CANDIDO o l`O mismo

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CANDIDO o l`O mismo
CANDIDO o l’O+mismo P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino VOLTAIRE Una delle massime figure del Se@ecento europeo e il più importante rappresentante dell’Illuminismo francese Nuclei del suo pensiero sono la difesa della libertà individuale e la lo@a contro ogni forma di dispoJsmo e intolleranza, sopra@u@o religiosa Si schiera con decisione contro l’oscuranJsmo della Chiesa È un campione della modernità e della libertà individuale P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino VOLTAIRE La ba@aglia contro la Chiesa non è solo una lo@a contro l’ignoranza e la supersJzione LA Chiesa è una potente forza poliJca conservatrice, stre@amente alleata con la nobiltà e la monarchia, contraria alla libertà individuale e all’ascesa delle nuove classi sociali borghesi Le conseguenze della schiavitù morale e intelle@uale a cui essa costringe l’uomo sono il fanaJsmo, l’intolleranza, i confli' religiosi, il rifiuto della scienza, del progresso e della ragione P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino VOLTAIRE Un altro aspe@o della ba@aglia di Voltaire contro la Chiesa è la strenua DIFESA DELLA SCIENZA MODERNA In parJcolare Voltaire fu un importante divulgatore in Francia dell’opera dello scienziato inglese Newton P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino VOLTAIRE Non esistono verità assolute e dogmi non criJcabili Non esistono leggi, usi o costumi giusJ o sbagliaJ Tu' i popoli del mondo condividono la medesima natura umana e sono tu' dotaJ di ragione, ma hanno costruito società completamente differenJ tra di loro Basta viaggiare un po’ nel mondo o commerciare con popoli diversi per rendersi conto che ognuno crede che il suo modo di vivere sia il migliore in assoluto e che gli altri siano nell’errore Questo fa@o è di per se stesso ridicolo e conduce una persona razionale a capire che tu@o è relaJvo e che non esistono leggi giuste, ma solo diverse P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino VOLTAIRE Voltaire non crede alle teorie o'misJche sull’uomo e sul mondo L’umanità è stata sempre debole e oppressa da mille mali e miserie L’uomo porta dentro di sé una specie di «arlecchino antropofago», pronto a divorarsi e divorare conJnuamente i suoi simili a@raverso guerre, violenze, inganni e prevaricazioni P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino VOLTAIRE L’intelle@uale ha il dovere di ba@ersi per migliorare il mondo, per sconfiggere la sua barbarie e far prevalere la ragione e il buon senso I massacri del passato sono sempre alle porte e il fanaJsmo si può impadronire delle folle e distruggere ogni faJcosa conquista di civiltà P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino IL CANDIDO Candido è un racconto filosofico, pubblicato anonimo nel 1759 a Ginevra e a Parigi a@raverso lo stratagemma della traduzione di un’opera tedesca di un certo «do@or Ralph», che naturalmente non è mai esisJto L’espediente serviva a non esporsi dire@amente alla reazione di persone e isJtuzioni a@accate nel libro Il Consiglio di Ginevra ne ordina la distruzione. Ne escono comunque 13 edizioni nello stesso anno Per la sua velocità, per l’ironia e l’eleganza delle sue pagine e per l’importanza del tema tra@ato, il libro è diventato una delle opere più famose e più le@e di Voltaire P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino IL CANDIDO Quando pubblica il libro Voltaire ha 64 anni e ha vissuto l’esilio, la prigione, gli onori della corte, la persecuzione poliJca e religiosa; è stato amato dal pubblico, odiato dai potenJ e duramente avversato dalla Chiesa. Le ragioni dell’opera vanno probabilmente cercate in evenJ storici avvenuJ negli anni precedenJ: •  primo fra tu' il terribile terremoto di Lisbona del 1755, che aveva suscitato una grandissima impressione in tu' paesi d’Europa; •  in secondo luogo lo scoppio nel 1756 della guerra dei Se@e Anni, un vero e proprio confli@o mondiale che opponeva Prussia e Gran Bretagna a Francia, Austria, Russia e Svezia, ed era comba@uta in quasi tu' i conJnenJ, dall’America all’India. P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino IL CANDIDO Voltaire ha dunque davanJ a sé un mondo tormentato da catastrofi naturali e guerre in cui i filosofi come lui sono perseguitaJ dal potere poliJco e da quello religioso Eppure molJ grandi intelle@uali conJnuano a sostenere che tu@o quello che c’è è bene e che il mondo è il migliore di quelli possibili! Candido si presenta come una risposta polemica e sarcasJca a queste assurde affermazioni P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino IL CANDIDO Diviso in 30 brevi capitoli, il libro racconta le avventure e le peripezie del giovane tedesco Candido in diversi paesi del mondo Candido scopre la violenza che domina i rapporJ umani e sperimenta la debolezza e la precarietà dell’uomo di fronte alla natura P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino SpunJ per l’analisi di alcuni capitoli P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 1 Il primo capitolo del Candido si apre con la descrizione del castello di Thunder-­‐ten-­‐Tronckh È un luogo favoloso, i cui abitanJ sono felici, ricchi e senza pensieri L’artefice di questa illusione è Pangloss che insegna la metafisico-­‐teologo-­‐cosmologo-­‐
scempiologia (!!) P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 1 In realtà che Thunder-­‐ten-­‐Tronckh non sia poi quel granché Voltaire ce lo fa capire a più riprese Si tra@a, infa', di un piccolo castello di una provincia che si crede al centro del mondo in cui «il più gran filosofo di tu6a la provincia, e perciò del mondo intero» corre dietro alle cameriere... P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 1 Purtroppo, almeno per il protagonista, la felicità non dura a lungo... Una piccola scappatella con Cunegonda e per Candido, nipote illegi'mo del barone, il paradiso è perduto per sempre. Iniziano in questo modo le incredibili vicende del protagonista proie@ato all’improvviso nel mondo P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 5-­‐6 Voltaire ebbe noJzia della terribile catastrofe di Lisbona 23 giorni dopo l’evento, mentre si trovava nella sua villa nei pressi di Ginevra Sappiamo dalle sue le@ere che ne ebbe un’impressione tremenda. Il filosofo sessantunenne vedeva nel terremoto la conferma dell’estrema fragilità umana e della violenza casuale della natura Il primo fru@o di queste riflessioni fu il Poema sul disastro di Lisbona, che ebbe subito una grande risonanza tra i contemporanei P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 5-­‐6 Mentre scriveva il Candido, decise di far passare i suoi protagonisJ proprio dalla martoriata ci@à portoghese Qui, mentre i sopravvissuJ piangono di dolore e Candido/Voltaire s’interroga sull’assurdità di questo avvenimento, l’irriducibile Pangloss spiega «che le cose non sarebbero potute stare altrimenJ» e che «non poteva accadere di meglio», perché «tu6o è perfe6o» Nel testo Voltaire non commenta dire@amente questa affermazione, perché sono i fa' a contraddirla in maniera evidente P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 5-­‐6 Dopo altre disavventure, giustamente Candido osserva alla fine del brano: «Se questo è il migliore dei mondi possibili, figuriamoci gli altri». Voltaire usa nel Candido l’arma dell’ironia, mostrando l’assurdità delle teorie del “tu@o è bene” che giusJficavano i mali e le catastrofi sostenendo che ciò che era male per un individuo o per una parte di persone era in realtà un bene per l’universo La posizione di Voltaire invece è tu@a centrata sulla compassione per l’uomo e per il suo dolore che nessuna religione o filosofia possono giusJficare P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 5-­‐6 La Chiesa aggiungeva alle teorie del “tu@o è bene” un altro principio importante: il male è usato da Dio per punire gli uomini per i loro peccaJ. Anche le catastrofi naturali o le morJ degli innocenJ hanno la loro spiegazione nel male commesso dagli uomini o da alcuni di loro Questo perme@eva alle gerarchie religiose di schiacciare i loro nemici addossando loro la colpa di quanto successo: il meccanismo insomma del “capro espiatorio”, da punire in modo esemplare ed esibire alla folla come simbolo di purificazione. Da qui i roghi pubblici e le persecuzioni messe in a@o dall’Inquisizione Per Voltaire questa è la manifestazione più grave dell’oscuranJsmo della Chiesa e del fanaJsmo religioso, che vogliono mantenere gli uomini nell’ignoranza per poterli meglio dominare. P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 18 Il mito di Eldorado, che tra il Cinquecento e il Seicento aveva originato diverse e pericolose spedizioni, era ai tempi di Voltaire soltanto più una leggenda Metaforicamente indica una terra felice, dove non ci sono i mali che gli uomini comuni vivono ogni giorno. Nessuno sa come arrivarci e Candido ci si trova per puro caso Dall’osservazione dei costumi locali e dalla conversazione con il vecchio impara tanJssime cose e rimane estasiato La sua conclusione è che «bisogna viaggiare», per non restare chiusi nei propri pregiudizi e per cogliere i limiJ del proprio piccolo mondo spesso considerato, a torto, il migliore P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 18 Ad Eldorado non ci sono né la Chiesa né le persecuzioni religiose. Il vecchio descrive la semplice religione del paese: adorare Dio dal ma'no alla sera senza intermediari né gerarchie Nemico di ogni religione storica, Voltaire difende qui una concezione della religione “naturale” (deismo) Lontano sia dalle religioni rivelate sia dall’ateismo, il filosofo crede in un Dio causa dell’universo e garante del suo ordine. Questa è l’essenza della religione che va poi combinata al ben pensare e al ben agire, proprie dell’uomo razionale, aperto e solidale con i suoi simili Tu@e le contrapposizioni basate sulle dispute teologiche hanno determinato millenni di confli' tanto sanguinosi quanto inuJli P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 19: L’ORRORE DELL0 SCHIAVISMO Nel 1685 la monarchia francese, per regolare la condizione degli schiavi, ado@ò il cosidde@o Codice nero Voltaire sembra averlo in mente quando fa parlare qui uno schiavo: il codice stabiliva tra l’altro l’obbligo per i padroni di ba@ezzare e di istruire gli schiavi nella religione ca@olica e il taglio delle orecchie al primo tentaJvo di fuga, del garre@o al secondo e la condanna a morte al terzo Nel 1794 la Francia rivoluzionaria abolì la schiavitù, perché contraria ai diri' dell’uomo e del ci@adino Napoleone la reintrodusse nel 1802 e fu abolita definiJvamente solo nel 1848 P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 19: L’ORRORE DELL0 SCHIAVISMO L’incontro con lo schiavo rappresenta per Candido il colpo di grazia alle teorie del “tu@o è bene” Entrando in lacrime nella ci@à di Surinam egli esclama: «bisognerà per forza ch’io rinneghi il tuo oGmismo» Il sistema di Pangloss non ha più per lui alcuna possibilità di spiegare i mali del mondo, né le catastrofi naturali come il terremoto di Lisbona, né le disavventure degli individui, né i mali causaJ dagli uomini, come lo schiavismo Candido è ormai diventato grande, sempre meno “candido” nei suoi ragionamenJ e sempre più libero dai condizionamenJ della filosofia. P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 30: La conclusione La conclusione del Candido è una riflessione profonda sul senso della vita umana L’unica alternaJva possibile al dolore sono la noia e l’abitudine?? •  MarJno, pessimista, pensa di sì; •  Pangloss dice ancora, ma forse senza crederci, che nel mondo tu@o è o'mo; •  Candido non dice nulla: è ormai un uomo cresciuto, ma non sa come rispondere La soluzione non sembra giungere dalla “filosofia” ma dall’incontro e dal confronto con gli altri. P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 30: La conclusione Alla domanda sul senso dell’esistenza umana il saggio derviscio risponde rifiutando la domanda stessa L’uomo deve sme@ere di porsi domande inuJli e di rispondere con discorsi altre@anto inuJli: l’unica cosa da fare è «tacere». La vera risposta giunge da un vecchio semplice, un buon padre di famiglia. Ha educato i suoi figli nell’onestà e nel lavoro. Ciò li salva «da tre mali grandissimi: noia, vizio e bisogno». P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 30: La conclusione Alla fine delle sue peripezie il segreto di Candido è il lavoro dei campi, l’a@enzione alle piccole cose, il fare crescere i fru' e condividerli con gli altri. Solo Candido rispe@a pienamente gli insegnamenJ del derviscio e del vecchio: tacere sulle cose di cui l’uomo non sa nulla e intanto lavorare, colJvare l’orto. Per la prima volta nel romanzo è un Candido ormai maturo ad avere l’ulJma parola sul suo vecchio maestro. P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 30: POSSIBILI INTERPRETAZIONI Questa soluzione è una specie di disimpegno, una fuga dalla storia e dalla realtà. L’invito a «lavorare il nostro orto» rappresenta la sconfi@a dell’intelle@uale, che si chiude nella sua fa@oria e che rifiuta di parlare, cioè di svolgere il suo compito più importante. Questa soluzione è sì una rinuncia, ma all’ideologia dei filosofi e alla poliJca dei grandi della Terra, in nome di una scelta praJca e concreta di lavoro, in cui la ricerca della verità ricomincia dal basso, dall’impegno di tu' i giorni. P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CAP 30: POSSIBILI INTERPRETAZIONI Il messaggio del Candido è che il mondo e la vita non sono in sé né buoni né ca'vi e non hanno un fine prestabilito: anche Candido, che ha inseguito per terra e per mare la sua amata, rimane alla fine profondamente scornato, perché Cunegonda è diventata bru@a e anJpaJca La vita riserva dunque a tu' le peggiori sofferenze e alla fine la noia del quoJdiano rischia di uccidere il poco che resta. L’unica soluzione all’angoscia è allora vivere ogni giorno in modo pieno, in comunità con gli altri, facendo crescere i fru' della terra, senza porsi troppe domande e senza cercare facili spiegazioni religiose o filosofiche. P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino PANGLOSS È un eroe dell’o'mismo, convinto che tu@o ciò che esiste è buono ed è stato creato per un fine o'mo e che nulla di male può veramente accadere È lui che dimostra a tu' la felicità di cui godono e li convince che meglio non potrebbe andare. È lui l’instancabile lodatore della creazione divina e delle agiate condizioni del suo padrone, che gli perme@ono di vivere senza preoccupazione e di occuparsi dell’educazione del suo ammirato allievo P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino PANGLOSS È l’indiscusso rappresentante dell’o'mismo dedu'vo tanto proclamato dal Liebniz Al contrario del suo discepolo Candido, nemmeno le calamità più estreme lo spostano dalla sua posizione filosofica Per Pangloss tu@o è regolato da un meccanismo ideale. Persino la sua impiccagione: se Dio l’ha voluta, lo ha fa@o perché era parte del suo piano Tu@o questo o'mismo lo rende quasi irritante, ma anche comico P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino PANGLOSS Per tu@o il romanzo egli sarà il bersaglio preferito della criJca di Voltaire a@raverso di lui Voltaire vuole colpire tu@e le filosofie sistemaJche che avevano l’ambizione di spiegare l’universo come un sistema razionale e buono, creato da Dio per il meglio P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino PANGLOSS Secondo Voltaire questa visione contrasta con la realtà che gli uomini sperimentano tu' i giorni, fa@a di guerre, disastri naturali, violenze e disgrazie L’uomo deve almeno avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e di non cercare facili quanto false consolazioni, desJnate a mantenerlo nell’ignoranza P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CANDIDO In questo quadro Candido rappresenta l’uomo che non ha pregiudizi, che è puro e semplice e crede a quello che gli viene raccontato. “Candido” qui significa perciò anche ingenuo e un po’stupido: è la condizione di partenza dell’anima umana che non ha esperienza del mondo ed è perciò facile preda di filosofie ingannevoli È colto e conoscitore dei classici della le@eratura P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino CANDIDO La sua filosofia, inizialmente, si basa su quella del maestro Pangloss che pensa conJnuamente che questo sia il migliore dei mondi possibili Nel corso del romanzo il protagonista diventerà sempre meno candido, mantenendo però la sua semplicità di approccio alle cose e alle persone, fino a costruirsi a@raverso l’esperienza una propria concezione del mondo e della vita P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino MARTINO Personaggio che viene incontrato nelle Americhe da Candido e scelto come compagno di viaggio Segue Candido in tu@e le sue avventure per il mondo discutendo di filosofia Uomo intelligente con un passato difficile MarJno è l’anJtesi di Pangloss: la vita è una conJnua lo@a tra luce ed ombra, come sosteneva la filosofia manichea Questo modo di pensare fa di MarJno un pessimista sempre in contrasto con ciò che afferma invece Candido Tu@avia risulta essere un saggio maestro per il protagonista P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino Bibliografia Voltaire, Candido o dell’o'mismo, Feltrinelli, 1991 Polacco, Eramo, de Rosa, Le6eratura Terzo millennio, Loescher, 2012 Baldi,Giusso, Raze', Zaccaria, Il piacere dei tesJ, Paravia, 2012 P. C. Ma'oda, LISA Avogadro, Torino