.539 dibattito sulle querele ci sarebbe (c'è) ed è questo: «Querele, minacce e protezione delle fonti a rischio: attacco al giornalismo». Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress maggiormente risarcite, e con tempi più céleri) e il Messaggero pubblico un'altro monitoraggio fatto da Roberto Martinelli. Le uniche proposte di legge Ma è una cosa diversa e vennero dai Radicali e da molto specifica, e lo si Italia. Da allora le evince anche dagli ospiti: è Forza sentenze per diffamazione di un «panel» più mirato al tutti contro tutti (e la querela giornalismo d'inchiesta come strumento di fatto da precari o freelance pressione) sono solo (che sono il futuro del aumentate: ormai è una giornalismo, beninteso) e prassi comune, persinò uno alle loro spalle scoperte in come Fedez querela i caso di minacce, sequestri giornalisti. E l'impressione è pretestuosi, necessità di che ora, finalmente, una proteggere le fonti e poi certa fazione col complesso dei migliori se ne sia naturalmente sì, querele finalmente accorta, perché il temerarie e richieste problema, da una diversa risarcitorie. Oddio, il prospettiva, riguarda anche parterre è un po' di parte, loro. Dunque ne parleranno come testimonia la al Festival: tra di loro, con presenza al dibattito di sottofondo musicale di Peter Gomez (un amico, Fedez. Musicale si fa per ma non propriamente un dire. nemico dei querelanti più Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— potenti di questo Paese, i magistrati) oppure la presenza del faziosissimo Giorgio Mottola, collaboratore di Sabina Guzzanti nell'inguardabile film «La trattativa» e coautore di «Processo allo Stato» che è un altro libro con prefazione di Antonio Ingroia e che riassume «la trattativa» secondo Antonio Ingroia. Poi al dibattito ci sono altri valevoli colleghi che non si tratta - figurarsi - di giudicare o inquadrare, ma che di base parleranno tra di loro, delle cose loro e di pensano - forse sono nati con loro. Ora: la prima inchiesta in assoluto sul tema della diffamazione a mezzo stampa, nel 1998, la scrissi io: 9 puntate, 60.277 battute. Seguì un servizio di Panorama e del Foglio, cartaccia di centrodestra. Intervenne anche la Fnsi. Pubblicai i monitoraggi del professor Vincenzo ZenoZencovich (che evidenziavano le categorie che querelavano di più, che venivano EDITORIA Pag. 12 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 20 Direttore Responsabile Diffusione Testata Marco Travaglio 45.694 Piccoli lettori comprano, ma con poca fantasia BOOK FAIR La Fiera del Libro per ragazzi di Bologna » ELISABETTA AMBROSI a letteratura per ragazzi di quando io stesso ero un ragazzo era ricchissima di luoghi, personaggi, avventure e immaginari che non potevano essere più diversi tra loro. C'erano le giungle di Tarzan e i mari orientali dei pirati. C'era il West e le astronavi. C'erano l'Africa nera e la Terra del Fuoco, l'Antartide con basi militari perdute e mostri di Frankenstein che vagavano tra i ghiacci; i vicoli di Praga dove ci si poteva imbattere in un Golem, un vampiro o un alchimista pazzo. E stata invece la convergenza dei contenuti su diversi media 0ibri, televisione, cinemae videogiochi) a ridurre le esperienze di oggi a pochi, pochissimi brand: un terzo delle prime cento posizioni sono occupate dall'utopia futuristica di Divergent, dal Regno della Fantasia di Stilton e dai ghiacci di Frozen (800.000 copie vendute). Un altro terzo da storie ambientate in luoghi che paiono reali, salvo che non c'è modo di raggiungerli per davvero: il deserto del Piccolo Principe, la città americana neutra della Schiappa o della Scuola Media di Patterson, la campagna inglese trasfigurata di Peppo. Pig. L'ultimo terzo è occupato dadue serie, dove c'è sì unpizzico di mondo reale - New York, Londra- che però viene subito cancellato dal EDITORIA passaggio al mondo magico: gli Dei dell'Olimpo di Percy Jackson e la scuola di magia di Harry Potter. Sono quasi novanta libri per conoscere nove mondi diversi. D'altronde oggi è più facile catturare un ragazzo se l'universo narrativo è rapido, generico, non storico, magico, e politicamente corretto". A RACCONTARE il passato e il presente della letteratura per ragazzi è Pierdomenico Baccal ario, prolifico scrittore di libri per bambini e adolescenti. Lo faanche in un rapporto presentato alla Bologna Children's Book Fair, in corso in questi giorni (edoveoggi verrà consegnato il primo premio Strega Ragazzi). A Bologna si analizzano le parole chiave e le quattro tendenze di un mondo editoriale in crescita: "Tengono i libri cartacei rispetto al digitale, esplode il 'Middle Grade', il ritorno della fantascienza e la fine della divulgazione tradizionale". In altre parole, si leggono più libri, mentre si afferma il ruolo dominante dei Middle Grade, i lettori tra i 9 e i 12 anni che a differenza dei pre-school (che leggono libri tratti dapersonaggi tv, daPeppa PigaMasha e Orso, passandopergliOctonautsnelRe gno Unito o i Lapins Cretins in Francia) sono i primi lettori consapevoli. Proprio dalle loro storie, tra l'altro, sono realizzate opere cinematografiche, basti pensare ai film tratti da Robert Dahl, al successo planetario del fi\m Piccoli Brividi, alla saga di Darkmouth, "un po' western, un po' horror, un po' fantascienza". E proprio la fantascienza sta tornando di grande interesse: il primo fenomeno è quello della saga The Expanse di James S.S. Corey, dove non mancano sesso e violenza sullo stile del Trono di Spade, poi c'è la trilogia di Star Wars, e il suo sterminato indotto letterario da 120 milioni di copie. La parola chiave dell'editoriaper ragazzi è, invece, IP, ovvero Intellectual Property: una sigla che definisce, nel suo insieme, un mondo narrativo visto in tutte le sue potenzialità (e che gli editori sono sempre più interessati a controllare, perché può diventare film, videogioco, merchandising), spesso legato all'avvento di nuove^àctory di produzione di best-seller, attraverso collettivi di scrittori che lavorano, più che aun singolo episodio, agenerare le regole del mondo in cui le storie saranno ambientate. "La Marvel comics", spie- ga Baccalario, "è il perfetto esempio di quale potere scaturisca dal possedere completamente i diritti di una IP. Possono venderne i diritti al cinema, ai romanzieri, e intanto continuare a inserire nei loro meccanismi di produzione di fumetti nuovi scrittori e Pag. 13 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 20 Direttore Responsabile Diffusione Testata Marco Travaglio 45.694 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress disegnatori". Ma lavorano in questo modo "transmediale" anche l'Atlantyca Entertainment, che controlla la IP Geronimo Stilton, un colossale brand che ha al suo attivo due serie di cartoni animati, centinaia di libri e oltre cento milioni di lettori nel mondo e la Rainbow, di Iginio Straffi, che dopo aver raggiunto il successo internazionale con i cartoni delle Winx, si sta sempre più interessando alla realizzazione di libri tratti dalle sue IP. È UN MODO di realizzare libri, però, che rischia di spingere l'editoria ad accodarsi alle grandi mode planetarie dell'intrattenimento (vampiri, maghi, zombie, principesse), perdendo la voglia di dare ai suoi lettori qualcosadi unico e di diverso. Qual è allora la stradache dovrebberopercorrere allora gli editori? "Rischiare, puntare sulle nicchie, produrre qualcosa di bello che non sia necessariamente anche 'alla moda', soprattutto tornare al territorio". Si tiene tutto L'editoria per ragazzi, le idee narrative in tutte le sue potenzialità: libri, film, cartoni, merchandisi ng InEmiHafino a domani n Children Book's Fair, dedicato al mondo della produaone Tads and young" è uno dei più importanti appuntamenti del settore EDITORIA Pag. 14 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 35 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress L'Agenzia delle entrate ha aggiornato la dichiarazione sostitutiva per Canone tv, ampliati gli eredi Spazio per i non appartenenti alla famiglia anagrafica l'esenzione DI GIORGIA PACIONE Di BELLO 11 canone tv si apre a soggetti non appartenenti alla stessa famiglia anagrafica. L'erede del defunto potrà infatti inserire, nel modello di dichiarazione sostitutiva relativa al canone tv, anche un soggetto non appartenente alla stessa famiglia anagrafica del defunto, a cui è intestata l'utenza elettrica. Novità, data dall'Agenzia delle entrate il 4 aprile tramite l'aggiornamento riguardante la dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento alla televisione per uso privato. I cambiamenti apportati si possono trovare sia all'interno delle istruzioni sia nel modulo da compilare per dichiarare il non possesso di un apparecchio televisivo atto alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. Nelle istruzioni, alla pagina due, nella sezione del quadro B inerente alla «dichiarazione sostitutiva di una presenza di altra utenza elettrica per l'addebito del canone» hanno aggiunto che «nel caso di dichiarazione presentata dall'erede, il titolare dell'utenza elettrica su cui il canone è addebitato può non far parte della stessa fami-enzia glia anagrafica del deceduto. È il caso, ad esempio, in cui non ci sono familiari coabitanti del deceduto e l'erede non coabitante è titolare di altra utenza elettrica residenziale su cui è dovuto il canone». Sempre in relazione all'erede, nella stessa sezione, si è aggiunto che questo potrà compilare questa sezione dichiarando che il pagamento del canone tv, addebitato nella bolletta elettrica, dovrà essere addebitato al titolare dell'uten za elettrica, che potrà essere o egli stesso o un altro soggetto non facente parte della stessa famiglia anagrafica. Di conseguenza, nel quadro B andrà indicato il codice fiscale del soggetto a cui è intestata l'utenza elettrica e a cui il canone sarà addebitato. Proprio in virtù di questa modifica sono state tolte dal periodo le parole «del componente della stessa famiglia anagrafica», visto che il soggetto può anche non appartenere alla stessa famiglia anagrafica. Questa modifica si ripercuote anche sul modello precompilato della dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento alla televisione per uso privato nell'aggiunta della nota numero 4 nella sezione «dichiara», presente nel quadro B. ———©Riproduzione riservata——H EDITORIA Pag. 15 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 22 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress TELE-VISIONI Luca Mercalli, da climatologo tv (Rai3) a militante politico DI GIORGIO PONZIAMO Luca Mercalli da climatologo televisivo (Scala Mercalli, Rai3) a militante politico. Ha realizzato un video-spot per il comitato per il No al referendum costituzionale. Drastico il giudizio sulla riforma RenziBoschi: «Non facciamoci rubare gli ultimi spazi di sovranità popolare. Dobbiamo difendere ciò che rimane della democrazia». Angelo Guglielmi, per sette anni, dal 1987 al 1994, direttore di Rai3, non nasconde il suo pessimismo: «Finché la Rai non si trasforma in una grande azienda di produzione culturale, puoi chiamare a Viale Mazzini anche Gesù ma non risolvi niente». E boccia senza appello il nuovo dg, Antonio Campo Dall'Orto: «Mi è parso un uomo di nessun interesse e di totale inconsistenza. Non solo povero di idee, ma anche un po' gradasso». Giuseppe Cruciani (La Zanzara, Radio24) e le sue interviste irriverenti. Stuzzica il politologo americano ma ormai con solide radici in Italia, Edward Luttwak, e ad uscirne massacrato è Gino Strada, fondatore di Emergency: «Strada è quello che gestiva l'ospedale in Afghanistan ed era fiero di curare i talebani che poi uscivano dall'ospedale e ammazzavano di nuovo. Per lui tutto è uguale, lo stato islamico è uguale alla croce rossa svedese. Per lui non ci sono terroristi. Ai tempi del comunismo li chiamavano utili idioti». Kaley Cuoco, tra le attrici più pagate della tv americana, protagonista di The Big Bang Theory, sit-com in onda in Italia su Premium-Joi (Mediaset) ha postato su Instagram una foto in cui imbraccia un fucile, interpretata come un'adesione a chi negli Usa è favorevole al libero commercio delle armi. Fan divisi tra favorevoli e contrari con in più qualcuno che avanza l'ipotesi di un (discutibile) coup de théâtre per fare parlare di sé e del suo programma. Gigi Proietti tiene famiglia. È tornato in tv (Rail, tutti i martedì, da ieri sera) con la seconda serie di Una pallottola nel cuore, in cui interpreta la parte di un giornalista che si occupa di cronaca nera e risolve casi controversi. Al suo fianco ha voluto la figlia, Carlotta Proietti, e il regista Luca Manfredi ha risposto signorsì. La fiction potrebbe non essere il solo impegno televisivo di Gigi Proietti: «Esiste la possibilità», dice, «per EDITORIA adesso solo a livello embrionale, di realizzare un one man show di cui sarò protagonista». Myrta Merlino e le grandi manovre Mediaset per il palinsesto d'autunno. CanaleS la vorrebbe alla conduzione di Domenica Live, al posto di Barbara D'Urso, che continuerebbe ad occuparsi di PomeriggioS, ma l'ingaggio è complicato perché la Merlino è sotto contratto con La7 fino al 2018. A meno che l'editore Urbano Cairo non accetti una sorta di scambio, prendendosi da Canale5 Luca Telese. Il quale sarebbe sostituito alla conduzione di Matrix da Giovanni Minoli, che farebbe così una clamorosa rentrée televisiva. Anche Federica Panicucci dovrebbe lasciare Mattino Cinque per essere promossa in prima serata. Luca Zingaretti in versione export col suo Commissario Montalbano. La fiction è stata la più venduta a Screenings, meeting in cui la Rai propone i suoi programmi alle tv straniere (questa ventesima edizione si è svolta a Matera). Dopo il commissario ideato da Andrea Camilleri le serie più gettonate sono state Non uccidere, Lea, Luisa Spagnoli, II Paradiso delle signore e la nuova fiction II Sistema. Carlo Freccero, una vita dedicata alla tv, ora consigliere d'amministrazione Rai, se la prende coi reality, e quindi indirettamente con la concorrenza Mediaset: «Una volta i reality erano divertimento, oggi sono esibizione di miserie. L'isola dei famosi, C'è posta per te, Ciao Darwin: li guardo per vedere fino a che punto è arrivata la nostra società, come se leggessi un capitolo de / miserabili di Victor Hugo». Raf fael la Carrà e le gaffe a The Voice (Rai2). Introduce un concorrente filippino col saluto: Salani aleikum. E lui rimane interdetto perché i filippini non parlano l'arabo. Non basta. Dice: «Nelle Filippine la maggioranza della popolazione è musulmana». Peccato che l'81% sia cattolica. Mentre a un'iraniana ricorda che in Iran le donne non guidano l'auto e la concorrente strabuzza gli occhi. È in Arabia Saudita che le donne non possono mettersi al volante, in Iran guidano senza problemi. LaRaffa nazionale incespica. Licia Colò, esiliata a Tv2000, la televisione dei vescovi, col suo programma II mondo insieme, diventa testimonial di CoReVe, consorzio che ricicla il vetro. Nello spot è in compagnia di un gatto, a cui si rivolge: «Dicono che tu abbia tante vite, ma il vetro ne ha infinite». È davvero scesa dal Kilimangiaro. Roberto Marchetti e Massimo Vari sono gli animatori del nuovo Morning Show su Radio Globo (l'audience prevalente è a Roma e nel Lazio). Il patron della radio, Bruno Benvenuti, ha deciso di proporre, insieme, i due più popolari conduttori della sua emittente per tentare di calamitare ascolti di prima mattina e poi mantenere un discreto livello di fidelizzazione durate tutta la giornata. Morning Show su Radio Globo (l'audience prevalente è a Roma e nel Lazio). Il patron della radio, Bruno Benvenuti, ha deciso di proporre, insieme, i due più popolari conduttori della sua emittente per tentare di calamitare ascolti di prima mattina e poi mantenere un discreto livello di fidelizzazione durate tutta la giornata. Laura Pausini e Paola Cortellesi, nuova coppia su Rail per tre puntate (il venerdì sera). Sembrano tornati i tempi del glorioso Studio Uno. Hanno vinto la serata (del debutto) con 5,7 milioni di telespettatori (24,09%), sconfiggendo (un po' a sorpresa) Paolo Bonolis e il suo superpromozionato Ciao Darwin (5,1 milioni, 24,4%). Pupo e l'appello alla Rai. È stato per un paio di mesi ad Agon Channel poi l'emittente è entrata in crisi e lui s'è ritrovato senza lavoro, perciò ha inciso un disco e lo sta promozionando. Ma il suo obiettivo è riapprodare in tv: «Spero di poter tornare a fare qualcosa di interessante per la Rai, con la quale ho un rapporto molto bello e alla quale sono molto affezionato». Qualcuno a Saxa Rubra risponderà all'appello? Twitter: ©gponziano ——— ©Riproduzione riservata——H Pag. 16 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 29 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 145.182 Alleanze. Oggi l'incontro tra i legali - Incrocio azionano e Premium ai francesi VivendiMediaset, accordo a un passo MILANO L'accordo Vivendi-Mediaset sembra ormai a un passo. Dopo gli incontri di ieri, anche oggi secondo le indiscrezioni ci dovrebbe infatti essere un incontro cruciale tra i legali dei due gruppi per definire gli ultimi aspetti contrattuali. Se tutto andrà secondo le attese e se non ci saranno ostacoli in zona Cesarini, tra MILANO L'accordo Vivendi-Mediaset sembra ormai a un passo. Dopo gli incontri di ieri, anche oggi secondo le indiscrezioni ci dovrebbe infatti essere un incontro cruciale tra i legali dei due gruppi per definire gli ultimi aspetti contrattuali. Se tutto andrà secondo le attese e se non ci saranno ostacoli in zona Cesarini, tra domani e venerdì, invece, dovrebbero essere convocati i consigli di amministrazione di Mediaset e di Vivendi per l'approvazione dell'operazione. L'intesa (che prevede uno scambio azionario del 3,5% e il passaggio di Premium ai francesi) sarà su tre livelli: pay tv, contenuti e distribuzione. Carlo Festa" pagina 31 MILANO L'accordo Vivendi-Mediaset sembra ormai a un passo. Dopo gli incontri di ieri, anche oggi secondo le indiscrezioni ci dovrebbe infatti essere un incontro cruciale tra i legali dei due gruppi per definire gli ultimi aspetti contrattuali. Se tutto andrà secondo le attese e se non ci saranno ostacoli in zona C Vivendi sarini, Andamento del titolo a Parigi 21,0Variazione tra domani e venerdì, invece, dovrebbero ess 19,5 re c 18,0 nvoc 16,5 ti i 31/12/15 consigli 05/04/16 di ammin Alleanze. Vicino l'annuncio, salvo slittamenti alla prossima settimana: incrocio azionario e Premium ai francesi Vivendi-Mediaset, accordo a un passo Oggi incontro tra i legali di Chiomenti e Carnelutti - Attesa per la convocazione dei Cda Carlo Festa v L'accordo VivendiMediaset sembra a un passo. Dopo gli incontri di ieri, anche oggi secondoleindiscrezionici dovrebbe infatti essere un incontro cruciale trai legali per definire gli ultimi aspetti contrattuali. Se tutto andrà secondo le attese e se non ci saranno ostacoli in zona Cesarini, tra domani e venerdì, invece, dovrebbero essere convocati i consigli di amministrazione di Mediaset e di Vivendi per l'approvazione dell'operazione. Se questa sembra la probabile tempistica, che resta ancora soggetta a possibili slittamenti, l'impalcatura finanziaria dell'operazione sembra già decisa. Tutto ruoterà attorno allo scambio azionario del 3,5 per cento di Vivendi e di Mediaset, tramite il quale sarà cementata l'alleanza. La quota di Vivendi vale 870 milioni, quella di Mediaset 150 milioni. La differenza di capitalizzazione sono dunque circa 700 milioni, quindi più o meno il valore dell'89% della piattaforma a pagamento in mano a Cologno. Infatti Mediaset Premium sarebbe stata valutata complessivamente circa 800 milioni di euro, compresa la quota dell'n per cento di Telefonica (valore 100 milioni). Al termine dell'operazione Vivendi rileverà tutta Premium, salendo al 100 per cento e comprerà anche la quota di Telefonica liquidando il gruppo iberico. Quest'ultima, in base ad accordi contrattuali con Mediaset, può infatti cedere la sua quota in caso di ingresso di soggetti terzi. La galassia Bolloré LE PRINCIPALI PARTECIPAZIONI Italiane Straniere Mediobanca Socfin Group BigBen Interactive Gaumont Vallourec 7,94% 14,5% 38,7% 21,4% 9,6% 1,6% Canal vivendi Vivendi Universal Music TELECOM ITALIA Fonte: Documenti aziendali Telecom C'è, invece, da dare qualche dettaglio in più sul piano di alleanza industriale studiato da Pier Silvio Berlusconi e dal management di Vivendi. L'intesa sarà su tre livelli: pay tv, contenuti e distribuzione. Con l'acquisizione di Premium Vivendi punta a riunire in un'unica piattaforma europea le sue tv a pagamento: cioè Canal+ e a questo punto Pre EDITORIA IL PIANO INDUSTRIALE Secondo il progetto presentato da Tarak Ben Ammar l'obiettivo sarebbe creare una United Artists europea anti-Netflix mium. L'operazione di consolidamento dovrebbe permettere Pag. 17 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 29 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 145.182 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress alla nuova realtà di avere maggiore potere contrattuale nella negoziazione dei diritti, ad esempio sul calcio, con la copertura di più aree geografiche. Ma la vera novità sarà sul lato dell'alleanza con Mediaset sulla produzione dei contenuti e sulla distribuzione. Le piattaforme che verranno costituite saranno infatti aperte ad altri soggetti europei attivi nella produzione di contenuti, in modo da creare una grande alleanza di produttori. Il piano che avrebbe in mente Tarak Ben Ammar, l'imprenditore che sta consigliando la famiglia Berlusconi e anche Vivendi sul dossier, sarebbe quello di creare una sorta di United Artists europea, una grande casa di produzione capace di contrastare quello che ormai è considerato l'antagonista numero uno nel settore dei contenuti e della distribuzione degli stessi: cioè l'americana Netflix. Tanto che la stessa piattaforma distributiva di Mediaset e Vivendi (che per ora accoglierebbe Watchever in Germania e Infinity in Italia e Spagna) sarebbe aperta all'ingresso di altri gruppi europei con l'apporto delle attività nel settore. Entro il fine settimana (dopo gli incontri di oggi tra i legali delle parti impegnati sui contratti, cioè l'avvocato Luca Fossati di Chiomenti e Nicolò Bastianini di Carnelutti) si attende il via libera al progetto. EDITORIA Pag. 18 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 24 Direttore Responsabile Diffusione Testata Mario Calabresi 327.329 Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress L'accordo. A giorni la sigla dei contratti che prevedono uno scambio di quote del 3,5% e il passaggio della pay tv del Biscione ai francesi Pronta l'alleanza Bolloré-Berlusconi mentre Telecom è attaccata da Enel Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Pier Silvio Berlusconi SARABENNEWITZ GIOVANNI PONS MILANO Ormai è conto alla rovescia per l'accordo quadro tra Vivendi e Mediaset che sancirà un'alleanza di ampio respiro tra i due gruppi. E che potrebbe essere il primo passo per un successivo passaggio di mano del gruppo televisivo fondato da Silvio EDITORIA Berlusconi. L'accordo messo a punto da Luca Fossati per lo studio Chiomenti e dallo studio Carnelutti ruota intorno a uno scambio di partecipazioni del 3,5% tra Vivendi e Mediaset, con contestuale nomina di un amministratore nei rispettivi consigli di amministrazione. Un uomo indicato da Vincent Bolloré entrerà nel cda di Cologno Monzese e Pag. 19 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 24 Direttore Responsabile Diffusione Testata Mario Calabresi 327.329 dall'altra parte toccherà a Pier Silvio Berlusconi far parte del Consiglio di sorveglianza di Vivendi. Al gruppo francese, inoltre, verrà conferito il 100% di Mediaset Premium, la pay tv che fa concorrenza a Sky ma che ha i conti strutturalmente in rosso. Nella sostanza Mediaset si toglie dal bilancio la zavorra della pay tv che sta incontrando crescenti difficoltà. Fatti due calcoli, ai valori di Borsa di ieri, il 3,5% di Vivendi vale 867 milioni di euro mentre il 3,5% di Mediaset 143 milioni. La differenza è rappresentata dall'89% di azioni Premium che vengono così valutate 724 milioni di euro, per un valore complessivo dell'azienda Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress tempistica ben definita entro la quale Infinity ( Mediaset ), Canal Play (Canal Plus), Watchever (Vivendi in Germania) e forse anche l'Over thè top di Telefonica dovranno mettersi insieme, con il contributo anche di due o tre grandi major holliwodiane interessate a contrastare Netflix. «Gli azionisti di Cologno posso no ipotizzare che prima o poi il colosso francese possa aumentare la sua partecipazione come ha fatto con Telecom Italia», aggiunge Cecchinato. Tutti si stanno chiedendo se l'alleanza andrà a impattare anche sulla stessa Telecom. Ciò non è previsto dai contratti ma è chiaro che Vivendi, azionista al 24,9% di Telecom, potrebbe spingere di 813 milioni. Telefonica, Premium sempre più nelle braccia titolare dell'altro 11%, conferirà anch'essa le sue azioni in cambio della società telefonica per stimolare la vendita di nuove di titoli Vivendi. Mediaset e connessioni attraverso contenuti Vivendi pescheranno i titoli oggetto di concambio dal bacino proprietari. Andando così a delle azioni proprie: per l'azienda intaccare gli accordi esistenti con presieduta da Fedele Confalonieri Sky e Netflix. Telecom ha infatti l'assemblea ha già autorizzato l'ac l'esigenza di contrastare con forza l'ingresso nel mercato dell'Enel, quisto e la vendita di tali azioni che sta per annunciare un piano in mentre per la società francese grande stile per posare la fibra l'assemblea del 21 aprile sancirà le ottica nelle aree dove Telecom è modalità tecniche del concambio. già presente. Con Enel si sono già «Il conferimento di Mediaset schierate sia Vodafone che Wind, Premium a Vivendi è positivo per e in prospettiva anche Fastweb la società italiana perché deconsolida le attività che bruciano sarà della partita per completare la copertura sul territorio della cassa, come Mediaset Presua rete già molto capillare. L'ad Fastweb Alberto Calcagno ha Fastweb investirà altri di annunciato ieri il potenziamento 500 milioni per portare della propria rete in fibra la copertura della rete al portando fino a 200 megabit la di connessione in 30 città 50% della popolazione velocità italiane entro il 2016 (60 nel 2017 e 100 nel 2018). E con un investimento di 500 milioni Fastweb conta di arrivare nel Vincent Bollorè mium e i diritti del 2020 a una copertura del 50% calcio, e libera risorse da reinvestire della popolazione. Tutte notizie nella tv generalista che da sempre fa dolorose per Telecom. utili e che è il suo core business», eftlPROOUZIONE RISERVATA spiega Alberto Cecchinato, analista U QUOTA Vivendi e Mediaset si scambieranno un pacchetto pari al 3,5% attingendo al giardinetto di azioni proprie che le due aziende media già controllano, diventando sode IA VANTAZIONE Per colmare la differenza di valore tra Mediaset (4 m ld) Cologno conferirà il suo 89% di Premium ai francesi ricevendo in cambio azioni per oltre 700 mln di euro IA VANTAZIONE Per colmare la differenza di valore tra Mediaset (4 m ld) Cologno conferirà il suo 89% di Premium ai francesi ricevendo in cambio azioni per oltre 700 mln di euro finanziario di Fidentiis. «Al momento è invece difficile stimare se ci siano, e di quali entità, i vantaggi di Vivendi, nel mettere insieme Mediaset Premium e Canal Plus». L'alleanza ha inoltre un forte coté industriale poiché Mediaset e Vivendi uniranno le forze per produrre contenuti originali da veicolare sia sulle loro pay tv (Premium sarà gestita interamente dai francesi) sia su una piattaforma on demand di nuova costituzione che nelle intenzioni dovrà cercare di frenare l'a- vanzata di Netflix nel Sud Europa. Nei contratti vi è infatti una EDITORIA Pag. 20 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 13 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress ————— ——————————————_t_jjJJ>lJj_J_jLAJ^_U_ ———————————————'————— Da questo punto di vista quindi è del tutto improprio parlare di alleanza fra i due gruppi Vivendi pesa sei volte Mediaset Intanto in Francia si pensa a ri-nazionalizzare le tcl viene concesso un ruolo nella migliore delle ipotesi non completamente marginale ma sicuramente secondario. La seconda considerazione è che quello che avviene tra Vivendi e Mediaset riguarda molto da vicino quello che avviene tra la stessa Vivendi e Telecom Italia. L'operazione di Vivendi su Telecom Italia ha dei contorni misteriosi sia perché, ripetiamo, Vivendi sarebbe in teoria una media company pura, sia perché, sempre in teoria, il futuro sarebbe un consolidamento tra operatori telecom europei, sia perché, infine, Orange non ha fatto nessun mistero di voler considerare un matrimonio con Telecom Italia. Quello che oggi è già chiaro è che Vivendi ha occupato una posizione strategicamente dominante dopo l'acquisto del controllo di Telecom Italia. È Vivendi che da le carte sul mercato telecom/media italiano potendo determinare in via esclusiva i destini di Telecom Italia e potendo fare sistema con Mediaset dall'alto di una capitalizzazione molto superiore, una solidità patrimoniale invidiabile e potendo trattare con un partner che invece occupa una posizione competitiva con diverse ombre. L'unico soggetto che potrebbe sedersi al tavolo con Vivendi e provare, quanto meno, a indirizzare la partita è il governo italiano che finora per incapacità o quelle nelle telecomunicazioni, per altro è stato completamente diventare una società media pura. assente. È davvero singolare Nel portafoglio di Vivendi è leggere, proprio in questi giorni, sicuramente Telecom Italia dei tentativi del governo francese l'anomalia strategica, mentre di indirizzare la fusione Mediaset Premium sarebbe l'investimento naturale. Mediaset, alleandosi con Vivendi, uscirebbe da un'impasse strategica che in questo moment» la relega a fare tra Bouygues Telecom e Orange competizione a una Rai con decine (già France telecom). Il governo di canali e più di un miliardo di francese che ha il 23% dell'ex euro all'anno assicurato dal canone monopolista Orange si sta e dall'altra a un operatore leader prendendo tutto il tempo indiscusso nel segmento premium necessario per decidere perché non del mercato. A questo punto ci vuole che la sua quota si diluisca sarebbero défie considerazioni da troppo in un operatore che fare. La prima è che il termine « controllerebbe il 60% del mercato alleanza» tra Mediaset e Vivendi è dopo una fusione che ridurrebbe i improprio perché Vivendi oggi è competitor da quattro a tre. Orange grande quasi sei volte Mediaset. In vorrebbe comprare le attività quasi tutti gli scenari possibili e telecom di Bouygues, ma siccome immaginabili a questo stadio delle quest'ultima si ritroverebbe con il trattative questa alleanza sarebbe in 15% del nuovo soggetto e siccome sostanza un'acquisizione di il governo francese avrebbe una Mediaset da parte di Vivendi in cui diluizione ritenuta eccessiva, allora a Mediaset, o ai suoi azionisti l'operazione forse non si fa e se si italiani, fa bisogna accontentare il governo cambiando i DI PAOLO ANNONI Secondo un rumour riportato da Le Monde, Vivendi avrebbe intenzione di comprare il 3,5% di Mediaset con lo scopo di acquisire successivamente il controllo di Mediaset Premium pagando in azioni e cassa. Sempre secondo il quotidiano francese, la mossa sarebbe «assolutamente amichevole» e Mediaset potrebbe, a sua volta, comprare azioni di Vivendi. I rumour su Telecom Italia, Mediaset e dintorni fanno un salto di qualità; fino a qualche mese fa, lo scenario più probabile era un «matrimonio di interessi» tra Sky e Mediaset Premium. In quest» scenario, Sky si sarebbe messa al riparo dal pericolo di una guerra di prezzi con Mediaset dopo la perdita dei diritti della Champions League, mentre Mediaset avrebbe ottenuto una quota, di minoranza, nel mercato della pay per view abbandonando una strada che si stava e si sta rivelando molto costosa e dai ritorni incerti. L'acquisizione del controllo di fatto di Telecom Italia da parte di Vivendi aveva da subito fatto pensare a un'alleanza con Mediaset. Vivendi ha venduto tutte le partecipazioni, incluse EDITORIA termini per garantire alla Francia un controllo che non possa essere messe in discussione. Ricordiamo che, secondo la legge francese, le azioni degli azionisti locali detenute da più di due anni contano doppio. Quindi, siccome lo Stato francese non venderà mai le sue azioni pesano molto di più del 23%. La conclusione dell'Ft di ieri era che «sembra che lo Stato francese stia silenziosamente riprendendo il controllo delle telecomunicazioni francesi». Mentre il governo francese controlla le sue telecom noi facciamo fare al mercato.... Vorremmo infine fare una puntualizzazione su Mediaset; ognuno può pensare quello che vuole su Berlusconi, ma il sistema «Italia» aveva una presa abbastanza chiara sul gruppo e diversi contro pesi come hanno dimostrato la storia e la cronaca recenti. Questo accadeva perché Berlusconi era italiano e aveva aziende italiane che sviluppavano le loro attività in Italia. Siccome in Italia non ci sono milioni di gruppi televisivi e invece c'è un oligopolio con due aziende private, di cui una controllata da un imprenditore straniero che ha avuto qualche problema in Inghilterra, forse, anche in quest» caso, bisognerebbe stare attenti a chi portare a casa e consegnare una fetta così importante dell'informazione. Per esempio, gli Stati Uniti imposero a Rupert Murdoch la rinuncia alla cittadinanza australiana e l'adozione di quella americana, presa nel 1985, perché, senza, non avrebbe potuto comprare alcuna tv americana. Per dire che su media e telecom sia da questa parte dell'Atlantico, in Francia, che dall'altra l'attenzione è sempre massima. Chissà se anche l'Italia deciderà di adeguarsi alle «best practices» internazionali... IlSussidiario.net Pag. 21 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 21 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Mediaset-Vivendi, raccordo sarà ufficializzato a breve Dovrebbe arrivare oggi o al massimo domani l'accordo tra Mediaset e Vivendi. Secondo una fonte vicina ai francesi citata dal quotidiano Les Echos, «la base per un accordo è stata stabilita» e l'annuncio dovrebbe essere fatto già in questi giorni. Già Milano Finanza aveva rivelato che gli ultimi ritocchi erano quasi fatti e che entro la settimana sarebbe arrivata la comunicazione, o al massimo potrebbe ai primi giorni della prossima. Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, Mediaset Premium, la pay tv del Biscione, finirebbe sotto il controllo di Vivendi. Il gruppo francese inoltre acquisirebbe anche il 3,5% di Mediaset che a sua volta riceverebbe una analoga quota di Vivendi. Il 3,5% di Mediaset vale circa 150 milioni di euro mentre U 3,5% di Vivendi 880 milioni, l'89% di Mediaset Premium sarebbe valutato circa 730 milioni di euro. Anche la spagnola Telefonica, che detiene il 11%, venderebbe la sua quota a Vivendi, mentre nel cda del gruppo francese entrerebbe Pier Silvio Berlusconi. L'operazione, ha scritto Les Echos, sta suscitando numerosi dubbi da parte degli analisti: Mediaset Premium è in perdita e ha la metà degli abbonati di Sky Italia, la pay tv di Rupert Murdoch, con circa 4 milioni di clienti. Non sarà facile recuperare. «Vivendi non ha già abbastanza problemi a raddrizzare Canal* in Francia?», si chiedono alcuni. L'acquisizione di Mediaset Premium e la partecipazione in Telecom Italia fanno parte di un quadro più ampio. Vivendi si rafforzerebbe nella produzione di contenuti in Italia e con Telefonica, di cui è anche azionista, punterebbe alla creazione di una «Netflix del Sud Europa». Intanto ieri il titolo Mediaset ha chiuso in calo del 5,68% a 3,452 euro, dopo essere stata sospesa per eccesso di ribasso. EDITORIA Pag. 22 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 21 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 DI ANDREA MONTANARI A llora mettiamo i puntini sulle «I». O y^ sulle «O». Quelle di Sollecito Raf^^^ faele, bel ragazzo coinvolto anni fa JLm JL(2007) in uno dei più macabri e misteriosi delitti della cronaca nera del nuovo Millennio: quello della studentessa Meredith Kercher, morta a Perugia in una notte di sesso, droga&rock'nroll. Innanzitutto: la notizia non è o non sarebbe nuova perché il programma che lo vede coinvolto è già in onda o, per dirla meglio, on air da sabato scorso. In più, e proprio per capire di cosa si sta discutendo sui social: lo stesso direttore del Tgcom24 e non solo, Paolo Liguori, Fha detto chiaro e tondo in conferenza stampa, lunedì al ristorante Oste&Cuoco dello chef Filippo La Mantia: Sollecito è uno specchietto per le allodole al quale Mediaset, il Tgcom24 e l'area News di Cologno hanno fatto ricorso per far parlare e interrogare i media. Visto che il programma in questione II giallo della settimana, spin-off di Quarto grado, va in onda il sabato sera quando i televisori degli italiani che stanno a casa sono accesi sul programma di Maria De Filippi o sull'anticipo della Serie A, al massimo su qualche film trasmesso dalle pay-tv. È evidente, quindi, che appena un mezzo Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress CHE GLI HA TESO PAOLO LIGUORI PER FAR PARLARE DEL SUO CANALE Chi polemizza su Raffaele Sollecito su Tgcom24 è caduto nella trappola d'informazione controllato da Silvio Berlusconi s'inventa qualche cosa di provocatorio o stuzzicante o peggio pruriginoso, la protesta globale si solleva, i social s'indignano e la gente inizia subito a mettere all'indice le persone. Gridando allo scandalo o giù di lì. E invece, Liguori, classe 1949, che il Tgcom l'aveva diretto dal 2003 al 2011, salvo poi essere richiamato in fretta e furia per rilanciare il sito e soprattutto il canale all news (essendo uno dei pochi che davvero ci capisce di web, digitale e new media) si è inventato, grazie ai suoi collaboratori, questa novità. Del resto, come ha detto Liguori, quale criminologo o presunto tale conosce meglio di altri i meandri e i gangli della giustizia italiana? Almeno lui, il biondino piacione che ha fatto innamorare la bella Amanda Knox, possibile eroina di un film horrorsplatter, quella situazione l'ha vissuta sulla pelle. Salvo poi, che piaccia o no, ne sia uscito illeso, sano e salvo. Soprattutto: assolto. E quindi oggi, giudizi personali a parte, Sollecito è una persona normale, come tantissime altre. Che poi c'è una soluzione definitiva, in caso, nella democrazia dell'etere, per non vederlo: cambiare canale. O spegnere la tv. ———©Riproduzione riservata——^ EDITORIA Pag. 23 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 20 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Per le decisioni strategiche della società Tavolo editori radio occorre Vok deW80% del capitale Nuova Audiradio, ecco le cifre Uindagine sugli ascolti non costerà più di 2 mln di euro DI CLAUDIO PLAZZOTTA La nuova indagine sugli ascolti del sistema radiofonico, al via nel 2017 dopo la costituzione della società Tavolo editori radio srl, non potrà costare più di due milioni di euro. Infatti, come da impegni presi dagli editori soci, «i costi dell'indagine dovranno incidere sul fatturato dell'industria radiofonica in misura non dissimile dall'incidenza delle altre currency sui fatturati dei relativi comparti». Per la tv il costo di Auditel (18 milioni di euro nel 2015) è pari a circa lo 0,5% del fatturato pubblicitario televisivo (3,65 mld di euro nel 2015). E tenuto conto che il mercato radiofonico vale circa 373 milioni nel 2015, i conti son presto fatti: 1,8 milioni di euro per la nuova Audiradio. Costi, invero, molto bassi rispetto a quelli della vecchia Audiradio: nel 2009, per fare un esempio, erano pari a circa sei milioni di euro, di cui 2.270.800 euro per la Cati telefonica affidata a Doxa e Unicab, e quasi 3,4 milioni di euro per quella Panel diari, sempre affidata ai due istituti di ricerca, cui sommare poi altri costi di gestione delle due indagini, fino a un totale vicino a quota sei milioni annui. Per ora ci si accontenterà, invece, della sola Cati telefonica, cercando di spuntare un prezzo di favore, magari dalla stessa Gfk Eurisko che con il suo RadioMonitor ha creato una indagine in grado di tappare la falla aperta dalla messa in liquidazione di Audiradio nell'estate del 2011. Come già anticipato da ItaliaOggi, la nuova società Tavolo editori radio srl, costituita a Milano lo scorso 1° aprile, è presieduta da Nicola Sinisi, e ha un capitale sociale di 110 mila euro EDITORIA così ripartito: Rai 15,8%, Aeranti-Corallo 15%, Frt 15%, Rbl (che controlla Finelco) 12,6%, Elemedia 12,5%, Rtl 102,5 con il 7,3%, Rds 5,7%, Radio Italia 5,5%, II Sole-24 Ore 3,6%, Kiss Kiss 3,6%, Rti 3,4%. Per la gran parte delle decisioni strategiche sarà necessario il voto favorevole di almeno l'80% del capitale sociale, rendendo, euro più interessi. Insomma, Audiradio srl vive e lotta insieme con noi. Non si è ancora trovata una decisione condivisa per la cessione del marchio Audiradio; lo scorso 24 luglio 2015 la quota del 2,5% del capitale di Audiradio, in capo a Nuova radio spa, è stata ceduta a II Sole-24 Ore spa. E, intanto, nel solo 2014, i costi per compensi a liquidatori e consulenti sono ammontati a 300 mila euro. quindi, determinante il voto dell'emittenza locale rappresentato da AerantiCorallo e Frt. Il Tavolo editori radio dovrà perciò lavorare in grande armonia e con una linea condivisa dalla stragrande maggioranza. Provando a sanare le fratture create dagli scontri all'interno della vecchia Audiradio. Una società messa in liquidazione nel 2011, partecipata dagli editori radio e pure da Upa, Assap, Unicom, ma che, contrariamente a quanto uno potesse pensare, continua a esistere, con sede legale in Largo Arturo Toscanini 1, a Milano. Solo nel 2014 si è chiuso l'ultimo rapporto di lavoro di un dipendente Audiradio, mentre sono andate avanti le cessioni di cespiti e il contenzioso presso la Camera arbitrale di Milano contro Doxa e Unicab. Il liquidatore Domenico De Tullio ha sovrainte so a bilanci Audiradio con un valore della produzione (cessione di cespiti) per 339 mila euro nel 2012, ancora 339 mila euro nel 2013, e 68 mila euro nel 2014. Ha poi chiuso il contenzioso arbitrale, aperto contro Doxa e Unicab per il Panel Audiradio 2010 «inutilizzabile per gravissimi vizi statistici». La Camera arbitrale ha stabilito la cancellazione di un debito di Audiradio verso i due istituti per 148 mila euro, e ha chiesto ai due istituti di restituire ad Audiradio 98 mila euro più interessi. Audiradio, invece, dovrà pagare a Doxa e Unicab 45 mila Pag. 24 Mercoledì 06/04/2016 35 Direttore Responsabile Diffusione Testata Vittorio Parazzoli 9.000 Media Tavolo Editori Radio, assegnata alla Rai la prima presidenza della nuova società per la ricerca sulle audience II direttore di RadioRai, Nicola Sinisi, assume l'incarico, assegnato annualmente e a rotazione tra i vari membri della srl nata lo scorso 1° aprile, con un capitale sociale di 110 mila euro. La prima indagine dovrebbe essere avviata dall'anno prossimo di Silvia Antonini Con un 70% del capitale sociale controllato dai network nazionali, e il 30% nelle mani dell'emittenza beale, rappresentata da FRT e Aeranti Corallo m parti uguali, è nata lo scorso Taprile la Tavolo Editori Radio srl, la società che a partire dal 2017 produrrà una nuova ricerca sugli ascolti radiofonici. Come anticipato da DailyMedia del 4 marzo 2016, la società è partecipata dai diversi soci con quote ripartite m base al numero di emittenti che fanno capo al singolo gruppo editoriale, e allo share complessivo che rappresentano. Il capitale sociale della srl, di 110 mila euro, è così ripartito: Rai, 17.380 euro; Aeranti Corallo, 16.500 euro; FRT, 16.500 euro; Finelco (attraver so RB1), 13.860; Elemedia (Gruppo Espresso), 13.750 euro; RTE 102,5, 8.030 euro; RDS, 6.270 euro; Radio Italia, 6.050 euro; Radio 24 (Gruppo 24 Ore), 3.960 euro; Radio Kiss Kiss, 3.960 euro; R101 (Mediaset) 3.740 euro. Dovendo rappresentare m modo equo gli interessi di tutti gli operatori rappresentati direttamente e non nel capitale sociale, l'assemblea è chiamata a deliberare con presenza e voto favorevole dell'80% dei soci nel caso di modifiche allo statuto e dellatto costitutivo, nonché di aumento del capitale sociale, quindi nel caso - per ora non contemplato - dell'ingresso di rappresentanti del mercato, Upa m testa. Ea maggioranza ultra qualificata è richiesta ovviamente anche per tutte le délibère che riguardano le ricerche di mercato che verranno effettuate e, nello specifico, perla ricerca quah-quantitativa sulle audience radiofoniche. Quindi, maggioranza qualificata per costi e loro ripartizione; per i cnteri di selezione tramite gara - le cui modalità sono determinate sempre a maggioranza qualificata - del soggetto o dei soggetti cui sarà affidata la realizzazione dell'indagine, indicati dal comitato tecnico; per l'utihzzazione della denominazione e del marchio dell'indagine; infine, per la determinazione delle modalità di divulgazione dei dati relativi ai risultati della ricerca. Contemporaneamente alla costituzione della società è stato nominato il consiglio di amministrazione, la cui presidenza a rotazione annuale è stata affidata alla Rai come auspicato dal presidente di RTE 102.5, Eorenzo Suraci (vedere DailyMedia Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. EDITORIA Pag. 25 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 30 Direttore Responsabile Diffusione Testata Mario Calabresi 327.329 IL COMMENTO Se i social network dettano i tempi della rivoluzione Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress SIMONE MARCHETTI L 2016 sarà ricordato come l'anno della fine del prètà-porter e l'inizio di qualcosa a cui il fashion system non ha ancora dato un nome preciso. La notizia di Gucci che unifica le sfilate maschili e femminili è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una transizione più ampia. La rivoluzione in atto nella moda è iniziata più di un anno fa e oggi ruota intorno a due perni. Il primo è la relazione strettissima che si è instaurata tra amministratori delgati e stilisti. Un tempo in antitesi, oggi le due figure condividono tutto e si spalleggiano in un modus operandi in cui il coraggio e il rischio hanno sostituito la sicurezza del marketing e le logiche della finanza che hanno dettato legge per un decennio. Il duo Marco Bizzarri e Alessandro Michele, artefici del rilancio di Gucci, ne è un esempio éclatante. Ma il caso di Christopher Bailey, nel doppio ruolo di Geo e direttore creativo di Burberry, è l'estremizzazione di un percorso ormai imprescindibile. Il secondo punto fermo sono i consumatori contemporanei: vivono attaccati ai propri smartphone, conoscono tutto e sono iper-informati, come mai successo prima, grazie a una ramificazione di conoscenze provenienti dai social con un ritmo costante e in tempo reale. Per conquistarli serve un messaggio forte, immediato, qualcosa che vada ben oltre le categorie classiche del maschile e del femminile. Gucci e Burberry hanno aperto una breccia: non tutti dovranno seguirli, ma tutti dovranno sicuramente confrontarsi col cambiamento iniziato. EDITORIA Pag. 26 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 14 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 79.055 ALLA VIGILIA DEL VIAGGIO NEGLI USA, MARGRETHE VESTAGER STRINGE SU TUTTI I DOSSIER Ue accelera l'inchiesta su Google // Commissario europeo per la concorrenza ha parlato di progressi nelle indagini su Adsense e Android Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress DI NATALIA DROZDIAK t I Unione europea sta «facendo progressi» nelle indagini aperte su Alphabet, la capofila di Google, per abuso di posizione dominante relativamente al servizio di pubblicità Adsense e al sistema mobile operativo Android. Queste le dichiarazioni del Commissario europeo per la concorrenza, Margrethe Vestager, che anticipano la visita negli Stati Uniti in programma per mercoledì e suggeriscono che il Garante potrebbe formalizzare ulteriori accuse contro il colosso tech. Lo scorso aprile, Vestager ha avviato procedimenti formali contro Google con l'accusa di manipolazione dei risultati del motore di ricerca in favore del servizio di supporto all'ecommerce di proprietà della società. All'epoca, il Commissario ha altresì fatto partire un accertamento sulla condotta del gigante nei confronti di Android e ha dichiarato che avrebbe tenuto sotto stretta osservazione il comportamento del big in altre aree. Sotto la lente anche la presunta prassi di impedire o ostacolare gli operatori dei siti web nella pubblicazione di annunci sui propri spazi in concorrenza con il business pubblicitario di Mountain View. Stando a indiscrezioni, l'Unione europea avrebbe recentemente inviato dei questionari a vari player, richiedendo informazioni più dettagliate sulle pratiche di Google nella pubblicità. Alcune fonti hanno rivelato che i moduli trattavano informazioni che vanno al di là del tema dell'imposizione dell'esclusiva sui servizi pubblicitari. «La pubblicità è un elemento fondamentale. Google basa la propria attività sulla capacità di attrarre il pubblico nel proprio ecosistema, scoraggiandolo dali'abbandonarlo, in modo da esperio alla pubblicità, ed è lì che si fanno i soldi», ha spiegato Alee Burnside, legale specializzato in antitrust dello studio Cadwalader, Wickersham & Taft di Bruxelles, EDITORIA che assiste diversi ricorrenti contro Big G. Lunedì, Vestager ha ricordato che il fascicolo su Android resta una delle massime priorità, ma ha aggiunto di non sapere quando l'indagine potrà essere completata. Ha spiegato che la Commissione sta analizzando «le licenze abbinate, per cui la scelta del sistema Android implica una suite di applicazioni Google». Una delle questioni sollevate dali'Ue all'apertura dell'indagine di un anno fa era l'asserzione che Google richiedesse ai produttori di smartphone e tablet di preinstallare una serie di proprie applicazioni per i messaggi, la ricerca, le e-mail e altre funzioni, in caso intendessero includere una qualsiasi di esse. Google ha optato per un «no comment», mentre anche News Corp, editore del Wall Street Journal, ha presentato una denuncia formale presso la Commissione circa le pratiche commerciali dell'azienda. Inoltre, Vestager vuole assicurarsi che nei prossimi mesi si possa iniziare a chiudere THEHmSTIEETJMTffiAL ai clienti, per esempio proibendo loro di ri-esportare il gas in un altro Paese. Nell'intervista di ieri, Vestager ha respinto anche le accuse dagli Stati Uniti di discriminazione contro i player americani. L'Ue ha dato avvio a investigazioni di alto profilo sulle agevolazioni fiscali in alcuni Stati membri, tra cui Irlanda e Lussemburgo, per violazione delle disposizioni in materia di aiuti di Stato alle imprese. Se le prassi saranno giudicate illegali, l'Europa potrebbe richiedere a questi Paesi di recuperare i fondi aziendali relativi agli sgravi fiscali. «Quello che stiamo facendo per ogni azienda, che sia statunitense alcuni dei tanti casi in tema di o europea, è verificare che la concorrenza aperti dali'Ue negli concorrenza non la faccia franca ultimi anni, tra cui l'indagine ha precisato il Commissario. Tra Gazprom, il gigante russo le società statunitensi le cui dell'energia. Il Commissario ha rivelato che sono ancora al vaglio pratiche fiscali sono sotto due possibili piste: la possibilità di inchiesta spiccano Apple e pronunciarsi formalmente contro la Amazon. Tuttavia, sono implicate anche società al di società fuori degli Stati Uniti. Il o l'eventualità di un segretario al Tesoro Usa, Jack patteggiamento. «Resta da Lew, ha scritto alla Commissione vedere se una procedura di in febbraio criticando l'Ue per impegno può avere avere preso di mira le aziende successo», ha commentato. Di americane sulla questione degli recente, Gazprom stessa ha sgravi fiscali. Durante il viaggio comunicato che le due parti negli Stati Uniti, Vestager stavano facendo progressi verparteciperà alla riunione annuale so «una soluzione dell'American Bar Association a reciprocamente accettabile». Lo Washington, dove incontrerà scorso aprile, la Commissione anche Lew, così come i membri europea ha accusato statale russa del Congresso e di violazione della legislazione l'amministrazione, nonché europea in materia di antitrust in Michael Froman, il otto Paesi dell'Europa Centrale e rappresentante per il commercio Orientale, dove ricopriva una degli Stati Uniti. Traduzione di posizione dominante nella Giorgia Crespi fornitura di gas. L'Authority ha affermato che i termini restrittivi dei contratti Gazprom imponevano vincoli territoriali Pag. 27 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 12 Direttore Responsabile Diffusione Testata Virman Cusenza 139.923 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress 11 Cyber security, il ruolo italiano Paolo Messa Gli Stati Uniti sono la patria dell'innovazione tecnologica ed anche dal punto di vista della sicurezza cibernetica non vi sono dubbi che Washington sia considerata unanimemente quale punto di riferimento a livello globale. In Italia la consapevolezza e gli investimenti sono ancora molto al di sotto di quanto sarebbe invece necessario per proteggere gli asset delle istituzioni, delle aziende e dei singoli privati. Ciò nonostante, possiamo vantare alcune eccellenze che come tali sono apprezzate anche oltreoceano. Da oggi e fino a venerdì il Consorzio interuniversitario nazionale informatica (Cini) sarà presso la sede dell'agenzia federale americana NIST per presentare il "Framework nazionale per la cyber security", frutto di un lavoro che ha visto protagonisti la nostra intelligence insieme ai principali atenei italiani. Il governo americano è impegnato in una revisione della propria architettura di cyber security ed ha scelto di avere un confronto con le migliori esperienze a livello internazionale per definire policy più efficaci e garantire così standard più elevati di sicurezza informatica. Il Laboratorio nazionale di cyber security del Cini nasce nel 2014, vede la partecipazione di esperti provenienti da 34 università italiane ed è diretto dal professor Roberto Baldoni dell'università La Sapienza di Roma. A Washington, come rivelato da Cyber Affairs, ci sarà occasione di incontrare gli esponenti della sicurezza della Casa Bianca e delle diverse agenzie federali. Gli ambiti per la potenziale collaborazione fra Stati Uniti ed Italia variano dalla governance della cyber security alla cyber intelligence per il contrasto al terrorismo, dai poligoni di addestramento cyber alla protezione delle infrastrutture critiche e delle catene di approvvigionamento nelle filiere nazionali. Questa agenda è il frutto di un lavoro molto intenso svolto con discrezione e con risultati brillanti da parte del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza che nell'ambito del suo perimetro istituzionale ha saputo cogliere tutte le opportunità concesse dalla legge per sviluppare collaborazioni virtuose con gli altri attori della lunga filiera della cyber security partendo proprio dalla ricerca, dalle università. Questo sforzo di visione trova un riconoscimento negli Stati Uniti ma meriterebbe ancora ulteriore attenzione e gratitudine nel nostro stesso Paese e in Europa. Il ruolo italiano può essere davvero straordinario in questo settore. Non ci manca nulla in termini di competenze. EDITORIA Certamente, servono maggiori investimenti. L'idea di poter escludere queste spese dal patto di stabilità è una proposta che da mesi il governo italiano propone alla UE. Forse è il momento che qualcuno a Bruxelles si accorga di quello che invece a Washington hanno già notato ed apprezzato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 28 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 19 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Nuovo piano al 2020 per raggiungere il 50% della popolazione con velocità duplicata Fastweb, raddoppio sulla fibra Al vìa in piccole e medie città dove si accende la concorrenza DI ANDREA SECCHI Un piano per portare la connessione a banda ultralarga al 50% della popolazione italiana entro il 2020,13 milioni di famiglie in 500 città, concentrandosi sui comuni di medie dimensioni in modo da ridurre il divide attualmente esistente. Allo stesso tempo, l'incremento della velocità della rete, fino ad arrivare al raddoppio, 200 megabit per secondo (dai 100 mbps attuali), che semplificando consentono di scaricare in un paio di minuti un film di due ore in alta definizione. Sono questi i due punti del nuovo piano di espansione della rete in fibra ottica su cui Fastweb investirà 500 milioni di euro autofinanziati nel prossimo triennio. «Il piano che annunciamo è estremamente importante per l'Italia», ha detto Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb. «Come prima cosa, porta 200 megabit al secondo agli italiani partendo dalla provincia e dai centri mi nori. Partiamo dalle città più piccole perché non ci deve essere un'Italia a due velocità di connessione. Vogliamo partire dalle città di media fascia per poi estendere il rollout anche a quelle più grandi». L'annuncio arriva in parallelo con l'avvio del piano del governo per la copertura in fibra delle aree cosiddette a fallimento di mercato, quelle zone del Paese in cui gli operatori di telecomunicazioni non investirebbero perché non profittevoli: in quel caso è l'intervento pubblico a garantire la stesura della rete ultrabroadband che sarà gestita da operatori neutrali («come Enel o Infratel», indica Calcagno) e a cui le telco avranno accesso a condizioni paritarie. Le zone di cui parla Calcagno, invece, sono comunque aree appetibili dal punto di vista commerciale, ma che finora sono state tralasciate perché si è puntato innanzitutto sulle grandi città. Zone sulle quali ora si sta accendendo la concorrenza. Già dall'I 1 di aprile Fastweb arriverà con la propria rete in fibra in otto cittadine (Arezzo, Viterbo, Riccione, Rimini, Trento, Massa, EDITORIA Pistoia, Caserta), che saranno seguite da nuove aperture ogni mese successivo, per arrivare a 1 milione di case raggiunte dai 200 megabit a fine 2016 e a 13 milioni di case al 2020. Si tratta di città dove Fastweb ha già un'offerta adsl. Contemporaneamente avverrà l'upgrade della rete in fibra dove attualmente presente per offrire la maggiore velocità. L'offerta Ultrafibra costerà 5 euro in più dopo un anno di prova (a regime dovrebbe essere di 40 euro, oggi si parte dai 20 euro in promozione). Il tutto sarà comunicato da una campagna di comunicazione territoriale e nazionale. Il nuovo piano («se le condizioni di mercato rimarranno favorevoli», avverte Fastweb) si aggiunge al piano quadriennale che termina nel 2016 e che porterà la rete dell'operatore a 7,5 milioni di famiglie, il 30% della popolazione. Si parla di fibra che arriva ai cabinet, gli armadietti stradali che collegano le abitazioni, non di fibra che arriva direttamente nelle case, un piano comun que «propedeutico alla stesura dell'ultimo miglio in fibra, quando essa sarà realizzata da Enel, Metroweb o Tim o altri operatori». Già così comunque si raggiungono velocità prima impensabili per l'ultimo miglio in rame, per questo un'investimento del genere è considerato attualmente più efficace rispetto a un piano che abbia come obiettivo direttamente l'arrivo della fibra nelle case. Calcagno ha comunque sottolineato come l'Italia stia risalendo la classifica della diffusione della banda ultralarga: oggi la copertura (fra tutti gli operatori) è al 51% della popolazione, grazie al balzo di 15 punti percentuali in meno di tre anni, un dato superiore a quello francese, dove la copertura è al 49%. Per contro, il tasso di adozione italiano è pari al 5,6%, mentre quello francese è del 15,2%. L'aumento della fruizione dei video online potrà essere di grande stimolo in questa dirczione, perché quello che manca all'Italia è ormai la domanda. ———©Riproduzione riservata——U Pag. 29 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 12 Direttore Responsabile Diffusione Testata Giovanni Morandi 274.329 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Facebook oscura la pagina dell'odio L'azienda si adegua atte disposizioni del giudice, ma medita il ricorso ROMA FACEBOOK oscura, ma non si convince. Sbarrata la pagjna 'Musulmani d'Italia' e anche il gruppo chiuso, esattamente come disposto dal giudice di Reggio Emilia. Ma, riferisce un portavoce, l'azienda, non ritiene «proporzionato» il provvedimento. «Abbiamo provveduto a rendere inaccessibile il contenuto in Italia per ottemperare al provvedimento delle autorità competenti», fa sapere un portavoce di Facebook. «Tuttavia, nutriamo dei dubbi in merito alla portata della richiesta, considerato che si tratta di un numero ridotto di commenti diffamatori», prosegue la nota ufficiale. «Nel rispetto del procedimento legale in Italia, chiederemo al giudice di riconsiderare se sia appropriato disporre un provvedimento contro un intero Gruppo o Pagina piuttosto che contro i singoli commenti diffamatori». Questa la dichiarazione del portavoce del social network. La vicenda che ha come protagonista la nostra ricorso. Silvia Mastrantonio IL CEO Mark Zuckerberg (Ansa) Nutriamo dubbi in merito alla portata di questa richiesta: ci sembra sproporzionata giornalista, Benedetta Salsi, dunque, non è del tutto chiusa. Salsi è stata oggetto di minacce e diffamazione in un post pubblicato sulle pagine 'Musulmani d'Italia' dopo che aveva dato conto di indagini relative a un reggiano convcrtito all'Isiam. Immediatamente la collega LA NOSTRA CRONISTA NEL MIRINO «Musulmani d'Italia» e il gruppo chiuso non sono più consultagli on line aveva sporto denuncia e il sostituto procuratore di Reggio Emilia, Maria Rita Pantani, aveva avviato un'indagine a carico di Luca Aleotti, ritenuto autore del post. Il gip di Reggio Emilia, Angela Baraldi, F8 marzo aveva emesso un provvedimento di sequestro preventivo in cui si imponeva a Facebook l'oscuramento delle due pagine 'Musulmani d'Italia'. Ordine a cui il colosso america no non aveva ottemperato obiettando, il 25 marzo, con una sola parola: «rejected». La Procura di Reggio Emilia non si è data per vinta mentre montava la polemica su Internet « terra di nessuno». Autorevoli le prese di posizione in questo senso, prima fra tutte quella del ministro dell'Interno, Angelino Alfano. SUCCESSIVAMENTE le pressioni dei magistrali e dell'opinione pubblica hanno portato Facebook a cancellare il post minaccioso e offensivo contro Benedetta Salsi. Le pagine, pero, sono rimaste visibili nonostante il dispositivo dei magistrati definisse altro. Domenica scorsa, l'oscuramento delle pagine 'Musulmani d'Italia' non più aperte al pubblico ma attive per il gruppo chiuso, quello degli iscritti. Infine, la decisione di ieri di ottemperare in toto al dettato del giudice sul quale, però, i dirigenti di Facebook non si dicono d'accordo. Tanto da ponderare l'idea di presentare EDITORIA Pag. 30 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 12 Direttore Responsabile Diffusione Testata Giovanni Morandi 274.329 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress I giudici non abbassano la guardia «Anche sul web servono regole» Reggio Emilia, il procuratore Grandinetti: grazie all'ambasciata Usa Musulmani Dltcilìa Procedimenti macchinosi per arrivare allo scopo: dobbiamo dire grazie all'aiuto del giornale Alessandra Codeluppi REGGIO EMILIA LE CORTINE di nero sulle due pagine di Facebook sono state calate. Ma, ancora, non è calato il sipario sull'intera vicenda delle minacce rivolte alla cronista del Carimo Benedetta Salsi. Facebook, infatti, ha preannunciato un possibile ricorso sulla misura disposta dal giudice del tribunale di Reggio Emilia, Angela Baraldi. E per la procura, che ha seguito le indagini, potrebbero profilarsi nuovi atti per poter dire vinta la battaglia. Giorgio Grandinetti, procuratore capo di Reggio Emilia, come inquadra sul piano giurìdico questa mossa del social network «Mi sembra una posizione legittima e in linea con la loro politica di difendere la libertà di espressione. Immagino che Facebook si chieda perché si debbano cancellare tutte le pagine, e non solo i post diffamatori. Non sono sicuro, però, che esista uno strumento per una revoca. Sarà il giudice a valutarne la congruità. Non dimentichiamo che si parla di un ambito scivoloso e complesso. Da parte nostra, aspetteremo eventuali iniziative da parte di Facebook e poi decideremo il da farsi». Per arrivare alla cancellazione completa disposta dal tribunale, sono occorsi 41 giorni dalla pubblicazione del post e 28 dal decreto del gip, datato 8 marzo. Cosa ha indotto Facebook al dietrofront dopo l'iniziale risposta ('reiec f tf\ • • i* jf» • ted') al giudice «Fin dall'inizio abbiamo prestato la massima attenzione al caso, seguito con tenacia dal magistrato Maria Rita Pantani con il supporto della Digos della questura reggiana. E abbiamo fatto capire che non avremmo trascurato alcuna strada, compresa quella di una EDITORIA rogatoria internazionale». E sul piano dei contatti come si è sbloccato l'intoppo «Grazie al dialogo con l'ambasciata Usa, nella persona di Cristina Posa, e con il responsabile Facebook a Londra, che segue l'Italia. Ma credo che anche gli articoli del Carimo, dove sono stati rimarcati gli aspetti complessi di questa vicenda, abbiano avuto un peso». Quali sono state le, difficojtà che, come inquirenti, avete in contrato «La più grossa è stata far comprendere al rappresentante di Facebook l'istituto giuridico del sequestro preventivo. Per loro non esiste questa misura cautelare. Venerdì, dopo un colloquio con lui durato oltre un'ora, ha ringraziato e assicurato che avrebbe riguardato tutta la vicenda. Ne è seguito poi l'oscuramento avvenuto tra domenica e lunedì». Questa vicenda, così come lo scontro Apple-governo americano sulla richiesta di dati sul terrorismo, dimostra quanto sia aperto e poco regolamentato il fronte sulla cyDersecuritv. Internet divenfa lo spazio di tutti e di nessuno, con rischi per il crimine e la si dopo esternazioni sul social in merito alle stragi di Parigi Minacce e calunnie L'uomo, destinatario di una pubblica sulla pagina Musulmani d'Italia', da lui gestita, pubblica un post con minacce, insulti e calunnie alla giornalista autrice dell'articolo II braccio di ferro La procura apre un fascicolo e il giudice dispone l'oscuramento di due pagine sul social network. Facebook rifiuta la richiesta, poi si adegua reputandola però spoporzionata e medita di presentare ricorso curezza. «Le carenze non sono tanto sul fronte degli accordi bilaterali tra Italia e Usa, che esistono, quanto sull'assenza di convenzioni che si occupino in modo più specifico di questi problemi e delle modalità esecutive dei provvedimenti. Noi inizialmente avevamo scritto alla sezione 'forze dell'ordine' di Facebook, segnalato con un link dedicato. Ma poi il procedimento si è rivelato macchinoso e incerto. Di certo esistono lacune che andrebbero colmate, magari istituendo una figura che possa aiutare a raccordare leggi e provvedimenti di Paesi diversi, e stabilendo norme in un ambito che è ancora poco regolamentato». L'articolo II 25 febbraio sul Carlino di Reggio viene pubblicata in esclusiva una decisione del tribunale su Luca Aleotti, un convcrtito all'Isiam indagato per terrorismo Pag. 31 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 11 Direttore Responsabile Diffusione Testata Patience Wheatcroft (non disponibile) Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress The Next Wave in the Internet's Evolution By Steve Case As the U.S. presidential candidates shift toward the general election, voters will hear divergent plans to address the problem of "too big to fail" financial institutions. The real threat to Wall Street, however, doesn't come from politicians, but from startups that are disrupting financial services at an unprecedented pace. Last year, investment in financialtechnology startups that aim to transform the industry rose to nearly $14 billion, according to American Banker. As they gain customers, the megabanks will lose ground "Too big to fail" also often means too clumsy to innovate. Already these institutions are finding themselves playing defense. Innovative blockchain technology— the magic behind Bitcoin—could drive further decentralization and disruption. But it isn't just banking. New startups are reimagining how we learn, eat, stay healthy and get around. This is only a start, as the Third Wave of the Internet gains strength. The First Wave was about building the Internet. Companies such as AOL created the underlying infrastructure innovators are in the trenches improving classrooms all across America. Or look at health care. As the candidates pitch plans to abolish or build on the Affordable Care Act, the real action to improve America's medical system is coming from entrepreneurs. They are inventing better ways to keep people healthy, and smarter ways to treat them when they're sick. The revolution in health care is being led by the innovators who are working tirelessly to improve outcomes, enhance convenience and lower costs. And again, investors sense this: Last year, health care companies raised a record $16.1 billion in venture capital, this newspaper reported, an increase of 34% from 2014. And work itself is changing. Politicians promise to boost job creation, but their debates seem out of step with reality. As more industries become "Uberized," an increasing share of employees will work multiple gigs. A full-time job with a single employer could become passé. How we manage benefits, sick leave and vacation will need to be modernized. That's likely the only path to lifting up the increasingly frustrated middle class. Second Wave startups have been centered around software: Build an app, do what you can to drive viral adoption, and then find a way to make money (usually by selling ads, but sometimes by selling the entire company). In the Third Wave this approach won't work as well. Third Wave innovators will need to learn the lessons of the First Wave: the importance of partnerships, policy and perseverance. They won't be able to go it alone; they'll need to go together. They'll need to engage with governments, as regulators and often as customers. And they'll need to recognize that revolutions often happen in evolutionary ways. Success wiU require many alliances, as well as constructive dialogue with regulators. The Third Wave of the Internet is also converging with trends toward regional entrepreneurship and impact investing. The State Science and Technology Institute reports that more than three-quarters of venturecapital investment last year went to three states: California, Massachusetts and New York. differentiating themselves by supporting startups. The next transformative enterprise in food systems could come from the Midwest instead of Silicon Valley. Impact investing—which focuses on purpose as well as profit—is growing, too. Investors, customers and employees increasingly want to believe in the companies that they buy from or work for. Politicians and corporate executives should be mindful that the tectonic plates of the American economy are starting to shift. They should engage entrepreneurs and seek win-win partnerships, instead of simply watching them with skepticism, or, worse, trying to hobble them with regulations. As in the First Wave, coopetition—blending competition and cooperation—will likely define the coming era. The world is changing for all of us, and a new playbook is required. Mr. Case, the co-founder of AOL, is the chairman and CEO of Revolution LLC, an investment firm based in Washington, D.C. His new book, "The Tiiird Wave: An Entrepreneur's Vision of the Future," is out this week from Simon & Schuster. and brought America (and the rest of the world) online. This phase peaked around 2000, setting the stage for the Second Wave, which has been about building apps and services on top of the Internet. Now the Third Wave has begun. Over the next decade and beyond, the Internet will rapidly become ubiquitous, integrated into om- everyday lives, often in invisible ways. This will challenge industries such as health care, education, financial services, energy and transportation— which collectively represent more than half the U.S. economy. Take education. While the presidential candidates discuss the merits of abolishing or expanding the federal Education Department, entrepreneurs are revolutionizing how instructors teach and students learn. Venture capitalists see what's coming. Funding for educationtechnology startups hit $1.85 billion last year, according to EdSurge, up from $360 million in 2010. Former teachers are leading companies that are unleashing personalized and adaptive learning. While the pundits debate education But now we're seeing the "Rise of the policy, the Rest": Cities across America are EDITORIA Pag. 32 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 15 Direttore Responsabile Diffusione Testata Marco Travaglio 45.694 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Banda larga inizia il duello tra Telecom e lEnel renziana RAME ADDIO Domani arriva il piano per portare la fibra insieme ai contatori nelle aree più ricche delPaese (in concorrenza con ilgruppo telefonico). In attesa delle gare per le zone senza mercato I dilemmi dell'Agcom II premier punta sul gigante elettrico guidato da Starace, ma stabilire i prezzi finali per la nuova rete sarà un'impresa » STEFANO FELTRI D omani Enel presenterà il suo piano sullabanda larga, benedetto dal governo, e si aprirà così la partita più difficile per Flavio Cattaneo, il nuovo amministratore delegato di Telecom Italia. Il premier Matteo Renzi si sta impegnando in prima persona a favore di Enel che, in questo momento, equivale a dire che è in battaglia contro Telecom dopo anni nei quali, invece, tutta la strategia del governo era impostata sull'asse tra la Cassa depositi e prestiti, la sua parli numeri tecipata Metroweb (che ha la fibra di Milano) e, appunto, £ì CTelecom Italia. miliardi diORA CHE ALL'AZIENDA dei teeuro. I fondi lefoni c'è un vertice con pieni pubblici poteri - confermato il presiinvestiti sulla dente Giuseppe Recchi e il banda larga nuovo ad Cattaneo-lo scontro dal governo inizia a farsi acceso. Il premier nel 2015 per impostalasuastrategiasull'ad I periodo dell'Enel Francesco Starace: 2016-2020 la società elettrica vuole espandersi nell'infrastnittura per le telecomunicazioni anche per compensare le minori miliardi di opportunità di business nei euro. I fondi suoi campi tradizionali (il setprivati per gì i tore delle rinnovabili non reninvestimenti depiùcomeunavolta)ehauna che pervasività tale da essere un modello Fiber to the home (Ftth), EDITORIA dovrebbero vero concorrente per Teleintegrare lo com. Nelle aree a "fallimento stanziamento di mercato" Oe cosiddette "C" pubblico e "D"), dove non c'è una domanda sufficiente per giustificare un normale investimento privato, Enel parteciperà ai bandi pubblici di Infratel in concorrenza con Telecom e altri operatori. Chi vince sarà aveva no remunerato per costruire una accesso alla rete che rimarrà pubblica, larga di NELLE AREE "A" e "B", dove innuova vece il mercato c'è, Enel cogenerazione struirà da sola la sua rete in fi(Ngn), circa bra: visto che deve montare la metà della nuovi contatori, porteràdiretmedia Ue tamente i cavi fin dentro 7,5 milioni di case, secondo il la tecnologia che garantisce la velocità maggiore di traffico. Finora Telecom ha invece privilegiatol'approcciograduale: prima allacciare la fibra ai 150.000 "armadi" in strada (Fiber to the cabinet), conservando la rete in rame per l'ultimo trattofinoallecase, poi, in un secondo momento, promettevaditrasformareinfibra anche l'ultimo tratto. Nella polemica di questi giorni, tra i dipendenti Telecom comincia a circolare un po' di inquietudine: se alla fine ci saranno due infrastrutture in fibra, l'azienda avrà ancora ricordato però che lapoliticaè stata piuttosto generosa con Telecom con i contratti di solidarietà). L'ad di Enel Starace ha detto in Senato che "la rete elettrica a confronto con quella di telecomunicazioni ha sempre una capillarità maggiore, e non è così solo in Italia. Le cabine elettriche sono più vicine alle abitazioni rispetto agli armadi della linea telefonica. Di qui discendono le nostre considerazioni dal punto di vista dei costi". E sfida Telecom anche su Metroweb: ora che la Cassadepositieprestiti guidata da Claudio Costamagna e Fabio Gallia ha rinunciato alla regia della costruzione della banda larga, la partecipata Metroweb è contendibile. Enel ha costituito Enel Open Fiber che si candida a diventare una vera "compagnia della rete", aperta a nuovi soci (ci sarebbero investitori istituzionali pronti a entrare) e pronta a inglobare Metroweb. Che interessa anche a Telecom, ovviamente. Enel ha appena assunto in Open Fiber Stefano Paggi, che è stato a capo della rete Telecom e si è alleata con Vodafone e Wind per essere sicura di avere la domanda sui cavi che andrà aposare. La sfida è dichiarata: Enel lascia la bisogno delle 30.000 persone che oggi si occupano di rete? In questi anni Telecom ha sempre chiarito che se potrà decidere in autonomia quando dismettere la rete in rame, il più tardi possibile per non doverla svalutare in bilancio, riuscirà a ridurre in modo graduale il personale senza traumi. Se il governo accelera, invece, ci saranno degli esuberi (va Pag. 33 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 15 Direttore Responsabile Diffusione Testata Marco Travaglio 45.694 porta di Open Fiber aperta a Telecom, ma l'azienda di Cattaneo non ci pensa neppure. UNA VOLTA COSTRUITA tutta questa banda larga, chi ci guadagnerà davvero? L'Agcom, l'autorità per le comunicazioni, ha avviato una consultazione pubblica, su input europeo. L'Agcom deve stabilire i prezzi della vendita di traffico all'ingrosso nelle aree a fallimento di mercato, dove lafibra la paga lo Stato: l'indicazione della Commissione Ue è che lì il prezzo dovrà essere simile a quello nelle aree dove il mercato c'è. Gli utenti in Basilicata o Sardegna pagheranno circa quanto quelli di Milano. Questo garantirà allo Stato, titolare della rete, di recuperare almeno parte dei costi sostenuti nell'investimento, senza la sciare troppo margine di profitto ai privati. Che però deve esserci, altrimenti nessuno neppurel'EnelspintadaRenzi parteciperà alle gare. L'AutoritàguidatadaAngelo MariaCardani deve costruire un equilibrio complesso: un canone di affitto ai gestori (Vodafone, Wind, ecc) troppo basso sarebbe un regalo, uno troppo alto farebbe fallire il progetto. La via di mezzo, con un prezzo finale analogo a quello delle aree dove il mercato c'è, impone a zone con bassa capacità di spesa un costo agli utenti simile a quello delle città più ricche. Col rischio che la domanda siabassa e la costruzione dell'infrastruttura, alla fine, inutile. LA SOLUZIONE potrebbe essere laseguente: lo Stato, tramite Infratel o direttamente le Regioni, recupera una parte dei costi dell'investimento (claw back) in tempi medio-lunghi mentre nel breve periodo incentiva la domanda con dei voucher che riducono il prezzo finale per gli utenti. Ma prima bisogna capire chi vincerà la guerra tra Telecom e l'asse Enel-Palazzo Ghigi © RIPRODUZIONE RISERVATA EDITORIA I duellanti D match tra Starace (End) eCattaneo (Telecom) deciso dall'arbitro Matteo Renzi // lustrazione di Emanuele Fucecchi in bilico Oggi Telecom ha 30.000 dipendenti per la rete, se Enel crea una fibra in concorrenza almeno metà dei 30.000 saranno a rischio 36% Conn essi Gli italia ni che nel 2014 Pag. 34 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 15 Direttore Responsabile Diffusione Testata Giovanni Morandi 274.329 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Videogame, tesoro da un miliardo Senza banda larga Italia ferma al 'box'Più di 25 milioni di giocatori. Ma sul digitale siamo ultimi in Europa Davanti a uno schermo metà della popolazione La fascia più attiva è quella tra i 35 e i 44 anni Elena Comelli MILANO TORNA a crescere il mercato dei videogame in Italia, con un giro d'affari che ormai si avvicina al miliardo di euro e oltre 25 milioni di giocatori. La tendenza era già emersa nel corso del 2015, ma adesso viene confermata dai dati di consuntivo comunicati dall'Aesvi, l'associazione che riunisce tutti gli editori più importanti. Il fatturato complessivo è di 952 milioni per l'esattezza, con una crescita del 6,9% rispetto al 2014. Non siamo ancora ai livelli del 2009, quando si raggiunse un miliardo e 100 milioni di euro, ma gli anni della crisi sono superati. Quarto in Europa per volume, il mercato italiano può ancora svilupparsi secondo il presidente Aesvi, Paolo Chisari: «Ci vuole un impegno per la banda larga, che allinei i risultati del mercato digitale dei download al resto d'Europa, un incremento che favorirebbe le case di sviluppo italiane». In Italia prevale infatti ancora il gioco fisico, il 'box' acquistato in dalle console (31,5%) e dagli accessori (8,7%). Il gioco più venduto dell'anno in formato fisico è FIFA16, seguito da Call of Duty: Black Ops III e da Minecraft, podio che conferma il trend di vendite degli sportivi (22,8% del mercato giochi) e degli action-adventure (31,7%). Ma fra i bestseller spiccano anche titoli legati al cinema come Star Wars Battlefront e Batman: Arkham Knight. La crescita delle console è sostenuta dal consolidamento dell'ottava generazione, che vale il 94% del fatturato da 300 milioni del segmento: 1 milione le unità vendute nel 2015 (al 78% console per la casa). Più di 3,5 milioni invece gli accessori venduti, per un fatturato da 82 milioni, ma il segmento potrebbe crescere ulteriormente nel 2016 con l'arrivo degli headset per la realtà virtuale, fra Oculus Rift uscito il 28 marzo e Playstation VR in arrivo in autunno. SI CONFERMANO anche i dati demografici: con più di 25 milioni di utenti, i videogiocatori sono il 49,7% della popolazione italiana over 14, equamente distribuiti fra uomini e donne. La fascia 35-44 è la più rilevante (24,3% dei videogiocatori, contro 17,7% della popolazione) cui seguono i 14-24 (19,2% contro 12,4%) e i 25-34 (18,1% contro 13,3%). La distribuzione per area geografica è in linea con la distribuzione della popolazione italiana di età superiore ai 14 anni: 26% Nord Ovest, 19,3% Nord Est, 21,6% Centro e 33,1% Sud e Isole. Tuttavia la presenza di negozio, con un 62% del totale, anche chi gioca è maggiore nei centri con se il digitale cresce molto di più oltre SOOmila abitanti (14,5% (+21,6%) e quest'anno potrebbe contro 12,1% della popolazione arrivare al sorpasso, mentre il fisico italiana). Sfida per il futuro: una super plastica per cellulari flessibili Cellulari flessibili fatti di super-plastiche arricchite con il grafene, materiale sottile come un atomo, trasparente e 200 volte più resistente dell'acciaio. La sfida dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova •iil arretra dell'1,9%. Malgrado la rapida crescita, il nostro Paese sul digitale resta ultimo in Europa anche per la scarsa penetrazione della banda larga. Nel 2015 i due segmenti sono arrivati a 350mila euro contro 218mila, mentre nel 2014 erano a 356mila euro contro ISOmila. In totale il software rappresenta il 59,8% del mercato dei videogame (569 milioni), seguito EDITORIA Pag. 35 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 19 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Videogiochi., nel 2015 giro d'affari da 1 nild (+7%) Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress II mercato dei videogiochi in Italia ha chiuso il 2015 con un giro d'affari di quasi un miliardo di euro (952.172.036 euro) e un trend in crescita del 6,9% rispetto al 2014. I numeri positivi forniti da GfK e presentati da Aesvi, l'associazione di categoria che rappresenta l'industria dei videogiochi in Italia, sono stati registrati per le console (+8,7%) e accessor! (+7%). Il software, in crescita del 6% rispetto al 2014, rappresenta il principale segmento del mercato, con un peso del 59,8% sul giro d'affari e un fatturato di oltre cinquecento milioni di euro (569.065.128 euro). Sul fronte del software fisico (videogiochi per console e per pc in formato pacchettizzato), il titolo più venduto in Italia nel 2015 è stato ancora una volta il videogioco di calcio FIFA 16, seguito da Call of Duty: Black Ops III e da. Minecraft. Per quanto riguarda invece i generi di gioco preferiti dai consumatori italiani, nelle prime cinque posizioni troviamo i videogiochi di azione-avventura (che rappresentano il 31,7% dei volumi totali di vendita), i videogiochi sportivi (complessivamente il 22,8% delle vendite totali), gli sparatutto (14,0% del totale), i videogiochi di ruolo (9,5% del totale) e i videogiochi di corse (6,3% del totale). Il segmento delle console rappresenta il 31,5% del giro d'affari del settore, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro (300.373.632 euro) e un trend in crescita dell'8,7%, che deriva essenzialmente dal consolidamento sul mercato delle console di ottava generazione (Playstation 4, Xbox One e Wii U). Oltre un milione sono state le console vendute nel 2015 in Italia (1.029.577), di cui il 78% casalinghe (806.323 unità vendute) e U 22% portatili (223.254 unità vendute). Nel 2015 sono più di 25 milioni i videogiocatori in Italia. Si tratta del 49,7% della popolazione italiana di età superiore a 14 anni, equamente diviso tra uomini (50%) e donne (50%). La distribuzione per fasce di età vede un'ampia diffusione dei videogiocatori in tutte le classi fino ai 54 anni, con significative concentrazioni nelle fasce di età tra i 14 e i 24 anni (19,2% dei videogiocatori rispetto al 12,4% della popolazione italiana), tra i 25 e i 34 anni (18,1% dei videogiocatori rispetto al 13,3% della popolazione italiana) e tra i 35 e i 44 anni (24,3% dei videogiocatori rispetto al 17,7%). NUOVE TECNOLOGIE Pag. 36 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 45 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 145.182 Licenziamenti. Dipendente reintegrata Fecondazione in vitro recesso discriminatorio Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress GiampieroFalasca II licenziamento della lavoratrice che manifesta al datore di lavoro l'intenzione di assentarsi per un periodo di tempo futuro allo scopo di sottoporsi a pratiche d'inseminazione artificiale si considera nullo in quanto discriminatorio; pertanto, la dipendente licenziata per tale ragionehadirittoallareintegrazione sul posto di lavoro, oltre al risarcimento del danno in misura pari alle retribuzioni che avrebbe conseguito nel periodo compreso tra il recesso illegittimo e l'effettiva ripresa del servizio. La Cassazione (sentenza 6575/16, depositata ieri) conclude con questa interpretaziune la controversia promossa da una lavoratrice licenziata dopo che aveva annunciato l'intenzione di recarsi all'estero per sottoporsi a un programma di inseminazione artificiale. Prima della sentenza di legittimità il licenziamento era stato dichiarato nullo e discriminatorio anche in sede d'appello, dove la corte aveva rilevato che l'unica ragione del provvedimento di recesso doveva ricercarsi nella reazione alla decisione della dipendente di assentarsi per sottoporsi ainseminazione artificiale. Mediante il licenziamento, secondo igiudici di secondogrado, era stata sanzionata una condotta legittima che ha carattere esclusivamente femminile, violando i principi codificati in materia anche dalla giurisprudenza comunitaria. A sostegno di questa lettura, la Corte d'appello richiamava la sentenza della Corte di giustizia europea del 28 febbraio 2008, causa C 506/06, che ha considerato discriminatorio il licenziamento intimato alla lavoratrice prima dell'impianto nell'utero degli ovuli fecondati in vitro, qualora sia dimostrato che il recesso costituisce una specifica reazione alla futura maternità della dipendente. Applicando il principio al caso affrontato dalla sentenza, la Cassazione evidenzia che l'annullamento del licen piuttosto - si configura come la sanzione più appropriata da comminare nei confronti di un atto di natura discriminatoria. Per identificare la natura discriminatoria del licenziamento intimato, prosegue la sentenza, rileva unicamente il rapporto di causalità tra il trattamento di fecondazione e l'atto di recesso, mentre risulta irrilevante la circostanza che l'intervento sia stato già effettuato, sia in corso oppure, come nel caso affrontato LAQUESTIONE Diritto aiia reintegrazione perla donna cheaveva annunciatoaidatore di lavoro l'intenzione di procedereaii'inseminazione dai giudici di legittimità, sia stato solo programmatoe annunciato. La Corte esclude inoltre che il licenziamento possa considerarsi valido in quanto sorretto anche da un giustificato motivo oggettivo, consistente nell'esigenza di non compromettere l'organizzazione lavorativa a causa delle future assenze della lavoratrice. Secondo il datore di lavoro, la presenza di tale motivo esclude la sussistenza del motivo illecito determinante, che per costante giurisprudenza può invalidare il recesso solo quando sia stato l'unico ed esclusivo motivo di recesso. La Corte rifiuta questo ragionamento, mettendo in luce la natura discriminatoria del recesso; il rinvio a tale fattispecie consente di annullare il licenziamento in presenza di situazioni oggettive, a prescindere dalla volontà ritorsiva del datore di lavoro (rilevante invece nel caso del motivo illecito determinante). ziamento della dipendente che intende sottoporsi ad inseminazione artificiale non costituisce una forma anticipata di tutela per la malattia della lavoratrice, RELAZIONI SINDACALI Pag. 37 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 45 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 145.182 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Premi di risultato. Il decreto di attuazione della legge di Stabilità non fissa criteri specifici per il coinvolgimento dei dipendenti Le iniziative dei soie. Lunedì la settima edizione Premiata la partecipazione in azienda Possibile adottare diverse soluzioni già diffuse in ambito nazionale e internazionale Francesco delti Falconi Tra le varie innovazioni riguardanti i premi di risultato e il welfare aziendale, l'introduzione-asistema-del regime di tassazione sostitutiva del 10% assume sicuramente notevole rilevanza e in tale ambito meritano una considerazione le previsioni volte a incentivare la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa e alla condivisione dei relativi risultati economici. Due sono infatti le previsioni destinate a incentivare tale coinvolgimento, complessivamente rinvenibili nei commi 182 e 189 della legge 208/2015 cui corrispondono le disposizioni contenute negli articoli 3 e 4 del decreto ministeriale attuativo (in attesa di pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale»). In merito al primo aspetto, la legge di Stabilità estende il re agevolato alla sola ipotesi di distribuzione di utili in base ai due articoli del Codice civile trova una duplice giustificazione: innanzitutto, gli utili corrisposti agli azionisti rientrano fra i redditi di capitale, soggetti ad altro regime impositivo e sarebbe stato quindi assai complesso anche solo ipotizzare di enucleare la quota percepita dal dipendenteazionista al fine di assoggettarla a un differente trattamento fiscale. In secondo luogo, è soltan ©RIPRODUZIONERISERVATA to per la distribuzione diretta di utili che trova applicazione il criterio di deducibilità dal reddito di impresa sancito dall'articolo 95, comma o, del Tuir richiamato dal decreto attuativo. Per quanto attiene, invece, al coinvolgimento paritetico dei lavoratori, il comma 189 della legge di Stabilità prevede l'incremento da 2mila a 2.500 euro dell'ammontare soggetto a imposta sostitutiva, demandando gime di detassazione previsto al decreto interministeriale i per i premi di risultato anche criteri di definizione delle modalità attuative. Diversamente alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli da quanto ci si poteva attendere, 4 del decreto non fissa utili e il decreto di attuazione l'articolo specifici parametri per ne fornisce i criteri di l'individuazione della fattispecie, identificazione. Ciò che va ma si limita a sancire che siano innanzitutto rilevato è che la le parti della contrattazione tassazione agevolata non decentrata a delinearne i connotati e che gli stessi trova applicazione a vengano successivamente LEOPZIONI Team di autogestione dei turni, banca trasfusi nell'accordo aziendale o delie ore estese, gestione dei territoriale istitutivo del premio. suggerimenti dei lavoratori, strutture di consultazione e monitoraggio degli obiettivi A titolo esemplificativo, viene richiamata la costituzione di gruppi di lavoro nei quali operano responsabili aziendali e lavoratori e che prevedono « strutture qualsiasi distribuzione di utili, permanenti di consultazione e potendo infatti operare monitoraggio degli obiettivi da esclusivamente nell'ipotesi in perseguire» nonché «la predisposizione di rapporti cui l'erogazione avvenga in base agli articoli 2099, comma periodici». Nulla esclude, tuttavia, che la partecipazione dei 3, e 21O2 del Codice civile dipendenti all'organizzazione del (distribuzione diretta di utili). lavoro avvenga con differenti forme o modalità, già in uso in ambito sia nazionale che Restano pertanto escluse le corresponsioni di cui i lavoratori internazionale, quali, ad esempio, beneficiano in qualità di azionisti l'adozione di sistemi di gestione dei suggerimenti dei lavoratori, la della società - condizione acquisita, ad esempio, a seguito strutturazione del lavoro in team con cui vengono assegnati obiettivi della partecipazione a piani di azionariato diffuso o di piani di specifici e relative deleghe, il ricorso a programmi di gestione stock option - nonché in tutti queicasiincuiilrisultatodiesercizi della flessibilità spazio-temporale del lavoro (orari a menù, team di o sia utilizzato come mero autogestione dei turni, banca delle parametro al quale legare una ore estese). erogazione monetaria variabile. La limitazione del regime RELAZIONI SINDACALI Pag. 38 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 45 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 145.182 Incentivi. Le circolari Inps sulle condizioni Bonus assunzioni, requisiti in continuità Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Antonino Ca nnioto Giuseppe Macca rane II nuovo esonero contributivo previsto della legge di stabilità 2015 in favore delle assunzioni a tempo indeterminato/ stabilizzazioni eseguite quest' anno, per quanto meno vantaggioso del precedente incentivo triennale (legge 190/14), è una misura che i datori valutano attentamente per incrementare gli organici. Particolare attenzione viene rivolta alle condizioni, invero limitate, che la norma prevede per una regolare fruizione dell'incentivo. Tra queste figura l'impossibilità di applicare lo sgravio quando è esistito un rapporto lavorativo per cui si è già fruito dell'esonero (indifferentemente quello del 2015 o del 2016). Nell'articolo pubblicato su «II Sole 24 Ore» di ieri ci si è soffermati sulla difficoltà cui chi assume andrebbe incontro per verificare l'avvenuta fruizione dell'esonero da parte di un precedente datore di lavoro (circostanza che, come antici pato, potrebbe portare alla negazione dell'incentivo). Questa conclusione scaturisce dal dettato della legge 208/15: «l'esonero non spetta con riferimento a lavoratori per i quali il beneficio di cui al presente comma ovvero di cui all'articolo i, comma 118, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, sia già stato usufruito in relazione a precedente assunzione a tempo indeterminato», sia dal passaggio della circolare Inps57/i6 che, sul punto, contiene una affermazione che diver assunzione», si può configurare una seconda e più estensiva interpretazione che si colloca nel solco già tracciato con l'esonero triennale. Sulla base di tale lettura si giunge a negare, quindici beneficio biennale solo nel caso di assunzione di lavoratore per cui a beneficiare di uno dei due incentivi (leggi 190/14 e/o 208/15) sia stato il medesimo datore di lavoro che instaura il rapporto, ovvero una società da questi controllata/ collegata. Questa soluzione, oltre a porsi in continuità con il passato, rende - peraltro meno gravosa la verifica dei requisiti di accesso e consente un più agevole accesso al beneficio. Ovviamente, vanno rispettate gli altri due paletti fissati dalla norma e cioè: • l'assenza di un rapporto a tempo indeterminato nei sei mesi precedenti l'assunzione, intrattenuto con qualsiasi datore di lavoro; • l'inesistenza di un'assunzione presso lo stesso datore di lavoro (in procinto di assumere) comprese le società controllate o collegate o facenti capo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto, nell'ultimo trimestre del 2014 (bonus 2015) o del 2015 (bonus 2016). ge rispetto a quanto l'Istituto ha affermato nelle circolari 17 e 178/15 con cui ha trovato regolamentazione il beneficio di cui alla legge 190/14. Infatti, nella circolare 57 si parla genericamente di datore di lavoro, mentre nella circolare 17 si parla di «stesso datore di lavoro». Tuttavia, l'Inps, nella seconda parte della circolare 57/16, sostiene: «Avuto riguardo alla finalità antielusiva alla base della predetta condizione di legge, va da sé che lo sgravio è escluso an che se sia stato fruito da una società controllata dal datore di lavoro o ad esso collegata ai sensi dell'articolo 2359 del Codice civile ofacente capo, anche per interpostapersona, allo stesso soggetto, al momento della nuova RELAZIONI SINDACALI Pag. 39 Estratto da pag. Mercoledì 06/04/2016 41 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 41.297 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress // ministero del lavoro risponde a nuovi quesiti sulla procedura in vigore dal 12 marzo Dimissioni valide solo se online Inefficace la comunicazione di cessazione del rapporto DI DANIELE GIRIGLI LB impresa non può * «dimettere» il lavoratore. Un'eventuale comunicazione obbligatoria online (Co) di cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni o risoluzione consensuale, infatti, è inefficace se non è stata preceduta dalla comunicazione di dimissione online del lavoratore. A precisarlo, tra l'altro, è il ministero del lavoro in una nuova serie di Faq (cinque quesiti risolti) pubblicata sul sito internet. Obbligo di dimissioni online. Le Faq sono relative alla procedura online, obbligatoria dal 12 marzo, per dimissioni e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro (digs n. 151/2015). Una procedura che ha soppiantato ogni altra via prima possibile per rassegnare le dimissioni dal lavoro (dalla tradizionale comunicazione cartacea a quella verbale) che, se utilizzate, sono inefficaci e prive di non rientranti nel campo di applicazione dell'ari. 26 del citato digs n. 151/2015, sia necessario revocarle. Anche in tal caso la risposta del ministero è netta: «no, non è necessaria la revoca». Pubblici e domestici. Sempre relative al campo di applicazione sono altre due Faq. La prima chiede di sapere se i lavoratori assunti presso società privata a totale partecipazione pubblica sono tenuti effetti. Una delle nuove Faq chiede di sapere se l'eventuale presentazione della Co (comunicazione obbligatoria) di cessazione del rapporto di lavoro, per motivo inerente a dimissioni oppure a risoluzione consensuale, sia da ritenersi valida anche se il lavoratore non ha proceduto con l'invio del modello telematico relativo alle proprie dimissioni o alla risoluzione consensuale. La risposta del ministero non ammette appello: «La Co di cessazione è inefficace se non è stata preceduta da una comunicazione del lavoratore resa con le modalità telematiche di cui al dm 15 dicembre 2015», vale a dire con la nuova procedura online. Sbagliare non costa. La nuova procedura di dimissioni online si applica al solo settore privato (non devono farla, in altre parole, i dipendenti pubblici) con esclusione dei lavoratori domestici (nemmeno la colf o la badante, quindi, è tenuta a farla). Un'altra somministrazione e il lavoratore» e poiché «tale rapporto non rientra tra le fattispecie escluse, di cui all'art. 26, comma 7, del digs n. 151/2015 e riprese dalla circolare n. 12 del 4 marzo 2016» la procedura telematica deve essere quindi seguita dal lavoratore in somministrazione. Regole invariate. L'ultima Faq chiede di sapere quale giorno va indicato sul modulo telematico, qualora la data di decorrenza delle dimissioni coincida con il sabato oppure con un giorno festivo. La nuova modalità telematica di trasmissione delle dimissioni, precisa il ministero, «non ha innovato la disciplina giuridica che regola il rapporto di lavoro, ma solo la modalità di tale trasmissione» Pertanto, «se il contratto collettivo o individuale applicato non dispone nulla in proposito, il conteggio dei giorni comprende giorni consecutivi e quindi il primo giorno non lavorato può coincidere con un giorno festivo». ——— ©Riproduzione riservata——U • L'azienda non può chiudere il rapporto di lavoro per dimissioni se non c'è l'atto (online) di dimissioni del lavoratore I principali chiarimenti • L'azienda non può chiudere il rapporto di lavoro per dimissioni se non c'è l'atto (online) di dimissioni del lavoratore • II lavoratore domestico in somministrazione deve seguire la procedura telematica • L'azienda non può chiudere il rapporto di lavoro per dimissioni se non c'è l'at • La procedura telematica non modifica le norme contrattuali (Ceni) sulla data di dimissioni o (online) di dimissioni del lavoratore • II lavoratore domestico in somministrazione deve s a seguire le dimissioni online. Il ministero risponde affermativamente «in quanto la procedura deve essere effettuata con riferimento ai rapporti di lavoro privati, come ha specificato la circolare n. 12/2016, a prescindere dalla natura del datore di lavoro». La seconda Faq chiede di sapere se la procedura online deve essere seguita per i rapporti di lavoro domestico in somministrazione. Anche in questo caso la risposta è affermativa. «Il rapporto di lavoro», spiega il ministero, «intercorre tra l'agenzia di Faq ha chiesto di sapere se, in caso d'invio delle dimissioni telematiche errate, perché RELAZIONI SINDACALI Pag. 40 Estratto da pag. 1 Insidemarketing.it Martedì 05/04/2016 Zoom II diritto d'autore non è ancora abbastanza tutelato. Questo, In estrema sintesi, ciò che è emerso dall'audizione del direttore generale della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) Fabrizio Carotti, svoltasi il 26 gennaio 2016 alla Camera dei Deputati, durante la quale sono state vagliate le proposte di legge sull'Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'informazione e le deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all'editoria. Nel suo discorso Carotti ha, infatti, ribadito che "Da tempo gli editori italiani denunciano la continua violazione del diritto d'autore, l'utilizzo dei contenuti da parte degli Over the top, il saccheggio sistematico operato con una gradualità che va da fenomeni di vera e propria pirateria ad utilizzazioni 'clandestine' (come le rassegne stampa realizzate senza autorizzazione dei titolari del diritto di sfruttamento delle opere riprodotte). Questi fenomeni minano la stessa sopravvivenza delle imprese che nella produzione di contenuti investono rilevanti risorse". La mancanza nella protezione del diritto d'autore diventa particolarmente significativa quando si parla di contenuti editoriali online, dove quello che il direttore generale della Fieg definisce "saccheggio sistematico" avviene senza alcun disturbo, complice non solo una inefficace educazione all'uso legale delle opere altrui, ma anche l'assenza "di una normativa che favorisca e consenta l'effettivo esercizio dei diritti di utilizzazione economica degli editori sui propri contenuti editoriali nei confronti dei soggetti che quei contenuti utilizzano nella rete". Carotti ha voluto inoltre precisare come sia paradossale che per l'istituzione del Fondo per il diritto all'informazione (proposta di legge 3345), il finanziamento pubblico dell'editoria debba essere alimentato dagli stessi organi di stampa, periodici e quotidiani, e concessionarie di pubblicità che stanno file ///O|/ OGGI/TaglioO/FIEG/Art00002_20160405 htm[05/04/2016 13 40 52] Mancanza di misure adeguate per la tutela del diritto d'autore affrontando questo momento di crisi e che dovrebbero essere proprio i destinatari di questo fondo di solidarietà. Infatti, anche se il settore si sta pian piano riprendendo grazie alla razionalizzazione dei costi e al digitale, non ci sono ancora segnali del tutto positivi per un'inversione di rotta convinta. I dati che sono stati citati registrano ancora un segno negativo: in particolare, "in tre anni, dal 2012 al 2014, i ricavi da vendita di quotidiani e periodici sono diminuiti del -17,1%, da 3,420 a 3,065 miliardi di euro mentre i ricavi da pubblicità sono calati, nello stesso periodo, di una percentuale ancora maggiore: del -28,5%, da 2,143 a 1,725 miliardi di euro. [...] Nei primi 11 mesi del 2015 il fatturato pubblicitario dei quotidiani è diminuito del -7,2% e quello dei periodici del -4,7%", afferma Carotti. © RIPRODUZIONE RISERVATA crisi diritto d'autore editoria fieg giornalismo ricerca FONTE Prima Online Comunicazione • CONDIVIDI • •TWITTER •FACEBOOK •LINKEDIN •GOOGLE + Autore: Carla Panico Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress adeguate per la tutela del diritto d'autore Il direttore generale della Fieg, Carotti, ha messo in guardia dalla mancanza di misure sufficienti a tutela del diritto d'autore. FIEG - WEB Pag. 41 Estratto da pag. 1 BolognaToday.it Martedì 05/04/2016 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile ——— Selpress è un'agenzia autorizzata da Repertorio Promopress Master di I livello in critica giornalistica dell'Accademia "Silvio d'Amico": aperte le iscrizioni Master in Critica Giornalistica - diploma di Master di I livello riconosciuto dal MIUR - 9 borse di studio - stage garantiti - ERASMUS+ - Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday COMUNICATO STAMPA L'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" apre le iscrizioni all'edizione 2016/2017 del Master di primo livello in Critica Giornalistica. Il progetto, nato nel 2006 e approvato nel 2009 dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca con il rilascio di un titolo di studio riconosciuto e l'attribuzione di 60 crediti formativi, si è affermato negli anni come punto di riferimento nel settore della formazione post laurearti nazionale rivolta alle discipline del giornalismo e della comunicazione. Il successo del Master, confermato dall'alta percentuale di placement sul mercato del lavoro dei propri corsisti diplomati, è da attribuirsi a un corpo docente costituito da professionisti provenienti dal mondo dell'editoria ed a una costante attività pratica garantita dal project work di scrittura giornalistica con la testata Recensito. Le attività pratiche e laboratoriali, mirano inoltre ad offrire una concreta esperienza di comunicazione multimediale e ufficio stampa. Gli allievi, sotto la supervisione dei docenti e del tutor, "comunicheranno", con gli strumenti propri del web 2.0, tutte le iniziative didattiche e spettacolari dell'Istituzione: dal Festival dei "Due Mondi" di Spoleto ai saggi di Diploma degli allievi attori e registi guidati da Maestri come: Giorgio Barberio Corsetti, Arturo Cirillo, Massimiliano Civica, Lorenzo Salveti, Sergio Rubini, Valentino Villa. aperte le iscrizioni per la nuova edizione del master di i livello in critica giornalistica dell'accademia "Silvio d'amico" Tra gli insegnanti del corso vi sono firme prestigiose della stampa e dei media del nostro Paese come: Massimo Marino (II Corriere della Sera), Leonetta Bentivoglio (La Repubblica), Ernesto Assante (La Repubblica), Sandro Cappelletto (La Stampa), Steve Della Casa (Radio Rai), Frediano Finucci (LA 7), Carlo Freccero (membro del consiglio di amministrazione RAI), Gabriele Niola (My Movies, Wired) e Michele Rech in arte Zerocalcare. Un punto di forza è rappresentato dai prestigiosi stage presso le aziende partner che in più occasioni, si sono trasformati in una concreta opportunità di lavoro, tra queste: RAI, LA?, Adnkronos, Gruppo Editoriale "L'Espresso", Fondazione Musica per Roma, Zetema Progetto Cultura, Agis-Anec Lazio, APT (Associazione Produttori Televisivi), Film Commission Toscana, Film Commission Marche, Film Commission Torino Piemonte, Wider Films, MY Movies, Cineteca di Bologna. Sono partner del Master i teatri più importanti d'Italia come il Piccolo Teatro di Milano, Teatri di Roma, l'Eliseo, il Teatro Biondo di Palermo, il Teatro Massimo di Palermo, Teatri di Vita di Bologna, il Teatro della Pergola di Firenze, Cantieri Teatrali Koreja di Lecce, Teatro Pubblico Pugliese di Bari, Radio Città Futura, le agenzie di comunicazione Daniele Mignardi Promopress Agency, Tiziana Rocca Comunicazione e Storyfinders. Argomenti: borse studio corsi giornalismo MASTER studenti FIEG - WEB Pag. 42