ristrutturazione della facciata dell`albergo metropole-suisse

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ristrutturazione della facciata dell`albergo metropole-suisse
MUSEO VIRTUALE ASTRATTISMO E ARCHITETTURA RAZIONALISTA COMO
RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA
DELL'ALBERGO METROPOLE-SUISSE
Piazza Cavour, 7, Como, 1926-1927
Giuseppe Terragni
OPERA
La ristrutturazione della facciata dell'Albergo Metropole-Suisse rappresenta la prima realizzazione di Terragni.
L'Albergo, la cui facciata principale è rivolta verso piazza Cavour e un fianco verso il lago, era stato già ampliato e sopraelevato nel 1906 su
progetto di un architetto di Zurigo, Huwyler Boller. Due anni dopo, nel gennaio del 1924 i proprietari avevano presentato un'ulteriore
richiesta di rinnovamento a firma di un architetto locale che non venne realizzato.
Il 5 e il 6 ottobre del 1926 la proprietaria, Rosa Danioth, firma e deposita in Comune una nuova richiesta di ristrutturazione, accompagnata
da una relazione di progetto e da alcuni disegni a matita di Terragni, che si sarebbe laureato circa un mese dopo. (Ciucci, 303).
La ristrutturazione prevedeva la revisione dei primi due piani di una facciata ottocentesca che Terragni risolve facendo riferimento al
novecento europeo e alla Scuola Viennese sia per la scelta dei materiali che dei colori (Fosso, Mantero, 78), pur lasciando inalterata l'idea di
progetto dell'architetto Boller.
Terragni decide, infatti, come il suo predecessore, di inquadrare il piano terra e il primo piano in un unico basamento, accordandolo con
linee e forme contemporanee all'architettura preesistente. Quanto alle aperture, ne lascia inalterato il disegno, sottolineando le finestre
con archi ribassati e gli ingressi principali con archi a tutto sesto (Marcianò, 21).
Il 20 dicembre Terragni presenta i disegni della pensilina esterna, che non si inarcava più con un andamento curvilineo come nei suoi
disegni precedenti, ma diviene quasi un astratto timpano in ferro, e nel marzo del 1927 i lavori vengono conclusi.
Tra il disegno di progetto e la sua realizzazione si notano alcune differenze nelle decorazioni che rendono la facciata meno riconducibile a un
repertorio classico, difformità dovute probabilmente alle correzioni apportate da Terragni per rendere la sua opera meno incongruente con
le dichiarazioni programmatiche del Gruppo 7, il cui primo articolo era uscito nel dicembre 1926.
La facciata suscita molte polemiche, soprattutto per la diversa modanatura dello zoccolo e il suo forte aggetto a forma di toro, tanto che
interviene la Commissione d'Ornato, chiedendo spiegazioni a Terragni e affermando: "Non s'è mai visto in architettura che «un mezzo toro»
servisse da basamento ad un ordine" (Zevi, 21).
Il mezzo-toro in marmo verde viene giudicato dalla commissione di dimensioni "spropositate" e usato impropriamente come base della
costruzione della facciata ottocentesca, come del resto erano usati impropriamente tutti gli elementi che andavano a comporre la facciata
secondo una sintassi eretica, ben diversa dal linguaggio classico utilizzato da Terragni nei disegni presentati in Comune (Marcianò, 21).
La composizione - dalle nicchie le cui rientranze non giustificano i profili scalettati dei sostegni protesi nel vuoto, alle lesene di grafia
inquietante, alla stesura delle lastre di marmo interrotte dalle finestre (adottate tre anni dopo nella realizzazione del Negozio Vitrum), alla
pensilina di ingresso in ferro, vetro e neon – definisce infatti la facciata in termini nuovi e precisa i temi sui quali Terragni lavora: il concetto
di trasparenza, quello della luce-colore (Marcianò, 21).
Terragni risponde alle critiche avanzate con una lettera e alcuni disegni allegati, definendo l'analisi condotta dalla Commissione arbitraria e
scorretta, poiché la facciata deve essere considerata nel suo insieme e non scomposta nelle sue singole parti (Zevi, 21): a sostegno del suo
operato porta alcuni esempi cinquecenteschi e classici (Giulio Romano, Peruzzi, Sangallo), in realtà pretesti assai lontani formalmente
dall'opera in questione e che forse devono essere ricondotti alle argomentazioni del Gruppo 7, per cui non è attraverso la forma, ma per
mezzo dello “spirito” che si può accordare il vecchio al nuovo (Ciucci, 305-306). E' interessante notare che se il riferimento al passato non avviene attraverso la riproposizione similare delle forme, ma attraverso
l'interpretazione dello spirito che aveva generato tali forme, ne deriva che uno stesso “concetto utilitario” può accumunare elementi
elementi architettonici antichi e l'uso del mezzo toro nell'albergo: come avveniva nell'antichità per colonne e architravi, così le cornici di
basamento a livello della strada servono a riparare dalle intemperie e a proteggere marmi e lesene da sfregi e urti.
Terragni rivendica pertanto anche una funzione pratica e non solo formale al forte spessore del mezzo-toro tanto contestato, riprendendo un
concetto caro al Gruppo 7: “nulla vi è in architettura che non abbia avuto un'origine di necessità e comodità (Ciucci, 305-306).
Scritto redatto sulla base di:
CIUCCI, Giorgio (a cura di), Giuseppe Terragni: opera completa, (con Triennale di Milano, Centro studi G. Terragni, Centro
internazionale di studi di architettura Andrea Palladio), Milano: Electa, 1996
FOSSO, Mario, MANTERO, Enrico, Giuseppe Terragni 1904-1943, Como: Cesare Nani, 1982
MARCIANÒ, Ada Francesca, Giuseppe Terragni opera completa 1925-1943, Roma: Officina, 1987
ZEVI, Bruno (a cura di), Giuseppe Terragni, Bologna: Zanichelli, 1980
GALLERY
Albergo Metropole-Suisse
Credits foto: http://spazioinwind.libero.it/super_girella/lezioni/22-05-2002/22-05-2002.htm
Albergo Metropole-Suisse
Credits foto: http://www.villaatlakecomo.com/villadetails/hotel-metropole-suisse-lake-como.html
GEOLOCALIZZAZIONE
http://maps.google.com/maps?q=Piazza+Camillo+Benso+Conte+di+Cavour%2C+7%2C+22100+Como+CO