CHI HA INVENTATO IL NATALE?
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CHI HA INVENTATO IL NATALE?
UNITA’ DI APPRENDIMENTO n. 2c “CHI HA INVENTATO IL NATALE?” (bambini di 5 anni) Anno scolastico 2011- 12 Dal 28 novembre al 22 dicembre 2011 di Barbara Pavesi 1. TIPOLOGIA DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO A dicembre è doveroso e rispettoso fermarsi ad assaporare i momenti significativi e carichi di attesa che conducono al Natale: l’annuncio gioioso e unico al mondo della nascita del bambino Gesù. Durante il periodo dell’Avvento, si accosteranno i messaggi, racchiusi nel racconto cristiano, utili ad aprire la mente dei bambini al vero significato del Natale, non quello puramente consumistico! Il significato autentico resta: se non fosse nato Gesù, non sarebbe esistito nessun Natale! La storia in questione non avrà bisogno di tante spiegazioni, ma potrà essere ascoltata, vissuta, interpretata e drammatizzata, verrà suddivisa in tre parti: angeli con i loro “talenti”, popoli delle varie parti del mondo e Dio Padre. In questo modo ci si ricollegherà, a fine Avvento, al momento della Notte Santa e alla nascita del Salvatore del mondo. La novità sarà quella di introdurre la figura di Gesù come inviato di Dio Padre, è il Figlio che scende sulla terra, per ricordare a tutti che Dio è nostro Padre e ci ama! Gesù viene a noi ma non sotto forma di Re, Imperatore, Principe o altro, bensì come semplice ed umile bambino in fasce. Gesù per essere meglio compreso ed interiorizzato è “simbolizzato” con la luce, l’amore, la pace, la generosità e la semplicità. Un’immagine vera ed autentica perciò, non caricaturale, il più possibile simile al Padre Nostro. Per iniziare un rapporto intimo e personale con Esso dobbiamo stimolare i bambini a “pensare a Gesù” perché, il pensare, presuppone il “ringraziare” per qualcosa che si ha e o si è ricevuto. Se riusciremo a ringraziare ed “adorare” Gesù, risaliremo alla sua e alla nostra origine… Dio, che ci ha voluti, chiamati e ci mostra la strada da seguire ogni giorno. È come se Lui fosse le radici dell’albero della vita, dove tutti siamo uniti e vicini e contribuiamo a creare, con gli altri, una grande foresta in tutto il mondo! All’adulto spetta, invece, il compito di narrare tale racconto, come se fosse un cantastorie, in maniera tale da donare un cuore e un senso che la faccia diventare espressione d’amore per Gesù e per tutti coloro che vogliono ancora meravigliarsi con la sua incantevole e straordinaria storia! (Bruno Ferrero). I bambini percepiranno attraverso i personaggi della storia narrata, che in ogni luogo e in ogni momento possiamo sentire che Dio ci ama e ci sta accanto e che seppur piccoli, anche ciascuno di noi può fare del bene ed essere di aiuto agli altri. Il piccolo Gesù, con la sua nascita, ha regalato in modo gratuito pace, luce, gioia, amore… senza voler niente in cambio, allora anche noi, pur essendo bambini, possiamo provarci!!! 2. IL PROBLEMA AFFRONTATO DALL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO Quando parliamo di Dio i bambini pensano automaticamente a colui dal quale deriva il suo nome: Gesù, un bambino e poi un uomo fatto di carne ed ossa. Tutta l’educazione religiosa in senso cristiano ha lo scopo fondamentale di far imparare l’unica via che conduce a Dio, che è e si chiama Gesù! È Gesù che rende visibile e in qualche modo “tangibile” il Dio invisibile, nascosto, misterioso e “intoccabile”, perché “Chi vede Gesù, vede il Padre” (Gv 14,9). E’ importante notare che il bambino della scuola dell’infanzia è disponibile al fatto religioso. Tuttavia, il passaggio da questa disponibilità all’esperienza autenticamente religiosa non avviene spontaneamente, ma mediante esperienze parentali e ambientali, secondo un rapporto di tipo simbolico. Di qui l’importanza prescindente della famiglia e della scuola nel processo di strutturazione dell’atteggiamento di fede. Inoltre, in questo periodo più che mai, lo sviluppo delle capacità intellettuali è in stretta dipendenza con lo sviluppo affettivo. Perciò: “solo chi è abituato a guardare il mondo circostante con fiducia e sicurezza potrà darsi una adeguata interpretazione della realtà, in cui Dio è sentito come il Padre che ci donò suo Figlio per darci la salvezza” (citazione tratta dal libro: “Esperienze nella scuola materna”, Milano, casa editrice Carlo Signorelli, 1987, di Rosalba Perini, pag. 317). Se supponiamo di descrivere un nostro amico, probabilmente diremmo prima il suo nome, poi quello dei suoi genitori, dove abita, qualche caratteristica della sua personalità e come si comporta. L’identità di una persona, quindi, si manifesta nel suo modo di pensare e in come agisce. Così non possiamo parlare di Gesù senza partire dalla sua nascita e dalle sue origini, per poi raccontare cosa ha fatto e come si è comportato. Ecco che va sottolineato in primo luogo: cosa Gesù ci ha detto e cosa ha fatto per noi! L’UA si propone di considerare l’aspetto affettivo- emotivo che lega ogni bambino al momento del Natale, stimolando le sue conoscenze ed esperienze attraverso il racconto degli angeli del Paradiso e dei simboli legati alla nascita di Gesù. Tutto ciò troverà consolidamento nelle esperienze ludiche, didattiche e drammatico- teatrali aventi lo scopo di far: √ cogliere il significato del Natale, cioè Dio che scende sulla terra tra noi come umile e semplice bambino per ridonarci amore e pace. 3. MODALITA’ OPERATIVE ore CHE COSA FA IL DOCENTE? 30 STRATEGIA DI INTERVENTO: “Invito al settimo cielo” (mediatore iconicomin. analogico). Bacheca all’ingresso per il percorso d’Avvento. Il primo giorno di Avvento ogni sezione troverà una borsa a tracolla alla quale sarà agganciato un palloncino del colore della sezione e contenente una nuvola con un messaggio all’interno. È l’invito dell’Angelo Postino che ci propone di scoprire insieme un pezzetto del Paradiso, attraverso il racconto del “Ritratto di Dio” (“25 storie di Natale”, Bruno Ferrero, ed. Elledici). L’angelo si presenterà come il più bravo a conoscere ed orientarsi per strade e città e quindi l’incaricato ufficiale a fare da messaggero tra cielo e terra. Sarà proprio lui che di settimana in settimana ci racconterà gli sviluppi della storia del primo Natale… iniziamo narrando la prima parte del racconto. 5 PRIMA SETTIMANA: (mediatore attivo- iconico- analogico) Assegniamo ai bambini più grandi il ruolo da interpretare e mimare degli angeli, ciascuno con la sua caratterizzazione: l’angelo pittore, il musicista, lo spazzino, il giardiniere, il cuoco, il matematico, il dottore, il cantante, il ballerino… e ovviamente l’angelo scrittore. I bambini troveranno gli oggetti utili alla drammatizzazione dentro un contenitore, dal quale dovranno pescarli. “Diavoletti o Angioletti?” Procediamo rappresentandoli con i loro simboli, mentre i compagni più piccoli penseranno a realizzare lo sfondo (cielo e nuvole). Avremo così in bacheca i protagonisti del racconto e ogni classe potrà assegnare ad ognuno un nome. “Un ritratto divino!” Infine, decidiamo di imitare l’angelo Michelangelo, il pittore del Paradiso, e per preparare un ritratto speciale da regalare a Dio, pensiamo a come rappresentare le Sue caratteristiche: grande come il mare, forte come un leone o come un toro, buono, saggio come un libro, ma anche luminoso come il sole, bello, caldo come il fuoco, veloce come il vento, leggero come una piuma… e realizziamo un 3 3 ritratto comune della nostra sezione. Poi prepariamo delle cornici su cartoncino da decorare e dentro incolliamo i ritratti personali fatti da ciascun bambino. Arrivano i Cherubini, cioè gli angeli più piccoli e giocherelloni, che stanno iniziando a preparare gli addobbi per la festa di Natale: muschio e paglia, culla e stella cometa, stelle e pecorelle… ma combinano un guaio: tutti corrono e si affrettano e nella confusione fanno volare i disegni del povero Michelangelo che tenta di recuperarli, ma alcuni cadono tra le nuvole e finiscono sulla terra. “Lavori in corso al settimo cielo!” Dopo aver ascoltato la seconda parte del racconto, i bambini drammatizzano, prima disponendo i materiali e le immagini come se dovessero allestire un presepe in sezione (ogni insegnante deciderà se concreto o iconico). SECONDA SETTIMANA: (mediatore attivo- simbolico- analogico- iconico) Riprendiamo il racconto… i ritratti dell’angelo Michelangelo sono caduti sulla terra. Organizziamo un percorso: “A spasso per il mondo!”, dove a coppie di sezioni, ritroviamo in uno spazio comune alcuni costumi appartenenti ai popoli del mondo e le loro immagini corrispondenti, disposte lungo il percorso in vari contenitori: messicano, africano, eschimese, cinese, egiziano, australiano… alla fine ci sarà un grande mappamondo (su supporto di polistirolo) con delle bandierine colorate. Lo scopo è quello di scegliere un popolo, indossarne il costume, una volta arrivati alla parte del mondo corrispondente, pescare dal cestino l’immagine, per esempio: se scelgo il messicano, indosserò e poi prenderò il sombrero. Al termine del percorso, i bambini ricomporranno l’immagine rappresentata sul retro dei loro ritratti e scopriranno quale immagine di Dio appartiene a ciascun popolo. “Tiro alla fune!”: proseguiamo col racconto… nonostante Dio fosse contento che i ritratti fossero caduti sulla terra, così che la gente potesse vedere e conoscere un pezzetto di Lui, i popoli però erano in disaccordo e iniziarono a litigare tra loro. Dividiamo i bambini in tre/quattro squadre equilibrate e attacchiamo al centro della fune le bandiere dei due popoli contendenti che hanno però un colore in comune e senza del quale la bandiera non è completa… la gara inizia, ogni squadra capirà che anche se vince la “battaglia”, ha bisogno dell’altra squadra per ricomporre la propria bandiera. TERZA SETTIMANA: (mediatore attivo- simbolico- iconico) “Una squadra di pittori!” Ma allora Raffaele, Gabriele e Michele, i consiglieri di Dio, corsero ad avvisarlo di ciò che stava capitando sulla terra. Il Padre Nostro era molto dispiaciuto e decise di intervenire personalmente, ma si chiedeva: “Come faccio a scendere sulla terra, farmi vedere e toccare e ricordare a tutti che la cosa più importante è la pace e l’amore?”. Troviamo degli oggetti iconici da escludere quando scopriremo il contenuto del fagotto (attività successiva ma associata), come corona e scettro, spada e scudo, libro e matita, occhiali e camice bianco, ali… e un cuore e una culla da tenere invece. “Un fiocco azzurro in arrivo…” Attaccato alla porta di ogni sezione ci sarà un piccolo fagotto azzurro tenuto da due angeli e un messaggio arrotolato, che verrà aperto e il suo contenuto, cioè Gesù bambino, verrà posizionato nel presepe precedentemente allestito in classe (concreto o iconico). Leggeremo insieme il brano del Vangelo che descrive la notte in cui è nato Gesù. Ogni bambino verbalizzerà e poi rappresenterà, come ritratto o come simbolo, la modalità con cui Dio è sceso tra gli uomini… “Il ritratto di Dio sono Io!” Prepariamo su cartoncino delle sagome di specchi con il manico, che i bambini dipingeranno e al centro incolleranno della carta stagnola, così che passi il messaggio che Dio ci ha voluti e ci ha fatti a Sua immagine… tutti, nessuno 15 3 escluso! Infine, scriviamo sul retro dello specchio la frase dell’attività e la firma di ogni bimbo. Preparazione al Recital di Natale: “Natale… al settimo cielo!” Ogni insegnante leggerà il copione del recital, suddividendo le parti destinate ad ogni bambino. Nei tempi e nei giorni stabiliti, ogni sezione o gruppo di età proverà la propria parte del recital. Infine, per lo spettacolo di ogni serata, si utilizzeranno tre mattinate per le prove generali, mettendo insieme tutte le parti (parlato e balletti) del recital stesso. Dono di Natale: Un pacco dono carico di… paglia!!! Anche i bambini che solitamente allestiscono solo l’albero a casa e non il presepe, potranno tenere aperta la loro scatola piena di paglia e “fare posto” a Gesù che nasce. Decoreranno il loro pacco dono speciale con carta natalizia o altri tipi di carta. Inoltre, ci sarà il biglietto d’auguri con l’immagine della cosa che ogni bambino vuole simbolicamente regalare a Gesù per Natale. Poi l’insegnante chiuderà il tutto con nastro e fiocco. 4. REQUISITI- CERTIFICAZIONE IN USCITA Con la frequenza alle attività proposte nell’UA, il bambino ha acquisito le seguenti competenze: COGNITIVE Riconosce quali avvenimenti hanno portato alla nascita del primo Natale. Identifica e riconosce personaggi e simboli che caratterizzano il Natale e la nascita di Gesù. METACOGNITIVE Metalinguistiche: Comprende e collega le parti del racconto e quelle del Recital a quanto vissuto durante l’Avvento. Metalogiche: Individua e associa, nei giochi come nelle attività, immagini e/o simboli. Metateoriche: Nei giochi individua la strategia migliore e vincente. COMPORTAMENTO Mostra spirito competitivo, ma collabora anche alla riuscita di un gioco comune. Rispetta le regole dei giochi di squadra. Segue con attenzione le indicazioni delle insegnanti durante la preparazione del Recital. COMUNICAZIONE Si esprime in modo chiaro e pertinente, memorizzando le parti del Recital. Pone domande e risponde ai racconti e avvenimenti legati alla nascita del primo Natale. 5. SPENDIBILITA’- IMPLEMENTAZIONE Questa unità di apprendimento vuole rafforzare le conoscenze e i ricordi pregressi dei bambini legati al Natale in modo “cristiano”, introducendo stimoli ispirati da e all’amore di Dio per noi. Scopriremo sempre più aneddoti legati ai momenti precedenti la nascita di Gesù, stavolta però introdotti e “presentati” direttamente dal Padre. I bambini per interiorizzare tali valori e viverli, mettendoli in pratica sotto forma di comportamenti quotidiani e personali, devono trovare continuità e coerenza tra gli ambienti educanti che li ospitano ogni giorno. Ecco perché è basilare una collaborazione sentita, sincera e forte tra scuola e famiglia, proprio per sviluppare insieme le fondamenta di quella che diventerà la coscienza morale del bambino. Poco a poco, e non solo durante i periodi liturgici più forti come Natale e Pasqua, per ogni bimbo diventerà normale e comune: pregare, parlare di, salutare e rivolgersi a Gesù, distinguerlo dalla figura di Dio, chiedere scusa e dire grazie… perché ispirati da atteggiamenti di modello ed esempio “cristiani” e adulti. Dobbiamo alimentare il loro corpo, la loro mente e non dimenticarci che il motore di tutto resta la ricchezza della loro anima! 6. APPORTO AL PROFILO DELLO STUDENTE 1) Il corpo e il movimento Identità corporea: riconosce nei segni del corpo l’esperienza religiosa propria e altrui per cominciare a manifestare, anche in questo modo, la propria interiorità, immaginazione e le emozioni. Motricità: - padroneggia i movimenti con consapevolezza delle proprie capacità motorie e dei propri limiti; - effettua percorsi rispettando il tracciato e le modalità di percorrenza stabilite. 2) Linguaggi, creatività ed espressione Attività grafico- pittorica: sa utilizzare con destrezza diversi materiali per le attività grafico- pittorico- manipolative e riesce anche ad essere creativo nelle produzioni. Drammatico- teatrale: interpreta ed improvvisa ruoli e situazioni con i travestimenti ed i costumi del recital. 3) I discorsi e le parole Codice verbale: - individua all’interno di un racconto l’aspetto morale e l’azione principale; - integra il codice linguistico con altri codici: usa parole, gesti, mimo per comunicare. 4) Il sé e l’altro Realtà personale: - manifesta la voglia di conoscere, crescere, riuscire in ciò che fa, rafforzando la fiducia in se stesso; - riconosce e valorizza le diversità. Ambito religioso: - conosce gli avvenimenti che hanno caratterizzato la nascita di Gesù; - scopre nella festa del Natale, un dono di Dio Padre. 5) Cittadinanza e convivenza civile Realtà sociale: conosce alcune tradizioni ed usanze di vari paesi. 7. VERIFICA DI FATTIBILITA’ In fase di programmazione, il docente controlla che quanto è indicato nelle voci precedenti sia effettivamente presente, in modo particolare le risorse fisiche ed economiche, oltre che la strumentazione, e siano disponibili nei tempi e nelle modalità prescelte. 8. LA RIPROGETTAZIONE DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO La riprogettazione è elemento di: Auto- valutazione dell’attività didattica, quale attività professionale dei docenti; Miglioramento continuo delle azioni didattiche; Un’ ipotesi di lavoro in continua evoluzione.