Tamam Taher. Testimonianza di un migrante etiope

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Tamam Taher. Testimonianza di un migrante etiope
 Tamam Taher. Testimonianza di un migrante etiope: se non si scappa da una guerra, si scappa dalla povertà Alla ‘Notte del Lavoro Narrato’, organizzata il 30 aprile a Tolmezzo nel mezzo delle montagne Carniche, tra racconti, poesie e musica, si narrano le storie di lavoro più significative di questo difficile inizio secolo: dal vecchio capitano d’azienda al giovane friulano creatore di new economy, spunto per chi il lavoro l’ha perso e magari lo cerca. Tra i protagonisti prescelti per narrare la propria impresa lavorativa e di vita si è guadagnato uno spazio anche Tamam Taher , ragazzino etiope di 20 anni, appena giunto al termine del suo tirocinio Lift presso un’azienda udinese di autoricambi. Si racconta con timidezza e semplicità, spinto dall’intervistatrice e tutor didattica Eleonora Cimenti della Cooperativa Cramars, un pò sorpreso dell’attenzione che gli stiamo dedicando e un pò dispiaciuto di non poter seguire la diretta del Chelsea questa sera. L’esodo dall’Etiopia è un viaggio lunghissimo e, lo intuiamo, in solitaria, che inizia a 11 anni, dapprima verso il Sudan, dove vive grazie a lavoretti saltuari, anche in ufficio, di pulizie. Poi c’è il passaggio in Libia, ma lo scoppio della guerra spinge lui come altri a cercare rifugio in Europa. E’ nel 2011, ancora minorenne, che approda a Lampedusa, e appena ottenuti i documenti con la maggiore età, cerca lavoro e formazione nel Sud Italia, tra Foggia e Crotone, fino ad arrivare a Roma, ma non lo trova: mancano sia il lavoro che le competenze, e quando i soldi sono praticamente finiti si reca in stazione per comprare un’ultima opportunità: un biglietto per Milano. “Al massimo con questo denaro arrivi a Udine”, gli dice il bigliettaio. Tant’è. Dopo tre mesi “vissuti fuori”, come dice lui, Taher viene captato dalla associazione Nuovi Cittadini di Udine, con Matteo Ulianich che lo prende “in carico” e “a cuore”, e che gli da un alloggio e sostegno. Inizia a frequentare le scuole medie con impegno e profitto, mai contento dei voti ottenuti e sempre desideroso di migliorarsi. Alla fine arriva un corso per magazziniere. Con il Progetto Lift completa la sua formazione teorica grazie ad un tirocinio di 5 mesi e l’opportunità di cimentarsi proprio in un ruolo di factotum all’interno del magazzino, con tanto di utilizzo del pc. Mi spiace che alla serata non abbia partecipato la titolare dell’azienda di autoricambi: seppure in questo momento si prospetti un calo di lavoro, lei vuole trattenerlo con un contratto a termine, part time, per dare al ragazzo una chance. “Lui se la merita”, racconta la signora nell’ultima visita in azienda, mentre le brillano gli occhi, “ha 20 anni potrebbe essere mio figlio, e poi fossero tutti i lavoratori così… è un esempio per tutti gli altri”. Lo continua a ripetere, e fa impressione sentire tanti elogi a questo ragazzino, in una terra dove il culto del lavoro è fortemente radicato. Bravo Taher, tenacia, affidabilità, idee chiare, voglia di miglioramento. a cura di Silvia Migliorini ‐ referente progetto LIFT