contratto di quartiere ii “barriera roma”

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contratto di quartiere ii “barriera roma”
CONTRATTO DI QUARTIERE II
“BARRIERA ROMA”
Progetto definivo del
PROGRAMMA DI SPERIMENTAZIONE:
qualità fruitiva per ridurre il disagio da limitazioni personali e sociali
(SICUREZZA URBANA)
Sommario
I.
Premessa di inquadramento (l’idea della città sicura, il diritto alla sicurezza, perché la
sicurezza nel programma di sperimentazione)
II.
Area della sperimentazione
III.
A quali problemi di sicurezza e inclusione sociale si vuole rispondere con il programma di
sperimentazione (descrizione sommaria della zona, tumultuosi cambiamenti in breve tempo,
principali problemi di sicurezza, la scelta)
IV.
Contenuti della sperimentazione:
IV.a.
Assicurare le pre-condizioni di sicurezza (principi sicurezza urbana applicata all’uso
del territorio)
IV.a.1. Applicazione principi sicurezza urbana negli spazi pubblici
IV.a.1.1. Piazzale Marconi (piazza della Stazione FS)
IV.a.1.2. Piazzale Libertà
IV.a.1.3. Via Colombo
IV.a.2.
Applicazione principi sicurezza urbana negli insediamenti dell’Edilizia
Residenziale Pubblica (ERP)
IV.a. 2.1. Barriera Roma
IV.a. 2.2. Barriera Farnese
IV.b.
Introdurre servizi innovativi: Programma di accompagnamento sociale e Agenzia di
sviluppo locale
IV.b.1. Programma di accompagnamento sociale
IV.b.2. Agenzia di sviluppo locale
V.
Contenuti della sperimentazione: progetti collegati per i quali non si chiede il finanziamento
V.a.
Trovare la collaborazione dei privati per risolvere alcune criticità. Un esempio: il
cantiere di Borgo Faxhall
V.b. Trovare il corretto coordinamento tra i servizi innovativi descritti (Accompagnamento
sociale e Agenzia di sviluppo locale) e i servizi/progetti già esistenti
V.c. Sperimentare una nuova forma di collaborazione specifica con / tra le forze di polizia
dello stato, la polizia municipale, gli operatori sociali
VI.
Sistema di valutazione
VII.
Ricadute normative
VII.a.
Analisi e valutazione della propensione al degrado della zona d’intervento
VII.b.
Indicazioni per la progettazione degli spazi pubblici in funzione della sicurezza
urbana, nell’ambito della redazione dei piani urbanistici attuativi di cui all’art. 31 della L.R.
Emilia-Romagna 24.3.00 n. 20 e successive modificazioni
VII.c.
Indicazioni per la progettazione degli organismi edilizi (edifici) isolati o aggregati
VIII.
Quadro economico
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I.
Premessa di inquadramento
L’idea della città sicura
La storia ci insegna che la città nasce come luogo nel quale potevano essere coltivati i rapporti
economici e sociali in condizioni di sicurezza. La paura rimaneva relegata fuori dalle mura, dove
violenza, agguati, briganti la facevano da padroni.
Allo stesso tempo si può affermare che le città sono (ben presto diventate) aggregati insicuri per
definizione, in quanto caratterizzati da rapporti sociali di natura artificiosa e in continua
modificazione. L’insicurezza è un dato costante e perenne delle città essendo parte intrinseca della
sua evoluzione e prodotto della vitalità di chi vi abita e cerca di modificarla mutando la propria
posizione.
I conflitti che vi si generano sono dovuti alla presenza simultanea di individui delle più diverse
condizioni sociali e tanto più le disuguaglianze vi si manifestano vistosamente, maggiore è il senso di
insicurezza.
In Europa dalla fine degli anni ‘70 la città ha iniziato ad avere paura. In Italia ciò è avvenuto all’inizio
degli anni ’90 e non si può non cogliere il collegamento con l’irrompere sulla scena dell’altro,
dell’imprevedibile, dello sconosciuto, dello straniero. I flussi migratori dai paesi extra UE sono balzati
alla ribalta in maniera prepotente negli ultimi anni e in misura tale da costituire oltre ad un problema
reale di accoglienza e quindi di domanda di servizi minimi materiali quali la casa, i servizi sanitari e di
istruzione di base, anche un impatto notevole con culture, usi e modi di vivere e di utilizzare gli spazi
pubblici molto distanti da quelli tradizionalmente conosciuti.
Il diritto alla sicurezza
Nel contesto brevemente descritto si sviluppa una nuova rivendicazione, indirizzata prioritariamente
all’autorità locale, cioè al sindaco eletto direttamente dai cittadini: il diritto alla sicurezza.
La percezione di insicurezza dei cittadini è il risultato di una costruzione personale e sociale e può
prescindere dalla situazione oggettiva che si ricava dai dati rilevabili (ad esempio il numero e la
tipologia di episodi microcriminali). In sostanza, il rischio probabile di essere vittima di episodi
malavitosi non è in diretta relazione con la paura. Infatti le ricerche sulla sicurezza urbana ci dicono
che ha meno timori chi esce rispetto a chi si chiude in casa, anche se sono certamente i primi ad
esporsi di più al rischio.
Comunque sia, insicurezza e paura vanno prese in seria considerazione. Sono bisogni che non
vanno ignorati perché, a fronte di una società in rapido cambiamento, dove sono venuti meno i codici
di relazione tradizionali che contribuivano a costruire la comunità, il cittadino non deve sentirsi
abbandonato dalle istituzioni alle quali si rivolge e che evidentemente sente come proprie.
La sicurezza della città si colloca in uno spazio dai confini non delineati. Uno spazio ampio e sempre
più vuoto di relazione, di regolazione e di controllo sociale spontaneo. Uno spazio che si anima di
situazioni rischiose, o semplicemente sconosciute, comunque percepite come pericolose anche
quando oggettivamente non lo sono. Uno spazio che va riempito con azioni intelligenti di
prevenzione, di mediazione dei conflitti, di riduzione del danno, per offrire alle persone buone
condizioni di vita.
Politiche per la sicurezza sono quindi le azioni volte al conseguimento di un’ordinata e civile
convivenza nella realtà urbana.
Queste si sviluppano in numerose direzioni e spaziano dall’area della prevenzione sociale a quella
del contrasto delle illegalità / inciviltà, nella logica di un sistema integrato di sicurezza urbana.
La prevenzione sociale del Comune riguarda:
le popolazioni marginali (rifugio per i senza fissa dimora, aiuto ai disagiati sociali)
gli stranieri (prima e seconda accoglienza, aiuto nell’integrazione, formazione di adulti e
minori intesa come mediazione interculturale nelle scuole e nelle strade)
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i luoghi pubblici (potenziamento dell’illuminazione, riqualificazione degli spazi, manutenzione
e cura del territorio, pulizia)
il fenomeno della prostituzione (progetto “Oltre la strada” finalizzato ad aiutare le donne
sfruttate che vogliono uscire dal giro e a prevenire l’HIV)
i giovani (animazione di strada, centri giovanili, contrasto dell’alcolismo, contrasto del
bullismo a scuola)
la tossicodipendenza (informazione finalizzata al contrasto della diffusione dell’HIV e
all’avvio ai centri di disintossicazione)
l’Urbanistica, ossia progettare alla luce della sicurezza urbana intesa come strategia del
buon vivere.
Nell’area del contrasto delle illegalità/inciviltà:
la polizia municipale svolge un ruolo fondamentale, in collaborazione con le forze di polizia
dello stato, nelle azioni volte al miglioramento della sicurezza dei cittadini ispirate al concetto
di prossimità con la popolazione.
la videosorveglianza della città, che consente di controllare alcuni punti sensibili e le vie di
fuga dalle rapine.
Perché la sicurezza nel programma di sperimentazione
Nelle operazioni di riqualificazione urbana e in generale allorquando si interviene a modificare il
territorio non si può prescindere dal mettere in campo adeguate misure che “accompagnino” gli
interventi di modifica della struttura fisica con azioni miranti a creare le condizioni perché
l’operazione abbia successo
Nel caso del Contratto di Quartiere, se si utilizzasse la terminologia informatica si potrebbe dire che
gli interventi urbanistici, viabilistici ed edilizi costituiscono l’hardware, mentre le misure di
accompagnamento (previste nel nostro programma di sperimentazione) rappresentano il software.
Entrambi gli strumenti non sono in grado di funzionare da se medesimi ma necessitano l’uno
dell’altro per produrre i risultati attesi.
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II.
Area della sperimentazione
All’interno della perimetrazione generale del Contratto di Quartiere II “Barriera Roma”, l’area oggetto
del Programma di sperimentazione occupa la parte centrale, dove l’insieme delle caratteristiche del
tessuto edificato e dei problemi posti dal decadimento fisico e sociale e l’allarme per la sicurezza,
creano un complesso di condizioni che non possono essere affrontate separatamente con i metodi
tradizionali di tipo urbanistico-edilizio o di tipo economico-sociale. L’ambito della sperimentazione è
centrato su Via Roma e la stazione ferroviaria e comprende il tessuto circostante nel quale sono
inseriti il quartiere ACER di Barriera Roma e quello di Barriera Farnese.
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III. A quali problemi di sicurezza e inclusione sociale si vuole
rispondere con il programma di sperimentazione
Descrizione sommaria della zona
Per la descrizione puntuale dell’area e della sua problematicità sotto l’aspetto della sicurezza
urbana, si rimanda alla ricerca del Politecnico inserita nel progetto preliminare del programma di
sperimentazione (“Analisi sulla sicurezza della zona via Roma, Stazione FS, Giardini Margherita e
Merluzzo”).
In questa sede si ritiene necessario ricordare che il territorio individuato, a fianco di problematiche
proprie legate in particolare alla repentina modifica della composizione dei suoi abitanti (massiccio
afflusso di stranieri ma anche di city user) e al degrado del tessuto urbano, sociale ed economico, vi
è la presenza della stazione ferroviaria che, a Piacenza come in qualsiasi altra città del mondo, porta
con sé la “sua” popolazione marginale, in grado di appesantire il disagio autoctono già consistente.
L’area di via Roma, Stazione FS, Giardini Margherita e Merluzzo si presenta come la principale fonte
delle problematiche di sicurezza della città.
Tumultuosi cambiamenti in breve tempo
Questa che in passato era una zona residenziale popolare caratterizzata da un tessuto sociale ed
economico molto vivace, ha subito negli ultimi 15 anni una rapida sequenza di trasformazioni. Dopo
una prima fase di declino (tipica di molte parti dei centri storici), una serie di eventi ha innescato un
circolo vizioso di decadimento, i cui i risultati sono ormai evidenti e che i numerosi interventi
riqualificazione puntuale realizzati dal Comune non sono stati in grado di frenare.
Prima degli anni Novanta, le obsolete condizioni igienico-sanitarie, la prossimità di attrezzature
urbane poco qualificanti e la presenza di piccola criminalità, unitamente all’attrattività dei nuovi
quartieri residenziali hanno indotto una prima emigrazione degli abitanti e creato un sotto-utilizzo
dell’edificato nel quartiere. Questo ha attratto l’insediamento di una nuova popolazione costituita da
immigrati stranieri. L’attuazione del progetto di Borgo Faxhall, solo in parte realizzato, ha inciso
negativamente sulla situazione già precaria del quartiere: la nuova offerta commerciale ha infatti
causato la chiusura di molti negozi e il cantiere abbandonato ha influito sull’ambiente urbano
circostante creando squallore e degrado. Questi due fattori hanno indotto un ulteriore esodo dei
vecchi residenti e i vuoti hanno attratto nuovi immigrati. La loro eccessiva presenza ha aumentato il
ritmo di fuga di piacentini, e nel quartiere sono rimasti per la maggior parte gli anziani.
E’ il quartiere con la più alta presenza di immigrati (il 24,22% dei residenti, a fronte di una media
comunale del 9,36% al 31/12/2005) e delle loro attività (phone center, gastronomie e negozi etnici,
botteghe di generi vari frequentate quasi esclusivamente da stranieri, ecc.) Ciò ne ha fatto il polo di
attrazione per tutti gli immigrati della città. La presenza di queste popolazioni crea problemi di
conflitto sociale con la popolazione autoctona (che tende ad auto-emarginarsi) e tra gli stessi
immigrati di culture e religioni diverse.
Principali problemi di sicurezza
In termini di sicurezza tutto questo processo si può riassumere in:
- grave allarme della popolazione autoctona
- disagio e sensazione di insicurezza dei frequentatori della zona (e in particolare della
stazione) dovuti anche ai fenomeni di inciviltà
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-
fenomeni di conflitti inter-etnici e sociali
problemi legati allo spaccio e uso di stupefacenti e alla prostituzione
degrado fisico di alcuni luoghi
Il rischio è che questa situazione si radichi permanentemente nella zona e si espanda
progressivamente all’attiguo tessuto del centro storico, minando l’immagine e la sicurezza dell’intera
città.
La scelta
La scelta di adottare il tema della sicurezza urbana nel Programma di sperimentazione del Contratto
di quartiere è quindi del tutto coerente con le necessità specifiche del territorio e con le politiche
attivate dal Comune di Piacenza per contrastare il degrado e ripristinare la sicurezza dei luoghi e la
sua percezione da parte degli abitanti.
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IV.
Contenuti della sperimentazione
Il presente programma di sperimentazione ha visto nella sua fase preliminare il contributo del
Politecnico di Milano (polo di Piacenza), nell’ambito della collaborazione attivata anche alla luce
della pubblicazione del bando regionale per i Contratti di Quartiere II.
Il Laboratorio di Progettazione Urbanistica della Prof. Cardia, orientato alla sicurezza urbana, ha
elaborato un “Programma di Sicurezza” per l’area di studio confluito nel progetto presentato in sede
di selezione preliminare.
Questo studio, che conferma gli esiti delle ricerche sulla percezione di insicurezza degli abitanti
precedentemente realizzate, ha costituito la base conoscitiva per il Comune su cui è stato costruito
il programma di sperimentazione del Contratto di quartiere.
Il contributo del Politecnico è quindi consistito nelle suddette attività:
a) analisi dei fattori di disagio/insicurezza della zona studio compresa fra la stazione ferroviaria,
i giardini Margherita e Merluzzo, via Roma, Borgo Faxhall e P.le Roma;
b) consulenza per la formulazione/definizione degli obiettivi dell’Agenzia di sviluppo locale e
delle sue attività e del Programma di accompagnamento sociale
c) consulenza per gli aspetti della sicurezza urbana, inerenti la fruizione degli spazi collettivi
relativi agli interventi sui complessi ACER di Barriera Roma e Barriera Farnese. In questo
ambito sono stati predisposti appositi questionari/interviste tendenti ad evidenziare i fattori di
disagio socio/abitativo dei residenti, con raccolta di suggerimenti e rappresentazione di
esigenze e bisogni
d) indicazioni metodologiche progettuali agli uffici tecnici comunali competenti per gli aspetti
relativi alla sicurezza nella progettazione degli spazi pubblici.
IV.a.
Assicurare le pre-condizioni di sicurezza (principi sicurezza urbana
applicata all’uso del territorio)
All’inizio degli anni Novanta in molti paesi europei si manifesta un interesse per l’urbanistica
all’interno delle politiche di sicurezza. Si riconosce che l’urbanistica può dare un contributo alla
creazione di ambienti urbani sicuri e che la strutturazione degli spazi e la organizzazione delle
funzioni incide fortemente sulla sicurezza.
L’idea principale è che la sicurezza di una città si raggiunge attraverso un controllo spontaneo del
territorio da parte dei cittadini. La natura della relazione tra sicurezza e spazio pubblico può essere
schematicamente riassunta in due concetti chiave:
la sicurezza è legata alla vitalità dei quartieri: “l’occhio sulla strada” da parte degli
abitanti, è il primo tutore della sicurezza;
la sicurezza urbana dipende molto dall’identificazione dei cittadini con il territorio; il
cittadino difende e rispetta il “suo” territorio.
L’occhio sulla strada richiede una città organizzata in modo che vi siano strade ricche di attività e
frequentate a tutte le ore del giorno, varietà di usi e di popolazioni, edifici concepiti in modo che gli
abitanti possano avere un rapporto visivo diretto con lo spazio pubblico.
L’identificazione dei cittadini con il loro territorio richiede di creare spazi ben definiti, di buona qualità
ambientale, che favoriscano i rapporti sociali e gli incontri, evitando l’anonimato dei grandi
edifici/isolati monofunzionali, terre di nessuno, gli spazi senza caratterizzazione e qualità.
Da quanto esposto emerge quindi che l’attenzione alla sicurezza deve essere presente fin dalle fasi
iniziali in tutti i livelli di pianificazione e progettazione nell’ambito urbano: piano strategico, piani e
progetti di infrastrutture, piano regolatore, piani settoriali (commercio, verde, insediamenti produttivi
ecc.), piani e programmi urbanistici, programmi di riqualificazione urbana, progetti di grandi
attrezzature urbane, di centri commerciali, di insediamenti terziari e residenziali, progetti dettagliati di
parcheggi, parchi, giardini e spazi pubblici.
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IV.a.1.
Applicazione principi sicurezza urbana nella progettazione degli spazi pubblici
(piazzale Marconi, piazzale Libertà, via Colombo)
La progettazione di nuove aree nella città o la riqualificazione di quelle esistenti non dovrà mai
essere introversa, bensì inserirsi nelle trame urbane circostanti. Gli spazi pubblici progettati (vie,
piazze, parcheggi, giardini) dovranno essere percepibili come elementi strutturali (accessibili e
utilizzabili) dall’intero tessuto urbano e non solo all’interno del perimetro di intervento.
Nelle strategie per la progettazione delle aree pubbliche occorre aver riguardo a:
visibilità (vista generale, linee di vista per es. tra abitazioni e spazio pubblico, buona
illuminazione delle aree pubbliche/private, estrema visibilità/chiarezza dei percorsi anche
supportata da sistemi di TVCC nelle ore notturne, ecc.);
territorialità (intesa quale orientamento, spazio per muoversi, limitazioni dell’accesso per le
persone non residenti);
attrattività (colori, materiali, illuminazione, rumore, odore, arredo urbano, ecc.);
robustezza (porte, finestre, serramenti in genere, arredo urbano);
mix funzionale (molteplicità di funzioni, diversificazione delle destinazioni d’uso dei piani
terra degli edifici);
collocazione degli spazi pubblici (in posizioni centrali ove è possibile la sorveglianza
spontanea e diretta, chiara differenziazione tra aree pubbliche e aree semi-private,
vicinanza/prossimità con fermate di mezzi pubblici).
Sulla base di quanto sopra enunciato si è provveduto alla progettazione della sistemazione di P.le
Marconi, P.le Libertà e Via Colombo applicando i criteri della sicurezza urbana.
IV.a.1.1.
Piazzale Marconi (piazza della Stazione FS)
Descrizione stato attuale
E’ il piazzale antistante la stazione ferroviaria che dal punto di vista dell’impianto attuale, ricalca
verosimilmente i piazzali ferroviari delle altre città emiliane.
Questi i problemi principali da affrontare:
ritrovo serale di popolazione problematica (stranieri e non), spaccio di droghe, passaggio
di prostitute, risse, schiamazzi e inciviltà, microcriminalità
percorso pedonale difficoltoso per raggiungere la stazione, congestione davanti
all’ingresso/uscita della stazione, accumulo di biciclette sulla piazza, assenza di zone
attrezzate per l’attesa nella piazza, attraversamenti pedonali pericolosi
carenza di vitalità nel settore ovest della piazza
congestione veicolare in genere
calo di qualità rispetto al limitrofo centro storico, dovuto in particolare alla scarsa
definizione degli spazi
Previsioni progettuali
L’intervento previsto si propone di migliorare la fruibilità e la sicurezza dello spazio, proprio
introducendo l’elemento oggi mancante che è la chiarezza dei percorsi.
Gli interventi previsti riguardano sia l’assetto fisico che le attività che si svolgono nel piazzale e sono
articolati come segue:
pedonalizzazione dell’area davanti all’ingresso/uscita della stazione che in tal modo viene
collegata con il giardino antistante e tramite un percorso complanare che attraversa anche
V.le S. Ambrogio, si collega all’area dei monumentali giardini Margherita (verde storico di
Piacenza) arrivando sino in centro storico in completa sicurezza;
creazione di pensiline coordinate con il ridisegno del piazzale con funzione di percorso
pedonale privilegiato e di protezione dalle intemperie per i passeggeri in attesa degli
autobus;
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piantumazione dei bordi della nuova area pedonale per connettere anche visivamente la
stazione con i giardini Margherita;
modifica dell’attuale schema di accesso veicolare: Lo smistamento di tutto il traffico
antistante il piazzale della stazione ferroviaria avviene mediante un sistema a due rotatorie.
La parte est del piazzale della stazione è dedicata ai veicoli privati per il carico e lo scarico
veloce dei passeggeri, alla sosta dei taxi e all’accesso al centro commerciale di Borgo
Faxhall e sarà inibita loro la possibilità di attraversamento dello spazio antistante l’ingresso
ferroviario.
Nella parte ovest del piazzale vengono spostate le fermate degli autobus (attualmente
posizionate proprio davanti all’ingresso con notevoli problemi di interferenze fra
pedoni/veicoli privati/trasporto pubblico):
Questa soluzione consente di ottenere due risultati:
1) separazione del trasporto pubblico da quello privato;
2) aumento della frequentazione e quindi della sorveglianza spontanea di questa parte
di piazza che risulta attualmente poco utilizzata.
La creazione di un piccolo spazio pedonale davanti all’attuale punto di ristoro posto su
questo lato, ha la funzione anch’esso di incentivare l’utilizzo di questa parte di piazzale oggi
completamente sbilanciato sulla parte est dove è presente il centro commerciale di Borgo
Faxhall.
potenziamento del sistema di videosorveglianza già presente tendente a coprire tutta l’area
del piazzale della stazione fino ai giardini Margherita;
mobilità ciclabile prevista in apposita sede lungo tutto V.le S. Ambrogio (progetto
autofinanziato dal Comune e previsto come intervento del presente Contratto di Quartiere II)
che attraversa il piazzale della stazione ed arriva all’attuale deposito biciclette posto a fianco
dei binari, del quale viene previsto il recupero e potenziamento nell’ambito del Piano
Particolareggiato di “Borgo Faxhall”;
attrattività degli spazi mediante l’utilizzo di materiali e colori diversificati per i vari tipi di
percorsi, collocazione di arredi aventi caratteristiche di robustezza e gradevolezza
(panchine, cestini per i rifiuti, etc.);
illuminazione: rifacimento dell’illuminazione del piazzale al fine di eliminare zone buie e
quindi insicure.
IV.a.1.2.
Piazzale Libertà
Descrizione stato attuale
E’ la “piazza” sulla quale affacciano due isolati di edilizia residenziale pubblica; quello posto a nord
non è oggetto di interventi dall’attuale “Contratto di Quartiere II”, quello a sud è invece il quartiere
denominato “Barriera Farnese” che vede la ristrutturazione di ben 5 edifici.
Nell’attuale connotazione P.le Libertà si presenta come uno snodo viario nel quale confluiscono
più vie: V.le P. Passeggio, Str.ne Farnese, V.le Patrioti, Via Farnesiana.
Si caratterizza pertanto per la congestione veicolare che in alcune ore della giornata assume
dimensioni rilevanti incidendo pesantemente sulla possibilità di utilizzo alternativo di questo
spazio.
Nel piazzale, fino a poco tempo fa erano presenti anche due impianti di distribuzione carburanti
che ora sono in corso di dismissione.
Nell’edificio di Barriera Farnese che si affaccia sul fronte sud del piazzale, sono presenti alcune
attività commerciali (panetteria, alimentari, laboratorio fotografico, pubblico esercizio) che
contribuiscono a vivacizzare questo spazio, oltre a rappresentare un servizio indispensabile per i
residenti (per la gran parte persone anziane e sole). La riqualificazione della piazza tenderà anche
al loro consolidamento e alla loro valorizzazione.
La parte a nord del piazzale è adibita a parcheggio, mentre ad ovest sono in corso i lavori di
recupero dell’ex macello ove è prevista la collocazione dell’Uban Center che ospiterà attrezzature
di servizio per la città e il territorio (Museo di storia naturale, Facoltà di Architettura, Ordini
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professionali legati alla gestione del territorio, strutture espositive, sala convegni, ecc.). Alle spalle
dell’Urban center funziona la sede piacentina del Politecnico di Milano.
Previsioni progettuali
La sistemazione del piazzale tende al conseguimento di due obiettivi fondamentali:
1) la riqualificazione dell’area che da piazzale dovrà assumere veri e propri connotati di piazza;
2) la valorizzazione delle funzioni esistenti e future per garantirne la vivacità e fruibilità da parte di
un numero consistente di persone.
Per conseguire gli obiettivi sopra descritti si procede attraverso una radicale trasformazione dello
spazio fisico che privilegia la mobilità ciclo-pedonale a quella veicolare.
chiarezza dei percorsi: V.le P. Passeggio, nel punto in cui confluisce sul piazzale, viene
interrotto (il traffico veicolare avrà l’obbligo di svoltare nella via immediatamente
precedente), lasciando la piazza attraversata esclusivamente da un’unica via: Stradone
Farnese. Questa scelta permette la realizzazione di una nuova piazza per la città che,
offrendosi ai suoi utilizzatori come luogo d’incontro e socializzazione, in termini di sicurezza
rappresenta un indubbio passo avanti;
mobilità ciclabile: ai lati della nuova piazza prosegue la pista ciclabile che attualmente è
limitata allo Stradone Farnese; tramite i nuovi tratti previsti viene ad essere collegata con
quella di V.le Patrioti che conduce sino alla stazione ferroviaria, in completa sicurezza;
mobilità pedonale: entrambi i lati della nuova piazza diventano ampi spazi pedonali ove sia
gli insediamenti commerciali presenti che le funzioni di nuovo insediamento possono
ampliare la loro attività anche all’esterno, portando vivacità e vitalità ai luoghi;
mix funzionale: la piazza apre la propria visuale (e il proprio servizio) sul completando
Urban Center ove sia la qualità architettonica dei manufatti in corso di recupero, sia le future
attività previste quali la nuova sede dell’Ordine degli architetti, spazi espositivi e per
convegni ne fanno un elemento di particolare pregio anche dal punto di vista funzionale;
consolidamento e potenziamento attività presenti: la nuova conformazione della piazza
consente anche agli edifici collocati a nord (attualmente privi di funzioni diverse dalla
residenza), di potersi “aprire” tramite l’inserimento di attività diverse, di servizio alla
residenza e/o all’Urban Center;
gradevolezza e robustezza dei materiali: tutta la nuova piazza viene ad essere rialzata
rispetto al livello della viabilità circostante. Questa soluzione consente di moderare
ulteriormente il traffico veicolare consentito, migliorandone la fruizione ciclo-pedonale.
Attraverso l’utilizzo di materiali e colori diversi, viene planimetricamente disegnato un cono
che apre la propria visuale sull’Urban Center. Sarà così immediatamente percepibile la
continuità dei percorsi/spazi e il dialogo con il contesto circostante.
IV.a.1.3.
Via Colombo
Descrizione stato attuale
Il tratto interessato dai lavori di riqualificazione è compreso fra P.le Roma e l’intersezione con via
Millo la cui sistemazione è già stata effettuata nell’ambito dei lavori del P.R.U. di via Colombo.
La scelta di riqualificare questo tratto di strada è dovuta al fatto che una volta completata la
tangenziale nord (asse di scorrimento Nord) con il cavalcaferrovia i cui lavori inizieranno a breve,
la via diventerà una strada urbana il cui traffico sarà di natura locale.
La riqualificazione dell’asse, peraltro già iniziata, va nella direzione di avere la strada pronta a
espletare la funzione di viale di quartiere allorquando il traffico pesante e di attraversamento potrà
essere deviato attorno alla città, con il completamento dell’anello tangenziale.
A tutt’oggi si presenta come una via di grande traffico, i cui lati si prestano particolarmente alla
sosta selvaggia, determinandone l’impraticabilità da parte degli altri utenti (pedoni e ciclisti).
I marciapiedi presentano notevoli impedimenti rappresentati da una moltitudine di cartelli (sia
segnaletica stradale che pubblicitaria), mentre non è presente alcuna pista ciclabile.
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Le fermate degli autobus, pur correttamente segnalate, in realtà sono continuamente occupate da
veicoli in sosta o fermata che di fatto impediscono ai fruitori del servizio pubblico di poter salire e
scendere in sicurezza.
La via si contraddistingue inoltre per la totale mancanza di verde inteso sia quale arredo urbano
sia come aree verdi attrezzate.
Il disordine che caratterizza via Colombo, offre terreno fertile per chi è dedito ad attività illecite
quali prostituzione, disturbo della quiete pubblica da parte di avventori di alcuni locali, ecc.
Previsioni progettuali
Nell’affrontare il progetto di riqualificazione di Via Colombo, si è prestata particolare attenzione
all’aspetto della sicurezza in rapporto alle esigenze di circolazione di tutti gli utenti; i criteri a cui si
è fatto riferimento, come sempre sono: la chiarezza dei percorsi e la visibilità dei medesimi.
chiarezza dei percorsi: pedoni, ciclisti e altri veicoli viaggiano ciascuno sulla propria sede,
accompagnati da percorsi diversificati anche nei materiali e nei colori;
mobilità ciclabile e pedonale: ogni lato della strada ha il proprio percorso ciclabile
complanare affiancato a quello pedonale, nel quale fra l’altro è inserita una guida tattile per
persone ipovedenti che le accompagna agli attraversamenti protetti;
sosta regolamentata: la sosta sulla via viene consentita solo sul lato nord in quanto a sud
sono previsti gli alberi;
fermate degli autobus: applicando i principi della sicurezza urbana, le fermate degli autobus
sono previste pressoché contrapposte per consentire ai passeggeri in attesa, di fornirsi
reciproca sorveglianza spontanea. In corrispondenza delle fermate viene realizzata una
piazzola complanare al marciapiede e alla pista ciclabile, che si protende verso il centro
della carreggiata in modo da costituire un’isola rialzata protetta che consente la
salita/discesa in completa sicurezza;
arredi urbani in genere e segnaletica: la segnaletica verticale è prevista posizionata in
apposite isole in maniera da lasciare completamente sgombri sia i marciapiedi che la
ciclabile; allo stesso modo sono previste apposite isole per il collocamento dei contenitori
per la raccolta dei rifiuti. Le pensiline degli autobus è previsto siano molto trasparenti in
modo da fornire la massima visibilità anche nelle ore notturne e serali e sulle medesime sarà
vietata l’apposizione di insegne pubblicitarie che ne possano pregiudicare la trasparenza;
il sistema di illuminazione previsto, collocato da un solo lato tra il marciapiedi e la pista
ciclabile, è bidirezionale. La parte alta del lampione è destinata a illuminare tutta la sede
stradale (2 marciapiedi, carreggiate, la pista ciclabile opposta). La pista ciclabile che rimane
fuori dal cono di luce ha un proprio sistema illuminante, collocato più in basso sui medesimi
pali;
attrattività: per mitigare l’effetto strada di grande traffico, lungo tutto il lato sud è prevista la
realizzazione di una striscia a verde nella quale vengono inserite anche alberature di alto
fusto che comunque consentono la visuale libera ad altezza d’uomo, al fine di migliorare la
gradevolezza dell’ambiente e creare le premesse per una vera e propria trasformazione in
viale alberato.
IV.a.2.
Applicazione principi sicurezza urbana nella progettazione degli insediamenti di
Edilizia Residenziale Pubblica (ERP)
Nella progettazione degli edifici e quindi degli alloggi, occorre aver riguardo a:
diversificazione del taglio degli alloggi che consenta di insediare nuclei familiari di diversa
composizione ed età;
inserimento di funzioni diverse di servizio alla residenza al fine di non creare quartieridormitorio, ma capaci di propria vitalità e vivibilità;
chiara definizione dei rapporti fra spazi pubblici e privati e conseguente chiarezza d’uso dei
medesimi;
accessi controllati degli isolati e degli edifici posizionati in modo da essere ben visibili sia
dallo spazio pubblico che dagli affacci delle abitazioni;
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efficace illuminazione degli spazi/percorsi comuni;
affacci che consentano una sorveglianza spontanea dei luoghi;
gradevolezza e robustezza dei colori/materiali utilizzati nelle costruzioni e negli arredi degli
spazi comuni;
diversificazione dei nuclei residenti;
accessibilità sia dell’isolato che degli alloggi da parte di persone con limitate capacità
motorie.
IV.a. 2.1.
Barriera Roma
Descrizione stato attuale
L’isolato ERP di Barriera Roma è quello che presenta la maggiore criticità dal punto di vista della
sicurezza dovuta da un lato alla vicinanza con la stazione ferroviaria, dall’altro al contesto
circostante così come descritto nella parte di premessa.
Il taglio degli alloggi di gran parte degli edifici è rappresentato da monolocali, con qualche
eccezione costituita da bilocali, con conseguente popolazione residente costituita per lo più da
nuclei monofamiliari, anziani soli e qualche famiglia media stipata in poche stanze.
Gli spazi condominiali sono direttamente connessi con gli spazi pubblici esterni. Infatti
l’insediamento presenta diverse zone completamente aperte. Questo ha fatto sì che nel tempo, ad
esempio, nei locali interrati adibiti ad autorimesse, si introducano persone estranee che anche
minacciosamente occupano questi spazi facendone territorio di spaccio, depositi temporanei di
merce rubata, ecc. con indubbi problemi di vivibilità di tutto questo ambito.
E’ da rilevare come i piani terra degli edifici che affacciano su via La Primogenita (a tutt’oggi di
fatto tangenziale nord della città) siano invivibili dal punto di vista residenziale: il rumore e
l’inquinamento prodotto dal passaggio ininterrotto di mezzi non permette in alcun modo, ad
esempio, l’aerazione naturale e ciò ha portato nel tempo al completo inutilizzo degli alloggi ivi
posizionati.
Previsioni progettuali
Applicando i principi sopra esposti, gli interventi di recupero degli alloggi ERP tendono a:
diversificazione del taglio degli alloggi: negli edifici sottoposti a recupero si è cercato di
differenziare al massimo il taglio degli alloggi, riservando i monolocali e bilocali agli studenti
del vicino Politecnico. Questa sinergia (studenti-anziani) si è voluta ripetere, data
l’esperienza già in corso per altri alloggi realizzati proprio a fianco della sede di Piacenza del
Politecnico di Milano, che ha portato ad assegnare i medesimi ad un prezzo contenuto e a
condizione che gli studenti assegnatari si prestino per qualche ora la settimana ad aiutare gli
anziani vicini di casa, in qualche piccola incombenza (vedi in proposito la sez. V.b del
presente progetto)
inserimento di funzioni diverse: come sopra descritto, poiché non è possibile destinare i piani
terra su via La Primogenita alla residenza e poiché il mix funzionale è anche auspicabile dal
punto di vista della sicurezza, è previsto vengano destinati in parte alla nuova sede della
polizia municipale del Quartiere 1, in parte a sede dei servizi socio-sanitari, e in parte alla
sede dei servizi innovativi introdotti nel programma di sperimentazione (Accompagnamento
sociale e Agenzia di sviluppo locale);
chiara definizione fra spazi pubblici e privati: per rispondere anche alle esigenze di sicurezza
emerse fortemente nelle interviste somministrate agli abitanti, si è provveduto a ridisegnare
gli spazi condominiali esterni inserendovi un settore riservato al gioco bimbi oltre a panchine
e tavoli per gli anziani. In particolar modo è stata prevista la recinzione di tutto l’isolato al fine
di ovviare alla problematica sopra evidenziata, relativa alla presenza di estranei negli spazi
anche pertinenziali delle abitazioni.
accessi controllati: la chiara definizione tra spazi pubblici e privati ha portato altresì alla
razionalizzazione degli accessi. Ne sono previsti esclusivamente due: uno carrabile che
porta alle autorimesse interrate, con chiusura a sbarra sulla strada e cancello all’inizio della
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rampa, l’altro pedonale in corrispondenza di un alloggio che viene previsto per l’eventuale
attivazione di un servizio di portineria per tutto l’isolato ERP. Le funzioni diverse dalla
residenza hanno accessi indipendenti dalla viabilità pubblica e non permeabili con il resto
dell’isolato. La razionalizzazione degli accessi consente, se necessario, l’installazione di un
sistema di videosorveglianza.
Efficace illuminazione: tutto il sistema di illuminazione degli spazi condominiali viene
rivisitato in modo da eliminare angoli bui, androni poco illuminati, ecc.
Affacci: come già evidenziato, gli affacci dei piani terra sugli spazi pubblici sono stati
realizzati in funzione delle attività diverse dalla residenza, mentre per gli alloggi si è cercato,
compatibilmente con la struttura degli edifici, di realizzarli verso gli spazi condominiali interni
in modo da avere quella sorveglianza continua e spontanea che è un principio cardine della
sicurezza urbana;
gradevolezza e robustezza: questi due criteri sono stati utilizzati specialmente nella scelta
dei materiali per le sistemazioni delle aree condominiali, ascoltando anche i suggerimenti
che gli stessi abitanti hanno fornito in proposito (panchine più robuste, dai colori più vivaci,
posizionate in modo da consentirne il miglior utilizzo in funzione delle ore di insolazione);
diversificazione dei nuclei di residenti: il taglio diversificato degli alloggi consentirà di poter
incidere anche sulla composizione dei nuclei di residenti dell’intero isolato, eliminando quella
sensazione di ghetto che si è prodotta nel tempo; l’immissione degli studenti che cambiano
nel tempo contribuisce ad aumentare la vivacità del luogo.
Accessibilità: sia l’isolato complessivamente che i fabbricati/alloggi singolarmente,
consentono anche a chi ha limitate o impedite capacità motorie di accedere facilmente a tutti
gli spazi mediante ascensori, rampe e ogni soluzione atta a eliminare qualsiasi barriera
IV.a.2.2.
Barriera Farnese
Descrizione stato attuale
L’isolato di ERP di Barriera Farnese è collocato fra P.le Libertà a nord, V.le P. Passeggio ad
ovest, V.le Patrioti a est e il verde intorno alle mura Farnesiane a sud.
Sotto l’aspetto della vivibilità e della sicurezza, questo isolato non presenta a tutt’oggi particolari
problematiche, pertanto gli interventi previsti sono volti alla prevenzione, poiché alcune situazioni
oggettive (ad es. rapporto spazi pubblici/privati, accessibilità garages sotterranei), sono uguali a
quelle di Barriera Roma.
Il taglio degli alloggi degli edifici sui quali si è previsto di intervenire è rappresentato
essenzialmente da monolocali. Questa rigidità tipologica ha connotato l’intero isolato come bacino
di utenza per anziani soli; da una parte ciò ha significato anche una certa tranquillità del
complesso (scarsità di fenomeni di microcriminalità, vandalismi in genere, etc.), dall’altra lo
connota come territorio poco vivace incline a chiudersi in se stesso e particolarmente vulnerabile.
Gli spazi condominiali, nelle parti in cui affacciano su V.le P. Passeggio sono direttamente
connessi con gli spazi pubblici esterni. Questo al momento non ha ancora prodotto specifiche
problematiche, tuttavia si assiste all’estendersi del fenomeno della prostituzione notturna anche in
questa parte di città, pertanto è prevedibile che se non si interviene preventivamente, si assisterà
all’insorgere al prevedibile degrado come nel quartiere di B.ra Roma.
Previsioni progettuali
Applicando i concetti sopra esposti, gli interventi di recupero degli alloggi ERP tendono a:
diversificazione del taglio degli alloggi: negli edifici sottoposti a recupero si è cercato di
differenziare al massimo il taglio degli alloggi, inserendo dal monolocale all’alloggio con tre
stanze da letto offrendo in tal modo una variegata possibilità di inserimento di nuclei familiari
diversificati atti a creare un mix anche dal punto di vista generazionale;
inserimento di funzioni diverse: il piano terra dell’edificio prospiciente P.le Libertà è già
dedicato a funzioni commerciali e di pubblico esercizio. Proprio nell’ottica di rivitalizzazione
dell’intero isolato basata sulla riqualificazione della piazza antistante si intendono
consolidare e potenziare le attività esistenti che potranno usufruire anche di uno spazio
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esterno. In un edificio prospiciente V.le Pubblico Passeggio come richiesto dai residenti
mediante le interviste somministrate, è prevista la realizzazione di uno spazio collettivo da
utilizzare quale circolo per anziani autogestito. La collocazione verso il viale che di nome e di
fatto rappresenta il luogo ove i piacentini amano passeggiare, risponde alle funzioni
ricreative espletate da questo asse, che oltre a rappresentare il camminamento sopra le
mura Farnesiane, è un viale alberato di notevole pregio oggetto di recenti interventi di
sistemazione;
chiara definizione fra spazi pubblici e privati e accessi: per impedire l’insorgere delle
problematiche legate alla sicurezza che in larga misura sono presenti nel vicino isolato di
Barriera Roma, è prevista la protezione degli ingressi in modo da consentire solo gli accessi
veicolari autorizzati;
efficace illuminazione: tutto il sistema di illuminazione degli spazi condominiali viene rivisitato
in modo da eliminare angoli bui, androni poco illuminati, ecc.
affacci: per gli alloggi si è cercato, compatibilmente con la struttura degli edifici, di realizzare
gli affacci verso gli spazi condominiali interni in modo da avere quella sorveglianza continua
e spontanea che è un principio cardine della sicurezza urbana;
gradevolezza e robustezza: questi due criteri sono stati utilizzati specialmente nella scelta
dei materiali per le sistemazioni delle aree condominiali, ascoltando anche i suggerimenti
che gli stessi abitanti hanno fornito in proposito (panchine più robuste, colori più vivaci,
posizionate in modo da consentirne il miglior utilizzo in funzione delle ore di insolazione);
diversificazione dei nuclei di residenti: il taglio diversificato degli alloggi consentirà di poter
incidere anche sulla composizione dei nuclei di residenti dell’intero isolato, eliminando quella
sensazione di ghetto che si è prodotta nel tempo;
accessibilità: sia l’isolato complessivamente che i fabbricati/alloggi singolarmente,
consentono anche a chi ha limitate o impedite capacità motorie di poter accedere facilmente
a tutti gli spazi mediante ascensori, rampe e ogni soluzione atta ad eliminare qualsiasi
barriera.
IV.b. Introdurre servizi innovativi: Programma di accompagnamento sociale
e Agenzia di sviluppo locale
Per ottenere l’aumento della vivibilità dei quartieri/isolati o comunque di parti consistenti di città,
l’esperienza di grandi città europee ha evidenziato la necessità che la pianificazione urbanistica e la
progettazione architettonica vengano accompagnate da programmi di inclusione sociale per
aumentare la qualità fruitiva degli spazi pubblici e ridurre le limitazioni personali e sociali della
popolazione.
In mancanza di specifici programmi di accompagnamento le operazioni di recupero o di
riprogettazione di parti del territorio corrono seri rischi di fallimento.
I servizi ad alto contenuto innovativo descritti nei successivi punti IV.b.1 e IV.b.2 costituiscono
l’elemento qualificante del presente programma di sperimentazione. La loro realizzazione
presuppone la creazione (e il relativo corretto funzionamento) di una nuova rete tra servizi e prodotti
finalizzati alla sicurezza e all’inclusione sociale erogati dai soggetti pubblici e privati presenti
nell’area.
Si tratta di rimodulare le diverse prestazioni tenendo come base di riferimento il territorio e la sua
popolazione (residente e non) intesi nella loro complessità.
I due nuovi servizi (Accompagnamento sociale e Agenzia di sviluppo locale) saranno aggiudicati
secondo le procedure dell’evidenza pubblica per la durata di tre anni dall’avvio dei lavori
(indicativamente triennio 2007/2009). Successivamente si prevede che l’Agenzia di sviluppo locale
proseguirà la propria attività senza la necessità di un sostegno economico da parte dell’Ente
pubblico, magari inglobando alcune delle azioni sviluppate nel periodo della sperimentazione dal
Programma di accompagnamento sociale.
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IV.b.1
Programma di accompagnamento sociale
Il Programma di accompagnamento sociale al “Contratto di quartiere II – Barriera Roma” prevede
l’apertura di una sede nel territorio compreso nel contratto di quartiere per la realizzazione delle
seguenti azioni:
Mediazione dei conflitti tra abitanti e imprese esecutrici dei lavori durante il periodo nel quale
i cantieri rimarranno aperti. Principali attività:
o Azioni informative da svolgere prima dell’apertura dei cantieri e rivolte ai residenti
coinvolti
o Apertura di uno sportello per reclami e segnalazioni (le segnalazioni dovranno
essere verificate, filtrate e trasmesse in modo ordinato alla Direzione dei lavori)
o Risposte tempestive rispetto a segnalazioni e reclami (protocollo per la definizione
dei tempi di risposta)
o Assistenza al piano di mobilità degli inquilini ERP predisposto da ACER
o Individuazione tra i residenti coinvolti di soggetti a rischio di maggiore disagio (sia
sotto il profilo delle condizioni soggettive, sia per l’impatto dei lavori) per i quali è
necessario provvedere ad azioni informative e/o di sollievo più mirate
o Azioni informative durante lo svolgimento dei lavori
o Azioni tendenti alla riduzione del disagio dei residenti, concordate con Acer e le
imprese
Mediazione interculturale e animazione di quartiere finalizzata a costruire rapporti di
convivenza tra vecchi e nuovi cittadini. Principali attività:
o Realizzazione di iniziative di animazione con la creazione (anche informale) di
Comitati di festa
o Progetti volti a valorizzare la vita associativa e a facilitare la nascita di nuovi gruppi
portatori di interessi non rappresentati
o Progetti volti ad accompagnare i nuovi residenti all’integrazione sociale del territorio
Iniziative per favorire la sorveglianza spontanea dei luoghi, finalizzata ad aumentare la
sicurezza urbana. Principali attività:
o Costituzione di un “tavolo sociale” al quale, oltre alle associazioni/enti operanti
nell’ambito degli interventi del Contratto di Quartiere dovranno essere rappresentati
anche il Comune e Acer
o Costruzione di una banca dati, che comprenda una mappa dei rischi e dei nodi
problematici ma anche le opportunità/risorse del quartiere, da mettere a
disposizione dei diversi attori presenti sul territorio e da utilizzare come base per la
definizione degli interventi concreti
Il servizio di accompagnamento sociale si insedierà negli spazi messi a disposizione nel complesso
residenziale ERP “Barriera Roma” e dovrà impostare la propria attività secondo i criteri della
prossimità con i cittadini. Non solo quindi attività di sportello ma lavoro tra la gente al fine di creare
una relazione significativa con le persone interessate dai lavori anche per attenuare le
richieste/rivendicazioni.
Nell’esercizio dell’attività dovranno essere costruiti rapporti positivi con Agenzie pubbliche e private,
Associazioni, Comitati da gestire principalmente attraverso il Tavolo sociale. Ciò in una logica di
partecipazione dei cittadini finalizzata a ricostruire quel senso di appartenenza al territorio che
costituisce elemento cardine della coesione sociale e quindi della sicurezza dei luoghi.
In sede di progetto preliminare il Comune ha raccolto numerose manifestazioni d’interesse
all’affidamento del servizio qui sinteticamente descritto a seguito della pubblicazione di apposito
avviso sulla stampa locale.
Il Programma di accompagnamento sociale sarà aggiudicato secondo le procedure dell’evidenza
pubblica per la durata di tre anni dall’avvio dei lavori (indicativamente triennio 2007/2009).
Nel progetto esecutivo saranno trasmessi il bando di gara e il relativo capitolato speciale.
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IV.b.2
Agenzia di sviluppo locale
L’agenzia si occuperà del marketing del quartiere oggetto del programma di sperimentazione,
attraverso la promozione di azioni di accompagnamento e supporto finalizzate alla riqualificazione
del tessuto urbano dal punto di vista sociale, culturale, economico e abitativo, restituendo ai cittadini
un ruolo centrale nell’espressione dei propri bisogni e della propria capacità progettuale, rafforzando
identità, appartenenza al territorio e relazioni fiduciarie.
Fornirà ai cittadini, tutti gli elementi utili (tecnici, finanziari, ecc.) per la predisposizione dei progetti,
l’accesso al credito, lo sviluppo della rete commerciale, anche attraverso Piani di Valorizzazione
Commerciale, iniziative estemporanee e progettazione di eventi puntuali, tendenti alla rivitalizzazione
del tessuto urbano.
L’Agenzia, che per natura si colloca tra gli organismi del diritto comune, avrà struttura snella, in
grado di dialogare con gli attori pubblici e privati e fungere da volano per il rilancio delle attività del
territorio.
Essendo soggetto del tutto nuovo a Piacenza, pur se sperimentato con successo in altre città
europee (es.: Strasburgo) e in Italia (per es. a Torino vi sono tre Agenzie funzionanti), richiede che il
suo impianto venga puntualmente definito nella prima fase di attuazione del programma di
sperimentazione.
In particolare l’Agenzia si occuperà:
a) di rilanciare economicamente e culturalmente il quartiere:
- promozione di azioni per la valorizzazione delle risorse dell’area;
- servizio di ascolto e orientamento per i cittadini;
- banca dati per le risorse del territorio;
- punto di riferimento per il rilancio economico delle attività tradizionali nell’area di intervento
(commercio di vicinato, artigianato) e per l’avvio di nuove attività imprenditoriali;
- coinvolgimento di piccoli proprietari e grandi investitori nell’operazione di rilancio della
zona;
b) di rilanciare l’immagine del quartiere:
- consulenza tecnica di promozione delle opportunità di cui il quartiere beneficia, attraverso
servizi di informazione e orientamento e di supporto per migliorare la sua capacità di attirare
risorse pubbliche e private;
- adoperarsi per il risanamento delle case fatiscenti analizzando il degrado edilizio e lo
sfruttamento abitativo;
- promozione interventi di riqualificazione dello spazio pubblico e privato;
- iniziative di comunicazione per il rilancio della zona (marketing dell’intervento).
c) di fornire supporto tecnico alle azioni e iniziative previste:
- consulenza sulla riqualificazione edilizia di alloggi, negozi e parti comuni degli stabili con
assistenza nella richiesta delle autorizzazioni;
- aiuto nella ricerca dei finanziamenti e nell’accesso al credito;
- individuazione di sperimentazioni tecnologiche innovative per il recupero di spazi altrimenti
inutilizzati
L’Agenzia di sviluppo locale, sostenuta da finanziamento pubblico nel periodo di applicazione del
programma di sperimentazione, dovrà essere successivamente in grado di attirare anche le risorse
necessarie al proprio funzionamento.
Essa si insedierà negli spazi messi a disposizione nel complesso residenziale ERP “Barriera Roma”
per realizzare il tavolo progettuale e di coinvolgimento del quartiere mettendo in campo le
professionalità necessarie, dotandosi di quanto necessario al suo funzionamento.
Si rapporterà inoltre con le associazioni presenti sul territorio, con il Tavolo sociale e con gli affidatari
del Programma di accompagnamento sociale.
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In sede di progetto preliminare il Comune ha raccolto numerose manifestazioni d’interesse
all’affidamento del servizio qui sinteticamente descritto a seguito della pubblicazione di apposito
avviso sulla stampa locale.
L’Agenzia di sviluppo locale sarà aggiudicata secondo le procedure dell’evidenza pubblica per la
durata di tre anni dall’avvio dei lavori (indicativamente triennio 2007/2009).
Nel progetto esecutivo saranno trasmessi il bando di gara e il relativo capitolato speciale.
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V.
Contenuti della sperimentazione: progetti collegati per i quali
non si chiede il finanziamento
V.a. Trovare la collaborazione dei privati per risolvere alcune criticità. Un
esempio: il cantiere di Borgo Faxhall
Nell’area interessata dal programma di sperimentazione, che vedrà l’apertura contemporanea dei
numerosi cantieri previsti nel Contratto di Quartiere II, insiste da anni un cantiere privato aperto di
considerevoli dimensioni (si consideri che saranno realizzati: parcheggi multipiano, la nuova stazione
delle corriere con la conseguente viabilità di servizio, insediamenti residenziali e commerciali, ecc.)
che costituisce una ferita aperta in grado di appesantire le difficoltà già considerevoli proprie del
territorio.
Gli studi condotti anche a livello europeo ed extra europeo sugli elementi di criticità che generano
fenomeni di degrado e/o insicurezza in generale, evidenziano come appunto i cantieri – in particolare
se di grandi dimensioni e che si protraggono per un lungo periodo di tempo – di fatto tendono a
diventare luoghi adatti allo sviluppo di fenomeni di microcriminalità e degrado urbano.
La ricerca condotta dal Laboratorio “Qualità urbana e sicurezza” del Politecnico di Milano, che ha
collaborato col Comune alla formulazione del preliminare al programma di sperimentazione, ha
individuato nel cantiere aperto “Borgo Faxhall” un ulteriore fattore critico per la zona.
Appare del tutto evidente che il citato intervento di attuazione urbanistica è legato indissolubilmente
alle operazioni che il Comune si avvia a realizzare nella medesima zona.
Il successo, in termini economici, sociali, culturali delle diverse azioni dipende dalla capacità di
muoversi nella stessa direzione, evitando atteggiamenti introspettivi volti a valorizzare la qualità della
propria operazione prescindendo dal contesto. Solo se la qualità è diffusa l’insieme può funzionare,
viceversa i rischi di fallimento sono molto elevati per tutti.
In questo ambito il Comune ha quindi proposto alla Soc. COEMI (proprietaria dell’area di cantiere) di
divenire soggetto attivo all’interno del Contratto di Quartiere II attraverso l’assunzione di impegno a
realizzare la messa in sicurezza del cantiere “Borgo Faxhall”.
Gli interventi ritenuti opportuni e idonei a contrastare il degrado e le attività illecite legate allo stato di
abbandono dell’area sono perlomeno i seguenti:
istituzione in loco di un punto informativo a disposizione dell’utenza sia del centro
commerciale che dei fruitori dei parcheggi di servizio alla ferrovia;
creazione di percorsi ciclo-pedonali provvisori – chiari, ben segnalati e illuminati – che anche
durante i lavori di realizzazione della stazione autocorriere e delle altre strutture e
infrastrutture consentano di accedere alla stazione in completa sicurezza (anche
attraversando le aree di cantiere);
previsione di parcheggi temporanei per i pendolari e per chi lavora nella zona;
previsione di parcheggio temporaneo biciclette per i pendolari e per chi lavora nella zona;
ripristino della recinzione dello scalo ferroviario militate di via dei Pisoni per evitare la
frequentazione di questo luogo da parte della popolazione marginale che qui si concentra;
adeguata illuminazione dello scalo ferroviario, delle vie circostanti e delle aree a parcheggio
della zona;
recinzione dell’area di pertinenza dell’edificio vincolato (ex deposito locomotive Berzolla) in
modo da impedire l’insediamento di occupanti abusivi;
recinzione e illuminazione dell’area di intervento su p.le Roma ove sono in corso i lavori di
costruzione di due immobili residenziali, sempre per ovviare all’ipotesi di insediamenti
abusivi.
Nel progetto esecutivo sarà trasmesso il protocollo d’intesa tra la Soc. Coemi e il Comune per la
realizzazione degli interventi descritti.
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V.b.
Trovare il corretto coordinamento tra i servizi innovativi descritti
(Accompagnamento sociale e Agenzia di sviluppo locale) e i servizi/progetti
già esistenti
Il Programma di accompagnamento sociale e l’Agenzia sviluppo locale non potranno prescindere
dalla necessità di coordinare la propria attività sul territorio con l’insieme dei servizi e dei progetti di
intervento già attivi o in corso di sperimentazione.
In particolare i principali servizi e progetti che insistono nella zona oggetto della sperimentazione
hanno come target gli anziani, gli stranieri e le persone in situazione di marginalità. Rispetto alla
popolazione anziana va detto che questa zona, come tutto il centro storico, è caratterizzata da una
forte presenza di ultrasessantacinquenni sia in termini assoluti (è il secondo quartiere per numero
assoluto di ultrasessantacinquenni) sia in termini relativi rispetto al totale della popolazione (in
questo caso il centro diventa il quartiere più “anziano” della città).
Inoltre sono più numerosi gli anziani soli o che vivono con il coniuge a sua volta anziano. I figli,
quando presenti, non sono rimasti a vivere in centro e si sono spostati in altre zone o fuori città; il
sostegno del vicinato è più debole in questa parte del centro, ormai popolato da un elevato numero
di immigrati che danno a molti anziani un’impressione di estraneità e insicurezza. Sono scomparsi
quasi del tutto i piccoli negozi di alimentari per lasciare il posto a locali di ritrovo frequentati
prevalentemente da stranieri, phone center, take away.
Per queste ragioni i servizi più diffusi e più richiesti dagli anziani in questo territorio sono: quelli di
sostegno alla domiciliarità (Servizio di Assistenza Domiciliare, Servizio di “sollievo” domiciliare,
Servizio pasti a domicilio e Telesoccorso), spesso combinati tra loro nel progetto assistenziale di un
medesimo anziano per sopperire all’assenza della rete famigliare o alla difficoltà della rete ad
affrontare la perdita di autonomia degli anziani; le strutture residenziali, soluzione quasi inevitabile
quando l’anziano perde la propria autonomia in modo grave e non può contare sul supporto della
rete famigliare.
E’ inoltre presente un Centro diurno assistenziale del Comune (c/o Maruffi – Via Roma) che accoglie
durante il giorno 15 anziani con un limitato grado di autonomia, ai quali è garantito anche il servizio
di trasporto da e per il Centro.
La forte incidenza di stranieri residenti e la concentrazione nella zona della Stazione Ferroviaria di
persone in condizione di marginalità ha portato nell’area della sperimentazione allo sviluppo di una
serie di presidi e interventi nati dalla stretta collaborazione tra il Comune, il Terzo Settore, il
Volontariato e l’Associazionismo:
Casa di accoglienza notturna comunale a “bassa soglia” Rifugio Segadelli – Piazzale Marconi 1
La struttura ha 8 posti e offre ospitalità notturna a persone di sesso maschile, senza dimora, in
situazione di grave emarginazione con particolare attenzione a situazioni di dipendenza,
assenza di reddito, mancanza di reti familiari e sociali.
Casa di seconda accoglienza – Via Buffalari 6
La struttura ha 7 posti e accoglie persone in situazione di marginalità sociale, conosciute e
seguite dal servizio sociale comunale e/o dai servizi specialistici, per le quali sia in atto un
progetto individualizzato di reinserimento sociale e di accompagnamento all’autonomia
Centro di prima accoglienza per stranieri “Torrione Fodesta” – Via XXI Aprile
La struttura, di proprietà dell’Amministrazione Finanziaria, concessa in uso al Comune, ospita
40 stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno, la maggior parte dei quali ha
un’occupazione. All’interno del centro è presente 24 ore al giorno un operatore di custodia ed è
attivo un servizio di mediazione interculturale
Centro Migranti Scalabrini – Via Primogenita
Il centro prevede diversi servizi rivolti agli stranieri: ascolto e aggregazione, ambulatori gratuiti,
realizzazione di corsi di italiano
Unità di strada – zona circostante la stazione ferroviaria e in prossimità dei Giardini Margherita
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Intervento di prevenzione dell’AIDS basato su azioni di riduzione del danno e rivolto alle persone
tossicodipendenti che in quei luoghi abitualmente interagiscono, transitano, si aggregano. Il
progetto comunale è gestito dall’Associazione Lega Italiana Lotta all’Aids
Associazione LILA – Via Capra, 11
L’associazione è impegnata in diversi interventi nell’ambito della lotta alla droga e nella lotta alla
tratta in collaborazione con il Comune di Piacenza
Caprasquare – Via Capra
Centro di aggregazione giovanile comunale, gestito dalla cooperativa sociale L’Arco
SVEP – Via Capra
Centro Servizi per il Volontariato
Progetto animazione di Quartiere – Zona di Via Roma
Il progetto comunale, affidato alla Cooperativa L’Arco, prevede proprio nell’area della Stazione
– Via Roma – Giardini Merluzzo un’attività di animazione e mediazione interculturale di strada
finalizzate a favorire l’incontro tra vecchi e nuovi residenti
In particolare si prevede che il Servizio di accompagnamento sociale svolga la propria attività
definendo modalità precise di coordinamento con due progetti particolarmente significativi che sono
già stati avviati proprio nella zona della città interessata dalla sperimentazione e che possono quindi
rappresentare risorse preziose a sostegno degli interventi di accompagnamento sociale :
Il progetto di “Vicinato solidale”. L’Amministrazione Comunale, in collaborazione con Acer e
con la sede piacentina del Politecnico di Milano che ha sede proprio nella zona oggetto della
sperimentazione,
ha
promosso la ristrutturazione, con particolare attenzione alla
eliminazione di barriere architettoniche e con una significativa attenzione estetica, di un
complesso di edilizia pubblica contiguo alla sede del Politecnico (stabili siti in Via
Confalonieri e Via Neve). Tale intervento ha messo a disposizione 21 alloggi.
Alcuni di questi sono stati destinati agli studenti (possibilità prevista dalle normative statali e
regionali in materia di ERP), altri a persone anziane o con disabilità (attraverso la
graduatoria pubblica di ERP approntata dal Comune).
Il valore aggiunto del progetto poggia sull’idea di favorire l’instaurarsi di relazioni e reti di
vicinato: gli studenti si impegnano a mettere a disposizione alcune ore alla settimana del loro
tempo per aiutare nelle piccole incombenze quotidiane le persone anziane o con disabilità
che vivono accanto a loro. Ciò è finalizzato a instaurare relazioni di attenzione ai bisogni e
alle esigenze dei vicini di casa in un’ottica di aiuto e solidarietà. Naturalmente agli studenti
non vengono richiesti compiti assistenziali ma interventi di sostegno quali ad esempio: il
“controllo” delle condizioni generali degli anziani, spesa, piccole commissioni,
accompagnamenti, compagnia, lettura del giornale. Piccole attenzioni concrete che possano
far nascere relazioni appunto di vicinato solidale. I piani di attività dei ragazzi, il monitoraggio
del progetto, un contatto periodico con gli anziani e le persone disabili per evidenziare le
esigenze e i bisogni principali che possono manifestare sono garantiti da un operatore della
cooperativa Unicoop che coordina il progetto.
Il progetto “Rete di sostegno per gli anziani” E’ stata attivata nell’autunno del 2005 una
sperimentazione sulla circoscrizione del centro della città di Piacenza e sul territorio di un
Comune della Zona sociale nei quali si riscontra un elevato livello di rischio di isolamento
delle persone anziane.
L’obiettivo principale dell’intervento è quello di realizzare iniziative strutturate per contrastare
l’isolamento e la solitudine e garantire il mantenimento di opportunità di relazioni e di
aggregazione per la popolazione anziana a rischio di isolamento.
Attraverso l’attivazione di un’équipe di operatori sociali, in grado di monitorare le condizioni
di vita degli anziani e mobilitare i diversi attori presenti sul territorio (dalle risorse di vicinato
agli esercizi commerciali, dalle comunità parrocchiali alle esperienze associative e di
volontariato) nello sviluppo di una rete di prossimità condominiale, il progetto si prefigge di
limitare i rischi di isolamento e di abbandono a cui la popolazione anziana è particolarmente
esposta all’interno di aree urbane, in particolare nel periodo estivo.
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Occorre sottolineare che l’attività di ricerca e mappatura del territorio, parte integrante del
progetto e appena conclusa, ha confermato come l’area della Stazione Ferroviaria e quindi
proprio la porzione di territorio interessata dalla sperimentazione, sia, rispetto al territorio
complessivo della Circoscrizione del Centro, quella maggiormente caratterizzata dalla
presenza di anziani soli portatori di una diffusa percezione di insicurezza.
Modalità di raccordo degli interventi
Il Servizio di accompagnamento sociale dovrà definire ogni anno il “Programma di integrazione delle
azioni sociali” in stretto rapporto con la programmazione sociale del Comune e quindi con il Piano di
Zona. Il processo di programmazione partecipata del Piano di Zona (L. n. 328 del 2000 - Legge
quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e L.R. n. 2 del 2003) si
incentra sulla costituzione di tavoli di confronto per aree di intervento (ossia per target di utenza)
finalizzati a coinvolgere, nella lettura dei bisogni del territorio e nella costruzione della
programmazione locale, i soggetti del Terzo Settore e del Volontariato. Al fine di rendere effettiva
l’integrazione tra l’azione del Programma di accompagnamento sociale e la programmazione del
sistema locale di welfare si propone la costituzione di un tavolo territoriale specifico del Piano di
Zona che si affianchi ai tavoli tematici (responsabilità familiari, infanzia e adolescenza, anziani,
disabili, esclusione sociale e dipendenze, immigrazione) già attivi e caratterizzato dalla presenza
delle istituzioni pubbliche e dei soggetti del privato sociale e del volontariato che operano nella zona
oggetto della sperimentazione.
V.c.
Sperimentare una nuova forma di collaborazione specifica con / tra le
forze di polizia dello stato, la polizia municipale, gli operatori sociali
Un ulteriore, qualificante elemento che l’Amministrazione comunale desidera inserire, quale naturale
completamento dei punti sopra elencati, consiste nella sperimentazione di una nuova forma di
collaborazione con / tra le forze di polizia dello stato, la polizia municipale e gli operatori sociali
nell’ambito territoriale oggetto dell’intervento.
Si tratta di costituire un gruppo di lavoro tra gli operatori che a diverso titolo sono impegnati nell’area
della sperimentazione, mutuando l’esperienza che da anni è in corso nell’ambito del progetto “Oltre
la strada”. Quest’ultimo vede la proficua collaborazione tra Comune e Forze dell’Ordine nel difficile
campo della prostituzione di strada, al fine di offrire una chance di riscatto alle donne che vogliano
uscire dal giro, spesso percorrendo il pericoloso cammino di denuncia degli sfruttatori.
Anche nel caso del Contratto di Quartiere si tratterebbe di costruire una rete tra gli operatori che:
metta in comune le diverse prospettive di conoscenza del territorio (ad esclusione,
naturalmente, delle informazioni che devono rimanere riservate),
costruisca e realizzi efficaci protocolli di intervento a misura dell’area in questione;
individui e attivi le collaborazioni necessarie per un efficace servizio;
individui e tenga aggiornati alcuni indicatori di monitoraggio e verifica.
Non va dimenticato che i numerosi interventi di riqualificazione urbana previsti dal Contratto di
Quartiere provocheranno verosimilmente modifiche importanti nell’area interessata, sia in termini di
aumento nella qualità del tessuto urbano (valore positivo), sia viceversa in termini di spostamento di
alcune situazioni problematiche (valore negativo). Rispetto a queste ultime le Istituzioni dovranno
essere pronte a orientare i servizi con il fine di risolvere o perlomeno attenuare i disagi insorgenti.
Nel presente caso non si prevede l’attivazione di una nuova attività (con il relativo appesantimento
dei carichi) ma unicamente una diversa impostazione del lavoro, una corretta messa in rete delle
risorse disponibili al fine di rendere un servizio più efficace ottimizzando le risorse a disposizione.
La forma di collaborazione descritta si inserisce nel Protocollo d’intesa tra Prefettura, Comune e
Provincia di Piacenza recentemente rinnovato e consentirà di raggiungere numerosi obiettivi, utili –
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si ritiene – sia all’Amministrazione Statale che al Comune. I principali sono: padroneggiare il
patrimonio di conoscenze utili a una corretta informazione sullo stato del territorio; percepire con
tempestività i processi di cambiamento (osservatorio privilegiato) e attivare i necessari aggiustamenti
ai servizi attivi nella zona; proseguire nell’azione che vede la proficua collaborazione delle Istituzioni
per il raggiungimento del fine comune costituito dall’aumento, reale e percepito, della sicurezza a
Piacenza.
Nel progetto esecutivo saranno trasmessi i documenti di adesione dei i Servizi interessati alla
realizzazione degli interventi descritti
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VI.
Sistema di valutazione
Descrizione generale del sistema di valutazione
Il sistema di valutazione riguarderà da una parte il gradimento dei cittadini nei confronti degli
interventi edilizi di vasta scala e delle opere di riqualificazione urbana realizzate e dall’altro l’efficacia
delle misure di accompagnamento previste.
Verranno adottati due tipi di valutazioni, una procedimentale o di processo ed una di risultato.
Indicatori
Gli indicatori per la valutazione di processo riguardano in generale gli strumenti che governano il
progetto e ne seguono l’evoluzione. Si tratterà di misurare la efficacia gestionale (tempi, fasi del
processo e modalità di realizzazione):
Indicatori che rilevano il rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza urbana inserite nei
progetti di riqualificazione degli spazi pubblici e degli insediamenti ERP, gli eventuali
scostamenti, le ragioni che li hanno determinati e la loro adeguatezza rispetto agli obiettivi
dati;
Indicatori che rilevano gli scostamenti rispetto alle azioni di accompagnamento previste, le
ragioni che li hanno prodotti e i correttivi applicati.
Gli indicatori per la valutazione di risultato rilevano in generale la capacità di raggiungere i risultati
attesi. Saranno ripresi gli obiettivi principali delle azioni e verrà tenuto sotto controllo la produzione di
effetti su due aspetti in particolare:
1. la realizzazione puntuale di quanto previsto nel programma di sperimentazione, compresi gli
scostamenti di cui si è detto nella parte riguardante la valutazione di processo;
2. il cambiamento nella percezione dell’immagine del territorio interessato dal programma di
sperimentazione.
Fonti informative
Si ipotizza quindi un sistema di valutazione quali-quantitativo basato sulle seguenti fonti informative:
dati sull’effettiva realizzazione di quanto previsto nel programma di sperimentazione in
termini di:
o applicazione dei principi di sicurezza urbana agli interventi di riqualificazione degli
spazi pubblici e degli insediamenti ERP,
o costituzione servizi innovativi (accompagnamento sociale e Agenzia di sviluppo
locale),
o attivazione progetti collegati (collaborazione dei privati per risolvere le criticità del
cantiere “Borgo Faxhall”, coordinamento tra i servizi innovativi introdotti e i
servizi/progetti già esistenti, collaborazione specifica con / tra le forze di polizia dello
stato, la polizia municipale, gli operatori sociali nella zona di intervento)
dati sul funzionamento dei servizi previsti in termini di: utenti coinvolti, casi presi in carico,
reclami, segnalazioni, azioni informative, assistenze al piano di mobilità prestate, iniziative di
animazione, progetti per la valorizzazione della vita associativa e per l’inclusione degli
stranieri, costituzione banca dati problemi e risorse della zona, costituzione tavolo sociale e
suo funzionamento, iniziative per il rilancio economico e culturale del quartiere, consulenze
tecniche, ricerca finanziamenti, protocolli di intervento tra gli operatori, ecc.
raccolta e analisi dei dati sulla percezione di sicurezza tra gli abitanti del quartiere (ricerche
già disponibili e/o da attivare) per verificare la situazione prima dell’avvio della
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sperimentazione
realizzazione di focus group con residenti ed esponenti della comunità locale (e/o
somministrazione di interviste o questionari a cittadini/ testimonial/operatori della zona di
sperimentazione), centrati sull’analisi della conflittualità e dell’immagine complessiva del
quartiere prima dell’avvio del programma e ripetizione delle iniziative (con partecipanti e
contenuti analoghi) al termine della sperimentazione.
Rapporto di valutazione
I risultati del programma descritto costituiranno la base per la realizzazione del rapporto di
valutazione affidato all’Ufficio Piacenza sicura, curatore del programma di sperimentazione. Esso si
avvarrà della collaborazione dei diversi settori comunali nonché di tutti gli attori istituzionali e privati
coinvolti nell’attuazione del Contratto di Quartiere.
Nel progetto esecutivo sarà trasmesso il dettaglio del sistema di valutazione.
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VII. Ricadute normative ai fini dell’aggiornamento dei requisiti
obbligatori e volontari degli atti di coordinamento e d’indirizzo da
emanare ai sensi dell’art. 16 della L.R. n° 20/2000 e succ. modifiche
“Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” e dell’art. 34
della L.R. n° 31/2002 e succ. modifiche “Disciplina generale
dell’edilizia”.
Definizione di linee-guida
VII.a. ANALISI E VALUTAZIONE DELLA PROPENSIONE AL DEGRADO DELLA ZONA
D’INTERVENTO
Esame morfologico degli isolati e degli spazi aperti
Modalità di affaccio dell’edificato sulle aree pubbliche
Sistema degli accessi degli edifici e spazi privati e pubblici (sorvegliabilità/visibilità,
frequentazioni, etc)
Sistema infrastrutturale/relazione (percorsi pedonali, ciclabili, carrabili)
Illuminazione degli spazi pubblici
Servizi e attività diurne
Servizi e attività serali/notturne
Individuazione dei sistemi delle funzioni urbane di servizio in generale (scuole, centri
culturali, attrezzature sportive, sanitarie, parcheggi, etc.), delle loro caratteristiche e misura
del relativo livello di funzionamento (standard quali/quantitativo) della zona che include
l’ambito d’intervento
Presenza e frequenza del trasporto pubblico
Popolazioni e ritmi d’uso nelle fasce orarie diurne, serali, notturne
Mappa del degrado fisico degli edifici, degli spazi pubblici e delle attività
Fattori e luoghi di disagio in funzione delle attività illecite presenti o meno nella zona
Trasformazioni edilizie in corso o programmate collocate nella zona di studio o
limitrofe, interagenti con la medesima.
VII.b. INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEGLI SPAZI PUBBLICI IN FUNZIONE DELLA
SICUREZZA URBANA, NELL’AMBITO DELLA REDAZIONE DEI PIANI URBANISTICI
ATTUATIVI DI CUI ALL’ART. 31 DELLA L.R. 24/03/2000 n° 20 E SUCC. MODIFICAZIONI
I PERCORSI CARRABILI: definizione di trame urbane tendenti a creare e/o a consolidare
assi viari aventi funzione di cucitura con il contesto circostante
I PERCORSI CICLO-PEDONALI aventi chiara configurazione, differenziati e separati da altri
di natura diversa, posizionati lungo gli affacci principali degli edifici e delle aree a verde,
sempre ben visibili dagli spazi pubblici, ben illuminati e disegnati in modo da offrire il tragitto
più breve e agevole
I PARCHEGGI: collocazione prioritaria lungo gli assi viari, in posizione parallela alla corsia di
marcia, o comunque nelle parti antistanti gli edifici esistenti/previsti, evitando la
concentrazione in aree costituenti retri/fianchi di edifici pressochè ciechi; l’illuminazione ne
dovrà garantire la completa visibilità in ogni punto avvalendosi di tecniche della diffusione
luminosa non abbagliante
IL SISTEMA DEL VERDE PUBBLICO:
o Verde pubblico di quartiere: posizionato in modo da costituire l’affaccio principale
degli edifici ai fini della sorveglianza spontanea offerta dai residenti/fruitori ed
evitando l’eccessivo frazionamento in modo da poter all’occorrenza essere dotato di
sistema di videosorveglianza.
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Parchi: prevedere percorsi carrabili di contorno consentiti esclusivamente al traffico
locale, e percorsi interni all’area aventi caratteristiche carrabili per consentirne
l’attraversamento e la sorveglianza ai soli mezzi delle forze dell’ordine deputate ai
controlli.
o Le piantumazioni: di norma ad alto fusto; evitare la messa a dimora di grandi masse
cespugliose e muretti che spezzano/impediscono il campo visivo dei fruitori.
o Le attrezzature: panchine, cestini per i rifiuti, giochi e arredi vari devono essere di
materiale di facile manutenzione, robusto, incombustibile, ben ancorati al terreno al
fine di prevenire fenomeni di vandalismo:
o L’illuminazione dell’area dovrà garantire una buona visibilità in ogni punto, evitando
la concentrazione dei punti luce esclusivamente su eventuali percorsi interni alla
medesima. A tale scopo dovrà essere presentato apposito progetto.
I CANTIERI: non devono creare angoli chiusi e bui, tragitti ristretti e tortuosi per pedoni e
ciclisti, debbono mantenere una buona illuminazione dell’area con recinzioni curate, e
organizzazione ordinata della medesima. La fase del cantiere deve essere accompagnata
da una comunicazione chiara e aggiornata sulle trasformazioni in corso e la tempistica delle
medesime.
ATTRATTIVITA’ DEGLI INTERVENTI: in sede di presentazione del piano particolareggiato
deve essere già predisposto un piano del colore dell’intervento, in armonia con il tessuto
circostante, che dovrà essere valutato dall’apposita commissione per la qualità
architettonica.
PROGRAMMI DI ACCOMPAGNAMENTO SOCIALE: per ogni piani attuativo (ad eccezione
di quelli aventi limitata estensione e a condizione che non siano limitrofi a zone presentanti
già caratteristiche fenomenologiche di degrado fisico/ambientale di cui sopra), deve essere
predisposto apposito “programma di accompagnamento sociale“ predisposto tenendo conto
dei risultati derivanti dalle analisi di cui al punto 1. e degli elementi progettuali di cui al
presente punto ed al successivo punto 3. Il programma deve, se possibile, contemplare la
possibilità di coinvolgere il tessuto sociale nella manutenzione degli spazi pubblici.
o
VII.c. INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE DEGLI ORGANISMI EDILIZI (EDIFICI) ISOLATI
O AGGREGATI
Definizione del mix funzionale (attività e servizi) cui destinare i piani terra in funzione della
visibilità, del mix di orari, frequentazione, dell’accessibilità (caratteristiche dei collegamenti
e degli spazi di circolazione, organizzazione degli spazi condominiali, recinzioni, etc.)
Differenziazione del taglio dimensionale degli alloggi
Orientamento: gli edifici devono aprire le loro facciate principali sugli spazi pubblici e non
creare ambienti/quartieri introspettivi.
Le recinzioni confinanti con gli spazi pubblici devono essere il più possibile trasparenti
(evitare murature alte e completamente chiuse, siepi alte e impenetrabili,ecc).
Accessi degli edifici/isolati: gli accessi devono essere posti in luoghi ben visibili e
controllabili, chiaramente illuminati e custoditi/sorvegliati.
Spazi condominiali: devono essere ben perimetrati e diversificati dagli spazi pubblici con
accessibilità ai soli utenti/residenti.
Materiali da costruzione: devono rispondere a requisiti di gradevolezza e robustezza (ad
es. i serramenti anti-intrusione almeno per quanto attiene i piani terra), con particolare
riguardo alla progettazione e realizzazione di opere aggettanti quali balconi, terrazze, etc.
che ne impediscano una accessibilità relativamente facile. Elementi funzionali degli edifici
quali i pluviali, devono essere posizionati a distanza non inferiore a mt 1,20 da finestre,
balconi, terrazze e serramenti in genere.
I cantieri di edifici in costruzione/ristrutturazione posizionati accanto ad edifici esistenti
devono evitare in ogni modo che mediante le impalcature si possano creare accessi
impropri a questi ultimi.
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VIII. Quadro economico
INTERVENTI
COSTI €
IVA €
TOTALE €
Agenzia di sviluppo locale:
avvio e interventi previsti
100.000,00
20.000,00
120.000,00
275.000,00
55.000,00
330.000,00
41.666,66
8.333,34
50.000,00
416.666,66
83.333,34
500.000,00
Programma di
accompagnamento sociale:
interventi previsti
Attività tecniche:
progettazione programma
sperimentale, monitoraggio e
ricadute normative
TOTALI
5 aprile 2006
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