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Scarica il numero 1/2011
16-05-2011
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (con. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Roma. In caso di mancato recapito rinviare a Roma per la restituzione al mittente previo pagamento resi
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Bimestrale n. 1 Gennaio-Febbraio 2011
Organo Ufficiale dell’Unitalsi
2-3
GIORNATA DEL
MALATO
di Massimiliano Fiore
4-5
INCONTRARE GESÙ
di Don Nicolò Anselmi
6-7
ANNO EUROPEO
di Roberta Angelilli
8-9
CHI È L’UOMO?
di Angela M. Cosentino
10-11
NUOVI “ANGELI”
di Salvatore Pagliuca
12-13
GIUBILEO DI NAPOLI
di S E Card.
Crescenzio Sepe
20-21
PARLA MONS.
GANSWEIN
di P. Vito Magno
27-29
Notizie dalle sedi
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Pagina II
A Madrid
per la Giornata
Mondiale
della Gioventù
E
RIFLESSIONE
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di mons.
Luigi Moretti
assistente
ecclesiastico
nazionale
rano i giovani degli anni ’80.Tanti di loro, in quegli anni, parteciparono alla
prima Giornata mondiale della gioventù. Si iniziò nel 1984, era il Giubileo
della Redenzione,qualche centinaio di migliaia di giovani giunse a Roma per
pregare, partecipare a tre catechesi e per ascoltare il Successore di Pietro.
Quelle giornate sono diventate una tradizione ed oggi ci stiamo preparando per celebrare la ventiseiesima, a Madrid, dal 16 al 20 agosto.
Quei giovani oggi sono cresciuti, sono sposi, papà e mamme, religiose, sacerdoti.
Per molti di loro quelle quattro giornate sono state una “pietra miliare”,
un punto fermo della loro esperienza di fede. E così, la stessa cosa possiamo affermarla per chi ha partecipato alle Giornate successive: hanno rappresentato un passaggio importante nella maturazione di fede di tanti giovani, passata da quella dei bambini e ragazzi a quella scelta e consapevole
dei giovani adulti.
Un giovane ha bisogno di vivere l’esperienza di una fede e di una chiesa viva, felicemente innamorata del Signore. Quando si è giovani, infatti, non è
facile vivere la propria fede da soli, si rischia di essere sopraffatti da una
massa che conduce altrove, che vive lontano da Dio. Essere in gruppo diventa importante, direi anzi indispensabile, ci si ritrova circondati da tante
persone che desiderano incontrare Dio.Questo dà forza,aiuta alla costruzione di una fede adulta, offre certezze e non dubbi. Ricordo molto bene
anche i “Pellegrinaggi di fiducia” della Comunità di Taizé. Un bel momento
di quegli incontri è la visita ai “luoghi di speranza”: i giovani visitano i centri di aiuto per i poveri, i centri per disabili, per ragazze madri…
È un modo di vedere come si può vivere, insieme alla catechesi e alla preghiera, la carità verso il prossimo. Non è turismo sociale, tutt’altro! Molte
vocazioni al volontariato nascono proprio osservando gli altri volontari. Se
vedo il viso sereno e sorridente di un altro giovane che si mette al servizio degli altri, è facile che nasca in me il desiderio di vivere la sua stessa
esperienza.
Papa Benedetto XVI si è rivolto in modo specifico ai giovani nel messaggio per la Giornata degli ammalati di quest’anno:“Cari giovani, imparate a
“vedere” e a “incontrare” Gesù nell’Eucaristia, dove è presente in modo
reale per noi, fino a farsi cibo per il cammino, ma sappiateLo riconoscere
e servire anche nei poveri,nei malati,nei fratelli sofferenti e in difficoltà,che
hanno bisogno del vostro aiuto. A tutti voi giovani, malati e sani, ripeto
l’invito a creare ponti di amore e solidarietà, perché nessuno si senta solo, ma vicino a Dio e parte della grande famiglia dei Suoi figli”. Questo invito del Successore di Pietro sarà raccolto da tanti nostri giovani unitalsiani che si recheranno a Madrid nell’agosto prossimo e guarderanno Gesù
nell’Eucarestia e,nello stesso tempo,accompagnando i loro coetanei diversamente abili. Sarà per tutti una vera esperienza di fede e di vita cristiana.
[email protected]
Le date dei nostri pellegrinaggi
SEZIONE
PARTENZA
Lourdes
Campania
1
Napoli C.
Emilia Romagna
1
Rimini
Romana Laziale
Emilia Romagna
Triveneto
2
1
Triveneto
Campania
Campania
Loreto
Toscana
3-apr-11 9-apr-11
Roma Ost. e Frosinone
8-apr-11 14-apr-11
Parma Apt
14-apr-11 18-apr-11
13-apr-11 19-apr-11
3
Verona P.N.
25-apr-11 1-mag-11
1
Benevento
30-apr-11 6-mag-11
Verona Apt
3
1
ANDATA RITORNO
Napoli Apt
1
Direttore responsabile:
Filippo Anastasi
Direttore editoriale:
Francesco La Palombara
Caporedattore:
Massimiliano Fiore
Editore: UNITALSI - Via della Pigna
13 a - 00186 Roma
Tel. 06.6795376/7236
fax 06.6781421
www.unitalsi.it
[email protected]
c/c postale n° 10274009
intestato a Unitalsi
via della Pigna 13a - 00186 RM
Firenze
Hanno collaborato:
Mons. Luigi Moretti,
padre Vito Magno,
Antonio Diella, Valeria Bafera,
Federico Baiocco, Annamaria
Barbolini, Nunzio Barile, Mariangela
Camporeale, Angela M.Cosentino,
Giuseppe Damonte, Claudio Focolari,
Girolamo Giovannini, Stefania Mangia,
Andrea Marchese, Salvatore Pagliuca,
Giovanni Punzi, Beatrice Testadiferro.
Con approvazione ecclesiastica,
rivista bimestrale, reg. n. 21
trib. Roma in data 5 gennaio 1988
Foto: Alberto Pizzoli, Andreas Solaro
(Afp Photo), Archivio Unitalsi.
Progetto grafico: SPM 99
Questo periodico è associato all’Uspi
Stampa:
Mediagraf S.p.a.
viale della Navigazione Interna, 89
35027 Noventa Padovana
Finito di stampare: maggio 2011
26-apr-11 30-apr-11
1-mag-11 5-mag-11
1-apr-11 3-apr-11
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Grazie a tutti.“Restiamo umani”
crivo questo mio ultimo editoriale da Presidente Nazionale
mentre sono nella sede della mia
sottosezione in attesa di fare il
pranzo di Pasquetta insieme ai
volontari e agli ammalati.Mi viene
da sorridere perché quando anni fa ho
immaginato di dover scrivere questo
editoriale avevo pensato di scrivere parole che sarebbero passate allo storia…
eh eh eh… ma mi accorgo che non
sono fatto per questo e che alla storia
devono passare non le parole ma la vita
che ciascuno ha saputo sollecitare, le
“novità diffuse” (non quelle “segrete”)
che ha saputo proporre, la capacità che
ha avuto di rimanere fedele fino in fondo
alle scelte fatte,alle amicizie costruite,agli
impegni presi: senza mai preferire approfittare delle opportunità che mantener fede ai sogni che ti hanno riempito il
cuore.
E ritrovarmi qui, dopo dieci anni di Presidenza Nazionale, a condividere il
pranzo del giorno di Pasquetta con gi
amici e i malati della Associazione mi ha
fatto tornare ai tempi della mia giovinezza, quando mio padre non riusciva a
comprendere perché mai in un giorno
in cui tutti si riposavano e festeggiavano
io volessi stare con altri “pazzi” a vivere
quello che lui considerava più gravoso di
un lavoro: condividere la normalità della
vita con gli ultimi,gli anziani soli,i ragazzi
“un po’ fuori di testa”.Ma questa era ed
è la mia vita,l’unica veramente piena che
ho avuto la fortuna di incontrare. Sono
contento di questa scelta, ma soprattutto contento che questa scelta continui ad essere anche ora la bellezza antica
e sempre nuova che mi ha affascinato
tanto tempo fa: sono contento di poter
ancora guardare il Signore Gesù negli
occhi dei piccoli e dei malati piuttosto
che nelle gesta convulse di cui vuole costruire il suo futuro sugli equilibrismi,sui
silenzi,sul potere,sulla brutalità,sulla ricchezza…
Alla fine, dopo questi anni, mi resta il sapore dolcissimo delle grandi svolte – i
bambini,i giovani,i pellegrinaggi,gli immi-
grati, i progetti,la nuova rilevanza sociale
e la rinnovata coscienza ecclesiale della
nostraAssociazione e tanto altro ancora
– e i volti dei tanti volontari ai quali nessuno “darà un posto importante” ma
senza dei quali anche io, come Presidente, sarei stato poca cosa. E mi resta
la convinzione che mi ha sempre sorretto e mi sorregge e ancor più mi dovrà
sorreggere nei tempi prossimi:“Signore
Gesù, da chi andrò? solo dove ci sei Tu
posso conservare la speranza e la vita”.
Ringrazio allora tutti,ad uno ad uno:tutti
quelli che mi hanno voluto bene dimostrandomelo soprattutto nei momenti
di solitudine e di difficoltà;tutti quelli che
nonostante me e i miei evidenti difetti
(potrei fare un lungo elenco, ve lo risparmio!) hanno continuato a “dare il
sangue” per l’Unitalsi,senza aspettarsi né
pretendere“ricompense” e solo perché
l’hanno sentita come “famiglia propria”;
tutti quelli che hanno conservato la memoria e tutti quelli che hanno saputo
correggermi con franchezza quando era
il tempo di farlo, senza aspettare anni e
senza nemmeno avere timori;tutti quelli
che mi hanno manifestato la loro amicizia non per timore e per calcolo, a partire dai vecchi e carissimi amici che mi
hanno insegnato che la gratitudine e la
fraternità,per essere vere,devono saper
sfidare impopolarità e opposizioni; tutti
coloro che hanno lavorato con me in
questi anni di Presidenza, a partire dai
cari amici vice Presidenti Nazionali con i
quali sono state pienamente condivise
scelte e decisioni,per il bene dellaAssociazione; i componenti il Consiglio Direttivo (l’attuale e quello dei primi cinque
anni), il delegato responsabile della amministrazione, il direttore di questa rivista; tutti i Presidenti di sezione e i
Presidenti di sottosezione di questi anni;
tutti i dipendenti della Presidenza Nazionale, delle sezioni e sottosezioni e
dell’Unitalsi a Lourdes; e ringrazio di
cuore anche tutti quelli che saranno contenti che questi dieci anni di mia Presidenza sono finiti, perché mi hanno
ricordato che davvero arriva per tutti,ma
Nell’ultimo numero di Fraternità 2010, per un disguido tipografico l’editoriale del presidente è stato pubblicato in modo errato.
Ci scusiamo con l’autore dell’articolo e con i nostri lettori.
EDITORIALE
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proprio per tutti,
prima o dopo
non importa, il
di
tempo di “camAntonio
biare servizio” e
Diella
di
rispondere
sempre e copresidente
nazionale
munque con la
disponibilità all’impegno nuovo
che ti viene chiesto! E grazie a tutti i
bambini,i giovani,i pellegrini;grazie ai volontari, ai medici,aiVescovi e ai sacerdoti
e in particolare agli ammalati e agli anziani (e se ho dimenticato qualcuno,non
l’ho fatto apposta): ci vorrebbero molte
pagine per dirvi quanto vi sono grato!
Vediamo di “restare u vediamo di riuscire a conservare tutti, soprattutto
quelli che hanno una responsabilità,la capacità di mantenere forte,vera e leale la
fraternità e la fiducia con tutti e con ciascuno, perché mai nessuno si deve perdere, nemmeno all’ultimo momento,mai
deve essere messa in dubbio la reciproca
fiducia,mai nessuno deve essere trattato
come se non fosse“una persona importante” o come se non servisse più: perché ci sarà chiesto conto di chi per
questo si è perso, si sta perdendo o si
perderà. Ci sarà chiesto conto, e non
sarà facile trovare giustificazioni credibili
davanti al Signore che conosce tutti i nostri pensieri e tutte le nostre parole,
anche quelle più nascoste. “Restiamo
umani”, sempre! L’Unitalsi continuerà il
suo cammino, su strade sempre importanti e verso nuovi orizzonti e traguardi;
nessuno è indispensabile, proprio nessuno, a tutti i livelli.Nemmeno chi crede
di poter orientare o condizionare, magari gridando di più o tacendo al momento giusto, le scelte degli altri.
Nemmeno io.Soprattutto nemmeno io.
Ci rivedremo, come sempre. Nel servizio che mi capiterà certamente di condividere per voi e con voi. Nella carità.
Negli incontri. Nei pellegrinaggi. Ovunque capiterà. Amate l’Associazione,
come – vi assicuro – l’ho amata e l’amo
io.Fino in fondo.Ancora una volta,anche
questa ultima volta: Pace. Sempre!
[email protected]
1
16-05-2011
di
Massimiliano
Fiore
Caporedattore
Fraternità
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Giorno del malato
11 FEBBRAIO
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Card.Vallini: piaghe di Cristo
segno della nostra redenzione
In tutta Italia, l’Unitalsi ha celebrato l’anniversario mariano. A Roma, nella Basilica di
San Giovani in Laterano, in duemila hanno
partecipato alla liturgia presieduta dal Vicario del Santo Padre.
entinaia di volontari dell’Unitalsi, a fianco di malati,
anziani, ministri straordinari dell’Eucaristia, medici,
direttori sanitari,suore,cappellani ospedalieri hanno
partecipato alla celebrazione nella basilica vaticana.
Alla liturgia erano presenti anche i responsabili della
sottosezione di Roma,Alessandro Pinna ed Emanuele Trancalini che hanno accolto l’Assessore alla
Cultura,Arte e Sport della Regione Lazio, Fabiana
Santini,e l’Assessore comunale alle Politiche Sociali,
Gianluigi De Palo.La Regione Lazio vive questa giornata con grande partecipazione e conferma, con la
sua presenza alle celebrazioni di questa ricorrenza,
la propria sensibilità verso i valori che la animano.
La vicinanza al malato e a chi è in difficoltà rappresenta, infatti, per questa giunta un valore culturale,
oltreché spirituale e cattolico. E proprio in questo
spirito che, anche in occasione delle festività natalizie, abbiamo voluto essere presenti fra i malati ricoverati negli ospedali della nostra regione, con
l’iniziativa “È Natale per tutti”.Tra i circa 50 concelebranti, il vescovoArmando Brambilla,delegato per
l’assistenza religiosa negli ospedali di Roma, e Luca
Brandolini, vicario capitolare della Basilica di San
Giovanni. «I dolori fanno paura, a tutti. Nessuno è
maestro.Anche Gesù ha avuto paura».Ma «nel dolore il Signore ci unisce, ci fa comprendere come
dobbiamo vivere la sofferenza insieme con Lui».Per
il Cardinale vicario di Roma,AgostinoVallini,che ha
presieduto la Messa nella Basilica di San Giovanni
in Laterano per la XIX Giornata mondiale del malato, «Cristo è il Salvatore di ogni sofferenza che
trasforma ogni paura nella forza della vita. La Sua
Croce è gloriosa, della vita, della Risurrezione».
Riprendendo il tema del messaggio di Benedetto
XVI,«dalle Sue piaghe siete stati guariti»,il Cardinale
vicario ha poi spiegato che «proprio le piaghe di
PORCACCIO DIO MAIALE
La processione Eucaristica nella Basilica
S.G.Laterano. In alto: il Cardinal Vallini.
Cristo crocifisso sono il segno della nostra redenzione», ma sono «anche banco di prova della nostra
fede.Ci conforta,ci consola che dalle piaghe di Cristo a noi arriva la forza .È proprio attraverso le piaghe di Gesù che noi possiamo vedere con occhi di
speranza tutti i mali che affliggono l’umanità». Ben
sapendo che «con la Risurrezione, Cristo ha vinto
le radici del male». Quindi ha esortato: «Il mistero
del dolore ci dia la forza per essere generosi, per
dire sì e insieme ci aiuti a comprendere le persone
che soffrono. Solo così ci sarà per tutti consolazione e pace». L’11 febbraio rappresenta una giornata che vuole promuovere una maggiore sensibilità,
all’interno delle comunità cristiane e della società
civile verso le persone che vivono in condizioni di
sofferenza e di malattia, affinché nessuno venga lasciato solo e privo di cure adeguate.
[email protected]
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A Lourdes
per i 153 anni
dall’Apparizione
L’
Unitalsi lombarda,sotto la guida di don Giovanni Frigerio
Assistente Regionale, di Germano Benedusi, Presidente
Sezionale, e di altri sacerdoti, è tornata nella cittadina di
Lourdes santificata dalla presenza di Maria per vivere,dal
10 al 12 febbraio, il Pellegrinaggio in occasione dei 153
anni dalla prima Apparizione della Vergine a Bernadette,
evento che cambiò la vita di quella località dando origine
ad un luogo sacro visitato ogni anno da milioni di persone in tutto il mondo. Il Pellegrinaggio di quest’anno,
dopo un’introduzione, ha avuto tre protagonisti che
hanno accompagnato costantemente le giornate dei pellegrini presenti: Maria Santissima, il Figlio Suo Gesù Cristo, e il Padre celeste. Veniamo dunque al racconto
dell’esperienza vissuta. La mattina del 10 febbraio, il Pellegrinaggio è stato introdotto dalla Celebrazione Eucaristica vissuta a Bartrès, luogo santificato dalla presenza di
Bernadette che vi fu accolta in due riprese: nel 1844, a
causa del gravissimo incidente capitato alla mamma che
le impedì l’allattamento,e dal 1857,a causa della grave situazione di difficoltà vissuta dalla famiglia Soubirous; da
qui però Bernadette il 21 gennaio 1858 tornò a Lourdes,
al Cachot, dove nel frattempo si era trasferita la sua famiglia. Nell’omelia del rito, don Giovanni ha ricordato
l’importanza di questo luogo nella vita di Bernadette, un
luogo che fu in un certo modo tappa preparatoria alle
Apparizioni.Il primo incontro con laVergine Santissima si
è avuto nel pomeriggio dello stesso giorno,quando i partecipanti al Pellegrinaggio hanno vissuto il momento del
saluto alla Grotta,un momento la cui particolarità,a livello
tecnologico, è stata data dall’uso di radioline atte a seguire la preghiera in modo da non disturbare i fedeli raccolti per la preghiera personale. Subito dopo, un altro
caratteristico momento del Pellegrinaggio a Lourdes: la
Celebrazione dellaVia Crucis, spazio di intensa contemplazione delle piaghe del Signore da cui, come ha affermato il Papa nel Messaggio per la Giornata Mondiale del
Malato 2011 riprendendo le parole della Prima Lettera di
Pietro,l’umanità è stata guarita. In serata abbiamo partecipato alla Processione aux flambeaux,segnata dalla recita
del Rosario in più lingue, dalla Professione di fede dell’immensa assemblea presente sull’Esplanade,e dall’emo-
zionante momento dell’Annuncio della festa, scandito
dalla lettura plurilingue del Vangelo dell’Annunciazione,
dal canto del Te Deum mentre le candele dei presenti
erano alzate verso il cielo e le campane del Santuario suonavano a festa; in precedenza, durante la recita del Rosario si era avuto un momento di intensa emozione quando
un soprano ha intonato l’Ave Maria di Schubert. Maria
però, come ho già detto altre volte, ci ha condotti a Cristo. Si capisce allora perché i momenti forti della giornata in cui si ricordava la Sua prima manifestazione a
Bernadette,venerdì 11 febbraio,siano stati due:la solenne
Messa internazionale nella Basilica S. Pio X stracolma di
gente, la Messa presieduta dalVescovo di Tarbes e Lourdes, Mons. Perrier, concelebrata da una decina di Presuli
e da centinaia di sacerdoti e caratterizzata dalla presenza
di alcuni profughi iracheni coinvolti nell’attentato alla cattedrale di Baghdad.Qui il Signore,in questo giorno santo
dedicato a Maria sua Madre, si è fatto Parola e Pane per
le migliaia di fedeli che gremivano la Basilica sotterranea
in ogni ordine di posti.La Processione Eucaristica,sempre
presieduta da Mons. Perrier, durante la quale il Signore
Gesù,presente nell‘Eucaristia,è sceso fra i malati per donare la Sua benedizione,dopo essere stato acclamato dall’immensa assemblea presente come “vero corpo nato
da Maria,Vergine,figlio di Maria”.Impressionante in alcuni
momenti della celebrazione, il passaggio dalla preghiera
corale delle migliaia di presenti al silenzio, tanto nell’Adorazione quanto nella Benedizione Eucaristica.Terzo
e conclusivo momento della giornata dedicata alla Vergine, la Processione aux flambeaux presieduta dalVescovo
di Osaka,Processione svoltasi sempre alla presenza di migliaia di persone.Prima della Processione Eucaristica i pellegrini avevano vissuto l’esperienza della visita ai luoghi di
Bernadette. Si è arrivati così all’ultima giornata del Pellegrinaggio, sabato 12 febbraio,con altri due momenti forti:
la celebrazione della Messa alla Grotta, durante la quale
il celebrante ha invitato i presenti a rimanere fedeli al Battesimo, agli impegni assunti con le promesse battesimali.
Marco Bollini
Sottosezione di Bollate
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GMG2011
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S
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Incontrare Gesù
di
Don Nicolò
Anselmi
Resp. Servizio
Nazionale
per la Pastorale
giovanile Cei
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Ponti di amore e solidarietà
perché nessuno si senta solo
pesso la Passione, la Croce di Gesù
fanno paura,perché sembrano essere
la negazione della vita.In realtà,è esattamente il contrario! La Croce è il“sì”
di Dio all’uomo, l’espressione più alta
e più intensa del Suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Dal
cuore trafitto di Gesù è sgorgata questa vita divina. Solo Lui è capace di liberare il mondo dal male e di far
crescere il Suo Regno di giustizia, di
pace e di amore al quale tutti aspiriamo (cfr Messaggio per la Giornata
Mondiale della Gioventù 2011, 3).
Cari giovani, imparate a “vedere” e a
“incontrare” Gesù nell’Eucaristia,
dove è presente in modo reale per
noi,fino a farsi cibo per il cammino,ma
sappiatelo riconoscere e servire
anche nei poveri,nei malati,nei fratelli
sofferenti e in difficoltà, che hanno bisogno del vostro aiuto (cfr ibid., 4).A
tutti voi giovani, malati e sani, ripeto
l’invito a creare ponti di amore e solidarietà, perché nessuno si senta solo,
ma vicino a Dio e parte della grande
famiglia dei suoi figli”. Negli Orientamenti pastorali per il decennio 201020120 “Educare alla vita buona del
Vangelo” (EVBV) i vescovi italiani ricordano che l’educazione si realizza
attraverso la relazione interpersonale
vissuta profondamente (EVBV 28);
queste affermazioni illuminano la nostra esperienza che ci dice che i malati
sono, in fin dei conti, dei grandi educatori; entrare in relazione di amicizia
profonda con loro, ristruttura i pensieri, le priorità, cambia le persone.
Grazie a tutti i malati che si impegnano in quest’opera educativa,che si
rendono disponibili a questo servizio,
a stare insieme ai giovani, che hanno
voglia di sentirsi capiti, non trascurati
e non dimenticati; la vostra presenza
in mezzo ai giovani è un dono grandissimo!
[email protected]
$
Maestro buono
cosa devo fare per avere in eredità
la vita eterna?
(Mc 10,17)
2010
Partenza
2011
Incontro
2012
Racconto
PER INFORMAZIONI
Rivolgiti all’Incaricato diocesano per la pastorale giovanile
www.gmg2011.it
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Don Anselmi:“ i giovani
si avvicinino a Cristo”
Don Anselmi, “Radicati e fondati in Cristo,
saldi nella fede” è il tema della ventiseiesima
giornata mondiale della gioventù scelto dal
Santo Padre. Papa Benedetto XVI, riprendendo il
leitmotiv dell’insegnamento di Giovanni Paolo II, invita sempre i giovani ad essere presenti nella storia e
a rendere visibile Gesù,in tutti gli ambiti,nella vita sociale e anche, negli ultimi tempi, nella vita politica.
I giovani hanno una missione non semplice?
È vero. Ed è il motivo per cui il Papa li invita sempre
ad avere coraggio ad essere presenti nel mondo. Un
invito, non una pia esortazione, perchè Papa Benedetto XVI è ben conscio che la presenza dei giovani
nel mondo delle grandi questioni,del disagio giovanile,
della politica,delle questioni sociali,della solidarietà,è
una presenza non soltanto fondata sulla loro buona
volontà, ma anche alla grazia che viene dalla salvezza
della presenza di Gesù nella loro vita e dalla loro fede.
Il Papa sembra dire non vi preoccupate, voi siete nel
cuore di Dio, vivete della Sua grazia, fateLo vivere
dentro di voi,allora sì che potete essere nella società
e nel mondo, mi sembra che il messaggio di Benedetto XVI sia proprio questo.
I giovani a cui si rivolge oggi il Papa sembrano
preoccupati, sofferenti un po’ persi. I giovani
stanno attraversando una fase complessa, difficile ,
sotto il profilo affettivo, professionale, sociale e questo genera preoccupazione,fragilità.È qui che il Papa
gli raccomanda di radicarsi in Cristo, loro sono già
radicati in Cristo: con il battesimo, loro sono già oggetto dell’amore di Dio. Benedetto XVI parte sempre da Dio, dal Suo amore, dall’amore verso la
persona sulla quale appoggiare la Sua vita e per liberarsi da queste ansie.
Il Santo Padre nel consueto messaggio che rivolge agli ammalati, in occasione della Giornata Mondiale del Malato,ha invitato i giovani
più disagiati ad incontrarsi a Madrid alla Gmg.
Credo sia la prima volta che accade. Come
mai? Questa è l’ennesima sottolineatura che il Papa
fa della Gmg e in particolare ricordando che quest’anno il richiamo principale italiano in Spagna sarà
proprio il giovane disabile.Questa sottolineatura della
presenza dei disabili in Spagna, vuole evidenziare la
sofferenza, la malattia, perchè il disabile è fonte di
grande insegnamento che aiuta a mettere ordine alle
priorità della vita.
Quindi a
Madrid
grande attenzione al
disabile?
Direi propri
di sì.Le persone più in difficoltà a Madrid troveranno
un’ accoglienza, una cura particolare e anche una
struttura dedicata. È importante non sentirsi mai un
ostacolo, la Gmg sarà un incontrarsi per tutti, per
proseguire nello stesso cammino.
Tra i giovani disabili e volontari presenti in
Spagna, molti saranno dell’Unitalsi? Ai giovani
dell’Unitalsi innanzitutto bisogna dire grazie per tutto
quello che fanno.E poi li invito sempre a testimoniare
la loro fede e riscoprire l’originalità della nascita dell’idea della Gmg, quella cara a Papa Wojtyla, qiella di
un pellegrinaggio missionario.Auguro a tutti i giovani
dell’Unitalsi di essere missionari della vicinanza al malato, al disabile, a chi soffre, è il richiamo della vicinanza a Gesù sofferente.
Come procedono i preparativi ? Siamo a buon
punto.Il comitato spagnolo è bene organizzato.Noto
che nella preparazione di questa Gmg si respira un
aria spirituale particolare,più calda,più sentita.Forse
è per questo che molti giovani italiani hanno deciso
di trascorre, non la tradizionale settimana prevista
dall’evento, ma di vivere dieci - dodici giorni. Questo
vuol dire che la Gmg non è solo una vacanza, non
una toccata e fuga, ma è la loro estate. Non è una
delle tante cose, ma è una scelta venirci.
A Madrid quanti saranno? Dalle ultime stime
circa 100 mila.
DonAnselmi,in tanti sostengono che la Gmg
di Giovanni Paolo II era un’altra cosa.Tutti pensavano che le giornate mondiali della gioventù,fortemente marcate dalla presenza di Giovanni Paolo II,
fossero destinate ad un ridimensionamento complessivo. In realtà scopriamo che i ragazzi decidono
di partecipare alla Gmg, per fede, per Gesù Cristo,
per la Chiesa. Questo ha stupito tutti. Basta pensare
che a Sidney, una delle Gmg più difficili per vari motivi, erano presenti 16mila italiani.Certo è innegabile
che lo stile di quest’anno è diverso.
Massimiliano Fiore
[email protected]
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VOLONTARI
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16-05-2011
L’
di
Roberta
Angelilli
vice Presidente
Parlamento
Europeo
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Anno Europeo
Servizio civile, investire
sulle nuove generazioni
anno 2011 è un anno importante per quanto riguarda il terzo settore e verrà interamente dedicato al ruolo del volontariato nella società: è infatti
appena iniziato l’anno europeo del volontariato,che
coincide inoltre con il decimo anniversario dell’Anno Internazionale dei Volontari delle Nazioni
Unite (2001). L’Anno del volontariato mira a fornire agli organizzatori gli strumenti per migliorare la
qualità delle attività di volontariato,migliorarne il riconoscimento, ma soprattutto a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sua importanza nella società
contemporanea. Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della
democrazia, nella quale assumono forma concreta
valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione e in tal senso contribuirà allo sviluppo armonioso delle società europee. È importare
investire sulle nuove generazioni e sul loro coinvolgimento nelle politiche europee, attraverso esperienze come il servizio civile. In quanto vice
Presidente del Parlamento Europeo,vorrei fare solo
un breve accenno a quanto viene già fatto a sostegno dei giovani in tale settore.Innanzitutto mi sembra opportuno ricordare che la conoscenza e la
formazione sono elementi chiave del cammino per
costruire davvero l’Unione Europea. La Carta dei
Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, all’art.14,
garantisce il diritto all’istruzione e all’accesso alla
formazione professionale e continua. L’ UE finanzia
numerosi programmi per permettere ai suoi cittadini di sfruttare al meglio le proprie capacità culturali (e quindi anche professionali ed imprenditoriali),
programmi che mirano alla formazione professionale, anche ad alto livello, che favoriscono studi ed
esperienze lavorative anche all’estero e di cittadinanza attiva.
Ad esempio il programma “Gioventù in azione”
promuove la partecipazione attiva nella società e
progetti volti a rafforzare nei giovani il sentimento
di cittadinanza europea. L’UE incoraggia i giovani a
lavorare come volontari in altri paesi attraverso il
Servizio Volontario Europeo.Tra il 2007 e il 2013
l’UE investirà complessivamente 900 milioni di euro
in queste attività. Uno degli obiettivi principali della
Strategia 2020 è proprio quello di promuovere
Roberta Angelilli
l’equità,la coesione sociale e la cittadinanza attiva:le
politiche d’istruzione e di formazione devono fare
in modo che tutti i cittadini siano in grado di acquisire e sviluppare le loro competenze professionali e
le competenze essenziali necessarie per favorire la
propria occupabilità e l’approfondimento della loro
formazione, la cittadinanza attiva e il dialogo interculturale. Per queste ragioni ritengo che progetti
come quello del Servizio Civile Nazionale a Lourdes organizzato dell’Unitalsi, sia una vera opportunità per i giovani cittadini che potranno vivere
questa esperienze di formazione e di scambio, apportando il loro contributo nella comunità.Ringrazio quindi di cuore l’Unitalsi che, attraverso il suo
impegno nel settore del volontariato, offre ogni
giorno l’opportunità ai suoi volontari di condividere
esperienze significative per la comunità e di diffondere un profondo messaggio di solidarietà.L’Europa
e il concetto di cittadinanza europea devono divenire parte della vita dei nostri giovani come cittadinanza attiva.
[email protected]
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Anche il Parlamento di Bruxelles
affronta il tema del volontariato
“Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali
della cittadinanza attiva e della democrazia, nella
quale assumono forma concreta valori europei quali
la solidarietà e la non discriminazione”. Così recita
la Decisione del Consiglio, pubblicata a Bruxelles
sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 22
gennaio 2010 (2010/37/CE), che formalizza la proclamazione del 2011 comeAnno europeo delle attività di volontariato che promuovono una
cittadinanza attiva. Il punto di partenza è la consapevolezza dell’importanza del volontariato, considerato un elemento in grado di sviluppare la
democrazia e come un’opportunità di apprendimento, perché in grado di fornire nuove abilità e
competenze che possano anche migliorare l’occupabilità delle persone.
L’anno 2011 coinciderà con il decimo anniversario
dell’Anno internazionale dei volontari promosso
dalle Nazioni Unite nel 2001.L’espressione“volontariato” si riferisce a tutti i tipi di attività di volontariato, formali, non formali o informali, intraprese in
base alla libera volontà, scelta e motivazione di una
persona e senza scopo di lucro.L’obiettivo generale
dell’Anno europeo è migliorare la visibilità delle attività di volontariato nell’Unione europea ed accrescere le opportunità per la società civile di
parteciparvi.
[email protected]
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BIOETICA
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Chi è l’Uomo?
A
di
Angela
Maria
Cosentino
Bioeticista
docente
universitaria
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Invecchiamento e fine vita
al primo forum europeo
Alla luce delle statistiche che evidenziano il positivo
allungamento della vita media, ma anche la preoccupante diminuzione delle nascite, si intuisce perché i temi dell’invecchiamento e del fine vita,stiano
diventando sempre più attuali,a livello nazionale ed
europeo. Anche a Strasburgo, dal 2 al 5 febbraio
scorsi, i temi “Dall’inizio alla fine della vita. L’umano
mi riguarda”, sono stati trattati al 1° Forum europeo di bioetica. L’iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del Consiglio d’Europa e delle comunità
alsaziane, ha previsto quattordici dibattiti, sessanta
relatori, incontri culturali, interreligiosi e una giornata dedicata ai giovani,con l’obiettivo di rendere le
questioni bioetiche accessibili a tutti, per mettere
ognuno“nelle condizioni di poter giudicare” in base
alla “propria storia personale” e ai “propri valori filosofici e religiosi ciò che è legittimo e ciò che non
lo è”. La riflessione e il confronto su alcuni valori in
gioco,quali la persona e la vita,possono evidenziare
anche inconciliabili differenze antropologiche ed etiche. Infatti, non per tutte le correnti di pensiero,
azioni come il suicidio volontario,l’aborto volontario e l’eutanasia1 rappresentano un male oggettivo,
da rifiutare. Invece, una mentalità relativista, utilitarista, nichilista e individualista,sbilanciata sulla libertà
assoluta del soggetto e sganciata da riferimenti etici
oggettivi, le tollera o le promuove. Perciò, la riflessione fondamentale riguarda la questione antropologica, il chi è l’uomo (unità di corpo e di spirito,creato
maschio e femmina,a immagine e somiglianza di un
Creatore), una verità percepibile con la Ragione
oltre che con la Rivelazione. L’uomo, distinto dalle
altre creature, ha verso di esse un mandato di custodia, non di dominio assoluto. La sua trascendenza richiama ad una preziosa dignità, irriducibile
alle funzioni o alle capacità, da riconoscere sempre,
dal concepimento alla morte naturale. Occorre vigilare, quindi, su correnti culturali che, per diversi
motivi (economici,ideologici e politici) introducono
cavalli di Troia per promuovere varie forme di riduzionismo antropologico, a carattere ideologico o biologico. Per esempio, lo scientismo (tutti gli –ismi
indicano l’eccesso o la distorsione di un valore positivo, in questo caso la scienza) riduce la realtà solo
a ciò che si può conoscere e studiare e,spesso,con
la complicità dei media, annuncia che l’amore è legato ai geni o l’uomo è “ridotto” ai suoi neuroni.
Anche il relativismo è una forma di riduzionismo secondo cui non esiste una verità oggettiva,valida per
tutti, in ogni tempo e ogni luogo, legata alla legge
morale naturale, ma solo una verità soggettiva del
“secondo me” . Questa mentalità, spesso confusa
con una falsa idea di tolleranza,porta ad accogliere,
giustamente,la persona con idee diverse,ma rischia
di annullare le differenze identitarie (di un’antropologia a radice giudaico-cristiana) essenziali per un
dialogo,come pure relativizzare beni e valori non negoziabili2. Mentre alcuni aspetti della società possono variare con il momento storico, il bene e il
male sono immutabili e non dipendono dal giudizio
o dall’accordo di una maggioranza. Eppure, alcune
correnti di pensiero,che rivendicano aborto ed eutanasia come nuovi presunti diritti3,presentati come
conquiste di civiltà e di progresso, condizionano
Eutanasia : azione od omissione che di natura sua e nelle intenzioni procura la morte, allo scopo di eliminare il dolore, cf. GIOVANNI PAOLO II, lettera enciclica Evangelium vitae sul valore e l’inviolabilità della vita
umana, n. 65
2
Per esempio,il rispetto per la vita, dal concepimento alla morte naturale,per la famiglia tra uomo e donna,
per la libertà educativa e religiosa.
3
Evangelium vitae, n.11.
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mentalità e comportamenti,a livello personale e sociale. L’auspicio e l’augurio è che la Giornata mondiale del malato (11 febbraio 2011, in occasione
della memoria della beata Vergine di Lourdes) richiami la verità sull’uomo,sulla sua dignità e fragilità,
frenando il messaggio erroneo che valuta indegno
ciò che è legato alla caratteristica strutturale dell’essere umano: dipendere dagli altri. Eppure la misura dell’umanità si determina anche nel rapporto
con la sofferenza e col sofferente.“Una società che
non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace
di contribuire mediante la compassione a far sì che
la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana” 4. È
significativo,perciò, il contributo dell’insegnamento
della Chiesa cattolica alla riflessione bioetica,in particolare sul concetto di persona e sul significato
teologico dell’assistenza (Cristo medico e paziente).
Alcuni spunti, in merito, sono stati offerti anche a
Strasburgo, al 1° Forum europeo di bioetica, da
Monsignor Christian Kratz, vescovo ausiliare della
città, il quale, nell’intervento alla tavola rotonda sul
tema «Onora il padre e la madre» ha affermato che
«la dignità della persona umana è un assoluto che
deriva dalla nostra fede nell’Incarnazione», tuttavia
la domanda su «come comportarci e come trattare
chi diventa anziano e non più indipendente» è legittima e pressante. E il comandamento «onora il
padre e la madre» deve venire accompagnato «da
una riflessione che riguarda il contesto culturale »
e va «declinato» secondo le possibilità e le difficoltà
della vita odierna. Mentre in alcuni contesti cultu-
4
5
rali l’assistenza agli anziani,ai malati,come pure l’accompagnamento alla morte, è mantenuta in famiglia, in Occidente si tende a collocare i familiari nelle
case di riposo,rischiando di rendere più facile il ricorso all’eutanasia. Certo, in concreto, le famiglie
devono chiedersi se nelle loro case c’è «spazio» per
i genitori in difficoltà e se questa loro presenza
possa «turbare l’equilibrio stesso della famiglia».Tali
domande, ha spiegato monsignor Kratz, hanno un
«valore morale». Se non fosse possibile l’accoglienza, gli anziani collocati in casa di riposo dovranno ricevere un’assistenza adeguata, «dovranno
avere i loro oggetti, sentirsi il più possibile come a
casa propria in un ambiente confortevole» e con
frequenti visite dei loro parenti.È un invito ad umanizzare sempre più la medicina anche mediante la
formazione bioetica, con l’auspicio che «le nuove
generazioni di sanitari siano portatrici di una rinnovata cultura della vita»5 e favoriscano la crescita,
nella società civile ed ecclesiale, di una maggiore
consapevolezza del valore della persona (anziana e
o malata) e della necessità di offrire risposte concrete alle sue esigenze globali (a livello fisico, psichico, spirituale e socio-ambientale), declinate dal
“guarire, se possibile, all’aver cura sempre” (dal to
cure al to care),poiché prendersi cura dell’umano riguarda tutti. A sostegno di questa missione umanitaria di assistenza e di conforto verso i fratelli
sofferenti,c’è anche il ricordo delle parole di Gesù:
“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste
cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me” ( Mt, 25,40).
BENEDETTO XVI, Lettera enciclica Spe salvi, n.38.
BENEDETTO XVI,Angelus in San Pietro, 6 febbraio 2011, in occasione della XXXIII Giornata per la vita.
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SERVIZIO CIVILE
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Nuovi “angeli”
di
Salvatore
Pagliuca
Vice
Presidente
Nazionale
Undici ragazzi hanno iniziato
la loro avventura a Lourdes
tano una casa che dà sul fiume Gave,il cui silenzioso
scorrere è già percepito da loro come un suono
soave.
Chi sono
Simona è messinese,ha 24 anni e studia Lettere e
Filosofia. Scout da oltre 10 anni, ha fatto già diverse
esperienze nell’ambito del volontariato internazionale, Lourdes è stata una di queste.L’opportunità di
potervi tornare l’ha voluta cogliere al volo.
Salvo è palermitano di Partinico, ha 22 anni e studia al III anno di Lingue per ilWeb.Anche lui con un
ricco bagaglio di attività internazionali alle spalle,nonostante la sua giovane età,e con il manifesto desiderio di provare l’esperienza “forte” di Lourdes.
F
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Anna, unitalsiana di 23 anni, è lucana e studia per
laurearsi in Scienze dell’Educazione. Nutre verso
quest’anno l’aspettativa di “cambiare”.
Marilì,di 24 anni,è anche lei messinese e socia Unitalsi, nonché animatrice del GREST (Gruppo Estivo
fondato sull’opera di Don Bosco). È iscritta al III
anno del corso di laurea in Scienze della Formazione. Per lei Lourdes è il luogo da cui trarre la forza
per reagire all’indifferenza sociale.
rancesco,Anna, Riccardo, Salvo,Valentina, Sara, Marilì, Rita,Antonia,Simona,e Cecilia sono i nomi degli
undici ragazzi che hanno cominciato la loro avventura, un anno di servizio civile a Lourdes.Li abbiamo
accolti a Roma il 10 gennaio e nella capitale sono rimasti per fruire della formazione generale, fino al
giorno della partenza prevista per la mattina del 13.
Dubbiosi, estroversi, timidi, entusiasti, spavaldi, curiosi, esuberanti,fiduciosi,così li abbiamo conosciuti
nei tre giorni vissuti insieme ma,nel prendere posto
sull’autobus che li avrebbe condotti all’aeroporto,
da tutti promanava commozione mista a paura del
nuovo cui andavano incontro. Nella cittadina mariana i nostri giovani sono ormai da venti giorni,abi-
Rita, 26 anni, viene da Napoli, è fra le persone più
adulte del gruppo. Ha fatto studi di socio psico pedagogia, è un’amante dello sport e le piace molto
cucinare. Di Lourdes e dell’UNITALSI non conosceva nulla. Dopo aver conosciuto l’Associazione
durante la formazione l’entusiasmo dimostrato è
stato assai coinvolgente.
Antonino, messinese di 26 anni, è un ex marinaio
con il desiderio di fare un’esperienza su di un pezzo
di terraferma“speciale” di cui ha sentito tanto parlare.
Cecilia, che ha quasi 28 anni, è di Isernia ma i natali glieli ha dati l’India, laureata in Lingue e Lettera-
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ture Straniere, non è un caso che la sua massima
aspirazione sia quella di girare il mondo. E Lourdes
è la sua prima tappa.
Valentina,marchigiana, è la più giovane del gruppo,
ha solo 19 anni ma il suo impegno nel mondo del
volontariato è già significativo:Aiuto Capo Reparto
negli Scout,Pioniere di Croce Rossa e pellegrina sui
nostri treni bianchi.
Riccardo, pugliese,ha solo vent’anni ed una sensibilità toccante.Ha studiato per diventare perito industriale, ma è alla ricerca della sua vera identità e
di se stesso.
Francesco,22 anni pugliese,è un geometra con la
vocazione per il volontariato. La sua esperienza di
unitalsiano si ascrive non solo all’effettuazione dei
numerosi pellegrinaggi fatti a Lourdes,ma anche ad
una collaborazione costante con una nostra Casa
Famiglia.La sua esuberanza funge da drenante delle
paure dei suoi compagni di viaggio.
Servizio Civile svolgono tutte le attività inerenti il
funzionamento dell’intero complesso,che non si limita ad essere semplice casa d’accoglienza dei pellegrini con difficoltà, ma è molto di più: vero e
proprio centro di vita del pellegrinaggio. È, infatti,
centro di animazione e socializzazione,nonché centro di coordinamento per quanto attiene l’accoglienza dei soci in stazione e all’aeroporto.
I ragazzi di Servizio Civile collaborano, inoltre, con
il “Santuario Notre Dame de Lourdes,” nelle seguenti attività e servizi a favore di malati e pellegrini:
• al Centro Informazioni, aperto 10 ore al giorno,
per fornire le indicazioni necessarie tese a far vivere al meglio la spiritualità di Lourdes (orari delle
celebrazioni,servizi tecnici,orari di apertura,servizio ceri, oggetti rinvenuti, ecc.);
• alla Libreria dove si trovano centinaia di opere e
di audio visivi;
Rosaria,anche lei siciliana ma di Catania,ha 23 anni.
Studia per diventare archeologa, ma molto del suo
tempo lo dedica agli altri meno fortunati di lei.
• al Servizio Comunicazione e Radio Présence che si
occupa della diffusione del messaggio di Lourdes
nel mondo intero;
Lucia è l’ultima arrivata. Subentra ad un volontario
che, purtroppo, ha dovuto rinunciare a questa esperienza. È di Marsala, ha 26 anni ed è laureata in “Lingue e Culture moderne”, la sua aspirazione è volare,
nel senso che vorrebbe diventare un’assistente di volo.
• al Servizio Giovani e alVillaggio Giovani dell’Associazione Diocesana di Tarbes e Lourdes, che accoglie ogni anno 20.000 giovani provenienti dai
cinque continenti;
Cosa fanno a Lourdes
I giovani volontari del progetto “A Lourdes per accogliere e condividere” sono impegnati tra il Salus Infirmorum e il Santuario di Notre Dame de Lourdes.
Nella struttura unitalsiana del Salus, i volontari di
• all’Ufficio Medico Internazionale che riceve relazioni e testimonianze da parte di persone che affermano di essere guarite grazie all’intercessione
di Nostra Signora di Lourdes.
Il nostro augurio
Questi undici ragazzi hanno messo nelle nostre
mani, per un anno, la loro vita. Le loro aspettative
sono tali e tante, che tutta la famiglia UNITALSI,
ognuno per il proprio ruolo e le proprie competenze, si è impegnata a far sì che queste aspettative
non siano deluse. Questa esperienza non potrà che
essere vissuta secondo il principio dei vasi comunicanti, dove il dare ed il ricevere,frutto di un’assoluta
reciprocità, contribuiranno alla ricchezza interiore
di tutti. Questo è il nostro auspicio, ma soprattutto
il nostro augurio per Francesco, Anna, Riccardo,
Salvo,Valentina,Sara,Marilì,Rita,Antonia,Simona,Cecilia e Lucia.
[email protected]
i nuovi volontari che effettueranno
il Servizio Civile a Lourdes
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Quattro Porte
C
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Giubileo, in nome di Cristo
un nuovo sole per i poveri
arissimi fratelli, carissime sorelle, come annunciato
nella Lettera pastorale, oggi siamo qui per aprire la
prima delle quattro Porte della città ed entrare nel
vivo del Giubileo per Napoli.Porta San Gennaro,la
più antica secondo la tradizione, era un tempo
l’unica via d’accesso alla città e in quanto tale veniva
chiusa di notte per sbarrare la strada ai briganti e
aperta di giorno. Da sempre considerata la porta
dei poveri,degli ultimi,dei diseredati,oggi,nello spirito giubilare, Porta San Gennaro è allora la porta
della condivisione e della solidarietà, che vogliamo aprire con le chiavi della giustizia e della compassione in difesa dei più bisognosi. Oggi, dunque,
siamo qui uomini e donne di buona volontà, cittadini di questa amata terra per aprire una porta e
far entrare la giustizia,per riconsegnare Napoli ai
suoi abitanti in una nuova veste, quella di una sana
convivenza civile che si fonda sul rispetto degli altri,
dell’ambiente,sulle pari opportunità,su un’equa distribuzione dei beni:“Aprite le porte:entri il popolo
giusto” (Is 26,2),fedele al suo impegno nel custodire
la città dai briganti di ogni tempo.
Oggi siamo qui,come fratelli e sorelle di fede riuniti
in nome di Cristo, come uomini e donne di buona
volontà, per aprire una porta alla compassione e
far sorgere un nuovo sole sui poveri, per fare in
modo che gli ultimi siano i primi nei nostri pensieri,
nelle nostre scelte,nel nostro agire,come lo furono
per il nostro Santo Patrono Gennaro.
Una porta si apre per aprire la porta a Cristo:“Io
sono la porta” (Gv 10,9).
È una porta stretta, come dice il Maestro, perché
non lascia entrare l’egoismo, l’individualismo, lo
sfruttamento che danneggiano la nostra convivenza,
deteriorando l’intera città. Una porta stretta dove
si entra attraverso l’impegno, la fatica, la lotta contro ogni forma di prevaricazione,una porta angusta
che però conduce alla vita:“Entrate per la porta
stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che
conduce alla perdizione” (Mt 7,13).Cari fratelli,care
sorelle, anche quando i problemi di questa città
sembrano essere insormontabili e le situazioni insostenibili, anche quando è difficile andare controcorrente per schierarsi in difesa dei valori cristiani
contro ogni forma di sopruso, non lasciatevi prendere dal pessimismo, non abbiate paura, non chiudete le porte alla speranza:“Aprite, anzi spalancate
le porte a Cristo” nel servire l’uomo, ogni uomo,
con quell’amore fraterno che in Cristo Gesù fa
nuove tutte le cose.
Oggi apriamo Porta San Gennaro per illuminare la
città di nuova luce,la luce della speranza:apriamo la
porta a Cristo, apriamo il nostro cuore e Napoli si
aprirà a nuova vita:“Sollevate,o porte,i vostri frontali, alzatevi, porte antiche: deve entrare il Re della
gloria” (Sal 23,7), il Principe della pace che viene a
consolidare e rafforzare, con giustizia e compassione, le mura della città.Signore Gesù,che hai edificato laTua casa sulla roccia,confermaci nella carità,
nella fede e nella speranza e aiutaci a varcare la
porta stretta che conduce alla pace. Che il nostro
Santo Patrono Gennaro ci protegga nel nostro
cammino e la Madonna ci accompagni.
[email protected]
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Il cardinale Crescenzio Sepe con il
Governatore della Regione Campania Stefano Caldoro, il Vescovo ausiliare della Diocesi di Napoli S.E.
Mons Lucio Lemmo e l’assistente
dell’Unitalsi Don Enzo Papa all’apertura della porta San Gennaro
Il Cardinale Sepe inizia
un cammino di speranza
Ogni anno, l’11 febbraio, in ricordo della BeataVergine Immacolata di Lourdes, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale di
Preghiera per il Malato e anche noi,che nel volto dei nostri fratelli sofferenti riconosciamo il volto di Gesù,vogliamo pregare
insieme per tutti gli ammalati della nostra Diocesi.Sollecitati dal
messaggio del Santo Padre,vogliamo prenderci cura di loro:“Se
ogni uomo è nostro fratello – ha detto il Papa – tanto più il debole, il sofferente e il bisognoso di cura devono essere al centro della nostra attenzione”. Benedetto XVI ha ricordato al
mondo credente e agli uomini di buona volontà, ai cittadini e
alle istituzioni che la compassione,più di ogni altra virtù,rende
umano l’uomo:“Una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la compassione
a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana” (Lett. enc. Spe
salvi,38)”.Il messaggio di Papa Benedetto per la XIX Giornata
Mondiale del Malato apre nuove frontiere di responsabilità per
chi avverte già da tempo il rapporto inscindibile tra cura e giustizia. È un appello rivolto alle Diocesi del mondo e agli operatori pastorali del settore per far sì che il Vangelo sia
annunciato agli ammalati,che a pieno diritto devono sentirsi inseriti nella comunità credente comeVangelo scritto sulla propria carne. È un appello che anche io, come pastore e padre,
rivolgo a voi tutti per poter guardare negli occhi il Maestro e
imparare da Lui ad essere compagni di quanti soffrono nel
corpo e nello spirito. Le parole del Pontefice segnano la rotta
decisiva verso la verità per quanti nella società hanno responsabilità di coniugare le risorse a disposizione di un’economia
in crisi con l’urgenza del diritto alla salute che non va mai negato: “Invito anche le Autorità – afferma Papa Benedetto – affinché investano sempre più energie in strutture sanitarie che
siano di aiuto e di sostegno ai sofferenti, soprattutto i più poveri e bisognosi”.È provvidenziale che l’appello del Papa si col-
lochi in maniera peculiare nello spirito del nostro Giubileo per
Napoli che, ponendo al centro della nostra riflessione e del
nostro agire le sette opere di misericordia, dedica il mese di
febbraio alla necessità della cura:“Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25,36).Consapevoli che si può soffrire nel corpo,ma
anche nell’anima se si vive ai margini di una società che abbandona gli ultimi a se stessi, agli uomini di giustizia e pace
spetta il compito di curare le piaghe di questa città bisognosa
di amorevoli cure per sanare il degrado ambientale, il dolore
dei disoccupati,dei senza tetto,delle vittime innocenti della camorra con l’impegno civile, con la legalità, con un’equa distribuzione dei beni. Noi non siamo al capezzale di una città
moribonda, ma di una città che può e deve guarire dai suoi
mali e sono tanti gli operatori, professionisti e gente comune
che, in diversi settori, lavorano nel silenzio, con slancio e generosità, per organizzare la speranza e restituire ai cittadini
una città guarita. Come i medici di un tempo, che senza tanti
mezzi sapevano guarire l’ammalato, anche noi dobbiamo ritrovare in noi stessi quella vocazione che ci spinga, come un
buon medico,a mettere la nostra vita al servizio degli altri per
essere vicini agli ammalati con il nostro sostegno e curare il
cuore di questa città che ancora batte in quanti la amano e la
rispettano. I problemi che si trovano ad affrontare gli ammalati, soprattutto i più indigenti, sono ancora tanti, ma ogni difficoltà può diventare una risorsa se saremo uniti in Cristo in
uno spirito di compassione. Se, come il Cireneo, aiuteremo a
portare la croce di quanti,sotto il peso della sofferenza,si sentono schiacciati dalla solitudine, allora insieme troveremo ristoro nel Signore e la nostra speranza di salvezza non sarà
delusa perché:“Dalle sue piaghe siamo stati guariti” (cf. 1Pt
2,24).Affidiamo le nostre preghiere e i nostri ammalati, il nostro impegno e la nostra città alla BeataVergine,che ha voluto
fare di Lourdes la città della speranza,per fare anche della nostra terra una città aperta al futuro.
Card. Crescenzio Sepe
Arcivescoco della Diocesi di Napoli
[email protected]
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CERIMONIA
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Nuovo Pastore
di
Stefania
Mangia
Il Messaggero
di Civitavecchia
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Monsignor Luigi Marrucci
Vescovo di Civitavecchia
ovevano essere 4000, secondo le previsioni della
sottosezione Unitalsi di Roma che nella spaziosa
Basilica di San Giovanni in Laterano ha materialmente organizzato tutto l’evento dell’ordinazione episcopale di monsignor Luigi Marrucci, già
vice Assistente ecclesiastico nazionale Unitalsi. E
invece ieri pomeriggio, in quella che è la Cattedrale della Diocesi di Roma, oltre 5000 persone
hanno riempito ogni posto ordinatamente allestito tanto nella navata centrale quanto nelle laterali, tutte dotate di più schermi collegati in
tempo reale a telecamere. Grande la mobilitazione della famiglia Unitalsi (a cui Marrucci appartiene dal oltre 30 anni rivestendo vari
incarichi) con tutte le sottosezioni spostatesi per
l’evento nella Capitale da ogni parte d’Italia, isole
comprese.A quasi un anno dalla morte del com-
pianto vescovo, Carlo Chenis, la Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia ha un nuovo Pastore consacrato per mano di monsignor Luigi Moretti
(arcivescovo metropolita di Salerno - Campagna
- Acerno e assistente ecclesiastico nazionale Unitalsi), affiancato nella celebrazione eucaristica da
monsignor Alberto Silvani (vescovo diVolterra) e
monsignor Gino Reali (vescovo di Porto Santa
Rufina), a colui che ha ‘amministrato’ apostolicamente la nostra Diocesi dalla mancanza di Chenis fino a ieri. Imponente la presenza di sacerdoti
sull’altare (ben 24 vescovi concelebranti e 55 sacerdoti della Diocesi) in un rito reso ancora più
solenne dall’accompagnamento del coro di Margherita di Savoia, mentre dalle rispettive parrocchie diocesane i parrocchiani hanno riempito ben
22 pullman tutti accolti alle spalle della Basilica e
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all’ingresso da due stand Unitalsi.Tutto il territorio non è mancato al momento con i sindaci
(Mauro Mazzola e Gianni Moscherini tra i primi)
tutti presenti, la Provincia (l’assessore alle politiche della scuola, Rita Stella e quello alle politiche
sociali, Claudio Cecchini), la Regione, e tanti rappresentanti delle istituzioni militari e civili. Mentre da Montescudaio (Pisa) paese natale del
vescovo Marrucci, sono arrivati il sindaco Aurelio Pellegrini, il parroco Piero Burlacchini, amico
d’infanzia di Marrucci, e una delegazione di dieci
persone. Emozionanti gli atti, tutti in successione,
di imposizione delle mani, del libro deiVangeli, unzione crismale, consegna di anello, mitra e del pastorale. “Così come il Buon pastore è pronto a
sacrificarsi perle sue pecore anche don Luigi sarà
segno visibile e credibile di questo amore di Gesù
per ognuno di noi e per la Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia – ha detto monsignor Moretti
una volta letto lo speciale mandato con cui Papa
Benedetto XVI autorizza tale ordinazione nella
Sua Diocesi, e richiamando proprio ilVangelo del
Buon pastore letto nella cerimonia – ogni giorno
don Luigi farà proprio l’annuncio della Buona
Notizia a tutti, non solo a chi fa parte del gregge.
Gli auguro di essere annunciatore della misericordia di Dio e suscitatore e costruttore di unità
e comunione”. E a cerimonia conclusa, prima di
togliere i nuovi abiti episcopali per tuffarsi ancora
tra la gente ringraziando ognuno singolarmente,
il neo vescovo ha fatto una lunga e commossa
serie di ringraziamenti, a partire dalla sua famiglia
natale, la sua maestra elementare (presente in
Basilica), la famiglia Unitalsi, i seminari o le scuole
medie dove ha insegnato religione fino a Maria, a
cui ha rinnovato il suo atto di affidamento.“Apro
a voi il mio cuore colmo di gioiosa gratitudine –
ha quindi detto al suo nuovo popolo – e rendo
grazie a Dio che mi ha detto ‘Se vuoi seguimi’, io
sono consapevole dei miei limiti ma ho detto ancora una volta ‘eccomi’ e rinnovo alla Chiesa l’offerta della mia vita”.
[email protected]
A sinistra: la Cattedrale della Diocesi di Roma durante
la cerimonia. Sopra: Monsignor Luigi Moretti abbraccia il neo Vescovo Luigi Marrucci.
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INTERVISTA
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Il Papa e io
di
Padre Vito
Magno
Giornalista
Parla Monsignor Gänswein:
Benedetto XVI mite e saggio
È la persona più vicina al Papa, il segretario
particolare di Benedetto XVI, il cui volto sorridente è a tutti noto.È nato in Germania 55
anni fa, è laureato in diritto canonico, materia che ha anche insegnato alla Pontificia
Università della Santa Croce. L’attuale suo
importante servizio al Papa non gli ha impedito di curare,per la Libreria EditriceVaticana,
un libro fotografico intitolato“Benedetto XVI
urbi et orbi”,da cui emerge un’immagine inedita del pontefice.
Stupisce che su Benedetto XVI sia stato curato un libro di “fotografie” proprio da Lei
che è il Suo segretario e che è anche un teologo! A cinque anni dall’inizio del pontificato,
un’editrice tedesca ha voluto fare un libro sul Papa
e mi ha chiesto di poterlo curare. Ci siamo chiesti
qual era il modo migliore di far conoscere il pensiero e l’animo del Santo Padre ai lettori, così abbiamo deciso di fare un libro fotografico sui Suoi
viaggi. Ogni viaggio, infatti, ha la sua particolarità, è
come una perla di una catena. Parole e illustrazioni
del libro servono insieme a far comprendere il messaggio “urbi et orbi” di Benedetto XVI.
Un libro con 200 fotografie.Anche questo
meraviglia, sapendo che Benedetto XVI attribuisce più importanza alla parola che all’immagine! È vero,Benedetto XVI è il Papa della
parola, ma l’immagine aiuta a leggere e quindi a capire con più facilità il pensiero del Papa.
È piaciuto al Papa questo libro? Ha detto che
è fatto molto bene.
Ma come cogliere il messaggio di Benedetto
XVI tra centinaia di discorsi,eventi,celebrazioni…? Se si legge bene il libro si vede che abbiamo cercato di dare ad ognuno dei viaggi un titolo.
I titoli sono un po’ la chiave di lettura, oltre che dei
viaggi, anche di tutto il libro.
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A quali sfide apre la chiave di lettura? La sfida
principale è quella di dire che la fede non è un fardello, ma un aiuto a vivere felici. La fede produce
gioia,mai noia.Questo è un po’ il filo conduttore di
tutto ciò che Papa Benedetto dice e fa.La sfida della
fede è importante in questa epoca di relativismo e
di secolarismo. Non è poco dire che la fede aiuta a
vivere e dà gioia.
La fede in dialogo con la ragione! Ovviamente!
La ragione e la fede non sono opposte, sono gemelle.
Ho notato che nel libro Lei riporta apprezzamenti su Benedetto XVI,ma non omette
le polemiche.Da quale di esse è rimasto più
colpito? Non ha senso nascondere ciò che è suc-
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cesso! Personalmente mi ha colpito come i mass
media hanno trattato il caso Williamson. Il Papa ha
tolto la scomunica a 4 vescovi lefebvriani perché
hanno dimostrato di essersi pentiti senza sapere
che uno di essi era negazionista, ovvero negava la
Shoa.
Che pensa dell’immagine che i mass media
offrono del Papa cavalcando polemiche
come questa? Chi non conosce Benedetto XVI
da vicino ha di Lui un’immagine diversa della realtà,
un’immagine ottenuta dai mass media,un’immagine
dell’opinione pubblicata.Non sempre l’opinione pubblica è l’opinione pubblicata, ma spesso l’opinione
pubblicata influisce sull’opinione pubblica. Chi conosce il Santo Padre da vicino sa che gran parte di
ciò che si legge sui giornali non corrisponde alla realtà della Sua persona.
silenzioso, senza fare pubblicità. Il suo compito non
è quello di parlare, ma quello di essere presente a
tutti gli eventi. Per far questo ci vogliono doti personali e spirituali.
Può accennare al lavoro dietro le quinte?
Quali sono i suoi momenti quotidiani più
importanti? Le ore più preziose della giornata
sono quelle spirituali, durante la santa Messa che
concelebro con il Santo Padre, poi in occasione di
altre preghiere,come quelle del pomeriggio quando
recitiamo insieme il Rosario. Per quanto riguarda il
lavoro i due momenti in cui gli sottopongo la posta
e i documenti, momenti molto intensi e personali.
Infine la sera.
Un po’ di chiarezza è stata fatta dal libro-intervista di Peter Seewald! In questo libro non
parla qualcuno sul Papa,ma è il Papa che parla di se
stesso in prima persona.Leggendo le risposte si può
avere un’idea di come Egli è nel privato.
Prima del servizio al Pontefice insegnava diritto canonico all’Università di Santa Croce.
Le manca l’insegnamento? Un po’ sì, perché il
contatto con i giovani sacerdoti di tutto il mondo
era vivace ed era un modo per comprendere i loro
problemi e le loro diversità nei vari continenti. Ma
come tutti i lavori anche questo comporta un po’ di
sacrificio.
Com’è,allora,nel privato Papa Ratzinger? Le
caratteristiche principali della Sua persona sono la
mitezza, la saggezza e la pazienza.
Il sacrificio vale anche per lo sport? Sì,il tempo
da dedicare ai miei hobby sportivi si è ridotto di
molto.
Nello sfogliare le 200 fotografie del libro
quali di esse più le ricordano un’emozione
forte vissuta accanto al Papa? Quelle della
Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney e quelle
fatte a Colonia che ritraggono un milione di giovani
in silenzio davanti al Santissimo. Questo mi ha colpito molto e nel libro l’evento è ben fotografato.
E gli hobby musicali? So che da giovane era
appassionato dei Bealtles e dei Pink Floyd!
Ora ho cambiato genere,sono su una linea musicale
più classica.Amo non soltanto la musica che seguivo
da giovane, ma soprattutto quella di Mozart, Bach,
Chopin, Schubert.
Interessante quello che dice perché si sa
troppo poco dei pensieri e della vita di un segretario del Papa! È bene che non si sappia
molto della persona del segretario del Santo Padre,
perché egli deve lavorare dietro le quinte in modo
Monsignor
Georg Gänswein
intrevistato da
padre Vito
Magno
A chi è utile il libro fotografico che ha curato? A chi vuole conoscere il vero volto di Benedetto XVI, a chi non vuole rimanere in superficie,
ma penetrare la profondità del Suo animo.
[email protected]
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NAZIONI
UNITE
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I
di
Mariangela
Camporeale
Presidenza
Nazionale
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Pari opportunità
Celebrata la prima giornata
mondiale della giustizia sociale
l 20 febbraio 2011,
in tutto il mondo si
è celebrata per la
prima volta la Giornata Mondiale per la
Giustizia Sociale, istituita dalle Nazioni
Unite allo scopo di
promuovere attività
concrete in sostegno agli obiettivi stabiliti nel 1995 a
Copenaghen dal
World Summit for Social Development:
“uno sviluppo sociale che contribuisca alla giustizia sociale, la solidarietà, l’armonia, la
parità all’interno e tra i paesi”.Al di là dei positivi
impegni di tutti i Governi,questo buon proposito è
ancora un’utopia.Ne sono sicuri i redattori del rapporto “Rights is the answer“, secondo i quali le crisi
che stanno investendo il mondo non possono essere superate senza il ritorno ai principi di giustizia
sociale e un approccio allo sviluppo basato sui diritti.
La giustizia consiste nella volontà di dare al prossimo, sostanzialmente, ciò che gli è dovuto. L’uguaglianza sociale è quindi una situazione per cui tutti
gli individui all’interno della società dovrebbero
avere la medesima rispettabilità sociale:parità di diritti umani e individuali, come la sicurezza, il diritto
di voto, la libertà di parola o ancora, l’accesso all’istruzione, l’assistenza sanitaria e altri importanti
quanto basilari diritti sociali,pari opportunità e, ovviamente, rispettivi obblighi. La Giornata Mondiale
per la Giustizia Sociale rappresenta,pertanto,un invito a intraprendere tutte quelle azioni che possano
dare senso ai valori di dignità umana e pari opportunità e, così, costruire una società più giusta ed
equa. L’uguaglianza, l’equità, il rispetto dei diritti
umani e delle libertà fondamentali, infatti, vengono
riconosciuti come valori fondamentali di tutte le società. La celebrazione della giornata, inoltre, dovrebbe contribuire ad una ulteriore lotta
all’eliminazione della povertà, per la promozione
dell’occupazione da un lato e al diritto ad un lavoro
dignitoso dall’altro, per l’affermazione della parità
tra i sessi, l’accesso al benessere e alla giustizia sociale per tutti.Sono decine di milioni le persone che,
per effetto della crisi economica, in tutto il mondo
hanno perso il proprio lavoro. In risposta a ciò è
evidente l’iniziativa delle Nazioni Unite di creare una
base di protezione sociale, garantendo l’accesso ai
servizi sociali di base,fornendo alle persone gli strumenti per produrre redditi dignitosi e rafforzando
le garanzie per i poveri, le persone vulnerabili e gli
emarginati. Ben l’80% della popolazione mondiale,
in particolare, non ha accesso ad un’adeguata protezione sociale. Nessuno mai, invece, dovrebbe vivere sotto un certo livello di reddito, e tutti
dovrebbero avere accesso ai servizi pubblici essenziali come acqua e igiene, sanità e istruzione. Il perseguimento della giustizia sociale è perciò
fondamentale anche per il conseguimento degli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio, secolo nel quale
è aberrante,se non inammissibile,trovare situazioni
sfavorevoli all’inclusione sociale delle persone in evidente difficoltà e, più in generale, ad una equità dei
diritti.
[email protected]
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PROTEZIONE
CIVILE
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di
Giovanni
Punzi
Consigliere
Nazionale
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La medaglia
Benemerenza all’Unitalsi
per l’attività inAbruzzo
Giovanni Punzi,
Responsabile
nazionale
del servizio
di Protezione
Civile dell’Unitalsi
Riceve
la medaglia
dal dottor Franco
Gabrielli, Capo
dipartimento
della Protezione
Civile
È
stato il Capo Dipartimento della Protezione Civile,
dottor Franco Gabrielli,in occasione dei lavori della
Consulta svoltasi a Roma l’8 febbraio,a consegnare
ai rappresentati delle Associazioni Nazionali di Volontariato la medaglia di benemerenza di prima
classe concessa, con Decreto del Presidente del
Consiglio dell’11 ottobre 2010, per il servizio
svolto in soccorso della popolazione colpita in
Abruzzo dal sisma del 6 aprile 2009. La medaglia,
consegnata a Giovanni Punzi,membro effettivo della
Consulta e responsabile nazionale del servizio di
protezione civile della nostra associazione, è stata
presentata a Loreto in occasione delle giornate di
formazione dei responsabili.“Questa benemerenza
- ha detto Giovanni - è nostra, di noi tutti, di tutti i
nostri soci e non solo degli 800 volontari alternatisi
nel Campo di Piazza d’Armi a L’Aquila e in quello di
Paganica dal 6 aprile a fine agosto del 2009.È un riconoscimento del servizio svolto da tutti… anche
di quanti erano pronti a partire,di quanti nelle proprie realtà si sono adoperati per raccogliere aiuti,
di quanti non potendo muoversi hanno condiviso
questo servizio e sostenuto l’impegno degli altri con
la preghiera… Peraltro - ha aggiunto Giovanni - durante la nostra presenza in Abruzzo, non abbiamo
fatto nulla di particolare se non vivere il nostro carisma associativo in un ambiente diverso, in condizioni di particolare disagio, tra persone
maggiormente bisognose perché colpite da un tragico evento… A noi spetta sempre il compito di
farci prossimi mettendoci in gioco con quello che di
più grande abbiamo: il cuore, l’unico “strumento”
capace di annullare le distanze, di farci superare le
difficoltà,di farci appassionare alla vita delle persone
che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino,di
farci incontrare il volto di Cristo in ogni uomo soprattutto se ammalato,povero,in difficoltà… e così
siamo sempre in Protezione Civile”. La benemerenza è stata presentata da Giovanni ai Responsabili delle sezioni e sottosezioni Unitalsi, nel corso
delle tre giornate di formazione del 18,19 e 20 Febbraio, a Loreto.
[email protected]
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VOLERE VOLARE
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Liberi nel cielo
di
Attilio
Pirrone
La gioia e l’emozione
del primo decollo da solo
o sempre desiderato provare l’emozione di pilotare
un aereo, vivere l’esperienza mozzafiato di volare,
ma non ne ho mai avuta l’occasione.In seguito ad un
incidente stradale,quattordici anni fa,che mi ha reso
paraplegico, avevo perso le speranze di poter realizzare il mio sogno credendo che una persona disabile non potesse pilotare un aereo.Fino a quando,
nell’estate del 2007 mentre ero in giro con mio cugino, anche
lui appassionato di volo, sono passato dal campo di volo Serristori; là ho avuto la fortuna di conoscere Luciano“zio nafta”
uno degli istruttori di volo di Serristori che, vedendomi affascinato dagli aerei, mi ha detto che c’erano tanti ragazzi paraplegici come me che potevano tranquillamente pilotare un
aereo.Quelle parole hanno riaperto il mio cuore alla speranza
di Volare. Rimasto però un sogno in attesa di tempi migliori
dal punto di vista economico, fino a quando l’UNITALSI ha
dato l’opportunità a tanti ragazzi disabili come me di realizzare questo sogno con il progettoVolereVolare.Così,nel maggio del 2010, finalmente, ho coronato il mio desiderio di
sempre iniziando a volare. Più prendevo dimestichezza con i
comandi più diventavo autonomo e più cresceva in me la passione e la soddisfazione,fino al culmine del 16 gennaio quando
ho effettuato il mio primo volo da solista. L’aereo rulla sulla
pista, accanto a me c’è uno dei miei istruttori, Claudio, effettuò tutti i controlli prevolo e chiedo,via radio, l’autorizzazione
per decollare; ricevuto l’ok spingo a tutta manetta e in meno
di un minuto sono in aria: faccio tre circuiti e poi atterro (In
me c’è la consapevolezza di aver effettuato tre atterraggi perfetti). Si inizia a rullare per uscire dalla pista ma invece di an-
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dare verso l’hangar, l’istruttore mi chiede di uscire a sinistra
della pista e di tornare indietro. In un primo momento penso
che forse il terreno è bagnato, dato che nei giorni precedenti
aveva piovuto, e si cambia uscita. Ma, a metà della via di rullaggio, mi fa fermare l’aereo e apre la portiera,lì per lì non ho capito, poi mi dice “sei pronto per volare da solo io scendo e
restiamo in contatto radio”. Mi trovavo già a metà pista e il
tragitto per arrivare al punto di attesa per il decollo mi è sembrato lunghissimo. Una cosa è volare con l’istruttore con la
consapevolezza che se sbagli c’è lui che ti aiuta,un’altra cosa è
volare da solo. In me sale l’adrenalina… Ricevuta l’autorizzazione per il decollo ancora una volta spingo a tutta manetta in
avanti ed inizia la corsa, arrivato alla velocità giusta stacco il
ruotino da terra e l’aereo inizia a salire,concentrato nella manovra dimentico di essere da solo;appena finita la salita ed iniziata la virata di contro base mi rendo conto di essere da solo.
Non nascondo che ho avuto un po’ paura ma allo stesso
tempo ero felice di gestire un aereo in piena autonomia.
Chiudo il circuito con un bell’atterraggio e dopo altri due mi
avvio verso gli hangar,scendo dall’aereo dove trovo i miei amici
a congratularsi e a festeggiarmi con il battesimo dell’aria a secchiate d’acqua. Si realizza così il mio magnifico sogno di pilotare un aereo in piena autonomia e sicurezza. Ringrazio
l’Unitalsi, che mi ha dato questa opportunità e la gioia indescrivibile di sentirmi libero da ogni barriera e da ogni handicap,
gli Istruttori dell’Aero Club Serristori e tutti gli amici del Club
che mi hanno sostenuto in questa splendida avventura.
[email protected]
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L’istruttore mi disse: «Vai, vola»
e l’adrenalina mi salì a mille
Era il 5 Febbraio 2011, una giornata tranquilla… almeno così era iniziata…
Sveglia alle 07.30 e fuori dalla stanza alle 08.00, mi vedo con Claudio, l’istruttore, e prima dei check prevolo si va a fare colazione al bar… Arrivano le 9.00
e tutti i controlli sono fatti: lo spurgo della benzina, il controllo della bulloneria, il motore. Come tutte le volte parto con il fidato istruttore per una lezione.
Non credevo davvero, viste le mie ore di volo, che da lì a pochi minuti sarebbe
successo! Facciamo delle virate, mantenimento quota e velocità... il solito! Ecco
che arriva il momento di atterrare, entro in circuito e si scende.Toccata terra,
Claudio mi dice:“Ale accosta qui sulla sinistra e libera la pista in erba”.“Strano”
ho pensato tra me e me.A quel punto ho sentito la sua voce che diceva:“ora
ti allinei e appena abbiamo il contatto radio parti e fai un circuito da solo” mi
sono messo a ridere pensando che scherzasse. Sentendo le esperienze dei
nuovi amici del campo, tra me e il solista c’era una media di diverse ore di
volo, quindi non mi ponevo ancora il problema. Invece l’istruttore mi ha ritenuto pronto.“Claudio non scherzare!” mi è venuto spontaneo dire... egli con
aria seria ha ribattuto:“oh ma ti senti sicuro, non scherziamo”.Allora ho detto:
“se tu mi reputi in grado di farlo sono tranquillo”, e Gianni:“ok allora procedi”.
Chiuso lo sportello mi sono avviato da solo verso la pista, non so descrivere
esattamente cosa stavo provando... emozione,paura,gioia,ansia... di sicuro non
ero calmo! Il circuito... i 5 minuti più lunghi della mia vita... non finivano mai, ma
che bello però! Ero solo, da solo lassù! Tutto quello che credevo fosse volare
era niente in confronto a quello che veramente mi ha dato! Il ricordo del volo
felice di Peter Pan penso si può descrivere solo se lo puoi davvero vivere in
questo modo… L’atterraggio, il mio primo atterraggio! Da solo! Se non ci
fossi stato io su quell’aereo chi c’avrebbe creduto? Oltre a quel miscuglio di
sensazioni, a completare quella mattinata ci sono stati tutti i complimenti e gli
auguri degli amici che da terra mi hanno visto e sostenuto...senza contare poi
i gavettoni che mi hanno fatto con 5 gradi di temperatura! Mascalzoni! Devo
ringraziare veramente tutti quanti: il Presidente dell’Aero Club Serristori, gli
istruttori e,soprattutto,l’UNITALSI che ha permesso la mia partecipazione al
progetto Volere Volare...
Alessandro Petrucci
[email protected]
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INCONTRO
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Convivialità
di
Giovanni
Punzi
Consigliere
Nazionale
N
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Ministri della comunione:
testimoni del mistero dell’amore
Queste consapevolezze accompagneranno gli oltre
230 volontari unitalsiani, chiamati nella Chiesa a
svolgere il servizio di ministri straordinari della Comunione, ritrovatisi a Roma il 19 gennaio presso la
Casa Bonus Pastor per il 5° incontro nazionale.
Questo appuntamento annuale si è aperto con
l’adorazione eucaristica durante la quale Mons.
Alessandro Plotti – vescovo emerito di Pisa e già
Presidente della nostra Associazione – ha tenuto
due meditazioni.
ella prima riflessione, su “Eucaristia e Sacrificio”, ha ricordato come “Il Ministro Straordinario dell’Eucaristia risponde
ad una specifica vocazione e non può quindi essere inteso riduttivamente come un semplice distributore, in quanto chiamato ad essere un autentico testimone del Mistero dell’Amore.
Per fare questo – ha proseguito Mons. Plotti - è necessario,
per prima cosa,“coltivare” questo Mistero d’Amore partendo
dalla consapevolezza di quello che avvenne nel Cenacolo di
Gerusalemme, dove Gesù – con grande stupore degli Apostoli
– diventò l’Agnello della nuova Alleanza, la nuova Pasqua. C’è
un legame indissolubile tra quello che avvenne nel Cenacolo e
quello che avvenne sul Calvario quando Gesù venne innalzato
sulla croce.Di conseguenza,la nostra domenica è il memoriale
di quel sacrificio:Cenacolo e Golgota uniti nel sacrificio che si rinnova nell’Eucarestia”.Nella seconda meditazione,su“Eucaristia e Convivialità”, Mons. Plotti ha sottolineato “che
l’eucaristia non è solo sacrificio ma anche cena, convivialità e
che intorno alla tavola (altare) tutti dobbiamo ritrovarci da fratelli o quanto meno diventare tutti fratelli. “A tavola non si invecchia”, ma si torna a riscoprire gli antichi valori della vita, la
convivialità. Questo era anche il clima voluto da Gesù nel Cenacolo, dove i dodici apostoli erano uniti in un solo collegio, e
tutto questo deve rivivere oggi nelle nostre comunità. Noi, popolo di Dio,dobbiamo scoprirci uniti attorno alla tavola (altare),
dove il Signore imbandisce per noi la cena fatta non con cibi
succulenti, ma con il pane e il vino che diventano Suo Corpo e
Sangue. Don Andrea Manto, direttore dell’Ufficio Cei per
la pastorale della sanità,ha precisato prioritariamente alcuni aspetti legati al servizio specifico ed al contesto all’interno del quale opera il Ministro Straordinario della
Comunione.“Il ministro della Comunione, come si rileva dal
termine stesso proveniente dal latino minus (inferiore,sottoposto), è chiamato a farsi dono al servizio dell’altro e della vita
In Alto: Mons. Plotti
durante la funzione
Eucaristica.
A sinistra: Don Manto.
della comunità.Peraltro,questo servizio,nato come aiuto per la
distribuzione della Comunione, rappresenta oggi il vero ponte
che permette di raggiungere il mondo della sofferenza e può
essere paragonato al “lembo del mantello del Cristo” che permette di far “toccare” Cristo ai più lontani, proprio come lo fu
il mantello di Cristo per l’emorroissa delVangelo.” Successivamente don Andrea ha richiamato la necessità per i ministri di crescere nella formazione, nella spiritualità e nella
qualità del servizio.A tal riguardo ha sottolineato il “rapporto speciale tra Parola ed Eucaristia, tra mensa della Parola
e mensa Eucaristica” evidenziando“ che i ministri,per rendere
efficace il loro servizio, devono nutrirsi sia della Parola che dell’Eucaristia. Solo in questo modo i ministri saranno capaci di
portare Gesù agli altri e non saranno più semplici distributori,
ma ponti della vera comunione voluta da Cristo. Al pomeriggio tutti partecipanti si sono trasferiti nella Basilica di
San Giovanni Laterano per partecipare alla celebrazione
dell’ordinazione episcopale di Mons. Don Luigi Marrucci
- viceAssistente Nazionale - che in questi anni ha sempre
seguito da vicino questo cammino dei ministri della comunione.
[email protected]
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Formazione
LORETO
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di
S.Pagliuca e
M. Camporeale
È
Incontro dei responsabili
Saluti agli ex e nuovi presidenti
Oltre 600 persone
provenienti da tutte
le sottosezioni d’Italia
hanno partecipato
all’incontro
di formazione
per responsabili
dell’Associazione
stata ancora Loreto la location prescelta per il
consueto incontro dei Responsabili dell’Associazione. Un appuntamento immancabile nell’agenda
unitalsiana che riunito nella località marchigiana,
tanto cara alla Madonna e agli Unitalsiani, circa
600 persone prevenienti da tutte le sottosezioni
di Italia. Concluse le elezioni sottosezionali e in
fase di completamento quelle nelle Sezioni, la tre
giorni lauretana è sta un’ottima occasione per salutare presidenti vecchi e nuovi, in uno spirito di
rinnovato entusiasmo per la inizianda nuova stagione di Presidenza. Un programma ricco di contenuti che ha visto i partecipanti impegnati in una
rassegna riassuntiva di tutte le attività unitalsiane,
gli adempimenti necessari per gestire al meglio
sezioni e sottosezioni, nel pieno rispetto della legislazione italiana e delle norme Statutarie e Regolamentari dell’Associazione. La formazione ha
avuto inizio con il benvenuto del Presidente Nazionale Antonio Diella e la presentazione dei progetti di carità, in particolare Cuore di Latte e
Fondo di Missionarietà. Suggestiva, a tal proposito, la proiezione delle slide e dei filmati testimonianti gli interventi realizzati in favore dei
bambini bisognosi di differenti comunità nel
mondo. È seguita, poi, la parte più burocratica ma
di fondamentale importanza per una corretta gestione associativa, collegata alle disposizioni dettate dalla legge sulla Privacy, relativamente al
trattamento dei dati sensibili e, infine, alle coperture assicurative. Rilevanti le osservazioni dalla
platea. Lo spirito di iniziativa e la voglia di conoscenza per poter far “rinascere” le sottosezioni
ha connotato le numerose domande. Il sabato è
continuato con la spiegazione e il commento dei
dati contabili, amministrativi e fiscali unitamente al
funzionamento degli uffici di Presidenza Nazionale, utile a indirizzare qualsiasi bisogno conoscitivo presso gli uffici preposti. I Presidenti e
Consiglieri presenti hanno poi avuto maggiore
contezza delle diverse attività unitalsiane portate
avanti con impegno e dedizione: servizio civile,
campagna 5 per mille, progetti finanziati grazie alla
legge 438/98, attività di protezione civile. A sottolineare la forte missione unitalsiana, cresciuta
anche nel Santuario di Loreto, è stato l’intervento
del Vescovo di Loreto e successivamente il monito del Presidente Nazionale all’unità dell’Associazione e a continuare la lunga tradizione dei
pellegrinaggi aprendo l’orizzonte a nuovi itinerari
come Fatima e Terra Santa.La domenica si è dato
spazio alle note in materia sanitaria, un settore in
crescita, che nel futuro associativo potrà rivestire
un ruolo ancor più importante nello studio e nell’individuazione delle giuste pratiche di sostegno
ai disabili e agli ammalati e alle nuove disabilità; e
al domani dell’Unitalsi rappresentato dal percorso
giovani, sempre più attivi e uniti nella condivisione
di una linea comune di formazione.A conclusione
dell’incontro il saluto accorato del Presidente per
un futuro foriero di amore e semplicità.
[email protected]
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LUCCA
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Villaggio solidale
V
Primo incontro con dibattiti
del mondo del volontariato
dalla
Redazione
24
olontariato o terzo settore. Un
mondo variegato, complesso, sterminato, che per 4 giorni ha fatto il punto
della situazione attuale e delle prospettive al quartiere fieristico di Lucca
in occasione di “Villaggio Solidale, Salone italiano del volontariato”. Con
dibattiti, esposizioni, esercitazioni, dimostrazioni, spettacoli di impegno e a
tema. È tata l’edizione zero, secondo
gli organizzatori,per sottolineare che
il cammino è proprio nella fase iniziale
e che, nell’odierno momento economico-sociale, confrontarsi a largo raggio è inevitabile. E a Lucca c’erano
tutti, con qualche defezione dei politici, ma un dibattito, una partecipazione popolare ed un seguito degli
organi di informazione scritta e radiotelevisiva che fanno ben sperare
per un comparto del quale non si può
fare a meno. Le associazioni di volontariato in Italia sono
una colonna delWelfare.con milioni di persone implicate.
Quasi 30 mila sono le associazioni iscritte agli albi locali.
Ma il Centro Nazionale di Volontariato, che da 25 anni
studia il fenomeno a livello italiano, ha censito l’esistenza
di più di 42.000 associazioni e tracciato la presenza di altre
10.000 realtà associative che raccontano una realtà considerevolmente più consistente di quella delle statistiche
ufficiali con oltre 52.000 organismi di volontariato. Sono
cifre contenute all’interno della banca dati che l’associazione di Lucca tiene e aggiorna dai primi anni ‘90. Ne
emerge un movimento che coinvolge centinaia di migliaia
di persone. Il 26,5% delle associazioni opera nel settore
sanitario (dalla donazione di sangue al trasporto sanitario);
il 20,7 è attivo nel sociale; il 14,9 nel socio- sanitario; il 7
nella protezione civile,il 5,3 nei beni culturali,il 4 nei beni
ambientali,il 2 nel volontariato internazionale,il rimanente
in altri settori. Fra le organizzazioni più radicate a livello
nazionale ci sono l’Avis, l’Aido, la Croce Rossa Italiana,
l’Acat, le Misericordie, le Pubbliche Assistenze, l’Auser, i
Fratres,la Fir-Ser,il ClubAlpino Italiano e l’Unitalsi.Ma esistono anche migliaia di piccole realtà legate ai territori.
Le attività principali sono: donazione
sangue (oltre 4500 associazioni in
tutta Italia); pronto soccorso (con
3549 realtà); trasporto sanitario
(3510);donazione organi (2510);formazione dei volontari (1909); volontariato ospedaliero (609).
Ci sono altre opere che contribuiscono a migliorare il benessere e la
qualità della vita,effettuate spesso insieme alle istituzioni pubbliche: gestione delle strutture, come quelle
ricreative;tutela dei diritti;attività ambulatoriale; assistenza domiciliare a
malati terminali o a infermi; guardia
medica; assistenza ai bambini; educazione alla cittadinanza; trasporto defunti;consultori e ricerca scientifica.
Per il presidente del Centro nazionale volontariato, l’ex ministro ‘inventore’ della Protezione Civile,
Giuseppe Zamberletti,“è indispensabile riportare il dipartimento al suo ruolo originario: previsione, prevenzione e interventi per l’emergenza”.Ai 4 giorni del Salone
del volontariato italiano di Lucca, nei 7000 mq dell’area
fieristica, c’erano 70 espositori. I relatori sono stati 143,
1950 le persone impegnate, 7000 i visitatori, 33 gli eventi
culturali.Tra i patrocinatori dell’evento anche il Segretariato Sociale Rai.Maria Pia Bertolucci,vice presidente del
Centro Nazionale.Volontariato fa un bilancio:“Siamo soddisfatti. A Villaggio Solidale abbiamo visto tante persone
che hanno manifestato interesse e voglia di capire.Le questioni trattate sono state molte e continueremo a lavorarci nei prossimi mesi col contributo di tutti. Un grazie
speciale ai volontari che hanno reso possibile l’evento”.A
margine dei lavori, Maria Pia Bertolucci ha poi aggiunto:
“puntiamo a coinvolgere attivamente i giovani per contribuire alla creazione di una maggiore coscienza sociale
che superi il rifiuto e l’emarginazione del ‘diverso’ e il rifugio nella vita privata e nell’indifferenza e che apra a
nuove culture e a nuove forme di coesione e integrazione
sociale”.
[email protected]
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Turismo e fede
MILANO
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P
di
Rosanna
Favulli
sottosezione
Milano
Stand dell’Unitalsi alla Bit:
incontro sulle biodiversità
olo fieristico di Milano-Rho, padiglione 5. In posizione
d’angolo, strategica, lo stand dell’Unitalsi alla Bit (18-20
febbraio),la Borsa Internazionale delTurismo,non è stato,
una volta di più, soltanto un punto d’informazione, ma
uno sbocco di progetti e iniziative nell’ambito del turismo
sociale e associativo.Un fenomeno in piena espansione e
che si sta progressivamente affermando come sistema parallelo di intermediazione e organizzazione turistica nel
quale l’Unitalsi occupa uno spazio specifico che ha motivo
di ribadire.Per questo la Presidenza Nazionale,con il supporto dell’Unitalsi Lombarda,non ha voluto mancare l’appuntamento con la Bit,dove si colloca con l’evidenza che
compete ad un’organizzazione che, proprio in virtù della
sua specificità,costituisce un riferimento di cui andare orgogliosi. Lo stand, caratterizzato da una scenografia con
prospettiva tridimensionale attorno ad un grande monitor sul quale passano eloquenti sequenze di pellegrinaggi,
ha dispensato gadget non sempre effimeri,ma soprattutto
ha testimoniato una presenza e un ruolo insostituibili,integrati nella presenza della stessa Chiesa italiana che alla
Bit, come ha dichiarato don Massimo Pavanello, responsabile della pastorale del turismo dell’Arcidiocesi di Milano, ha portato la propria sensibilità,come accade ormai
da diversi anni all’interno della manifestazione fieristica,
organizzando una tavola rotonda su turismo e biodiversità («Un argomento caro pure al magistero di Benedetto
XVI – ha fatto notare – come testimonia, ad esempio, il
messaggio per la Giornata mondiale della pace 2010,“Se
vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”») per cui è indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi «quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere
specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino». Il tema della
biodiversità è stato declinato, in particolare,“con riferimento alla singolare esperienza di accoglienza di tipo alberghiero praticata da soggetti ecclesiali in solidale
armonia con la natura,col Creatore e con i fratelli” quali:
Il villaggio di vacanze a Capoverde voluto dai frati cappuccini per sostenere economicamente il locale Centro
socio-sanitario ospedaliero San Francesco e che vorrebbe
consolidarsi con una scuola alberghiera per i giovani del
posto e le impegnative scelte dell’Abbazia di Praglia di rispetto per la natura, a cominciare dalla riqualificazione
D’Elpidio, De Carli, Mons. Crociata, Benedusi,
Don Pavanello, Don Alberti alla fiera del turismo.
energetica del grande complesso monastico,con ricaduta
sull’attività tradizionale di accoglienza che in abbazia si
pratica secondo le regole della famiglia benedettina. Collaterale alla Bit, uno spettacolo teatrale,“Il giullare pellegrino”, ispirata a testimonianze d’epoca (dai manoscritti
dei pellegrini medievali a cronache e novelle di diversi autori del XII e XIII secolo), narra e ricostruisce tappe e
usanze di un pellegrino coevo da Roma a Santiago de
Compostela. Lo stand dell’Unitalsi, di fatto, ha testimoniato la realtà contemporanea del turismo religioso praticato con l’intensa spiritualità che caratterizza e anima i
pellegrinaggi. Non è mancato, alla Bit, il momento riservato alla celebrazione eucaristica:la liturgia,nella cappella
di Fieramilano, è stata presieduta da monsignor Mariano
Crociata,segretario generale della Cei,che,nell’omelia,ha
esortato a ringraziare il Signore oltre che “per il dono
della vita e della fede” anche“per la possibilità di viaggiare,
conoscere, incontrare”, così come “dei beni di cui disponiamo, a cominciare dalla stessa natura. In questo senso,
quel tipo particolare di turismo che è il pellegrinaggio, il
quale unisce alla scoperta della natura,di paesi e popoli diversi l’incontro con la molteplice esperienza religiosa cristiana nel tempo e nello spazio dà un contributo decisivo
per imparare ad abbracciare come dono le bellezze e la
grazia che ci è dato di conoscere”.
[email protected]
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ABRUZZESE
Vico della Luna, 23 - TERAMO 64100 (TE)
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TRIVENETA
tel. 02.4121176 - fax 02.41271497
Via M. Sasso, 1 - BASSANO DEL GRAPPA 36061 (VI)
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AGROPOLI
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A scuola di fraternità
per un mondo più solidale
di
Elisabetta
Manganiello
sottosezione
Agropoli
A
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scuola di diversità, per costruire un mondo più solidale e con meno pregiudizi.Accade al liceo scientifico
Alfonso Gatto di Agropoli, dove gli studenti delle ultime classi sono stati impegnati in un convegno-confronto in cui è stata presentata anche l’esperienza
dell’Unitalsi. L’appuntamento, organizzato dal Centro
per la famiglia del Piano di zona Salerno 7 con il supporto operativo dell’Ami, Associazione Matrimonialisti Italiani, si è svolto il 5 febbraio nella nuova sede
dell’istituto.«Quando ci siamo trasferiti in questa struttura – sottolinea il dirigente scolastico Pasquale Monaco – abbiamo voluto che il primo ad entrare fosse
un alunno diversamente abile.Un segnale per dire che
per noi la diversità è un valore. Chi vive situazioni di
sofferenza o di svantaggio qui da noi non è emarginato,
nonostante la poca attenzione che talvolta dimostrano
le istituzioni,ad esempio con la drastica riduzione dei
fondi per i docenti di sostegno». Anche i due relatori
chiamati a portare la loro testimonianza agli studenti
sono diversi, per professione e per scelte di vita, eppure uniti dal servizio nell’Unitalsi. Per Silvana Stifano,
psicologa-psicoterapeuta e consulente tecnico d’ufficio
al tribunale diVallo della Lucania,il viaggio fatto a Lourdes su un treno bianco è stata una tappa importante
ma isolata. Per Salvatore Guzzi, avvocato, docente a
contratto all’università Federico II e presidente della
sottosezione Unitalsi di Agropoli, rappresenta una
scelta di servizio ultratrentennale. «La diversità? È un
problema dei cosiddetti normodotati:io sono diversa,
per cui ti percepisco diverso.Non il contrario,– spiega
Silvana – ognuno di noi porta nella relazione con gli
altri il suo vissuto,le sue esperienze,le sue incertezze
come le sue sicurezze. Ecco perché attribuiamo etichette alle persone:il disabile,l’extracomunitario.In realtà siamo tutti diversi, nel senso che abbiamo abilità
differenti, eppure c’è anche qualcosa che ci unisce.
Quale obiettivo comune possono avere, ad esempio,
un malato mentale e un medico di un ospedale psichiatrico?». «Quello della guarigione» – propone qualcuno in platea. «Può essere – risponde Silvana – ma
ancor prima quello di essere felici nella vita».«L’esperienza nell’Unitalsi per me è iniziata quando avevo la
vostra età – racconta Salvatore. Non ero particolarmente sensibile alla realtà della sofferenza fino al mio
primo viaggio da pellegrino a Lourdes. Lì, all’improvviso, mi trovai a dover aiutare una piccola inferma che
mi conosceva e mi chiedeva di rispondere ad una sua
esigenza. Fu per me l’incontro di conversione, avevo
dato per scontate troppe cose della vita di fede.
Quando, l’anno dopo, tornai a Lourdes da barelliere
sentii quasi un allontanamento: pensavo di avere sbagliato tutto. Ma il confronto con un barelliere più anziano mi fece riflettere sul fatto che forse avevo
ricevuto, proprio dai fratelli diversamente abili, più di
quanto volessi in realtà dare».Il passo successivo è l’invito agli studenti al torneo di calcetto“Petrizzo”,a maggio, e alla“Festa al mare” al lidoTrentova,a fine giugno.
«Sia che vogliate assistere,sia che vogliate partecipare
alle attività unitalsiane,siete i benvenuti – prosegue Salvatore. Sempre più spesso sul nostro territorio l’Unitalsi attrae tanti giovani che scelgono di mettersi al
servizio di chi soffre.Forse perché è nella dimensione
della sofferenza che incontrano il Signore».A offrire la
sua testimonianza è ancheAssuntaVoria,dell’Associazione famiglie affidatarie. «Sono una futura mamma
adottiva di un bambino africano,– dice – spero che le
persone lo accettino e lo trattino come tutti gli altri».
[email protected]
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NAPOLI
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Pellegrini inTerra santa,
il fascino e le rocce di Petra
di
Teresa
Miranda
sottosezione
Napoli
D
al 4 al 12 Novembre si è svolto il pellegrinaggio in
Terra Santa della sottosezione di Napoli e anche noi,
disabili,con sedia a rotelle,abbiamo partecipato.Pensavamo che era un impresa impossibile perché ci
chiedevamo come avremmo fatto a superare tutte
le barriere architettoniche,gli ostacoli tipici del luogo;
invece ci siamo riusciti.Infatti,grazie alla solidarietà e
alla collaborazione di tutti i componenti del gruppo,
siamo riusciti a vedere tutti i luoghi santi più significativi. Uno dei luoghi più suggestivi che abbiamo vistato è stato Petra: la città scolpita nella roccia. È un
luogo veramente incantevole, infatti solo a vederlo
per TV ti affascina, poi da vicino, scivolare in questa
laguna con questi monumenti scolpiti nella roccia, è
veramente molto suggestivo. L’ultima novità è arrivata alla fine del percorso: quando il calesse (il
mezzo di trasporto) è arrivato a destinazione,siamo
scese io e Daniela ed insieme a Raffaellina e Patrizia
abbiamo aspettato il resto del gruppo. Ecco l’episodio che più mi ha sorpreso:in fondo alla valle c’erano
gruppetti di bambini che vendevano le cartoline del
posto.Un gruppetto si avvicinò e subito mostrarono
il loro affetto;Raffaellina ricambiò donando loro delle
caramelle,poi un ragazzino si avvicinò a me ed invece
di vendermelo il libretto di cartoline me lo volle regalare e ci teneva tanto ad evidenziare questa cosa.
Quest’episodio mi ha colpito molto perché nel suo
piccolo, con quel gesto ha voluto esprimere la sua
amicizia, la sua semplicità di cuore. Quando poi
siamo arrivati a Betlemme per la visita delle varie
città sante l’emozione provata è stata tutta nuova e
particolare.Solo il pensare di stare lì e dover andare
negli stessi luoghi dove Gesù ha svolto la Sua breve
vita è stata un’emozione tutta speciale. I luoghi visitati sono stati tanti, tutti molto significativi, ricchi di
storia e religione; ma quello che più mi ha scosso è
stata la visita alla Basilica della Natività. Quando abbiamo superato tutte quelle scale e mi sono trovata
di fronte alla stella della natività la mia emozione è
stata grande. Posso con chiarezza affermare che
senza l’aiuto materiale dei volontari noi disabili, non
avremmo potuto superare tutte le barriere architettoniche e poter anche noi conoscere e vedere
da vicino questi luoghi sacri ricchi di fatti storico-religiosi. Non posso nominare singolarmente tutti,perché tutti insieme i componenti del gruppo hanno
contribuito e ci hanno aiutato rendendo veritiera
l’affermazione“insieme tutto è possibile”.Quindi ringraziamo tutti che ci hanno facilitato ed aiutato, ma
in particolare il Presidente dell’Unitalsi, della sottosezione di Napoli che ogni anno organizza anche
questo pellegrinaggio.
[email protected]
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MEDICI
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D
di
Federico
Baiocco
Coordinatore
Nazionale
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Patologie
Il Lavoro completo
può essere consultato
sul sito: www.unitalsi.it
nella sezione
“Angolo di Ippocrate”
Conoscere
per accogliere meglio
urante il Nazionale del 2009 nell’incontro con il
Bureau Medical di Lourdes ci fu esplicitato dal dott.
De Franciscis che praticamente nessuna associazione di pellegrinaggi era in grado di poter riportare con precisione la reale consistenza e tipologia
dei pellegrini che giungono a Lourdes in veste di
malati. Anche l’Unitalsi non era scevra da questa
problematica. Ci sembrò importante con il gruppo
di lavoro dei medici cercare di iniziare a fare questo
lavoro e di ottenere quante più notizie possibile.Per
tale motivo per il 2010 elaborammo una scheda di
notizie sanitarie anonima,chiedendo ai Responsabili
regionali dei Medici di effettuare un lavoro non di
poco conto. Sono state prese in esame nelle sedi
regionali le schede sanitarie dei pellegrini malati,trascritte sulle schede anonime e inviate a noi in Presidenza. Qui è stata fatta una elaborazione statistica
che ha dato risultati utili per comprendere la tipologia del malato che chiede di partecipare ai nostri
pellegrinaggi,proprio nell’intento di migliorare la capacità dellaAssociazione di accogliere i nostri amici
ammalati. I dati sono stati elaborati dal personale
del nostro CED,al quale va il nostro ringraziamento
per il lavoro svolto, dando dei risultati davvero interessanti. Con Giuseppe Gallo (Responsabile Sanitario della Puglia) e il gruppo di lavoro dei medici
abbiamo fatto una serie di riflessioni che vi presentiamo non avendo la presunzione di essere stati
esaustivi, ma di aver quantomeno tirato un sasso
nello stagno per riflettere e gettare un ponte per il
futuro.Delle 6981 schede pervenute (64% femmine,
29% maschi, 7% non specificati), il 65% fanno riferimento a persone di età compresa tra i 55 e gli over80,mentre Il 29% appartengono a persone con una
fascia d’età che va da 0 a 55 anni; in particolare di
questi ultimi, ben l’ 8% hanno un’età compresa tra
0 e 14 anni,percentuale che cala bruscamente al 2%
tra i 14 ed i 24 anni, per poi risalire gradatamente
intorno ai 50 anni. Questi dati ci spingono a fare
alcune considerazioni:la prima,abbastanza scontata,
è che la percentuale maggiore di ammalati ha un’età
superiore ai 55 anni, confermando così un dato
“storico”; la seconda, a nostro giudizio più importante, è che abbiamo una buona presenza di malati
molto giovani;la terza,altrettanto importante,è che
quei bambini (pari all’8%)“scompaiono” tra i 14 ed
i 24 anni, (scendendo al 2%, e forse bisognerebbe
interrogarsi sui motivi di questo calo), cioè non partecipano più ai nostri pellegrinaggi, per “ricomparire” dai 35 ai 54 (15%). È bene precisare che nelle
schede non è compreso il pellegrinaggio“Bambini”
per cui tutti i dati sono da riferire esclusivamente ai
pellegrinaggi a Lourdes, nei quali la componente
“malati” è quindi“mista”. Ancora,sempre considerando la fascia d’età tra 0 e 65,si rileva che le malattie del sistema nervoso sono decisamente le più
frequenti,con un picco massimo del 40% tra i 15 ed
i 24 anni,e con la presenza,nella fascia di età tra i 25
ed i 54 anni,di malattie particolarmente gravi come
la SLA,la Sclerosi multipla,le para e tetraplegie da lesioni midollari post- traumatiche, ecc), seguite dai
disturbi psichici (25%). Dai 55 anni in su, cala progressivamente la percentuale delle malattie neurologiche per lasciare il posto alle malattie del sistema
cardio-circolatorio (cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, ecc.),alle malattie dismetaboliche
(diabete, patologie della tiroide, ecc.), ed alle neoplasie (sia in fase attiva, che in remissione). Ritornando alle percentuali di presenza per età,come già
scritto, viene spontaneo chiederci il motivo della
notevole diminuzione della presenza della fascia 1535 anni, considerando che i malati di età inferiore
sono affetti in particolare da malattie di tipo neurologico e psichico, quindi praticamente croniche,
cioè non guaribili. La capacità assistenziale-terapeutica sanitaria attualmente sta migliorando in
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modo esponenziale ed è presumibile che una percentuale
sempre maggiore di questi malati potrà sopravvivere a
lungo, richiedendo alle famiglie e alla Società tutta una capacità di accoglienza maggiore.Probabilmente comeAssociazione dovremo diventare anche noi nel tempo più capaci
di accogliere queste persone, offrendo sempre più occasioni di incontro,essendo come statuto e nei fatti una“Associazione di Promozione Sociale”. Questi che abbiamo
considerato, sono solo alcuni dei risultati dello studio, i cui
dati dovranno essere ulteriormente elaborati. Come è facile immaginare, lo scopo principale del lavoro è stato
quello di conoscere in maniera più approfondita i problemi
sanitari dei nostri amici ammalati per prepararci ad accoglierli nel miglior modo possibile, dando loro un’assistenza
adeguata. Un’ultima considerazione: noi siamo perfettamente consapevoli che dietro i numeri,i diagrammi,le percentuali. ci sono uomini,donne,bambini con le loro paure,
gli interrogativi ai quali spesso non è facile dare delle risposte, con le difficoltà piccole e grandi che ogni giorno,soprattutto quando tornano a casa, devono affrontare,
insieme a chi gli sta accanto. Il compito della nostra Associazione, di noi tutti volontari unitalsiani è di continuare ad
accompagnarli in questo“pellegrinaggio” che è il quotidiano,
prestando loro le nostre competenze,il nostro tempo;fare
da portavoce ai problemi che aspettano di esser risolti, facendo da tramite con le Istituzioni preposte alla loro assistenza. Compito di associazioni come la nostra potrà
essere,a nostro avviso,anche quella di offrire la capacità di
utilizzare al meglio le risorse che la assistenza sanitaria pubblica può loro offrire,consapevoli che solo con un accompagnamento volontaristico e di “vicinanza” la propria e
personale condizione di “sofferenza” potrà essere sopportata. Questo è già il futuro, infatti questo lavoro conoscitivo continuerà anche richiedendo alle Istituzioni una
maggiore disponibilità.Tutto questo comunque sempre nel
tentativo di intravedere nei loro volti quello di Gesù che è
venuto in mezzo a noi per stare accanto agli ultimi, ai poveri ed a tutti coloro che soffrono.
[email protected]
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Emp - Edizioni Messagero Padova
Prefazione
di Federico Lombardi
LEGGERE
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dalla
redazione
Quasi tre volte e mezzo la distanza
dallaTerra alla Luna,quasi tre anni trascorsi in giro per il mondo in centoquattro viaggi. Questo libro vuole
essere il racconto di papaWojtyła,pellegrino di pace sul pianeta Terra, narrato da chi con lui ha viaggiato una
cinquantina di volte.Viaggi molto diversi tra loro che hanno inciso nella
storia dell’uomo, nelle coscienze dei
fedeli e dei non fedeli, sul percorso di
pace e sul corso della storia. La cronaca si snoda a capitoli tra ricordi personali e aneddoti curiosi, ma sempre
attenta al significato profondo delle
tappe in cui Giovanni Paolo ha lasciato
il segno.La Polonia che si paralizza per
l’arrivo del suo papa,i bagni di folla del
Messico,dell’America Latina,dello stadio Maracanã di Rio de Janeiro in Brasile, l’entusiasmo della Cuba
comunista, che riscopriva il cristianesimo, la miseria senza fine dei marciapiedi di Nuova Delhi, la solitudine del
Monastero di Santa Caterina del
Monte Sinai, la drammaticità di Sarajevo e il pianto del pontefice che invoca: «Mai più la guerra».
di Luigi Bressan
Maria nella devozione e
nella pittura dell’ Islam
edito da Jaca Book
FILIPPO ANASTASI
Giornalista e scrittore, vicedirettore
del Giornale Radio Rai e responsabile
dell’informazione religiosa. Ideatore e
autore di Oggi 2000.È stato inviato del
«Messaggero», conduttore e caporedattore delTG1,vicedirettore delTG2,
direttore per la Radiofonia di Rai Giubileo. «Microfono d’argento» per i servizi televisivi sul Corno d’Africa in
guerra, premio «Saint-Vincent» per il
giornalismo radiofonico (2000),premio
«Padre Pio da Pietrelcina» (2000).È autore, tra l’altro, con Luciano Bianciardi
e Domenico Manzella,di Giorni nostri.
Letture e documenti su fatti e problemi di attualità (Bietti 1978), e di
Padre Pio,la sua voce,la sua storia (Rai
Eri-Padre Pio 2000), pubblicato in diverse edizioni e tradotto in più lingue.
Il libro è una ricerca - per certi aspetti approfondita e per altri assolutamente nuova - sulla devozione dei musulmani verso la
madre di Gesù, con uno sguardo sinottico che esamina il loro approccio e quello cristiano, nella tradizione: e nell’attualità, secondo la Bibbia e il Corano. Maria diventa così la donna dell’incontro. Il libro è destinato sia ai cultori d’arte sia ai fedeli cristiani
che musulmani.In difformità con l’idea diffusa che nell’Islam non esiste pittura a soggetto religioso,un artista musulmano sostiene
la presenza nell’arte islamica di moltissime raffigurazioni, ponendosi in una posizione moderna di grande apertura. Luigi Bressan, in due ampi capitoli, mostra l’evoluzione storica della pittura della figura di Miriam, arricchendo la ricerca con la riproduzione di oltre settanta immagini che vanno dal Bangladesh alla Turchia, con qualche esempio anche dall’Italia. Molte sono rese
pubbliche per la prima,altre sono difficilmente rintracciabili provenendo da collezioni private e da oltre 25 Musei del mondo intero. I centri di maggiore attività artistica, dei quali Luigi Bressan offre una documentazione sono l’India, la Persia e l’Impero ottomano.A quest’opera - unica per la ricchezza di testimonianze pittoriche e la vastità dello studio - che non mancherà di suscitare
sorprese, ma si spera anche accrescerà il dialogo interculturale e interreligioso da parte degli stessi musulmani - hanno collaborato un’esperta in islamologia, Livia Passalacqua, e il prof. Maurice Borrmans, professore emerito del Pisa ed editore di “Islamochristiana”.
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2-3
GIORNATA DEL
MALATO
di Massimiliano Fiore
4-5
INCONTRARE GESÙ
di Don Nicolò Anselmi
6-7
ANNO EUROPEO
di Roberta Angelilli
8-9
CHI È L’UOMO?
di Angela M. Cosentino
10-11
NUOVI “ANGELI”
di Salvatore Pagliuca
12-13
GIUBILEO DI NAPOLI
di S E Card.
Crescenzio Sepe
20-21
PARLA MONS.
GANSWEIN
di P. Vito Magno
27-29
Notizie dalle sedi
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17:24
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A Madrid
per la Giornata
Mondiale
della Gioventù
E
RIFLESSIONE
01_11_copertina+treni-definitiva:08_Fraternità.qxd
di mons.
Luigi Moretti
assistente
ecclesiastico
nazionale
rano i giovani degli anni ’80.Tanti di loro, in quegli anni, parteciparono alla
prima Giornata mondiale della gioventù. Si iniziò nel 1984, era il Giubileo
della Redenzione,qualche centinaio di migliaia di giovani giunse a Roma per
pregare, partecipare a tre catechesi e per ascoltare il Successore di Pietro.
Quelle giornate sono diventate una tradizione ed oggi ci stiamo preparando per celebrare la ventiseiesima, a Madrid, dal 16 al 20 agosto.
Quei giovani oggi sono cresciuti, sono sposi, papà e mamme, religiose, sacerdoti.
Per molti di loro quelle quattro giornate sono state una “pietra miliare”,
un punto fermo della loro esperienza di fede. E così, la stessa cosa possiamo affermarla per chi ha partecipato alle Giornate successive: hanno rappresentato un passaggio importante nella maturazione di fede di tanti giovani, passata da quella dei bambini e ragazzi a quella scelta e consapevole
dei giovani adulti.
Un giovane ha bisogno di vivere l’esperienza di una fede e di una chiesa viva, felicemente innamorata del Signore. Quando si è giovani, infatti, non è
facile vivere la propria fede da soli, si rischia di essere sopraffatti da una
massa che conduce altrove, che vive lontano da Dio. Essere in gruppo diventa importante, direi anzi indispensabile, ci si ritrova circondati da tante
persone che desiderano incontrare Dio.Questo dà forza,aiuta alla costruzione di una fede adulta, offre certezze e non dubbi. Ricordo molto bene
anche i “Pellegrinaggi di fiducia” della Comunità di Taizé. Un bel momento
di quegli incontri è la visita ai “luoghi di speranza”: i giovani visitano i centri di aiuto per i poveri, i centri per disabili, per ragazze madri…
È un modo di vedere come si può vivere, insieme alla catechesi e alla preghiera, la carità verso il prossimo. Non è turismo sociale, tutt’altro! Molte
vocazioni al volontariato nascono proprio osservando gli altri volontari. Se
vedo il viso sereno e sorridente di un altro giovane che si mette al servizio degli altri, è facile che nasca in me il desiderio di vivere la sua stessa
esperienza.
Papa Benedetto XVI si è rivolto in modo specifico ai giovani nel messaggio per la Giornata degli ammalati di quest’anno:“Cari giovani, imparate a
“vedere” e a “incontrare” Gesù nell’Eucaristia, dove è presente in modo
reale per noi, fino a farsi cibo per il cammino, ma sappiateLo riconoscere
e servire anche nei poveri,nei malati,nei fratelli sofferenti e in difficoltà,che
hanno bisogno del vostro aiuto. A tutti voi giovani, malati e sani, ripeto
l’invito a creare ponti di amore e solidarietà, perché nessuno si senta solo, ma vicino a Dio e parte della grande famiglia dei Suoi figli”. Questo invito del Successore di Pietro sarà raccolto da tanti nostri giovani unitalsiani che si recheranno a Madrid nell’agosto prossimo e guarderanno Gesù
nell’Eucarestia e,nello stesso tempo,accompagnando i loro coetanei diversamente abili. Sarà per tutti una vera esperienza di fede e di vita cristiana.
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Le date dei nostri pellegrinaggi
SEZIONE
PARTENZA
Lourdes
Campania
1
Napoli C.
Emilia Romagna
1
Rimini
Romana Laziale
Emilia Romagna
Triveneto
2
1
Triveneto
Campania
Campania
Loreto
Toscana
3-apr-11 9-apr-11
Roma Ost. e Frosinone
8-apr-11 14-apr-11
Parma Apt
14-apr-11 18-apr-11
13-apr-11 19-apr-11
3
Verona P.N.
25-apr-11 1-mag-11
1
Benevento
30-apr-11 6-mag-11
Verona Apt
3
1
ANDATA RITORNO
Napoli Apt
1
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Filippo Anastasi
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Hanno collaborato:
Mons. Luigi Moretti,
padre Vito Magno,
Antonio Diella, Valeria Bafera,
Federico Baiocco, Annamaria
Barbolini, Nunzio Barile, Mariangela
Camporeale, Angela M.Cosentino,
Giuseppe Damonte, Claudio Focolari,
Girolamo Giovannini, Stefania Mangia,
Andrea Marchese, Salvatore Pagliuca,
Giovanni Punzi, Beatrice Testadiferro.
Con approvazione ecclesiastica,
rivista bimestrale, reg. n. 21
trib. Roma in data 5 gennaio 1988
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(Afp Photo), Archivio Unitalsi.
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Questo periodico è associato all’Uspi
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35027 Noventa Padovana
Finito di stampare: maggio 2011
26-apr-11 30-apr-11
1-mag-11 5-mag-11
1-apr-11 3-apr-11
16-05-2011
17:24
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Bimestrale n. 1 Gennaio-Febbraio 2011
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