Anagrafe Parrocchiale

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Anagrafe Parrocchiale
Lettera della gente alla parrocchia
C arissimi,
ho trovato questa lettera interessante.
Ve la offro, a riflessione, per l’inizio di un
nuovo anno pastorale.
Auguro a tutti di procedere sempre più uniti
e fiduciosi.
Con affetto
Don Giuseppe
Cara parrocchia,
non mi resti che tu. Non riesco nemmeno ad
arrivare alla fine del mese e presto mi vedrai
a fare la fila degli accattoni. Ma mi spieghi
perché mi sono ridotto così, perché respiro
dovunque stagnazione, adattamento, aria da
funerale? Ti ho lasciato perché mi sembrava
che non avessi più niente da dirmi, bastavo a
me stesso. Oggi ho bisogno di una prospettiva, di avere ragioni di vita, di vedere se hai
qualcosa di vero da vendere. Uso il verbo che
fa maggiormente parte della mia vita, comperare, vendere, pagare, prelevare. Se hai
una speranza dimmela, ma non con le parole
del sentito dire, del già confezionato. Sono
difficile da convincere, devi scaldarti con me
come fa un venditore ambulante, con tutte le
malìe della pubblicità, perché non sono
sicuro di riuscire ad ascoltarti.
Ma ti vuoi far trovare qualche volta nei miei
circuiti? Ti interessa la mia precarietà: oggi
lavoro qui, domani là, poi non so se farò a
tempo a ridarmi una nuova qualificazione? Ti
sei mai domandata perché i politici che ho
votato si sono lasciati andare a spartirsi gli
interessi invece degli ideali? Che mi dici di
quel ragazzo che si è schiantato contro un
pilastro l’altra sera? Ho provato a girare in
qualche santuario, ad accendere candele
dappertutto, ma mi pare di andare ad
ammassare miserie anziché trovare speranze.
C’è qualcuno cui sto a cuore oltre i miei
amici, che vedo impotenti come me, oltre la
mia famiglia che mi chiede di fare da spina
dorsale e non ce la faccio più?
Ho sentito che hai un’esperienza assoluta-
mente nuova da scrivere nella mia vita: è un
passaggio che a me sa tanto di catechismo,
ma che talvolta mi attira. Quel tuo attaccamento al Crocifisso, quel continuo girargli
attorno con l’incenso, che vedo purtroppo
quando vengo ai funerali, quel parlare di una
morte che non è l’ultima parola. I miei figli
credono nella reincarnazione, ma mi sembra
una moltiplicazione di una condanna piuttosto che una prospettiva. Sì, voi dite che è
risorto, ma mi aiutate a fare spazio nella mia
vita a questo inedito, a questa sconfitta della
morte? Non mi illudete, basto da solo a
segarmi le gambe.
E se per caso approdo alla parrocchia in cui
ogni tanto vedo anche gente felice, disinteressata, non farmi fare il sacrista, e non mettermi a contare le monetine che sono tornate di moda, come quando ero ragazzo.
Fammi sperare di portare con me altri amici
con cui sognare alla grande una vita più bella
assieme, senza mettere semafori rossa a
nessuno, capace di darmi coraggio entrare in
qualche covo di disperati che conosco io e
che, siccome mi faccio domande, s’aspettano che trovi qualche risposta. Fammi incontrare il Vangelo. Gesù non mi è ancora passato di moda, ma ho paura che tu lo nascondi troppo, se non mi capita mai di sentirmelo presentare da quelli che ti frequentano; ho
l’impressione sempre di trovare gente che
ha avuto le risposte senza farsi le domande.
Siete anche un po’ curiosi, voi lì dentro.
Ciascuno va per la sua strada, in un mondo in
cui avrei bisogno di sentire un boato che
annuncia felicità, ciascuno di voi distribuisce
il suo sussurro. Ciascuno si prega il suo Dio
e chi non ci sta resta fuori. Io da un po’ di
tempo tento di entrare, ma devo farlo a scatola chiusa. C’è qualcuno che si dedica a chi
è di nessuno?
Può darsi che capiti a messa domenica prossima: che ci troverò? Fammi sognare: ne va
del mio futuro; ho bisogno di sperare e non
solo per oggi.
L’inquilino di fronte
1
Piccola Catechesi
Eucaristia e vita
U
Pane e vino della consolazione
n prefazio della liturgia ricorda
Gesù “buon samaritano” che ,
«viene accanto a ogni uomo piagato nel
corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite
l’olio della consolazione e il vino della
speranza». Nell’eucaristia Gesù si fa presenza consolante, presenza perpetua nella
chiesa come suo Signore: «Io sono con voi
tutti i giorni» (Mt 28). Nella celebrazione,
prima che nel tabernacolo, egli raggiunge la
sua comunità, la rinnova e sorregge con la
parola e il pane. Non ci lascia soli: ci riporta al passato perché impariamo a portare il
presente, rigenera la speranza e ci proietta
verso il futuro.
Gesù invita a sé gli affaticati e stanchi, i
deboli nella fede e li consola. Se esorta e
richiama, non perde mai di vista la nostra
debolezza, non si trasforma in un giudice
senza remissione: anch’egli nella sua
debolezza ha pianto nel dolore e ha gridato al Padre, che l’ha esaudito. Perciò compatisce e si fa vicino a tutti, anche ai più
miserabili; invita solo ad accogliere la sua
presenza redentrice, ad accettare di camminare verso la meta indicata. In questa
ottica il salmista prega con fiducia: «Tu
vieni con me. Anche se cammino in una
valle tenebrosa, non temo. Il tuo bastone e
il tuo vincastro mi consolano» (Sal 23).
2
L’eucaristia offre l’esperienza del Cristo
che cammina con noi e ci è accanto in ogni
istante: porta la croce con noi il venerdì
santo e illumina l’oscurità, ci annuncia la
speranza nel giorno di Pasqua e indica il
nuovo cammino e la meta ultima. Perciò
alla fine della messa siamo inviati “in
pace”: il regno è vicino e Gesù ce lo fa
assaporare offrendoci qualche anticipazione. È questa la necessaria esperienza che
impedisce di essere dominati dal rapido
mutare delle sensazioni, di essere afferrati
da depressioni o da vuote euforie.
La liturgia è piena di segni in proposito:
offre il perdono, dona la pace, fa incontrare i credenti perché imparino a camminare
insieme, richiama l’attesa del ritorno finale di Cristo, ma lo anticipa nella parola e nel
pane. È la vera esperienza del “Dio con
noi”. L’eucaristia ci accompagna con la sua
luce anche nel dolore e nel passaggio finale. Giovanni Pascoli, nella poesia Il viatico,
contempla questo momento come un
«dolce mezzodì», mentre un “banchetto”
di poveri bimbi e di donne, accompagnando il prete con il pane eucaristico, salmeggiano in coro: «O vivo pan del ciel!». È l’ultima consolazione: uno sguardo che coglie
la vita oltre la morte.
L’archivio parrocchiale di Bormio
E ntrare
Una introduzione
in un archivio parrocchiale è
un’esperienza fatta di sottili contrasti: il
sacro si mischia al profano, l’ordine con il
disordine, la storia con il presente, e se da una
parte il luogo di lavoro si presenta perfetto
nella sua funzionalità ed estetica (stiamo parlando della sala di studio in cui è conservato
l’archivio parrocchiale di Bormio, recentemente rimessa a nuovo dall’arciprete don
Giuseppe), dall’altra l’ammasso di carte che i
suoi armadi conservano e nascondono alla vista
rappresenta spesso un coacervo di documenti
variamente classificati. Questo accade perché
mai come negli archivi parrocchiali l’ordinamento discende dal parroco, svincolato dalle
regole imposte agli archivi statali. L’archivio
parrocchiale, dunque, si identifica con il parroco e con la parrocchia stessa, e poiché la parrocchia (o più anticamente la pieve) entravano
capillarmente nella vita di ogni comunità, ne
deriva che gli archivi parrocchiale costituiscono
una fonte privilegiata per lo studio della storia
locale, grazie all’eterogeneità dei documenti
che essi conservano.
Così è per l’archivio parrocchiale di Bormio:
nonostante il disordine in cui versava (frutto,
come ripeto, di diversi riordinamenti e spostamenti effettuati nel tempo) e le perdite subite
(è evidente la sottrazione di parte della documentazione 1) avvicinarsi ad esso e studiarlo
attraverso le carte ha permesso di riportare alla
luce alcune significative testimonianze del
nostro passato, ancora più preziose perché,
attraverso il loro esame, filtra la dimensione
umana delle cose. Testimonianze sofferte come
il carteggio di un chierico in crisi di vocazione
con l’arciprete di Bormio, o l’acceso anticlericalismo tipico degli anni napoleonici e, più
recentemente, del secondo dopoguerra; testimonianze “istituzionali” che vanno dalla
minuta di una lettera inviata dall’arciprete
Santelli al presidente del consiglio Giovanni
Giolitti per protestare contro il suo forzato
allontanamento da Bormio negli anni della
prima guerra mondiale alla corrispondenza con
l’onorevole
Luigi
Credaro,
ministro
dell’Istruzione, durante gli anni della riforma
dell’insegnamento religioso nelle scuole, dalla
corrispondenza con il governo delle Tre Leghe
a un diploma dell’imperatore Ferdinando Il;
Prima pagina del registro della fondazione
della confraternita della Cintura
testimonianze curiose quali sonetti e sberleffi
in versi agli avversari politici o componimenti
ricreativi composti per occasioni particolari;
oltre - ovviamente - a tutte le testimonianze di
tipo architettonico o artistico (carteggi riguardanti costruzioni/riparazioni delle chiese e
degli arredi, mappe, progetti e bozzetti), alla
corrispondenza con la curia di Como, ai conti
economici della fabbriceria (che a partire
dall’800 amministrava il patrimonio delle
chiese), ai quaderni (più di 300) di omelie accuratamente rilegati con filo di spago e pronti per
ogni occasione (alcuni di questi sermoni furono
utilizzati per più di 50 anni!).
L’archivio è un viaggio attraverso le emozioni
di chi vi ha lasciato un segno del suo passaggio: una lettera, una cartolina, un biglietto, un
appunto. L’archivio di Bormio è anche una
formidabile emeroteca grazie ad una nutrita
sezione “giornalistica” che consente di rivivere alcuni momenti di cronaca e di vita, in particolare i contrasti sociali che caratterizzarono il
3
primo Novecento (nascita dei primi partiti di
ispirazione socialista e cristiana), le battaglie
condotte in vista delle elezioni politiche e
amministrative o la singolare vicenda del processo occorso a don Evaristo Peccedi 2.
stato spogliato di una parte consistente di tale
sezione. Naturalmente le spoliazioni colpirono
ovunque, anche perché un tempo non esisteva
alcuna tutela per gli archivi (e in special modo
per quelli parrocchiali).
Tra gli epistolari rinvenuti v’é quello dello storico Tullio Urangia Tazzoli; si tratta di una ventina di lettere scritte all’arciprete don Evaristo
Peccedi in merito alla nota pubblicazione sul
Bormiese (“La contea di Bormio”, 4 voll.), dalle
quali trapelano alcune curiosità sui retroscena
che precedettero la stampa dell’opera e sui
rapporti che lo studioso ebbe con la popolazione bormiese.
Altrettanto corposa è la sezione che racchiude
i documenti notarili. Nell’arco di 3 secoli (dal
1500 al 1800) si sono susseguiti atti di compravendita, permute, donazioni, lasciti di ogni
genere, dai quali trarre preziose informazioni
sulla toponomastica locale, sulla genealogia
delle famiglie (alcune delle quali sono ora completamente estinte), sull’onomastica, sugli
istituti giuridici e consuetudinari in uso nel
Bormiese.
Si conserva inoltre un fondo membranaceo di
166 pergamene e 6 registri, con estremi cronologici tra l’inizio del XVI secolo fino al XIX. In
alcuni atti del 1500 sono documentate testimonianze di culti ora scomparsi, fra cui quello dei
re Magi o quello di S. Pantaleone praticati nella
chiesa di S. Sebastiano.
Parallelamente alla sistemazione dei documenti dell’archivio è stato condotto un lavoro di
catalogazione dei volumi antichi. Il corpus
librario finora inventariato - impreziosito dalla
presenza di una decina di rari incunaboli 3 -
2
Evaristo Peccedi, parroco di Isolaccia, era
stato allontanato dal suo incarico con l’accusa
di aver “biasimato pubblicamente le leggi dello
stato e gli atti dell’autorità” perché si era
ribellato acerbamente contro la riforma scolastica promossa dal ministro tiranese Luigi
Credaro, che toglieva ai Comuni il diritto di
decidere autonomamente circa l’insegnamento scolastico e perché nello stesso progetto si
limitava l’insegnamento religioso nelle scuole
comunali. L’autorità giudiziaria lo aveva privato del beneficio parrocchiale, sottoposto a
sequestro, rifiutandogli altresì il rilascio di un
passaporto per emigrare in Svizzera.
3
Il termine “incunabolo” deriva dal latino
cunae ( = culla) e rimanda all’immagine del
libro neonato, cioè stampato nel XV secolo in
seguito all’invenzione della stampa.
copre un arco cronologico che si estende dalla
seconda metà del 1400 al 1870 e si divide in
due fondo, l’uno appartenente alla biblioteca
parrocchiale Sertorio (di circa 657 unità), l’altro proveniente dal Collegio dei Gesuiti di
Bormio, poi divenuto Pio Istituto Scolastico (di
circa 2826 unità).
Annalisa Astorino, Riccardo Di Pierro, Lorenza
Fumagalli, Rosaria Giacomelli, Anna Lanfranchi,
Ivana Motta, Atonia Pozzi, Ilario Silvestri
1
Le sottrazioni più evidenti riguardano la
sezione delle confraternite. Essendo Bormio la
chiesa plebana e data la sua funzione preponderante rispetto a tutte le altre chiese del mandamento, è impensabile che non fiorissero e
non prosperassero le confraternite, come accadeva in ogni centro minore. Le testimonianze,
tuttavia, sono assai scarne e ciò induce a ritenere che, nel corso dei secoli, l’archivio sia
4
Capolettera sulla coperta di un volume,
raffigurante una colomba
Qui Oratorio
Nell’ultimo numero del nostro bolletti-
no ci eravamo lasciati con il Grest in
corso promettendoci di riparlare di questa
esperienza così bella per i nostri ragazzi. Lo
facciamo adesso dando la parola ad una animatrice. Poi ascolteremo qualcosa sul campo
delle medie che ci ha visti gioiosi sui sentieri della Valfurva e della Val Zebrù.
Ma quest’estate ci ha visti vivere, con un
gruppetto di nostri giovani, un’esperienza
davvero unica e mondiale! Abbiamo avuto la
grazia grande di partecipare alla Giornata
della Gioventù a Colonia! Mi sembra scontato esprimere la gioia di aver potuto esserci
anche noi! Impossibile raccontare tutto certamente. Ma lascio anche qui la parola ai
nostri giovani!
Le fatiche non sono mancate e anche qualche disagio nell’organizzazione, ma quanta
accoglienza e che clima di grande fraternità!
Con tanti giovani abbiamo sperimentato il
volto di una chiesa giovane assieme al
nostro caro Papa Benedetto XVI guida saggia
e premurosa! Con lui abbiamo seguito la
stella dei magi e ci siamo messi in cammino
per adorare il Signore Gesù. Speriamo di
esserci riusciti e di portarne i frutti nella
nostra vita!
15-21 agosto 2005 i Giovani a Colonia
con il Santo Padre
LUNEDÌ: la partenza, il saluto del Vescovo a
Como e l’incontro con tutti i giovani della
diocesi che già da subito si è rende comunità che insieme prega e diventa fratello,
certi di condividere un’esperienza davvero
significativa.
MARTEDÌ: la catechesi con la celebrazione
eucaristica che ci ha chiesto di “Ricercare
la Verità, senso profondo dell’esistenza
umana”. «Gli disse Gesù: Io sono la Via,
la Verità e la Vita» (Gv 14,1-8) di Luciano
Monari, vescovo di Piacenza-Bobbio.
…Gesù è venuto nel mondo per esercitare un
potere regale. Ha conquistato questo potere
senza eserciti, senza giochi politici. Lo ha
conquistato amando e, in questo modo,
rivelando la ‘verità’, cioè l’amore di Dio
per l’uomo. Da allora ci sono persone che,
ascoltando la parola di Gesù, osservando la
sua vita e la sua morte, vengono colpite nel
profondo del cuore da questa rivelazione. E
si mettono al seguito di Gesù; come per
imparare da lui l’arte di amare…
MERCOLEDÌ: la catechesi con la celebrazione
eucaristica che ci ha chiesto di “Incontrare
Cristo nell’Eucaristia. La fantasia divina
dell’Amore” di Pierangelo Comastri, vicario generale del Santo Padre per la Città del
Vaticano.
…Conserviamo davanti agli occhi la scena
bella e carica di fascino ... dei Magi che si
inginocchiano davanti a Gesù, che Maria
tiene tra le Sue braccia. Immaginiamo i loro
occhi pieni di stupore, di emozione e di
devozione dopo un viaggio lungo, faticoso,
pericoloso. Vogliamo, oggi, rivivere la stessa
esperienza…
GIOVEDÌ: visita al Duomo di Colonia con il reliquiario dei Magi posto al centro della cattedrale, è tempo di adorazione quella vera
davanti al Santissimo Sacramento esposto in
una cappella apposita.
Nel pomeriggio dal Battello sul Reno il Santo
Padre ci ha detto: “Siate pienamente convinti: Cristo nulla toglie di quanto avete in
voi di bello, ma porta tutto a perfezione”
e ancora “La felicità cui aspirate, cari
giovani, ha il nome e il volto di Gesù di
Nazareth”.
VENERDÌ: la catechesi con la celebrazione
eucaristica che ci ha chiesto di “Vivere nel
mondo come veri adoratori di Dio. Seguire
la stella, anche sulla strada del ritorno”
«Per un’altra strada fecero ritorno al loro
paese» (Mt 2,12) di Domenico Sigalini,
vescovo di Palestrina.
…Come si può tornare da Colonia?
Proviamo a vedere con semplicità quale è il
nostro futuro di ricercatori della vera felicità, ricercatori del vero Dio. Stiamo per arrivare alla meta, già ci sentiamo incontrati da
Dio, già percepiamo che il viaggio sta per
giungere al culmine. Sporgiamoci per un
poco oltre l’esperienza. Questo ci aiuta a
dare alle due giornate decisive che ci stiamo
5
preparando a vivere tutta l’importanza che
rivestono
nella
nostra
GMG.
Essere:
Adoratori di un Dio esigente in Gesù,
nelle pieghe di ogni vita
Ci si inginocchia solo davanti a Dio. Piegare
le ginocchia non è un gesto di galateo, ma
decisione di mettere la vita a servizio di Dio,
riconoscerne la assoluta necessità nel
nostro vivere quotidiano e essere sicuri di
avere un Padre Onnipotente.
Contemplatori del suo volto
Colui che adoriamo ha un volto come il
nostro, ha occhi che sanno guardare con
amore, ha orecchi che sanno ascoltare con
pazienza, ha un sorriso che scioglie ogni
nostra cattiveria, ha uno sguardo che penetra nel profondo delle nostre vite. Si commuove, piange di gioia e di tristezza, aspetta e sospira, accarezza e accoglie. E’ il volto
di Gesù che chiama i discepoli.
Annunciatori della bellezza incontrata
Tornare da Colonia dopo aver incontrato il
Signore, dopo averlo veramente adorato è
anche decidersi di offrire strade di adorazione per tutti, luoghi in cui non ci si accontenta più di sopravvivere, ma ci si incontra per
decidersi per Lui.
Celebranti di una vita nuova
I veri adoratori del Dio di Gesù Cristo ricuperano fiducia in se stessi, nel futuro, nella
vita. Uniscono la mente al corpo, la speranza al presente, il desiderio alla realtà. Sanno
credere e trasformare la vita in quello in cui
si crede.
Consapevoli di essere popolo sacerdotale,
profetico e regale
Siamo una Chiesa; gli adoratori di Dio non
sono dei single, ma vivono da fratelli, sanno
fare della solidarietà e della fraternità la
forza che distrugge gli idoli. Amiamo senza
condizioni la chiesa, come la strada unica e
vera per incontrare Gesù, per avere il suo
perdono, il suo corpo e il suo sangue, la sua
parola, la sua grazia…
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SABATO: pellegrinaggio alla spianata di
Marienfeld e le parole di Benedetto XVI
hanno proclamato “Solo Dio davvero può
rivoluzionare il mondo” e ancora “ I l
potere di Dio è diverso da quello dei
potenti della terra. Il suo è il potere inerme dell’amore” davanti all’ostia consacrata esposta ed adorata da una famiglia di
ottocentomila persone con la presenza viva
e sentita di Giovanni Paolo II.
DOMENICA: la Grande celebrazione eucaristica
che si è fatta incontro tra ogni giovane presente e Gesù, il bambino adorato dai Magi,
con l’omelia del Papa che ha affermato.
“La libertà è lasciarsi conquistare dall’amore di Cristo” e ancora “Io so che
voi aspirate alle cose grandi. Dimostratelo
agli uomini, dimostratelo al mondo”. E nel
saluto conclusivo ha aggiunto: “Fantasia e
coraggio, la Chiesa è giovane” e “Come i
Magi, ora ripartono per le loro contrade
per testimoniare la bellezza del
Vangelo”.
LUNEDÌ: ritorno a casa, speriamo per la strada
giusta per non incontrare Erode…solo
l’espressione del nostro volto e il nostro
stile di vita quotidiano potrà testimoniare se
“Siamo davvero venuti per adorarlo” e se
questo incontro ha trasformato la nostra
vita!
Tutto questo in comunione con i giovani di
tutto il mondo incontrati per strada, sui
mezzi pubblici, nelle celebrazioni come se
già ci conoscessimo perché tutti eravamo lì
per un unico grande amore, quello per Gesù
Cristo che ha abbattuto le distanze, le difficoltà di comunicazione e di convivenza.
L’accoglienza è stata davvero speciale e
segno di una vera comunione di fede.
Vi segnaliamo di cercare sul sito internet
dell’Avvenire i testi integrali degli interventi del Santo Padre e le catechesi e vi auguriamo che queste riflessioni diventino guida del
vostro cammino di fede e di vita……e non
serve aspettare di incontrarsi a Sidney, basta
vedersi in oratorio ed accogliere le proposte
indirizzate ai giovassimi e ai giovani per dire
a tutti che essere di Gesù Cristo è bello!
“CONTA SU DI ME!” Grest 2005
Il personaggio che ci ha guidato nella riflessione dell’Oratorio Estivo è stato Giuseppe
figlio di Giacobbe, figura biblica che ritroviamo negli ultimi capitoli della Genesi. La sua
storia era divisa in tappe che giorno per
giorno, durante le tre settimane di grest,
venivano raccontate e spiegate ai bambini.
Durante la prima settimana i ragazzi erano
invitati riflettere sul fatto che ognuno scelto
da Dio, come è successo a Giuseppe perché
Dio ha un progetto importante da realizzare
per ciascuno dei suoi figli.
Nella seconda settimana venivano evidenziate le qualità di Giuseppe, soprattutto la
giustizia; egli viene incarcerato ingiustamente ma continua a fare il bene perché sa
che Dio è sempre con Lui.
La terza tappa, corrispondente all’ultimo
tratto di Grest, presentava i valori della carità, della generosità e del perdono;
Giuseppe non si vendica con i fratelli ma fa
capire loro gli errori commessi e li perdona.
Anche questo è stato un invito, un invito a
donare tutto l’amore che abbiamo dentro,
indipendentemente da quello che riceviamo
dagli altri..
Se Dio ha scelto Giuseppe per un compito
ben preciso e per mezzo di lui l’ha portato
a termine, anche noi oggi dobbiamo metterci al servizio del Padre e dei fratelli e dire
loro con gioia: «Conta su di me!».
Il lavoro di noi animatori è stato impegnativo: sotto la guida del don, di suor Bianca e di
atri collaboratori, abbiamo analizzato la storia e gli obbiettivi che poneva, facendo degli
incontri già dalla fine di maggio. Ci siamo
poi divisi in tre gruppi: chi si occupava di
come presentare la storia ai bambini, chi
organizzava e decideva i giochi di tutto il
grest e chi preparava cartelloni e scenografie varie per ricreare (per quanto possibile)
l’atmosfera e i personaggi dell’antico
Egitto. C’era poi da scegliere l’inno,impararlo e inventarsi i gesti, decidere assieme le
mete delle passeggiate e infine suddividersi
i compiti vari come ad esempio tenere i punteggi o raccogliere le iscrizioni delle gite.
A fine di ogni giornata si arrivava davvero
stanchi ma Giuseppe ha insegnato qualcosa
anche a noi animatori: se abbiamo scelto di
donare un po’ del nostro tempo ai bambini
è perché in qualche modo abbiamo ricevuto una “chiamata” dal Signore. Lui ci invita
all’impegno e ci fa capire che nel gruppo è
importante collaborare nel rispetto e nella
fiducia reciproci.
Il grest non è fatto solo per i bambini e per
i ragazzi: anche i genitori sono stati coinvolti nelle indimenticabili passeggiate, nelle
chiassose pulizie del lunedì mattina e
soprattutto nei diversi tornei serali del
GREST di SERA organizzati dai giovani dell’oratorio!
Insomma, anche quest’anno è stato un
grest pieno di proposte per tutti, che ha
riscosso un grande successo e una grande
soddisfazione per chi ha partecipato e per
chi ha organizzato!|
Camminando per i rifugi…. con gioia! (2729 luglio)
Una bella novità di questa estate 2005 è
stata la lunga passeggiata tra i rifugi della
Valfurva. Con un gruppo di più di trenta
ragazzi delle medie abbiamo vissuto tre
giorni di intensa fatica alleviata però da
momenti di svago e di divertimento. Come
dimenticare il mitico partitone a nascondino? Ovviamente poi i momenti di preghiera,
la celebrazione quotidiana della Messa nella
bellezza del creato e le riflessioni hanno
dato al tutto un tono di fraternità gioiosa nel
nome di Gesù! Alcune frasi della famosa
canzone “I bambini fanno oh!” ci hanno
dato degli spunti di meditazione davvero
originali!
Il percorso prevedeva due tappe fondamentali: il rifugio Pizzini raggiunto il primo giorno partendo da santa Caterina e il rifugio
campo raggiunto il secondo giorno dopo
aver valicato il Passo Zebrù. In questi rifugi
siamo stati accolti con simpatia e, dopo una
ricca cena, tutti a nanna e al mattino bella
colazione e via! L’ultimo tratto di cammino
abbastanza lungo ma poco faticoso ci ha
riportato sani e salvi a Bormio.
Sicuramente questa esperienza ha regalato a
tutti la bellezza di stare assieme in un modo
nuovo, certamente con la fatica del cammino ma anche con la gioia di essere tornati a
casa conoscendo un po’ di più Gesù.
Christian e Simona animatori
E ora si apre davanti a noi il nuovo anno
pastorale. Quali novità per il nostro oratorio? Penso niente di eclatante! Assieme ci
auguriamo però un rinnovato impegno ed
entusiasmo negli impegni di sempre: la partecipazione al catechismo per tutti, una presenza concreta nei giorni di apertura, un
servizio generoso nei vari lavori necessari.
Tutti segni di un rinnovato amore verso il
Signore Gesù! L’oratorio è importante
sempre, anche nella nostra comunità!
«Diamoci la mano ed insieme camminiamo!». Non siano solo belle parole!
don Alessandro
Cecilia, animatrice
7
Gianna in Valtellina - agosto 1955 - Bormio
10-11 settembre 2005 a Bormio
S. Gianna Beretta Molla
tra noi!
“SANTA” come “MADRE di FAMIGLIA” proteggi le nostre famiglie
Pietro Molla
Mesero, 9 settembre 2005
Saluto cordialmente e con animo grato il Reverendo Parroco Don Giuseppe Negri,
Arciprete Collegiale di Bormio, il Reverendo Don Alessandro Alberti, Canonico, il Signor
Sindaco, Renato Pedrini, le altre autorità presenti e tutti i fedeli convenuti alla Santa
Messa.
Di Bormio ho un bellissimo e indimenticabile ricordo: nell’agosto 1955, 50 anni orsono, durante il periodo del nostro fidanzamento, ho visitato con la mia carissima Gianna
questa bella località della Valtellina, raggiungendo il nevaio del Livrio. Gianna, con la
sorella Madre Virginia, è salita sino alla Punta degli Spiriti.
In quella radiosa estate, Gianna era per me, ogni giorno di più, la creatura meravigliosa che mi trasmetteva la sua gioia di vivere, di salire sulle vette e scendere veloce dai pendii nevosi, la gioia dell’incanto del Creato e del suo ineffabile sorriso, la gioia della nostra
nuova famiglia, ormai prossima, la gioia della grazia di Dio.
“Quando penso al nostro grande amore reciproco “, mi scrisse Gianna il 4 settembre
1955, 20 giorni prima del nostro Matrimonio “non faccio che ringraziare il Signore. È
proprio vero che l’amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli uomini”; e il 13 settembre mi scrisse: “Con l’aiuto e la benedizione di
Dio faremo di tutto perché la nostra nuova famiglia abbia ad essere un piccolo cenacolo, ove Gesù regni sopra tutti i nostri affetti, desideri ed azioni... 9f.
Mi sono inchinato agli imperscrutabili disegni della Divina Provvidenza, e rimango attonito quando rimedito l’esortazione alla santità che il fratello di Gianna, Don Giuseppe, ci
rivolse nella Santa Messa del nostro matrimonio, il 24 settembre di 50 anni fa: per Gianna
è stata davvero profetica quella esortazione!
“Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita”, ha detto il Santo Padre Giovanni Paolo
II nella sua omelia, il 16 maggio 2004, quando proclamò Gianna “Santa” come “Madre di
famiglia”, “testimonia come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso. “
Ora mi inginocchio dinnanzi a Gianna, la mia Santa sposa, e mi affido alla sua intercessione presso il Signore Gesù e la Mamma Celeste, per i nostri figli, per me e per tutti i nostri
cari, per coloro che l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene, e per quanti si rivolgono e
confidano in lei, per problemi, difficoltà, scelte e desideri, e sono tantissimi, sempre di più,
giovani, sposi, mamme, papà, medici, religiosi e religiose, in Italia e nel mondo.
Prego la mia amatissima Gianna perchè benedica e protegga sempre questa comunità
di Bormio, infonda in tutti coloro che soffrono la sua forza d’animo, la sua speranza, la
sua fiducia nella Divina Provvidenza, il suo coraggio e la sua gioia di vivere.
Proposte stile di vita
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AUTOTASSAZIONE
Condividere per crescere
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Per avviare una più giusta distribuzione dei beni della terra. Infatti nel mondo c’è sufficiente ricchezza per garantire a tutti gli abitanti una vita dignitosa, ma gli squilibri a
livello internazionale e nazionale sono ormai intollerabili.
Popolazione mondiale
20% più ricco
Secondo 20%
Terzo 20%
Quarto 20%
20% più povero
Reddito mondiale
82,7%
11,7%
2,3%
1,9%
1,4%
CHE COS’È
È la decisione di destinare ogni mese una percentuale fissa del proprio reddito per iniziative di solidarietà verso i poveri del Sud del mondo e/o del nostro territorio, come
primo passo verso una condivisione dei beni della terra e verso un cambiamento di quelle strutture sociali, economiche e politiche che creano ricchi sempre più ricchi e poveri
sempre più poveri. È un gesto carico di quella giustizia che si vorrebbe vedere realizzare tra tutti i popoli; è uno stimolo per vincere la tentazione di rinchiudersi spensieratamente nel proprio benessere; è un modo concreto per sostenere piccoli progetti di cooperative e associazioni, impegnate a promuovere faticosamente il proprio sviluppo
umano, sociale ed economico.
COME SI AGISCE
Si stabilisce innanzitutto come singoli o come famiglie una percentuale del proprio reddito mensile come fondo per l’autotassazione (l’1% o il 2%, o anche più). Questa somma
dovrebbe essere frutto di uno stile di vita personale e famigliare più sobrio. Può essere
utile ogni anno scegliere un progetto da sostenere, possibilmente in accordo con altre
persone e famiglie. All’inizio o alla fine di ogni mese si raccolgono le offerte. In alcune
comunità parrocchiali l’iniziativa dell’autotassazione è diventata una tradizione. Le
famiglie, che liberamente aderiscono, in una determinata domenica di ogni mese consegnano in chiesa la loro busta. Le stesse si ritrovano periodicamente per momenti di riflessione e per decidere insieme la destinazione dei fondi.
PER SAPERNE DI PIÙ
AAW, Spiritualità del servizio, Piemme, pp. 152, £ 22.000
Bacigalupo, La carità nella pastorale, Piemme, pp. 148, £ 22.000
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Dal Gruppo Missionario Parrocchiale
Il prof. Nino Zappa, nelle sue presenze in
Brasile dove sta sostenendo un progetto
formativo ha conosciuto P. Pedro Balzi, che
ci ha inviato questo saluto:
Teresina-Piani, 15 luglio 2005
Carissimi tutti del Gruppo Missionario di
Bormio,
il più bel ringraziamento che posso darvi
per la vostra bontà è pregare il Signore,
perché riconosca la vostra generosità e vi
conservi sempre questo cuore, pieno di Amore per Dio e che si concretizza in un Amore
meraviglioso per i Suoi Figli. Continuate ed avete sempre la Gioia nel vostro cuore.
Pregate, per carità, per la nostra gente, specialmente per i giovani e per me, perché
possa compiere bene la volontà di Dio fino all’ultimo respiro. Vi unisco la preghiera per
la Pace. Grazie di tutto.
Un carissimo saluto a tutti. Uniti in Gesù e Maria,
fraternamente, P. Pedro
“Non possiamo cedere alla paura né al pessimismo. Dobbiamo piuttosto
coltivare l’ottimismo e la speranza. Il dialogo interreligioso e interculturale tra di noi non può ridursi ad una scelta stagionale. È una necessità
vitale, da cui dipende in gran parte il nostro futuro”.
Papa Benedetto XVI
11
La Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio
e i suoi arcipreti
L’arciprete Carlo Gervasio Trabucchi
di Bormio (1779-1798)
Nell’aprile del 1779, dopo la morte di don
Giacomo Rocca, rimase vacante il posto di
arciprete nella Collegiata dei santi
Gervasio e Protasio e si cominciarono a
postulare i nomi del suo successore.
Ignazio Bardea, contemporaneo agli eventi, era un gran sostenitore di don Giacomo
De Simoni e, a dire dello storico, «avrebbe
dovuto essere il successore se il vero
merito e la dignitosità avesse avuto il suo
luogo, dove invece non ebbe che la cabala, che il sottomano, l’ingiustizia, il trionfo». Il Bardea stesso che si ritrovava nella
città di Brescia fu sollecitato a essere nel
numero dei futuri candidati all’arcipretura. Il teologo pensando di far torto a chi
era stato più meritevole di lui, come il De
Simoni, scrisse a tal proposito una poesia
della quale cito solo pochi versi:
«E quando avrà a finir questa leggenda,
che dagli amici non sia più seccato
per cotesta di Bormio Arciprebenda?
Il vostro buon volere io vi son grato,
ma non può non sembrarmi indiscretezza
voler per bene un uom martirizzato?
Vel dissi già, e vel dico con schiettezza:
non è fatta per me, né io son per essa,
che alle contese non ho l’alma avvezza».
Il Bardea nello stesso sonetto fece poi un
elogio al De Simoni schernendosi dinanzi a
coloro che con indubbia purezza tentavano di assumere tale carica. Prese le chiare
difese del De Simoni e scrisse una lettera
con la richiesta di non essere iscritto tra i
ballottati all’assunzione della carica dell’arciprebenda. Ciò però non valse a nulla
e il Bardea fu messo tra i possibili eletti.
Risultò vincitore, con pochi voti di più del
Bardea stesso, Carlo Gervasio Trabucchi,
rimanendo così raggirato il più meritevole: il De Simoni. A quell’elezione irregolare il De Simoni si rassegnò «e per patemi
12
(dopo il 1620)
di Marcello Canclini
d’animo la di lui salute insensibilmente
andò a debilitarsi, tantochè predicando
nel 1780 nella Chiesa di Furva per la quaresima, l’infermità che gli sopraggiunse,
non gli permise di compirne l’impegno.
Fattosi quindi trasferire a Bormio nella
paterna casa, dopo otto giorni all’incirca
di decubito, li 30 marzo, con intrepidezza
e cristiana pietà finì con universale rincrescimento di vivere. Nel dì primo
d’aprile si celebrarono nella insigne
Collegiata le solenni esequie, che furono
meritatamente onorate dall’orazione
funebre per opera del Molto Reverendo
Padre Lettore Agostino del Borghetto
Minor Riformato, eccellente oratore e
degno nipote del celebre Padre Pier
Antonio del Borghetto uomo ben colto
nella Letteraria Repubblica».
Nel 1779 prese quindi possesso dell’arcipretura della Collegiata dei Santi Gervasio
e Protasio il bormino don Carlo Gervasio
Trabucchi. Questi, già parroco di
Pedenosso, fu poi eletto canonico di
Bormio. Durante il suo mandato di arciprete subì parecchie molestie in seguito ai
moti della Repubblica Cisalpina. Visse
infatti nel periodo in cui avvenne in località Dòs la barbara uccisione, ad opera della
folla inferocita, del conte Galeano Lechi,
detto anche Conte Diavolo, e dei suoi
fedeli seguaci Vincenzo Zuccola e Gian
Battista Silvestri.
Morì in casa arcipretale colpito da morte
improvvisa, il 26 febbraio 1798. Un suo
ritratto fu donato dalla famiglia di Felice
Pradella all’arcipretura di Bormio.
L’arciprete Pier (o Pietro) Antonio
Sertorio (1798-1827)
Nell’anno 1798 successe al defunto arciprete Carlo Gervasio Trabucchi, il livignasco don Pier (o Pietro) Antonio Sertorio
(nato il 3 maggio 1745) già canonico della
Collegiata di Bormio a partire dal 1773. Fu
eletto arciprete il 19 ottobre 1798 e prese
possesso della parrocchia il 24 gennaio
1799. Il suo mandato fu rivestito per un
(L’arciprete Pietro Antonio Sertorio)
periodo piuttosto lungo, visto che il
Sertorio restò in carica per ben 29 anni.
Compilò un’interessante cronaca del
Contado di Bormio intitolata «Storia ecclesiastica di Bormio». Fondò il legato per le
Missioni nel Contado e infatti in uno dei
vari capitoli del suo testamento lasciò la
seguente volontà:
«V° Lega, ed ordina che fuori del suo avere
sieno date locali Valtellinesi lire quattordici
mille (£ 14000) perché cogli annui redditi
di quello, ogni tanto tempo, vengano date
le Sante Missioni e non potendo sempre gli
spirituali Esercizi nella Pieve di Bormio
nelle principali Parrocchie da zelanti predicatori, ed intervenendo confessori forestieri, e volendo che quelle siano fatte circa
ogni settennio nel modo seguente, cioè in
Bormio nel tempo circa la Pentecoste, o
l’Ottava del Corpus Domini, poscia in tale
occasione susseguentemente in Livigno,
indi dopo alcuni anni in Furva, ed in una
delle Parrocchie di Valdisotto in modo che
il pane spirituale sia somministrato con
profitto delle anime in tutta la Pieve, e con
l’incarico di pregare in tale occasione per
l’anniversario dei fedeli defunti benefattori colle pubbliche preghiere. E per
l’adempimento di questo legato, che
tanto sta a cuore al testatore, oltre all’incaricare gli eredi, e pregare gli esecutori
testamentari, si raccomanda e prega istantemente tutti i Parroci della Pieve, che sono
e saranno in avvenire ai quali maggior-
mente per loro dovere più deve stare a
cuore il vantaggio delle anime alle loro
cure commesse».
Uomo di molta scienza e cultura, dotò di
libri e di rendite la Biblioteca del Capitolo.
Affinché la libreria e i manoscritti fossero
fedelmente conservati, aggiunse una
somma di £. 13000 col fitto della quale si
potesse formare un piccolo salario annuo
per il sacerdote bibliotecario e si potesse
provvedere alle spese di riattazione e di
conservazione della biblioteca. Il legato
per la Biblioteca Sertorio fu di £. 4331,33
con rendita di £. 216. Di quegli interessi
spettavano al bibliotecario £. 65 come
compenso e £. 50 per la provvista di nuovi
libri. Il rimanente restava alla Fabbriceria
per il fitto dei locali, per la provvista di
mobili e per rilegatura di libri, come da
convenzione del 31 dicembre 1864.
Il Sertorio fece anche costruire a sue spese
l’altare di marmo della Collegiata. Donò
alla chiesa una lampada d’argento e istituì un legato per il suo anniversario perpetuo. Il 16-17 maggio 1816 ricevette la
visita pastorale di Monsignor Carlo Rovelli
vescovo di Como e il 24 maggio 1824,
quella di Monsignor Castelnuovo. Il
Sertorio morì l’11 dicembre 1827 all’ora
undicesima antemeridiana «per inopinata
morte percursus» (di apoplessia fulminante), all’età di 83 anni circa.
(8. Continua)
13
Date - Appuntamenti
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Domenica 2 ottobre
Apertura Anno Catechistico e Oratoriano
S. Messa ore 10.30
Mercoledì 5 ottobre
Inizio Catechismo scuole Elementari
Giovedì 6 ottobre
Inizio Catechismo scuole Medie
Venerdì 7 ottobre
Primo venerdì del mese
ADORAZIONE EUCARISTICA dalle 18.30 alle 21.00
Martedì 11 ottobre
Incontro dei Genitori della Scuola Elementare
dalle ore 20.30 alle 21.30
Mercoledì 12 ottobre
Inizio Catechismo scuole Superiori
Domenica 16 ottobre
S. Vespri e Benedizione Eucaristica alle ore 15.00
Martedì 18 ottobre
Centri di Ascolto della Parola nelle Famiglie
Domenica 23 ottobre
Giornata Missionaria Mondiale
Martedì 25 ottobre
Incontro dei Genitori della Scuola Media
dalle ore 20.30 alle 21.30
Domenica 30 ottobre
Celebrazione del Battesimo
Martedì 1 novembre
Celebrazione di Tutti i Santi
Mercoledì 2 novembre
Ricordo di Tutti i Defunti
Venerdì 4 novembre
Primo venerdì del mese
ADORAZIONE EUCARISTICA dalle 18.30 alle 21.00
Inizio Catechismo Giovani (19-30 anni)
Domenica 6 novembre
La Domenica in Oratorio per i ragazzi e le famiglie
S. Messa ore 11.30
Commemorazione di Tutti i Caduti
Lunedì 7 novembre
Incontro Catechisti Parrocchiali
Martedì 8 novembre
Incontro Genitori dei bambini della Prima Comunione
dalle ore 20.30 alle 21.30
Domenica 13 novembre
S. Messa Solenne concelebrata a chiusura della stagione
al Passo dello Stelvio con P. Max
Martedì 15 novembre
Incontro Genitori dei ragazzi della S. Cresima
dalle ore 20.30 alle 21.30
Domenica 20 novembre
Presentazione e diffusione del
Compendio del Catechismo Cattolico
S. Vespri e Benedizione Eucaristica alle ore 15.00
Martedì 22 novembre
Centri di Ascolto della Parola nelle famiglie
Domenica 27 novembre
Inizio del Tempo di Avvento
Ritiro Spirituale Zonale per i Giovani e le Famiglie
Celebrazione del Battesimo
Inizio della Catechesi per gli Adulti alle ore 20.30
Venerdì 2 dicembre
Primo venerdì del mese
ADORAZIONE EUCARISTICA dalle 18.30 alle 21.00
Domenica 4 dicembre
Presentazione dei candidati alla S. Cresima
La Domenica in Oratorio per i ragazzi e le famiglie
S. Messa ore 10.30
Martedì 6 dicembre
Incontro Genitori dei bambini della Prima Comunione
dalle ore 20.30 alle 21.30
Giovedì 8 novembre
Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria
Domenica 11 dicembre
Presentazione dei candidati alla Prima Comunione
Martedì 13 dicembre
Incontro Genitori dei ragazzi della S. Cresima
dalle ore 20.30 alle 21.30
Venerdì 16 dicembre
Inizio Novena di Natale
Anno catechistico 2005-2006
Domenica 2 ottobre 2005
S. MESSA delle ore 10.30 ed animazione in
oratorio
con la partecipazione di tutti i bambini e i
ragazzi
con le loro famiglie, i catechisti, gli animatori,
tutta la comunità in chiesa parrocchiale.
Inizio Catechismo per le Scuole Elementari
Mercoledì 5 settembre in oratorio
Ore 14.30-15.30 prima elementare
Ore 15.30-16.30 seconda e terza elementare
Ore 16.30-17.30 quarta e quinta elementare
Inizio Catechismo per le Scuole Medie
Giovedì 6 settembre in oratorio
Ore 15.00-16.00 prima e seconda media
Ore 17.00-18.00 terza media
Inizio Catechismo per le Scuole Superiori
Mercoledì 12 settembre in oratorio
Ore 20.45-21.45 prima superiore, seconda
superiore, terza-quarta e quinta superiore.
Inizio Catechismo per i Giovani
Venerdì 4 novembre in oratorio
Ore 20.45 dalla conclusione degli studi
superiori e 30 anni.
Apertura dell’oratorio
Mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 18.00
Giovedì dalle ore 14.30 alle ore 18.00
Sabato dalle ore 14.30 alle ore 18.30
Sabato dalle ore 20.30 alle ore 23.00
Domenica dalle ore 14.30 alle ore 17.30
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Anagrafe Parrocchiale
(Luglio - Settembre 2005)
MATRIMONI IN PARROCCHIA e FUORI
Raimondi Giuliano con Schiantarelli Marta
Brioschi Roberto con Pozzi Monica
Rossi Massimiliano con Crudeli Daniela
Pedranzini Germano con Giusiano Paola
Bormetti Giovanni con Compagnoni Federica
De Zolt Nichevo con Bellotti Chiara
Colturi Giovanni con Martinelli Miriam
Sosio Cristian con Strada Francesca
Spiller Davide con Krulcic Elena
BATTESIMI
Pozzi Letizia di Enrico e Piatta Valeria
Silvestrini Giorgio Alfredo di Aurelio e Zucca Elena
Spiller Pietro di Roberto e Tagliabue Mariella
De Lorenzi Laura di Michele e Olcelli Silvana
Sassella Cecilia di Michele e Bormetti Federica
Spiller Cesare di Adelio e Lazzeri Gloria
Spiller Stefano di Adelio e Lazzeri Gloria
Faifer Davide di Adelio e Deflorian Romana
Pedranzini Matteo di Simone e Bracchi M. Gabriella
I NOSTRI MORTI
Cantoni Nicola di anni 88
Pedrini Sofia di anni 86
Nicoloso Lucio di anni 78
Magatelli Enrico di anni 84
Mevi Angelo di anni 73
Dugaro Luigia di anni 80
Andreola Maria di anni 91
“Il terrorismo è sempre una scelta perversa e crudele. Se insieme riusciremo a contrastare ogni forma di intolleranza, fermeremo l’ondata di
fanatismo crudele che mette a repentaglio la vita di tante persone, ostacolando il progresso della pace nel mondo”.
Papa Benedetto XVI
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