Stampa questo articolo - Educazione. Giornale di pedagogia critica

Transcript

Stampa questo articolo - Educazione. Giornale di pedagogia critica
Altri nipotini.
Padre Bresciani “romanziere didattico”
nell’America della Guerra Civile
Luana Salvarani
Università di Parma
Dipartimento A.L.E.F.
Borgo Carissimi, 10 - 43121 Parma
[email protected]
La narrativa educativa ed edificante costituisce,
nell’Ottocento, il settore più florido dell’editoria di
massa americana. Dopo la Bibbia e i giornali, i testi di
maggior diffusione – in grado di raggiungere anche i
contesti sociali più svantaggiati – sono romanzi e racconti di facile lettura mirati a veicolare alcuni messaggi
morali ben definiti, costruiti attorno a un generico ideale
di buon cittadino laborioso e morigerato, diversamente
declinato a seconda della denomination religiosa a cui
si ispirava il testo. Nell’ambito pur minoritario dell’editoria cattolica, l’improvvisa esplosione editoriale delle
opere di Padre Bresciani in traduzioni-riduzioni appositamente pensate per il pubblico statunitense – almeno
13 diverse edizioni tra il 1854 e il 18791 – costituisce
un fenomeno anomalo per la relativa lunghezza e difficoltà dei testi, e consente una lettura dall’interno dell’andamento della controversia culturale ed educativa
1
Per l’elenco dettagliato rimandiamo ai Riferimenti bibliografici.
EDUCAZIONE. Giornale di pedagogia critica, IV, 2 (2015), pp. 7-26.
ISSN 2280-7837 © 2015 Editoriale Anicia, Roma, Italia.
DOI: 10.14668/Educaz_4202
Luana Salvarani
tra protestanti e cattolici, nel primo momento veramente critico della storia della nazione americana.
La Guerra Civile esplode dopo almeno un ventennio in cui la compattezza civica e culturale della nazione viene incrinata da più parti: il dibattito sullo schiavismo agisce da dissolvente all’interno di fronti che
andavano scoprendosi non più in grado di incarnare
autonomamente il senso di appartenenza del cittadino
americano alla propria Nazione. In questo ventennio di
dibattiti e scissioni, il tema educativo occupa sempre
una posizione centrale.
Tale centralità proviene direttamente dall’impostazione culturale data dai fondatori. Per Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, Noah Webster2 è tramite l’educazione che il cittadino americano, proveniente da culture, religioni e tradizioni linguistiche diverse, si forma, si differenzia dalle madri-patrie e, nel tempo, si
omogeneizza. Man mano che l’eredità razionalistico-illuministica dei fondatori sfuma a favore di una più
marcata colorazione religiosa, e soprattutto durante il
Second Great Awakening di primo Ottocento che raduna migliaia di nuovi adepti attorno ai predicatori di un
protestantesimo americano popolare e a forte impatto
emotivo, il modello educativo americano si lega indissolubilmente all’etica protestante. Il protestantesimo
dei testi educativi e dei libri edificanti tende a trascendere le differenze tra le tre confessioni più diffuse, Metodisti, Battisti e Presbiteriani, per affermare un modello
senza particolari sottigliezze teologiche, caratterizzato
rispetto a quello europeo dalle new measures di Lyman
Beecher, ispirate a sua volta dalla teologia di Charles
2
Se ne vedano i testi raccolti da W. Smith in Theories of Education in Early America 1655-1819, Indianapolis-New York, The BobbsMerrill Company, 1973.
8
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
Grandison Finney3, le quali – guadagnando all’ideatore
una denuncia per eresia da parte del Sinodo presbiteriano – recuperavano il libero arbitrio e la centralità
delle scelte individuali.
La potenza assimilatrice del modello protestante
delle new measures si impose rapidamente come base
culturale unica dell’educazione americana. L’istituzione, nel 1837, del primo Board of Education in Massachusetts, affidato a Horace Mann, diede avvio alla
creazione delle common schools, scuole finanziate dal
Governo e con un curriculum unico, che si proclamava
non legato ad alcuna religione (in obbedienza al primo
emendamento della Costituzione americana), ma di
fatto imbevuto di morale protestante.
Mann’s hope was that children should be given enough religious education to be «compatible with the rights of others
and with the genius of our government». He agreed that particular beliefs in politics and religion should be the purview
of the family, but he also contended that when children
reached adulthood they should possess «that inviolable prerogative of private judgment and of self-direction, which in a
Protestant and a Republican country, is the acknowledged
birthright of every human being»4.
In questo contesto, non sorprende che ogni atto rivendicativo da parte della minoranza cattolica partisse
dalla sottolineatura di questa disparità di trattamento
nei loro confronti nell’ambito dell’istruzione pubblica
americana. Sebbene Horace Mann e gli altri sostenitori
della common school fossero sinceramente convinti del
carattere “neutro” (non-sectarian) del loro modello
3
C. G. Finney, Lectures on Revivals of Religion, New York,
Leavitt, Lord & Co., 1835.
4
J. Gjerde, Catholicism and the Shaping of Nineteenth Century
America, Cambridge University Press, 2012, p. 141.
9
Luana Salvarani
educativo, resta il fatto che essi sostenevano di fondare
l’educazione morale sulla «religione della Bibbia», intendendo la religione di coloro che praticavano la lettura diretta della Bibbia, cioè i protestanti. Va sottolineato che anche il common school movement non intendeva porre alcun limite alla possibilità delle confessioni
religiose, incluso il cattolicesimo, di fondare proprie
scuole. Tuttavia, la relativa promiscuità tra le due religioni in campo educativo che aveva caratterizzato i
primi decenni della Repubblica – i cattolici spesso
mandavano i figli alle scuole finanziate dallo Stato o
dalla Contea, i protestanti, soprattutto di classe elevata,
non disdegnavano per l’istruzione superiore le migliori
scuole cattoliche – si andava trasformando, tra gli anni
Quaranta e Cinquanta, in una vera e propria “guerra di
religione” educativa.
By mid-century, however, a climate of distrust had developed between the two communities. A primary cause was
evangelical opposition to Protestant children in Catholic
schools fueled by Know Nothing fears of subversion of the
republic. At the same time, Catholics were becoming increasingly opposed to placing their children in public
schools. In 1852 Dr. Jerome Mudd presented a series of resolutions to the Cincinnati school board that he hoped would
make the public schools more acceptable to Catholics. The
result was a fracturing of the party system and a breakdown
in relations between Catholics and Protestants5.
La data della prima edizione americana di Bresciani, il 1854, segna l’inizio di un periodo di particolare vitalità militante dei cattolici, che intravedevano la
possibilità di una rivincita culturale contro il tessuto
compatto del protestantesimo nazionale. L’insurrezio5
M. C. De Palma, Dialogue on the Frontier, Kent State
University Press, 2004, p. 113.
10
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
ne del 1853 (i Cincinnati Riots) dei protestanti di origine tedesca, indignati per la visita dell’impopolare
nunzio pontificio Gaetano Bedini (ritenuto tra l’altro il
promotore dell’esecuzione del patriota Ugo Bassi),
rendeva palese la tensione di un fronte protestante che
non si sentiva più così compatto e solido. Nel 1837 i
Presbiteriani della Old School, legati al Sud schiavista,
si erano scissi da quelli della New School, espellendoli;
nel 1844 si erano divisi sulla stessa questione i Metodisti, nel 1845 i Battisti.
La frattura nel corpo delle tre principali confessioni protestanti del Paese era un’occasione d’oro per i
cattolici, al fine di tentare di penetrare nelle istituzioni
culturali ed educative del Paese. Per sferrare la dichiarazione di guerra, i Cattolici attesero che la sfida venisse portata proprio sul piano dell’educazione. Già negli
anni Quaranta a New York e Philadelphia due diverse
Bible Wars avevano messo all’ordine del giorno l’esigenza cattolica di togliere la lettura della King James
Bible nelle scuole, senza risultati apprezzabili. Sarà la
miccia accesa nel 1852 da Jerome Mudd ad aprire più
avanti un caso giudiziario, la Cincinnati Bible War,
che si trascinerà fino al 1873 con ricorsi successivi fino alla Corte Suprema, mettendo sul palcoscenico dell’opinione pubblica americana la “non neutralità” religiosa della scuola americana, che pareva sfidare lo
stesso Primo Emendamento. Sulla scia del dibattito
aperto dalla Bible War, l’arcivescovo Purcell apriva
l’altro fronte di battaglia, probabilmente ancora più caro ai cattolici americani: le tasse pagate per un sistema
scolastico in cui essi non si riconoscevano.
The climax was Purcell’s pastoral letter of March 26, 1853.
The Catholics, wrote the archbishop, were not opposed to the
common school system and would willingly pay taxes for
11
Luana Salvarani
their support if the common schools were common to Catholic children on the same terms as to others. In conclusion
Purcell suggested that members of his congregation exert
their privileges as American citizens and select candidates in
the upcoming election who would «fairly represent the wishes and requirements of their constituents and redress the
grievances of which they so justly complain. And if they refuse to do so, they cannot complain if Catholics are equally
independent and refuse to them their suffrages»6.
L’arcivescovo Purcell sapeva di toccare un punto
particolarmente sensibile della mentalità americana. Le
varie Bible Wars, in cui si discuteva la scelta tra la
King James Version e la Bibbia di Douay o l’uso dei
commenti, erano questioni da scuole di città, non a caso sollevate nelle ricche e colte metropoli dell’Est:
New York, Philadelphia, Cincinnati. Ma l’America rurale e il grande Midwest, incorporato di colpo nel 1830
con l’acquisto dalla Francia, erano estremamente diffidenti nei confronti di ogni ingerenza federale e resistettero sempre a ogni tentativo di istituzione di scuole sostenute dalla fiscalità generale. L’arcivescovo cercava,
in questo modo, di rompere il fronte protestante suscitando simpatie verso una battaglia che affondava le
proprie radici nell’essenza stessa del liberalismo e dell’individualismo americano.
The most controversial issue [in rural areas] was taxation of
local property to support the schools. In many districts, longstanding custom dictated that parents contribute to the school
fund to support their children’s education, or that all households offer assistance based on willingness to maintain the
schools. Reformers argued that a tax on property across the
districts would provide a more stable financial foundation for
the schools, and allow the poorest children to attend without
having to be labeled as “charity cases” [..] In 1849 a NY
6
12
M. C. De Palma, op. cit., p. 127.
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
state law calling for such a duty was decried as allowing individuals «to put their hands into their neighbour’s pockets».
[..] The NY law was overturned with in a year, demonstrating the pitfalls of educational reform when finding additional
resources for schools was not always a public concern7.
In questo contesto, l’editore di Baltimora (sede
dell’arcivescovato più prestigioso d’America) che decide di pubblicare a tempo di record una vivace traduzione-riduzione dell’Ebreo di Verona, punta proprio
sul tema dei “bad books”, in cui il lettore cattolico militante non avrebbe tardato a riconoscere il fiume di
editoria edificante protestante a cui i giovani erano
quotidianamente esposti nelle istituzioni scolastiche
federali. Per dare più efficacia al proprio scenario e legarlo in modo esplicito alla teoria complottista di Padre Bresciani a proposito del Risorgimento italiano,
l’editore americano sceglie di mostrare i “cattivi maestri” come adepti di inquietanti società segrete che
tramano per abbattere le virtuose istituzioni della Repubblica.
La scelta è retoricamente astuta in quanto la morale protestante amava proporsi come (ed era, di fatto) la
base culturale e la guardia sicura delle libertà repubblicane del nuovo Stato. Il clero cattolico americano sapeva benissimo che i propri cittadini, per quanto legati
alla cultura europea e alle tradizioni della chiesa di
Roma, non avevano alcun desiderio di tornare sotto le
monarchie della Restaurazione, e che – tanto più in un
periodo di moti insurrezionali in Europa – erano grati e
legati alle libertà costituzionali americane tanto quanto
i concittadini protestanti. L’unico modo di fare breccia
era presentare gli avversari religiosi come falsi profeti
7
John L. Rury, Education and social change. Contours in the
history of American Schooling, New York-Oxon, Routledge 2013, p. 19.
13
Luana Salvarani
di quella libertà civile che loro stessi osannavano, nascosti sotto le vesti misteriose di massonerie e carbonerie d’oscura origine (Weishaupt fu il fondatore settecentesco dell’Ordine degli Illuminati, e il fantomatico
codice di Weishaupt era, ed è ancora oggi, un ingrediente fisso delle più fantasiose teorie del complotto a
base occulta):
The danger of bad books, their corrupting influence over the
minds of the young, is distinctly marked out. They are the
ready vehicles in the hands of secret societies for disseminating their pernicious doctrines, and of ultimately accomplishing their nefarious ends. [...]
In the person of Polissena, parents may learn to guard against
the seductive influence of those, who under the cloak of piety, agreeable manners, and personal accomplishments, seek
to poison the fountain of domestic happiness, to beguile the
young, and to infuse into their innocent hearts the bitter portion of wickedness and crime. In the virtuous Alisa, they will
learn to place a proper estimate upon the blessings of a religious education; in Ursulina, the lamentable effects of evil
associations are vividly drawn; and in Aser, the hero of the
tale, we behold the noblest qualities of mind and heart degraded and debased by the fearful abomination of the code of
Weishaupt [...]8
Il grosso volume di Bresciani, di non banale lettura anche nella versione lievemente alleggerita e facilitata proposta dall’editore americano, veniva proposto
non direttamente ai giovani, ma ai loro genitori e tutori, in armonia con l’insistenza cattolica sull’educazione
familiare – più facilmente controllabile – rispetto alla
pericolosa esposizione alla scuola, soprattutto la common school. Anche le successive edizioni americane
(tra cui il Lionello, massimo successo di Bresciani in
8
The Jew of Verona. An Historical Tale of the Italian Revolutions
of 1846-9, Baltimore, J. Murphy & Co., 1854, pp. xviii-xx.
14
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
America con ben cinque diverse edizioni in dieci anni)
insisteranno sull’importanza di tale lettura per genitori,
tutori e chiunque fosse incaricato dell’educazione dei
giovani.
L’insistenza dei traduttori ed editori di Bresciani
su apocalittici scenari di corruzione giovanile e di minaccia all’ordine costituito, non solo quello “divinamente ordinato” della famiglia ma anche quello della
Repubblica americana, per quanto appaia ridondante o
ridicola al lettore moderno, risponde a un analogo
espediente retorico della più infiammata predicazione
protestante.
L’afflusso di immigrati in coincidenza col Risorgimento europeo arricchiva non solo le file dei liberali
anticlericali, come a Cincinnati, ma anche quelle dei
cattolici per tradizione e provenienza familiare, portando nella “terra promessa” intere famiglie non affatto
abituate né forse in grado, nella loro prima generazione, di gestire e comprendere le istituzioni liberali, avvezze com’erano a governi assoluti e alla mancanza di
esercizio dei diritti civili. Tali masse erano viste dagli
educatori protestanti come una seria minaccia alla cultura civica della nazione e come un corpo estraneo da
omogeneizzare il prima possibile con un’adeguata
azione educativa. Il tema era riproposto incessantemente dagli abilissimi predicatori che, negli anni del
Second Great Awakening, infuocavano le masse nei
grandi camp meetings battisti e metodisti, ed era
l’oggetto di almeno un articolo in ogni numero dei
giornali religiosi che costituivano in molte case dell’America non solo rurale l’unica lettura oltre alla Bibbia. Tali periodici continuarono a crescere lungo tutta
la prima metà del secolo, fino a diventare, fin dagli an-
15
Luana Salvarani
ni Trenta, i giornali più diffusi a livello non solo americano ma mondiale:
The number of religious newspapers grew so rapidly that by
the time of the Civil War there were upwards of three hundred. […] Southern Methodists founded the Wesleyan Journal in Charleston under the capable editorship of William
Capers in 1825; and although the paper was well received,
after two years it was merged with the Christian Advocate of
New York expressly to avoid «the danger of collision» between Northern and Southern views. The Christian Advocate
and Journal, as the combined publication was called, was for
several years the world’s largest newspaper. In 1828 it reported a weekly circulation of 28,000 copies, far surpassing
even that of the London Times, which reached only 10,000
in 1835. 9
Il giornale, peraltro, faceva parte dei testi utilizzati
nelle scuole americane fin dai tempi di Benjamin
Franklin, e nelle scuole rurali e di frontiera costituiva
spesso l’unica lettura disponibile accanto a quella biblica.
Non sfuggiva a nessuno che si occupasse di educazione che il West era la vera, nuova frontiera della
battaglia culturale per la scolarizzazione americana. Il
più vigoroso apostolo dell’educazione nel West, Lyman Beecher, nel suo celebre discorso del 1835 (A
Plea for the West) aveva tuonato, con gli accenti del
predicatore, contro il pericolo dei cattolici per le istituzioni americane, invocandone una rapida “protestantizzazione” attraverso una rete capillare di common schools,
Sunday schools e missioni di frontiera. Non sorprende-
9
C. C. Goen, Broken Churches, Broken Nation. Denominational
schisms and the Coming of the Civil War, Mercer University Press,
1985, p. 37.
16
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
rà trovare quindi i toni apocalittici e le teorie complottiste avanzate anche dagli editori di Bresciani:
This danger from uneducated mind is augmenting daily by
the rapid influx of foreign emigrants, the greater part unacquainted with our institutions, unaccustomed to selfgovernment, inaccessible to education, and easily accessible
to prepossession, and inveterate credulity, and intrigue, and
easily embodied and wielded by sinister design. In the beginning this eruption of revolutionary Europe was not anticipated, and we opened our doors wide to the influx and naturalization of foreigners. But it is becoming a terrific inundation; it has increased upon our native population from five to
thirty-seven per cent, and is every year advancing. It seeks,
of course, to settle down upon the unoccupied territory of the
West, and may at no distant day equal, and even outnumber
the native population. What is to be done to educate the millions which in twenty years Europe will pour out upon us?
But what if this emigration, self-moved and slow in the beginning, is now rolling its broad tide at the bidding of the
powers of Europe hostile to free institutions, and associated
in holy alliance to arrest and put them down? Is this a vain
fear? Are not the continental powers alarmed at the march of
liberal opinions, and associated to put them down? and are
they not, with the sickness of hope deferred, waiting for our
downfall?10
La teoria di un complotto delle potenze europee
per riversare fiumi di immigrati ostili alla libertà americana sul suolo del nuovo continente, minarne le istituzioni e preparare la riconquista da parte delle antiche
madri-patrie, non era una specialità di Beecher né una
novità nelle teorie educative del Paese. Era stato, già
nel 1786, uno degli spunti (“can nothing be done to
preserve our morals, manners, and governments, from
10
L. Beecher, A Plea for the West, Cincinnati, Truman & Smith,
1835, pp. 51-53.
17
Luana Salvarani
the infection of European vices?”)11 con cui Benjamin
Rush aveva proposto i suoi Pensieri sull’educazione
adatta a una Repubblica, annessi a un vero e proprio
piano di scolarizzazione pubblica per lo stato della
Pennsylvania, in cui si forgiava un’idea di scuola come
luogo di messa a punto della republican machine che
ogni buon cittadino americano doveva essere; idea di
fondamentale importanza per la mentalità educativa federale anche contemporanea.
Per Rush, tuttavia, i “vizi europei” andavano oltre
il cattolicesimo in quanto tale; erano piuttosto l’ossequio alle regole formali del potere, l’interesse per una
cultura priva di applicazioni pratiche e meramente decorativa, la bellicosità per questioni di lana caprina,
l’incapacità di sacrificare l’interesse personale al bene
comune; in breve, tutti quei vizi su cui si era esercitata
la satira di Swift. Ai tempi di Beecher, invece, lo scontro andava assumendo le caratteristiche della “guerra
di religione” culturale, e alle soglie della Guerra Civile
i cattolici avevano buon gioco nel vedere in analoghi
complotti – ma perpetrati dalla parte avversa – le origini di una tragedia che avrebbe inciso per sempre nella
coscienza americana, formatasi rappresentando la propria patria come un nuovo Eden12.
La pubblicazione del Lionello nell’anno in cui
esplodeva la Guerra Civile appariva dunque al lettore
11
W. Smith (ed.), op. cit., p. 256.
«Common themes in the rhetoric of the early National Period
were the biblical origins of the American republic and the continuity
of the Judaeo-Christian tradition in the emergence of the new nation.
The United States of America was “God’s New Israel”, whom the Almighty had delivered from the hand of the British “Pharaoh” and planted victoriously in a land of promise and plenty». C. C. Goen, op. cit.,
p. 22.
12
18
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
cattolico come una conferma che i foschi disegni preconizzati dal Bresciani – e riportati dall’editore alla
realtà americana – si stavano effettivamente realizzando. Il successo dell’impresa editoriale, con le sue cinque edizioni più una ristampa, conferma l’efficacia di
tale meccanismo nella mentalità di una minoranza cattolica sempre più pugnace e che stava erodendo spazi
di visibilità mentre il fronte dominante si dilaniava nella guerra.
Vista da lontano, l’Italia del Risorgimento, appiattite le differenti posizioni, appariva come un campo di
sperimentazione di foschi disegni sovversivi: la “purezza” di Washington e degli altri fondatori, di cui si
ignora deliberatamente il background illuminista e liberale, viene messa in contrasto con la satanica figura
dei “filibustieri” Cavour, Garibaldi e persino dell’innocuo Farini. L’appassionato redattore della prefazione al
Lionello, prima di ricordare l’utilità didattica dei romanzi del Bresciani e raccomandarne la lettura a maestri, genitori e tutori, ricorre non sorprendentemente
proprio al tipico argomento protestante della perniciosa
influenza europea: maestra di insurrezioni e complotti
come, per la controparte religiosa, era maestra di assolutismo e schiavitù morale.
We place before the American reader the memoirs of Lionello, a sequel to the Jew of Verona.
In an age of turbulent passions, lawless pretensions, open or
covert anarchy, dereliction of primary duties on the part of
nations and rulers in the Old World, it behooves statesmen
and patriots who value the permanency of free institutions in
our own country; it beehoves Christians, and parents especially, who feel the necessity of upholding authority, divine
and human, to study the causes of the disastrous events recorded in these pages [...]
We are prone to welcome, without examination, the seeming
propagandism of our liberal ideas in European countries; to
hail as compeers of Washington and his pure-minded co-
19
Luana Salvarani
laborers, the filibustering Cavours, Farinis, and Garibaldis
[...] God forbid that Europe, which, a few years since, infected our bodies with a frightful pestilence, should poison our
minds with its pernicious doctrines and examples! [...]
We will, above all, secure to the young generation due instruction and discipline at home, sound and religious education in schools, under competent and trustworthy teachers;
throw around it timely and adequate defenses against the
sophistry, extravagances, and vices of the world, against the
snares and wickedness of secret societies. The memoirs of
Lionello illustrate these points, and furnish the thoughtful
reader both useful and admirable lessons. We commend the
work to parents especially, and guardians13.
Le edizioni di Baltimora lavoravano sui testi di
Bresciani con relativa fedeltà, semplificando se necessario la narrazione e l’intricata sintassi secondo la modalità comune a tutti gli editori americani che adattavano testi europei per un grande pubblico. Nel frattempo, da circa un decennio era comparsa sul mercato
la casa editrice Sadlier, ancora oggi tra i capisaldi dell’editoria cattolica statunitense.
I Sadlier, immigrati irlandesi giunti sul suolo americano nel 1832, raccoglieranno più avanti il testimone
delle edizioni di Bresciani, pubblicandone diversi romanzi in traduzioni-riduzioni con interventi e tagli
molto più vigorosi, rispondenti a un interesse didattico
ancor più pronunciato e, tuttavia, a una minore urgenza
militante. Negli anni Cinquanta e Sessanta i Sadlier si
andavano efficacemente affermando come controparte
educativa all’editoria protestante, senza inventare nuovi modelli – non era possibile né conveniente in un
contesto in cui i cattolici stavano comunque alla retroguardia – ma inseguendo gli avversari negli stessi ge13
Lionello. A Sequel to the Jew of Verona, Baltimore, John B.
Piet, 1860, pp. 3-6.
20
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
neri in cui eccellevano: le Sunday school stories, i romanzi edificanti ad opera di Mary Ann Sadlier14, ma
soprattutto i libri di storia e gli atlanti.
Va da sé che i libri di storia americana e quelli di
geografia, momento fondamentale del curriculum delle
common schools, erano luogo privilegiato per la rappresentazione dell’Europa, e soprattutto dei Paesi cattolici, come luogo di arretratezza civile e culturale, da
cui la gloriosa marcia della Rivoluzione aveva liberato
per sempre il popolo americano. La geografia, in particolare, non si limitava mai alla geografia fisica ma si
proponeva sempre come geo-antropologia dei diversi
Paesi del mondo, con compendiose descrizioni di grande
efficacia e vivacità15. I Sadlier scesero in campo dopo
la guerra con strumenti didattici specifici per lo studente cattolico, come la Sadlier’s elementary history of the
United States (1877) e la Sadlier Excelsior Geography
n° 2 (1875, ed. con atlante 1880), opera di lusso stampata interamente a colori e certamente mirata a un
pubblico benestante, che affianca alla tradizionale cartografia americana – con il continente al centro del globo
e carte dettagliate d’ogni Stato – una elegante e improbabile copertina rappresentante Piazza San Pietro.
I romanzi di padre Bresciani rappresentavano, per
i Sadlier, uno strumento per un’editoria educativa cat14
Willy Burke; or, The Irish Orphan in America, 1850; The Blakes
and Flanagans, A Tale Illustrative of Irish Life in the United States, 1855,
quest’ultimo tutto sugli effetti perniciosi dell’educazione protestante
sui giovani; Bessy Conway; or, The Irish Girl in America, 1861, etc.
15
«The Italians are not generally allowed to read the Bible; and
they are among the most immoral nations of Europe» (William Channing Woodbridge, Modern School Geography: On the Plan of Comparison and Classification, with an Atlas, Hartford, Belknap and Hamersley, 1847).
21
Luana Salvarani
tolica che andava collocandosi, con gli anni Settanta,
in una nicchia sempre più in grado di raccogliere finanziamenti e fette di mercato, ma che aveva rinunciato a competere con quella protestante. Alla cultura dominante era stato lasciato il monopolio dell’istruzione
federale, dopo che, finita la guerra, ricomposte le fratture nelle confessioni principali e recuperata un’identità nazionale, apparve chiaro che gli scenari apocalittici
e le teorie del complotto non erano altro che astuti
espedienti propagandistici, e che era molto più efficace
fare pressione a livello locale, sulla base della rappresentatività morale ed economica delle singole comunità cattoliche (il folgorante successo imprenditoriale dei
Sadlier ne aveva determinato l’importanza anche come
gruppo di pressione) e del prestigio di singole istituzioni e collegi in realtà cittadine sempre più competitive a
livello educativo. Molto lontano, all’estrema frontiera,
piccoli gruppi di missionari gesuiti si battevano palmo
a palmo con luterani e metodisti per il controllo educativo dei villaggi indiani, delle miniere e degli avamposti commerciali.
Nelle realtà urbane largamente alfabetizzate, invece, Bresciani poteva essere veicolo non solo di contenuti morali e propagandistici, ma anche come promotore di una lingua americana letteraria più attenta alla
retorica e all’eleganza formale. Sull’onda dell’entusiasmo di Bresciani per l’opulenza della Roma barocca
(cantata nell’Edmondo in lunghissime perifrasi descrittive, non tutte conservate dal riduttore americano) tutta
un’estetica si dispiegava, diametralmente opposta al
culto nazionale per una lingua americana semplice,
pratica e priva di cerimonie, come l’aveva voluta Noah
Webster nelle sue pionieristiche grammatiche e dizionari.
22
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
Il modello scolastico dominante, in materia, si allineava con la tradizione illuministica dei fondatori,
rafforzata dalle tendenze popolareggianti della cultura
protestante del Second Great Awakening: l’apprendimento della lingua, come già nei progetti educativi di
Benjamin Franklin, mirava alla piena integrazione del
cittadino e allo sviluppo di competenze persuasive utili
negli affari e nella politica. La retorica, in tale curriculum, si spogliava di ogni aspetto estetizzante o anche
solo incantatorio (aspetti entrambi ben presenti, con
contraddizione tipica della cultura statunitense, nell’onnipresente retorica dei predicatori) per proporsi
come disciplina pratica, per obiettivi ben precisi: lettere d’affari, racconti brevi (il genere più diffuso nella
prosa educativa e moraleggiante) e pubblicità, secondo
la tripartizione di un trattatello scolastico molto in voga.
Allo useful English della tradizione websteriana e
a una retorica business-oriented i cattolici tentavano di
opporre, indubbiamente “fuori tempo massimoˮ, le potenzialità educatrici di una lingua raffinata e carica di
storia, che alla frontiera si stava rivelando efficace
strumento di proselitismo e omogeneizzazione culturale nei confronti dell’Altro per eccellenza, il nativo
americano, protagonista ancora per diversi decenni di
un’epica di guerra e di conquista. Tentavano insomma
di costruire un’epopea cattolica che potesse costituire
un’alternativa al pur condiviso ethos repubblicano, di
cui i cattolici non potevano in buona coscienza dirsi
cofondatori.
In un’impresa culturale di questo tipo, scesa dal
piano della militanza aggressiva a quello della divulgazione dilettevole, la prosa del Bresciani poteva ancora svolgere la propria funzione, purché adattata ai gusti
e ai ritmi del lettore americano. Da questo punto di vista le traduzioni di Anna T. Sadlier coniugano un vigi23
Luana Salvarani
le senso dello stile, in grado di rendere la prosa lussureggiante dell’originale, con la mano agile e spregiudicata del senso pratico.
The translator of «Edmondo» begs to apologize to Father
Bresciani’s memory for having taken some liberties with his
books. The translation was prepared for a weekly paper, and
it was feared that Don Alessandro’s long discourses might
weary the readers; consequently, that worthy chaplain was
politely invited to fold his hands behind his back and take a
walk during two entire chapters, and on several other occasions, while he was respectfully listened to, his paragraphs
were shortened and his Latin quotations omitted. Several
foot-notes of no general interest have also been omitted 16.
Questa edizione dell’Edmondo appartiene a una
piccola serie di romanzi di Bresciani pubblicati negli
anni Settanta dalla Sadlier, passata, con la morte di
James nel 1869, a Mary Ann Sadlier, aprendo la fase
che vedrà nel decennio successivo il declino della casa
editrice. L’epoca della Guerra Civile aveva fatto prosperare casa Sadlier: archiviata la guerra e lontane le
dispute degli anni Cinquanta, il cattolicesimo americano era entrato, con il secondo mandato dell’anziano arcivescovo John Baptist Purcell, in una fase di relativa
non belligeranza. Come atto finale della Cincinnati Bible War, nel 1873 la Corte Suprema dell’Ohio consentiva al Board of Education, a maggioranza protestante,
di impedire la lettura della King James Bible nelle
scuole – rimandando di fatto il problema agli accomodamenti locali tra protestanti e cattolici. In questo contesto, non sorprende che padre Bresciani passi da lettura militante a tranquillo prodotto editoriale, autore di
16
24
Edmondo, New York, D. & J. Sadlier, 1876, p. 3.
Altri nipotini. Padre Bresciani “romanziere didattico”
romanzi che il genitore cattolico può leggere e far leggere ai figli senza timore di influssi pericolosi.
Spenta la tensione che infiammava il dibattito
quindici anni prima, Anna Theresa Sadlier si preoccupa soprattutto di non annoiare i lettori con la prosa tardobarocca del gesuita, risultato di una lunga tradizione
retorica che passava attraverso Daniello Bartoli e il
Panigarola e che, nella cultura mainstream americana,
generava, come già ricordato, più diffidenze che fascino.
Bresciani era, da questo punto di vista, troppo estraneo
ed esotico per entrare davvero nel canone – nonostante
i generosi sforzi dei suoi traduttori – al di fuori di una
contingenza storico-educativa ben precisa. Conclusa
quella fase, il lettore americano, anche cattolico, non
era più disposto a concedere troppo tempo alle digressioni e ai bozzetti di un autore non più in condizioni di
riaccendere la miccia della guerra culturale.
25
Luana Salvarani
Riferimenti bibliografici
Edizioni americane delle opere di Padre Bresciani
The Jew of Verona, Baltimore, J. Murphy & Co., 1854.
The life of Abulcher Bisciarah: the "Little Angel of the Copts”,
New York, P. O’Shea, 1856-1863.
Lionello, Baltimore, John B. Piet, 1860 (successive ed., Kelly, Piet
& Co: 1861, 1864, 1870, 1871).
The Jew of Verona, London, Richardson, 1861 [ristampa dell’ed.
di Baltimora, dichiarata per il pubblico americano].
Lionello, London, Richardson, 1861 [come sopra].
Mathilda of Canossa and Yolanda of Groeningen, New York, D.
& J. Sadlier, 1875.
Edmondo, New York, D. & J. Sadlier, 1876.
Ubaldo and Irene, New York, D. & J. Sadlier, 1878.
Lorenzo; or, the Conscript, New York, D. & J. Sadlier, 1879.
Altri autori e letteratura secondaria
Beecher, L., A Plea for the West, Cincinnati, Truman & Smith,
1835.
De Palma, M. C., Dialogue on the Frontier. Catholic and
Protestant Relations 1793-1883, Kent State University Press,
2004.
Finney, C. G., Lectures on Revivals of Religion, New York,
Leavitt, Lord & Co., 1835.
Gjerde, J., Catholicism and the Shaping of Nineteenth Century
America, Cambridge University Press, 2012.
Goen, C. C., Broken Churches, Broken Nation. Denominational
schisms and the Coming of the Civil War, Mercer University
Press, 1985.
Rury, J. L., Education and social change. Contours in the history
of American Schooling, New York-Oxon, Routledge, 20134.
Smith, W., (ed.), Theories of Education in Early America 16551819, Indianapolis-New York, The Bobbs-Merrill Company,
1973.
26