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1-5_52_Layout 1 20/03/15 09:30 Pagina 1 NATURA Alla scoperta degli animali di montagna NOVITÀ I Nordic Walking Park della Valle d’Aosta The Shock Absorbing Technology APRILE MAGGIO 2015 Euro 4,90 Anno 11 - N. 52 - Bimestrale - Fusta Editore - MEPE Distribuzione Editoriale - Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano - Poste Italiane S.p.A sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (comp. in legge 27/02/04 n. 46) Art. 1 c. 1: LO/MI - I SSN 1974-5397 SPECIALE Le terre alte del Monviso CON I BAMBINI Sui sentieri della Costa Azzurra VENETO La pedemontana trevigiana IL PARADISO DELLE AZZORRE Sull’oceano tra le ortensie www.camminareweb.i t 1-5_52_Layout 1 20/03/15 09:30 Pagina 2 FIERA E RIVIERA DI RIMINI 28-31 MAGGIO 2015 10 A EDIZIONE ENERGY EVOLUTION organizzato da: organized by: con il patrocinio di: with the patronage of: www.riminiwellness.com 1-5_52_Layout 1 20/03/15 09:30 Pagina 2 Aprile Maggio 2015 DIRETTORE RESPONSABILE: Roberto Mantovani [email protected] CAPO REDATTORE: Alma Brunetto [email protected] IN REDAZIONE: Giorgio Damilano Maurizio Damilano Laura Colognesi CORRISPONDENTI: Gianfranco Bracci Vito Paticchia HANNO COLLABORATO: Gianni Allisio Santo Alfonzo Gianni Audisio Sergio Beccio Pino Dellasega Rocco Cardamone Alberto Cavaglion Gualtiero Falco Paolo Fissore Maura Marchiori Luca Mercalli Franco Michieli Annalisa Porporato Samanta Rondinone Stefania Siccardi Franco Voglino Luca Zaramella CONTRIBUTI FOTOGRAFICI: Gianni Allisio Sergio Beccio Enrico Bertone Gianfranco Bracci Luca Mercalli Franco Michieli Roberto Mantovani Vito Paticchia Annalisa Porporato Renzo Ribetto Livio Ruatta Franco Voglino DIREZIONE E REDAZIONE: Fusta Editore via Colombaro dei Rossi 2 B 12037 Saluzzo (CN); tel. 0175.211955; [email protected] [email protected] EDITORE Fusta Editore [email protected] [email protected] PUBBLICITÀ: MAP Italia srl - 12037 Saluzzo (Cn) Corso Beato Giovenale Ancina, 8 tel. 0175.248132 - fax 0175.248986 Luca Zaramella / Chiara Uscotti P.zza IV Novembre, 101 Maerne di Martellago (VE) Tel. 041.641302 - Fax 041.5030061 Valter Gaboardi Tel. 329.8619328 STAMPA: Reggiani spa - Brezzo di Bedero (VA) DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA: MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano (MI) Registrazione Tribunale di Saluzzo: n. 161 ISSN 1974-5397 Una copia: 4,90 euro; Abbonamento annuale (6 numeri): 25 euro Abbonamento annuale dall’estero: 105 euro Numeri arretrati: 7 euro In copertina: Costa Azzura, Cap d’Ail 1-5_52_Layout 1 20/03/15 09:30 Pagina 3 sommario 28 1 Editoriale 4 Camminare tra le nuvole di Roberto Mantovani È davvero ora di cambiare di Luca Mercalli 34 6 Esplorazioni Seguire e cercare? Il valore dell’esperienza Fitwalking allenamento Curiosità, consigli e insegnamenti 34 Speciale Veneto 40 Itinerari in Italia 48 Appuntamento 14 16 Ci troviamo a... Venice Walking Con i bastoncini 48 78 27 Alla scoperta dei paradisi floreali nelle Azzorre Speciale Monviso 70 Compagni (in)visibili Tutte le news dalla Scuola Italiana Nordic Walking 76 Appuntamento Da Melide al Monte Brè Walking Lugano Sfaccettature Cave canem Attenti al cane? EssereDonna Bournot da caregiver? Non è uno scioglilingua di Maura Marchiori 78 Appuntamento Il 23 e 24 maggio In Toscana con Camminare Non ci sono più gli animali di una volta? di Rocco Cardamone Fuori strada Trail: quante gara disputare in un anno? Tra le terre alte del Monviso di Stefano Fenoglio 74 Nordic Walking di Gualtiero Falco 24 Itinerari nel mondo 56 Alla scoperta dei Nordic Walking Parks di Pino Dellasega 22 I crinali della Liberazione di Gianfranco Bracci di Paolo ed Emilio Fissore 19 Alla scoperta della Pedemontana Trevigiana di Vito Paticchia di Maurizio Damilano 12 A passeggio con i bambini sulla Costa Azzurra di Franco Voglino e Annalisa Porporato di Franco Michieli 8 Itinerari per famiglie InSalute Vegetariani? Si, ma consapevoli e informati di Samanta Rondinone 80 InSalute Sedentarietà La grande nemica della salute di Santo Alfonzo www.camminareweb.it Aprile Maggio 2015 /camminare 3 camminare tra le nuvole di Luca Mercalli È davvero ora di cambiare Il noto conduttore della trasmissione televisiva “Scala Mercalli” continua ad essere a disposizione dei lettori di “Camminare”. In queste pagine risponde ad alcune domande della redazione sull’inquinamento globale, sul cambiamento del clima e sulla necessità di prendere esempio dai modelli virtuosi già messi in atto in alcune regioni del Nord Europa, ma anche nel nostro Paese S i va a camminare in montagna, a cercare cieli limpidi e, sospesa sull’agglomerato urbano, capita di vedere classica nube scura da inquinamento. Non è un bel vedere, soprattutto se si pensa che le grandi città oggi sono responsabili per il 75 per cento dell’inquinamento globale. Mi chiedono: ma alla fin fine, nell’epoca della deindustrializzazione, del telelavoro, della fuga verso le cinture urbane e la campagna, le città sono davvero così necessarie? Credo che il problema vada girato a economisti, urbanisti e antropologi. Secondo me, però, la risposta va posta su un piano diverso, perché tutto dipende da come sono congegnate le città, da come producono, da come smaltiscono fumi, scorie e rifiuti, dai cicli di lavorazione industriale. Può sembrare un paradosso, ma sotto molti aspetti energetici le città sono in teoria molto più efficienti degli insediamenti sparsi, che sono anche più soggetti alla schiavitù dell’automobile, degli spostamenti continui e dei rifornimenti capillari di merci. Ad ogni buon conto, non basta allontanarsi di qualche decina di chilometri dalla città per sfuggire all’inquinamento dell’aria e dell’ambiente. Oggi l’inquinamento è ovunque, il mondo produce ogni anno miliardi di tonnellate di CO2 che si disperdono ovunque sul pianeta, e nell’aria che ci circonda ne circolano ben 400 parti di CO2 per milione, il massimo della concentrazione degli ultimi 800.000 anni. Lo testimoniano le ricerche condotte sulle bollicine d’aria intrappolate a grandi profondità nei ghiacci Aprile Maggio 2015 / camminare 4 antartici, che hanno permesso di studiare le variazioni della presenza di anidride carbonica presente nell’aria. Siamo di fronte a un dato davvero preoccupante, che sta già producendo i suoi effetti nel mondo. Per quanto riguarda il clima e le sue manifestazioni, bisogna rendersi conto che il cambiamento non è solo alle porte: è in pieno svolgimento e ormai non è più possibile tornare indietro alla situazione in cui era calato il mondo preindustriale. Si può solo cercare di mitigare l’evoluzione del fenomeno. Un obiettivo importante è quello di contenere l’aumento medio delle temperature per questo secolo nei 2°C. Già in questo modo subiremo delle conseguenze, ma saremo tuttavia in grado di limitare i danni, che altrimenti causerebbero gravi problemi all’umanità intera. Ma mi preme rispondere anche a un’altra domanda, che mi è stata posta dalla redazione di “Camminare”. Mi è stato chiesto se, in Europa, ad esempio sulle nostre montagne di casa, esistono ancora dei luoghi davvero incontaminati. Credo che la risposta debba essere necessariamente articolata. Che l’inquinamento sia ormai globale, lo abbiamo spiegato poco sopra. Detto questo, bisogna però verificarne il grado di concentrazione, il che significa che esistono luoghi più o meno contaminati. Ma anche che il dato dell’inquinamento non è fisso e può variare nel tempo, e ciò che oggi è relativamente pulito domani potrebbe esserlo molto meno. Tutto dipende dal comportamento dei singoli e delle comunità. Come ho cercato di mostrare nel corso delle puntate televisive di Scala Mercalli, nella sola Europa, come del resto nella stessa Italia, si trovano esempi pessimi ma anche situazioni virtuose, che si possono ormai copiare ed esportare a casa propria con una certa facilità Però bisogna agire, non è più il momento di indugiare. esplorazioni di Franco Michieli Seguire o cercare? lI valore dell’esperienza Quando si cammina, il valore dell’esperienza è influenzato dalla sensibilità personale, ma anche da come ci si orienta in mezzo alla natura. Negli ultimi decenni, quasi senza accorgercene, abbiamo accettato che la segnaletica e le tecnologie della rete sostituissero le nostre facoltà, al punto che oggi riteniamo impossibile muoversi senza quei supporti. Ma cosa succederebbe se eliminassimo gradualmente le troppe informazioni da cui siamo bersagliati? E sistono due metodi fondamentali per muoversi lungo un percorso immerso nella natura, selvatica o in parte antropizzata: il primo sta nel seguire delle indicazioni appositamente create dall’uomo per tracciare una via (come la segnaletica o il segnale Gps); il secondo nell’interpretare il territorio nelle sue quattro dimensioni – cioè leggendo in modo personale le sue forme e i suoi eventi – per individuare autonomamente un percorso possibile. Come ovvio, si trovano anche tutte le situazioni intermedie: per esempio, può capitare di camminare su un sentiero di pastori, con varie biforcazioni e privo di segnavia o cartelli, dove la possibilità di seguire la traccia si alterna alla necessità di interpretare i bivi. Il fatto interessante è che i due metodi di movimento ci offrono esperienze radicalmente diverse. Emozioni, scoperte e insegnamenti che ci dà una via attraverso un bosco, o una successione di colline, o un gruppo montuoso, non variano solo grazie alla sensibilità personale, ma dipendono in gran parte da come ci orientiamo. Va detto che fino a un recente passato i segni a vernice sui sentieri e il Gps non c’erano: anche le cartine erano molto meno diffuse, o non esistevano affatto. Gli esseri umani, così come ogni animale, hanno sempre saputo leggere direttamente il territorio e il cielo Aprile Maggio 2015 / camminare 6 FIT WALK ING ALLENAMENTO di Maurizio Damilano Maurizio Damilano risponde alle domande che più di frequente i praticanti si pongono: può un neofita portare a termine una maratona?, come si può migliorare la propria velocità?, come si evitano problemi alle unghie e ai piedi? Ma anche: come scegliere in maniera scientifica la misura della scarpa e quali calze utilizzare per l’attività sportiva Aprile Maggio 2015 / camminare 8 Curiosità, consigli e insegnamenti D opo il grande successo del Fitwalking del Cuore dello scorso mese di gennaio sono stati tanti coloro che mi hanno contattato per sapere qualcosa in più sul Fitwalking e, in modo particolare, su come prepararsi per affrontare al meglio questi eventi. Alcuni a dire il vero mi hanno anche un po’ spaventato perché gli ho visti sin troppo proiettati su imprese di grande impegno (maratone su tutte), e a volte con un accento un po’ troppo forte su performance e agonismo. A tutti questi ho ricordato che lo spirito vero del Fitwalking è competere con se stessi, vivere la sfida personale in modo equilibrato e non esasperato, insomma andare com’è nella logica del camminare: passo dopo passo. Che bello, però. È bello vedere tante persone che si entusiasmano nell’aver capito che il camminare è una forma di sport autentica. Percepire che hanno capito il messaggio del Fitwalking, dove il cammino non è più semplicemente passeggiare ma stimolare il fisico ad un’attività più intensa, anche se in buon equilibrio con il proprio livello di preparazione. Ho quindi pensato di dividere in due questo spazio che normalmente dedico ad aspetti legati alla preparazione, con suggerimenti e tabelle che vanno dalle esigenze iniziali di chi parte a dedicarsi al Fitwalking, sino ai suggerimenti per preparare impegni ben più rilevanti come affrontare una maratona a passo di Fitwalking. La prima parte sarà quindi una selezione di tre domande (non tutte quelle che mi sono state fatte, altrimenti rischierei di confezionare un numero monotematico di “Camminare”) o curiosità a cui dare una risposta. Naturalmente ho scelto quelle che mi sono state rivolte più di frequente o che ritengo di maggior interesse per tutti. La seconda parte invece, come di consueto, sarà una serie di tabelle di suggerimenti di programma di allenamento per le ultime settimane prima di una manifestazione di 10-15 km. Tre domande frequenti Ho iniziato da poco ma mi piacerebbe pensare di prendere parte a una maratona: posso facela? Quanti mesi sono necessari per poterla affrontare bene? Quanto tempo è necessario dedicare alla preparazione? Questa è una delle domande che mi sono state poste con maggior frequenza in questo periodo e direi in questi anni in generale. Diciamo che se da un lato è comprensibile questa voglia di pensare in grande, dall’altro è necessario metterci un po’ di pragmatismo. Ogni cosa richiede i tempi giusti. Intanto è indubbio che chiunque, se ci mette la buona volontà e la giusta determinazione, ce la può fare. I tempi necessari per preparare bene una maratona dipendono da diversi fattori. Intanto, se si è un neofita alle prime armi, i tempi sono indubbiamente un po’ più lunghi; viceversa, se si arriva da esperienze sportive in altre discipline oppure dall’attività di cammino già svolta con una certa frequenza anche se non per distanze lunghissime, con 3-5 mesi di un programma metodico e ben studiato l’obiettivo è certamente raggiungibile. Il consiglio che posso dare è comunque quello di essere sempre progressivi nell’avvicinarsi alla maratona. Se non si è mai affrontato un evento di lunga distanza – di corsa o di cammino che sia – l’ideale è porsi dei traguardi intermedi. Si può partire ad esempio dal preparare un evento di 15-18 km, quindi una mezza maratona, una 25 o 30 km se la si trova, e poi arrivare alla maratona. Una progressione del genere si- Pag Appuntamento VeniceWalking L a Venicemarathon diventa sempre più VeniceWalking. L’apertura del Venicemarathon Club nei confronti dell’universo dei fitwalkers e di tutti coloro che abbracciano la camminata come forma di benessere e di svago si fa sempre forte e decisa. Saranno ben tre le occasioni che il Venicemarathon Club propone quest’anno durante il lungo ed importante cammino di celebrazioni per le trenta edizioni della Maratona di Venezia. Si inizia il 26 aprile con il Venice Running Day, il festival del running e della camminata al Parco San Giuliano di Mestre. Occhi puntati, in questo caso, su La Panoramica, la non competitiva aperta a tutti che si svilupperà lungo tre diversi percorsi: uno di 5 km, uno di 11 e quello più lungo di 18 km. Come evoca il nome stesso, panoramici e molto suggestivi saranno i percorsi, soprattutto quelli più lunghi che si snoderanno lungo il Parco San Giuliano, il Bosco dell’Osellino, il caratteristico Forte Marghera e la suggestiva gronda lagunare, con vista mozzafiato su Venezia. La partecipazione di gruppo verrà premiata con biglietti aerei per Parigi e New York. Le iscrizioni sono già aperte e maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.venicemarathon.it. In occasione di questo primo appuntamento primaverile, inoltre, a partire da martedì 10 marzo con cadenza settimanale, il Venicemarathon Club e la nuova associazione sportiva Per Aprile Maggio 2015 / camminare 12 Tre sono le occasioni di cammino che il Venicemarathon Club propone durante il periodo di celebrazioni per le trenta edizioni della Maratona di Venezia Sport organizzano i “Corri X”, una serie di allenamenti serali collettivi, gratuiti e aperti a tutti, finalizzati ad avvicinare persone nuove al mondo del running e del fitwalking e a fornire un’adeguata preparazione in vista dell’imminente appuntamento di fine aprile. Un tecnico di fitwalking dispenserà consigli utili su come approcciare questa disciplina durante i sette allenamenti e accompagnerà esperti e neofiti fitwalkers durante tutte le manifestazioni organizzate dal Venicemarathon Club. Gli itinerari saranno sempre nuovi e diversi da 5 km e 10 km. Maggiori informazioni su www.venicemarathon.it Il secondo appuntamento da non perdere è sicuramente la prima edizione della MHM10KM, la nuova dieci chilometri non competitiva abbinata alla Moonlight Half Marathon che si correrà da Cavallino Treporti a Jesolo sabato 23 maggio con partenza ore 19.30 per la mezza maratona, e 19.15 per la 10 chilometri. Un’occasione unica per vivere la magia di camminare al tramonto in uno scenario unico, tra mare e laguna, di vivere e assaporare il relax del mare e delle spiagge bianche del litorale o divertirsi fino a tarda notte nella movida di Jesolo. Il percorso della 10 km partirà da Piazza S. Maria Elisabetta, nel cuore di Cavallino Treporti e giungerà in Piazza Mazzini a Jesolo, lungo un tracciato che si sviluppa tra laguna e canali. Le iscrizioni sono già aperte e tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.venicemarathon.it. Ultimo e imperdibile appuntamento sarà la VM10KM, la dieci chilometri non competitiva abbinata alla 30a Venicemarathon del prossimo 25 ottobre. Un’occasione unica per vivere la magia degli ultimi 10 km della Venicemarathon, quelli che dal Parco San Giuliano di Mestre giungono in Riva Sette Martiri tra due ali di folla, dopo aver attraversato il Canal Grande sul ponte galleggiante di barche e aver sfilato in Piazza San Marco. Un ottimo motivo per camminare e godersi le bellezze di Venezia. Anche in questo caso, le iscrizioni sono già aperte e informazioni disponibili sul sito www.venicemarathon.it. Pag novonordisk roma_Layout 1 11/03/15 09:44 Pagina 1 Roma Scopriamo la città eterna attraverso i suoi parchi Roma è una città che non ha bisogno di descrizioni, il suo patrimonio artistico è conosciuto in tutto il mondo ed il suo fascino è senza tempo. Oltre agli itinerari più noti mirati alla scoperta delle bellezze artistiche ed architettoniche della città è possibile conoscerla percorrendo a piedi i tanti parchi, delle vere e proprie oasi verdi in cui staccare dal traffico e dal caos cittadino e ritemprarsi facendo dell’attività motoria all’aria aperta. Le possibilità sono davvero molteplici, le passeggiate del Gianicolo e del Pincio sono le più conosciute, dalla Passeggiata del Gianicolo si gode uno dei panorami più suggestivi del centro storico di Roma, è costituita da grandi viali alberati ottimi per camminare e fare jogging che si riuniscono nel piazzale Garibaldi per proseguire in un’unica strada che scende a tornanti verso la Chiesa di Sant’Onofrio; la Passeggiata del Pincio è tra i luoghi prediletti da turisti e romani, situata tra Piazza del Popolo e Villa Medici è collegata direttamente a Villa Borghese attraverso via delle Magnolie, portata a compimento tra il 1811 e il 1823 la passeggiata è stata fino alla metà del ‘900 il vero e proprio parco cittadino. Per una gita “fuori porta” pur restando in città o per godere di spazi più ampi è possibile scegliere tra diversi parchi ed aree verdi: il Parco del Pineto Sacchetti, il Parco degli Scipioni, il Parco del Colle Oppio, il Parco della Mole Adriana, il Parco S. Gregorio al Celio ricavato dall’antico orto del monastero di S. Gregorio si estende sul versante occidentale del Celio, Parco Savello, il Parco di Monte Mario. Di grande interesse sono infine i parchi collegati alle grandi ville borghesi ed aristocratiche: i Giardini del Quirinale ed i Giardini di S. Andrea al Quirinale area verde nel cuore della città, i giardini di Villa Balestra adagiati sulla sommità dei Monti Parioli, i giardini di Villa Fiorelli, il parco di Villa Glori situato sulla collina che domina l’ansa del Tevere immerso tra i quartieri Parioli e Flaminio, i giardini di Villa Grazioli, il parco di Villa Ada Savoia, il già citato parco di Villa Borghese tra i più estesi, delimitato da ben nove ingressi, il parco di Villa Torlonia ed il parco di Villa Doria Pamphilj di cui proponiamo l’itinerario. Villa Pamphili è il più grande dei parchi romani e una delle ville meglio conservate. La villa iniziò a configurasi come fastosa residenza di campagna durante il pontificato di Innocenzo X a metà del ‘600, in quegli anni Camillo Pamphilj fede edificare il Casino del Bel Respiro con gli annessi giardini, ristrutturò l’edificio di Villa Vecchia e commissionò la realizzazione di alcune delle fontane principali del parco. Nel Settecento la Villa venne ampliata attraverso l’annessione di terreni limitrofi e venne realizzato il Giardino dei Cedrati, a fine ‘800 ci fu l’ultimo grande ampliamento della Villa con l’acquisizione della Villa Corsini a Porta San Pancrazio. L’intera Villa è di proprietà del Comune di Roma l’accesso al parco che dispone di percorsi ciclopedonali e percorsi ginnici attrezzati è quindi libero e gratuito. Questo grande parco è tra le mete preferite degli amanti del jogging, del fitwalking e del nordic walking che possono godere di un ambiente ricco di natura e storia. Costeggiando la Villa e seguendo i sentieri presenti nel parco si riesce a coprire una distanza di 7 Km circa su un terreno che non presenta difficoltà accessibile a tutti, costeggiando il perimetro del parco si raggiunge invece una distanza di 12 Km. L’applicazione Città per Camminare e della Salute è realizzata con il contributo non condizionato di CON I BAS TON CINI di Paolo ed Emilio Fissore Le nuove realtà da scoprire ed esplorare, per gli appassionati della camminata nordica con i bastoncini, sono due: Champlong di Verrayes e Cogne, ubicati in angoli diversi della Valle d’Aosta. Li abbiamo visitati in compagnia di Flavio Dalle, master trainer e International Winter Nordic Walking Coach della Scuola Italiana di Nordic Walking Alla scoperta dei Nordic Walking Parks A d accompagnarci alla scoperta dei Nordic Walking Parks della Valle d’Aosta è Flavio Dalle, Master Trainer e International Winter Nordic Walking Coach della SINW. A Flavio si deve il progetto del primo NWP valdostano denominato Champlong, voluto dall’Amministrazione di Verrayes, comune di circa mille abitanti situato a quota 102. Verrayes è già nota tra gli appassionati per l’area sportiva di Rapy, punto di riferimento per coloro che praticano lo skiroll, grazie a un anello di km 2.1, tra i pochi presenti in Europa, lungo il quale è possibile allenarsi o semplicemente passeggiare anche con pattini, roller e biciclette. Il NWP sorge invece più in alto, oltre i 1600 metri, presso il terrazzo glaciale in località Champlong. La zona, dalle caratteristiche geomorfologiche e paesaggistiche peculiari, d’estate è un luogo ideale per il nordic walking, e in inverno per la pratica del winter nordic walking, dello sci nordico, o semplicemente per camminare con le racchette da neve. Una graziosa struttura, Blancheneige, è integrata nell’area pic-nic regionale e offre la possibilità di gustare i piatti della gastronomia locale. Laurent Vittaz, istruttore SINW e maestro di sci nordico, si occupa con la sua famiglia della gestione della struttura ricettiva e della battitura del suggestivo comprensorio sciistico. «Dal punto di vista paesaggistico» spiega Flavio Dalle, che è anche guida escursionistica naturalistica abilitata dalla regione Valle d’Aosta, International Mountain Leader Uimla e Accompagnateur moyenne montagne francese, dal Col de Bornes, il luogo più elevato dell’intero Park, il colpo d’occhio è notevole e permette di ammirare un ampio tratto della catena intervalliva montuosa della Valle d’Aosta. Il Park di Champlong Il Park offre quattro diversi itinerari con difficoltà variabili, per uno sviluppo complessivo di 24 chilometri. L’intero NWP è Aprile Maggio 2015 / camminare 16 segnalato con cartellonistica a norma SINW e offre una piacevole esperienza per gli appassionati della camminata nordica. Gli itinerari possono essere modificati con tre diverse varianti, tutte di facili caratteristiche. Gli itinerari in dettaglio Tor de la Brenva: lunghezza: 1.10 km; dislivello: 70 m; difficoltà: facile. Dall’area pic-nic si sale lungo la strada sino al termine dell’asfalto, per poi imboccare a sinistra una strada interpoderale che entra nel bosco. Dopo 5 minuti, si scorge la sagoma imponente del larice secolare (brenva, nel dialetto locale). Si prosegue nel bosco sino a giungere in un punto panoramico. Tor de Lozon: lunghezza: 2.8 km; dislivello: 177 m; difficoltà: facile. Dall’area pic-nic si giunge all’abitato di Clavon e si prosegue su una strada interpoderale panoramica. La vista spazia sui villaggi alti del comune di Verrayes e domina la Riserva naturale del Lago di Lozon. Si oltrepassa la località Monjoux, sino a raggiungere la strada regionale che porta al Col Saint-Pantheléon. Saint-Pantheléon: lunghezza: 5.8 km; dislivello: 244 m; difficoltà: media. La prima parte del percorso corrisponde a quello del Tor de la Benva. L’itinerario comprende alcuni brevi tratti con pendenze un po’ più accentuate sino a giungere, dopo circa 2 km, a una biforcazione: qui si continua a destra, in piano, sino a giungere al Col de Bornes, dove il bosco si apre in una radura, raggiunta da alcune strade interpoderali provenienti anche da Torgnon. Bella vista sul Cervino. Si prosegue di nuovo all’interno del bosco, prima in piano poi scendendo leggermente sino a raggiungere la méta: il Col Saint-Panthaléon. Gran Tor de Champlong: lunghezza: 8.6 km; dislivello: 255 m; difficoltà: impegnativo. Si tratta dell’unione dei due percorsi precedentemente descritti, il Tor Saint-Panthaléon e il Tor de Lozon. a cura di Pino Dellasega Tutte le news dalla Scuola Italiana Nordic Walking I segreti del passo D alternato, La tecnica di avanzamento del passo alternato nel nordic walking è distinta in due movimenti: la rotazione e la distensione in avanti (che genera il susseguirsi dei movimenti di spinta) rotazione delle spalle che portano un braccio in avanti facendogli afferrare l’impugnatura del bastoncino con la mano; la gamba opposta viene portata in avanti ed inizia la rullata del piede. Il movimento di spinta A sua volta, la spinta è suddivisa in quattro movimenti: appoggio-caricamento; spinta-distensione; controllo dei movimenti; mantenimento. •Spinta-distensione Piede: alla fine della rullata (punta del piede) inizia la fase di spinta e distensione; mano: inizia la pressione sul lacciolo del bastoncino con apertura graduale della mano e continua per tutta la spinta fino alla distensione del braccio. •Controllo dei movimenti Piede: rollio controllato del piede sul bordo esterno del metatarso per finire sul mignolo e alluce, passando dalla posizione supina a quella prona; mano: apertura graduale e controllata della mano durante tutta la fase di spinta. •Mantenimento Piede: mantenimento della tensione. La gamba che si trova dietro rimane tesa e a contatto con il terreno il più possibile; mano e braccio: mantenimento della tensione. Il braccio dietro teso fino alla fine della spinta e a contatto con il terreno il più a lungo possibile. la NordicWalkinRome, e i grandi Cammini dell’estate 2015 in Spagna e in Portogallo. E infine l’International Nordic Walking Festival all’Alpe Cimbra, in Trentino Posizione eretta del busto ch ius ur ad ell am an o Il passo alternato •Appoggio-caricamento Piede: il tallone appoggia sul terreno e inizia il caricamento del peso del corpo durante la fase di rullata del piede (tallone e metatarso); ginocchio: nel momento di appoggio del tallone sul terreno il ginocchio rimane leggermente piegato in modo da assorbire da subito l’impatto con il terreno; mano: il bastoncino viene puntato nel terreno e inizia il carico di spinta con l’apertura graduale della mano. Ap ert ur ae a questo numero scopriremo insieme i segreti del nordic walking in tutti i suoi passi fondamentali e le differenti varianti, così come essi vengono proposti dalla Scuola Italiana Nordic Walking, nella progressione tecnica delle 5 Fasi. Cominciamo a parlare, nel dettaglio, del passo alternato, il passo che caratterizza maggiormente il nordic walking. Lo si utilizza in pianura e in salita ma anche in discesa, quando la pendenza è minima. Se il movimento rimane sempre lo stesso, ciò che cambia, a seconda delle pendenze, è l’ampiezza del movimento e la rullata del piede. Infatti in salita, a seconda della pendenza, il passo alternato diventa più corto e la rullata del piede viene meno. Nel passo alternato la coordinazione braccia-gambe è al suo massimo dell’espressione. Rullata del piede Aprile Maggio 2015 / camminare 19 di Gualtiero Falco Trail: quante gare disputare in un anno? Essendo il trail una disciplina nuova, tecnici e medici sportivi non si sono ancora sbilanciati più di tanto nello stabilire un numero che abbia un senso. La risposta sta nella considerazione di alcuni parametri e... nel buon senso C i siamo. Dopo il lungo inverno, nel quale ci si è preparati più o meno bene al periodo agonistico, ecco le gare. Il calendario è sempre più fitto, non c’è domenica senza almeno un paio di appuntamenti in ogni singola regione d’Italia, e la voglia di lanciarsi è tanta, talvolta troppa. E sono in tanti coloro che tendono ad esagerare, inanellando una competizione dietro l’altra, arrivando alla fine dell’anno a contarne trenta, quaranta o addirittura di più. Ma qual è il numero consigliabile di gare da affrontare in una singola stagione agonistica? Essendo il trail una disciplina tutto sommato nuova, tecnici e medici sportivi non si sono ancora sbilanciati più di tanto nello stabilire un numero che abbia un senso anche se, come l’atletica leggera e la corsa di lunga lena in particolare ci insegnano, la risposta sta nella preventiva considerazione di alcuni parametri e, soprattutto, nell’utilizzo del buon senso. L’età ed il grado di preparazione Un atleta maturo, di 30 anni, ben allenato, integro a livello muscolare e articolare ha sicuramente capacità diverse rispetto a un cinquantenne, magari un po’ acciaccato, che si allena quando può e la domenica affronta un trail di 50 km. Considerazione banale e scontata, sicuramente… Ma sovente, nel momento in cui applichiamo con le spille il pettorale alla canotta da gara, scordiamo tutto ciò, pensiamo solamente a Aprile Maggio 2015 / camminare 22 dare il meglio di noi stessi in quello che stiamo per affrontare, e poi si vedrà. Non bisogna invece scordare la propria età, le proprie capacità fisiche, il proprio grado di preparazione e scegliere, di conseguenza, il tipo di gara ed il ritmo che fa per noi. Non solo. Anni fa Orlando Pizzolato, due volte vincitore della maratona di New York, asseriva che un atleta di buon livello può correre al massimo due maratone l’anno, non di più. Perché? Perché la prova lunga richiede grandi sacrifici nella preparazione che si protrae per mesi, e parecchio tempo per “essere recuperata”. È vero, oggi, rispetto agli anni ’80, i metodi d’allenamento sono cambiati, ma il nostro organismo richiede comunque rispetto ed è consigliabile, anche nel trail, non correre più di due o tre “ultra” l’anno, possibilmente in periodi lontani l’uno dall’altro. La distanza ed i dislivelli Sempre più spesso gli organizzatori propongono nella stessa manifestazione due o tre distanze diverse, più o meno impegnative anche dal punto di vista altimetrico: non facciamo gli eroi, piuttosto scegliamo la prova meno dura, tenendo conto che la gara, oltre ad affrontarla, bisognerà poi recuperarla. A vent’anni una prova di 20 km con 500 m di dislivello si recupera in pochi giorni, a 40, probabilmente, è necessaria una settimana. Per questo è consigliabile andare per Appuntamento Il 23 e 24 maggio In Toscana con Camminare Una grande manifestazione aperta I a tutti i lettori che vogliono ritrovarsi insieme per due intere giornate Aprile Maggio 2015 / camminare 24 n questi ultimi anni i percorsi hiking italiani si sono moltiplicati e, visto l’immenso patrimonio storicoartistico del “Bel Paese”, molti di essi conducono l’escursionista a visitare siti storici di ogni tipo. Fra i ricercatori di questi percorsi ci sono anch’io. Appassionato di archeologia e del camminare, non ho fatto fatica a sommare insieme le mie due passioni e a proporre il recupero e la valorizzazione di alcuni antichi sentieri che mi avevano impressionato per la loro bellezza e per il loro interesse storico archeologico non ancora valorizzato. Fra questi vi sono alcuni percorsi nel Comune di Calenzano (Fi) che si inerpicano sulle pendici dei Monti della Calvana, rarità geologica in Toscana in quanto di tipo carsico, e conducono a delle enormi muraglie di probabile lontana origine etrusco-romana. Un crocevia di antiche vicende Calenzano, grazie alla sua ubicazione strategica ai piedi dell’Appennino, fin da tempi remoti, è un crocevia di antiche strade. Testimonianze presenti sul territorio e risalenti alla preistoria, al periodo etrusco, a quello romano e medievale, arrivano fino a noi. Anche oggi l’importante arteria autostradale che unisce il nord con il sud dell’Italia passa da qui, e non per caso. La cittadina è inserita nella Val di Marina, contornata dai Monti della Calvana e dal Monte Morello, uniti fra di loro dall’antico Passo di Combiate, oggi Croci di Calenzano. Tali testimonianze storiche, che si esplicitano in antiche e imponenti muraglie a secco situate in zone selvagge, vasche lustrali, resti di probabili tombe etrusche, i resti di una villa romana e di un castello altomedievale, sono raggiungibili solo a piedi e in meno di un’ora di cammino. Le diverse emergenze architettoniche, Appuntamento Da Melide al Monte Brè Walking Lugano U n suggestivo tracciato di 8.2 km con partenza da Melide, pittoresco borgo che costeggia interamente il lago fino a Lugano, incantevole città cosmopolita a misura d’uomo. È la novità della 9a edizione di Walking Lugano, in programma domenica 26 aprile, promossa dall’Associazione Walking Lugano e divenuta nel corso degli anni una delle principali manifestazioni di nordic walking della Svizzera. I walkers partiranno direttamente da Melide, pittoresco centro impreziosito dalla chiesa parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta e dall'oratorio del Santo Crocefisso (1626), dove fu costruito nel 1890 il ponte-diga omonimo che collega Melide a Bissone e le due rive del Lago di Lugano. Oltre al nuovo percorso non mancheranno i classici tracciati: Relax (6.6 km), facile, pianeggiante e adatto a tutti, anche con carrozzine e passeggini, Panorama (10.6 km), percorso panoramico di lunghezza media, Fitness (15.6 km), tracciato di media difficoltà che si snoda tra fiumi e boschi, ed infine il Challenge (18.6 km), l’emozionante sfida per i camminatori più allenati con la salita fino al Monte Brè (925 m s.l.m.), con un panorama mozzafiato sul lago Ceresio, sulla città di Lugano, sul Monte Rosa (80 km di distanza) e verso l'Italia fino alle Alpi marittime (230 km di distanza). Il centro di Lugano (Piazza Riforma e Manzoni) sarà animato dal Walking Village, con espositori del settore che proporranno consulenze e intrattenimenti. Iscrizioni: www.walkinglugano.ch, inclusa una carta giornaliera Arcobaleno, 2° classe, valida per tutte le zone, che permette di raggiungere la partenza con i mezzi pubblici, oppure da Lugano tramite l’offerta “Lake and Walking”, che include il viaggio in battello da Lugano fino a Melide. DORMIRE NELLA STORIA ALL’HÔTEL WALTER AU LAC Nel 1888 Walter Forni, combattente garibaldino e compositore, iniziò l’esercizio dell’Hôtel Walter au Lac nella Casa Oliva in Riva Vela 11, sul lungolago di Lugano. Adiacente la zona pedonale di Lugano, l'Hotel Walter au Lac offre camere climatizzate con splendida vista sul lago Ceresio, con terrazza panoramica con vasca idromassaggio. Nelle vicinanze: funicolare per la stazione, Palazzo dei Congress, imbarcadero. Casinò, centro culturale LAC, teatri, musei, Parco Ciani [email protected] | www.walteraulac.ch Hotel Walter au Lac | Piazza Rezzonico 7 | CH-6900 Lugano | Tel. +41 91 922 74 25 Lugano da scoprire a piedi Su una baia della riva nord del lago omonimo, circondata da cime panoramiche di rara bellezza, Lugano, terzo polo finanziario ed importante centro di congressi, di banche e d’affari della Svizzera, è anche la città dei parchi e dei giardini fioriti, delle ville e degli edifici religiosi. Risalgono all’875 le prime testimonianze della città, già menzionata nel 724 nella donazione che re Liutprando fece a San Carpoforo di Como. Dal Monte Brè un sentiero pedestre scende fino al villaggio omonimo, che ha saputo conservare il suo fascino tipicamente ticinese, aggiungendovi opere d’arte raffinate. Un’escursione che parte dal San Salvatore scende invece al delizioso villaggio di Carona e prosegue raggiungendo Morcote con rientro in battello fino a Lugano. Sul lungolago si cammina costeggiando il giardino del Belvedere, deliziosamente ornato di camelie e magnolie, di piante subtropicali e di opere d’arte moderne. A piedi si raggiunge anche il Museo Cantonale d'Arte con opere di Klee, Jawlensky, Renoir e Degas, con poche ma significative incursioni nei secoli precedenti, che documentano alcuni dei più significativi artisti ticinesi attivi sul territorio o in area italiana, quali Giovanni Battista Discepoli, Pier Francesco Mola, Giuseppe Antonio Petrini. ENTE TURISTICO DEL LUGANESE Via Nizzola 2 - 6901 Lugano SWITZERLAND Phone: +41 (0) 58 866 66 22 www.luganoturismo.ch Aprile Maggio 2015 / camminare 27 A passeggio con i bambini sulla Costa Azzurra Una bella meta per la fine dell’inverno e i primi tepori di primavera, in un paesaggio incantato lungo ciò che rimane del vecchio percorso dei doganieri. Tra Roquebrune-Cap-Martin, Cap d’Ail e Saint-JeanCap-Ferrat, vi proponiamo alcune belle camminate che si snodano sul lungomare, a filo d’acqua, su comode piste scavate tra gli scogli, pontili riadattati, in un miscuglio di natura selvatica e paesaggio costruito dall’uomo n Testo e foto di Franco Voglino e Annalisa Porporato Aprile Maggio 2015 / camminare 29 Itinerari per famiglie | A passeggio con i bambini sulla Costa Azzurra Il vantaggio di camminare lungo le rive del mare è che i dislivelli sono quasi inesistenti e non ci sono problemi di orientamento Aprile Maggio 2015 / camminare 30 P arlare di escursionismo marino può sembrare bizzarro, ma camminare sulle coste del Mediterraneo è più semplice e affascinante di quanto possa sembrare. Soprattutto in Francia, questa è una realtà alla portata di qualsiasi piede, perché le coste d’Oltralpe possiedono una caratteristica quasi unica: nei tempi passati la legislazione prevedeva l’esistenza di un vero e propri percorso “di guardia” lungo tutte le coste nazionali, noto come “percorso dei doganieri”. Un unico, lunghissimo sentiero percorso, appunto, dai doganieri nel loro servizio di controllo. Oggi questo tracciato si è quasi ovunque salvato, trasformandosi in tranquille passeggiate adatte a tutti, lungo sentieri lungomare, piste scavate sugli scogli, pontili abbarbicati sulle massicciate, in un miscuglio di natura selvaggia fatta di passaggi arditi, con le onde che scrosciano contro gli scogli sottostanti, e tratti attrezzati e rifatti per il running, con piastrelle lisce e senza ostacoli. In entrambi i casi, sempre con il panorama della costa e del mare azzurro che si spalanca davanti agli occhi. Un modo per vivere il mare anche nelle stagioni non prettamente balneabili. Si può vivere quest’“avventura” anche a pochi passi dall’Italia, lungo le rive della Costa Azzurra che, tranne in qualche caso, hanno saputo mantenere quasi miracolosamente un equilibrio tra edificazione e natura. Calziamo scarpe comode, dunque, e andiamo al mare, magari in compagnia dei nostri bambini. INSERTO PROMOZIONALE www.veneto.eu A passo lento Alla scoperta della Pedemontana Trevigiana Treviso, città d’acqua vi saprà accogliere con un calore un fascino tutto particolare, grazie agli scorci che richiamano Venezia e alle numerose case affrescate. Arte, cultura, storia, ma anche natura. Il fiume Sile vi guiderà lungo i sentieri immersi nel suo Parco naturale, per giungere fin quasi alla città lagunare. Ma perché fermarsi solo a Treviso quando la provincia offre una vastità di panorami, paesaggi e scorci meravigliosi? Addentratevi nel cuore della Pedemontana Trevigiana e toccando la punta più settentrionale della provincia, vi sembrerà di sfiorare con un dito le Dolomiti che si aprono all’orizzonte dall’alto dell’Alta Via TV 1, un percorso panoramico lungo circa 110 km che si sviluppa dal Monte Grappa – famoso soprattutto per le testimonianze della Prima Guerra Mondiale – al Cansiglio, una delle più belle foreste europee di abeti e faggi e habitat naturale dei cervi che in autunno fanno riecheggiare il loro bramito. E tenete a mente nella zona molte sono le testimonianze della Prima guerra mondiale, che qui ha visto combattere le ultime battaglie decisive, specie sul colle del Montello. Da sempre famoso per la ricchezza della sua flora, questo rilievo a forma di fagiolo è una splendida palestra per tutti gli amanti dello sport e della natura. E per finire la Strada del Prosecco e vini dei Colli Conegliano e Valdobbiadene. Se siete amanti dello sport, dalla bicicletta alla moto, dal trekking al nordic walking, dal golf al volo libero, questa è la vostra meta. Da Vittorio Veneto a Possagno, passando per Conegliano e Asolo, un suggestivo tour tra storia e belle colline. Tra miti e leggende, castelli e ville, paesaggi e degustazioni, arte e storia, sport e natura, la Pedemontana Trevigiana vi attende per regalarvi emozioni indimenticabili. I crinali della Liberazione Sull’Appennino tosco-emiliano sta per prendere il via un grande trekking aperto a tutti, che si concluderà il 21 aprile in piazza Maggiore a Bologna. Una grande manifestazione popolare, rigorosamente a piedi, per ricordare la guerra di Liberazione e i combattimenti alleati lungo la Linea Gotica. Un percorso articolato in sei tappe che, grazie ai mezzi pubblici può essere percorso anche solo parzialmente, ma sempre in buona compagnia n Testo e foto di Vito Paticchia Aprile Maggio 2015 / camminare 41 Itinerari in Italia | I crinali della Liberazione C ome anticipato nel numero scorso, in aprile, sull’Appennino tosco-emilano, si svolgerà un trekking aperto a tutti, che idealmente ripercorrerà il tracciato storico percorso dalla 6a Divisione sudafricana alleata tra l’autunno del 1944 e la primavera del 1945, per liberare il crinale tra il Setta e il Reno dalle forze di occupazione tedesca. Partendo da Vernio il 16 aprile, la manifestazione – promossa dall’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e organizzata dalla sezione Cai “M. Fantin” di Bologna con il patrocinio dell’Anpi, farà tappa a Castiglione dei Pepoli, Burzanella (Camugnano), Grizzana Morandi, Monte Sole e Sasso Marconi. Si concluderà il 21 aprile a Bologna, in piazza Maggiore, nella ricorrenza del 70° anniversario della Liberazione della città. Partita in sordina, con il passare dei mesi la proposta si è trasformata in un progetto articolato e condiviso da numerosi enti e associazioni per ricordare direttamente sul territorio, fra i borghi di montagna, un evento, la guerra sul fronte della Linea Gotica, che ha trasformato radicalmente la vita di tante comunità appenniniche. Al termine dei sopralluoghi avviati per identificare il percorso – accolti ovunque dalla collaborazione delle amministrazioni locali, dalla disponibilità dei soci del Cai e delle Proloco, dal personale di musei, archivi, biblioteche, raccolte e centri di documentazione, dall’entusiasmo di appassionati e ricercatori di storia locale, dalla familiare accoglienza di semplici cittadini, anziani testimoni incontrati nei borghi, lungo i sentieri, nei boschi e nei campi – si è arrivati alla definizione di un programma di iniziative e del tracciato che ora viene presentato ai lettori di “Camminare”. La scelta di Vernio come tappa iniziale del trekking era nata da valutazioni tanto di carattere logistico, per la presenza di una stazione ferroviaria lungo la Direttissima Bologna-Firenze, quanto di carattere storico: a Vernio, il 22 settembre 1944, la 6a Divisione sudafricana, proveniente da Prato-Cantagallo, si congiunse con i reparti della 34a Divisione americana. Ai sudafricani venne assegnato il settore di crinale tra i fondovalle Setta e Reno fino alle porte di Bologna. Quello che doveva essere un semplice punto di partenza, è poi divenuto un centro di proposte e contatti che hanno arricchito il programma di nuove iniziative: il 15 aprile, in anteprima, nella prestigiosa sede municipale di Palazzo Bardi messa a disposizione dall’amministrazione comunale, è prevista una conferenza-stampa con proiezione di filmati e presentazioni di ricerche storiche che termineranno con un brindisi augurale. La Proloco ospiterà i convenuti nei suoi locali di Montepiano. Il percorso, nel suo sviluppo da sud a nord, incrocerà la Via dei Santuari, l’Alta Via dei Parchi e diversi capisaldi e punti di arresto della Linea Gotica. I dettagli della manifestazione Il trek può essere percorso in tutto il suo sviluppo, oppure partecipando a una o più tappe. Accesso: in treno e/o mezzi pubblici. Vernio, 16 aprile il paese si raggiunge in treno da Bologna (p. ore 8.10), Firenze (p. ore 7.10) o Prato (p. ore 7.40). Castiglione dei Pepoli, 17 aprile treno Bologna-S. Benedetto Val di Sambro (p. ore 6.40; a. ore 7.21) da Prato (p. ore 6.15; a. ore 6,41) - bus per Castiglione dei Pepoli (p. ore 7.25; a. ore 7.55). Burzanella, 18 aprile linea 829 da Vergato Terminal bus (p. ore 6.35). Grizzana Morandi, 19 aprile treno Bologna-Grizzana (p. ore 7.40; a. ore 8.15); da Prato (p. ore 7.40; a. ore 8.12); treno Bologna-Vergato (p. ore 7.04; a. ore 7.53): la domenica non c’è servizio bus Monte Sole, 20 aprile treno Bologna-Pian di Venola (p. ore 7.04; a. 7.40); Pian di Venola-Poggiolo: 5 km a piedi Sasso Marconi, 21 aprile treno Bologna-Sasso Marconi (p. ore 7.04: a. ore 7.28). Informazioni: segreteria Cai, tel. 051 234856 (www.caibo.it). Il paraporto Scaletta lungo il Canale del Reno a Casalecchio Aprile Maggio 2015 / camminare 42 Alla scoperta dei paradisi floreali nelle Azzorre Se cercate pace, silenzio, panorami senza fine, svettanti code di balene, fioriture eclatanti e montagne incantate, allora l’arcipelago dell’Atlantico è la vostra meta ideale. Se si scelgono le mezze stagioni, ci si muove senza preoccupazioni e si ha la possibilità di progettare trekking ed escursioni in grande tranquillità. E si può cenare senza problemi nelle taverne delle isole, gustando con modica spesa le prelibatezze locali n Testo e foto di Gianfranco Bracci Aprile Maggio 2015 /camminare 49 Itinerari nel mondo | Alla scoperta dei paradisi floreali nelle Azzorre M i aveva sempre incuriosito “l’anticiclone delle Azzorre” e quindi, come prima cosa, ho scelto di visitare il triangolo naturale offerto dalle tre isole “mediane” di Fajal, Pico e Sao George. Ci sono andato in settembre. Il tempo atmosferico è stato molto variabile, ma la pioggerellina che cadeva a tratti – e solo in alcuni giorni – era spesso fine, e in fin dei conti poco fastidiosa. In quei momenti le nebbioline velavano il paesaggio conferendogli una veste quasi misteriosa, che poi diventava altera non appena uscivano degli sprazzi di sole che ne illuminavano i paesaggi vulcanici, talvolta maestosi e impressionanti, come quelli che s’incontrano lungo le nere coste laviche o giù per i pendii arditi del Pico. Anche dal comodo aereo delle linee aeree Portoghesi della Tap, che stava per atterrare all’aeroporto di Horta, appariva ben visibile l’enorme cono vulcanico che, con i suoi 3.51 metri, s’impone come la più alta montagna Fiori ed una escursionista nell’isola di Fajal Aprile Maggio 2015 /camminare 50 Ci sono andato in settembre. Il tempo atmosferico è stato molto variabile, ma la pioggerellina che cadeva a tratti e solo in alcuni giorni non era fastidiosa. In quei momenti le nebbioline velavano il paesaggio conferendogli una veste quasi misteriosa, che poi diventava altera non appena uscivano degli sprazzi di sole che ne illuminavano i paesaggi vulcanici del Portogallo (e forse una delle più alte montagne del pianeta, se misurata dal fondo dell’oceano...). Girando in auto lungo le strade belle e curate delle tre isole, si aveva l’impressione di essere quasi soli, tanta era la scarsità del traffico. Del resto, anche i paesi ci sono sembrati piutto- sto piccoli anche se, pur ospitando pochi abitanti per l’intero arco dell’anno, si riempiono di turisti durante la stagione estiva. A piedi invece, grazie alla ben curata e recuperata rete di sentieri e mulattiere, che una volta fungevano da esclusivo collegamento fra i villaggi Tra le terre alte del Monviso Visibile da grandissima distanza, la piramide del Viso è una sentinella ardita e solitaria che veglia su buona parte della pianura piemontese. Nel corso dei secoli, anche grazie alla sua silhouette slanciata, illuminata dal sole di primo mattino e scura, quasi nera, alla luce del tramonto, si è trasformata in un simbolo dell’alta montagna. La sua ascesa ha costituito l’atto di fondazione dell’alpinismo organizzato in Italia, ma sotto le sue rocce, da tempo immemorabile, palpita una cultura di grande interesse che affonda le sue radici in tempi lontani Aprile Maggio 2015 /camminare 57 È una piramide pressoché perfetta, un castello di roccia e di ghiaccio che si erge solitario sopra la moltitudine di cime minori che fanno da baluardo alle pianure del Piemonte centro-occidentale Livio Ruatta Dalle campagne a frutteto e dai vigneti collinari del Saluzzese alle valli che ne abbracciano il massiccio, l’area del Monviso si configura come una realtà particolare. Estesa, varia, ricca di realtà diverse ma tutte inserite in una trama unificante per storia, cultura e tradizioni, costituisce un’entità a sé, all’interno del territorio regionale. La silhouette del Viso, alta sulla pianura piemontese è visibile da ben più lontano, come ben sanno gli scalatori che, giunti su qualche vetta lombarda, volgono lo sguardo verso sud ovest; ma il discorso vale anche semplicemente per chi sale in cima al duomo di Milano nelle giornate terse. La piramide dell’antico Vesulus, oltre che un valore simbolico, solidamente acquisito da tempo immemorabile, rappresenta anche l’emblema di un’Italia alpinistica che cominciò la sua avventura sportiva, pedagogica e patriottico risorgimentale proprio lassù. Discesa dalla sua cima il 12 agosto 1863, infatti, la mitica comitiva italiana guidata da Quintino Sella fonderà nell’autunno di quello stesso anno, in una riunione tenutasi al castello del Valentino a Torino, il Club Alpino Italiano. Cuneese e piemontese, in virtù di quell’ascensione, nel neonato Stato unitario il Monviso si trasformò subito nell’icona – meglio: dell’archetipo – della grande montagna. Un vero e proprio brand diremo oggi, capace di rappresentare il nuovo Paese nella sua rincorsa verso il futuro. Ma ancora non è tutto perché, a differenza di altre cime alpine, il Monviso, è considerato dai piemontesi una specie di montagna madre, capace di vegliare e dar vita alle pianure sottostanti, anche perché dai suoi nevai e dalle sue riserve glaciali scendono a valle le acque del Po. La prima (quella dei britannici William Mathews e Frederick Jacomb con le guide Michel e Jean Baptiste Croz nel 1861) e la terza salita della montagna si svolsero passando per la Valle Varaita, e non per la Valle del Po. Per due motivi: il primo era legato al- Siamo produttori di vini rossi, bianchi, rosè e grappe Via Maestra, 35/B • 12030 CASTELLAR (CN) Cell. 340.2869475 • tel. 0175.76037 • 0175.76079 [email protected] www.produttoripelaverga.it CAMMINARE_KiwiBersaglio_205x90 TR.indd 1 Consorzio di promozione e valorizzazione Ramassin del Monviso • Valle Bronda sede in Pagno (CN) • Via Roma, 3 tel. 3474699707 • [email protected] 03/03/15 11:32 Aprile Maggio 2015 /camminare 63 Il Monviso di Oncino Un percorso del cuore Testi e fotografie di Gianni Allisio e Sergio Beccio Conoscevo poco delle montagne quando, qualche decennio fa, incontrai a Torino una ragazza della montagna cuneese nativa di Oncino; il percorso che consiglio è un sentiero storico e, per chi scrive, uno speciale cammino della memoria e dell’anima; un lungo viaggio che compii con quella ragazza della montagna che mi ha accompagnato tutta la vita su tanti percorsi anche esistenziali. Non fu facile farmi accompagnare sui suoi sentieri segreti. La conobbi a Torino nel periodo della dolorosa emigrazione alpina e il cammino sui sentieri di Oncino mi furono svelati poco alla volta, con cautela e pudore, negli anni successivi, quando da cittadino imparai ad amare la montagna della sua giovinezza. Il percorso ad anello, in sintesi Oncino 1220 m – Meire Dacànt 1643 m rif. Alpetto 2243 m – rif. Q. Sella 2641 m Meire Tirolo 1622 m – Meire Dacànt 1643 m Oncino 1220 m Dislivello: 1430 m Difficoltà: E Tempo di percorrenza: 7.15 ore a/r (riducibile salendo alle Meire Dacant in auto) Accesso: Oncino, in alta Valle Po, è sovrastato dalla imponente mole del Monviso e disteso con le sue antiche borgate a popolare l’incantevole Valle del torrente Lenta. Per arrivare ai 1220 m del capoluogo, si percorre la strada che da Paesana porta a Crissolo: quando la valle si fa stretta, appare il ponte di Oncino. Si oltrepassa il Po svoltando a sinistra e si prosegue su strada asfaltata Il percorso (il primo tratto si può fare in auto) parte dal capoluogo di Oncino, dalla chiesa di Santo Stefano in direzione Bigorie, seguendo la strada comunale: s’incontrano la cappella di S. Bernardo, luogo di deposizione di dodici partigiani trucidati il 1° aprile 1944 durante un’azione di rastrellamento, e il ponticello sul rio Giuliàn, a monte del quale si scorgono le derivazioni d’acqua della centrale delle Calcinere. La prima frazione che s’incontra è Fantone inferiore, con la sua “posa dei morti”, quindi Fantone superiore e poi, dopo un breve rettilineo, la razione di Ruetto, da dove si dirama un bivio che a sinistra conduce verso la località Bigorie, attraversando il rio Daino e una bella faggeta e toccando la frazione di Sant’Ilario. Qui c’è l’agriturismo delle Mulattiere e sulla sinistra (V5) si va verso la valletta della Comba, dove agli addritti si sussegue una serie di belle borgate con tante case (meizoun) ormai quasi del tutto abbandonate. Per questa direzione s’incontrano le borgate Cò da Roi (Case Lunghe), Cò di Peirét, un bivio che ci porta verso sinistra per ritrovare la borgata di Cò di Drai, le case sparse di Bounart, poi cominciano le meire della pastorizia stagionale: la Sagnëtto, Giandò, Lou Meirot, e le Meire Dacànt, ultimo luogo raggiungibile con mezzi motorizzati e sede dell’attività di uno degli ultimi allevatori oncinesi (1 ora a piedi o 15 min. in auto dal capoluogo). Dalle Meire Dacànt (1643 m), situate sulle ultime propaggini della dorsale di Pian Paladino, parte il sentiero (V5C/GTA) che percorre a mezza costa il versante destro del rio dell’Alpetto, attraverso pascoli e distese di mirtilli. Sulla destra, oltre il torrente, incombe Rocca Bianca, una formazione calcarea che s’innalza verticale e bianchissima. Nelle sue vicinanze sono presenti diverse cavità car- il biologico del monviso Il valore dei nostri prodotti è nella semplicità delle nostre scelte: solo frutta biologica, preferibilmente di origine italiana utilizzo di dolcificanti di origine naturale assenza di qualsiasi additivo attenzione per le intolleranze utilizzo di soli ingredienti nobili per il massimo del beneficio Ai piedi del Monviso, nell’alta valle del Po, a 650 mt s.l.m., sorge il laboratorio di trasformazione dell’Azienda Montana Achillea. Grazie alla miglior tecnologia italiana, la miglior frutta bio viene trasformata delicatamente in succhi, puree e marmellate, senza l’aggiunta di coloranti, additivi, conservanti, antiossidanti o addensanti. 100% Bio! www.achillea.com Aprile Maggio 2015 /camminare 69 Compagni (in)visibili testo di Stefano Fenoglio foto di Battista Gai La curiosità di due giovani stambecchi, beniamini degli escursionisti alpini Non ci sono più gli animali di una volta? Se la domanda ha una risposta decisamente negativa per i territori antropizzati, lo stesso non si può dire delle zone montane e delle Alpi, dove invece si è verificato un netto incremento faunistico. L’abbandono delle alte quote da parte dei montanari ha favorito il ritorno di molte specie selvatiche. E oggi, con qualche accorgimento, è possibile arricchire escursioni e camminate con interessanti osservazioni naturalistiche Aprile Maggio 2015 / camminare 70 sfaccettature di Rocco Cardamone Cave canem Attenti al cane? Il primo fossile di cane rivenuto nei pressi di un insediamento umano ha circa 33.000 anni. Una teoria, tanto affascinante quanto complessa da verificare, vede nella possibilità di dormire più profondamente e a lungo la chiave di volta che ha permesso al cervello umano di svilupparsi così rapidamente da un punto di vista cognitivo. E tutto ciò grazie al cane, a cui è stata da sempre la vigilanza degli insediamenti umani Aprile Maggio 2015 / camminare 74 « Un cane che stava lì disteso, alzò il capo e le orecchie. Era Argo, il cane di Ulisse, che un tempo egli stesso allevò e mai poté godere nelle cacce, perché assai presto partì l’eroe per la sacra Ilio. Là, su di un mucchio di letame, Argo giaceva, coperto di zecche. E quando Ulisse gli fu vicino, ecco che agitò la coda e lasciò ricadere le orecchie; Ulisse volse altrove lo sguardo e s’asciugò una lacrima senza farsi vedere». Così Omero descrive, nel canto 17 dell’Odissea, lo struggente incontro tra Ulisse e il suo cane. Argo è l’unico ad aver riconosciuto Ulisse dopo vent’anni di lontananza da Itaca. Che il rapporto tra uomo e cane sia sempre stato un legame molto profondo ne siamo consapevoli un po’ tutti. La testimonianza letteraria appena descritta ne è un valido esempio: le sole lacrime che Omero concede all’indomito guerriero, scampato a mille pericoli, sono unicamente quelle versate per il suo cane. Il nostro amico a quattro zampe è da sempre stato al centro di attenzioni particolari, difficilmente riservate ad altre specie. Questa predilezione è attesta, tra gli altri, da molti detti popolari: il cane è il miglior amico dell’uomo; chi ama me ama il mio cane; fedele come un cane, ecc. Anche molti pensatori hanno dedicato al cane fiumi d’inchiostro, e tra questi, ricordiamo: «chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere cosa significhi essere amato» (Schopenhauer); «i cani non mentono su ciò che provano, perché non possono mentire sulle emozioni; nessuno ha mai visto un cane triste che fingesse di essere felice» (J. Masson); «in principio Dio creò l’uomo, poi vedendolo così debole, gli donò il cane» (A. Toussenel). Anche il padre della moderna psicoanalisi Sigmund Freud non si è sottratto dal rivolgere un po’ di attenzione al cane; celebre è il suo: «I cani amano gli amici e mordono i nemici, a differenza degli esseri umani, che sono incapaci di amore puro e confondono l’amore con l’odio nelle loro relazioni». Tuttavia difficilmente avremmo immaginato le conclusioni a cui è giunto un team di esperti internazionali, tra gli autori la dottoressa Weiwei Zhai, biologa dell’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino. Quando Zhai e i colleghi hanno esaminato le sequenze genetiche canine e le hanno confrontate con il genoma umano, hanno scoperto che sequenze che codificano funzioni come il trasporto di neurotrasmettitori quali la serotonina, la conversione del colesterolo e la predisposizione al cancro, erano presenti sia negli esseri umani che EssereDONNA di Maura Marchiori Medico specialista in cardiologia Componente dello staff medico FIDAL Trentino Bournot da caregiver? Non è uno scioglilingua « Alzi una mano chi non ha nessuno di cui prendersi cura» esordisce Phoebe a mo’ di saluto, ricevendo in risposta sguardi sconcertati da tutti noi, che la stavamo aspettando per la consueta uscita di fitwalking. Ma Phoebe, essendo per l’appunto l’unica e incomparabile Phoebe, continua: «Vi presento Elena, a cui il medico ha consigliato di fare attività fisica per almeno 30 minuti al giorno per combattere lo stress e il burnout da caregiver». A questo punto Phoebe la miope, che oggi sfoggia lenti a contatto azzurre, si accorge finalmente che qualcuno fra i convenuti non sta capendo proprio un bel niente di quello che va dicendo e si affretta a continuare: «Elena ha una famiglia di tre figli e un marito; è un’insegnante e si deve occupare anche della madre che ha difficoltà di salute. E tutto da sola, perché è figlia unica. La parola caregiver in inglese definisce chi si occupa di aiutare persone in difficoltà; normalmente i propri familiari, ma non solo. Per burnout si intende un esaurimento emotivo che colpisce le persone che per lavoro si occupano del benessere degli altri: infermieri, psicologi, medici, assistenti sociali, insegnanti, ma anche i familiari stessi di persone ammalate. I sintomi del burnout comprendono: ansietà, depressione, irritabilità, insonnia; comparsa di problemi di salute di vario tipo, talora con la sensazione di soccombere ad ogni virus influenzale; mancanza di energie e stanchezza costante». «Grazie per la presentazione, Phoebe» interviene Elena, «ma credo di non essere l’unica del gruppo ad essere una caregiver e a soffrire di ansia per questo motivo. Secondo le statistiche, Aprile Maggio 2015 / camminare 76 Il caregiver è un sostantivo britannico che indica chi si prende cura di qualche persona in difficoltà. E il bournot è l’esaurimento emotivo che coglie spesso chi, per professione, si occupa del benessere altrui. Si tratta di una sindrome più comune di quanto non si creda, contro la quale si può lottare anche scegliendo di camminare almeno il 3 per cento della popolazione si trova a dover dedicare tempo ed energie a un congiunto in difficoltà. Sono soprattutto le donne ad essere coinvolte nell’assistenza, in una percentuale variabile dal 66 al 74 per cento, a seconda dei Paesi. I soggetti in difficoltà sono in altissima percentuale malati di demenza; persone che richiedono energie fisiche, psicologiche ed economiche tanto più elevate quanto più peggiora la malattia. Non mi vergogno ad ammettere di essere allo stremo delle forze, e ringrazio Phoebe per avermi coinvolta nel vostro gruppo di camminatori». «Ci sono passato anch'io, per questa esperienza» ammette Joseph il bastian contrario, che per una volta smentisce la sua fama di persona cinica e sembra quasi umano. «Ci sono malati che necessitano di assistenza continuativa per ventiquattro ore al giorno, sette giorni la settimana. Ciò richiede davvero un enorme impegno fisico, emotivo ed economico che mette a dura prova le energie di chi fa assistenza, il caregiver per l’appunto. Negli ultimi anni sono nate associazioni e organizzazioni di aiuto ai caregivers che, fra le altre cose, si sono anche occupati di stilare degli elenchi di consigli utilissimi per non soccombere emotivamente. Per combattere la depressione è importante prendersi degli spazi quotidiani per se stessi, svagarsi e fare attività fisica tutti i giorni Ecco altri preziosi suggerimenti da mettere in pratica: • non accollarsi più responsabilità di quelle che si è realmente in grado di gestire; • occuparsi di un problema alla volta: risolvere un problema prima di passare a quello successivo; • utilizzare tecniche di rilassamento: yoga, stretching, ascolto di musica ecc.; • accettare ogni aiuto che viene offerto e, se si ritiene di averne bisogno, non esitare a chiederlo (a familiari, parenti, amici, istituzioni pubbliche); • condurre una vita sana, rispettando i tempi dei pasti e gli orari di riposo; • rivolgersi al proprio medico per un aiuto farmacologico, quando il grado di stress diventa ingestibile”. «Grazie, Joseph» conclude Phoebe, «e adesso aiutiamo Elena a rilassarsi e a ritrovare nuove energie con il fitwalking. E poi vi invito tutti a casa per il tè». Bioenergy: Dispositivo medico Certificato Curarsi con la magnetoterapia per combattere dolori, strappi e sovraffaticamento in modo naturale una vera fisioterapia direttamente a casa Vostra! certificata dal Ministero della Salute È scientificamente dimostrato che la vita delle cellule e la loro capacità di rigenerarsi sia legata alla carica di energia che queste sono in grado di immagazzinare e conservare. I campi elettromagnetici di Bioenergy agiscono a livello del metabolismo cellulare, funzionando come una sorta di “ricarica energetica” delle cellule che riacquistano così vitalità e capacità di rigenerazione. Gli effetti positivi sull’organismo di questa “ricarica” sono molteplici. I benefici della magnetoterapia vengono, infatti, largamente impiegati nella medicina riabilitativa e del dolore. Allevia subito il dolore con Bioenergy! Contattaci per ulteriori informazioni! Reg. Colombaro dei Rossi 2A • 12037 Saluzzo CN Tel. +39 0175 47044 • [email protected] www.salusonline.net InSALUTE di Samanta Rondinone Dietista Vegetariani? Sì, ma consapevoli e informati E ssere vegetariani è una scelta dettata da molteplici aspetti: etici, religiosi, salutisti, oltre che da specifiche motivazioni che guidano la persona verso questo tipo di orientamento alimentare. È interessante approfondire la conoscenza sulle diverse sfaccettature dell’alimentazione vegetariana. Ecco le varianti più significative: • Il latto-ovo vegetarianesimo Chi segue questo tipo di alimentazione evita la carne e i suoi derivati, il pesce, i molluschi e i crostacei, ma ammette il consumo di latte, formaggi, uova e vegetali incluse le alghe. • Il latto-vegetarianesimo In questo caso vengono esclusi, oltre alla carne, al pesce e ai loro derivati, anche le uova. Sono ammessi, invece, il latte e i formaggi. • Il veganismo Escude qualsiasi prodotto di origine animale, compresi uova e latte, e permette solo alimenti vegetali. Queste sono le principali varianti dell’alimentazione vegetariana, poiché non ci si soffermerà ad analizzarle una ad una nello specifico è importante fare una considerazione più generale. La regola principale, che vale per ogni Aprile Maggio 2015 / camminare 78 Recenti studi hanno acclarato che le proteine animali assunte in eccesso creano un dannoso aumento dell’acidità dell’organismo che, tra le altre cose, stimola anche i processi infiammatori che possono aiutare l’insorgenza di patologie anche gravi. La regola principale, che vale per ogni tipologia di regime alimentare, è soddisfare al meglio i fabbisogni giornalieri dei nutrienti tipologia di regime alimentare, è soddisfare al meglio i fabbisogni giornalieri dei nutrienti, al fine di evitare carenze che potrebbero generare, a lungo o a breve termine, problemi di salute anche gravi. Immaginate di possedere una bella auto da corsa, prestante e veloce. Questa avrà delle esigenze specifiche per ciò che riguarda la qualità di olio e benzina usata, il tipo di pneumatici da montare e così via. Se al momento del bisogno decidete di non aggiungere l’olio per il motore quando questo è carente, oppure se non fate benzina o mettete un carburante diverso da quello indicato, è ovvio che l’auto funzionerà male fino a quando si guasterà e non potrà più essere usata. Anche il corpo ha delle esigenze specifiche che non devono essere sottovalutate, ha bisogno delle giuste quantità di nutrienti e di alimenti per funzionare al meglio, affinché si evitino malattie che potrebbero verificarsi in caso di carenze. Quindi ricordiamo che per evitare di creare danni al corpo ciò che si toglie dall’alimentazione deve essere integrato, per esempio: se elimino la carne, gli affettati e il pesce, elimino un’importante fonte di proteine animali. Questa quota proteica animale InSALUTE di Santo Alfonzo Responsabile servizio prevenzione e salute sul lavoro ASL CN-1, Piemonte Sedentarietà La grande nemica della salute I l 6 aprile dello scorso anno si è celebrato il World Day of Physical Activity: importanza di uno stile di vita attivo per mantenersi in buona salute. “L’attività fisica: un gol spettacolare per la salute” era il motto dell’anno attraverso la giornata mondiale dell’attività fisica. L’evento era sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che dal 2002 invita gli stati membri a promuovere ogni anno questa ricorrenza coinvolgendo un notevole numero di partecipanti. In linea con le raccomandazioni Oms l’iniziativa si rivolgeva principalmente alla fascia di popolazione adulta per la promozione di un semplice invito a praticare ogni giorno 30 minuti di attività fisica. Secondo l’OMS la sedentarietà Questo campanello d’allarme, sull’aumento delle malattie croniche correlate a scorretti stili di vita, ha portato alla definizione di strategie anche a livello europeo. Per questo motivo nel 2013 l’OMS Europa ha riunito a Vienna la 1° conferenza dei Ministri della Salute per stilare una nuova Carta OMS sulla facilitazione dei sani comportamenti, nell’ambito della strategia Health 2020. I rappresentanti di 25 Paesi europei, sottoscrivendo questa carta della salute, si sono impegnati a promuovere una sana alimentazione; favorire l’allattamento al seno; incoraggiare la pratica dell’attività fisica in tutte le fasce di età (in particolare dei gruppi vulnerabili 0-6 anni, donne, anziani); organizzare gli ambienti di vita (scuola, lavoro, comunità) in modo che favoriscano la scelta di alimentarsi in modo sano e fare attività fisica quotidiana nonché investire le risorse necessarie nella ricerca, nella realizza- Aprile Maggio 2015 / camminare 80 La mancanza di attività fisica è il quarto principale fattore di rischio di mortalità globale, e in Europa provoca ogni anno 3.2 milioni di decessi. Eppure evitare i rischi è abbastanza facile: per rimanere in forma basterebbe percorrere ogni giorno almeno 3 km, cioè circa 5000 passi zione di programmi di prevenzione e promozione della salute. In particolare, sono importanti progetti per contrastare sovrappeso ed obesità dell’età infantile, abitudini alimentari scorrette e scarsi livelli di attività fisica e la sedentarietà. Gli effetti della sedentarietà si esplicitano in numerosi indicatori quali l’obesità, dislipidemia, diabete, osteoporosi e numerosi studi scientifici hanno dimostrato come l’inattività provochi l’incremento di trigliceridi nel plasma, il decremento del colesterolo HDL (colesterolo buono), la diminuzione della sensibilità all’insulina e la diminuzione della densità minerale delle ossa (specialmente nelle donne in menopausa). Alla luce di quanto emerge, se la sedentarietà rappresenta un reale fattore di rischio, l’obiettivo specifico di salute sarà adottare un modello di intervento per la promozione dell’attività fisica. Un valido sistema per stimolare la popolazione allo svolgimento di attività fisica è quello di formare gruppi omogenei di cammino e far diventare la camminata, o il fitwalking, una pratica mirata per ogni singola persona sedentaria. Un’attività fisica costante può dare enormi benefici per l'organismo ma ciò presuppone un cambiamento delle abitudini. Camminare è uno degli esercizi migliori per mantenersi in forma e camminare in gruppo rinforza le motivazioni ed aiuta a perseverare nella pratica. Fare attività fisica significa mettere in atto una serie di modificazioni a vari livelli del nostro organismo che possono essere immediati o che si realizzano in relazione alla regolarità dell’allenamento. I vantaggi si manifestano a carico dell’apparato cardiocircolatorio, respiratorio, muscolo-scheletrico ed endocrino. In pratica, restare in forma è semplice: basta percorrere ogni giorno una distanza ben precisa (almeno 3 km), cioè circa 5000 passi. L’approccio a un’attività gradita (lunghe passeggiate, fitwalking, andare in bicicletta, ballare, o fare giardinaggio) è il primo obiettivo da raggiungere perché se al lato salutistico si aggiunge il divertimento i risultati sono garantiti. Il movimento è una medicina per quasi tutte le malattie, non rimaniamo nell’immobilismo, cerchiamo di utilizzare meno l’automobile, lasciamo a casa la pigrizia perché camminare è la strada giusta per combattere la sedentarietà.