UNITÀ DI APPRENDIMENTO UNITÀ DI LAVORO

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO UNITÀ DI LAVORO
UNITÀ DI
APPRENDIMENTO
UNITÀ DI LAVORO
Alessandra Korner
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
[email protected]
SCOPO DELL’INSEGNAMENTO
Non è sviluppare la conoscenza di una
lingua bensì il raggiungimento di una
competenza nella comunicazione in
una data lingua
Saper usare la lingua e non saper parlare
della lingua
META DELLA
GLOTTODIDATTICA
è lo sviluppo di una
COMPETENZA
COMUNICATIVA
e non di una COMPETENZA
puramente LINGUISTICA
COMPETENZA LINGUISTICA
La meta da raggiungere
nell’acquisizione/apprendimento di
una lingua risiede nella capacità di
produrre frasi grammaticalmente
corrette e mai udite prima, cioè
sempre nuove
COMPENTENZA COMUNICATIVA
Al concetto di creatività si aggiungono i
parametri di adeguatezza e
appropriatezza alla situazione di
comunicazione, al ruolo dei parlanti, al
registro e al livello di lingua in gioco
La capacità di usare tutti i codici, verbali e
non, per raggiungere i propri fini
nell’ambito di un evento comunicativo
HYMES e il modello SPEAKING
S Setting – Situazione
P Participants – Partecipanti all’atto comunicativo
E Ends – Fini/Scopi della comunicazione
A Acts – Atti di parola
K Keys – Chiavi/Tonalità dello scambio
comunicazionale
I Instruments – Strumenti della comunicazione
N Norms – Norme che regolano l’atto di parola
G Genders – Generi testuali
LA COMPETENZA
COMUNICATIVA INCLUDE:
La COMPETENZA LINGUISTICA fonologica, morfosintattica, lessicale, testuale,
grafemica
La COMPETENZA PARALINGUISTICA intonazione, tono, ritmo e pause
La COMPETENZA EXTRALINGUISTICA cinesica (comportamento gestuale), prossemica
(gestione dello spazio)
La COMPETENZA SOCIO-PRAGMATICA strategica, sociolinguistica, culturale
IN GLOTTODIDATTICA
SIGNIFICA
• SAPERE LA LINGUA
(DIMENSIONE LINGUISTICA E EXTRA-LINGUISTICA)
• SAPERE FARE CON LA LINGUA
(DIMENSIONE STRATEGICA, SOCIOPRAGMATICA E
CULTURALE)
• SAPERE FARE LINGUA
(PADRONANZA DEI PROCESSI COGNITIVI OLTRE
CHE LINGUISTICI)
METE/OBIETTIVI
DELL’INSEGNAMENTO
DELL’ITALIANO L2
COMUNICARE CON GLI ALTRI IN L2
(VALENZA COMUNICATIVA)
INTERAGIRE IN L2 in base alle proprie intenzioni e
in sintonia con le convenzioni sociopragmatiche del
contesto
(VALENZA PRAGMATICA)
APPRENDERE NOZIONI E CONTENUTI
ESPRIMERE IN L2 IL PROPRIO MONDO
INTERIORE
(VALENZA ESPRESSIVA)
Lo scopo di un qualsiasi insegnamento di lingua
guarda al raggiungimento di una competenza sia
LINGUISTICA che COMUNICATIVA intesa come
la capacità di esprimersi in modo corretto dal punto di
vista linguistico, ma anche appropriato al contesto di
situazione, coerente con i significati culturali veicolati
dalla lingua, efficace e in grado di raggiungere i
propri scopi.
QUADRO COMUNE EUROPEO DI
RIFERIMENTO PER LE LINGUE
Nasce tra il 1995 e il 2000 con l’esigenza di elaborare
delle linee guida per l’apprendimento delle lingue
straniere e di omologare i livelli di apprendimento
delle lingue.
Descrive ciò che chi studia una lingua deve imparare
per agire in modo efficace nel contatto con gli altri.
Definisce i livelli di competenza che permettono di
misurare il progresso dell’apprendente ad ogni
stadio del percorso.
Prevede sei livelli di competenza:
A. ELEMENTARE
A1. CONTATTO
A2. SOPRAVVIVENZA
B. INTERMEDIO
B1. SOGLIA
B2. PROGRESSO
C. AVANZATO
C1. EFFICACIA
C2. PADRONANZA
In conto i bisogni linguistici di 5 categorie di
utenti:
1. Lavoratori emigranti e le loro famiglie
2. Specialisti e professionisti che hanno bisogno di una
lingua straniera pur restando nel loro paese d’origine
3. Adolescenti nel sistema scolastico
4. Giovani e giovani adulti in situazione scolastica o
universitaria
5. Turisti e viaggiatori
Tav. 1. Livelli comuni di riferimento:
scala globale
LIVELLO ELEMENTARE - UTENTE BASE
A1
Riesce a comprendere e utilizzare espressioni familiari di uso quotidiano e
formule molto comuni per soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se
stesso/a e altri ed è in grado di porre domande su dati personali e rispondere a
domande analoghe (il luogo dove abita, le persone che conosce, le cose che
possiede). È in grado di interagire in modo semplice purché l’interlocutore
parli lentamente e chiaramente e sia disposto a collaborare.
A2
Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad
ambiti di immediata rilevanza (ad es. informazioni di base sulla persona e sulla
famiglia, acquisti, geografia locale, lavoro). Riesce a comunicare in attività
semplici e di routine che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice
e diretto su argomenti familiari e abituali. Riesce a descrivere in termini
semplici aspetti del proprio vissuto e del proprio ambiente ed elementi che si
riferiscono a bisogni immediati.
LIVELLO INTERMEDIO - UTENTE INDIPENDENTE
B1
È in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi chiari in lingua
standard su argomenti familiari che affronta normalmente al lavoro, a scuola,
nel tempo libero, ecc. Se la cava in molte situazioni che si possono presentare
viaggiando in una regione dove si parla la lingua in questione. Sa produrre
testi semplici e coerenti su argomenti che gli siano familiari o siano di suo
interesse. È in grado di descrivere esperienze e avvenimenti, sogni, speranze,
ambizioni, di esporre brevemente ragioni e dare spiegazioni su opinioni e
progetti.
B2
È in grado di comprendere le idee fondamentali di testi complessi su
argomenti sia concreti sia astratti, comprese le discussioni tecniche nel proprio
settore di specializzazione. È in grado di interagire con relativa scioltezza e
spontaneità, tanto che l’interazione con un parlante nativo si sviluppa senza
eccessiva fatica e tensione. Sa produrre testi chiari e articolati su un’ampia
gamma di argomenti e esprimere un’opinione su un argomento d’attualità,
esponendo i pro e i contro delle diverse opzioni.
LIVELLO AVANZATO - UTENTE COMPETENTE
C1
È in grado di comprendere un’ampia gamma di testi complessi e piuttosto
lunghi e ne sa ricavare anche il significato implicito. Si esprime in modo
scorrevole e spontaneo, senza un eccessivo sforzo per cercare le parole. Usa la
lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, accademici e
professionali. Sa produrre testi chiari, ben strutturati e articolati su argomenti
complessi, mostrando di saper controllare le strutture discorsive, i connettivi e
i meccanismi di coesione.
C2
È in grado di comprendere senza sforzo praticamente tutto ciò che ascolta o
legge.
Sa riassumere informazioni tratte da diverse fonti, orali e scritte,
ristrutturando in un testo coerente le argomentazioni e le parti informative.
Si esprime spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso e rende
distintamente sottili sfumature di significato anche in situazioni piuttosto
complesse.
LIVELLO SOGLIA
È rapportabile al terzo gradino della scala, il B1,
che rappresenta il primo importante livello di
autonomia linguistica.
Ciò corrisponde ad un livello di “capacità”
predominantemente orale al quale i discenti
saranno in grado di sopravvivere, dal punto
di vista linguistico, in un paese straniero e di
stabilire e mantenere contatti sociali con
parlanti della lingua straniera.
(J.A. Van Ek, 1979, p. 57)
Quadro Comune Europeo di Riferimento per
le lingue (QCER)
da A.A.V.V(2002).- La Nuova Italia- Oxford,Firenze
Comprensione generale testo scritto
• A1: E’ in grado di comprendere testi molto brevi e semplici,
cogliendo nomi sconosciuti, parole ed espressioni elementari ed
eventualmente rileggendo
• A2: E’ in grado di comprendere testi brevi e semplici che contengono
lessico ad altissima frequenza; testi formulati nel linguaggio che
ricorre nella vita quotidiana
• B1: E’ in grado di leggere testi fattuali semplici e lineari su argomenti
che si riferiscono al suo campo di interesse.
• B2: E’ in grado di leggere in modo autonomo testi con diversi scopi .
Ha un patrimonio lessicale ampio che attiva nella lettura; può
incontrare difficoltà con espressioni idiomatiche.
Esigenti dal punto di vista cognitivo
B
C
Legati al
contesto
Indipendenti
dal contesto
(concreti)
(astratti)
A
D
Poco esigenti dal punto di vista cognitivo
Quadrante di Cummins
ATTIVITÀ POCO ESIGENTI DAL PUNTO
DI VISTA COGNITIVO
ATTIVITÀ PIÙ ESIGENTI E COMPLESSE
DAL PUNTO DI VISTA COGNITIVO
C
O
N
T
E
S
T
U
A
L
I
Z
Z
A
T
E
1.
•Eseguire comandi e azioni ricorrenti data
l’indicazione e l’esempio
•Sviluppare il vocabolario riferito alla vita
quotidiana e partecipare ad attività
pratiche e operative
•Rispondere a domande che prevedono
risposte di tipo “chiuso”
3.
•Sviluppare il vocabolario riferito ad
attività e compiti differenti
•Comprendere testi orali e scritti, con il
supporto di immagini, schemi, disegni,
illustrazioni
•Risolvere problemi matematici illustrati
•Elaborare modelli, mappe, cartine, grafici
•Elaborare il resoconto, orale o scritto, di
una esperienza
•Rispondere a domande, data una griglia
D
E
C
O
N
T
E
S
T
U
A
L
I
Z
Z
A
T
E
2.
•Sostenere una conversazione telefonica
•Decodificare semplici messaggi scritti
•Leggere e scrivere per scopi personali: liste,
note, messaggi di invito, elenchi ……
4.
•Comprendere testi orali e scritti, senza
supporti visivi e facilitazioni linguistiche
•Leggere per informarsi; fare inferenze;
esprimere valutazioni critiche
•Esprimere oralmente temi e contenuti
astratti
•Scrivere testi e ricerche
•Risolvere problemi matematici espressi
solo verbalmente senza il supporto di
illustrazioni, schemi, immagini
B.I.C.S.
Basic
Interpersonal
Communicative
Skills
ABILITÀ COMUNICATIVE INTERPERSONALI DI BASE
problema linguistico visibile
capacità di interagire verbalmente in attività contestualizzate
tempi: dai 4 mesi a uno/due anni
C.A.L.P.
Cognitive
Academic
Linguistic
Proficiency
ABILITÀ LINGUISTICA COGNITIVO ACCADEMICA
problema linguistico meno evidente
abilità linguistiche per le attività a bassa contestualizzazione
tempi:lunghi (3-7 anni) e strategie adeguate
COMPETENZE
COMUNICATIVE
PER
COMUNICARE
STUDIARE
QCE: A1 - A2 - B1
QCE: (B1 ) -> B2 - C1 - C2
BICS
ItalBase
CALP
ItalStudio
La scuola ha proposte didattiche per la maggior parte slegate
dal contesto che richiedono un impegno linguistico e
cognitivo eccessivi per un discente che ha sviluppato
solamente le COMPETENZE LINGUISTICHE DI BASE
(BICS).
Per raggiungere un vero successo scolastico i nostri discenti
devono essere padroni delle COMPETENZE LINGUISTICHE
COGNITIVO-SCOLASTICHE (CALP).
Queste presuppongono una padronanza linguistico-cognitiva
non visibile, né osservabile, né tanto meno misurabile
Lo sviluppo del linguaggio e lo sviluppo cognitivo
sono legati indissolubilmente
FASI DELL’APPRENDIMENTO
FASE DEL SILENZIO:
Si analizza l’input
proveniente dall’esterno
FASE PRE-BASICA:
Necessita dell’aiuto del
nativo.
Segue un’organizzazione
nominale.
Si serve dell’intonazione.
La morfologia non è
presente.
Il lessico è di sopravvivenza
FASE BASICA:
L’organizzazione della
frase non è finita.
E’ più autonomo.
Utilizza parole contenuto.
La morfologia fa la sua
comparsa.
FASE POST-BASICA:
Organizzazione della frase
finita.
I verbi sono coniugati.
La morfologia è ricca.
PERCORSI DELL’ACQUISIZIONE
Roger Brown ha individuato in tre bambini
un simile ordine di acquisizione per 14
morfemi della lingua inglese,
indipendentemente dalla frequenza con
cui essi comparivano nell’input
Le strutture comunicative vengono acquisite
secondo un preciso ordine cronologico
1. TEMPORALITÀ
Si esprime inizialmente con mezzi pragmaticodiscorsivi o lessicali; la segnalazione morfologica
compare solo nella fase post-basica.
PRESENTE/INFINITO –
PASS. PROSSIMO – IMPERFETTO – FUTURO –
CONDIZIONALE – CONGIUNTIVO
La presenza nell’interlingua del discente di una
forma futura, implica la conoscenza e
l’assimilazione delle altre forme
2. PRONOMI CLITICI
MI – TI – GLI – LE – SI
I pronomi di 1° e 2° persona singolari sono
generalmente meno marcati rispetto alle
altre forme
I pronomi locativali o genitivali (CI abito,
non NE vedo l’ora) sono generalmente più
tardivi
3. CATEGORIA DI PERSONA
DEL VERBO
E’ inizialmente espressa solo a livello
lessicale: IO ANDARE
IO MANGIA
Morfologicamente corretta appare solo
nelle varietà post-basiche
4. MORFOLOGIA
NOMINALE
La categorizzazione nominale del numero viene
tendenzialmente elaborata prima del genere
Se la L1 possiede il genere, la sequenza è
appresa più velocemente anche se i transfert
negativi sono frequenti: LA MARE (fr.)
La desinenza nominale –A è talvolta
sovraestesa
Le parole terminanti in –E sono quelle a creare
più problemi
BIMODALITÀ EMISFERICA
Concetto cardine della neurolinguistica secondo
il quale la lingua non è attiva solo nelle aree di
Broca e di Wernicke, cioè le aree dell’emisfero
sinistro che governano il linguaggio verbale,
ma coinvolge entrambi gli emisferi
EMISFERO SINISTRO
• Ha una percezione
analitica, sequenziale e
logica.
• È la sede
dell’elaborazione
linguistica
• Secondo la teoria della
dominanza celebrale
presiederebbe alle
funzioni superiori
EMISFERO DESTRO
• Ha una percezione
globale, simultanea e
analogica del contesto
• Coordina anche
l’attività visiva
CARATTERISTICHE VERBALI
LEFT MODE
RIGHT MODE
Fonologia, Morfologia, Sintassi
Struttura prosodica
Relazioni formali tra le parti di
Intento espressivo di una
una frase
frase (dichiarativo,comando)
Significato Letterale
Significato metaforico
Variazioni stilistiche
Umorismo verbale
“(...) nel processo di acquisizione di una lingua
(primaria o secondaria), l’emisfero sinistro
sembra essere cruciale per la comprensione e
l’elaborazione di un linguaggio letterale,
fonemico e sintattico, mentre quello destro
è coinvolto negli aspetti dell’intonazione con cui
vengono espresse le parole, le frasi ed il
contenuto emotivo ed è anche un importante
integratore e organizzatore dei differenti
elementi che compongono una conversazione”
(Danesi 1988:56)
DIREZIONALITÀ
NEUROLOGICA
L’apprendimento procede
dall’emisfero destro a quello
sinistro, cioè dal «contesto al testo»,
secondo un procedimento di
natura anatomica e
neurofunzionale
MODELLO OPERATIVO
La glottodidattica è una scienza teoricopratica
Necessita di modelli operativi che traducano
in azione l’approccio e il metodo
Per la definizione dell’oggetto i modelli
operativi sono i seguenti:
1. CURRICULO
2. SYLLABUS
CURRICULO
Modello operativo che fornisce un profilo formativo e
indica le mete, gli obiettivi e i contenuti che
costituiscono l’oggetto di un corso
Include sezioni che offrono anche:
1. Parametri per variare il curriculo a seconda delle
caratteristiche della situazione didattica, della natura
degli allievi, del quartiere in cui si opera, delle
dotazioni glottodidattiche disponibili, ecc.
2. Una guida metodologica relativa alle tecniche
didattiche che si consiglia di utilizzare per
raggiungere determinati obiettivi
3. Una serie di parametri per la verifica e la valutazione
del raggiungimento degli obiettivi
VERIFICA VS VALUTAZIONE
• Verifica: contenuti specifici; ad esempio la
conoscenza di una determinata regola
grammaticale, dell’uso delle preposizioni.
Si verifica l’acquisizione di un contenuto specifico.
• Valutazione: è più ampia e mette in atto un
discorso più ampio; si considera la somma di tutte
le verifiche eseguite durante l’anno, si valuta
l’andamento dei voti, considerando eventuali
miglioramenti o peggioramenti; l’andamento
generale nelle altre discipline e il profilo
dell’apprendente come totalità. Nella verifica
invece si prende in esame solo quello linguistico.
MODULO
Una sezione autosufficiente e in sé conclusa di un curricolo,
che pur mantenendo una sua autonomia, deve poter essere
raccordabile con altri moduli e consentire collegamenti
Esso può riguardare un tema, un procedimento o una
competenza ed è definito da obiettivi ben precisi; non è
costruito secondo un criterio di linearità, ma ha una
struttura interna ramificata o reticolare; ha solitamente un
titolo che ne indica con chiarezza i contenuti
È accompagnato da una presentazione che specifica gli aspetti
organizzativi e didattici che consentiranno di inserirlo nel
contesto curricolare e preciseranno le condizioni di fattibilità,
ovvero gli aspetti concreti dell’organizzazione del lavoro,
come la distribuzione delle ore, il numero degli allievi e le
risorse necessarie (laboratori, materiale didattico, spazi ecc.)
SYLLABUS
E’ un modello operativo che stima un
elenco dei contenuti e di obiettivi
minimi in base a un’analisi dei bisogni
strumentali
In passato si utilizzava il termine
PROGRAMMA, che è stato
completamente sostituito negli Anni
Settanta.
CURRICOLO A STRADA:
Segue un itinerario verso una meta
prefissata le cui tappe sono le differenti
unità didattiche
CURRICOLO A PAESAGGIO:
Percorribile seguendo vie diverse in modo
reticolare alla scoperta dei suoi elementi
caratteristici (I MODULI), a loro volta
esplorabili nelle singole parti che li
compongono (U.DIDATTICHE, composte
da più U. di APPRENDIMENTO)
Per la realizzazione del curricolo
e del syllabus, i modelli sono tre:
1. MODELLO MAIETICO, in cui il maestro
aiuta pazientemente l’allievo a scoprire la
realtà studiata (Socrate)
2. LECTIO, tipica dell’insegnamento religioso
3. UNITÀ DIDATTICA, che vede
l’apprendimento come un’attività di
PROBLEM SOLVING
4. AUTOAPPRENDIMENTO
UNITÀ DIDATTICA
Il modello dell’Unità Didattica sostituì a metà
degli anni Settanta quello tradizionale della
«lezione»; tale modello operativo è una sorta di
programma suddiviso in sei fasi (motivazione,
globalità, analisi, sintesi, riflessione, controllo),
caratterizzanti lo svolgimento del processo di
apprendimento; tali fasi sono organizzate
secondo il principio della bimodalità emisferica
e rispettano perfettamente le fasi cognitive
dell’allievo
Dalla percezione della realtà
all’U.D.:
• Motivazione
• Globalità
• Analisi
• Sintesi
• Riflessione
• Controllo
TEORIA
DELLA
GESTALT
UNITÀ DI LAVORO o
UNITÀ DI APPRENDIMENTO
• È un micropercorso di apprendimento guidato,
unitario, in sé concluso, valutabile e accreditabile.
Può realizzarsi in un incontro/lezione, in una Unità
Didattica o in un Modulo e si sviluppa in tre fasi
sequenziali:
a)introduzione
b)svolgimento
c)conclusione
La fase dello svolgimento prevede l’attivazione di una
rete di unità di apprendimento […] che scardina il
concetto di sequenzialità […].
Sono:
finite, concluse in sé e non sequenziali (le varie unità
dovranno infatti poter essere utilizzate in vari momenti
dell’anno scolastico senza per forza avere un ordine
preciso secondo il quale essere proposte)
motivanti nel contenuto (il quale deve essere percepito
come utilizzabile), nell’approccio e nelle tecniche
adottate e nelle attività proposte (notevole importanza
viene sempre assunta dall’aspetto ludico)
UNITÀ DIDATTICA COME
RETE DI UNITA DI
APPRENDIMENTO
INTRODUZIONE RETE DI UNITÀ DI CONCLUSIONE
APPRENDIMENTO
• Presentazione dei
contenuti dell’U.D. che
si sta per iniziare
• Motivazione di fondo
per tutta l’U.D.
•Collocazione dell’U.D.
nel modulo in corso
• Istruzioni operative
Pluralità di U. di
Apprendimento che
seguono la sequenza:
GLOBALITÀ
ANALISI
SINTESI
•Attività di testing
•Recupero dei più lenti e
cura degli eccellenti
MOTIVAZIONE
PREVALGONO LE
ABILITÀ
GLOBALITÀ
RICETTIVE
ANALISI
SINTESI
RIFLESSIONE
PREVALGONO LE
ABILITÀ
CONTROLLO
PRODUTTIVE
MOTIVAZIONE
OBIETTIVI:
1.
2.
Esplorare la situazione comunicativa
Proporre supposizioni e ipotesi sull’argomento, sul
tipo di testo, sui personaggi e sui modelli culturali
TECNICHE DIDATTICHE:
1.
2.
3.
4.
ELICITAZIONE
BRAINSTORMING
PAROLE-CHIAVE
ESPLORAZIONE DEL PARATESTO
MATERIALI:
1.
2.
3.
IMMAGINI
MANIFESTI – CARTOLINE
GIORNALI – REALIA
GLOBALITÀ
OBIETTIVI:
1.
2.
3.
Comprendere l’argomento in generale
Comprendere il genere testuale e lo scopo del testo
Comprendere il contesto, paratesto e cotesto
TECNICHE DIDATTICHE:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
SKIMMING
V/F
SCELTA MULTIPLA
RIORDINO
ABBINAMENTO
APPUNTI (se input orale)
SUSSIDI:
1.
2.
REGISTRATORE AUDIO
LAVAGNA LUMINOSA
ANALISI
OBIETTIVI:
1.
2.
3.
4.
5.
Comprendere l’argomento nei particolari
Esplorare il lessico
Comprendere i modelli culturali
Comprendere la coesione e la coerenza testuale
Individuare le forme retoriche e i procedimenti stilistici
TECNICHE:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
SCANNING
CLOZE TEST
INCASTRO
ESCLUSIONE / INCLUSIONE
PARAFRASI
DETTATO
SUSSIDI:
1.
2.
SCHEDE GRAMMATICALI
LAVAGNA LUMINOSA
SINTESI
OBIETTIVI:
1.
2.
3.
Fissare le forme e le strutture morfosintattiche
Fissare il lessico
Reimpiegare la morfosintassi e il lessico appreso con
attività di simulazione
TECNICHE:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
ESERCIZI DI FISSAZIONE
GENERAZIONE LESSICO
PRODUZIONE TESTI AFFINI
MANIPOLAZIONE TESTI
DRAMMATIZZAZIONE
ROLE-PLAY
CRUCIVERBA
DOMANDA APERTA
RIFLESSIONE
OBIETTIVI:
1. Riflettere sui meccanismi stilistici e retorici
incontrati
2. Approfondire l’argomento, l’autore, la corrente
stilistica mettendo in relazione fatti e personaggi
TECNICHE:
Vedi tecniche fase ANALISI e SINTESI
SUSSIDI:
1. REALIA
2. SCHEDE
3. LAVAGNA LUMINOSA
VERIFICA
OBIETTIVI:
1.
Controllare l’avvenuto raggiungimento delle mete glottodidattiche
e degli obiettivi didattici nell’ambito di una più ampia competenza
culturale e sociale
TECNICHE:
1. V/F
2. GRIGLIA
3. DOMANDA APERTA
4. CLOZE TEST
5. CRUCIVERBA
6. PRODUZIONE TESTI SCRITTI / ORALI
N.B. Si raccomanda di usare tecniche già utilizzate nelle precedenti fasi!
SUSSIDI:
1.
2.
SCHEDE
REALIA